Dead End ~ Curtain Call

Capitolo III - Midnight Brawl

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    La ragnatela di nen non giunse mai al bersaglio: la donna d'acciaio non fece altro che muovere il braccio, generando una spazzata d'aria così violenta da scagliare via il campanello prima ancora che potesse avvicinarsi abbastanza da preoccuparla. Quanto all'esplosivo tirato dietro al fuggitivo, forse ebbe più successo; impossibile però dirlo con certezza, dal momento che la deflagrazione sollevò l'ennesimo polverone - ed essendo Jester decisa a non proseguire l'inseguimento, non potè verificare se quello fosse effettivamente scappato nel buio della notte, oppure se la bomba l'avesse fatto a pezzetti. Sicuro era che lei, come gli altri, avevano abbastanza carne sul fuoco da non potersi preoccupare troppo di qualche fuggitivo.

    Non fosse stato per l'arrivo tempestivo degli altri, e per l'azione diversiva di Id in particolare, la sua avversaria avrebbe difatto sfruttato quell'attimo di esitazione per colpirla duramente. Come la demonessa aveva previsto, la sua scarica di mitraglietta non fu abbastanza neppure a scalfire la corazza che ricopriva la donna come una seconda pelle; allo stesso modo però anche la sua fucilata a sorpresa, per quanto ben congeniata, non poté nulla contro i tempestivi riflessi dell'angelo di metallo, la quale appena realizzò dell'inganno si coprì il volto con entrambe le ali schermandosi pienamente dai pallettoni. Nonostante la sua innaturale destrezza - specialmente considerando ciò che indossava - anche lei non poteva però fronteggiare due offensive contemporanee, e così se quella di Id non era andata a segno, quella dell'elusiva Merlose ebbe ben differente destino; scomparsa e ricomparsa alle spalle della nemica come un fantasma, l'orientale le trapassò lo stomaco con una singola stoccata - la spada ricoperta di un alone di energia purpurea.

    Sfondata la corazzatura e versato il suo sangue, l'angelo reagì con sorprendente lucidità e senza lasciarsi andare più di un gemito strozzato; afferrò con entrambe le mani l'arma che l'aveva perforata, e la spezzò in due poco sopra al punto di penetrazione. Merlose decise saggiamente che la spada non valeva la sua vita, e rinunciò a estrarla dal corpo, allontanandosi immediatamente con un agile balzo. Decisa però a farla pagare ad entrambe, la donna d'acciaio afferrò l'estremità delle sue ali e con un secco strattone se le staccò dal corpo. Sotto gli occhi stupefatti dei presenti, queste assunsero rapidamente una configurazione che le faceva sembrare due grosse sciabole seghettate, ove ogni dente corrispondeva ad ognuna delle affilate piume metalliche. Raccolse energia - ben visibile come un bagliore verdastro sulle spade - e la rilasciò sotto forma di un impulso vorticante, una spazzata di violenta forza tagliente che si propagò tutt'attorno a lei.

    Nel frattempo Dimitriy si era letteralmente tuffato nel polverone nell'intento di aiutare i suoi compari, e con discreto successo; l'assassina non si aspettava difatti un'interferenza esterna, e incassò il calcione dritto al braccio destro, che in quei frangenti le copriva il fianco. L'arto si spezzò all'altezza della giuntura dell'avambraccio, con un rumore secco che tuttavia non giunse accompagnato da alcun grido. La sicaria piuttosto tentò immediatamente di vendicarsi: priva di spada - caduta nel fango a seguito della frattura - reagì restituendo pan per focaccia, girando rapidamente su se stessa nel tentativo di sferrare un potente calcio rotante all'altezza della tempia del russo. Allo stesso tempo, conscia che la polveriera si stava disperdendo e di essere in considerevole svantaggio numerico, evocò alle sue spalle una serie di copie d'ombra - fedeli in tutto e per tutto alla sua figura, eccezion fatta che per la colorazione considerevolmente più scura; queste si avventarono in direzioni diverse nella cortina di detriti, mirando rispettivamente a intrattenere il moro dagli occhi rossi e la Trimegant ferita.

    Violet aveva invece deciso di andare dritta al sodo, mirando per l'indiscutibile leader del gruppo nemico, lo scheletro parlante che l'aveva sottoposta al bizzarro - e doloroso - interrogatorio. E quello, impegnato com'era a osservare gli scontri e a trarne un qualche tipo di divertimento, non realizzò neppure della sua comparsa fino a quando la giovane non le fu esattamente alle spalle. Troppo tardi, quindi, per evitare che la neuromante lo bloccasse e incanalasse la sua bomba d'energia psionica dentro di lui. Violet non poteva sapere che cosa vi fosse dentro quella testa di scheletro, quale diavoleria elettronica o magica si celasse all'interno, ma qualunque cosa fosse indubbiamente il potente flusso energetico la stava danneggiando. Lo poteva dire con discreta sicurezza dal momento che il corpo del fantoccio parlante fu scosso da tremiti intermittenti, e dalla sua bocca e dalle orbite iniziarono a fuoriuscire fumo e scintille. Per alcuni secondi sembrò veramente che fosse in procinto di esplodere, ma la testa di Quarantadue rimase infine integra. Si afflosciò in avanti per qualche altro attimo, avviluppata da una sottile coltre grigiastra e dall'odore di meccaniche bruciate... salvo poi rialzarsi di scatto, e ruotare a trecentosessanta gradi - fino a che i loro sguardi si incrociarono a distanza estremamente ravvicinata.

    « E tu che ci fai qui, bambina? A quest'ora Eliza avrebbe già dovuto metterti a nanna! »

    Le orbite del teschio si accesero di una malevole luce rossa, e qualcosa iniziò a stringere al collo della sua interlocutrice.

    ---------------------------------------------------------------------------------------------

    Sentiva il corpo bruciare come un dannato attizzatoio, ma non voleva fermarsi: c'era qualcosa che bruciava di più nel suo petto, qualcosa che faceva rima con desiderio di vendetta. Quella piccola troietta aveva osato ustionarlo, denigrarlo, ferirlo; diamine gli aveva addirittura tirato una cazzo di bomba! O qualcosa di molto simile, se non altro. Per fortuna che era riuscito a levarsi dall'area di detonazione in tempo, o ci avrebbe smenato ben più che qualche graffio e ustione sulla schiena. Aveva anche un giacchetto di pelle incenerito da aggiungerle al conto, e ben presto gliel'avrebbe fatto pagare tutto. Salatissimo.

    « Aspetta e vedrai, sgorbietto... »
    spirava tra i denti sporchi del suo sangue mentre correva
    « ...tu e i tuoi amici non sarete altro che cenere alla fine di questa notte. »

    Oh sì, se ne sarebbe assicurato personalmente. Aveva preparato qualcosa di molto speciale per l'occasione, e aveva intenzione di sfoderarlo per il gran finale. Ormai ci era quasi. Scavalcò l'ultimo bidone nauseabondo e si ritrovò faccia a faccia con il telone che copriva il suo asso nella manica. Prima si diede un'occhiata alle spalle - giusto per assicurarsi di non essere stato seguito - dunque si avventò sui chiodi che lo assicuravano al suolo comiciando a sradicarli con foga disumana, come non fosse più neppure capace di contenere l'ansia dell'attesa. E in effetti era così: già si pregustava le espressioni inebetite sulle loro facce, e poi il terrore nei loro occhi, le loro grida di sofferenza...

    « Ve lo faccio vedere io, ve lo faccio... »
    « Tu non farai più del male a nessuno. »

    La voce arrivò da qualche parte alle sue spalle: gli si rizzarono tutti i peli e istintivamente ruotò su se stesso estraendo la pistola allo stesso tempo, ritrovandosi però a puntarla sul nulla.

    « ...chi?! »

    Solo la notte e la spazzatura davanti a lui. Eppure era certo di averla sentita, e cosa più importante, gli era sembrato di averla riconosciuta. Non ebbe però tempo di rifletterci; qualcosa di ignoto aveva appena dato una fragorosa botta alle sue percezioni, che per un istante sembrarono svanire del tutto. Ebbe un blackout totale per non più di uno o due secondi, e quando il mondo si riaccese attorno a lui, la prima cosa che percepì fu una sensazione umida e calda al petto. Quando abbassò lo sguardo, vide che un pezzo di ferro arrugginito spuntava per una decina di centimetri poco sotto al suo sterno. Fu allora che arrivò il dolore, intenso come sempre. Solo che quella volta sarebbe stata anche l'ultima.

    « Questo è per mia sorella... »

    Il frammento d'acciaio si contorse dentro di lui, la donna alle sue spalle lo rigirò almeno due volte prima di spingerlo ancora più in profondità strappandogli altri spruzzi di sangue dalla bocca. Non si rese conto di aver fatto cadere la semiautomatica. Tutto meno che il dolore si era spento nel suo cervello.

    « ...e questo è per tutti gli altri che non avrai mai. »

    Sentì una fortissima scossa elettrica pervaderlo.
    Ed Evan morì, per l'ultima volta.


    ---------------------------------------------------------------------------------------------



    « ...bah, non importa. Siete un piacevole diversivo. »

    Il suo tono di voce era distorto, danneggiato, ma era ancora perfettamente comprensibile la vena di insensato divertimento che aveva accompagnato ogni sua risata, ogni sua battuta fino a quel momento. Anche l'invisibile influsso che pareva intenzionato a strangolare Violet era perfettamente percepibile dalla stessa, e si faceva sempre più intenso e potente.

    « Peccato che prima o poi tutto debba concludersi.
    Ma è nella natura delle cose, non convieni?»


    Se la neuromante non avesse fatto qualcosa il cappio che le stava stritolando la gola l'avrebbe certamente messa fuori gioco, o alla peggio - uccisa.


    ► QM Point

    Jes & Id: il primo attacco della giullare viene vanificato da una difesa di eguale potenziale della tipa (la spazzata), mentre il secondo va a segno, anche se lei non lo può sapere per certo per via del fatto che il tipo si è allontanato troppo e Jester ha deciso di rinunciare all'inseguimento per concentrarsi sul resto. Id interviene prima che l'angelo possa infierire, e benché le sue offensive non abbiano successo, consentono a Merlose di mandare a segno la sua (attacco di potenza Alta). L'orientale ci smena la spada nel processo, e benché ferita la vostra nemica non pare intenzionata a mollare, anzi: effettua un attacco ad area magico di potenza Alta come descritto nel post (potenza Media per ciascuna di voi, quindi).

    Dimitriy: grazie all'effetto sorpresa vai pienamente a segno spezzandole il braccio e disarmandola. Anche lei non sembra risentire granché del dolore, e contrattacca con un calcio a sua volta, della stessa potenza (Alta - tipologia fisica) ma mirato al tuo viso. Allo stesso tempo evoca con un consumo Medio delle ombre-copia che spedisce a distrarre Blossom e Cherry, impendendo quindi loro di darti manforte. La cortina di fumo sta per dissiparsi del tutto.

    Violet: il tuo è stato un azzardo, considerando il livello del nemico, ma che ha parzialmente pagato. Quarantadue è distratto dallo scontro e non sa della tua presenza, quindi riesci a teletrasportarti, immobilizzarlo e a effettuare l'attacco a sorpresa: per questa ragione egli non è in grado di difendersene completamente in tempo, subendo dei danni, ma evitando il peggio (in termini tecnici è come se si fosse difeso a metà dal tuo attacco - quindi con una protezione Alta). Dopodiché decide di colpirti un attacco psionico di potenza Critica che causa il progressivo strangolamento (simile a quello che ha usato contro Jester al vecchio locale abbandonato). Te ne puoi difendere normalmente con una difesa psionica. Quarantadue non si muove dalla sua posizione, eccezion fatta per la testa che ruota.

    Questo sarà il penultimo turno per voi: per favore postate tutti entro i termini questa volta!

    [Scadenza: 5 Ottobre]



     
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  2. _MajinZ_
     
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    Nella mente di Dimitriy non c'era più nulla ormai. Essa si era svuotata da tempo, ignorando ogni pensiero superfluo per concentrarsi su uno soltanto. Questo pensiero si ricollegava a una parola, un concetto che assumeva sempre lo stesso significato: la fine. Due parole dalle molteplici interpretazioni, ma tutte in questo preciso istante lasciavano spazio a due vie. La prima consisteva nella fine della battaglia, ovviamente a loro favore... la seconda via invece portava alla fine del biondo assassino. Ciò poteva sembrare ovvio, ma purtroppo era la pura e semplice verità. In battaglia non c'erano vie di mezzo, non vi era spazio per il grigio... c'erano solo il bianco e il nero. E il rosso del sangue.
    Il russo corse, lo fece a tutta velocità nonostante tutto. Nonostante i crampi divenuti ormai insostenibili per dei muscoli stanchi. Avanzava nonostante le ferite che segnavano il suo corpo e la sua mente. Non era in grado di sostenere uno scontro, ma voleva comunque dare un aiuto e non poteva sprecare una singola goccia delle poche energie rimastegli. Così penetrò nel polverone, identificò il bersaglio e fece la sua mossa. Un attacco che contro ogni pronostico, raggiunse il suo obiettivo e portò a casa un risultato più che accettabile.
    Come il lampo che era, Dimitriy scaturì dalla nube e il suo calcio si scontrò con il braccio della killer, generando il classico suono prodotto da un osso spezzato. Si trattava di un punto fondamentale, visto che quello era l'arto che reggeva la spada ormai imbrattatasi di fango, cadendo al suolo. Purtroppo però quello fu l'unico assalto... lei infatti non emise un suono dopo il danno, pensando bene di vendicarsi immediatamente. E il ragazzo non fu pronto, non poteva esserlo, per approntare una difesa degna. La patina traslucida di protezione l'avvolse, ma il colpo aveva una potenza tale da spezzare lo scudo, mandando il sicario dritto per terra... con un livido pulsante in corrispondenza della tempia.

    Era finita? Forse si, forse no. Dimitriy osservava il suolo a pochi centimetri dal suo viso, il fiato che spostava la polvere... erano tutte cose che gli davano la certezza di essere ancora vivo, ma per quanto non riusciva a prevederlo. Ad ogni modo non voleva darsi per vinto, non fino a quando aveva ancora fiato in corpo. Si voltò quindi, ritrovandosi davanti alle copie dell'assassina... in tutto e per tutto uguali all'originale, ma per il biondo non era difficile capire quale fosse quella vera, quella da cui proveniva il vero pericolo.
    Ormai però non poteva rialzarsi, non poteva lanciarsi in uno scontro fisico che avrebbe perso in partenza... non ne valeva la pena. Sarebbe stata solo una perdita di tempo. L'assicuratore fece quindi l'unica cosa intelligente da fare al momento: diventare un peso. Sganciò quindi l'arpione legato alla vita e, proprio come contro il cowboy, cercò di afferrare l'originale alle gambe e strattonarlo, diventare un impedimento, una piccola distrazione per permettere agli alleati di trovare il bersaglio ed eliminarlo definitivamente.



    CITAZIONE
    Dimitriy Kozlov

    Stato Mentale: ...
    Stato Fisico: Stanco, leggera contusione all'addome, ferita d'arma da fuoco alla spalla destra parzialmente guarita, piccoli fori causati dagli aghi, ferita al capo.
    Ki: 15%

    Note: \\

    Passive: Power Up Agilità 50% - Velocità 50% - Movimenti acrobatici complessi - Passo Felpato - Anti-Auspex Spirituale - Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce - Mana +10% - Resistenza al Dolore - Resistenza alle Malie passive - Passiva per mentire in modo perfetto - Riconoscimento Bugie - Passiva riconoscimento tracce - Passiva di riconoscimento intrusioni mentali.

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Fauci Gemelle
    Non sempre un assassino può contare sulla furtività, quando questa viene meno spesso è necessario affrontare il nemico in campo aperto e per farlo servono degli strumenti adeguati.
    Dimitriy ha dalla sua una coppia di pugnali da combattimento, essi presentano una lama lunga una ventina di centimetri, di colore rosso scuro. L'impugnatura è rivestita di gomma antiscivolo, nera, sagomata in modo tale da risultare comoda all'utilizzo. Una particolarità è la specie di tirapugni situato lungo il manico, in modo tale da proteggere la mano e allo stesso tempo consentire mosse non proprio canoniche. I due pugnali sono conservati in due foderi, situati su entrambi i fianchi, in modo tale da risultare facilmente afferrabili. Si usano di traverso, con la lama accanto al taglio della mano.
    [Coppia di Pugnali]

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Nell'addestramento per diventare un perfetto killer, alle giovani reclute viene fatta scegliere un'arma da corpo a corpo e una da lancio con cui addestrarsi. Quel giorno gli occhi di un giovane Dimitriy incontrarono quell'artiglio dalle lame cremisi e, accanto ad esso, quella serie di cinque pugnali da lancio di cui si innamorò. Ben presto iniziò ad addestrarsi nell'uso di quelle armi, recuperando i suoi coltelli dopo ogni uso: non se ne separava mai. Almeno fino al giorno in cui attraversò il portale, ritrovandosi così senza i suoi fidati e silenziosi dardi... anche se non ne fece una tragedia.
    Però quando rivide qualcosa di molto simile ai suoi pugnali, su una bancarella del Bazar, beh, non poté fare a meno di acquistarli.
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Dozhd' Krovi ~ Pioggia di Sangue
    All'apparenza può sembrare un normalissimo guanto bianco, uno di quelli soliti che indossa il biondo assassino... e infatti all'esterno è identico. Sotto la stoffa però si nasconde un particolare meccanismo dalla forma rettangolare, che ricopre gran parte del dorso della mano. All'interno della sottile scatolina è custodito un piccolo meccanismo che consente di sparare dei piccoli aghi metallici, cavi, tramite i cinque fori presenti sul bordo dell'arma e che comunicano con l'esterno tramite una modifica del guanto. Il tutto sarà collegato a un grilletto a pressione presente sul palmo e basterà stringere la mano per sparare un ago alla volta. Ovviamente è difficile che uno di questi aghi diventi letale, tuttavia una volta imbevuti di veleno diventano davvero pericolosi.

    ₪ Bagrovyy kogot' ~ Artiglio Cremisi
    Aumentare la propria mobilità è fondamentale in missione, soprattutto quando si fa un lavoro complicato come il sicario o la spia sul campo. Per questo motivo Dimitriy ha ideato uno strumento che lo aiuta molto in quello, dandogli modo di muoversi senza sprecare utili energie. Si tratta di un'imbragatura che si aggancia alla schiena, avvolgendo le spalle con delle cinghie in cuoio, all'imbragatura è ancorata una piccola carrucola attorno alla quale è avvolto un cavo metallico con all'estremità un gancio d'acciaio. Esso potrà essere scagliato in direzione di un appiglio qualsiasi tramite un aiuto meccanico, oltre che diventare un utile strumento per combattere. Il cavo ha una lunghezza di circa cinque metri.

    ₪ Occhio della Sirena
    Le leggende narrano di un tremendo naufragio che colpì alcune navi dirette ad Undarm per consegnare un prezioso carico. Su una di queste, un marinaio ebbe l'incontro più inatteso della sua vita. Una bellissima sirena, dai capelli lunghi e del color del mare, attratta dal suo fascino lo salvò dall'annegamento deponendolo su di una tavola di legno. Quando il marinaio si riprese l'amore tra i due sbocciò come un fiore a primavera, facendo dei due instancabili amanti. Tuttavia, il marinaio con il passare dei giorni bramava sempre più la terraferma e, stremato dalla sua condizione, finì per abbandonare la sirena facendosi issare a bordo da una nave di passaggio. Affranta per la sua perdita, la sirena non si diede pace, cercando un modo per ritrovare il suo amato e convincerlo a tornare da lei. Per questo motivo, con l'aiuto della Strega dei Mari, si cavò l'occhio destro e su di esso pose una potente magia in grado di condurlo da lui. Ma la sorte non arrise alla giovane sirena, catturata dalle reti per la pesca durante il suo lungo viaggio. Si dice che morì di rimpianti in una vasca di qualche collezionista, mentre il suo occhio ancora giace in fondo al mare...

    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    Dimitriy non è mai stato un tipo religioso, quindi è abbastanza singolare sapere che appesa al suo collo si trovi una croce. Essa è una piccola e semplice croce in argento, senza troppi fronzoli o decorazioni, appesa al collo tramite una cordicella nello stesso materiale, su cui spiccano diverse perline argentee anch'esse, quasi si tratti di un rosario. La croce però non si riferisce a qualcosa di cristiano o simili, anzi, essa è un regalo donatogli dalla Dama Scarlatta, Coralia, per la quale l'assassino prova sentimenti contrastanti, contraddistini però da una forte attrazione... ma anche un ricordo indelebile, da cui il biondo non si vuole separare.
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    Ancora Dimitriy non conosce il motivo di quel regalo, però lo custodisce gelosamente e non se ne separa mai, per nessun motivo. Gli ricorda una persona importante, una figura che ha risvegliato parte delle sue emozioni da tempo sopite e che non dimenticherà mai.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

    ₪ Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]


    Tecniche Utilizzate:
    ₪ Vy ne mozhete mne bolʹno ~ Non puoi ferirmi
    Alla fine dell'addestramento nelle arti omicide, Dimitriy era stato tra i migliori graduati per un ottimo motivo: sapeva mantenere la calma. Il suo sangue freddo lo rendeva una macchina perfetta, anche se ciò era dato principalmente dal fatto che nelle pause, il biondo meditava. Lo faceva sempre, chiudeva gli occhi e guardava dentro di se alla ricerca di qualcosa, di quell'energia interiore di cui aveva sentito parlare; il "Ki" nascosto all'interno di ogni essere umano, ma che forse era qualcosa di inarrivabile, motivo per cui accantonò ben presto quella pratica.
    Almeno fino al giorno in cui attraversò il portale, finendo su Endlos.
    Forse il contatto con la corrente dimensionale non fu innocuo e probabilmente interferì in qualche modo, facendo si che dentro di lui si risvegliasse quel qualcosa che nel suo mondo era troppo piccolo e debole per essere sfruttato. Da quel momento, infatti, chiudendosi in meditazione il giovane scoprì che dentro di lui si agitava una nuova energia. Provò quindi a sfruttare la forza interiore e ben presto comprese il beneficio che avrebbe avuto una volta sfruttata a dovere, così iniziò ad affinarne l'uso fino a creare qualcosa che gli permettesse di difendersi dalle molte minacce osti8li di cui è popolato Endlos.
    Concentrandosi, l'assassino riesce e far muovere il suo Ki fino a cospargere l'esterno del corpo di uno strato protettivo, dal colore leggermente opaco. In questo modo il ragazzo sarà in grado di frapporre la sua energia a un eventuale assalto fisico, il quale troverà una resistenza non indifferente. Fungendo come un cuscinetto, infatti, la forza vitale assorbe l'energia dell'impatto come un muro di gomma con efficacia crescente in base al consumo.
    [Consumo Variabile: Medio]
     
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    The End of This Chapter_


    Nonostante io non veda i fuochi d'artificio, sento chiaramente l'odore di bruciato e le scintille della miccia fuoriuscire dal suo disgustoso cranio macabro. Per qualche secondo credo anche di esserci riuscita, di avercela fatta, di aver ucciso il mostro stronzo a capo di tutto -che poi so benissimo che pure lui è solo una marionetta, ma 'sticazzi-, e invece...
    Invece il suo teschio si risolleva, ruota su sé stesso di 180° ed aggancia il suo sguardo ora cremisi ai miei occhi sbarrati di furia incontrollata e truce stupore. Bizzarro come non mi faccia più alcuna impressione, non mi dia più i brividi: forse è perché sono tornata ad essere me stessa, potente e libera, e non sono più la ragazzina impotente e umana-troppo-umana di quanto mi ha torturata.
    No: ora il mostro sono io, e mi sento tale.
    Ora combattiamo alla pari, almeno...ma c'è dentro di me un moto d'arroganza che mi fa sentire invincibile e mi fa avere l'inamovibile convinzione di poterlo schiacciare come un lurido insetto. Forse perché "è giusto che sia così, e quindi accadrà così". Sindrome da paladina della giustizia, da cavaliera anche oscura se necessario...sempre il solito "combattere il fuoco con il fuoco". Ma la realtà non sembra voler andare propriamente così, la stronza
    .

    «E tu che ci fai qui, bambina? A quest'ora Eliza avrebbe già dovuto metterti a nanna!»

    «Ngh!»

    «...bah, non importa. Siete un piacevole diversivo.
    Peccato che prima o poi tutto debba concludersi.
    Ma è nella natura delle cose, non convieni?»


    Annaspo, coi canini ancora più in mostra, mentre qualcosa s'insinua, striscia, s'avvinghia attorno al mio collo e la mia mente, e inizia a stringere e strangolarmi come un boa constrictor.
    È lui, vivo e vegeto, ed è nella mia testa.
    Ed io sto soffocando, sto lentamente morendo. Sento le energie abbandonarmi, l'ossigeno mancare al cervello ed al resto degli organi. Sento la coscienza annebbiarsi sempre di più, mentre la paura si affianca all'altro serpente e prendono a strisciare all'unisono tra le mie sinapsi. La paura che non ci sia il lieto fine, neanche stavolta, come tutte le altre volte della mia vita.

    ...

    Ma non può finire così! Non può! Non può finire qui, ora, adesso, dopo tutto quello che abbiamo passato! Non la avrà vinta! Non può, non perché l'universo mi o ci debba qualcosa: non può perché io sono Violet, e io posso ostacolare questo fluire degli eventi! Sono Violet, sono un'entità nella Sterminata Scacchiera del Multiverso, e anche una mia sola stupidissima mossa può avere conseguenze inimmaginabili, immani e anche catastrofiche -a seconda dei punti di vista-. Io posso, io ho il potere, come tutti quanti. E anche più di molti, dopo un'intera vita passata ad accumularlo per difendermi!

    E grazie alla mia incrollabile, caparbia forza di volontà, cocciuta oltre ogni limite, ed al mio desiderio ardente di vendetta -qualcosa di piuttosto nuovo nella mia vita, finora troppo da lato oscuro ma ora non più-, la mia capacità di metacognizione mi fa accorgere dell'intrusione e, per quanto non riesca a prenderla in tempo e sia a corto di energie, riesco comunque a interromperla, fermandolo ed impedendogli di uccidermi così facilmente.
    Ed è proprio in quel momento che decido -non so quanto volontariamente e coscientemente- di volergli rendere pan per focaccia
    .

    «...F-...FUORI - DALLA - MIA - T-E-S-T-A!!!»


    Gli urlo in faccia tutta la mia rabbia, a pochi centimetri dalle sue ossa innaturali, con la bocca spalancata e tutti i denti minacciosi ben in mostra quasi volessi mangiarmelo o strappargli la non-faccia a morsi, con la mia di faccia sfigurata dall'ira furibonda che mi dà il vigore e la forza necessari alla mia reazione.
    A poco a poco riesco a riprendere fiato e a superare lo shock del dolore, progressivamente, iniziando da mentre contrasto la sua offensiva fino a durante il mio stesso contrattacco.

    Accecata e senza più ragionare in maniera razionale, lucida e posata infatti -sarà anche la carenza d'ossigeno-, slancio la mano libera verso l'incavo tra il suo mento ed il suo collo, quella porzione di cranio naturalmente forata, che normalmente mi permetterebbe di raggiungere il suo cervello senza incontrare quasi nemmeno un ostacolo sulla mia strada.
    L'altro braccio di supporto lo trattiene ancora, senza lasciare la presa: mi ci ero aggrappata durante l'ipossia, al contempo cercando ingenuamente di stringerlo per fargli male e spingerlo a lasciarmi quindi andare.
    La mia mano d'attacco, invece, non è resa più pericolosa solamente dai durissimi artigli -un misto tra quelli zorak e quelli tipici dei vampiri, in questo mio DNA mixato-, ma è anche coadiuvata da un velo psicocinetico che ne potenzia l'efficacia e la dannosità: voglio arrivare ai circuiti elettronici malfunzionanti che ancora gli rimangono. Voglio arrivare fin lì, e distruggerglieli, impalarglieli, trafiggerglieli, perforarglieli con le dita come tante piccole lance. Voglio ghermirgli il cervello, avvinghiandomici saldamente, e portandolo di conseguenza con me qualsiasi cosa accada...compreso un mio svenimento con conseguente caduta mortale o qualsiasi altra cosa. Ormai sono esausta e sfinita, non so quanto tempo mi rimanga ancora, ma so che voglio portarlo con me, se non riuscirò a ucciderlo ora con le mie stesse mani mentre sono ancora cosciente
    .


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Medio da taglio su braccio e fianco sinistri, medio su mano inutilizzabile, alto di strangolamento psionico.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Furibonda e sanguinaria.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 10% (= 40% - 20% - 10%).

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ Boccetta di sonniferi.
    ¬ Fazzoletti di carta.
    ¬ Frammenti taglienti di vetro.
    ¬ Fangs & Claws (Armi naturali 1+2pt).


    Attive

    ¬ Mente Blindata.
    Che psiomante è uno che non sa difendere la propria mente dagli attacchi psionici altrui? Di certo uno poco rispettabile, e Violet l'ha capito ben presto a sue spese. Si è perciò concentrata nel difendere la propria mente oltre che nell'introdursi e manipolare quelle altrui, pena subire la stessa sorte. Questa tecnica quindi è il frutto dei suoi sforzi: le permette di difendersi da qualsiasi attacco di qualsiasi intensità che tenti di minacciare il suo preziosissimo cervello. Nulla potrà più violarla.

    Riassunto Tecnico:
    - Difesa vs/psion: 2pt, Variabile (Alto)
    .

    ¬ ThoughtDensity.
    Il classico potere degli psiomanti: psicocinesi, spostare gli oggetti col pensiero. Si può dire che sia il primo potere con cui Violet s'è divertita, utilizzandolo anche ad area (maggiore il consumo, maggiore il raggio d'azione) in tutte le sue varianti seppur con meno efficacia: dallo spostamento telecinetico di bersagli alle barriere protettive, dallo sparare bordate rozze e potenti ai "proiettili" chirurgicamente letali, dal sollevarsi in aria levitando e volando allo spingersi qua e là schizzando a velocità fuori di testa, dal bloccare e strangolare a distanza al rinforzare colpi fisici (come calci e dardi), dallo schiacciare a terra o slanciare in aria tutto ciò che sta in una determinata area al creare rumori e suoni (dopo anni di esercizio, Violet ha imparato a modulare le onde di pressione dell'aria, in modo da produrre perfino musica e canzoni, esattamente come le casse di uno stereo, anche grazie alla sua esperienza come cantante e musicista).
    [ Peso: 15kg x basso | 30 kg x medio | 60 kg x alto | 120 kg x critico ]
    [ Area: 5m x basso | 7m x medio | 10m x alto | 15m x critico ]
    [ Passiva: 30kg | 10m ]

    Riassunto Tecnico:
    - Attacco Potenziamento Fisici: 2pt, Variabile[LOCKED] Medio
    .

    Specchietto Riassuntivo_

    Si difende con un Alto dal critico psionico, poi contrattacca con un Medio di attacco fisico potenziato + artigli, cercando di infilarsi dentro la mandibola fin su al "cervello elettronico" per afferrarlo/danneggiarlo ulteriormente.

    Note_

    ---.


    Ramona_super-1-_zps41489fec



     
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  4. Liquid Blame
     
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    DIVIDERNAOS1_zpsfa2bce21
    DEAD END


    Che fottuto mostro. Quale razza di stronza poteva riuscire a parare un colpo di shotgun, con le mani, dopo tutta la fatica che aveva fatto per renderlo imprevedibile? Le sarebbe piaciuto avere un'armatura come quella. Avrebbe avuto la vita molto più facile e due braccia integre, invece che la metà dello standard. Oh bhé. Doveva rassegnarsi ad essersi martoriata il sinistro per niente, mentre il piombo ribalzava sui palmi rinforzati della sicaria.
    Se non fosse stato per il solito, grandissimo fattore Melrose.

    L'asiatica era scomparsa agli occhi per qualche momento, solo per apparire alle spalle e trafiggere l'avversaria nella schiena. In un punto debole della corazzatura, probabilmente.

    Fantastico. Aveva stile, aveva classe. Le ricordava sé stessa all'inizio di quella missione del cazzo, quando si era fatta una passeggiata dimensionale per arrivare alle spalle della stronza di allora, dopo il doppio incidente coi tir. Prima che crepasse il Gonzo. L'aveva decapitata in un colpo. Forse anche combattere era un'arte, forse anche uccidere richiedeva ispirazione e tecnica, intuizione ed euforia: cose che una volta l'avevano posseduta al posto di quella sensazione melmosa nel petto.

    Sputò a terra, mentre balzava all'indietro per mettere distanza tra lei e l'altra e pensare al da farsi. Forse l'aspetto più triste della questione era quel suo continuo piangersi addosso. Aveva creduto di innamorarsi, come una stupida; aveva creduto di possedere la spada, come una stupida; si era sentita ferita e sconfitta, come una stupida. Che se ne fregasse o meno, che ne piangesse o meno, quella cazzo di autocommiserazione mesta ed acida era la cosa peggiore di tutte.

    'fanculo.

    Melrose si dovette togliere, abbandonando la katana. Non solo la stronza non cadde a terra, ma si rifiutò anche di morire. Si strappò le ali, facendone due spade laddove prima non ne era nessuna. Un angelo, pensò Id, con discreto ritardo. Che bell'ironia. Rinfoderò lo shotgun, estraendo invece la spada bastarda - compagna negletta di quell'avventura del cazzo. Ne saggiò il peso. L'asiatica avrebbe avuto più bisogno di lei di un'arma da taglio, se poteva replicare quell'attacco dall'aura viola.

    Come spadaccina io, comunque, non valgo una sega.

    L'avrebbe lanciata verso la compagna, in una maniera che la potesse raccogliere.

    «Melrose!»

    A quel punto rimanevano lei e l'angelo, lei e lo sfrigolante tagliare d'aria che le ali-sciabole le avevano spedito contro. Digrignò i denti, un sottile strato di energia che le copriva la pelle.

    'fanculo te e tutta la tua gente, pensava. Era stanca, stanca di sentirsi come un'adolescente, stanca di quel buco di discarica, stanca di Violet appena ritrovata che già rischiava la vita contro il pezzo grosso. Il colpo la investì, dissipando la sua difesa inefficiente e mandandole una scarica di dolore nel ventre.

    «Va ... ffanculo, » disse Id tra i denti.


    Nell'aria fumosa della discarica si materilizzarono otto schegge violacee, mentre lo sforzo e le ferite facevano scoppiare un capillare nell'occhio sinistro di Id e la vista le si tingeva di giallo sangue. Sollevò il mitra e mandò una sventagliata negli occhi dell'avversaria, confidando che avrebbe potuto pararla come poco prima, distogliendo l'attenzione dal vero pericolo.

    Per quanto si sentisse come zolfo e merda e per quanto avesse probabilmente lo stesso odore, per quanto probabilmente alla fine di quella storia il suo corpo sarebbe diventato un bel mucchietto di zolfo e merda, Id aveva ancora voglia di vincere quello scontro.
    Le schegge d'energia della sua psiche si sarebbero divise in due gruppi: quattro contro la faccia dell'angelo femmina, quattro contro la ferita già aperta dalla spada, a rendere galleria quello che era un foro d'ingresso.

    CITAZIONE
    Difendo solo un basso del Medio (con la solita variabile) incasso l'altro basso. Poi lancio un alto. Nel mentre passo la spada a Melrose, perché magari può farne un uso migliore.


      Totale complessivo di Alto. Braccio sinistro con frattura multipla.
      Energie: 40%

      Shattered Faiths
      Con un alto consumo di energia, Id può materializzare la sua energia psichica in una serie di schegge di energia, fino ad un totale di otto, che possono essere direzionate verso uno o più bersagli. [Consumo Alto - 1pt]

      Armi:
      Pistola - 12/12
      Shotgun
      Mitraglietta
      Spada
      Coltelli da lancio - 5/5


     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    La Strega corse indietro al campo di battaglia, o almeno così pensò lei. Più che correre si stava trascinando verso la mischia. Tuttavia la giovane era troppo orgogliosa per ammettere di aver un limite o semplicemente così stanca da non accorgersene.

    Tornata indietro notò con sorpresa e una certa soddisfazione che il numero dei suoi era aumentato e non ci pensò due volte a lanciarsi nella mischia. Intanto la donna-cavaliere aveva tirato fuori una specie di ali metalliche e quando se le strappò e queste si illuminarono Jester capì che non si trattava di qualcosa di buona. Il Giullare chiamò a sé i poteri selvatici appena in tempo per non essere tagliata a metà, tuttavia non riuscì a non ruzzolò per qualche metro con un forte dolore all'addome. Mugolò mentre il bruciore lì dove l'avevano sparata le mandava il corpo in fiamme. Boccheggiò in cerca di aria e si tirò su a sedere conscia di dover fare qualcosa, ma non sapeva cosa...

    Energia: 20%-5%=15%
    Stato mentale: stanca
    Stato fisico:-Bruciature su tutto il corpo
    -pallottola avambraccio sx,
    -presa di striscio braccio sx
    -Scottature sulle braccia

    ATTIVE

    - Difesa mica Indifesa - Difesa, irrobustimento
    5%
     
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    « Ragazza mia, non credo tu sia nella posizione di poter avere delle pretese su di me. » la voce frantumata e disorganica dello scheletro filtrava a scatti dalla sua mandibola, che nel frattempo era sottoposta alla vibrazione dell'artiglio potenziato della Neuromante - il quale non pareva però in grado di perforare il materiale di rivestimento che aveva trovato nel suo tentativo di scavata « Prendo però atto della tua... pardon, vostra coraggiosa reticenza al cedere all'inevitabile. E sai com'è... »

    « ...un vero gentiluomo sa farsi da parte quando la sua presenza è palesemente poco gradita. »

    La sua testa ruotò nuovamente in posizione originale, e l'attimo successivo Quarantadue fu inghiottito dalla notte, sparito nel nulla. Riapparve a diversi metri di distanza, a terra, orientativamente a nord-est in linea d'aria rispetto a dove il grosso dello scontro continuava. Nel mentre difatti, tra assalti psionici e tentativi d'uccisione, gli assicuratori stavano dando ogni oncia della propria energia residua per la causa. Peccato che sembrasse non bastare mai. Gli attacchi ferivano ma non uccidevano, i trucchetti funzionavano ma non risolvevano; si trattava di quel genere di battaglie che potevano concludersi solamente in tragedia e massacro. E probabilmente così si sarebbe chiuso il sipario su quella brutta storia, se solo lo scheletro parlante non avesse in quel momento battuto le mani.

    Come se un'invisibile onda sonora si fosse propagata da quel piccolo e stupido gesto, sia l'assassina dalle molteplici cicatrici - sia l'angelo d'acciaio, smisero immediatamente di combattere, e seppur con qualche difficoltà si proiettarono al fianco della misteriosa creatura. Entrambe sanguinavano e ansimavano, provate dal duello in inferiorità numerica tanto quanto i loro avversari lo erano da una continua e ininterrotta sequela di duelli all'ultimo sangue e decisioni sul filo del rasoio. L'unico che a dispetto degli evidenti danni riportati non aveva perso la vena da fastidioso burlone era il loro capo.

    « Beh, che dire, è stata una lunga notte. Faticosa anche. Ma dal momento che ho recuperato quanto più mi serviva, suppongo di poter chiudere un occhio sulla vostra faccenda, e darvi un nuovo appuntamento! » « Che stai dicendo? » lo rimbeccò quasi con ferocia la donna d'acciaio, mentre tratteneva la ferita allargata con una delle mani « Eliza manca all'appello... ed Evan. E di quella donna non c'è traccia! »

    Quarantadue non la guardò, ma scrollò la testa con il fare quasi annoiato dell'erudito che commisera lo stolto.

    « Non ti preoccupare Mitsuo, la tua amica è ancora viva e ci penserò io a estrarla. Evan invece è morto, e francamente non me ne dispiace poi tanto. Quanto alla Principessa, beh, ci sta giusto per raggiungere. Viene avanti bellezza, non fare la timida! »

    La donna fece per rispondergli ancora, quando comprese. Tutto accadde in una frazione di secondo: sotto la giacca di quell'affare che un tempo era stato un uomo, avvenne un movimento; il movimento si concretizzò in due spessi cavi d'acciaio simili a catene sgusciare fuori dalle vesti e artigliare il nulla alle sue spalle - un vuoto che ben presto si confermò essere tutt'altro. Perché lì dove per tutti fino a quell'istante non vi era stato altro che la scura notte, riapparve con uno sfrigolio intermittente la figura della donna in rosso, un braccio costretto dietro alla schiena - quasi prossimo alla rottura - e l'altro stretto attorno alle spire che la strangolavano. Nei suoi occhi vi era la medesima sorpresa di tutti gli altri, ai suoi piedi giaceva invece uno spunzone insanguinato che presumibilmente aveva avuto intenzione di utilizzare sullo scheletro.

    « Bentornata! Abbiamo sentito la tua mancanza! »

    Assolutamente privo di buone maniere la proiettò con violenza sul suolo in fronte a se, come a voler metter di fronte a tutti l'esito della sua cattura - l'impotenza di chi tentava inutilmente di mettere freno ai suoi piani. La bionda, d'altro canto, non aveva neppure abbastanza fiato per gridare dal dolore: si limitò a emettere qualcosa di simile a un mugugno inarticolato, tentando ancora una volta di spezzare il filo metallico che le serrava il collo - senza alcun successo.

    « Risparmia le forze amica mia, non serve a niente. E comunque a breve ce ne andremo, dammi giusto il tempo di scambiare le ultime parole con questi... assicuratori. » gli occhi dell'essere si incendiarono di una cupa luce vermiglia « Faranno bene ad ascoltare. »

    Una luce innaturale si espanse dallo scheletro, avvolgendo lui e i suoi scagnozzi in una sorta di bolla traslucida; cominciò a tirare un forte vento.

    « Mi avete sinceramente impressionato, ragazzi e ragazze; ma sebbene il mio obbiettivo primario fosse recuperare questa simpatica biondina, non posso lasciar correre ciò che avete fatto. Avete eliminato alcuni dei miei agenti, e siete riusciti a venirne fuori con qualche informazione di troppo per i miei gusti. Se voi siete dei professionisti come me, allora sapete benissimo che tutto questo è semplicemente inacettabile. » la luminescenza pareva crescere d'intensità e le loro figure si facevano sempre meno definite; e benché indubbiamente il desiderio di salvare la fanciulla dalle grinfie del mostro potesse esser forte in alcuni, qualunque tentativo di varcare la barriera dall'esterno o distruggerla si sarebbe rivelato inutile « Allo stesso tempo, devo ammettere di non avere i mezzi per finirvi tutti ora. Senza contare quelli di voi che questa sera non sono presenti. Perciò ecco il mio regalo, la mia sentenza-- » diede uno strattone definitivo ai cavi, costringendo la donna in piedi « --avete un mese. Un mese di tempo per prepararvi alla vostra fine. E sappiate che allo scadere del termine, non vi sarà posto in cui nascondervi, e non vi sarà strategia sufficiente a proteggervi. Io tornerò e vi prenderò, come sono tornato per lei. Non c'è via di fuga. Siete ormai in un vicolo cieco amici miei, e l'unica cosa che potete fare è voltarvi e affrontare il mostro che vi bracca. »

    Non vi fu altro. Niente colpi di pistola, niente omicidi, sangue, parole; Quarantadue sparì in uno sfrigolio di pura luce, e assieme a lui le altre, lasciandosi dietro il cadavere di chi non ce l'aveva fatta. Poco prima che anche la sagoma della donna in rosso venisse inghiottita dal bagliore, ella riuscì tuttavia a incrociare lo sguardo di Violet - l'unica che sapeva abbastanza da poter capire; e a lei mandò un ultimo messaggio con le parole della mente, quando quelle del corpo non riuscivano a essere articolate.

    "Trovala" la scongiurò "Trova la Regina Bianca, è la vostra unica speranza".



    ► QM Point

    Ultimo post di quest. Non siete costretti a rispondere, lascerò la giocata aperta per una settimana (quindi fino al 17) prima di metterla in valutazione così che nel caso vogliate fare il post conclusivo abbiate il tempo di prepararlo. Non ho specificato nel post come le vostre azioni si sono concluse, ma potete considerarle come di successo, seppur non risolutive; non ho voluto descrivere ancora gli scontri per non appesantire ulteriormente il post già di per se lungo. Potete ovviamente fare altro nella zona dopo la sparizione di Quarantadue: se avete domande in proposito basta che me le facciate in bacheca e io vi dirò come proseguire. Dopo che la giocata sarà stata messa in valutazione, preparerò un ultimo post autoconclusivo di epilogo che narrerà la conclusione della vicenda per la maggiorparte dei personaggi non-giocanti coinvolti. Altre info nel topic di confronto.

    [Scadenza: /]



     
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  7. _MajinZ_
     
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    La battaglia ormai era vicina al suo epilogo e solo un miracolo poteva salvare gli assicuratori dall'inevitabile fine. Ci avevano provato, ma i loro nemici non andavano giù... riuscivano a ferirli, ma come in un incubo restavano in piedi, rendendo vano ogni tentativo di combatterli. Dimitriy provò a rendere almeno inoffensiva la collega killer, ma il suo fisico già provato si arrese ancor prima della mente, cedendo per la fatica. Il biondo ringhiò qualcosa, poi gettò la spugna. Chiuse gli occhi, in attesa di una fine che pensava imminente. Eppure... proprio in quel momento... il miracolo di cui tutti avevano bisogno avvenne.
    Ma non fu un angelo a portarlo, bensì il Male in persona.
    Lo scheletro batté le mani, decretando immediatamente la fine di ogni battaglia. Quando il sicario riaprì gli occhi, vide 42 circondato dai suoi sgherri... e per qualche strano motivo non fece scempio di chi era sopravvissuto. Decretò una specie di tregua, una proposta che però non fece tirare al biondo nessun sospiro di sollievo. Di sicuro c'era la fregatura, tutti loro sapevano troppo per sperare di cavarsela così... per il momento però, quel mostro sembrava aver ottenuto ciò che voleva. La donna in rosso infatti fece una nuova entrata in scena, purtroppo però non lo fece di sua spontanea volontà, ma solo perché afferrata dai tentacoli metallici dello scheletro. Dimitriy non mosse un muscolo: era troppo stanco per fare qualsiasi cosa.
    Una cosa però poteva ancora farla... ovvero ascoltare. Ed era impossibile ignorare uno scheletro con le orbite infuocate, che ti spiegava come di li a un mese sarebbe tornato per far esplodere il culo a tutti i superstiti. Il russo sorrise. Quel pazzo gli stava dando un'altra possibilità, il che non poteva che fargli piacere... ma soprattutto lo divertiva: era solito non sbagliare due volte, quell'essere si stava scavando la fossa con le sue mani.
    La preda caduta in trappola è quella più pericolosa.
    Commentò il biondo, lo fece in modo tale che anche il mostro lo sentisse... prima che quest'ultimo svanisse in una bolla di luce. Erano tutti vivi, alla fine. Dimitriy guardò i compagni, poi lentamente si tirò su... nella sua mente era già fisso il prossimo obiettivo: uccidere 42. E di sicuro era lo stesso che frullava nella mente di tutti quelli presenti. Bisognava solo avere un po' di pazienza, prepararsi e far rimpiangere a quel mostro la sua magnanimità.



    CITAZIONE
    Dimitriy Kozlov

    Stato Mentale: ...
    Stato Fisico: Stanco, leggera contusione all'addome, ferita d'arma da fuoco alla spalla destra parzialmente guarita, piccoli fori causati dagli aghi, ferita al capo.
    Ki: 15%

    Note: \\

    Passive: Power Up Agilità 50% - Velocità 50% - Movimenti acrobatici complessi - Passo Felpato - Anti-Auspex Spirituale - Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce - Mana +10% - Resistenza al Dolore - Resistenza alle Malie passive - Passiva per mentire in modo perfetto - Riconoscimento Bugie - Passiva riconoscimento tracce - Passiva di riconoscimento intrusioni mentali.

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Fauci Gemelle
    Non sempre un assassino può contare sulla furtività, quando questa viene meno spesso è necessario affrontare il nemico in campo aperto e per farlo servono degli strumenti adeguati.
    Dimitriy ha dalla sua una coppia di pugnali da combattimento, essi presentano una lama lunga una ventina di centimetri, di colore rosso scuro. L'impugnatura è rivestita di gomma antiscivolo, nera, sagomata in modo tale da risultare comoda all'utilizzo. Una particolarità è la specie di tirapugni situato lungo il manico, in modo tale da proteggere la mano e allo stesso tempo consentire mosse non proprio canoniche. I due pugnali sono conservati in due foderi, situati su entrambi i fianchi, in modo tale da risultare facilmente afferrabili. Si usano di traverso, con la lama accanto al taglio della mano.
    [Coppia di Pugnali]

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Nell'addestramento per diventare un perfetto killer, alle giovani reclute viene fatta scegliere un'arma da corpo a corpo e una da lancio con cui addestrarsi. Quel giorno gli occhi di un giovane Dimitriy incontrarono quell'artiglio dalle lame cremisi e, accanto ad esso, quella serie di cinque pugnali da lancio di cui si innamorò. Ben presto iniziò ad addestrarsi nell'uso di quelle armi, recuperando i suoi coltelli dopo ogni uso: non se ne separava mai. Almeno fino al giorno in cui attraversò il portale, ritrovandosi così senza i suoi fidati e silenziosi dardi... anche se non ne fece una tragedia.
    Però quando rivide qualcosa di molto simile ai suoi pugnali, su una bancarella del Bazar, beh, non poté fare a meno di acquistarli.
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Dozhd' Krovi ~ Pioggia di Sangue
    All'apparenza può sembrare un normalissimo guanto bianco, uno di quelli soliti che indossa il biondo assassino... e infatti all'esterno è identico. Sotto la stoffa però si nasconde un particolare meccanismo dalla forma rettangolare, che ricopre gran parte del dorso della mano. All'interno della sottile scatolina è custodito un piccolo meccanismo che consente di sparare dei piccoli aghi metallici, cavi, tramite i cinque fori presenti sul bordo dell'arma e che comunicano con l'esterno tramite una modifica del guanto. Il tutto sarà collegato a un grilletto a pressione presente sul palmo e basterà stringere la mano per sparare un ago alla volta. Ovviamente è difficile che uno di questi aghi diventi letale, tuttavia una volta imbevuti di veleno diventano davvero pericolosi.

    ₪ Bagrovyy kogot' ~ Artiglio Cremisi
    Aumentare la propria mobilità è fondamentale in missione, soprattutto quando si fa un lavoro complicato come il sicario o la spia sul campo. Per questo motivo Dimitriy ha ideato uno strumento che lo aiuta molto in quello, dandogli modo di muoversi senza sprecare utili energie. Si tratta di un'imbragatura che si aggancia alla schiena, avvolgendo le spalle con delle cinghie in cuoio, all'imbragatura è ancorata una piccola carrucola attorno alla quale è avvolto un cavo metallico con all'estremità un gancio d'acciaio. Esso potrà essere scagliato in direzione di un appiglio qualsiasi tramite un aiuto meccanico, oltre che diventare un utile strumento per combattere. Il cavo ha una lunghezza di circa cinque metri.

    ₪ Occhio della Sirena
    Le leggende narrano di un tremendo naufragio che colpì alcune navi dirette ad Undarm per consegnare un prezioso carico. Su una di queste, un marinaio ebbe l'incontro più inatteso della sua vita. Una bellissima sirena, dai capelli lunghi e del color del mare, attratta dal suo fascino lo salvò dall'annegamento deponendolo su di una tavola di legno. Quando il marinaio si riprese l'amore tra i due sbocciò come un fiore a primavera, facendo dei due instancabili amanti. Tuttavia, il marinaio con il passare dei giorni bramava sempre più la terraferma e, stremato dalla sua condizione, finì per abbandonare la sirena facendosi issare a bordo da una nave di passaggio. Affranta per la sua perdita, la sirena non si diede pace, cercando un modo per ritrovare il suo amato e convincerlo a tornare da lei. Per questo motivo, con l'aiuto della Strega dei Mari, si cavò l'occhio destro e su di esso pose una potente magia in grado di condurlo da lui. Ma la sorte non arrise alla giovane sirena, catturata dalle reti per la pesca durante il suo lungo viaggio. Si dice che morì di rimpianti in una vasca di qualche collezionista, mentre il suo occhio ancora giace in fondo al mare...

    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    Dimitriy non è mai stato un tipo religioso, quindi è abbastanza singolare sapere che appesa al suo collo si trovi una croce. Essa è una piccola e semplice croce in argento, senza troppi fronzoli o decorazioni, appesa al collo tramite una cordicella nello stesso materiale, su cui spiccano diverse perline argentee anch'esse, quasi si tratti di un rosario. La croce però non si riferisce a qualcosa di cristiano o simili, anzi, essa è un regalo donatogli dalla Dama Scarlatta, Coralia, per la quale l'assassino prova sentimenti contrastanti, contraddistini però da una forte attrazione... ma anche un ricordo indelebile, da cui il biondo non si vuole separare.
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    Ancora Dimitriy non conosce il motivo di quel regalo, però lo custodisce gelosamente e non se ne separa mai, per nessun motivo. Gli ricorda una persona importante, una figura che ha risvegliato parte delle sue emozioni da tempo sopite e che non dimenticherà mai.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

    ₪ Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]


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    The End of This Chapter_


    È incredibile. Le mie dita artigliate e potenziate non sono sufficienti a perforargli il cranio. D'altronde, la bordata telecinetica di prima nemmeno era bastata, ed era stata ben più potente...Speravo però di esser riuscita ad indebolirlo a sufficiente con quella, appunto, così da permettermi di aprirgli la faccia da dentro, ma invece...

    ...Invece lo stronzo fa anche il figo, conciato male come lo ho, e si teletrasporta richiamando i suoi lacchè. E per quanto restii, obbediscono: l'angelo di metallo, la "ragazza" di Eliza che a quanto pare si chiama Mitsuo, protesta ma non muove un muscolo specialmente dopo che lo scheletro la rassicura sullo stato di Eliza appunto.
    Tuttavia, c'è qualcosa di ancora più inaspettato della loro insensata ritirata: all'improvviso, coi suoi soliti cavi metallici del cazzo, il mucchio d'ossa strappa da un velo d'illusione una ragazza che...che, maledizione, intuisco fin troppo bene chi sia: è la mia salvatrice. È colei che mi ha avvisata alla sede del giornale. È colei che mi ha avvisata dei rinforzi pochi minuti fa. È l'unica che desideravo attivamente e personalmente di incontrare in tutta questa vicenda: "Chi sei?" è la domanda che più mi è ronzata in testa in questi giorni, nei momenti in cui ero libera di pensare senza venire torturata o spaventata o obbligata a fare altro.
    Lei, il punto di domanda che più si è avvicinato a me.
    Lei, che ora è in trappola, in mano sua, e che a quanto pare è stata da sempre l'obiettivo dello scheletro
    .

    «[...] Mi avete sinceramente impressionato, ragazzi e ragazze [...] Non c'è via di fuga. Siete ormai in un vicolo cieco amici miei, e l'unica cosa che potete fare è voltarvi e affrontare il mostro che vi bracca.»

    “Trovala. Trova la Regina Bianca, è la vostra unica speranza.”


    È lei, è quella che hanno chiamato "La Principessa", nella mia testa. Mi parla, mi supplica, m'implora, mi aiuta per l'ultima volta. "La Regina Bianca"...inconsciamente un cassetto della mia memoria si apre, permettendomi di gettare uno sguardo sul dossier che ho acquisito da Dawkings. E un altro meccanismo inconscio crea una sinapsi di collegamento tra la parola "Principessa" e la parola "Regina", un link pronto per l'uso, magari per un momento di maggiore calma, di riunione coi colleghi, ecco: per ora, c'è ancora il nemico a cui pensare, anche se per poco.

    «...NON HAI ANCORA CAPITO CHI È IL MOSTRO!!!»


    Gli urlo contro in un ringhio frustrato e furibondo, mentre svanisce nel suo ridicolo ed ipocrita bagliore candido di pura luce.
    Sei fortunato, morto che cammina, ché sono così stanca da non spaccarti il culo adesso e rimetterti nella tua bara...PER SEMPRE!
    Dentro di me sento montare una rabbia incontrollata, è come se avessi un cuore di lava e tenebra che ribolle e fa fatica a trattenersi, a non eruttare con violenza inaudita, a non esplodere travolgendo e radendo al suolo tutto ciò che incontra nel suo raggio d'azione. C'è qualcosa dentro di me che sta cambiando, che è già cambiato, o che forse sta solo emergendo dopo essere rimasto assopito per chissà quanto tempo. Qualcosa che non è soltanto Raven, qualcosa che è dettato da questo nuovo sangue che mi circola in corpo, dovuto alla succ--
    -

    «EHI! LA BAMBINA!! DOV'È LA PICCOLA SUCCUBE?!»


    Sono io troppo stanca per non percepirla più...? O è lei, troppo stanca per essere percepita...?
    Guardo in sua direzione, o per meglio dire verso l'ultima sua posizione nota, e...stringo i denti, stringo i pugni, e m'imbarco nella faticosa e perigliosa discesa a terra.
    Ho un sacco di cose da fare, una volta arrivata: riunirmi coi miei colleghi assicuratori, farmi aggiornate su tutto ed aggiornarli a mia volta, controllare la piccola succube, controllare Eliza -chissà, magari non l'ha ancora "estratta"-, trovare questa benedetta Regina Bianca al Nord e riorganizzarci per rompergli il culo...non necessariamente in quest'ordine. In ogni caso, la prima cosa rimane comunque arrivare a terra, e nelle mie condizioni già questo sarà un bel merdaio: è già tanto se non svengo e precipito, e stavolta non ci sarà il ragazzo della crema a liquefare l'asfalto per salvarmi attutendo l'impatto col suolo
    .


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Medio da taglio su braccio e fianco sinistri, medio su mano inutilizzabile, alto di strangolamento psionico.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Furibonda e sanguinaria.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 10%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ Boccetta di sonniferi.
    ¬ Fazzoletti di carta.
    ¬ Frammenti taglienti di vetro.
    ¬ Fangs & Claws (Armi naturali 1+2pt).

    Specchietto Riassuntivo_

    Riceve il messaggio, gli urla dietro e cerca di scendere, preoccupata per Eliza, la succube e gli altri X°D.

    Note_

    *Il "ragazzo della crema" è un mutante (a.k.a. Cream) del passato di Violet X°DDD.


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  9. Liquid Blame
     
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    DEAD END




    Gli eventi. Erano proseguiti come sempre avevano fatto, ovvero a prescindere dalla sua volontà. Una volta che fu chiaro che era tutto finito, Id si sentì svuotata - ancora più di prima. Si tirò su il cappuccio della tuta sopra i capelli bagnati, le ciocche rese dritte e pesanti dall'acqua che pendevano in avanti. Rinfoderò le armi, si portò le mani alle tasche. Voleva fumare. No; voleva star male. Una sigaretta avrebbe danneggiato i suoi polmoni se fosse stata un'essere umano; come demone del Piano-L, con lo zolfo nel sangue e nell'organismo, poteva permettersi un tasso molto più alto di sostanza tossiche. Avrebbe potuto aspirare lo scarico di un tir senza sentirsi male. E sicuramente non l'avrebbe fatta sentire peggio di quanto già non stesse.

    Melrose le ridiede la spada - troppa grazia. «Hai una stecca?»
    Piena di risorse come al solito, l'asiatica le tirò un intero pacchetto. Staccò il filtrino, portò la cicca martoriata alla bocca, frugò, accese. Aspirò.

    Nel frattempo, i suoi compagni di viaggio facevano un riassunto della situazione. Non aveva parlato quando lo scheletro le aveva annunciato la sentenza; l'Insegnante, comunque, avrebbe trovato buffo che fosse riuscita a guadagnarsi una pena di morte anche in quel mondo.
    Per quello che importa. Posso sempre andarmene. Certo. Se era fuggita da casa sua per una colpa che non ricordava, poteva andarsene da quel crocevia di realtà che non le apparteneva. E il contratto? sussurava qualcosa nella sua testa. E le morti? E Nina?

    Id aspirò e sputò il fumo, che nell'aria fredda prese la forma di un teschio.

    Tolse una mano dalla tasca. La sinistra. Divertente come un pezzo del proprio stesso corpo potesse sembrare così inutile.

    «Avrò bisogno ancora di te per qualche ora» disse, rivolta un po' all'asiatica un po' a se stessa. Dovette ignorare le urla di Violet. Un peccato, l'indifferenza, visto che dopotutto la telepate non le era indifferente. Pessimo gioco di parole. Averla cercata per giorni e averla trovata viva era sicuramente un evento strano. Ci sarebbe stato un altro momento per le congratulazioni.

    «Se qualcuno di voi vuole fuggire, a me sta bene. Per chi resta ...» prese una boccata. «questo non è un posto per parlare. Ho un ufficio sulla diciannovesima, il Demon Solutions. Con l'insegna al neon e tutto.»


    Non il posto migliore per essere al sicuro, non in tre giorni in cui erano stati inseguiti e assediati in ogni luogo. Ma poteva supporre di essere in tregua. Non un mese, forse, ma quella notte almeno. A parte Eclaire, pensò. Per quanto fosse diventata qualcos'altro, non credeva che la spadaccina fosse una sicaria dello scheletro. Era più una mina vagante. In ogni caso ...

    «Io ho delle cose da fare. Pensateci.
    Conviene vivere il viaggio della vita in buona compagnia.
    »

    Soprattuto se era un viaggio di un mese.





    Lo scimmione in giacca stava ancora dormendo. Eliza, invece, era sparita. Alla faccia dei nodi e dello stordimento. Ma forse non era scappata, l'avevano solo recuperata. Qualunque cazzo di cosa volesse dire.
    In ogni caso dovevano sbrigarsi. Si erano distaccati dal gruppo, ma sarebbero venuti a controllare l'interno della baracca presto. Non che schifasse la loro compagnia, ma aveva bisogno di stare da sola: e lo sguardo neutro di Merlose era abbastanza impersonale, abbastanza ignorabile. Sapeva che a lei non importava, così non le importava essere ascoltata. Violet; forse anche il russo: si sarebbero impicciati. Della giullare, del damerino e della guerriera ... non li voleva attorno.

    Frugò nelle tasche estremamente capienti di Mr. Bongol, superando quella che doveva essere l'impugnatura di una pistola e arrivando al freddo plasticoso dell'oggetto che stava cercando. Un cellulare. Prese dalla rubrica il numero di Shifter. Linea morta. Provò con Marduc. Linea morta.

    Puttana della miseria, andiamo. Niente contatti con la malavita, allora. Certo poteva sperare che quei due si facessero vivi, ma non aveva tempo. Poteva tornare e chiedere al damerino ... Di Maximilian non se ne parlava nemmeno, e poi non aveva il numero.
    Consumò la quinta sigaretta e imboccò la sesta. Ragionava meglio, con la nicotina. Attorno a lei si stava creando un'aura di morte. Respirò a pieni polmoni, mentre il pollice componeva un numero a memoria. Il telefono squillò. Qualcuno rispose.

    «Non ho tempo. Passatemi Riddick.»

    Dall'altro capo ci fu un turbinio di ali e un fruscio di vocine concitate. Ma perché cazzo si circondava ancora di quelle sciacquette? Finalmente, una mano conosciuta prese in mano la cornetta.

    «Quanto tempo ...»

    «Non strafrantumarmi il cazzo. Non ho voglia di sentire: parlerò solo io. Ascolta bene: ho bisogno che mi trovi un dottore, anzi ... due dottori. Esperti di biomeccanica e protesi, anche. Non importa quanto costa, lo segni a nome mio e te lo pagherò con comodo. Devi mandarne uno al mio ufficio, l'altro al Viper's Nest ... è in macerie, ma ci sarà qualcuno ad aspettarlo.»

    Silenzio. Riddick stava, evidentemente, valutando la cosa.

    «Sai che ti costerà.»

    Disse. Non era neanche una domanda.

    «So che tu hai accesso al mio conto al piano-L. Io no.»
    Attaccò.


    Scosse via la cenere dalla cicca. Quanto tempo, davvero. Amici e parenti, non puoi liberartene anche se vorresti. Si infilò il telefono nella tasca, a mo' di prestito, poi si chinò verso lo scimmione, mollandogli un generoso schiaffo sulla mascella pronunciata.
    Niente. Eppure c'era battito, respirava. Dovevano avergli dato un sedativo per cavalli.
    Si rialzò.

    «Merlose ... qui abbiamo finito. » Fissò l'asiatica dritto negli occhi. Era stata la sua spada, la sua spalla, in quell'ultima notte, e non aveva idea di chi diavolo fosse. Doveva solo sperare che anche lei avesse a cuore gli interessi della loro amica in comune, altrimenti ogni sua azione non avrebbe avuto senso. Doveva sperare. «Ho mandato un dottore per Nina, al Viper's Nest. Io non posso venire ora, e comunque, sono più brava a uccidere. Non appena sapete qualcosa, chiamatemi. Questo è il mio recapito.»

    Le passò un biglietto da visita. Che ironia.

    Id Clodagh - Demon Solutions
    334550666. "Risolvo problemi".


    Anche Nina glien'aveva dato uno dei suoi.


    Id si assicurò che l'altra avesse capito. Doveva affidarsi al suo annuire silenzioso. Non le piaceva, ma non poteva comunque curare Nina con l'imposizione delle mani, né poteva spostarla dal Nest. Andarci ... l'avrebbe solo paralizzata. Prese Bongol per la spalla, e sparì in una nuvola di zolfo.




    Riapparì nell'ufficio, il corpo di Bongol che spostava col suo peso una sedia lì vicino e si appoggiava contro la scrivania. Lei non fu molto più equilibrata: si sbilanciò in avanti, le cadde la sigaretta, a malapena rimase in piedi. Si aggrappò al muro e immediatamente capì di aver sbagliato. Aveva usato il sinistro, l'osso le faceva un male cane.
    Il dolore le disegnò un velo di sudore sulla fronte.

    «Presto,» disse.

    CITAZIONE
    Scusate, ho fatto un po' di autoconclusioni, ma avevo il benestare di Kriss. Id dice quello che dice, poi se ne va verso il capanno, e teletrasporta via Bongol: se ci tornate, quindi, lo trovate vuoto.

    In ogni caso insisto per fare (quando volete) una giocata all'ufficio di Id, ma sentiamoci in confronto.


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    Dead End ~ Epilogue
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    ENCAGED BIRD
    {luogo ignoto - tempo ignoto}



    L'eco di passi pesanti sul metallo lo destò dalla propria contemplazione.
    Gli bastò un leggero movimento delle dita perché la sua finestra personale sul cosmo si chiudesse, portando la tenebra con se. Pochi attimi e fu di nuovo luce; i neon su soffitto e pareti pulsarono di luminescenza debole, malata.
    Quarantadue non prese parola per primo.

    « Suppongo che un ringraziamento sia dovuto. »
    affermò il suo visitatore con voce roca e soffocata
    « O devo pensare che l'hai fatto per avere in cambio qualcosa? »

    L'uomo che non era più un uomo abbassò leggermente il capo, sentendo all'improvviso il bisogno di buio, solitudine e raccoglimento. Ma semplicemente desiderarlo non avrebbe fatto sparire l'individuo alle sue spalle, e di questo era fin troppo consapevole.

    « Mi sfugge la ragione per la quale mi porgi una simile domanda, quando sappiamo benissimo entrambi che qualsiasi risposta io ti fornisca tu la considererai come fasulla. »

    Una risata simile ai colpi di tosse di un malato terminale gli giunse in coda, ma questo non fu sufficiente a scoraggiarlo dal proseguire.

    « A ogni modo, ho preferito non eliminare la Principessa perché ho ragione di credere - come te, ma per differenti motivazioni - che possa tornarci ancora utile in futuro. Del resto, il Collettore non scappa da nessuna parte. Ci sarà tempo per accoglierla al suo interno, quando sarà il momento. »
    si riprese dalla propria posa di riflessione e si volse a fronteggiarlo
    « Certamente, non l'ho fatto per darti piacere, di questo puoi andare sicuro. »

    Rimasero a fissarsi a vicenda per diversi secondi, anche se da fissare non vi era nulla in verità: da una parte un finto scheletro di metallo e cavi elettrici, con due orbite prive di luce al posto degli occhi; dall'altra una maschera d'acciaio brunito saldata a qualcosa di molto simile a un antico elmetto di fanteria. In tempi e circostanze diverse, un ipotetico osservatore avrebbe forse potuto scambiarli per due pagliacci. Ma i tempi e le circostanze erano tutto fuorché divertenti. E nessuno di loro aveva voglia di scherzare.

    « Che vuoi dunque? »
    il silenzio si spezzò - ma i due rimasero freddi e immobili come statue
    « Nulla. »
    il massiccio interlocutore ebbe un breve accenno di reazione
    « N u l l a. »
    ripeté poco convinto
    « Precisamente.
    Come ti ho detto, ho i miei motivi. »


    Credette che non avrebbe lasciato cadere la conversazione così; a dispetto delle apparenze, quell'individuo sapeva essere piuttosto sagace. Tuttavia, benché Quarantadue non avesse alcun dubbio che la discussione non sarebbe finita lì - in quella stanza e in quell'istante - l'Overseer sembrò decidere di mollare il colpo. La gioia di avere il proprio prezioso uccellino di nuovo nella gabbia dorata che gli aveva preparato con cura doveva essergli risultata sufficiente per il momento.

    « Così dici tu.
    Non sono però venuto qui solo per scambiare due chiacchere... »


    La sua mano si infilò dentro le pieghe della giacca verde, e ne emerse stringendo fra le dita una tessera di metallo. Quando gliela porse, Quarantadue la prese subito, e senza degnarla di uno sguardo la fece scivolare nel taschino.

    « Tutti i dettagli circa la prossima operazione.
    La nostra Lady si aspetta che questa volta l'operazione conduca alla risoluzione finale del problema con quegli Endlossiani e-- »

    si aggiustò il nodo alla cravatta con premeditata malizia
    « -- con la nostra vecchia conoscenza da quelle parti, intanto che ci sei. »
    « Nostra Lady chiede molto. »
    « Soltanto il necessario, amico mio.
    Soltanto il necessario. »


    Le parole fra i due si erano esaurite, ed entrambi ne erano consapevoli.

    « Sarà fatto. »

    Il gigante mascherato girò i tacchi e abbandonò lo spettro di un uomo a se stesso, alla sua solitudine, ai suoi motivi e ai suoi fardelli - ogni giorno sempre più pesanti e sempre più importanti.



    ---------------------------------------------------------------------------------------------
    AFTERMATH
    {nirvana - il giorno dopo gli eventi alla discarica}


    « Un bel casino, non c'è che dire. »

    Maximillian Hoegster si massaggiò la morbida peluria sotto il mento, mentre osservava con attenzione le scartoffie sulla sua scrivania. Nella stanza che era il suo nuovo ufficio, riordinato da poco, c'era solamente un'altra presenza: Saori lo osservava muta, con le braccia conserte e con chissà quali pensieri per la testa. Il Sarkage sapeva che quando lo avesse desiderato, li avrebbe condivisi con lui. Ma pensava anche che non necessariamente sarebbe stato quello che avrebbe deciso di fare. Il silenzio poteva essere una scelta e anche una risposta. E Dio sapeva quante dannate domande insolute ancora circolavano in quella brutta storia.

    « Non posso dire di essere contento della situazione, ma non penso di poterne fuggire a questo punto. Dunque non ho altra scelta. »
    sollevò gli occhi piccoli e liquidi su di lei
    « Il Nirvana deve chiudere per il momento. »
    affermò con una nota di disappunto nella voce
    « Mi occuperò dei preparativi e di organizzare una riunione per aggiornarci tutti sugli eventi.
    Spero solo di riuscire a fare in tempo... »


    Si appoggiò al desco di robusto mogano, sospirando pesantemente. Aveva un mese di tempo per mettere insieme gli uomini, i soldi e i mezzi necessari, e a malapena aveva idea per che cosa; eppure per quanto l'idea lo mettesse a disagio, non si sarebbe tirato indietro per nessuna ragione al mondo. Non perché temesse per la sua vita, quanto più per quella dei suoi amici - rimasti invischiati a loro volta nelle vicende. Lo avrebbe fatto anche per Lerì. Per ciò che gli avevano strappato via, per sempre.

    Scacciò quei brutti pensieri con la forza, e quando rialzò il capo incrociò lo sguardo severo della cortigiana; a quel punto non poté esimersi dal sospirare una seconda volta, seppur per ragioni ben differenti dalla prima. Il silenzio era una risposta. E talvolta una condanna.

    « Volevo dire che lo farò in tempo. »
    a quelle parole il visetto serio di lei si sciolse in un'espressione allegra
    « Posso chiederti di informare le ragazze rimaste? »

    La giovane asserì con il capo e si dileguò oltre la soglia, con il suo passo leggero ed elegante. Max rimase solo. Si sfilò dalla tasca una piccola chiave e la inserì nel cassetto più basso della scrivania, sbloccandone il meccanismo. Ne tirò fuori una cartelletta rilegata in pelle sciupata dagli anni, ne sciolse il laccio. Dentro giacevano numerosi disegni e progetti stilati in tempi diversi da una persona diversa. Mai avrebbe pensato che li avrebbe dovuti riprendere in mano così tanto dopo, ma del resto mai avrebbe previsto di ritrovarsene in così disperato bisogno.

    « Com'è che voleva chiamarti Jarr? »
    disse a se stesso, carezzando i tratti complessi vergati su carta
    « ...Titan. »

    Un sorriso nostalgico si disegnò sulla sua bocca.

    « Sì, Titan andrà bene. »



    ---------------------------------------------------------------------------------------------
    MOLT
    {da qualche parte a blood runner - tempo ignoto}


    Aveva iniziato a circolare una storia, a Blood Runner, dopo gli strani eventi delle notti passate.
    Fra le vie più buie e meno trafficate, si diceva che fosse possibile incontrare una creatura deforme e ripugnante, intenta a sghignazzare e a carezzare un bizzarro fagotto che teneva fra le mani. Si narrava che finché non la si fosse disturbata, la sgorbia non avrebbe mai alzato lo sguardo dall'oggetto della sua follia e nessun pericolo sarebbe sorto; e che quei pochi che non avevano ascoltato e che avevano tentato di derubarla, erano stati invece brutalmente assassinati.

    Certamente, la latrina a cielo aperto che era la metropoli non si risparmiava in quanto a calunnie, storielle inventate sul momento, e favole da ubriachi, tant'é che ne giravano fra i locali malfamati più di quante mignotte battessero per tutte le strade (e non erano poche). Tuttavia, alcune notti - quando per un istante incredibile il silenzio prendeva possesso del quartiere - era davvero possibile udira urla laceranti e risate da manicomio echeggiare da punti imprecisati. E se qualche curioso si fosse affacciato dalle finestre, una di quelle notti, e lo avesse fatto affacciandosi sul giusto vicolo - allora l'avrebbe vista veramente, il mostro. Un relitto di donna che si trascinava sui muri, lasciandosi alle spalle pezzi di pelle e materia indefinita, sangue, e altri residui, stringendo saldamente qualcosa di allungato e malamente incartocciato. Sotto i bendaggi improvvisati, piaghe pulsanti e ferite in continua rimarginazione.

    Mai nessuno avrebbe potuto sapere chi fosse stata, e chi era veramente. Soltanto pochi, mai presenti, conoscevano quella storia. Soltanto pochi, gli assicuratori, conoscevano la verità dietro quelle pazze sere che avevano partorito mostri e stroncato vite. Così, neppure nella improbabile eventualità che qualcuno fosse stato abbastanza vicino allo scarto umanoide da sentire frammenti dei suoi vaneggiamenti, non avrebbe mai potuto capirci niente.

    « Mia, soltanto mia adesso. E presto avremo ciò che ci spetta, mia cara.
    Tutto ciò che ci spetta di diritto. »


    MOLT_zpswshafabg

    « ...la nostra vendetta. »

    Lei però sapeva bene di ciò che blaterava.
    E gli assicuratori avrebbero fatto bene a ricordare chi si erano lasciati alle spalle.
    Perché quella storia non era ancora finita: l'ultimo paragrafo sarebbe stato vergato col sangue.



    ---------------------------------------------------------------------------------------------
    MELTING ICE
    {koldran, fortezza dimenticata - tempo ignoto}


    Freddo.
    Stringeva il cuore del castello in una morsa impenetrabile. Nei corridoi che conducevano alla sala del trono, più ci si faceva vicini e più l'atmosfera si faceva surreale. Il Quarto Cavaliere non vedeva quelle le mura inspessite da strati di brina e ghiaccio da molti anni, ormai. Non camminava sui tappeti sgualciti e assiderati dal gelo da più tempo di quanto desiderasse rammentare. Ma qualcosa era cambiato dal giorno in cui aveva fatto la sua promessa. Il segnale che aveva atteso per tutti quegli anni era finalmente giunto, e avrebbe finalmente potuto vedere la sua Regina ancora una volta.

    A stento tratteneva l'emozione.
    Quando giunse dinanzi ai massicci portoni - quasi trasformati in lastre di cristallo - adagiò entrambe le mani su di esse con una lentezza quasi esasperata, come timoroso di cosa vi avrebbe potuto trovare oltre una volta fatta scelta di entrare. Non era un segreto che la sua signora fosse caduta in uno stato di decadimento inarrestabile. Non lo era più da intere generazioni di guardiani, oramai. E il semplice pensiero che l'immagine che così a lungo aveva conservato nei più tiepidi angoli della propria memoria non avrebbe più potuto trovare riscontro nella realtà, lo spaventava e lo feriva. Più di ogni altra cosa, anche più del timore, nel Cavaliere era però forte la consapevolezza. Il giuramento che aveva prestato e a cui mai si sarebbe sottratto.
    Per nessuna ragione.

    Così spalancò i portoni, lasciando che i cardini spezzassero il ghiaccio in cui erano stati avvolti.
    Entrò nella sala del trono sollevando polvere di diamanti. Alzò il capo e oltre la brina incrociò il volto della figura che immobile giaceva sullo scranno di bianco purissimo. Le immense vetrate che ricoprivano la volta erano state rese opache dal freddo, ma ancora abbastanza luce riusciva a filtrare e a illuminare perché gli fosse concesso di vederla chiaramente. La sua forza di volontà si incrinò nel vederne le guance fratturate e tumefatte dall'assideramento, le labbra rinsecchite. Tuttavia, se le apparenze gli restituivano la visione di una creatura ormai morta da tempo, la chiamata che aveva udito non lasciava spazio a dubbi. Si stava risvegliando, in quell'esatto istante. Così trovò la forza che gli mancava e a gran voce annunciò la sua presenza.

    « Mia Regina, il vostro Cavaliere è giunto per servirvi, oggi come in passato - oggi e per sempre. »
    si irrigidì e poi si inchinò sino a toccare il suolo col ginocchio, in segno di profondo rispetto
    « Ai vostri ordini. »

    Solo pochi istanti di silenzio seguirono le sue parole, ma al Cavaliere sembrarono eoni interminabili.

    « Gallant, mio adorato... alzati. »

    L'uomo si sollevò prontamente, riportando il suo sguardo su di lei - immobile nella medesima posizione. Aveva le palpebre ancora socchiuse, ma credette di intravedere un movimento in esse. Strinse e i denti e fece ricorso a tutta la propria volontà per ingoiare il nodo che gli era sbocciato in gola non appena aveva udito la voce sofferente e stentorea della sua Regina.

    « Sono grata al destino per averti trovato ancora qui, al mio risveglio. Grande è la mia gioia nel risentirti. Ma il mio tempo è limitato, ed è prossimo ad esaurirsi. Quindi ti prego, ascoltami con attenzione. »

    Gallant ascoltò.

    « I nostri nemici sono alle porte, lo sento. La prossima battaglia sarà anche la nostra ultima, nel bene o nel male; ma non devi disperare, poiché questa volta non saremo soli. Altri uomini e altre donne giungeranno qui da molto lontano, giungeranno in cerca del nostro aiuto e di risposte alle loro domande. Alcuni fra loro potrebbero essere la chiave del nostro successo, altri la chiave della nostra rovina. Tu dovrai accoglierli tutti come fratelli, e quando i tempi saranno maturi - li condurrai da me poiché io possa giudicarli prima della fine. »

    Le palpebre della Regina Bianca si alzarono di qualche centimetro - offrendo al Cavaliere uno spicchio di nero assoluto.

    « Prepara i tuoi uomini e rassicura i nostri sudditi. Dì loro la verità. Dì loro che la tempesta si sta avvicinando, di farsi forza a vicenda e di avere fede. Dì loro -- »

    MORTE1_zpsvii42mxt

    « -- che nessuno fra chi ci minaccia sarà risparmiato. »

    Il Quarto Cavaliere annuì solennemente, certo d'ogni singola parola. I meccanismi del fato avevano ricominciato a girare, e così come era stato previsto, l'ora del giudizio si faceva ormai prossima. Sarebbe stato pronto.
    Sarebbero stati tutti pronti.

    « Così sarà fatto, mia Regina. »


    ---------------------------------------------------------------------------------------------
    TO BE CONTINUED...
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    Edited by Agente Smith - 23/11/2015, 23:44
     
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    The End of This Chapter_


    Non so bene come, ma riesco a raggiungere gli altri prima che la demonessa si dilegui. Io non ho le forze, non più, per fare quello che fa lei.

    “[...] questo non è un posto per parlare. Ho un ufficio sulla diciannovesima, il Demon Solutions. Con l'insegna al neon e tutto.”


    Annuisco, mentre la guardo allontanarsi. Resto in silenzio, un silenzio che echeggia tutt'attorno in una maniera estremamente surreale dopo tutto ciò che è successo: non solo in questi ultimi minuti, ma in questi ultimi giorni. E a pensarci bene è una cosa incredibile: è stata una serie di eventi che è esplosa all'improvviso ad un volume altissimo, e come è venuta così se n'è andata, lasciando un vuoto assordante.

    Sono stordita, guardo Dimitriy senza sapere bene cosa fare, poi decido di andare a cercare la mia piccola succube, che avevo affidato a Saori...ma è morta, c'è poco da fare, e non posso certo biasimare la mia collega telepate per non averla potuto proteggere
    .

    «Dimitriy...Abbiamo un posto sicuro a cui fare ritorno, ancora?»


    Gli chiedo, sofferente ed esausta, mentre mi passo una mano sugli occhi e sulla faccia nel tentativo un po' vano di restare sveglia e lucida. O per lo meno di non raggiungere la massa critica di mancanza di lucidità che farebbe scattare la perdita di sensi totale, quella soglia sotto la quale la mia coscienza crolla drasticamente a zero.

    «Ho un sacco di cose da raccontarvi...»


    Mormoro infine, mentre i miei labirinti comunicano al mio cervello inconscio informazioni sbagliate e ciò mi causa l'involontario appoggiarmi alla sua spalla. Con la faccia. Con gli occhi chiusi, il respiro corto, e poi il nero.


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Medio da taglio su braccio e fianco sinistri, medio su mano inutilizzabile, alto di strangolamento psionico.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Furibonda e sanguinaria.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 10%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ Boccetta di sonniferi.
    ¬ Fazzoletti di carta.
    ¬ Frammenti taglienti di vetro.
    ¬ Fangs & Claws (Armi naturali 1+2pt).

    Specchietto Riassuntivo_

    Usa le sue ultime forze per controllare le condizioni della succube, poi sviene tra le braccia di Dimitriy <3 *flashforward 8D*.

    Note_

    ---.


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  12. _MajinZ_
     
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    Alla fine la piccola Succube aveva pagato per tutti, avevano provato in tutti i modi a salvarla ma alla fine non erano riusciti a mantenere neanche una promessa. Non l'avevano protetta, non avevano protetto neanche Shifter e non erano riusciti a uccidere 42, insomma, alla fine l'unica cosa che avevano ottenuto era di aver salva la loro vita. E non era neanche male, come risultato, però troppe persone avevano dato la loro in quella vicenda... prima l'Avvocato, poi il Poliziotto. E adesso anche una persona che probabilmente aveva meno colpe di tutti loro messi assieme. Ad ogni modo erano ancora vivi e dovevano sfruttare nel migliore dei modi questa cosa, preparandosi per farla pagare a quel maledetto scheletro.
    Non lo so, penso che ormai abbiamo nemici ovunque.
    Era stanco Dimitriy, stanco e dolorante. La sua mente era andata in pappa e non riusciva neanche a mantenere quella calma che gli permetteva di resistere al dolore, di controllare la sua energia interiore fino a nasconderla. Era talmente stremato da non reagire neanche a quel contatto improvviso, più doloroso che altro. Le ferite erano tante e il colpo di pistola bruciava davvero tanto, ma per fortuna lei si era appoggiata all'altra... trapassata da quei maledetti aghi. Era un vero relitto, di sicuro gli servivano almeno due o tre giorni di riposo completo per riprendersi del tutto, tuttavia rimase in piedi: non aveva più voglia di starsene inutilmente a terra.
    Dobbiamo trovare un posto alternativo per organizzarci, il Nirvana non è più un'opzione, purtroppo. Ho comunque dei contatti, non dovrebbe essere un problema.
    Un mese. Era un tempo lungo ma anche breve, a seconda dei punti di vista. Era comunque sufficiente per preparare un'ottima controffensiva, ma non dovevano sprecare quell'unica possibilità che gli era stata concessa. Scostò delicatamente la ragazza e senza aggiungere molto iniziò a incamminarsi, aveva bisogno di un telefono. E anche di un medico, magari.



    CITAZIONE
    Dimitriy Kozlov

    Stato Mentale: ...
    Stato Fisico: Stanco, leggera contusione all'addome, ferita d'arma da fuoco alla spalla destra parzialmente guarita, piccoli fori causati dagli aghi, ferita al capo.
    Ki: 15%

    Note: \\

    Passive: Power Up Agilità 50% - Velocità 50% - Movimenti acrobatici complessi - Passo Felpato - Anti-Auspex Spirituale - Auspex 30 Metri - Individuazione Minacce - Mana +10% - Resistenza al Dolore - Resistenza alle Malie passive - Passiva per mentire in modo perfetto - Riconoscimento Bugie - Passiva riconoscimento tracce - Passiva di riconoscimento intrusioni mentali.

    Equipaggiamento:
    ₪ Banket Krovi ~ Banchetto di Sangue
    Si tratta di un'arma all'apparenza semplice che però nelle mani giuste diventa un temibile strumento di morte. Essa si compone di un bracciale che avvolge interamente l'avambraccio ed è composta di una lega di metallo abbastanza leggera così da non divenire un ingombro ma un semplice prolungamento del corpo. La parte finale dello strumento è un guanto di pelle con una placca metallica sul dorso della mano che ovviamente è unita al meccanismo presente nell'avambraccio, con annesso una piccola leva metallica che finisce nel palmo della mano. Nell'istante in cui il biondo eserciterà una certa pressione sulla leva, dal meccanismo presente sul polso fuoriusciranno tre lame di acciaio temprato curiosamente rossastre della lunghezza di circa venticinque centimetri appuntite ed affilate, pronte a colpire il nemico di turno. Un'arma facile da nascondere ma letale se usata nel modo giusto.

    ₪ Fauci Gemelle
    Non sempre un assassino può contare sulla furtività, quando questa viene meno spesso è necessario affrontare il nemico in campo aperto e per farlo servono degli strumenti adeguati.
    Dimitriy ha dalla sua una coppia di pugnali da combattimento, essi presentano una lama lunga una ventina di centimetri, di colore rosso scuro. L'impugnatura è rivestita di gomma antiscivolo, nera, sagomata in modo tale da risultare comoda all'utilizzo. Una particolarità è la specie di tirapugni situato lungo il manico, in modo tale da proteggere la mano e allo stesso tempo consentire mosse non proprio canoniche. I due pugnali sono conservati in due foderi, situati su entrambi i fianchi, in modo tale da risultare facilmente afferrabili. Si usano di traverso, con la lama accanto al taglio della mano.
    [Coppia di Pugnali]

    ₪ Oskolki Malinovyy ~ Schegge Cremisi
    Nell'addestramento per diventare un perfetto killer, alle giovani reclute viene fatta scegliere un'arma da corpo a corpo e una da lancio con cui addestrarsi. Quel giorno gli occhi di un giovane Dimitriy incontrarono quell'artiglio dalle lame cremisi e, accanto ad esso, quella serie di cinque pugnali da lancio di cui si innamorò. Ben presto iniziò ad addestrarsi nell'uso di quelle armi, recuperando i suoi coltelli dopo ogni uso: non se ne separava mai. Almeno fino al giorno in cui attraversò il portale, ritrovandosi così senza i suoi fidati e silenziosi dardi... anche se non ne fece una tragedia.
    Però quando rivide qualcosa di molto simile ai suoi pugnali, su una bancarella del Bazar, beh, non poté fare a meno di acquistarli.
    Il set è composto da cinque pugnali scarlatti lunghi circa una ventina di centimetri, forse un po' meno. Essi sono posizionati in diversi punti strategici sparsi tra le vesti dell'assassino, così da essere utilizzati in ogni situazione. Uno è situato nella manica del braccio sinistro, ad esempio, un altro nella caviglia e così via. Sono fatti di acciaio, non ha altro di particolare se non un certo valore affettivo.

    ₪ Dozhd' Krovi ~ Pioggia di Sangue
    All'apparenza può sembrare un normalissimo guanto bianco, uno di quelli soliti che indossa il biondo assassino... e infatti all'esterno è identico. Sotto la stoffa però si nasconde un particolare meccanismo dalla forma rettangolare, che ricopre gran parte del dorso della mano. All'interno della sottile scatolina è custodito un piccolo meccanismo che consente di sparare dei piccoli aghi metallici, cavi, tramite i cinque fori presenti sul bordo dell'arma e che comunicano con l'esterno tramite una modifica del guanto. Il tutto sarà collegato a un grilletto a pressione presente sul palmo e basterà stringere la mano per sparare un ago alla volta. Ovviamente è difficile che uno di questi aghi diventi letale, tuttavia una volta imbevuti di veleno diventano davvero pericolosi.

    ₪ Bagrovyy kogot' ~ Artiglio Cremisi
    Aumentare la propria mobilità è fondamentale in missione, soprattutto quando si fa un lavoro complicato come il sicario o la spia sul campo. Per questo motivo Dimitriy ha ideato uno strumento che lo aiuta molto in quello, dandogli modo di muoversi senza sprecare utili energie. Si tratta di un'imbragatura che si aggancia alla schiena, avvolgendo le spalle con delle cinghie in cuoio, all'imbragatura è ancorata una piccola carrucola attorno alla quale è avvolto un cavo metallico con all'estremità un gancio d'acciaio. Esso potrà essere scagliato in direzione di un appiglio qualsiasi tramite un aiuto meccanico, oltre che diventare un utile strumento per combattere. Il cavo ha una lunghezza di circa cinque metri.

    ₪ Occhio della Sirena
    Le leggende narrano di un tremendo naufragio che colpì alcune navi dirette ad Undarm per consegnare un prezioso carico. Su una di queste, un marinaio ebbe l'incontro più inatteso della sua vita. Una bellissima sirena, dai capelli lunghi e del color del mare, attratta dal suo fascino lo salvò dall'annegamento deponendolo su di una tavola di legno. Quando il marinaio si riprese l'amore tra i due sbocciò come un fiore a primavera, facendo dei due instancabili amanti. Tuttavia, il marinaio con il passare dei giorni bramava sempre più la terraferma e, stremato dalla sua condizione, finì per abbandonare la sirena facendosi issare a bordo da una nave di passaggio. Affranta per la sua perdita, la sirena non si diede pace, cercando un modo per ritrovare il suo amato e convincerlo a tornare da lei. Per questo motivo, con l'aiuto della Strega dei Mari, si cavò l'occhio destro e su di esso pose una potente magia in grado di condurlo da lui. Ma la sorte non arrise alla giovane sirena, catturata dalle reti per la pesca durante il suo lungo viaggio. Si dice che morì di rimpianti in una vasca di qualche collezionista, mentre il suo occhio ancora giace in fondo al mare...

    L'artefatto si presenta come una biglia di vetro del diametro di una decina di centimetri. Utilizzando un consumo basso e mettendo a contatto un oggetto posseduto da chi si vuole rintracciare (o meglio ancora una parte del suo corpo come un capello), la sfera indicherà, tramite un raggio di luce, la direzione da seguire per raggiungerlo. Più a lungo l'oggetto è stato posseduto da chi si vuole rintracciare, migliore sarà l'effetto dell'artefatto.

    ₪ Croce della Dama
    Dimitriy non è mai stato un tipo religioso, quindi è abbastanza singolare sapere che appesa al suo collo si trovi una croce. Essa è una piccola e semplice croce in argento, senza troppi fronzoli o decorazioni, appesa al collo tramite una cordicella nello stesso materiale, su cui spiccano diverse perline argentee anch'esse, quasi si tratti di un rosario. La croce però non si riferisce a qualcosa di cristiano o simili, anzi, essa è un regalo donatogli dalla Dama Scarlatta, Coralia, per la quale l'assassino prova sentimenti contrastanti, contraddistini però da una forte attrazione... ma anche un ricordo indelebile, da cui il biondo non si vuole separare.
    La vera particolarità del pendente, però, è un'altra. Entrando in risonanza con essa e spendendo una porzione variabile di energia, si attiva una particolare barriera dalla forma sferica e dalle tonalità cremisi, la quale sarà in grado di respingere qualsiasi assalto magico gli venga scagliato contro, proteggendo il giovane da quell'elemento che non riesce a contrastare.
    Ancora Dimitriy non conosce il motivo di quel regalo, però lo custodisce gelosamente e non se ne separa mai, per nessun motivo. Gli ricorda una persona importante, una figura che ha risvegliato parte delle sue emozioni da tempo sopite e che non dimenticherà mai.
    [Oggetto + Tecnica Variabile]

    ₪ Bussola dei Desideri
    Tutti i nostri principi di riferimento nella realtà, e tutti gli apparecchi che usiamo per orientarci in essa, dipendono sempre e solo da ciò che desideriamo.
    Queste speciali bussole incantate in dotazione agli Eversori (grazie all’operato del mercante Zimmer) estraggono il loro punto di riferimento dal cuore di chi le impugna. L’ago dello strumento punterà nella direzione in cui si trova la cosa che più si desidera in quel momento.
    La cosa desiderata può essere una persona, un edificio, un animale, un oggetto, un luogo particolare e tanto altro ancora. Ognuno possiede in sé il desiderio di trovare qualcosa, e questa bussola punterà esattamente nella direzione da seguire per trovarla.
    Una volta raggiunto l’oggetto desiderato, l’ago comincerà a girare all’impazzata, aspettando il successivo desiderio.
    Un così potente oggetto magico possiede però delle limitazioni: l’ago punterà in linea retta verso ciò che si desidera, senza considerare la presenza di ostacoli naturali o artificiali. Quindi la bussola non indica il percorso da seguire, ma solo la direzione da prendere. Nel caso l’obiettivo si trovi sopra oppure sotto allo strumento, sarà necessario posizionare l’ago verticalmente rispetto al suolo.
    Se la cosa desiderata non esiste oppure non si trova sullo stesso piano dimensionale, la bussola non sarà in grado di indicare la via. Invece, nel caso in cui la cosa desiderata sia multipla o dislocata in più luoghi in contemporanea, l’ago indicherà l’obiettivo più vicino all’Eversore.
    L’ultima e più importante limitazione è da ricercare nell’utilizzatore stesso. In caso di indecisione o di mancanza di desideri nitidi, la bussola non sarà in grado di mantenere la rotta da seguire.
    Perché, in fin dei conti, non è difficile inseguire quello che vogliamo.
    Difficile è capire che cosa dobbiamo cercare.
    [Oggetto GDR + Tecnica GDR-Only]


    Tecniche Utilizzate:
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  13. Liquid Blame
     
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    DIVIDERNAOS1_zpsfa2bce21
    DEAD END


    - Qualche ora dopo, al Demon Solutions.


    Sudava freddo. Ci voleva un bello sforzo di volontà per non battere i denti. Sentiva la pelle della schiena attaccarsi al rivestimento sintetico della poltroncina girevole, l'imbotittura sporca del suo sangue giallo. Avrebbe dovuto ricomprarla. Non era professionale lordare il proprio ufficio con il proprio sangue.
    Il medico era arrivato qualche tempo prima. Onestamente, non aveva bene idea di quando. Le sembrava di aver difficoltà a tenere traccia del tempo. Forse aveva qualche linea di febbre. Un demone con la febbre, però... era possibile? Era una barzelletta?
    Digrignò i denti. Non c'era niente da ridere, niente da scherzare. Dopo tutta quella merda, non aveva voglia di minimizzare quanto era successo. Per rispetto.

    L'uomo passò a esaminarle il braccio ferito. Le prese il polso e cercò di distendere l'arto. Id gli regalò una smorfia di doore, ma non disse niente. A malapena avevano parlato: si faceva così, negli ambienti professionali dela mala. Silenzio ed efficienza. Come per gli assicuratori e gli assassini, un buon chirurgo dei bassifondi deve lasciare che sia il suo lavoro a presentarsi per sé.
    Si era occupato del resto del suo corpo per primo. Dopotutto la frattura al braccio era l'elemento più importante. Faceva un male cane, ovviamente. Bongol, ancora perso nel mondo dei sogni, sedeva in un angolo contro la parete. Gli altri ancora non si erano visti. Era troppo presto, supponeva. Avevano anche loro ferite da curare. E forse qualcuno avrebbe deciso di volatilizzarsi. Senza rancore. L'avrebbe capito, perchè quella sarebbe stata la scelta migliore anche per lei ... in situazioni normali.

    «Merda,» sputò l'imprecazione, mentre una fitta di dolore le risaliva dall'avambraccio colpendola duro, anche sotto lo strato di insensibilità dato da farmaci, stanchezza, ed endorfine. Il dottore si girò a guardarla, il visore elettronico sull'occhio sinistro che scintillava debolmente, ma non rispose. Poi finalmente le mollò il braccio.

    «Posso eseguire l'intervento appena lei è pronta.» Parlò. «Dovrà venire nel mio studio. Visto il suo particolare caso, le consiglio di aspettare che sia ultimato il pezzo prima di procedere. Sarebbe ottimale eseguire operazione e installazione nello stesso giorno.»

    «E quanto ci vorrà?»
    Aveva ancora il tono aspro lasciatole dalla fitta di dolore.

    «Quindici giorni.»

    Id sorrise, senza grazia, allargando la bocca in un ghigno sardonico.

    «No.»

    «Prego?»

    «Il pezzo. Lo voglio pronto in ... tre giorni. Intervento subito dopo. Devo essere ... operativa.»

    Lo scetticismo del medico era quasi palpabile.
    «Ci sono dei tempi tecnici che non possiamo accorciare, nella produzione.»

    No, anzi, era disprezzo. Credeva che fosse una banalissima cliente impaziente? In ogni caso, non aveva importanza. Non erano certo in un call-center o in un ufficio postale. E aveva alle spalle una certa esperienza nella burocrazia del piano-L dalla sua.
    In ogni caso, visto che aveva solo un mese di tempo, tre giorni ad aspettare erano già molti di più di quanto le sarebbe piaciuto spendere.

    «Cazzate.» prese una sigaretta senza filtro e se la portò alla bocca. Spalancò un cassetto della scrivania, estrasse uno zippo, se l'accese. In ogni caso non era il momento di litigare col proprio dottore. Aveva bisogno dell'aiuto di quell'uomo, e della piena collaborazione. «Senta, suppongo che Riddick le abbia già parlato del suo compenso?»

    «Herr Riddick mi ha informato, si.»

    «Ecco.» espirò il fumo, facendogli anche la cortesia di non sputarglielo in faccia. Che signorina educata e per bene, che era. Una signorina sanguinante zolfo, mezza nuda, su una poltroncina girevole. «Quello di cui magari lei non è a conoscenza è che, se lo richiede, può venire pagato nella valuta del Piano-L. Il posto dal quale io e ... il nostro comune amico ... proveniamo.»

    Il rombo del motore di una moto suonò nella notte, a qualche isolato di distanza. Il medico non capiva dove volesse arrivare, ma riconobbe la scintilla dell'interesse nei suoi occhi.

    «Anime» disse. «Lasci perdere il nome altisonante. Converta una parte della somma e si tenga l'altra. Tempo un anno, forse due, e avrà già accumulato il doppio del compenso pattuito. Un piccolo tesoro. »

    «Una scommessa sul cambio della valuta? Peccato che lei non possa prevedere i mercati finanziari, Fräulein.»

    Si lasciò andare una risata. «Non la chiamerei nemmeno scommessa. Questo mondo è un macello, la vostra valuta va su e giù in continuazione e Blood Runner è piena di falsari.
    Il Piano-L, invece, è noiosamente stabile, se non in aumento. Poche cose sono affidabili come ... la paura dell'inferno.
    »

    Gettò uno sguardo febbricitante al medico. Era suo.

    «Tre giorni per il pezzo. Ci terremo in contatto per l'operazione ed eventuali ... potenziamenti.»






    CITAZIONE


      Energie: 20%

     
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42 replies since 14/7/2015, 21:27   839 views
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