Il Verbo

Se c'era un posto dove avrebbe potuto capirci qualcosa di più su quanto le era successo, era proprio quello; nel cuore di Merovish, si estendeva in un dedalo di cunicoli e corridoio sotterranei, un'enorme biblioteca.
All'inizio le era parso un po' assurdo che in un posto malavitoso, sporco e puzzolente come si presentava quella città, potesse trovarsi un'agglomerato tanto vasto di sapere e conoscenza. Eppure la più grande sala del sapere si estendeva a perdita d'occhio proprio d'innanzi alla giovane donna.
Si lasciò guidare dai propri passi mentre lo sguardo si riempiva di quella meraviglia; la curiosità e la sete di conoscenza non si era mai spenta in lei, nemmeno dopo secoli di esistenza...continuava a stupirsi della vita ed ad essere affascinata dalle novità che questa sembrava riservarle di volta in volta.
Tale luogo era così vasto che Dhuha non sapeva nemmeno dove cercare, né cosa; per questo motivo dapprima vagò alla cieca leggendo, dove poteva, i nomi dei reparti e cercando di rammentare la strada percorsa...era facile perdersi in quel luogo.
Non sapeva come ma in quel posto non le pareva più di essere sola, lì si trovava la storia...tutta la storia, qualsiasi cosa riuscisse ad immaginare era lì in attesa di essere letta e scoperta. Non le sarebbero bastati i secoli posseduti per riuscire a leggere la vastità di tomi ivi disposti, ma dopotutto non le importava conoscere tutto...soltanto quel tanto che bastava per far andare via quella sensazione di ubriachezza molesta che non le permetteva di ragionare con lucidità.

Non era alla ricerca di una casa...quella purtroppo l'aveva ancora con sé; subito la mano si mosse da sola sul costato alla ricerca della dura consistenza della lampada nascosta nella tasca interna della tunica che indossava. Quell'artefatto continuava ad essere al suo posto, simbolo di una nuova forma di libertà: se qualcuno avesse scoperto di che razza fosse e avesse toccato la lampada, Dhuha sarebbe tornata alla sua vecchia vita da schiava. Scosse la testa perché non voleva fasciarsi la nuca prima di rompersela...era libera, sebbene quel concetto assumesse sfumature ancora incerte per la djinn, ma comunque poteva ritenersi tale.
Mentre vagava per quei corridoi, il pensiero di nascondere la lampada e liberarsi di quel peso la assalì con forza divenendo quasi opprimente. Avrebbe potuto nascondere la lampada in quella biblioteca, magari nei piani ancora più bassi meno frequentati.

°E se venisse trovata?°

Una voce mentale le rammentò quella possibilità; non sapeva cosa fosse peggio se portare con sé la lampada e rischiare che questa venisse urtata per sbaglio, o se nasconderla in un posto come quello e sperare che nessuno la trovasse. Averla con sé le dava sicurezza, non avrebbe avuto bisogno di cercare posti sicuri per la notte...dopotutto quell'oggetto era la sua casa, dentro c'erano le sue cose...i suoi ricordi.
Rimase in stallo, in piedi ferma e immobile nel bel mezzo di un corridoio, combattuta sul da farsi; una mano a torturarsi il labbro inferiore, l'altra appoggiata sulla tasca sotto il seno sinistro dove era situata la lampada.

Dei rumori di tacchi alla sue spalle interruppero lo stato di trance in cui era piombata; all'improvviso si sentì osservata...quella sensazione non era una novità. Da quando era giunta in quella città non faceva altro che sentire il peso di qualche sguardo addosso, era come se tutti sapessero, tutti si aspettassero qualcosa da lei.

°Tutti chi?°

Di nuovo quella voce mentale che dava forma ai suoi pensieri; forse lo stare eccessivamente da sola le stava cominciando a far apprezzare la compagnia di qualunque essere ed il parlare da sola era un modo come un altro per interrompere quella monotonia.
Si voltò al suono di parole femminili che le chiedevano se si fosse persa; girandosi lentamente si trovò di fronte una donna sinuosa, molto bella, dal colorito ambrato della pelle...la guardava incuriosita senza irruenza od agitazione, e quei modi gentili e cortesi la misero subito a suo agio.

« Hem..ecco io...in effetti sì! »

Disse abbozzando un sorriso imbarazzato; non era spaventata dalla donna...anzi, provava una sorta di benessere familiare, come quello che aveva provato nel deserto.
Si tolse il cappuccio dalla testa rivelando interamente il suo volto e acutizzò lo sguardo sulla donna; Dhuha sembrava come sovrappensiero mentre studiava i lineamenti della sua interlocutrice.
L'agente Oregon l'aveva ammonita a lungo sulle genti del sud, di come fosse molto più conveniente non fidarsi di nessuno...eppure, provava strane emozioni di fronte a quell'attraente donna del sud.

« Scusami, vi sembrerò inopportuna ed invadente...ma ci conosciamo? E' come se vi avessi già incontrato...io sono Dhuha, molto piacere... »

Proferì sempre incerta sulle parole corrette da usare e accompagnò il suo verbo con un leggero inchino con la parte superiore del busto e la testa.

Dhuha scosse la testa alle parole della donna; non intendeva dire che l'aveva già vista da qualche parte, ma piuttosto che sentisse un senso di familiarità come se si fossero incontrate in un'altra vita. Non aveva senso quel discorso, perciò non diede voce a quel pensiero...la sua era una sensazione, una sfumatura impercettibile nei modi di fare nella donna che la facevano sentire a casa.

« Hm no sono appena giunta anche io qui a Merovish, anzi per l'esattezza è qualche giorno che cammino su questo...hm semipano giusto? Beh speravo che qui riuscissi a trovare un libro che mi aiutasse a capirci qualcosa di più...questo mondo mi è completamente alieno. »

Si guardò attorno prima di impallidire e voltarsi di botto verso la donna; aveva detto di chiamarsi Shalysanne, una djinn del vento. Dhuha fece qualche passo verso di lei e le toccò leggermente la veste azzurra, quasi non credesse realmente ai propri occhi ed avesse bisogno di un contatto...poi si portò un dito indice alle labbra, con l'usale gesto che indicava il silenzio.

« Shhhh! Shalysanne è pericoloso! »

Si guardò attorno stralunata e spaventata; quella donna era una djinn come lei, ma lo andava sbandierando ai quattro venti, come se non fosse un problema per lei la schiavitù.
Deglutì un paio di volte prima di farsi più vicina per sussurrare.

« Non hai paura che qualcuno lo venga a sapere e trovi la tua lampada? O forse sei già al servizio di qualcuno? Vedi anche io sono una djinn, anche se non del vento... »

Portò lo sguardo a destra ed a sinistra, aveva paura di essere udita al contrario della donna.
Dhuha conosceva i djinn del vento, erano una stirpe molto più comune rispetto alla sua; lei non conosceva nulla di quel tipo di magia, era una mutaforma...i suoi poteri risiedevano nel poter camuffare il proprio aspetto e divenire qualsiasi essere immaginabile.
In quel momento Dhuha comprese per la prima volta di non essere completamente sola, di poter trovare rimasugli di famiglia anche in quel posto che aveva ritenuto un inferno a prima vista.
Shalysanne poteva anche non far parte della sua stirpe, ma condividevano le stesse origini...perciò quando le propose di farle da guida nella biblioteca, Dhuha sorrise imbarazzata.

« A dir la verità ora sono molto più interessata a voi...ditemi ci sono altri come noi qui? »

La risata della donna sorprese Dhuha, non credeva di aver detto qualcosa di spiritoso...anzi; osservò la djinn rimanere tranquilla e divertita rispondere solo dopo qualche instante alle sue domande. A quanto pareva al contrario di lei Shalysanne non era vincolata ad un oggetto, usava come tramite un corpo fisico e per questa ragione era libera di scegliere lei stessa chi servire.

« E'...spettacolare...»

Disse guardando per intero la figura della compagna; Dhuha non avrebbe mai creduto possibile una cosa del genere...credeva che la libertà fosse guadagnabile solo attraverso il sacrificio di un padrone...invece ora aveva davanti agli occhi la prova che esisteva un'alternativa.

Dhuha stava per rispondere alle domande della donna, quando questa si accorse dei suoi timori nell'essere scoperta e la guidò in una corsia dove era dispoto un tavolo lungo e sottile...sembrava una zona tranquilla, poco frequentata. La djinn prese posto dopo la donna, su una sedia d'innanzi a quest'ultima.

« Sì in effetti qui lo preferisco...»

Si guardò attorno constatando che non ci fosse nessuno e poi finalmente riprese a respirare tranquillamente. Appoggiò i gomiti sul tavolo, sfiorando nel mentre la protuberanza rigida della lampada che nascondeva in una tasca interna alla veste.

« Come avrete intuito io sono vincolata alla mia lampada, siete la prima che conosco con questa particolare abilità...comunque per rispondere alla vostra precedente domanda discendo dalla stirpe dei Djinn mutaforma...il mio ramo familiare proviene dai Djinn dei Serpenti, ma con il tempo abbiamo imparato a mutare il nostro corpo fisico in qualsiasi cosa ci aggrada non più solo i rettili.»

Fece una piccola pausa prima di riprendere il discorso, come se si fosse persa nei meandri dei ricordi; le sembrava così strano parlare con una donna appartenente alla sua stessa specie...a parte i suoi genitori non aveva conosciuto altri djinn, per questo motivo ci rimase un po' male quando scopri che
Shalysanne non ne aveva incontrati altri.

« Dev'essere veramente bello poter scegliere con la propria testa chi servire e non essere costretti ad un patto derivante dalla casualità e dal destino. Come ci siete riuscita? Siete nata già con questa facoltà?»

Chiese infine genuinamente...se esisteva un modo per interrompere definitivamente quella schiavitù doveva conoscerlo.

« Oh...»

Un leggero sussurro che non mascherava minimamente la profonda delusione sul volto della djinn; Shalysanne non l'avrebbe potuta aiutare molto visto che lei era nata con quella facoltà e crescendo non si era interessata molto a quell'evenienza. Come darle torto, se un problema non ti affligge in prima persona che motivo hai di preoccupartene?
Dhuha annuì abbassando lo sguardo sul tavolo; era passata dallo stupore alla meraviglia e da quest'ultima alla delusione...ma proprio quando stava per rassegnarsi a quell'assenza di speranza, la djinn del vento menzionò una pietra magica che lei e la sua famiglia avevano utilizzato nel corso dei secoli durante le loro sedute di allenamento e padronanza dei loro poteri.
Era un inizio, un qualcosa a cui potersi aggrappare...uno spiraglio per il futuro.

« Vi ringrazio infinitamente Shalysanne , mi spiace di avervi fatto perdere tempo, ma è stato un piacere poter parlare con voi...mi avete dato un obbiettivo ed uno scopo in questa terra straniera.»

Un leggero inchino col capo a sottolineare la gratitudine delle sue parole e si alzò, puntellando i palmi delle mani sul tavolo per fare leva a sollevare il corpo. Aggirò il tavolo per portarsi dallo stesso lato della donna.

« Non voglio occuparvi altro tempo...credo che comincerò da qui la mia ricerca sulla base di queste informazioni, spero di rincontrarvi nuovamente un giorno....magari da djinn libera!»

Sorrise al suono di quella allettante prospettiva e si congedò dalla donna con la speranza negli occhi ed il cuore colmo di aspettative.