[LAM] Do you want to build a...

"Lo giuro sulla mano che sta stringendo la tua, giovane thane:
il mio talento sarà a disposizione della tua armata".

Tratto da: "Il bivio".

Koldran: Dorso del Drago di Pietra.
Presidio Settentrionale, Endlos.

Quel giorno il clima non era poi così proibitivo.
O almeno non lo era per gli standard del Nord.

Passo dopo passo, tra una leggera folata di vento gelido e qualche mucchio di neve più alto degli altri, la Dama del Vento passeggiava per i sentieri del Grande Drago di Pietra alla ricerca di un associato scomparso, avvolta nel suo mantello bianco.
Il suo nome era Morgrim Barbaverde, del clan dei Lork. Naufrago come lei e consapevole di essere uno dei pochi -se non l'unico- nano su Endlos, aveva deciso di partire per il Nord alla ricerca di montagne da esplorare, modellare e sfruttare come miniere. Ciò nonostante, sarebbe rimasto fedele alla Dama del Vento fino alla fine dei suoi giorni, o almeno così diceva nelle lettere che le inviava settimana dopo settimana. Peccato che, dopo i primi tempi, queste si erano fatte sempre più rare finchè, dalla Guerra Civile ed il successivo Alfierato di Drusilia, di Morgrim Barbaverde il Gran Maestro non seppe più nulla.

Inizialmente l'aveva cercato con l'Aeris Mappa, ma non riuscì a trovare il suo nome fra quelli trascritti magicamente sulla pergamena. Sperando che avesse semplicemente perso la propria ma spaventata all'idea dell'irreparabile, Drusilia aveva infine trascorso intere settimane nel cercarlo personalmente, cosciente di quanto fosse pericoloso il luogo per chi non aveva mai percorso quei sentieri. Sta di fatto, però, che di lui non trovò alcuna traccia.



Come oltretutto le era già capitato, incrociò comunque qualcuno a cui chiedere informazioni. Questa volta si trattava di una strana figura incappucciata intenta a giocare con la neve; guardandosi attorno, Drusilia non trovò alcun villaggio nei dintorni, il che la lasciò alquanto perplessa.
Che vi fossero famiglie o villaggi... nelle grotte?

-Mi scusi- alzò il ditino, come ad intromettersi educatamente nei passatempi dell'altra -Ha per caso visto un nanetto girare da queste parti?

Domanda bizzarra... che -a dirla tutta- in alcuni villaggi già visitati aveva suscitato parecchie ilarità e battute maliziose negli interpellati. Peccato che lei, invece, fosse tutt'altro che maliziosa. E poi non avrebbe saputo spiegarlo meglio di così.

Osservò uno strano luccichio metallico provenire dai polsi della figura incappucciata, per poi notarlo anche quando questa reclinò il capo in sua direzione, scoprendo parzialmente il volto.

Le ci volle un pò per convogliare le proprie attenzioni su quel dettaglio non trascurabile, principalmente perchè distratta dal silenzio della sconosciuta. Perchè non parlava? Eppure sembrava essersi accorta della sua presenza.
Era ormai sul punto di intervenire una seconda volta, rallentando il ritmo delle proprie parole nel tentativo -folle- di farsi capire con più chiarezza, quando un movimento di quella creatura spense sul nascere ogni tentativo di comunicazione. Sgusciò via come un'anguilla, per poi abbracciare una grossa palla di neve che -a vederla così- sarebbe stata un buon busto per un pupazzo di neve.
Peccato che, evidentemente, aveva altro in mente.

-Ehi, cosa pensi di fare con quell-

*PUFF*

Un attimo e si ritrovò riversa per terra e ricoperta di neve a fissare il cielo con aria assente.
Diamine, quanto si sentiva confusa in quel momento!
Confusa e un pò scema, si.

Una delle ultime volte in cui era stata a Nord si era malmenata con un vampiro di nome Klaus, uscendone vittoriosa, ed ora si faceva mettere KO da una palla di neve bella grossa. Ringraziò solo che non ci fosse nessun Aviatore a guardarla in quella posa umiliante. Distesa come una stella marina... però sulla neve.

-Questo non vale- disse rialzandosi, un pò traballante, con aria crucciata -Ero disarmata!

Decisa a non lasciarsi sopraffare dal nemico, da brava guerriera decise di preparare il contrattacco. Presa una manciata di neve e compressa fra le mani, avrebbe lanciato il suo morbido proiettile con precisione millimetrica sulla spalla della "nemica". Se fosse andato a segno, puntandole l'indice con fare sprezzante ed aria vittoriosa, avrebbe manifestato il suo gaudio con un chiaro ed udibile...

-...HA!

Ok, in quella situazione c'erano abbastanza cose "bizzarre", per così dire.
Prima fra tutti: quella creatura non era umana. Non all'apparenza, almeno; sembrava completamente ricoperta di metallo, come un manichino vivente o un qualche tipo di macchina infernale uscita da Klemvor. Però le ispirava una certa empatia nella gestualità, pertanto non si sentì del tutto sicura che fosse un robot.
Seconda cosa: non emetteva suoni. Non era però sicura del perchè; poteva benissimo essere muta, come anche una naufraga che non condivideva il suo stesso idioma. A conti fatti, considerando il numero incredibile di mondi alternativi, poteva perfino parlare per ultrasuoni o infrasuoni.

Reclinò la testa, Drusilia, profondamente incuriosita dalla creatura intenta a passare al contrattacco con un'ondata di neve. Peccato che questa volta l'Alfiere Errante fosse preparato: posizionando una mano aperta davanti al proprio volto bloccò l'onda bianca per poi farla vorticare su sè stessa con moti spiraleggianti, come un serpente nell'atto di raggomitolarsi fra le proprie spire.

Terminato quel gioco, della neve tiratale addosso sarebbe rimasto solo un grazioso pupazzo di neve, generato magicamente dalla volontò della bella Drusilia. Sorrise tranquilla, avvicinandosi lentamente alla creatura. Con movimenti abbastanza ampi portò una mano sul petto, come ad indicare sè stessa.

-Drusilia.

Disse con tono calmo e cordiale. Non era del tutto sicura che quella presentazione fosse servita a qualcosa, ma se fosse stata muta o che non parlassero la stessa lingua... lo avrebbe potuto comprendere solo in quel modo.
O almeno ci sperava.

Le parole della Dama del Vento furono seguite da un lungo silenzio, carico di dubbi. Titubanze di quella creatura, probabilmente nell'atto di interpretare il comportamento di Drusilia, e domande di quest'ultima su chi fosse la sua interlocutrice e perchè si comportasse in modo così bizzarro.

Nel bel mezzo di quel vociare di pensieri, la figura incappucciata si mosse, inginocchiandosi davanti a Drusilia e disegnando il proprio nome sulla neve.



-Anastasia- pronunciò Drusilia, leggendo le lettere un pò storte -è un bel nome.

Poi, improvvisamente, una folata di vento finì per rivelare inavvertitamente i lineamenti della creatura, già precedentemente sospetta considerando i riflessi metallici della pelle. Drusilia ne rimase incantata, incurante di quanto fosse di fatto inquietante incrociare per strada un manichino vivente dagli occhi vuoti e completamente inespressivo. Sulla sua pelle poteva specchiarsi, ma non era quello ad incuriosirla. Cosa era? E di cosa era composta?

Fu un gesto innocente, ma finì per inginocchiarsi a sua volta, di fronte a lei, così da porgerle una lieve carezza sul viso.

Nonostante Anastasia non parlasse, Drusilia riuscì a percepire relativamente bene quelle che furono le emozioni dell'altra, forse aiutata dalla vicinanza ed il contatto... forse dall'intensità delle stesse. In ogni caso comprese molte cose, anche in quel silenzio isolante.
Anastasia sembrava intimorita da qualcosa... o magari turbata. Eppure non sembrava affatto aggressiva nè ostile in alcun modo: con movimenti un pò impacciati si era concessa quelle coccole, lasciandosi frenare da un certo disagio che Drusilia, sul momento, non comprese. Ricambiò addirittura il suo gesto, portando una mano sulla guancia dell'Alfiere che, per nulla intimorita, la lasciò fare.

Intanto Drusilia rifletteva su tutta quella situazione decisamente bizzarra e le venne la strana idea che quella fosse in realtà una naufraga sperduta: infondo non era umana e nemmeno simile a qualunque creatura nordica che avesse mai incontrato, ascoltato nelle leggende o nominata in racconti di taverna. E poi non parlava: c'erano buone probabilità che non appartenesse a quel mondo.
Che fare, allora?
Se l'avesse lasciata lì sarebbe stato pericoloso, sia per lei che per chi l'avesse incrociata, con molte probabilità.

-Non avere paura.

Sussurrando appena quella preghiera, con movimenti lenti le avrebbe preso la mano per poi rialzarsi sulle proprie gambe e, invitandola a fare lo stesso, l'avrebbe condotta verso il proprio Presidio. Lì avrebbero avuto modo e tempo di approfondire la conoscenza... e capire più cose su entrambe.
A ben pensarci, c'era davvero molto su cui lavorare.

SPOILER (clicca per visualizzare)

Percepisco in parte gli stati di Anastasia grazie all'Empatia passiva di GODDESS OF LOVE, citata in qualche post più su.

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