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« Sembra che, alla fine, daranno il titolo di Pasha anche a quell'Egon.
Il Consiglio dovrebbe assegnargli il distretto delle Ceneri: sai, per le fornaci...! »
la voce allegra del Moro fluì sciolta e disinvolta nonostante la settima birra
« Pare che quell'uomo conosca il segreto per una particolare lavorazione dei metalli, e così... »
scrollò le spalle, poi si rivolse all'affaccendato 23, lanciandogli una moneta e un sorriso
« Scusa, me ne porti un'altra? ♥ Di quella buona, eh! »
Erano trascorsi appena due giorni dallo scontro all'Arena, le ferite erano ancora fresche ed il ricordo fin troppo vivido, ma le autorità di Merovish non avevano perso tempo: la data per la cerimonia di assegnazione delle cariche sarebbe avvenuta l'indomani, ma... chiacchiere circolavano sul fatto che la “spartizione della torta” fosse già stata decisa a grandi linee.
Si diceva che Khalid -il leader della Legione delle Sabbie-, avendo perso molti dei suoi uomini migliori, avesse designato Aristotelis e Bid'daum come propri parigrado e intendesse lasciar loro buona parte delle questioni: evidentemente, il senso dell'onore e del dovere del Guerriero Mascherato avevano subito un brutto colpo dagli eventi dell'Arena, e il peso di una responsabilità (non sua) l'aveva portato a maturare quella decisione; rinunciando a qualche incombenza mondana e amministrativa, contava probabilmente di concentrarsi maggiormente su un modo per trovare ammenda ai propri errori. Così, tanto per la visibilità delle loro gesta -erano Eroi, adesso- quanto per il valore dimostrato in campo, non c'era ai suoi occhi davvero nessuno di più adatto dei due Gerarchi a coprire le sue mansioni... ed era inutile dire quali indiscussi vantaggi avrebbe portato all'Eversione un controllo ufficiale dell'esercito del Sud.
Ma, per quanto a Merovish la violenza sia l'unica legge vigente, essa non è il solo fulcro del potere: dopotutto, senza la leva offerta dalle promesse di fama, ricchezza e benessere, molti taglia-gole non snuderebbero neppure la lama... e così, dato per scontato che i Pasha Preek, Tail e Najaran avrebbero mantenuto il controllo rispettivamente del Distretto del Kanti, di quello dei Caduti e di quello della Polvere, le nuove nomine scelte dal Conclave per completare la sua formazione confermavano quell'Egon Emeros per il Distretto delle Ceneri, e -cosa più importante- Zimmer come padrone del Distretto della Fame.
« Farida voleva passare a congratularsi di persona, ma... aveva un po' da fare, oggi. »
chiocciò ancora l'ospite, gettando uno sguardo dispiaciuto al Castigo
« ...però sono sicuro che saprà farsi perdonare. ♥ »
...e, ovviamente, Kalanjanus -futuro Pasha del Distretto delle Luci- non aveva resistito all'idea di condividere le informazioni col suo nuovo amico Rosso, approfittandone anche per realizzare il suo piccolo sogno di visitare la famigerata Quinta Bolgia; cosa ci trovasse di entusiasmante in quella bettola, non era molto chiaro, tuttavia... cosa importava? Lo Speziale era un buon cliente: beveva con disinvoltura gli intrugli più forti, non stava tirando sul prezzo (per quanto fosse facile intuire che a mercanteggiare non fosse secondo a nessuno), e pagava subito e con moneta sonante; più interessante sarebbe stato indagare come egli facesse a procurarsi le informazioni anche prima delle Voci, ma... quello sarebbe rimasto un mistero per il momento.
Gli Eversori erano in attesa di un ospite - tutto il resto, avrebbe potuto attendere.
Dopo averli proclamati signori della città -e dopo essere sparito nel nulla-, Isaac si era messo in contatto con loro: tramite il suo corriere di fiducia (la moretta di nome Alhandra, la gran collaudatrice di materassi, che lavorava al piano di sopra), aveva recapitato ai Gerarchi un messaggio per avvisarli che quel giorno avrebbe fatto loro visita, e... dal momento che gli argomenti trattati non sarebbero stati adatti ad orecchi troppo indiscreti, era arrivato il momento di fare chiusura anticipata e congedare gli avventori...
« Allora: come si passa il tempo qui? ♥ »
cinguettò allegro il Mercante, dondolando sullo sgabello
« Risse? Bische? Scommesse? »
...e avevate tutti pochi dubbi su da chi cominciare.. -
.
Si era svegliato solo dopo una dozzina di ore, ancora un po’ intontito. Si trovava sul pagliericcio della baracca malmessa, la prima base operativa degli Eversori. L’odore era rimasto uguale. Poco distante da lui c'era Raem, intento a studiare qualche tomo di storia merovisha. Si era girato a guardarlo, le sue labbra decomposte si stavano muovendo, ma non sentiva alcun suono provenire da esse. Sbatté incredulo le palpebre e quella visione scomparve.
Stavolta si era svegliato veramente.
~
Dopo i bagni di folla e i festeggiamenti per le strade era giunta l’ora di tornare alla normalità. La schiena spezzata della città si risollevava, più forte di prima e priva delle vertebre marce che l’avevano fatta collassare. Al loro posto nuove ossa più robuste ne avrebbero sorretto le viscere.
La cerimonia ufficiale d’investitura si sarebbe svolta il giorno dopo, ma alla Quinta Bolgia giravano già delle voci a riguardo. Più precisamente girava soltanto una voce, appartenente a quello scassapalle di Kalanjanus. La novità era che proprio lo Speziale sarebbe entrato nell’Esarcato insieme ad Egon e Zimmer. Il Boggart avrebbe avuto un bel d’affare con i suoi nuovi colleghi.
Aristotelis e Bid’daum erano invece stati scelti da Khalid come guide della Legione delle Sabbie. Comandante Bid’daum… riempiva piacevolmente la bocca, prima o poi ci avrebbe fatto l’abitudine.
Intanto il nuovo Pasha si stava scolando parecchi litri di birra, sciorinando con piacere tutte le novità sull’assetto gerarchico della Tana. Si ricordò anche della danzatrice che aveva posato gli occhi sul Kuthiano, giustificando la sua assenza.
« Non ne dubito. »
Rispose brevemente mentre studiava con lo sguardo il nuovo Pasha del Distretto delle Luci. Avrebbe rimandato ad un’altra occasione la “questione” aperta con Farida, così come le sue prossime mosse all'interno della Legione. Al momento stavano aspettando un ospite che aveva la priorità sul resto.
« A volte tutte e tre contemporaneamente, ma oggi non sono in programma. »
Avrebbe lasciato al padrone di casa l’onore di buttare fuori l’erborista e tutti gli altri avventori. Il nostro doveva essere particolarmente di buon umore.. -
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« A volte tutte e tre contemporaneamente, ma oggi non sono in programma. »
« . . . »
La risposta del Khutiano giunse con tempismo, neutra nei toni, e perciò innaturalmente posata per la fama di cui egli godeva; tuttavia, forse perché lo conosceva poco o magari perché -semplicemente- l'aggressività dimostratagli lo aveva sempre preoccupato relativamente poco, lo Speziale non tributò il dovuto apprezzamento alla rara cortesia concessagli da Bid'daum, limitandosi a recepirne il messaggio con una certa attenzione, a giudicare da come il suo viso bronzeo e solare si adombrò in una mesta ed infantile delusione.
« Oh... »
"Tu è buffo bipede, io deve ammetterlo, collega.
Se è come tu dice, domani sarà giornata interessante... noi no deve conservare forze?"
aggiunse il Boggart, dopo aver tracannato un drink e sbranato un cosciotto
"ORA DI CHIUSURA, CAPRONI! PER CHI SARA' ANCORA VIVO,
IO VI ASPETTA DOMANI!"
Neanche il tempo di metabolizzare il dolore per l'improvvisa scoperta comunicatagli dal Castigo -che, cioè, avrebbe dovuto rimandare la bisboccia con i suoi nuovi amici-, che ci si mise anche il Molliccio: balzato in piedi sul tavolo, il Rossiccio si era rivolto agli avventori per comunicare un anticipo nell'orario di chiusura che sarebbe entrato in vigore con effetto immediato, e -a quel punto- mentre la Bolgia si svuotava rapidamente, al Moro non rimase che esalare tristemente un sospiro sconsolato, abbassando le iridi dorate sulla sua ultima ordinazione, prontamente recapitatagli da 23 solo poco prima.
"E' ora anche per te, Kalajaska. Tu può finire tuo torcibudella,
poi io consiglia te di alzare tacchi e riposare."
proseguì Zimmer, stavolta rivolgendosi espressamente a lui
"Se tu vuole divertimento, io è sicuro che Merovish saprà guidare tuoi passi."
« ...ok. »
Con un altro sospiro desolato, il prossimo Pasha delle Luci assentì mogio mogio, sollevò il bicchiere e se lo portò alle labbra ben disegnate, inclinandolo progressivamente, man mano che mandava giù tutto d'un fiato il superalcolico di dubbia provenienza senza battere minimamente ciglio, troppo sopraffatto dall'amarezza di una festa andata in fumo; quando ebbe finito -pochi istanti dopo-, abbandonò il calice sul ripiano, saltò giù dal suo sgabello, e si incamminò all'uscita con passo lento -provato da quell'infausta piega degli eventi- e tuttavia incredibilmente sciolto, nonostante -a quel punto- dovesse avere in circolo nelle vene più spiriti che sangue.
« Allora... vengo a trovarvi un'altra volta. »
mugugnò imbronciato, gettando loro appena un'occhiata da sopra la spalla
« Ci si vede. »
Rimasti soli all'interno del locale, ai due Gerarchi -privati della presenza del terzo collega, in visita dal Legionario Khalid- non rimase che attendere l'arrivo di Isaac... un'attesa che -a onor del vero- finì per protrarsi per quasi un'ora buona.
Fu quando ogni pazienza, fiducia o sicurezza di cessato pericolo era ormai in procinto di consumarsi, che alcuni rumori annunciarono l'arrivo di qualcuno, ma -caso curioso- essi non provennero dall'ingresso con l'esterno, ma dalla scala che conduceva alle camere in affitto del piano di sopra... e fu da lì che il giovane dai capelli color ruggine e gli occhi di ghiaccio fece la sua apparizione, scendendo lentamente i gradini.
« Oh, cielo: come sono in ritardo...! Scusatemi: sono davvero mortificato...! »
esordì l'ospite d'onore a quella piccola riunione, affabile e ciarliero come al solito
« Ero passato un po' prima per salutare Alhandra, ma non mi sono accorto del tempo che passava, e... sapete come vanno certe cose... ♥ »
Isaac ridacchiò querulo, fermandosi a mezza strada, e rivolse loro uno sguardo ammiccante e un sorriso complice... ma gli bastò una sola occhiata per capire che: no, quei due non lo sapevano.
« Ad ogni modo: come promesso,
sono qui per soddisfare la vostra curiosità. »
concluse, portando le mani al petto, come ad indicarsi
« Ci sono domande? Vi ascolto. ». -
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Zimmer sgomberò il locale con i suoi soliti metodi. Mentre lo guardava sbraitare pensò che nemmeno una nomina a Pasha del Multiverso sarebbe bastata a cambiare i suoi modi da boggart.
Anche Kalanjanus si avviò alla porta a malincuore, lasciando soli i due Gerarchi. Dovettero aspettare un’ora intera prima che Isaac si degnasse di presentarsi all’incontro che avevano fissato. Lo sguardo che rivolse al casanova fu sufficiente a comunicare che la sua pazienza era finita cinquantanove minuti prima.
« Isaac Laforeze. »
Soppesò lentamente quel nome, mentre osservava quell’individuo che tanto lo aveva fatto imbestialire in passato. Per quanto poteva saperne, quel nome poteva pure essere fasullo. Fin troppi misteri aleggiavano intorno alla sua figura, ma adesso era giunto il momento di scoprire tutte le carte in tavola.
« Vediamo se mi ricordo tutto: dopo la Notte del Giudizio sono comparsi degli individui strani che, pur non essendo del luogo, sembravano avere qualche interesse in un fantomatico nuovo Alfiere. Uno di questi si era persino messo ad incitare la folla, giurando di aver visto il nuovo sovrano che impugnava il leggendario Cuore dei Titani. »
Dal suo tono sarcastico si poteva capire cosa pensasse delle sceneggiate del Fulvo.
« Un altro tipo bizzarro aveva prelevato dei bandi dal Muro del Distretto. Non è una cosa tanto facile da fare, soprattutto per un cencio d’uomo come quello. Ma il cerbero fantasma al suo fianco suggeriva che stesse nascondendo qualcosa. »
Ricordava bene con quale stupore aveva riconosciuto una creatura infernale al fianco del Tedesco.
« Di solito i ladri di annunci chiedono una somma considerevole per il loro ruolo di intermediari, ma quello straniero si limitò a domandare agli interessati che tipo di legame avessero con il Sud. »
Come se al Dottore fosse servita una conferma sulle intenzioni dei mercenari a cui stava affidando un lavoro piuttosto delicato. Continuò a parlare, incastrando mentalmente i pezzi di quel puzzle intricato.
« Ah già, c’era anche un bestione che combatteva in una gabbia. Pensa un po’, lo stesso energumeno ha sterminato i Carovanieri della Pietra Nera pochi giorni dopo! »
La cosa divertente era che Gain era stato abbastanza scaltro da far arrestare gli Eversori giunti sul posto. Era quello l’unico motivo per cui aveva massacrato tutta quella gente?
« Che altro è successo, Isaac? Ci siamo fatti una passeggiata nelle profondità di Merovish, a caccia di Elldroc. Non era previsto che trovassimo un piromane immortale a cui era stato ordinato di trovare e distruggere il Cuore. Anche l’altro stronzo mascherato è stato un fuori programma. »
Nicolaj e Aren. Due dei nemici più pericolosi che avesse mai affrontato. Avevano la capacità distruttiva di un intero esercito. Era merito di Isaac se lui e i suoi sottoposti erano usciti vivi dalle profondità dell’Upperdark, anche se avrebbe evitato volentieri di ammetterlo. Farsi salvare da un buffone non era un motivo di vanto.
« Come abbiamo visto, la distruzione del Cuore serviva per aprire un antico portale all’Arena Nera. È facile immaginare cosa stesse cercando di fare Aren ai tempi del Conclave dell’Esarcato. »
Probabilmente il Clown Bianco stava cercando un metodo più veloce per liberare i mostri di Krarth.
A questo punto l’espressione di Bid’daum mutò, divenne più dura. Dopo quella lunga retrospettiva sugli eventi passati era giunto il momento di trattare gli ultimi punti critici.
« Quello che non mi torna è questo: sei stato proprio tu a dirmi che dovevamo prepararci a difendere la Tana. Poco prima dell’inaugurazione dell’Arena, Gain ha detto che sapevate che qualcuno mirava a scatenare il caos a Sud. Sembravate già pronti alla battaglia che abbiamo combattuto, tanto che contavate addirittura sull’aiuto di Hisagi Shuei. »
Si accigliò appena pronunciando quell’ultimo nome. I suoi informatori gli avevano presentato un fascicolo sullo spadaccino della “Malasuerte”, il fu campione dell’Arena. Non riusciva a capire in che modo quei tre potessero essere in contatto con un uomo che a Merovish non si vedeva da anni.
« Che mi dici, Isaac? Tu e i tuoi amici sapete anche vedere il futuro? »
Oltre a saper resuscitare, trasformare gli spettri in energia biologica, avere una forza disumana, evocare costrutti fin troppo resistenti ed essere sempre nel posto giusto al momento giusto. Dei poteri decisamente fuori scala, simili per certi versi alle capacità di Aren, che si era rivelato essere una sorta di fantoccio senza anima il cui scopo era distruggere dei Sigilli.
Questi essere sovraumani erano palesemente nemici fra loro, i fatti lo avevano dimostrato.
« Voi prendete ordini dall’alto. Aren e Nicolaj prendono ordini dall’alto. Chi c’è dietro a tutto questo? »
Ma le stranezze non erano finite. Alcune tracce di quello che era successo appena due giorni prima risalivano a parecchio tempo addietro: lo sapevano perché Sahara aveva fatto rapporto sulla visione che aveva avuto durante l’attentato all’Alfiere. Aveva visto chiaramente quel tale Cheliax - l’uomo che si nascondeva dietro il baldacchino - farsi avvicinare da un Dottore Tedesco.
Un Dottore che gli aveva affidato il Cuore dei Titani.. -
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« Isaac Laforeze. »
La fredda voce del Khutiano parve voler condensare in quel nome tutta la seccatura bassa e pulsante che covava; che fosse per il suo ritardo, per la situazione in sé, o magari per l'astante e i suoi modi sornioni, non faceva alcuna differenza – per nessuno dei due: dal momento che l'astio era per quel Gerarca una condizione perenne, il giovanotto dai capelli color ruggine si limitò ad infischiarsene educatamente e con una certa disinvoltura, ricambiando lo sguardo indagatore del Castigo con un sorriso dolce. E, per questo, irritante.
Ben più pratico e discreto -anche se vagamente scortese- fu invece il Boggart che, senza perdere tempo in inutili cerimonie, si rintuzzò dietro il bancone e si preparò da bere; evidentemente, l'estenuante lotta in Arena doveva averlo stancato a sufficienza se il celebre Mercante Rosso del Bazar delle Talpe preferiva lasciare ad un rude cane sciolto l'onore e l'onere delle trattative e delle affabulazioni... e, in cuor suo, Isaac non poté biasimarlo.
« Vediamo se mi ricordo tutto... »
Udendolo disporre in bell'ordine sul tavolo tutti i tasselli di quella lunga e complessa storia -quelli di cui la cricca era entrata in possesso, per lo meno-, il Serpente constatò con piacere che l'affiatamento di quel gruppo traspariva bene dal passaggio di informazioni che aveva permesso di ricostruire gli eventi in cui avevano avuto parte -anche se non il loro significato-, così si limitò a lasciar cadere nelle pieghe del discorso solo qualche commentino di tanto in tanto, senza interrompere; dopotutto, spezzare quel bel monologo sarebbe stato davvero maleducato - oltre che inopportuno. Per quelle poche volte in cui Biddy era in vena di chiacchiere...!
« [...] Uno di questi si era persino messo ad incitare la folla, giurando di aver visto
il nuovo sovrano che impugnava il leggendario Cuore dei Titani. »
« Un bel tipo dalla fine oratoria, mi hanno riferito... ♥ »
chiocciò sornione, trascurando volutamente il sarcasmo dell'altro
« Un altro tipo bizzarro aveva prelevato dei bandi dal Muro del Distretto. Non è una cosa tanto facile da fare, soprattutto per un cencio d’uomo come quello. »
« Dovevi consigliargli il tuo estetista...! ♥ »
cinguettò squadrandolo dacapocorno a piedi con uno sguardo di rimprovero
Quando arrivò la dolente nota dei “fuori programma”, il sorriso sul volto del malpelo si scompose per un momento in uno stanco sospiro, e gli occhi di ghiaccio evasero altrove; certo, era stato grazie all'incontro nell'Upperdark che avevano potuto finalmente dare un volto ed un nome alle forze oscure che erano stati inviati a contrastare, ma... la cosa non aveva fatto una gran differenza: non era riuscito a raccogliere su quelle creature alcuna informazione circa lo loro identità, dei loro scopi aveva inteso solamente un impersonale desiderio di scatenare il caos, e -scandagliando il cervello della Regina Elldroc, trovata morente nella sua alcova- aveva visto chiaramente solo l'Arena Nera e la chiave per aprirne gli invisibili cancelli -il Cuore dei Titani- che proprio poco prima i suoi Fratelli avevano provveduto a spostare.
Certo, se avesse avuto alleati maggiormente collaborativi e meno buzzurri, forse sarebbe riuscito ad ottenere qualcosa di più da quella missione, ma... avendo dovuto sprecare le sue forze per difendersi dai loro attacchi e per metterli in salvo, non c'era da stupirsi se aveva finito per perdere la vita là sotto. Non che ne facesse una colpa a qualcuno: la situazione, dopotutto, era... facilmente fraintendibile.
« ...Sembravate già pronti alla battaglia che abbiamo combattuto,
tanto che contavate addirittura sull’aiuto di Hisagi Shuei. »
...e con la propria morte e la diserzione dello Sfregiato,
la lista delle risorse della difesa aveva continuato ad assottigliarsi.
« Che mi dici, Isaac? Tu e i tuoi amici sapete anche vedere il futuro? »
« Alcuni di noi ne sono in grado, sì. »
rispose quietamente, con un'alzata di spalle, come fosse una cosa da nulla
« ...ma il futuro è una cosa mutevole – e poi, tu non credi nel Destino. »
« Voi prendete ordini dall’alto. Aren e Nicolaj prendono ordini dall’alto.
Chi c’è dietro a tutto questo? »
« ...e questa è una ottima domanda. »
Per un attimo, nella Quinta Bolgia calò un silenzio: Bid'daum attendeva una risposta alle sue domande, e Isaac stava probabilmente mettendo in ordine le idee e pesando le parole per valutare quanto rivelare e come, quando fu inaspettatamente Zimmer a spezzare il silenzio, balzando fuori dal bancone e avanzando sulle corte gambette in direzione dell'ospite.
"Tu sa quale è modo più veloce per scoprire chi tira fili di marionette?"
chiese al giovanotto, sicuramente retorico, con quel suo strano accento
"... si strattona la marionetta e i suoi fili, disarcionando il marionettista."
con uno strano sorriso sul volto sgraziato, il Molliccio gli porse un boccale di birra
"Qualcosa da bere, uomo che prende ordini dall'alto?"
Il ghigno del Boggart sarebbe potuto apparire sinistro nell'oscurità, ma -pur contemplandolo da quella distanza- più che ribrezzo, all'Evocatore fece simpatia: quel burbero arraffone che faceva da padrone di casa a beoni e farabutti era un ceffo zannuto capace di tenere in riga la peggior feccia... ma aveva un qualcosa -una burbera gentilezza di fondo- che gli rendeva assai più onore di molti altri sedicenti nobili o guerrieri. Probabilmente, era per quello che era stato scelto lui...
« Grazie, ma... la birra non è proprio la mia bevanda. Come se avessi accettato. »
declinò l'offerta con garbo e un sorriso divertito, sollevando la mano in un cenno discreto
« Strattonare i fili... e disarcionare il marionettista... già: sulla carta funziona bene.
Ma come fare quando il burattinaio è così scaltro da non usare cavi? »
Tacque per un istante, lo spavaldo giovane dai capelli color ruggine, carezzandosi il mento con fare assorto e d'un tratto sovrappensiero; poi, scrollò un poco le spalle, e cominciò la sua narrazione.
« A me, Faust e Gain è stato affidato un compito, qui su Endlos:
intervenire sugli eventi in corso al Sud, al fine di rimettere in sesto il Presidio. »
principiò, senza scendere in particolari sul mandante o la fazione di appartenenza
« Avevamo obiettivi generici -come “proteggere il Cuore dei Titani” e “trovare un degno Custode”- ma informazioni parziali, così abbiamo dovuto sbrigarcela da soli. »
proseguì, mettendosi a sedere sul gradino della scala su cui era rimasto in piedi
« Per prima cosa, uno di noi si è recato nell'Upperdark, per recuperare il Cuore, e sulla strada ha trovato qualcuno che potesse fare da affidatario temporaneo; io e l'altro siamo penetrati tra le fila del Loto Nero e dell'Esarcato -le due principali fazioni rimaste in città- tenendo un basso profilo e analizzando la situazione, ma... »
mentre si stringeva nelle spalle, un sorriso affilato gli incurvò le labbra
« ...abbiamo trovato solo un mucchio di immondizia ad ostruirci la strada, così abbiamo approfittato di un delicato incontro tra le parti e avviato le grandi pulizie; l'unico testimone ad essere risparmiato fu solo un giovanotto, finito nel mezzo per caso. »
nel pronunciare quelle ultime parole, una risatina ilare gli risalì la gola
« ...ma il destino non lascia le cose al caso, perché il giovanotto era il leader di una banda di rivoluzionari, e lui e i suoi fecero la loro parte per la causa, quella notte – quella che chiamano la Notte del Giudizio. »
L'uomo dai capelli color ruggine tacque per un momento, dando modo al suo pubblico di metabolizzare le nuove informazioni e -nel caso- integrandole passando in rassegna le loro conoscenze dei fatti in quella nuova ottica; poi, riprese il suo racconto.
« Devono essersi fatti prendere un po' troppo la mano, ma -ad ogni modo- non so cosa ne è stato di loro; si sono limitati a svanire tra le pieghe della storia, e noi non avevamo tempo o interesse ad indagare oltre: dopotutto, c'era un Presidio da rimettere in piedi. »
riprese, portando una mano a sostegno del capo, puntellandosi su un gomito
« Così abbiamo iniziato il nostro piccolo concorso per “volti nuovi”, alla ricerca di qualche volenteroso che avesse a cuore le sorti della cara vecchia Merovish: siete venuti da noi, vi abbiamo studiati e messi alla prova... e la faccenda avrebbe dovuto concludersi in maniera relativamente tranquilla - ma, poi, sono cominciate le anomalie. »
Con un sospiro, il tiro degli occhi cerulei si spostò su Zimmer, e Isaac gli sorrise; non dubitata che i compagni della cricca l'avessero già messo a parte dell'accaduto, ma... per quella parte della storia, era lui il suo interlocutore: con Bid'daum, Isaac li aveva vissuti quei momenti, quindi trovò superfluo rivangare.
« L'Uomo Rosso e la Maschera che abbiamo trovato nell'Upperdark stavano cercando il Cuore: gli Elldroc erano antichi alleati del Primo Alfiere e... non so come quei due ne fossero a conoscenza, ma si aspettavano di trovare l'Artefatto in custodia della Regina.
Dopo che gli altri se ne sono andati, mentre affrontavo il Pagliaccio -Aren-, sono riuscito ad estorcergli qualche informazione sui loro obiettivi, e ho scoperto che progettavano di liberare nell'Arena Nera gli orrori dei tempi antichi; per mandarlo fuori strada e guadagnare tempo gli ho fatto credere che esistesse un secondo congegno nel Mausoleo del Primo Alfiere, a Krarth, e... sono riuscito a trasmettere queste informazioni al mio Fratello sul posto - prima di perdere la vita.
So che Faust lo ha affrontato, e che lo avete aiutato, e poi... poi c'è stata la bella giornata dell'altro ieri, in Arena – dove niente è andato secondo i piani... Non i nostri, per lo meno. »
Edited by Madhatter - 10/1/2015, 01:36. -
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Col progredire di quell'incontro l’espressione di Bid’daum tendeva sempre di più verso l’insofferenza. La causa non era il comportamento sbarazzino di Isaac, a quello ci aveva quasi fatto il callo. Ciò che lo innervosiva di più era che tutte quelle informazioni vitali stessero emergendo solo in quel momento, all’indomani della catastrofe. Le sue manie di controllo si stavano scontrando contro un piano architettato da altri, messo in atto nel territorio degli Eversori a loro insaputa.
Da come ne parlava Isaac, sembrava che quei tre stranieri non appartenessero a quel mondo. Si consideravano come dei meccanici esterni, incaricati da qualcuno di rimettere in sesto un motore socio-politico che si era ingolfato. Con quali metodi, però?
Avevano trafugato il Cuore dei Titani per affidarlo ad un perfetto sconosciuto, che in futuro si sarebbe spacciato per novello Alfiere. Avevano scatenato ogni rivalità sopita tra l’Esarcato e il Loto Nero. Sostenevano che la Notte del Giudizio - di cui conoscevano il mandante - fosse stata utile per la loro causa. Si erano presi addirittura la briga di cercare volti nuovi! Ma che bravi! E cosa dire del fatto che Gain avesse massacrato i Carovanieri della Pietra Nera, lasciando l’Orchidea pericolosamente scoperta per giorni? Anche quello faceva parte dei piani?
Quanti danni avrebbero potuto evitare sapendo dell’Alfiere fantoccio, del portale dell’Arena, e del fatto che la distruzione del Cuore fosse la chiave per innescarlo? Ma no, il terzetto aveva preferito occuparsene senza informare nessuno!
Il risultato? Solo terra bruciata.
Cercavano persone che potessero occuparsi di quel Presidio, ma non avevano ritenuto necessario informare proprio queste ultime di ciò che stava minacciando il Sud. Era questo che voleva il Destino dietro cui Isaac continuava a nascondersi?
« Adesso siete soddisfatti? Missione compiuta, si torna tutti a casa!
Una strage dopo l’altra avete rimesso in piedi un Presidio, dovreste andarne fieri! »
Certo, il Kuthiano non era uno stinco di santo, ma almeno lui sapeva imporsi dei limiti sensati nell’uso della violenza. Polverizzare ciò che si vuole conquistare non era esattamente il miglior modo di condurre una rivoluzione, almeno questo gli Eversori lo avevano capito. Le crisi indeboliscono la struttura sociale, creano dei vuoti di potere in cui ci si può insediare, ma gli eventi a Merovish erano decisamente sfuggiti di mano. E tutto per colpa di tre tecnici inviati dal cielo e due gruppi di terroristi che - indisturbati - avevano rivoltato la capitale come il budello di una bestia.
« L’economia è a pezzi, il Cuore è stato distrutto, il vostro “degno Custode” è stato ucciso. Il Sud non ha ancora un Alfiere, quanto tempo ci vorrà prima che il Maelstrom spazzi via tutto? »
Due Comandanti in più e qualche nuovo Pasha non potevano sopperire alla mancanza di una figura forte come quella di un Alfiere. Se anche la schiena del Presidio fosse stata ricostruita, senza una testa come avrebbero potuto sollevarsi al pari delle nazioni confinanti?
« Io voglio sapere chi vi ha ordinato di mettere le mani sul nostro Presidio. Voglio sapere l’identità del figlio di puttana che avete incontrato e che ha messo a ferro e fuoco la nostra città. »
A stento riusciva ancora a contenere la rabbia. Era sul punto di perdere il controllo e mettere le mani alla gola di Isaac. Niente di cui sorprendersi, restava pur sempre il Castigo, facile all’ira e ingrato fino al midollo. Ma stavolta c’era dell’altro a sollevare l’odio che covava dentro di sé.
La sensazione che il Sud, l’unico luogo che lo avesse mai accettato,
fosse stato calpestato senza riguardi.. -
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« Adesso siete soddisfatti? Missione compiuta, si torna tutti a casa!
Una strage dopo l’altra avete rimesso in piedi un Presidio, dovreste andarne fieri! »
« Avevo pensato di invitare la vecchia guardia per il thè e i biscotti, e parlarne,
ma non hanno risposto alle mie missive. »
lo rimbeccò Isaac con il solito sarcasmo... e stavolta, anche qualcosa di più - amarezza
« ...tutti troppo impegnati a succhiare il midollo di una città in ginocchio. »
Non gli avrebbe raccontato delle condizioni in cui aveva trovato i ragazzini nella dimora del Pasha Tail, trasformati in giocattolini di piacere per il “Benefattore” che li raccoglieva da famiglie troppo povere per mantenerli, se non direttamente dal fondo fangoso del Distretto dei Caduti.
Non gli avrebbe descritto le scene pietose a cui aveva dovuto assistere quando la Pietra Nera aveva ulteriormente alzato le tasse sulle provvigioni di acqua, causando indirettamente tanti morti da riempirci una fossa comune. Non gli avrebbe neppure ricordato di come il Pasha Jalabhar avesse continuato a spremere gli indigenti con il miraggio del mistico aldilà di una religione inventata da lui stesso.
Non gli avrebbe riportato gli innumerabili episodi di soprusi perpetrati dai precedenti comandanti della Legione: gente coraggiosa... quando si trattava di intimidire i vecchi e le donne; per il resto, incapaci di maneggiare un'arma e opporsi ai banditi del Loto Nero – con cui avevano preferito prendere accordi e scendere a patti.
E non lo avrebbe fatto perché non doveva giustificarsi con nessuno.
« Perciò, sì, Bid'daum: ne vado fiero. Tutti quelli che ho ucciso, lo meritavano.
Mi domando se tu puoi affermare lo stesso. »
...o, magari, perché -come al solito- preferiva tenersi certe cose per sé. Dopotutto, quelle erano informazioni facilmente reperibili... se i paladini di Merovish avessero mai deciso di prendersi la briga di indagare sulle “povere vittime” del Chiacchierone. Nell'altro caso, se preferivano ignorare taluni elementi nei loro giudizi di comodo e prendersela con lui, il Forgiatore avrebbe accettato la loro infamia con sulle labbra il suo sorriso più sornione ed elegante.
Il Presidio Sud era sempre stato un posto feroce e brutale, ma anche fiero e orgoglioso, dotato di un'intelligenza arguta... fino a che gli sciacalli non ne avevano fatto la loro preda, sbranandola pezzo dopo pezzo e ingozzandosi oltre misura, salvo abbandonarlo a sé stesso, suppurante di cancrena... gli Eversori intendevano davvero biasimarlo per aver condannato senza appello delle creature che non meritavano alcune pietà? Volle dargli il beneficio del dubbio. In fondo, quella esperienza era stata provante per lui... figurarsi per loro.
« L’economia è a pezzi, il Cuore è stato distrutto, il vostro “degno Custode” è stato ucciso. »
proseguì il Khutiano, dando libero sfogo alle sue incertezze e frustrazioni
« Il Sud non ha ancora un Alfiere, quanto tempo ci vorrà prima che il Maelstrom spazzi via tutto? »
« L'economia è a pezzi perché -per anni- quelli che la gestivano erano degli idioti più interessati a riempirsi le tasche che a far funzionare un meccanismo che li avrebbe arricchiti molto di più. Un errore che mi auguro non ripeterete. »
puntualizzò serenamente l'Evocatore, senza colpo ferire
« Del Custode non devi crucciarti: ha svolto la sua parte... Quanto al Presidio: esso si stabilizza sulle forti volontà che lo reggono, perciò, adesso è compito vostro.
Il Maelstorm non lo toccherà - se gli resterete fedeli. »
« Io voglio sapere chi vi ha ordinato di mettere le mani sul nostro Presidio. »
furente, il Castigo lasciò fluire la sua rabbia
« Voglio sapere l’identità del figlio di puttana che avete incontrato
e che ha messo a ferro e fuoco la nostra città. »
« Se avessi voluto “mettere le mani sul vostro Presidio”, a quest'ora sarei già Alfiere.
E non qui, a cercare di parlare con voi. »
"Gran piano il vostro, no c'è che dire..."
prese la parola il Boggart, gettando via il boccale di latta appena vuotato
"Quante vite voi ha dovuto sacrificare, per ottenere... nulla?"
« Compresa la mia? Sempre troppe. »
ribatté serafico il giovanotto dagli occhi azzurri, arricciando le labbra
« Ma.. in ogni caso ho fatto del mio meglio: ho fatto quanto era necessario.
...e ciò che ho potuto, per evitare quello che non lo era. »
Naturalmente, Isaac non si era aspettato dei ringraziamenti. A dirla tutta, non si era nemmeno aspettato che capissero (e almeno in questo non lo avevano deluso), ma se pensavano che lui fosse per loro un nemico o un rivale, stavano sbagliando di grosso... un errore che avrebbe potuto rivelarsi fatale se gli Eversori avessero deciso di focalizzare le proprie diffidenze su di loro, anziché concentrare la loro attenzione dove realmente serviva... Perché quella storia non si era conclusa con la battaglia dell'Arena Nera.
"Voi sa che noi no ci faremo manipolare da voi.
Quale che sia vostro piano... vostri affare a Sud sono finiti."
Pazientemente, il Forgiatore attese che il Boggart finisse di inveire contro Alhandra -ben più affidabile di quanto il Molliccio potesse intendere-, e ascoltò compostamente il suo cortese invito a prendere la porta di uscita; tuttavia, c'era un'ultima cosa che aveva da dire -tanto a Zimmer quanto a Bid'daum-, prima di prendere congedo come era stato così gentilmente invitato a fare: Merovish aveva sofferto, gli Eversori avevano combattuto e sputato sangue... ma non erano stati da soli sul campo di battaglia. Lui e i suoi Fratelli non li avevano lasciati da soli.
« Non pretendo che si diventi grandi amici
-tanto più ora, che siete giustamente in collera-
ma mi state addossando colpe che non sono di mia responsabilità. »
esordì con calma il Rosso, alzandosi dalla sua postazione e raddrizzando la schiena
« Abbiamo un nemico comune, un nemico ancora a piede libero.
E per quanto vi secchi, resta il fatto che abbiamo lo stesso obiettivo:
proteggere Merovish. »
...dalla misteriosa Maschera comparsa sulle tribune e dai suoi terroristi sugli spalti
« ...per questo vorrei che teneste a mente una cosa:
per essere alleati non bisogna piacersi. »
Così dicendo, Isaac sfilò lentamente verso l'uscita, con sulle labbra un sorriso sornione e l'incedere ancheggiante delle prostitute; solo, si fermò accanto al tavolo più vicino alla porta, e -sempre rivolgendo le spalle ai due Eversori- sollevò la destra per esibire il cartoncino rettangolare che vi stringeva.
« Se doveste avere bisogno, chiamatemi con questa. »
asserì in tono spassionato, adagiando la carta dei tarocchi sul legno malconcio
Poi, a passi misurati, l'Imperatore abbandonò la Bolgia.. -
.
Isaac ribatté colpo su colpo, mostrando ciò che solitamente nascondeva sotto una maschera da giullare.
Digrignò leggermente i denti quando l’altro lo provocò in maniera sottile. Morti meritate e immeritate, che idiozia era mai quella? Uccidere è un capriccio. Un moto di stizza del più becero istinto bestiale, sommerso sotto qualche strato d’umanità. Uno dei modi migliori per sfogare sul mondo il dolore che si ha dentro.
Non gli dava fastidio il fatto che avessero materialmente ucciso delle persone, colpevoli o innocenti che fossero. Quello che lo faceva imbestialire era che avessero cacciato nel loro territorio. Solo la gente del Sud poteva decidere della vita degli altri abitanti del Meridione. Era una regola scritta nella roccia di Merovish, che esisteva da quando il primo granello di sabbia si era posato per volere della Maledizione dello Yuzrab.
Anche ciò che aveva detto Zimmer sottendeva che lui e i suoi “Fratelli” avessero incasinato i giochi che gli Eversori stavano pianificando da anni.
Isaac fu comunque abbastanza assennato da non continuare a pungolare due bestie già ferite. Rassicurò entrambi sulla quiete del Maelstrom, riferendosi a loro come se fossero una sorta di rimpiazzo della volontà di un Alfiere. Era un’affermazione forte, che comportava delle conseguenze non da poco: significava quindi che l’antica magia che imbrigliava la stabilità dei presidi poteva legarsi anche a più di una persona contemporaneamente? Perché un estraneo conosceva una peculiarità del genere dei meccanismi invisibili del semipiano?
Continuò a sviare le sue domande riguardo a chi gli avesse ordinato di occuparsi del Sud. Il loro ospite mantenne sempre un atteggiamento pacato, anche quando respinse le accuse dei due Gerarchi. Avevano ottenuto molte risposte, ma in tutta quella faccenda restavano alcuni punti oscuri. C’era qualcuno che vegliava sulla stabilità di quel mondo, qualcuno che aveva inviato Gain, Faust e Isaac fino a Merovish. Erano o non erano legati al governo centrale di Lord Aeon? E quel loro nemico comune aveva ancora in mente di colpire il Sud?
Per essere alleati non bisogna piacersi, aveva detto alzandosi dalla sedia.
Quella della collaborazione mi sembra una splendida idea, aveva detto la prima volta che si erano incontrati – all’accampamento dei Legionari, prima che iniziasse la loro spedizione nell’Upperdark.
Eppure non era mai riuscito a percepirlo come un alleato. C’era una forza repulsiva che non permetteva loro di avvicinarsi. Erano come due nemici naturali costretti dalle circostanze a collaborare. Sarà stata colpa del suo atteggiamento enigmatico, o del suo interesse fasullo agli affari del Sud.
Isaac e gli altri, dopotutto, stavano soltanto eseguendo degli ordini. Erano marionette senza fili, per sua stessa ammissione. Se le disposizioni fossero state diverse, non si sarebbero fatti problemi a distruggere ciò che in quell’occasione avevano protetto.
« Non avremo bisogno di te, Buffone. »
Non più dominato dalla rabbia, lo guardò con sicurezza mentre si allontanava. Era convinto di ciò che aveva detto: il Sud non avrebbe avuto più bisogno di aiuti dall’alto per camminare sulle sue gambe. Gli errori del passato non si sarebbero ripetuti. Non finché le sue zanne insanguinate avrebbero vegliato sul Cuore della Terra Ostile.
Si avvicinò al tavolo e prese la carta che gli aveva lasciato. Raffigurava un sovrano seduto sul suo trono.
Era uno degli Arcani Maggiori dei tarocchi, l’Imperatore.
Si voltò a guardare Zimmer. Insieme ne avevano passate di ogni in quegli anni.
Conoscenza. Potere. Ricchezza. Controllo.
Alla fine il Meridione era stato conquistato dagli Eversori.
« Adesso inizia il vero divertimento. »
Quel lungo capitolo della loro vita era terminato.
Era giunto il momento di voltare pagina.. -
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