Mirror mirror

Burn Bright, Trickster Knight - Prelude

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    You say I'm changing?
    Sorry, I didn't know
    I had to stay the same.


    Group
    Member
    Posts
    11,292

    Status
    Offline

    Londra, una delle tante.
    Due anni prima degli avvenimenti di There is no place like London, dal punto di vista di Daniel Ember. Anche se a Londra, intanto, sono passati quasi 20 anni.
    Che casino i viaggio nel Multiverso, neh?



    «Quindi io sarei te?»
    «No, in realtà sei tu ad essere me.» spiegò Daniel Ember a Daniel Ember.
    Il soldato inglese incrociò le braccia e sbuffò, poco felice della definizione. L'ufficiale di Angeldust, da parte sua, si limitò a sorridere e a fare spallucce.
    «Quindi esistono tanti mondi oltre a questo...»
    «Il Multiverso.»
    «...E sono versioni diverse della Terra, come una Terra in cui i cinesi hanno scoperto l'America prima di noi, o una in cui i Francesi non sono dei codardi. E poi ci sono mondi totalmente diversi dal nostro, in cui abitano mostri a sei braccia o che camminano a testa in giù o altre cose strane.»
    «Esatto. Ci sono tanti mondi, e ognuno ha le sue linee temporali alternative. Un luogo più un tempo preciso sono una Dimensione, e ce ne sono di infinite...»
    «Però anche in Dimensioni così diverse capita di trovarsi davanti alle stesse persone. Come se... Come se fossero omini di pan di zenzero!» gesticola «Dio ha degli stampini per i biscotti, e per fare le persone usa sempre i soliti stampi. Ogni volta i biscotti escono leggermente diversi, ma sono riconducibili ad un modello comune.»
    «Sssssì. Non chiedermi come ciò sia possibile, scientificamente non ha molto senso. Ottenere casualmente la stessa combinazione di geni è qualcosa di...»
    «E se fosse una questione di anime?» domandò l'altro, gli occhioni spalancati «La stessa anima si incarna più e più volte. Ma vivendo nel Multiverso, tutte queste incarnazioni paiono accadere simultaneamente.»
    Per un lungo momento rimasero a fissarsi in silenzio, una smorfia corrucciata sui volti sfregiati di entrambi.
    Decisero che era meglio berci su, e presero i propri bicchieri in mano nello stesso momento. Altri sguardi, altro silenzio, interrotto dalla risatina nervosa del soldato inglese.

    «Quindi... Com'è che lo fai?» un sorso di assenzio, un sorriso storto «Viaggiare per le dimensioni, dico. Hai poteri magici?»
    «No, no.» l'ufficiale di Angeldust scosse il capo «La mia Accademia è messa molto male da questo punto di vista. Abbiamo un accordo con una sorta di crocevia, si chiama Portale 258.»
    Lo guardò di sottecchi, per poi aggiungere cauto:
    «Ti ci posso portare, se vuoi.»
    «Grazie per l'offerta, ma passo. Devo ancora finire di vedere questo mondo! Dovrei partire per le colonie il prossimo mese.» sorrise entusiasta «Compagnia delle Indie. Tu sei mai stato in india?»
    «No. Ho visitato un mondo abitato da funghi giganti superintelligenti, però.»
    «Oh.»
    Fissò il proprio bicchiere - chiedendosi, probabilmente, chi dei due fosse il più ubriaco. Nel dubbio, bevve un altro sorso.
    «Ho mal di testa. Non so se è per l'alcool o per tutta questa storia.»
    «No, credo sia colpa mia. Due copie non dovrebbero incontrarsi.» si batte un dito contro la fronte «Quando accade, soffrono entrambe perché non sono esattamente uguali. Si scambiano informazioni in maniera istintiva, per cercare di equilibrarsi.»
    «Quindi io sto diventando te, e tu stai diventando me?!» l'inglese raddrizzò la schiena di scatto, tentando di retrocedere, e finendo contro lo schienale della sedia. Si sentiva la fronte gelida di sudore.
    «Ci stiamo scambiando ricordi telepaticamente. Entanglement mnemonico, si chiama. Avrai qualche strano deja-vu in futuro, ma non è niente di grave: rimane tutto a livello inconscio. Il cervello fatica a gestire due versioni diverse della stessa vita.»
    «Sento che mi sognerò quei funghi giganti per almeno un mese.»
    «Probabile.»

    «Tra poco vado, comunque.» disse, dopo aver vuotato il bicchiere «Ho un amico che mi aspetta. Ero qui solo per prendere qualche bottiglia di assenzio, non mi aspettavo di trovare te.»
    «Un amico o un amico?» ammiccò il soldato inglese.
    L'altro rispose con un sorrisone a trentadue denti.
    «Per quell'offerta, comunque.» fece scivolare l'indice sul bordo del bicchiere, compiendo lenti gesti circolari «Prima o poi mi piacerebbe, credo. Andare su altri mondi. For Science.»
    «Science.» annuì l'altro, con un certo orgoglio. Quel sentimento che provi quando vedi che tuo figlio sta crescendo bene.
    «Non so bene se e quando... Al momento sto bene così. Però ecco, se un giorno ti dovesse servire una controfigura, fai un fischio.»

    Edited by Zero - 14/7/2015, 01:53
     
    Top
    .
0 replies since 18/5/2015, 12:59   82 views
  Share  
.