Id Clodagh VS Gajeel Redfox

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    Non hai chiesto tu di venire al mondo.
    La vita ti è stata imposta. Ti hanno infilato in un corpo fragile, ti hanno fornito il minimo per sopravvivere e poi ti hanno dato una bella pedata in culo, mandandoti a vivere. Quante volte hai desiderato di non essere mai nato? Sarebbe stato tutto più facile, ti saresti risparmiato malinconie, dolori e delusioni. Nella vita ti sei fatto strada con i denti e con le unghie, sopportando la maledizione d’esistere. Tutto ciò per raggiungere un covo di assatanati e poi gettarti in quell’anello di sabbia maledetto. Forse non ne sei consapevole, ma stai cercando un motivo per continuare a far battere il tuo cuore.
    Rallegrati! Stasera - se lo vorrai - avrai l’occasione di nascere ancora.
    Tra le urla e in un bagno di sangue, proprio come la prima volta.
    Ma stavolta sarai tu a decidere se ne vale la pena.
    Stavolta sarai il padrone del tuo destino.

    « Signore e signori! »
    il rituale era ricominciato
    « Lo spettacolo continua! »

    Il Cerimoniere era in bilico sul cornicione che separava il primo anello dal ring dell’Arena. Nonostante l’altezza considerevole, sembrava perfettamente a suo agio. La sua voce raggiungeva sempre ogni angolo dello stadio, tanto che - ogni volta che prendeva parola - l’intera struttura sembrava diventare un’unica cassa armonica. Alcuni giuravano di sentire l’ossidiana stessa entrare in risonanza con la sua voce.

    « Stasera non faremo pulizia: sono certo che apprezzerete qualche nota di colore in più. »

    Le parole ironiche del presentatore si riferivano allo scempio di carne sparpagliata su tutto il sabbione. Lo spettacolo precedente era stato un massacro indiscriminato tra scarti umani e belve rabbiose. Una dozzina di carcasse umane e animali erano riverse al suolo. Alcuni di loro erano morti sul posto, impalati da una lancia o con le gambe tranciate da fauci che non addentavano cibo da giorni. Altri avevano strisciato a fatica verso gli ingressi - un centimetro alla volta - lasciandosi dietro una scia rossastra, vischiosa come la bava delle lumache. Forse un paio di loro non avevano ancora spirato.

    « Chissà se le prossime due bestie si aggiungeranno al gruppo? »

    La sua domanda sprezzante suscitò grasse risate alla feccia merovisha. Gli spalti dello stadio fremevano, chiedevano altra violenza, non erano ancora sazi. Gli spettatori erano come tante puttanelle vogliose, e lui le avrebbe fatte godere.

    « Le regole sono le solite! Combatteranno in due finché sarà necessario, sperando di sopravvivere abbastanza a lungo da trionfare su tutti. »

    Allargò le braccia, abbracciando tutti quei topi di fogna.

    « Quel giorno l’Arena Nera avrà un nuovo Campione. »

    Scomparve nel nulla, prendendo posto nella tribuna d’onore, poco distante dal demonio a cui era stato affidato il colosseo.

    « Combattete. »

    Le urla sguaiate della folla accompagnarono l’ingresso dei due gladiatori.



    Id Clodagh VS Gajeel

    Campo di battaglia: Ring ellittico dell’Arena Nera, il colosseo sotterraneo di Merovish. Il campo è ingombrato da una dozzina di cadaveri freschi, tra felini di grossa taglia e umani.
    Condizioni ambientali: Alta temperatura, aria ferma, fetore di sangue. Di sera lo stadio è illuminato artificialmente.
    Numero di post: Presentazione + x post di combattimento (nessun limite).
    Criteri di Valutazione: Scrittura, Strategia, Sportività e Puntualità.
    Penalità: Dopo il 4° giorno di mancata risposta.
    Altro: Facoltà d’intervenire durante lo scontro con post da QM in caso d’infrazioni indicate nel Bando.
    Primo post: Id Clodagh

    Date il massimo e… buon divertimento!

     
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  2. Blame's Sympathy
     
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    Noia.

    Qualche volta le veniva da pensare che l'Insegnante l'avesse portata lì per morire lentamente nella monotonia. Non che l'Inferno, o meglio, il Piano-L, fosse esattamente un parco giochi. Ma, insomma, era pur sempre il lago in cui aveva sguazzato nella sua breve vita di demonessa. Visitare gli altri mondi era parte del suo lavoro: ma vivere in pianta stabile in uno di quelli? Adeguarsi ai ritmi e a tutte le assurde usanze? Certo Endlos era un luogo decisamente colorato e multiculturale, ma comunque... le mancava, l'aria piena di antrace, catrame e zolfo, di casa.

    Puntò gli stivali contro la scrivania, dandosi la spinta per dondolare sulle gambe posteriori della sedia. Si era stabilita in un buco a Blood Runner, una città di certo molto vivace. Aveva addirittura una piccola attività: la Faust Insurances. Assicurazioni. Nel senso che assicurava un lavoretto pulito, la maggiorparte delle volte. Terrorizzare qualche bersaglio, andare in giro a riscuotere pagamenti in ritardo, tagliare la gola a tizio sotto ordine di caio e proteggere sempronio finché sempronio tirava fuori i soldi: quel genere di mansioni che poteva fare a cuor leggero. Dopotutto non le importava molto del destino dei suoi clienti, umani o altro che fossero.

    La maggioranza delle sue giornate passavano comunque a leggere giornaletti porno davanti alla porta del suo ufficio, lanciare linguacce alla vecchia del piano di sopra e turbare i sogni perversi delle gang di ragazzini allo stato brado che passavano per il vicolo. Divertente il primo giorno. Dopo ...

    Si accese una cicca senza filtro, inspirando la nicotina che sapeva di casa. All'inferno non poteva tornare: non la volevano. Perché l'avevano espulsa, poi ...? Cercò di recuperare il ricordo, ma la sua mente le restituì una lavagna nera. Si diede una spinta di troppo con le gambe e la sedia vacillò pericolosamente, per poi ribaltarsi. Id cadde all'indietro, cercando appiglio con le braccia senza successo.

    Finì schiena a terra, la sigaretta ancora in bocca. Un po' di cenere le cadde sul mento, bruciandola. Un dolore sordo dietro la nuca la avvertì che si, aveva battuto la testa, proprio come una cretina.
    In compenso, i suoi occhi erano spalancati verso il soffitto.

    In effetti aveva sentito parlare di qualcosa che le avrebbe ricordato un po' casa. Il caos sociale, il disordine, il rumore, l'eccitazione e le urla delle migliori partite di ghost-polo. Ma sopratutto quella sensazione che si prova quando si incute paura nel prossimo.

    Con uno stadio pieno di buzzurri esultanti di sottofondo.
    Come bonus.



    « Cosa ricordi? »

    Gli occhi gialli di Id si tuffarono in quelli preoccupati dell'Insegnante. Non si era ancora abituata a quell'aspetto da ragazzina. Se l'Insegnante era davvero in giro da secoli, non avrebbe dovuto sembrare una studentessa. Con quegli occhi, due laghi di sincera apprensione in cui si rispecchiava la sua immagine.

    La testa le faceva male, come se qualcuno avesse strusciato della fottuta carta vetrata sulle sue meningi.
    « L'inferno esiste solo » le parole erano una melma lenta che le colava tra i denti. « per chi ne ha paura. »
    « è un inizio, » rispose con un sospiro. « Ma mi riferivo a ciò che hai fatto. »

    « Cosa? »



    L'ARENA NERA



    Non c'era quella gran differenza tra casa sua e il piano in cui si trovava. La dimensione di Endlos doveva la sua sopravvivenza ai capricci del Maelstrom, che poteva decidere di inghiottire intere regioni o sputarne altre. L'inferno, invece, doveva la sua sopravvivenza a un altro vortice.


    Il terrore.

    Tanto più esistevano esseri senzienti impauriti dall'idea di Inferno, tanto più il piano poteva sopravvivere nutrendosi del loro rispettoso timore. Qualche volta quella che i demoni chiamavano secolarizzazione dimensionale si mangiava via un pezzettino di Piano-L: succedeva quanto intere popolazione iniziavano ad abbandonare le loro credenze religiose. Era stato il suo compito, come agente di classe Faust, fare si che questo non succedesse mai del tutto.

    Per questo Id capiva benissimo dove si trovava.

    « Le regole sono le solite! Combatteranno in due finché sarà necessario, sperando di sopravvivere abbastanza a lungo da trionfare su tutti »

    Iniziò a camminare verso l'ingresso, dove qualcuno aveva sollevato la grata. Sfiorò con le dita una delle pareti, nera come le notti peggiori.

    « Quel giorno l’Arena Nera avrà un nuovo Campione. »

    Emerse nel ring ellittico. La folla sugli spalti vociava in approvazione delle parole del presentatore, in una cacofonia di suoni paragonabile per varietà solo al numero di cadaveri smembrati che ingombravano il campo. L'odore di bile, sangue, interiora e sudore era fortissimo, impregnava l'aria fino a renderla bollente e disgustosa. Id prese una sigaretta dalla tasca dei jeans, se l'accese, inspirò. Calpestò il cadavere di un grosso felino blu procedendo verso il centro.

    « Combattete. »


    Non era preoccupata. Sapeva benissimo cosa andava fatto. Avrebbe dato a quell'edificio infame, ai suoi spettatori, e al suo avversario quello che volevano: una bella dose di terrore e adrenalina, una siringa piantata nello sterno.

    Una volta vinto quell'incontro, avrebbe cercato di capire.
    Forse si sarebbe sentita più vicina a casa.
    CITAZIONE
    La parola al mio avversario.


      Id è illesa.
      Energie: 110%
    Daedric resistance
      Passiva di aumento della riserva energetica del 10%.
      [Passiva - 5pt ]

    Training of a Daemon
      L'unione tra la corporatura naturale del corpo di un demone e l'allenamento ricevuto permette a Id di muoversi in maniera più agile del normale, e, volendo, effettuare anche acrobazie e salti.
      [Passiva - 5pt]
     
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  3. _MajinZ_
     
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    Ogni Guerriero degno di tale nome era in grado di sentire, di respirare, il richiamo della battaglia. Era una voce che solo chi votava la propria vita alla lotta poteva sentire, solo i più coraggiosi erano in grado di rispondere a quella chiamata.
    Gajeel era un lottatore, un veterano di tante battaglie che non poteva rinnegare la sua vera natura, non poteva ignorare la voce della battaglia che lo chiamava. Non provò neanche a combatterla, sapeva bene che non sarebbe stato giusto e quindi non poté fare altro che accettare l’invito. Esso però era solo per lui, non voleva aiuti una volta sceso in campo, così Lily rimase a Nord. Fu difficile per i due separarsi, ma il piccolo felino comprese il desiderio del suo amico e, benché abbastanza preoccupato, lo lasciò andare... facendogli però promettere di tornare vittorioso, ma soprattutto vivo.
    Il ferroso si mise in viaggio, raggiunse il Sud e infine trovò il luogo dove il suo spirito guerriero poteva bruciare. L’Arena Nera era immensa, un tempio dove la guerra era vista di buon occhio, anche se a darsi battaglia erano solo due persone alla volta. Non vi erano regole, tutto era permesso e l’unica cosa davvero importante era vincere, riportando a casa la propria vita. In realtà era quello il vero premio, la gloria non serviva a nulla se non potevi reggerti sulle gambe. Il borchiato ormai era pronto, nulla lo spaventava e non vedeva l’ora di mettersi alla prova... di affrontare avversari fortissimi, di assaporare quel momento in cui si camminava sull’orlo del baratro.
    Il momento di combattere giunse presto. Quando il cancello si sollevò un miscuglio di odori diversi raggiunse il fino olfatto del Nordico, fu un colpo duro da sopportare. Sangue, lacrime, sudore. Percepiva tutto, ma stranamente non ne era infastidito. Conosceva bene quell’odore, era l’odore della battaglia e non poteva chiedere di meglio. Avanzò nella sabbia grigia superando ogni pozza di sangue, ogni rantolo dei sopravvissuti alla mattanza precedente... il viso era basso, la concentrazione tanta, tutto ciò che lo circondava non gli interessava, a parte l’avversario. Prima però sollevò il capo e osservò gli spalti, sollevò un pugno verso l’alto e sorrise: prima o poi sarebbe riuscito a farsi acclamare dalla folla.
    Solo alla fine di tutto ciò puntò lo sguardo sull’avversario... una donna. Una donna che puzzava di zolfo, una donna che sembrava del tutto fuori luogo in quel contesto... ma Gajeel sapeva bene che se si trovava li, aveva sentito anche lei la chiamata e quindi non era una schiappa come poteva sembrare. Lentamente portò le mani al cappuccio del mantello, subito dopo lo indossò e l’aura della notte l’avvolse, una sottile nebbiolina nera che fuoriusciva dal suo corpo. Sollevò ancora una volta lo sguardo, rosso come il sangue, allargando poi le braccia... invitando il suo avversario a farsi avanti.
    La stava sfidando, era il suo solito modo di fare, però non la stava sottovalutando. Certo, avvicinarsi a una nube di oscurità che sprigionava terrore non sarebbe stato facile. Ma era certo che quel combattimento non l’avrebbe dimenticato facilmente, ne era sicuro. Attese quindi, liberò la mente di ogni pensiero superfluo e si concentro sul suo unico obiettivo... Vincere.



    CITAZIONE
    Gajeel Redfox

    Mente: Ok.
    Fisico: Ok.
    Magia: 110%

    Passive: Olfatto supersviluppato - Auspex Magico (olfattivo) - Mana +10% - Percezione Pericoli - Power Up Forza 50% - Power Up Resistenza 50% - Power Up Agilità 50% - Power Up Velocità 50% - Assimilazione Ferro (only GdR) - Aura di Terrore - Auspex Spirituale.

    Equipaggiamento:
    .Cloak of Shadows ~ Mantello delle Ombre
    Si tratta di un oggetto molto particolare, recuperato durante un'avventura del Dragonslayer in un altro mondo. Durante quel viaggio Gajeel ha affrontato il precedente possessore del mantello, sconfiggendolo e recuperando la "reliquia" insieme ai suoi compagni. All'inizio però non l'ha portato con se, ma una volta tornato sul semipiano, beh, si ritroa tra le mani il particolare indumento insieme a tutti i suoi poteri contro i quali il ragazzo si scontrò, avendo però la meglio.
    L'indumento si presenta come una normale felpa con cappuccio, priva però delle maniche di cui rimangono solo alcuni brandelli all'altezza della spalla. Il suo colore è nero e non presenta nessuna chiusura sul davanti, assumendo così la forma di un mantello. Una sua particolarità è il fatto che una volta indossato il cappuccio, gli occhi del possessore diventano completamente rossi, sia il bianco che l'iride, donando così un aspetto un po' demoniaco, ma solo esteticamente: non comporta nessun potenziamento o bonus.
    Oltre a ciò il mantello nasconde vari poteri legati a un fumo denso e scuro in cui muta secondo il volere dell'utilizzatore, permettendogli di fare numerose cose con esso come ad esempio volare o passare in luoghi inaccessibili. Ma i poteri, forse a causa del viaggio dimensionale sembrano regrediti e al momento sono in via di risveglio, infatti molti di essi sono bloccati. Starà al tempo e al potere magico del ragazzo risvegliarli.

    Pietra spirituale
    Ogni membro dell'azienda ha la sua pietra spirituale: un cristallo trasparente come vetro, grande quanto mezzo pugno. È una pietra spirituale di Daleli, predisposta a contenere degli spiriti.
    Pagando un consumo variabile è possibile sigillare un fantasma all'interno della roccia, che inizierà a brillare per l'energia in essa racchiusa.
    La spesa energetica dipende dalla forza del bersaglio. Indebolire lo spirito nemico lo rende più facile da catturare.
    Le pietre sono state incantate da Lazarus, che le ha contaminate con gocce di Tenebra.
    Con un consumo medio, l'oscurità verrà rilasciata e contaminerà ogni spirito nel raggio di 5 metri, rendendolo corporeo per due turni. Gli spettri appariranno come figure di fumo nero, e saranno così vulnerabili agli attacchi fisici.
    [Tecnica variabile di cattura spiriti - Tecnica media di materializzazione spiriti]


    Tecniche:
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  4. Blame's Sympathy
     
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    L'ARENA NERA


    Il nemico fece la sua comparsa, varcando la soglia e macinando il terreno dell'arena a grandi falcate tra cadaveri e pozze di sangue. Si aspettava un omaccione corpulento dall'aspetto barbarico, lo stereotipo del gladiatore. E in effetti in quanto a muscoli l'avversario non scherzava: per il resto però sembrava più il genere di individuo che puoi trovare a un rave-party, tipicamente il batterista di una band punk, rock, scream o qualsiasi cosa andasse di moda nel suo giro.
    Il tipo salutò la folla col pugno alzato, in una citazione inconsapevole di Freddie Mercury. Mentre si avvicinava, la Faust notò qualche altro dettaglio oltre alla criniera di capelli neri. Diavolo, quello che aveva davanti doveva essere un serio feticista dei piercing.

    « Mi aspettavo un combattente, non un cantante di heavy metal. » l'apostrofò.


    Considerando la varietà culturale di Endlos, c'erano buone probabiltà che il tipo non sapesse nemmeno di cosa stava parlando. Ovviamente non aveva importanza: l'unica cosa che doveva capire era il tono, vagamente derisorio. Una provocazione era il massimo per iniziare uno scontro.

    Le cose stavano per diventare un po' più serie, però.


    Una scossa di adrenalina le fece vibrare la schiena e digrignare i denti. Gli occhi infuocati dello sconosciuto le trapassavano il petto, facendole perdere ogni voglia di scherzare, e instillando nel suo cervello qualcosa che conosceva bene. L'impulso di voltarsi e andarsene.
    Solo che, se fosse scappata, avrebbe dato le spalle a quello sguardo. Sarebbe stata vulnerabile.

    Si lasciò andare una risata nervosa. Impaurire il bersaglio era il suo lavoro e si faceva intimidire così facilmente dal primo venuto. L'ironia la colpì così forte che ne sentì quasi lo schiaffo. Seguito subito da un'altra risata.
    Sguainò la spada, prendendola con entrambe le mani e appoggiando la lama sulla spalla, di piatto. Si costrinse a camminare in avanti, combattendo il desiderio di allontanarsi da quell'uomo e dalla sua aura di oscurità tangibile. Sorrise un'ultima volta, mentre la sua camminata si trasformava in una corsa a ritmo sostenuto e la distanza tra lei e il suo nemico si riduceva velocemente.

    Una volta arrivata a circa cinque metri di distanza, il metallaro avrebbe visto chiaramente i suoi occhi gialli illuminarsi di una luce sinistra mentre un'offensiva psionica prendeva il contatto con la sua mente. Se avesse avuto successo, il nemico avrebbe visto il suolo sotto di sé trasformarsi in una pozza di vermi dentati, grassi, lucidi e neri come sanguisughe, vogliosi solamente di arrampicarsi sulle sue gambe e mordere il possibile.

    Id, invece, sarebbe sparita in una nuvola di zolfo.
    Solo per ricomparire alle spalle del capellone, calando la spada in un fendente obliquo mirato tra il collo e la spalla. Un attacco che avrebbe potuto mettere velocemente fine al confronto.

    Al gioco terrore, dopotutto, potevano partecipare in due.
    CITAZIONE
      Id percepisce l'aura di paura ed inizialmente esita. Quando decide di attaccare, però, carica con la spada sguainata. A cinque metri di distanza ti lancia un'offensiva psionica di potenza bassa, per poi usare il teletrasporto e compiere l'attacco di spada alle tue spalle.

      Id è illesa. Reagisce allo spavento con l'aggressività.
      Energie: 110% -5-10 = 95%
    Daedric resistance
      Aumento riserva energetica. --vedi sopra
    Training of a Daemon
      Passiva agilità/acrobazie --vedi sopra
    Sulphureus Jump [xMedio]
      Id è capace di compiere dei salti nel tessuto stesso delle dimensioni, effettuando così degli spostamenti così rapidi da sembrare istantanei. Questa capacità richiede solo una piccolissima concentrazione se viene usata sulle corte distanze (entro sei o sette metri) ma può essere anche estesa alle grandi o grandissime distanze, anche se nel secondo caso servono diversi secondi di riflessione. L'unica pecca? Una volta eseguito il salto, sia nel punto di partenza che in quello di arrivo si sprigiona un particolarissimo odore di zolfo.
      [Spostamento a consumo medio + teletrasporto su grandi distanze, consumo Alto, 1+1pt ]
    The bad Apple Law [xBasso]
      Id può colpire la mente di un essere vivente con un attacco psionico, tormentandola con visioni oniriche che possono passare da semplici distrazioni a sequenze di immagini inquietanti, fino ad arrivare ad essere veri e propri incubi, capaci di terrorizzare anche il soggetto più impavido. Tali attacchi lasciano danni sulla mente del soggetto.
      [Consumo Variabile - 2pt]
     
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  5. _MajinZ_
     
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    Gajeel rimase fermo, immobile al centro dell’Arena. Le urla che provenivano dagli spalti riempivano l’aria, sembrava che avessero una consistenza tangibile per quanto riuscissero a far tremare la terra, mettendo al corrente i gladiatori di quanto grande fosse la loro brama di sangue. Non si trattava di tifo, a quei bifolchi bastava vedere due lottatori scannarsi fino alla morte per essere contenti, non avevano nessuna preferenza... gli bastava solo vedere il sangue sgorgare fuori dalle ferite, alimentando così il fiume rosso che attraversava la sabbia grigia. All’improvviso però tutto tacque nella mente del ferroso, la concentrazione era tale da tagliarlo fuori dal mondo esterno: c’erano solo lui e la sua avversaria.
    La vide esitare, quasi ne fiutò la paura e sapeva bene quanto fosse grande in lei il desiderio di scappare. Gliel’aveva letto negli occhi, lo aveva scorto nelle sue movenze: aveva paura e non poteva fare nulla per nasconderla. Il suo coraggio però fu davvero ammirevole, quando invece di darsela a gambe lottò contro il desiderio di fuggire e iniziò ad avanzare, puntando dritta all’uomo avvolto dalle tenebre che non si mosse, l’attese senza dire una parola. In quel momento il Dragonslayer probabilmente peccò di superbia, si sentiva già vittorioso e ciò non andava bene.
    Per quanto fosse sicuro di se, sicuro delle sue capacità, c’era una parte di lui nuda e totalmente scoperta: la sua mente. Era concentrato si, ma ciò non bastava per affrontare certe minacce... così quando il paesaggio intorno a lui cambiò, si ritrovò totalmente impreparato. La sua sicurezza vacillò di colpo quando ai suoi piedi si materializzarono dei vermi, bestiacce dotate di denti aguzzi adatti a scavare nella carne. Istintivamente mosse le gambe per scacciarli e ci mise un bel po’ a rendersi conto che era tutta una finta, in verità non sentiva odori sgradevoli ne tantomeno avvertiva un pericolo concreto. Però quando se ne accorse era già tardi, la sua avversaria aveva già fatto la sua mossa.
    Possedere un olfatto fino però aveva i suoi vantaggi, a volte poteva anche rivelarsi più utile di tutti gli altri sensi, percependo aromi sottili e riportando subito alla mente odori passati. Zolfo. L’aveva percepito subito, appena aveva messo piede nell’arena... lei ne era pregna. Così, quando il moro percepì la fragranza farsi più insistente, capì subito che l’avversaria si era avvicinata. Gli altri sensi e l’istinto fecero il resto, permettendo al ragazzo di notare con la coda dell’occhio la lama nemica, riuscendo così a evitare un colpo fatale per poi passare subito al contrattacco. Ebbe i brividi quando la sua mano sfiorò i finti vermi, li sentì camminargli addosso e insinuarsi sotto la pelle... ma resistette, strinse i denti e posò anche la seconda mano al suolo. Altro fastidio lo raggiunse, ma ormai era troppo poco.
    Facendo perno con le braccia, Gajeel tirò indietro le gambe per caricarle come una molla, mutandone al contempo la consistenza. Una luce verdastra infatti avvolse gli arti inferiori e una volta svanita, mostrò quelle che prima erano gambe diventare due colonne di ferro. In quel momento il biondo distese gli arti e scagliò un violento colpo mirando al petto nemico... ma quello era un trucco. Poco prima che il colpo arrivasse a destinazione, infatti, il borchiato avrebbe immesso altra energia nelle sue gambe e da esse sarebbero fuoriusciti un totale di altri sei spuntoni più piccoli pronti a travolgere nuovamente il nemico. Il tutto sarebbe accaduto in poco tempo, subito dopo il moro si sarebbe rotolato al suolo, in mezzo ai vermi, per allontanarsi un poco... il tutto nell’ansia che quei cosi irreali gli si infilassero nelle orecchie.



    CITAZIONE
    Gajeel Redfox

    Mente: Che schifooooooo
    Fisico: Ok.
    Magia: 95%

    Riassunto: Dunque, mi becco l'attacco psionico e in qualche modo provo a combatterlo con le passive di percezione, anche se continuo a sentirli. In ogni caso, sfruttando la vicinanza, faccio perno sulle braccia e scaglio un calcio a gambe unite in direzione del petto rivestendole di ferro (Tetsuryū no Sōsa), ci aggiungo un trucco che si attiva un attimo dopo lasciando crescere altri spuntoni (Kiseki no Kaika) e infine rotolo di qualche metro per allontanarmi.

    Passive: Olfatto supersviluppato - Auspex Magico (olfattivo) - Mana +10% - Percezione Pericoli - Power Up Forza 50% - Power Up Resistenza 50% - Power Up Agilità 50% - Power Up Velocità 50% - Assimilazione Ferro (only GdR) - Aura di Terrore - Auspex Spirituale.

    Equipaggiamento:
    .Cloak of Shadows ~ Mantello delle Ombre
    Si tratta di un oggetto molto particolare, recuperato durante un'avventura del Dragonslayer in un altro mondo. Durante quel viaggio Gajeel ha affrontato il precedente possessore del mantello, sconfiggendolo e recuperando la "reliquia" insieme ai suoi compagni. All'inizio però non l'ha portato con se, ma una volta tornato sul semipiano, beh, si ritroa tra le mani il particolare indumento insieme a tutti i suoi poteri contro i quali il ragazzo si scontrò, avendo però la meglio.
    L'indumento si presenta come una normale felpa con cappuccio, priva però delle maniche di cui rimangono solo alcuni brandelli all'altezza della spalla. Il suo colore è nero e non presenta nessuna chiusura sul davanti, assumendo così la forma di un mantello. Una sua particolarità è il fatto che una volta indossato il cappuccio, gli occhi del possessore diventano completamente rossi, sia il bianco che l'iride, donando così un aspetto un po' demoniaco, ma solo esteticamente: non comporta nessun potenziamento o bonus.
    Oltre a ciò il mantello nasconde vari poteri legati a un fumo denso e scuro in cui muta secondo il volere dell'utilizzatore, permettendogli di fare numerose cose con esso come ad esempio volare o passare in luoghi inaccessibili. Ma i poteri, forse a causa del viaggio dimensionale sembrano regrediti e al momento sono in via di risveglio, infatti molti di essi sono bloccati. Starà al tempo e al potere magico del ragazzo risvegliarli.

    Pietra spirituale
    Ogni membro dell'azienda ha la sua pietra spirituale: un cristallo trasparente come vetro, grande quanto mezzo pugno. È una pietra spirituale di Daleli, predisposta a contenere degli spiriti.
    Pagando un consumo variabile è possibile sigillare un fantasma all'interno della roccia, che inizierà a brillare per l'energia in essa racchiusa.
    La spesa energetica dipende dalla forza del bersaglio. Indebolire lo spirito nemico lo rende più facile da catturare.
    Le pietre sono state incantate da Lazarus, che le ha contaminate con gocce di Tenebra.
    Con un consumo medio, l'oscurità verrà rilasciata e contaminerà ogni spirito nel raggio di 5 metri, rendendolo corporeo per due turni. Gli spettri appariranno come figure di fumo nero, e saranno così vulnerabili agli attacchi fisici.
    [Tecnica variabile di cattura spiriti - Tecnica media di materializzazione spiriti]


    Tecniche:
    .Tetsuryū no Sōsa ~ Drago di Ferro: Manipolazione [x]
    Tecnica fondamentale alla base delle capacità di ogni Dragon Slayer che si rispetti. Gajeel ha appreso questa tecnica durante il suo addestramento con Metalicana, il Drago gli ha trasmesso quindi questa conoscenza, con la quale è possibile creare e modellare a piacimento il ferro con grande facilità grazie alla magia dei Dragon Slayer, così da trasformare ogni parte del corpo in un arma, la cui forma dipende solo dalla fantasia dell'utilizzatore. Insomma, una tecnica molto versatile utile sia per piantare un chiodo che per spaccare la testa a qualcuno! In termini di gioco si può rendere un'arma qualsiasi parte del corpo, la potenza e il raggio variano a seconda del consumo impiegato nell'attacco.
    [Consumo Variabile: Basso]

    Kiseki no Kaika ~ Fioritura Miracolosa
    Durante un combattimento, riuscire a sorprendere il nemico può segnare il confine tra la vittoria e la sconfitta... sfruttare quell'attimo di esitazione è una delle qualità migliori che solo chi vince può avere. Sfruttando questo semplice principio, Gajeel ha dato vita a qualcosa che in molte situazioni può permettere di mettere a segno colpi improvvisi, per quanto alla fine si tratti di qualcosa di molto semplice. Infatti, usando normalmente una delle sue tecniche prettamente fisiche, il ragazzo riesce a far crescere un certo numero di spuntoni metallici in ogni direzione, sfruttando come tramite le sue stesse tecniche a contatto. Gli spuntoni in questione non causano ferite perforanti, si limitano a colpire duramente il distratto di turno, causandogli danni di tipo contundente.
    [Consumo Medio - Sei spuntoni]
     
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    Il pubblico osservò la discesa in campo delle due bestie da macello.
    Qualche mormorio indistinto serpeggiò sugli spalti quando il ragazzo si nascose sotto il cappuccio della sua cappa. Una familiare tensione elettrica attraversò l’aria viziata. I due animali erano pronti a saltarsi alla gola.

    La donna attaccò per prima, sguainando la spada e caricando frontalmente il nemico… ma d’un tratto questa sparì in una nube sulfurea. Lo squarcio gemello che sarebbe dovuto comparire alle spalle del nemico fu soltanto abbozzato.

    Gajeel si trovò da solo sul ring dell’Arena, della sua avversaria non c’era più traccia. La causa di ciò era il sigillo di derivazione magico-alchemica che era stato imposto su Merovish: quest’ultimo aveva interferito con la smaterializzazione della demonessa, deviando la sua proiezione lontano dallo stadio d’ossidiana. Non vedendola più ricomparire, la folla confusa iniziò a rumoreggiare.

    Il Cerimoniere guardò di sbieco il Comandante Monocorno. Si trovavano per le mani un noioso contrattempo, e il pubblico era troppo assatanato per prenderla con filosofia. Niente e nessuno sarebbe riuscito a far ragionare migliaia di animali che quella sera rischiavano di restare a bocca asciutta.

    Non restava che una cosa da fare: dare a tutti loro il bagno di sangue che sognavano.

    « Signore e signori! »

    Era ricomparso in prossimità del primo anello.

    « Purtroppo la nostra signorina se l’è fatta addosso. Ma non disperate: ho una sorpresa per tutti voi… »

    Impose la mano verso le carcasse riverse sul sabbione. Queste si sollevarono da terra in silenzio, gocciolando pigramente qualche rivolo rosso. Bastò un gesto delle dita per farle schizzare verso l’alto, portandole ad altezze vertiginose. Poi il Cerimoniere strinse il pugno, e lo spettacolo si compì.

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    I corpi esplosero come fuochi artificiali, in un tripudio di carne maciullata e sangue. I brandelli caddero sul ring accompagnati da una pioggia rossastra che irrigò la sabbia. La folla ululò per lo stupore. L’unico gladiatore rimasto in piedi ricevette il suo battesimo sull’altare della violenza. Senza un nome, senza un titolo, senza una vittoria.


    Come già notificato per vie private, il duello viene chiuso prematuramente a causa dell’utilizzo di una tecnica di teletrasporto da parte di Id Clodagh.
     
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5 replies since 28/2/2015, 18:32   310 views
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