[EM] Interview Time!

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    Colpito!



    Luogo: Bloodrunner - Locale Comune



    Un semplice bar, nulla di sospetto, niente di strettamente legato alla puzza solita del quartiere, semplicemente un normale e piccolo locale posto in una via non tanto popolata, ma nemmeno nei punti più malfamati del luogo. La strada era divisa in due parti non equivalenti, la sezione più grande era investita dalla forte luce del sole, l'altra invece mantenuta al coperto da ombre tranquille che consolavano gli abitanti oppressi dall'intensità del fastidioso corpo celeste fiammeggiante. Le porte si aprono e da lì esce una bionda, la solita, quella che quando la vedi capisci già che è un po' particolare. Per il modo di vestire forse, per l'acconciatura un po' trasandata dei capelli lunghi o forse..per via di un veicolo a due ruote che l'attende ansioso sul ciglio della strada. Ben in mostra e in vista, come se il sole non potesse far altro che aumentarne le qualità estetiche. Per un eversore..magari non era del tutto sicuro girare così per le strade del Bloodrunner. Ma tanto ad Alison non importa nulla, è troppo sicura di sé. Malavitosi intenti a mettere in atto un attentato nei suoi riguardi? Benissimo, li avrebbe stesi, o almeno così pensava, magari trovando una traccia per raggiungere uno dei suoi tanti obiettivi. Polizia? Hanno decisamente più cose da occuparsi che mettersi alla ricerca di una "vendicatrice" che in modo indiretto dava loro una mano. Stava per mettersi il casco, quando notò un foglio attaccato ad un muro. Prima quando era arrivata lì non ci aveva fatto caso, anzi..era sicuro che non ci fosse prima, probabilmente era stato messo dopo.
    E questo? - si domanda molto incuriosita, sembrava un bando o qualcosa del genere. La bionda lesse al volo, saltando le parole, come per cercare il senso immediato del bando. Trattava di..qualcosa riguardo al giornalismo, la possibilità di diventare una giornalista.
    Giornalista? - incrociò prima le braccia, poi poggiò il gomito di uno sull'avambraccio dell'altro, mentre la mano si appoggiò con tre dita sulle due guance. Il suo sguardo si spostò a caso per il muro, ogni tanto sul marciapiede. Abbassò le braccia e si voltò nuovamente in direzione della moto. Indossò il casco, occhiali da sole e montò sul destriero. Con maestria e senza inutili movimenti, accese la moto e si avviò verso il Grumo, ormai il suo locale preferito.

    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo




    Potete immaginare una Alison nei panni di giornalista? O meglio..non ha mai pensato a trovare un'occupazione di questo tipo eppure in qualche modo sentiva un certo feeling in quel mestiere. Probabilmente il fatto di porre domande e ottenere risposte, con qualsiasi mezzo..poteva essere una caratteristica sufficiente per accendere in lei una passione e provare a ottenere un secondo lavoro. Non che ne avesse bisogno..soldi in più fanno comodo a tutti, però poteva in qualche modo venire coinvolta in alcuni loschi affari, magari giornalista incaricata a seguire i casi della polizia. Il solo pensiero emozionava la biondina, però per venire arruolata come giornalista effettiva doveva prima dimostrare le sue doti. Abilità che tuttavia non aveva, non si era mai messa in gioco da questo punto di vista. Mai tentato quel tipo di carriera, anzi..mai tentata nessuna carriera. Dalla morte del padre aveva mollato praticamente tutto e si dedicava quasi esclusivamente a rintracciare i suoi bersagli. Nonostante ciò, ultimamente si stava impegnando poco..inoltre l'organizzazione era segreta, dunque in questo modo avrebbe anche trovato un'occupazione che fornisse copertura al suo vero "lavoro". Se qualcuno aveva intenzione di investigare su di lei..non avrebbe trovato spiegazione ai piccoli introiti che la sostentavano.
    Come potrei fare? - Alison si trovava seduta su una poltrona del piano sotterraneo, quello esclusivo dello "staff". Si guardò intorno, come per cercare ispirazione. Doveva fare un'intervista, giusto? Quindi..serviva qualcuno, giusto? Un volontario magari, ma anche una persona da costringere poteva andare bene. Ma che bella idea: perché non tentare coi suoi "grandiosi" compagni di missione? Un sorriso malizioso dipinse il volto della ragazza, si alzò di scatto e, con passo estremamente deciso, si diresse senza esitare verso l'ufficio di colui che deteneva il grado più alto in quel locale, quello che si occupava dello stato dei sottoposti, del locale e in generale dell'Eversione stanziata nel Bloodrunner: Dimitriy.
    "Dimitriy!!" - alzò la voce per farsi sentire, ancora doveva arrivare e già si poteva presagirne i "guai". Non bussò nemmeno, aprì la porta e ruzzolò all'interno con una piroetta improvvisata e non per nulla armoniosa. Poi si fermò, sollevò il braccio e punto l'indice e il medio contro il superiore, tenendo il pollice sollevato, ponendo invece l'altro braccio dietro la testa con l'omonima posizione della mano. Insomma, simulò la classica arma da fuoco e poi..
    "Bang!" - quasi una recita, con l'occhio sinistro chiuso - "Ho bisogno di te, vero che sei libero?" - domandò con un piccolo sorriso, in parte sospetto, come se potesse immaginare la risposta.


    Stato Mentale: Normale - C'è qualcosa di più importante da fare!
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    Edited by "Gerik" - 27/2/2015, 16:08
     
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  2. _MajinZ_
     
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    Il silenzio regnava sovrano nei sotterranei del Grumo, non vi erano missioni in vista e quindi era tutto tranquillo, disturbato appena dai suoni di alcuni computer accesi. Una volta tanto si riusciva a respirare una calma che ultimamente era davvero mancata e ciò non poteva fare altro che bene all’intera squadra, soprattutto a chi mandava avanti l’intera baracca, ovvero Dimitriy. Il russo se ne stava tranquillo nel suo ufficio, intento a sistemare alcune scartoffie arrivate direttamente da Merovish, le quali richiedevano una visione tempestiva ma niente di troppo complicato, il giusto passatempo per non annoiarsi. Purtroppo però la tranquillità non era destinata a durare troppo a lungo.
    Percepì chiaramente una certa euforia nell’aria... la sentiva avvicinarsi ed era sempre più potente e già aveva una mezza idea sul colpevole. Il biondo provò a ignorare la voce, sperò con tutto il cuore che alla fine lei cambiasse idea ma nulla, Alison era sempre più vicina. Stupidamente continuò a sperare che all’ultimo istante ritornasse sui suoi passi, insomma, lui era un antipatico e non poteva attirare una simile eccitazione per chissà quale motivo. Però nulla, alla fine la porta del suo ufficio si aprì... mostrando una gasatissima biondina con intenzioni tutt’altro che buone.
    La Lettera di Sangue sospirò mentre richiudeva la cartelletta, sollevando poi lo sguardo in direzione della rompiscatole. Sospirò ancora mentre posava le mani sul tavolo, chiudendo il pugno di una nel palmo dell’altra, preparandosi al peggio.
    No... ma dimmi pure.
    Quando Alison aveva quel sorrisino disegnato sul volto, di solito aveva qualche idea strana in testa e difficilmente le si poteva far cambiare strada. Comunque decise di starla a sentire, infondo non aveva impegni impellenti a cui assistere e poteva almeno ascoltarla... poi avrebbe deciso cosa fare una volta comprese le intenzioni di quel sorriso furbetto. Sperava davvero che non avesse spaccato qualcosa nel laboratorio di Zyg, perché poi doveva subirle lui le lamentele del biomante... era davvero permaloso quando si trattava delle sue cose.

     
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    Piccola richiesta



    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    Il povero Dimitriy fu costretto ad accogliere l'egocentrica Alison. Non poté fermarla e, nonostante l'aria opposta a quella della bionda, fu intenzionato ad ascoltare la richiesta della giovane. Quella avanzò, senza troppa fretta, mantenendo quell'espressione sospetta e pericolosa. Poi appoggiò le mani sulla scrivania del biondo, spostò il peso sulla spalla sinistra e piegò la stessa gamba, evidentemente si trovava comoda in quella posizione.
    "Tutti hanno una passione, no?" - disse, quasi chiedendo conferma a Dimitriy, come per inserirlo il più possibile nella conversazione. Magari era una strategia per addolcire l'assassino o semplicemente divagava un po' prima di esprimere concretamente la sua reale richiesta. Alison non aveva paura di ricevere un no, non sarebbe uscita dall'ufficio senza "combattere", avrebbe insistito e provato ogni mezzo..ad ogni modo c'era sempre qualcun altro a cui chiedere. Dimitriy era il più vicino, scelse lui perché sapeva dove trovarlo.
    "Il lavoro è stressante, immagino" - disse senza staccare i suoi occhi caldi da quelli opposti di Dimitriy. Spostò il peso sull'altra spalla e, di conseguenza, raddrizzò la gamba sinistra e piegò l'altra per tornare in quella posizione, semplicemente invertita in modo simmetrico.
    "Non ho di certo alcuna intenzione di rubarti molto tempo, giusto cinque minuti.." - fece l'occhiolino, bada bene a non pensare male, nonostante l'atteggiamento non ha minimamente intenzione di fare quello che potrebbe pensare Dimitriy, o peggio ancora qualcun altro.
    "Non ti andrebbe di fare una piccola pausa?" - continuò, ancora divagando e non centrando l'obiettivo della conversazione. Si pose eretta, staccò quindi le mani dal tavolo e incrociò le braccia. Continuò a fissare dritto negli occhi dell'altro, senza spezzare quel superfluo ma necessario contatto visivo. Come se stesse cercando di influenzarlo, nonostante non fosse dotata di nessun tipo di abilità del genere.
    Non puoi dirmi di no! - l'espressione era cambiata, stavolta nulla di allegro segno il suo bel visino, al contrario, pareva molto seria. Attese ancora qualche secondo, come per dare un inutile suspance. Dimitriy non aveva certo voglia di stare lì ad attendere, quindi Alison chiuse gli occhi, sospirò e li riaprì pronta a sputare il rospo.
    "Oggi ho visto un bando per diventare giornalista!" - e inarcò le sopracciglia, sciogliendo le braccia. Non rompere questo suo falso sogno!
    "Ho intenzione di diventare una giornalista!" - e continuò a guardarlo con quegli occhi determinati, come per trasmettere la sua forza di volontà e far capire bene a Dimitriy che nessuno avrebbe ostacolato il suo piano.
    "Ho bisogno di fare un'intervista!" - esclamò, stavolta parlando più veloce e, per dare più enfasi, sollevò un braccio piegato ad altezza petto con la mano stretta al pugno e il pollice verso l'alto, sorrise rilassando la fronte. Successivamente stese lo stesso braccio per indicarlo col solo indice.
    "Ti devo intervistare! Niente storie! Faremo una cosa veloce! - batté due volte le mai, smise di guardarlo indirizzando lo sguardo per tutta la stanza, sia per vedere se vi erano altre sedie, che senz'altro c'erano, sia per i materiali necessari per prendere appunti, ovvero carta e penna. Dimitriy aveva qualcosa da ridire? Alison avrebbe ignorato qualsiasi sua lamentela, decideva lei, Dimitriy aveva detto di si..o meglio, doveva ancora dirlo, ma per Alison era come se già l'avesse fatto. Aspetta..Dimitriy, hai intenzione di dire si?

    Stato Mentale: Normale - Forza, forza! Non serve discutere!
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  4. _MajinZ_
     
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    Dimitriy osservava la ragazzina senza capire, non riusciva ancora a vedere dove voleva arrivare... in genere i giri di parole non erano una cosa buona, si usavano per mascherare qualcosa e quindi ciò significava che Alison aveva fatto qualche casino. Però la sua espressione era troppo determinata, doveva esserci per forza dell’altro dietro tutto ciò e il biondo non riusciva a valutare quanto dovesse preoccuparsi... doveva sentire quale fosse il vero motivo di quella visita.
    Vieni al dunque.
    E la verità giunse subito dopo, ma non era una cosa positiva. Aveva visto un bando per fare la giornalista, lei. Dimitriy sospirò, chiudendo gli occhi e premendo con indice e pollice l’attaccatura del naso... l’emicrania stava ritornando. Ora, in casi normali non ci sarebbero stati problemi, ma un membro di un’organizzazione segreta che si metteva a fare una cosa così in vista come quel lavoro li, non poteva portare altro che grane... bisognava subito farle cambiare idea. Ma come? Non era semplice, conoscendola non avrebbe rinunciato facilmente, quindi bisognava combatterla con le sue stesse armi. Il Russo decise quindi di stare al gioco, in attesa del momento adatto per fare la sua mossa.
    Cinque minuti soltanto, siediti.
    Le indicò la poltroncina e si mise comodo. Intervistarlo... Alison lo stava sottovalutando. Nascondere le informazioni era una cosa semplicissima da fare per una spia, Dimitriy poi era un genio in quel campo e sarebbe stato davvero un osso duro da intervistare. Però davanti a una prova così ardua poteva anche desistere, anche se la biondina poteva anche impegnarsi ancora di più... questa strategia era pericolosa, un’arma a doppio taglio. Con essa si poteva chiudere tutto in poche mosse, oppure tra i due sarebbe iniziata una partita a scacchi molto difficile. Si trattava di una battaglia di nervi, solo la persona più allenata a resistere avrebbe trionfato in quella zuffa intellettuale. Forza Alison, inizia pure: ma non aspettarti nessun trattamento di favore.

     
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    Prima mossa



    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    L'impazienza di Dimitriy fu alquanto prevedibile. Ma che accogliesse la richiesta della bionda..quello proprio no. La stessa Alison rimase, in qualche modo, stupita. Tornò a guardare il biondo con gli occhi sgranati e così rimase qualche secondo, tempo sufficiente per realizzare cos'era avvenuto. Infatti la ragazza si aspettava un atteggiamento ben più diverso, un bel "no" diretto o qualcosa per mandarla via e continuare il lavoro. Evidentemente Dimitriy aveva ben chiaro il carattere dell'altra e sapeva che non sarebbe uscita da lì senza le rispose, rispettando gli accordi, o senza costringere l'assassino a usare la forza. Ma nessuno voleva usare le maniere forti, vero?
    "Si!" - esclamò portando un pugno ad altezza petto e abbassando il gomito verso terra bloccandone subito il movimento, simulando il tipico gesto. Tutta contenta Alison andò a sedersi sulla poltroncina indicata da Dimitriy. Quest'ultimo stava proprio accontentando la ragazzina, stava facendo il suo gioco..mica aveva qualcosa in mente? Dunque vuoi fare una partita a scacchi, eh? Cinque minuti di tempo, queste erano le condizioni, Alison credeva di aver già chiuso la partita, le toccava a lei la prima mossa. Eppure se avesse sbagliato domande o ne avesse fatte di inutili..non avrebbe ottenuto nessun risultato e avrebbe perso, probabilmente per sempre, la possibilità di intervistare il "grande" Dimitriy!
    "D'accordo..allora.." - stava esitando - Come devo procedere? - proprio un bel guaio. Praticamente perse un minuto a riflettere sulle possibili domande da fare. Come doveva comportarsi una giornalista? Cercò di entrare nello spirito di quel mestiere e di far uscire quell'assopita, forse troppo, natura da giornalista che viveva in lei. Blocco di carta e penna alla mano, sbatteva ripetutamente quest'ultima sul primo con un ritmo piuttosto regolare.
    "Buon pomeriggio, signor Dimitriy" - disse dopo essersi schiarita la gola con un solo ed efficacie colpo di tosse.
    "Lei è il proprietario di questo prestigioso locale.. - accavallò le gambe e distese bene la schiena sulla poltrona cercando di assumere una postura più professionale possibile. Il Grumo, Alison sinceramente non aveva idea se fosse famoso o meno, nemmeno le interessava. Per lei venire lì significava solo scendere le scale e trovarsi coi colleghi di un lavoro molto particolare a cui decisamente nessuno aspirava. Un lavoro chiuso, posti limitati.
    "Corre voce che qui ci sia un via vai di individui poco raccomandabili e che lei li nasconde.." - poggiò successivamente la penna presso la bocca, poi la spostò e scosse la testa facendo muovere un poco i capelli.
    "Sono forse vere queste voci?" - e appoggiò un braccio sul ginocchio della gamba accavallata, ecco la prima domanda. Troppo personale, troppo discutibile da fare. Alison sapeva la risposta naturalmente, ma voleva sentire cosa avrebbe detto Dimitriy..sempre se aveva qualcosa da dire a riguardo.
    "Sa vero che se così fosse, sarebbe illegale?" - continuò subito dopo, lasciando dopo questa la possibilità al biondo di rispondere.
    "Cosa ne pensa del Bloodrunner? Un luogo infestato dal crimine..ci vorrebbe proprio un'organizzazione atta a disinfestare questo luogo, vero signor Dimitriy?" - aspetta..ma questa è un'intervista o un'interrogatorio? Forse Alison intendeva semplicemente chiedere un parere nei riguardi del quartiere, perché spingere un uomo a vivere lì e quali fossero i motivi dello stesso Dimitriy. Poi il suo sguardo cambiò, si fece più acceso, più indagatorio, le sopracciglia inarcate, l'avambraccio non poggiava più sul ginocchio, bensì la mano e la schiena non era più incollata alla poltrona, ma protesa in avanti, mentre la penna veniva stretta tra le dita e la sua punta schiacciata contro il foglio.
    "Un uomo attraente e famoso come lei, mantiene sempre dei capelli così puliti.." - poi si alzò avvicinandosi alla scrivania, appoggio senza riguardi il blocco di fogli con la mano ben aperta sopra. L'altra invece stringeva la penna e stese il braccio simulando di avere un microfono.
    "Ci sveli il suo segreto!" - esclamò, era partita, letteralmente, era ben chiaro che non avesse la minima idea di che domande fare. All'inizio provò a immedesimarsi nella giornalista Alison con l'intenzione di fare le domande più scomode possibili, poi man mano passo sul personale e, non è sicuro ma ci può stare, emergeva una piccola invidia nella cura che attuava il caro Dimitriy, magari semplicemente volle fare una domanda di quel genere perché i lunghi capelli biondi della Bloodletter erano una sua caratteristica e balzava all'occhio di chiunque, specialmente per Alison, la quale portava anche lei lunghi capelli biondi, nonostante una gradazione più scura e una capigliatura meno curata.

    Stato Mentale: Normale - Che la giornalista che è in me esca fuori!
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  6. _MajinZ_
     
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    Per fare il giornalista servivano alcune caratteristiche essenziali. Una di queste era sicuramente la pazienza, aspettare in attesa del momento giusto per fare la giusta domanda, ma serviva anche una certa dose di determinazione e furbizia. Queste tre cose si amalgamavano insieme per formare un composto unico, dando così vita a una delle peggiori categorie umane... ma ovviamente se mancava anche un solo ingrediente, la torta ovviamente non poteva venire bene. Ad Alison mancava una dote fondamentale, non conosceva il significato della parola pazienza. Aveva fretta lei, sempre. Aveva semplicemente seguito il suo istinto e non si era preparata nemmeno le domande... Dimitriy sospirò ancora.
    No.
    La prima risposta fu abbastanza prevedibile, la biondina non poteva aspettarsi altro e come da manuale il suo superiore non aveva nessuna intenzione di dare informazioni... era una spia lui, mica il panettiere del quartiere.
    Certo, ma quel che facciamo al Grumo è tutto legale: dalle cheesecake fino al caffè.
    Perché si stava parlando di questo, vero? Il locale andava bene e le consumazioni erano abbastanza, tanto da riuscire a massimizzare gli introiti. Non avevano debiti con i fornitori e visto che nella zona non c’era molta concorrenza, gli affari andavano davvero a gonfie vele... stranamente gli altri locali pian piano avevano iniziato a chiudere.
    Il Bloodrunner non è di certo il luogo ideale dove far crescere dei bambini... servirebbe una forza aggiuntiva che aiuti la polizia a tenere a bada i criminali.
    Non aggiunse che ultimamente i gruppi più grandi iniziavano a disgregarsi, doveva essere proprio una vera coincidenza, non vi erano altre spiegazioni. Alla fine dell’interrogatorio giunse l’ultima domanda e il ragazzo si ritrovò a sospirare ancora, ma non fece comunque una piega.
    Il mio segreto si chiama Tantene, perché io valgo.
    E disse tutto con una faccia credibilissima, mancava solo il sorrisolo luminoso e la mossa con i capelli, ma quei dettagli ovviamente mancarono. In ogni caso il biondo aveva risposto, a suo modo, a ogni domanda e sperava davvero che il tutto finisse li... però mancava ancora un minuto, la domanda bomba poteva arrivare da un momento all’altro.
    Altro?
    Chiese, pentendosi subito di averlo fatto.

     
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    Cinque minuti



    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    Ottimo, veramente ottimo. Sta fornendo belle informazioni per un buon articolo. Dimitriy riuscì a stare al gioco e persino a fornire delle risposte convincenti che avrebbero forse dato una maggior reputazione al Grumo e un senso di sicurezza. Un locale dove l'illegalità non esisteva..balle ovviamente, ma certamente non potevano andare a dire in giro tutta la verità. Se prima voleva fare l'intervista solo a Dimitriy, ora le era venuto in mente la brillante idea di fare un articolo proprio sul Grumo. In sintesi..aveva bisogno di più soggetti, più volontari, più persone da costringere a partecipare a questo progetto. Importante o no, ormai non ci si poteva tirare indietro, aveva cominciato a segnarsi le prime risposte e ora mancava solo un minuto. Un minuto sufficiente per la domanda finale. Alison indieteggiò, si pose dritta con la schiena e scrisse anche l'ultima risposta data dal biondo.
    Merda..dovevo immaginarlo - pensò riguardo al prodotto utilizzato da Dimitriy, una merce di alta qualità e perfetta per capelli lisci e biondi come quelli di Dimitriy. Alison al contrario non aveva capelli lisci..dunque per lei era necessario un altro tipo di prodotto, però magari..poteva farsi la piastra tanto per provare. No, meglio di no..le sarebbero sembrati ancora più lunghi del normale, poi avrebbero stonato col suo stile, decisamente meglio di no.
    "Si..bene.." - disse lasciando poi staccare la penna dal blocco. Poi tornò a fissare ancora una volta Dimitriy, riflettendo all'ultima possibile domanda da porgli. Che domanda poteva mai fargli? Aveva chiesto una sua opinione della città, del locale e di lui stesso..poteva porgli una domanda sulla sua situazione sentimentale, però le venne in mente una domanda migliore, non la classica volta a interessare giovani ragazze.
    "Signor Dimitriy..cosa ne pensa dei suoi dipendenti?" - chiese, mentre l'angolo della bocca sinistro si sollevò dando vita ad un sorrisetto compiaciuto, mentre gli occhi assunsero un atteggiamento più arrogante. Era estremamente curiosa di quella risposta, forse perché la stessa Alison era una sua dipendente e magari era un'occasione per parlare di qualche possibile dissidio interno. Naturalmente anche quest'ultima domanda, in fin dei conti, era un po' sprecata. La risposta era prevedibile, dopotutto non aveva tanta altra scelta e il fine reale era tutt'altro che una sorta di interrogatorio o il creare una situazione per sparlare di altri. Impicciona di una Alison e pure pettegola! D'altronde, parlandoci chiaro, se non ci fosse Alison lì..l'aria del sotterraneo sarebbe parecchio irrespirabile. Tra la sfiducia dei compagni e l'egoismo, l'ambiente pareva cupo e scuro. Chi poteva dunque portare la luce se non l'egocentrica Alison? Si sarebbe segnata anche l'ultima risposta.
    "Cinque minuti" - disse, una cosa positiva della bionda era senza dubbio il rispettare i patti e le promesse, anche le più stupide. Dimitriy aveva del lavoro da svolgere e in parte la ragazza percepiva il fastidio che provocava, non ci poteva fare niente. Quando si annoiava o la monotonia prendeva per troppo tempo il sopravvento, Alison doveva spalancare, cambiare, distruggere e dar vita a qualcosa di diverso..per farsi notare?
    "Dove posso trovare gli altri?" - domandò semplicemente, stranamente sembrò che tutta l'emozione di prima fosse calata improvvisamente, evidentemente era solo la fine dell'intervista, quando ci si saluta e si lascia il posto, quando non c'è più l'azione dell'atto centrale, quello più importante. Davvero aveva qualche possibilità di fare la giornalista? Era veramente un impiego di cui voleva guadagnarsi il posto?

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  8. _MajinZ_
     
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    Ormai mancava davvero poco alla fine dell’intervista, Dimitriy stava quasi per alzare le braccia in alto in segno di vittoria, ma proprio a pochi minuti dal termine... eccola arrivata. La domanda finale era giunta, puntuale come un orologio svizzero. Anche se il tempo poi era finito, lui ormai era costretto a rispondere all’ultima fatica, così cercò di dare il meglio di se stesso anche stavolta. Fece una piccola pausa però, prima di riprendere a parlare, visto che la risposta da dare era più complessa delle precedenti e necessitava di un discorso un po’ più articolato.
    I miei dipendenti? Mh, vediamo.
    C’erano varie cose da dire, quindi ci pensò un attimo.
    Innanzitutto mi piace vedere che, nonostante i vari attriti e le differenze di pensiero, i miei dipendenti siano uniti nel momento del bisogno. A volte combinano qualche guaio, ma sono sicuro di potermi fidare di loro e di riuscire nella missione di fare del Grumo la miglior tavola calda del Bloodrunner.
    Era convintissimo delle sue parole, sembrava che stesse dicendo la più assoluta verità e lo faceva con un’espressione credibilissima che non era mutata per nulla, dall’inizio della conversazione. Però continuò, non aveva mica finito di parlare.
    Per quanto riguarda i profili individuali, Isaac è quello più volenteroso e affidabile, restando nello stesso campo Joshua è un bravo scienziato ma a volte è un po’ permaloso. Infine ci sono le due ragazze, Violet è quella più curiosa e intraprendente... poi abbiamo Alison. La testa calda che non sa quando lasciare in pace il proprio capo.
    Ogni riferimento era puramente casuale, ovviamente. In ogni caso il biondo era riuscito ad arrivare fino alla fine del percorso e si sentiva il vincitore, ovviamente. E la biondina non aveva nulla di cui lamentarsi, aveva concesso l’intervista per ben cinque minuti... più di quanto si beccavano molti fornitori.
    Non so, guarda in giro.
    Concluse infine, lanciandole un’occhiata inequivocabile: pussa via.

     
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    Freeze!



    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    Questo locale era proprio una copertura, ma bella forte! A Dimitriy piaceva sicuramente nascondere tra parole semplici e frasi insospettabili un significato ben diverso, persino Alison all'inizio non ebbe chiaro cosa volesse intendere. Espandere l'Eversione al Bloodrunner, spesso si chiedeva se faceva la cosa giusta. O meglio..era giusto unirsi ad un'organizzazione illegale e discutibile per eliminarne tante altre? Alison era pronta a tutto, le andava bene qualsiasi cosa pur di raggiungere il suo scopo. Il problema che ancora non si era presentato e per il quale Alison ancora non dava peso o non ci pensava minimamente..mica stava contribuendo alla creazione di un male più grande, vero? Poco importa al momento.
    Bisogno? - smise di scrivere, alzò lo sguardo verso il Bloodletter e inclinò leggermente la testa. Riaffiorarono le parole di Isaac e su quanto intenso fosse l'egoismo lì dentro. Non che fosse un male, in fondo a obiettivo comune si aiutavano per forza a vicenda, ma fuori..erano come sconosciuti. Se qualcuno di loro morisse, se qualcuno fuggisse, sparisse..veniva dimenticato dopo essersi assicurati della sua morte. Riprese ad appuntarsi quelle due tre parole che aveva da dire Dimitriy. Era sempre pieno di risorse, quello non aveva mica finito e continuò toccando un po' sul personale. Alison staccò per l'ennesima volta la penna dal blocchetto e ascoltò con attenzione, poiché questa era la parte più interessate. Parlo di tutti e quattro, mantenendo la copertura di Zygoin, nonostante Alison sapesse già tutto su di lui. Lui e i suoi sporchi trucchetti. Poi arrivò a lei e..si, sottolineò quanto rompiballe fosse invitandola indirettamente a uscire e non fargli più perdere tempo durante il lavoro. Alison sorrise.
    "Credo che questa parte non la metterò!" - premette il tastino della penna e chiuse il blocchetto dei fogli.
    "Va bene, va bene, me ne vado!" - con una falsa nota d'indignazione, in realtà era un po' divertita, magari in qualche modo si stava creando un piccolo legame di amicizia. Dimitriy era quel tipo di persone apparentemente fredda, o forse stava cambiando qualcosa in lui..e allo stesso tempo, in quanto loro capo, sapeva come far andare avanti le cose..o almeno così pensava Alison. In un gruppo dove ognuno pensa per se, bisogna fare compromessi con chiunque, era un bravo negoziatore e sapeva ottenere ciò che voleva. Forse era proprio quest'ultima abilità del biondo a creare una piccola stima da parte della ragazza. La capacità di avere qualsiasi cosa era una forma di potere nota e condivisa da chiunque. Anche Alison, in un certo senso, sapeva farsi rispettare..e molte volte anche ottenere ciò che voleva! In fondo..l'intervista l'ha fatta, no?

    Uscì dall'ufficio di Dimitriy, ora doveva solo cercare qualcun altro del gruppo..magari se avesse trovato tutti sarebbe stato di gran lunga grandioso e utile per il suo piccolo progetto di dubbio successo. Non sapeva niente degli altri, se fossero usciti, se fossero rintanati nei loro laboratori/stanze..se fossero morti. Non bisogna disturbare gli altri nella loro privacy..non bisogna irrompere nelle loro stanze.
    E' per un fine superiore! - e così si diresse verso le stanze, tornò prima per il salone centrale per poi svoltare e finire in un altro corridoio. Era la seconda volta che passava di lì, la prima rischiò di perdersi, semplicemente perché lei non aveva una camera lì, preferiva tornare tutte le volte a casa e riposarsi nella sua intimità. Farsi la doccia, guardare la notizie alla televisione, saltare sul suo letto..mangiare dove le capitava senza seguire alcuna regola, riempire di botte il sacco e..quello che farebbe chiunque da solo, possibilmente evitando di arrivare sempre con la mente in quella questione, grazie. Non era bello stare da soli, penso più volte di abbandonare l'abitazione e venire lì, però così avrebbe potuto provocare qualche dubbio tra qualcuno, polizia o malavitosi che fossero. Tuttavia anche venire al Grumo tutte le volte non era buona cosa, poteva farsi passare come una pessima cuoca, quale era..e passare metà delle sue giornate a mangiare al suo locale "preferito". Dunque, Alison osservò da lontano le varie porte in legno, poggiando una mano sulla parete. Quando vide qualcuno per nulla familiare. Aveva l'aria di essere un signore ormai nella sua fase tarda di vita.
    "Ehi tu!" - lo richiamò correndogli incontro.
    "Sai che questa zona è riser-" - si fermò a metà strada, piegò il braccio destro e lo stese verso il basso rapidamente azionando il meccanismo del bracciale destro, poi lo punto subito verso lo sconosciuto, tenendo la mano sinistra appoggiata all'Ember Celica stessa.
    Come è arrivato questo qui?! - si chiese spontaneamente, per scendere al piano inferiore era necessaria un'autorizzazione specifica, forse aveva combattuto con qualcuno del gruppo oppure si era infiltrato in qualche modo. Poi vicino le stanze..magari voleva rubare qualcosa! Un nuovo membro? Alison non aveva sentito parlare di nessun nuovo membro, chi poteva mai essere..eppure una piccola idea dovrebbe venirle in mente.

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    Retrovie del Grumo, qualche giorno a seguito del fallimento dell'Operazione Breakdown.
    Il Biomante si sta preparando per compiere nuovamente la traversata dello Yuzrab -di solcare le sabbie infernali per l'ennesima volta- con l'intento di tornare a Merovish e riprendere i suoi studi nel laboratorio delle Luci. Il progetto Zegana è infatti giunto ad uno stadio cruciale e -ora che il Kraj ha persino il beneplacito del Gerarca Kuthiano- non può attendere oltre prima di portarlo a compimento. Per questo motivo ha appena imbustato entro un anonimo fagotto le armi e la strumentazione che ha dovuto richiedere al Russo -per lo stesso motivo eviterà di affrontare il sottosuolo nella consueta forma di verme, preferendo invece una più canonica carovana e l'altrettanto banale stratagemma del mantenere l'incognito.
    Il tutto, ovviamente, parte dell'ordinaria amministrazione tipica del breve periodo di stanza al Bloodrunner: ritmi serrati di lavoro onde non sprecare un singolo istante, isolamento autoimposto pur di non dover intessere relazioni sociali, frequenti visite al Kozlov per perfezionare la conoscenza in merito allo stesso. Nulla di anomalo, dunque, niente di inaspettato. Se non che... lei, sempre lei. I corridoi devono avere qualche strana e malvagia influenza sulla bimba, considerate le idee tutt'altro che felici in cui ella si lancia quando li percorre.

    Io consigliare te non fare davvero.

    Sogghigna l'anziano signore sotto gli altrettanto decrepiti baffetti, marcando un'accento ridicolmente stereotipato.

    Qui cattiva acustica: se tu spara, russi conoscere subito e tu affrontare grande guaio!

    Perchè può permettersi di sfotterla senza troppi problemi, così come di ignorare la minaccia celata nei bracciali ormai arcinoti: pur sotto la falsa identità di un vecchio commerciante orientale (pur con una copertura di tutto rispetto, nonostante egli si trovi nella sezione del Grumo riservata all'Eversione) Zyg rimane sempre e comunque il citoplasta versatile ed eclettico capace di risolvere ogni situazione avversa -qualora la stolta ragazzina dia prova di non comprendere la realtà della situazione e rischi effettivamente di freddare un alleato... beh, si troverebbe a fare i conti con la relativa lezione. Magistralmente impartita da chi non attende altra occasione per vendicarsi platealmente.
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    Luogo: Bloodrunner - Locale Il Grumo



    Per spaventare o fermare eventuali persone ostili, era solita puntare l'arma tecnologica come possa una semplice arma da fuoco. Eppure non funzionava così e non era nemmeno mortale. Praticamente aveva un giocatolo in mano, andava a proiettili simili a petardi e per rilasciare i colpi doveva sfruttare l'energia cinetica nell'atto di sferrare un pugno. Quindi non era nemmeno immediato. D'altronde lei prediligeva il combattimento ravvicinato, la funzione secondaria dell'arma era un'utile chicca per rendere la bionda una combattente più versatile. Se ci si pensa bene, minacciare qualcuno tenendo il gomito tirato indietro e il pugno pronto..poteva facilmente far intuire all'avversaria il funzionamento delle Ember Celica. D'accordo, quest'ultimo motivo non è assolutamente reale o pensato da Alison, sarebbe troppo furba per i suoi attuali standard. Il vecchio sconosciuto aveva un'aria tranquilla e fin troppo sicura di sé, tanto da permettersi di rispondere come se sapesse molto di più della Pit Dog. C'era solo un problema, Alison aveva capito molto poco di quel che voleva intendere l'anziano misterioso.
    Mi sta sfidando? - si chiese quando quell'altro pareva credere di saper negoziare con la biondina, eppure forse ignorava l'imprevedibilità iniziale della ragazza, non teneva probabilmente conto della sua testardaggine e il difetto di non pensare due volte prima di agire. Certo, conoscendola diventava fin troppo facile capire sia i suoi pensieri sia le sue reazioni. Abbassa leggermente l'arma puntata, tenendo gli occhi aperti e sollevando appena lo sguardo per riavere una visione completa dell'obiettivo. Alison fu, in qualche modo, colpita dal modo di esprimersi del sospetto straniero.
    Non capisco..non ci sente? - effettivamente a volte sembra proprio tonta, ma vedendo un vecchio così..vissuto, Alison intese semplicemente quei termini riferiti alle capacità uditive dell'altro..e non a quanto rumore potevano fare le sue Ember Celica.
    E' sicuramente uno straniero - concluse notando per forza quello strano accento. Alison non era mai stata in altri presidi, dunque non aveva chiara l'idea della cultura degli altri abitanti di Endlos. Potevano avere un modo di parlare diverso, una lingua diversa e abitudini diverse. Certo..Endlos pareva comunque molto compatta nel suo insieme e, nonostante le diversità, parevano esserci molti punti in comune in qualsiasi angolo del semipiano.
    "Chi cazzo sei??" - sbottò con la volgarità e il modo rozzo di un individuo di strada..del Bloodrunner ovviamente, mica di un qualche altra città, perché anche tra delinquenti e gente di strada vi erano delle formalità uniche. Infatti i teppisti del Bloodrunner sono soliti prepotenti e dalla testa dura, gli altri invece variavano tra quelli più "formali" e gentili o i tipi altamente violenti. Alison era un po' il classico randagio rompiballe, abbaiava un po' e poi, stufa, passava alle mani. In altre situazioni invece passava direttamente alle mani, insomma..non dava mai l'iniziativa, doveva esserci sempre un motivo di fondo.
    "E poi cosa stai cercando di dirmi??" - qualcosa, a questo punto, potrebbe chiedersi giustamente il motivo di tale insolita domanda.
    Russi..russare? - "Sei mica un naufrago, vero?" - espose le domande una dopo l'altra dimostrando un atteggiamento perplesso, confuso e impaziente, senz'altro per il modo di parlare del tizio. Pensandoci ha una sua logica: Alison è nata su Endlos ed è molto improbabile che conosca i pianeti da cui provengono i naufraghi. Nonostante sia umana, non ha assolutamente idea di cosa sia la Russia..o i russi come abitanti dell'omonimo luogo, dunque l'incomprensione era talmente ovvia. Inoltre non ha la minima idea o la conoscenza del luogo d'origine di qualcuno noto a molti..avrebbe dovuto fargli delle domande più personali in effetti. Nonostante ciò, al momento sembra non avere alcuna intenzione di sparare. L'uso di quelle parole..l'accento..Alison non brilla in intelligenza, ma quasi incoerentemente non sopporta la gente ottusa e stupida. Aspetta, chi stava facendo la brutta figura qui?

    Stato Mentale: Normale - Questo tipo è fin troppo sospetto!
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    Ah, siamo messi bene! Ma chi abbiamo arruolato? Cioè, parliamone: questa trova uno che non dovrebbe esistere in un posto dove non dovrebbe stare -e che le dice pure qualcosa che non dovrebbe dirle e... e lei, nonostante tutto, si accomoda e gli lascia fare (accettando per buone le minacce dell'altro -e che nemmeno comprende, tra l'altro- prima di riporre persino le armi)! Ma si può? Davvero? Non c'è da stupirsi se poi quello continua a ridacchiare, ben conscio del fatto la situazione sia tragica eppure non di sua competenza (povero Dimitriy, quanto sei caduto!).

    Mio nome Jie Qiang. Ricettatore.

    Si presenta dunque, raccontandoti senza problemi della sua professione discutibile (e sicuro non tanto onesta d'esser sbandierata con questa nonchalance). Ma tant'è, il ghigno compiaciuto che gli si dipinge sul volto la dice lunga su quanto non sia preoccupato da quel che potresti fare -il suo fare sarcastico non riesce nemmeno a penetrare oltre l'innocente bugia che ti ha raccontato, perciò... sì, insomma, di cosa dovrebbe preoccuparsi? Pur senza aver fatto nulla sta guidando lui questo breve incontro (ti rendi conto?)! Lui, un estraneo fuori posto, uno che si sarebbe dovuto trovare con le spalle al muro! E non stiamo parlando di Zyg, ovviamente, ma dell'identità che interpreta senza fatica.

    Tuo capo dare lavoro a me. Grosso carico per città-di-talpe.

    Il che è, dopotutto, l'esatta verità: certo che tu non lo puoi sapere -certo che lui non ha la benchè minima intenzione di fartelo scoprire nei dettagli, ma... beh, si sta divertendo alle tue spalle (ti trolla giocando sul filo del rasoio di verità e menzogna). Piccola Alison, tutti ti prendono in giro! Ma non te la sarai un po' cercata?

    Io no naufrago! No, no! Io venire da Est!
    Ma cosa volere dire quando tu dire cosa io dire? Mia frase prima facile! No difficile! Frase dire che tu no può sparare me e sperare tuo capo no sentire!

    E chissà perchè a parlar così mi sento molto Zimmer...
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    Jie Qiang - ripeté il suo nome a mente. Era un tipo piuttosto furbo, non c'è che dire, nonostante il livello di difficoltà sia piuttosto semplice. Stiamo parlando di Alison, non è nemmeno sicura di cosa significhi "ricettatore", non poteva usare tante altre espressioni o termini più semplici? La bionda fa finta di nulla, non può certo dare a vedere di non comprendere ogni parola dell'altro, non è certo colta e il suo vocabolario non è ampio..giustamente, in fondo si tratta di una ragazzina invischiata in un'organizzazione per motivi personali, tutt'altro che normali. Da quel che riusciva a capire, Dimitriy doveva aver affidato un compito a questo particolare individuo misterioso, forse reclutato altrove o proveniente magari dal presidio meridionale. Nonostante fosse un eversore, purtroppo non conosce tutti i membri esterni al Bloodrunner, è già tanto se ricorda i nomi, ma non avendo visto i loro volti..logicamente non è in grado di riconoscerli. Si fidò, dunque, un difetto della ragazzina, però cercò di premunirsi di attenzione, stare al gioco fin quando le cose continuavano tranquille e, al momento, per il verso giusto.
    "Aspetta aspetta!" - lo interrompe mentre ormai quello si può dire totalmente fuori pericolo. La ragazzina mantenne attive le armi e, blocco e penna alla mano, fu pronta per riprendere ciò che stava facendo. Si segnò il nome, alzando lo sguardo verso di lui ad ogni lettera..rischiando di perdere addirittura il segno e, quindi, perdere tempo per mantenere regolare il controllo visivo su quel vecchio.
    Dire quando..io dire te, cosa..dire..tu dire? - un sopracciglio inarcato, la testa leggermente reclinata indietro e una mano posta a grattare la grassa chioma gialla. Più parlava e più si insospettiva di lui, più udiva quelle frasi così sinistre e più aveva voglia di tenerlo d'occhio.
    "Cosa dovrebbe importarmi?" - gli chiese, non è che abbia paura di Dimitriy, inoltre non le interessa minimamente di fare rumore, a lei nessuno ha detto di non creare disturbo e, nel caso lo avesse fatto, avrebbe avuto sicuramente delle ottime ragioni..più o meno. Poi le venne una brillante idea.
    "Visto che sei dei nostri.." - disse lentamente lasciando in sospeso la frase - "..Sei costretto a farmi da volontario per la mia intervista!" - esclamò, ecco..così poteva sia interrogarlo che trovare materiale per il suo articolo.
    Uno straniero..è perfetto! - forse in questo modo avrebbe pubblicizzato particolarmente il locale, magari permettendo l'azienda di fruttare più denaro del solito. Avere una recensione di qualcuno proveniente dal presidio orientale era diventato un obbligo, non si sarebbe lasciata sfuggire un'occasione del genere.
    "Cominciamo subito!" - premette il tasto della penna nuovamente e cominciò a scrivere le domande che aveva in mente..sempre tenendolo d'occhio di tanto in tanto. Poi, quanto vuoi che corra un vecchietto rispetto a lei? Man mano che trascorrevano i secondi, la giovane acquisiva sempre più sicurezza e la diffidenza diventava sempre più una sorta di curiosità nell'interagire con l'individuo dallo strano accento, senza tralasciare la particolare antipatia che provava nei suoi confronti.
    "Anzi, prima di iniziare..che lavoro devi fare?" - chiese accennando un sorriso per sembrare gentile, in realtà voleva solo ficcare il naso negli affari altrui. Nonostante tutto ciò, non significa certo che l'altro possa comportarsi come vuole senza destare il minimo dubbio. Alison è un po' lunatica a volte, ma non fino a questo punto da cambiare la sua opinione su altri repentinamente e completamente, anzi spesso si fissava su certi aspetti e idee che rimanevano tali anche dopo aver visto, o ricevuto, prove concrete che dimostrassero il contrario.
    "Sono molto curiosa" - aggiunse, mentre ormai la seconda recita stava per avere inizio. Aspetta, oltre ad avvertire una sorta di déjà vu sul finale corrente, mica la recita era già cominciata ed Alison non se n'era accorta, vero?

    Stato Mentale: Normale - Con questo facciamo due!
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    No, no, no, no e no. Forse non ci siamo capiti. Forse Alison pensa di poter fare impunemente quel che meglio crede, senza curarsi di gerarchie e particolari -senza prestare attenzione al contesto. Forse la biondina necessita di un'ulteriore delusione onde renderla finalmente partecipe che l'esistenza al Bloodrunner non è un gioco, che a Merovish è anche peggio e che gli Eversori non sono nè un'organizzazione caritatevole nè tanto meno un asilo.
    Insomma, forse è il caso di riderle addosso. Di nuovo.

    Te? Te costringe io? Ahahahaha!

    Che poi, parliamone, non si costringe qualcuno a far da volontario. E' abbastanza un controsenso (ma fortuna che Zyg non si tradirà col fartelo notare, standosene invece zitto su questo fronte solo per negare il suo aiuto nell'intervista che ti accingi a portare avanti).

    Se tu no importare che Dimitriy sentire tu spari allora tu sciocca bimba: qui Grumo tutti bisogna nascondere chi è davvero -e a bar con spari no passa tempo ficcanaso arriva.

    Già, dovrebbe essere un'attività di copertura. Silenzi, segreti, menzogne, sorrisi di facciata e tanta discrezione. Tantissima discrezione. Ma, soprattutto, niente spari. Ci sei, Alison?

    E curiosità tua meglio cancellare: tanto avere da imparare, ma esperienza su campo è migliore di parole a persone sbagliate.

    Almeno almeno -nelle attività pratiche- puoi dire la tua e risolvere la questione ad armi pari -fino a che ti sollazzi con l'arguzia e i complotti, invece... potresti rischiare di fare danni oltre ogni misura.
    Perciò attenta: questo non è solo un avvertimento. E' un ordine. Come potresti finalmente intuire dalle ultime parole stranamente senza pecche grammaticali.

    Sempre che tu non compia catastrofi come nell'operazione Breakdown.

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    Che noioso di merda! - pensò tra sé e sé osservando irritata la risata forzata dello straniero Jie Qiang. Con quella arroganza e superbia, da fargli credere di essere superiore ad Alison e a quest'ultima non piace affatto venire considerata inferiore, su qualsiasi cosa. Questo era un suo aspetto negativo, permetteva alle persone furbe di fregarla e servirsi di lei, ma era ben saggio continuare a vita, poiché più tarda l'ora della verità e più la ricompensa dolorosa sarà grande al termine del tempo imposto. Ormai il bersaglio è fuori pericolo, Alison aveva rinunciato all'idea di fare fuoco, forse confusa dalle parole dell'altro oppure perché non trovava un motivo per fare fuoco e saltare le minacce inutili. Conosceva Dimitriy, dunque forse oltre ad avere questo legame di conoscenza..forse avevano un qualche patto di cui Alison non ne sapeva nulla. Non dovrebbe interessarle, non dovrebbe essere di sua competenza, eppure desiderava sapere tutto, ogni cosa. Lo sguardo accigliato, le orecchie ben tese, la concentrazione al massimo, in qualche modo avvertiva come se ci fosse un messaggio da criptare.
    Sta cercando di dirmi qualcosa? - non è certo per prendere in giro lo straniero orientale, bensì stava cercando di capire se quello voleva insegnarle qualcosa o spiegarle altro di importante. Si dovrebbe tenere presente che si tratta pur sempre di Alison, ha vissuto molti anni della sua vita attuale al Bloodrunner, ricorda perfettamente le varie avventure avute: tra risse, serate nei bar, spettatrice in alcune gare clandestine. Conosceva bene il mondo del Bloodrunner, quello più malfamato e quello che non si vede, tra criminali e poliziotti che la cercavano, al Grumo trovava protezione, nonostante non facesse niente per evitare di farsi individuare. Quello continuò, cercando di spiegare con quelle parole confuse e l'accento fastidioso, come fosse importante non farsi gli affari altrui, mantenere la propria identità più all'ombra possibile e, quasi incoraggiante, spingere a migliorarsi. Un po' come chiedere di lavorare con qualcuno senza accertarsi la sua lealtà nei tuoi confronti, poiché nessuno prenderebbe ciò in considerazione. Trattati come cani, temprando l'egoismo e aumentando le proprie capacità individuali, trasformando missioni in squadra in vere e proprie competizioni, nelle quali ormai lo scopo non era tanto terminare la missione, ma essere la causa di ciò, sempre dal punto di vista positivo. Poi ciò che non si sarebbe mai aspettata. Qualcosa che l'avrebbe sorpresa e intimorita largamente..tuttalpiù impressionata da quelle parole nuove.
    "Come fai a sapere dell'operazione Breakdown??" - cominciò ad agitarsi, confusa e in parte arrabbiata, quello si era fatto gli affari suoi e pubblicò apertamente le sue frasi, lasciando di stucco la ragazza, come chiunque simile a lei. Esattamente, essendo una ragazza un po' tarda mentalmente, ancora non aveva capito che si trattava di un compagno di missione molto vicino a loro, anche se per poco, poiché altri sapranno o sono a conoscenza attualmente di un viaggio di ritorno per il presidio meridionale.
    "Chi cazzo te l'ha detto??" - insistette, ignorò qualsiasi cosa, ora voleva sapere tutto. Poi se ne era il caso, buon per Alison, altrimenti non avrebbe avuto altro, sia da scrivere che come conoscenza dei nuovi arrivati.
    "Rispondi!!" - esclamò impaziente, quello aveva realmente citato Breakdown, dunque per forza di cose appartene agli eversori, inoltre nella situazione attuale non poteva uscire. Ora era realmente indecisa se seguire o no i consigli dello straniero: usufruire di uno o de colpi per avvertimento ed ottenere le informazioni oppure attendere e lasciar scorrere. Eppure aveva una strana sensazione, il modo di esprimersi era cambiato..aveva sempre più il pensiero che quello sapesse molto di più di quel che faceva credere..magari era stato così vicino a lui da non rendersene conto..l'aspetto la stava ingannando. Evidentemente la conosceva bene, anzi..poco, poiché non era entrata da molto nell'organizzazione ed era troppo esagerato dire di conoscerla per averla incontrata qualche giorno e affrontato una missione assieme. Come già detto, Alison non ci era ancora arrivata, come ormai molti si trovavano, dunque non le rimaneva altro che attendere l'evoluzione della situazione.

    Stato Mentale: Normale - Come cazzo fa a sapere dell'operazione Breakdown??
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