Esplorazione Interplanare

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  1. Dan Mihai Simion
     
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    L'aula 56-c era un piccolo locale al secondo piano, appena visibile imboccando l'ala sinistra dell'edificio. Differentemente da molte aule di quell'area, era costituita quasi totalmente da muri in legno e privi di angoli, perfettamente lisci ed intervallati da piccole librerie incastonate nella parete. Dalla pianta tondeggiante, era assolutamente priva di finestre ma comunque ben illuminata da candelabri e piccoli fari disposti sulle pareti. Il soffitto cupoliforme, invece, era di un materiale abbastanza difficile da riconoscere; liscio e lucido come uno specchio, era stato creato artificialmente per apparire come un semplice affresco se inutilizzato e fungere da componente per proiezioni tridimensionali all'occorrenza.

    Particolarmente intimo come ambiente rispetto alla struttura mastodontica del Magisterium, raccoglieva in sè sontanto decine di banchi di legno disposti a file e con un ampio corridoio centrale. Questo terminava direttamente alla cattedra del Magister, dietro cui troneggiava una lavagna molto grande e ben pulita, proprio di fianco la porta d'ingresso.
    Non essendo finalizzata a lezioni di pratica o esperimenti vari, l'aula non era dotata di rinforzi e protezioni particolari; in effetti, a vederla in quel modo, non sembrava nulla di eccezionale o "magico", come invece ci si sarebbe aspettato per l'unica Accademia presente sul Semipiano.

    Ma infondo... voi non eravate certo lì per diventare dei Maghi.

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    Magisterium, ore 09.00 AM.
    Presidio Errante, Endlos.

    Apparve dal nulla, generato dall'ambiente stesso quasi per magia, mandando in confusione tutti i vostri sensi e -in generale- la logica stessa. Era un bel giovanotto dai capelli biondi e gli occhi celesti, vestito con pantaloni neri ed eleganti, camicia candida... ed un'improbabile giacca rosa e viola posata sulle spalle a mo di mantella.

    -Buongiorno, miei studenti! Accomodatevi.

    Non avrebbe atteso che obbediste; con i passi eleganti e senza peso di un ballerino si fece largo fra voi, levando leggermente le braccia e poi abbassandole di nuovo: i fari lì presenti -uniche fonti di luce dell'aula- si fecero a quel comando prima più intensi, e poi soffusi. Come se non bastasse, ogni volta che il biondino passava accanto ad un banco, gli oggetti presenti sulle superfici (quali fogli, libri e penne) prendevano vita, saltellando allegramente per l'aula fino a raggiungere le loro posizioni originarie nella libreria o nei cassetti in modo da non lasciar nulla in giro.
    Raggiunta infine la cattedra, si voltò con una lieve piroetta.
    Il bel viso era sorridente e gentile, così da farvi sentire a vostro agio.

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    -Il mio nome è Dan Mihai Simion e sono il vostro nuovo insegnante- avrebbe spiegato con una voce quieta e melodiosa da angelo -Questo è il corso di Esplorazione Interplanare di Base. Faremo una piccola introduzione alla teoria dei multiversi ed alla geografia extraplanare di Endlos, per poi soffermarci sulla metodologia di ricerca e studio delle entità aborigene. Ma questo, immagino, lo sappiate già.

    Breve pausa, in modo che potesse abbracciare l'intera aula con lo sguardo.

    -Ciò che terrei a precisare già da ora è che il corso è aperto anche ai non-maghi inquanto puramente teorico, pertanto le discriminazioni saranno severamente punite, esattamente come conflitti aperti di ogni tipo.

    Nel lanciare quel monito, guardò in particolar modo due ragazzini al primo banco, abbastanza facili da individuare. Il primo, infatti, era un bambino e portava con sè un pupazzetto infilato alla mano, quasi fosse un guanto. L'altro -semplicemente- aveva i capelli rosa. Con molte probabilità erano apprendisti maghi di quell'Accademia.

    -Detto ciò, al momento non ho altro da aggiungere- con un movimento garbato andò ad aprire il registro presente sulla cattedra, per poi sbuffare e richiuderlo, senza degnarsi di leggerlo -Quindi... perchè non vi presentate alla classe? Su, avanti, iniziate voi!

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    Ad alzarsi di scatto fu un giovanotto dall'aria scanzonata che si era seduto in prima fila, al banco attaccato al muro. Indossava una specie di camicia di lino lasciata sbottonata sopra la maglia azzurra da Apprendista. Come già detto prima, portava i capelli di un rosa acceso. Sul lato del banco, posato sul muro, era ben visibile il suo bastone magico.

    -Mi chiamo Tatsuo. Ho quindici anni e sono... ehm... nato ad Ovest ma vivo da sempre con la mia famiglia a Laput...- iniziò a divagare, mentre il Maestro alla cattedra gli faceva segno di tagliare corto -Studio al Magisterium come Apprendista ed intendo diventare presto un Mago dell'Esercito Errante.

    A quella dichiarazione gonfiò il petto con orgoglio, convintissimo come solo poteva essere un ragazzino a cui era stata data la possibilità di realizzare un sogno.
    Quando Dan gli fece poi segno di accomodarsi, obbedì senza fiatare, così da lasciare spazio al compagno di banco, molto più piccolo di lui.

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    -George Green, dieci anni, Presidio dell'Est- avrebbe detto il biondino con tono sbrigativo... o, per meglio dire, lo avrebbe detto il suo pupazzo. Per una qualche ragione che non avreste potuto comprendere sul momento -da una sua ipotetica turba psichica, un gioco infantile, un tentativo di essere originale o semplicemente perchè vi considerava stupidi- il bimbetto si divertiva a fare il ventriloquo. In effetti era anche bravo, ma ciò non toglieva che fosse un pelino inquietante -Sono un Apprendista del Magisterium.

    A quel punto si sedette da solo, lasciando la classe in silenzio.
    Fu il Maestro ad interrompere quel momento di stasi, avvicinandosi ai banchi ed invitando gli altri a far lo stesso.

    -Su, avanti, parlatemi di voi!

    Turno 1


    Rapida introduzione prima di partire con la lezione vera e propria: quello che vi dice Dan è semplice: a turno alzatevi dal vostro banchetto e presentatevi alla classe. L'ordine di presentazione (e anche di scelta del vostro banco, se lo specificate) è dato dall'ordine di postaggio, semplicemente. Chi primo arriva ha la precedenza.
    Specifico, anche se dovrebbe essere già evidente, che Dan arriva quando siete già tutti dentro. Chi è in ritardo non può infatti partecipare alla lezione, nè entrare in aula.

    Tempi di postaggio in questo turno.
    Dato che siete tantissimi e soltanto il primo post è obbligatorio (dato che lo considero come conferma dell'iscrizione in bacheca) vi concedo solo per questo turno molti giorni per inviare i vostri scritti. Se non lo fate entro la data e l'ora precisata di sotto, non parteciperete alla lezione. Anche se tardate di un minuto, il post ritardatario sarà considerato nullo e verrà cancellato. Non accetto proroghe.

    Tempi di postaggio negli altri turni.
    Come già detto in bacheca, i tempi sono predefiniti (intorno ai cinque giorni-una settimana) e se non postate in orario, passo avanti con il turno. Nessun malus, ma preciso che non vi aspetto, qualunque sia la motivazione del ritardo. Differentemente dal solito, oltre al giorno metterò anche un orario. Superato quel giorno e quell'ora (anche di un minuto) il post ritardatario non avrà valenza di esistere e sarà contato come nullo, dunque cancellato dalla scena masterata nel momento in cui posterò l'intervento del qm.
    Quindi, se tardate, a questo punto non mandatelo proprio (vi risparmiate lavoro inutile) e se ne parla al turno successivo.

    Malus:
    Completamente assenti in caso di turni saltati (a meno che non abbiate fatto meno di 3 post totali).
    Sono presenti solo in caso di mancata (o errata) lettura delle mie istruzioni negli specchietti o dei miei post in generale. I classici svarioni di quando non si leggono i post da qm, o si saltano alcuni pezzi. Pertanto è bene leggere tutto per bene e chiarire dubbi prima di postare.
    Essendo il qm specifico (anche se è una regola vigente da sempre) che posso agire autoconclusivamente, se lo ritengo necessario.

    Iscrizioni:
    Le iscrizioni scadono nella data in cui si chiude il primo turno. Chi posta al primo turno da conferma all'iscrizione fatta in bacheca. Se ci si iscrive in bacheca ma non si posta qui la conferma, ovviamente l'iscrizione si annulla.

    Scadenza: 3 Settembre, ore 23:59.
    Buon divertimento!

     
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  2. _MajinZ_
     
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    Era strano vedere uno come lui aggirarsi per i corridoi del Magisterium, la sua figura sembrava totalmente fuori posto in quel luogo dove la magia era di casa. Eppure Rhaziel era li, intento a guardarsi attorno alla ricerca della classe che gli avevano indicato all'entrata, così da seguire il corso al quale si era iscritto... e forse era questo il fatto davvero strano. Insomma, era un mercenario e in quel mestiere non servivano mica dei corsi d'aggiornamento. Ma quindi cosa ci faceva in un'area tanto distante dalla sua normalità? La risposta era semplice: l'idea di esplorare mondi diversi da Endlos lo incuriosiva parecchio ed era stata proprio la sua propensione alle indagini a fargli prendere questa particolare decisione.
    Proprio per questo non ci mise molto a raggiungere la destinazione, trovandola persino vuota e silenziosa. Non era ancora arrivato nessuno, quindi poteva permettersi il lusso di scegliere il posto che voleva... anche se la sua scelta era abbastanza ovvia. Andò a sedersi nel posto più distante dalla cattedra, da vero e proprio lupo solitario qual'era. Questa volta non aveva con se tutte le armi, ma si era portato dietro solamente il fidato revolver, visto che non era proprio il caso di portarsi l'intero arsenale semplicemente per seguire una lezione... in realtà non sapeva bene come comportarsi, in una lezione: probabilmente non ne aveva mai seguita una. O forse si, ma se così fosse stato lui purtroppo non riusciva a ricordarlo.
    Ad ogni modo Rhaziel rimase in silenzio a rimuginare su chissà cosa, in attesa che la classe si riempisse e la lezione finalmente iniziasse. Ci volle un bel po', ma alla fine l'aula si popolò e infine fece il suo ingresso anche il professore... un tizio biondino, che indossava una giacca orribilmente rosa. Spiegò alcune cose e poi invitò gli alunni a presentarsi, Rhaziel sbuffò. Non gli piacevano quel tipo di pagliacciate, per come la vedeva lui non avevano molto senso... ma visto che lo facevano tutti, dovette adattarsi a sua volta. Però attese di essere l'ultimo, così da non dover allungare il brodo con parole noiose.

    Rhaziel, aviatore verde.

    Secco e conciso, non aveva voglia di aggiungere altro. Era rimasto anche seduto, in fondo non era li per parlare ma solo per ascoltare: per gli altri sapere il nome poteva anche bastare. In ogni caso era impaziente di iniziare.

     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Non appena l'incantesimo della breccia dimensionale si era diffuso nelle terre di Einheit, i suoi abitanti avevano preso a viaggiare per le dimensioni, anche se agivano più come un branco di idioti in cerca di luoghi dove farsi male, che come degli esploratori e Sarah non faceva eccezione. Ad ogni modo la ragazza era stata in molte terre e si poteva dire che fosse diventata una viaggiatrice dimensionale (una particolarmente folle). Ci aveva preso gusto, perciò quando aveva saputo che avrebbero tenuto una lezione riguardo a tale argomento, ci era andata più che volentieri. Si era pure portata dietro l'ancella Brush e Leann. Lasciare da solo quell'angelo sarebbe stato troppo pericoloso, tenendolo con sé avrebbe evitato parecchi disastri anche se le avrebbe fatto fare tante brutte figure.
    L'amica si era comunque trovata a suo agio in un ambiente scolastico, avendo da poco frequentato un'accademia. Quindi si mise a sedere in un banco in ultima fila e dopo pochi istanti cadde in un sonno profondo.
    Sarah sospirò, sedendosi nel banco a lato, seguita poi da Brush. Per lo meno Leann non avrebbe potuto dire stupidaggini mentre non era sveglia, anzi ora che ci pensava c'era da sperare che rimanesse addormentata per tutta la lezione. La fanciulla tirò fuori allora un blocco degli appunti, scambiando poi una parola con l'ancella.
    Arrivò poi l'insegnate, che incitò i suoi studenti a presentarsi. Dopo tre di essi, la principessa decise di presentarsi. Si alzò allora in piedi.
    " Mi chiamo Sarah Graniv. Ho viaggiato qualche volta tra le dimensioni e spero di imparare qualcosa di nuovo riguardo ai viaggi dimensionali."
    Detto ciò si sedette, po intervenne l'ancella che a stento pronunciò il suo pseudonimo. Già, pseudonimo, perché "Brush" era un semplice soprannome che si era data.
    Proprio in quel momento Sarah notò con orrore che Leann si fosse svegliata e con ogni probabilità avesse capito di doversi presentare.
    " Ciao a tutti, mi chiamo Leann. Mi piacciono i manga, i cartoni animati giapponesi e i videogiochi. Non per vantarmi, ma sono una giocatrice bravina e se non mi credete andate a vedere chi ha fatto il record della settimana su Battle action 4. I miei generi preferiti sono i platform game, i gdr, solitari e di massa, i giochi d'azione, quelli di battaglie aeree e me la cavo anche un po' con gli sparatutto. Ultimamente sto giocando a Little white hero, Leather Saviour e Blessed Light. Ma comunque non ho solo questi passatempi, mi piace molto vedermi con gli amici per uscire o andare al cinema."
    Insomma, Leann stava iniziando a parlare di cose molto attinenti all'argomento. Fortunatamente Sarah la zittì, tappandole letteralmente la bocca e costringendola a sedersi.
    " Non badatela, è solo un po' stramba."
    Ora che sapeva che si era svegliata, sarebbe stata più a tenta e l'avrebbe tenuta a bada meglio.
    Sarah

    Il carisma di una principessa: Sia per il suo aspetto, che per i suoi modi, ma soprattutto perché sa come prendere le persone, Sarah risulterà estremamente carismatica. Basterà vederla o avercela vicino per sentire come un'aura che spingerà chi è attorno a lei a partire ben disposto nei suoi confronti, ad avere un punto di riferimento, ad ascoltarla volentieri e a considerare i suoi consigli allettanti, indipendentemente dalla situazione.
    Chi subisce l'abilità è libero di descrivere cosa la colpisce della ragazza e come reagisce all'influenza che è semplicemente emozionale e non può controllare la volontà altrui.
    L'abilità non è altro che una passiva di influenza mentale, che può essere attivata o disattivata a piacimento da lei, a seconda del modo in cui decida di approcciarsi con gli altri.


    Leann

    Se non vuoi farti riconoscere, fatti riconoscere: Hei, dico a te, esibizionista! Non so se ci hai mai pensato, ma in alcuni casi potresti aver necessità di dover nascondere la tua natura angelica. Non solo per non farti individuare dai nemici, ma anche perché le altre persone potrebbero spaventarsi. Ah, so già che mi dirai "Perché vedere un angelo dovrebbe spaventare qualcuno? Io li vedo tutti i giorni.". Sì, tu magari vedi spesso i tuoi simili, ma molte persone no.
    Comunque, per evitare questo inconveniente, basta semplicemente nascondere le tue ali e modificare la tua aura. Ma quelli come te hanno davvero un talento per far sì che la gente non arrivi lontanamente a pensare che tu possa essere un angelo. Sì insomma, basta semplicemente che tu ti "faccia riconoscere" ovvero che ti comporti da completo idiota quale sei, magari anche dando il peggio di te. Vedendoti gli altri escluderanno categoricamente la tua natura angelica, scambiandoti per un semplice umano.
     
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    Death is only the beginning.

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    Le sabbie del tempo.

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    Muovendosi con la rapidità di un fulmine la piccolina scattava da una parte all’altra dell’immenso edificio senza avere la più pallida idea di dove andare.
    Aveva sentito dire che lì avrebbero tenuto una fezione, qualunque cosa fosse, dove avrebbero detto tante cose sui posti che non erano il posto dov’era ora e sembrava interessante!
    In realtà non aveva un’idea troppo precisa di cosa sarebbe successo una volta nella stanzona parlona, come aveva ribattezzato l’aula, ma al peggio se si fosse annoiata avrebbe potuto dormire.

    Aveva continuato a rimbalzare qua e là, forte dei suoi dieci centimetri d’altezza, fino a quando non aveva visto tre giganti entrare tutte dalla stessa parte e completamente dimentica del suo scopo aveva deciso di seguirle…fino all’aula dove si sarebbe svolta la lezione.
    Nel posto non c’era ancora quasi nessuno tranne le tre che aveva seguito e un altro strano tipo, attorno al quale svolazzò un po’ prima di accorg…C’ERANO I COLORI!

    La figura della spiritella si guardò attorno prima di sfumare nell’aria, mentre lei ricompariva su un banco poco distante, pronta a pocciare una matita nella china per poter fare splendidi disegni sui fogli bianchi e sulle copertine dei quaderni per appunti lì presenti.
    Fu con un gran modo di disappunto, e altrettanto stupore, che osservò tutti i suoi giocattoli scendere dalla tavola e dirigersi verso i loro cassetti.

    Ohhh…ancora!


    Disse in direzione dello strano mago che sembrava aver effettuato quella magia strana, anche se in realtà aveva parlato a voce talmente bassa che difficilmente sarebbe stata sentita.
    Lui invece blaterò un po’ e poi gli chiese di presentarsi, a le piacevano tanto le presentazioni!

    Aspettò che un po’ d’altri avessero detto come si chiamavano, rapita dalla rosità della giacca del tipo strano, Dan, e dei capelli di un altro tipo strano, Tatsuo, perché il rosa era un colore strano di cui non bisognava fidarsi.
    Un po’ come dei tulipani.

    La spiritella scattò comunque in piedi quando si riebbe, mimando scioccamente il saluto dei militari anche se non ce n’era alcun bisogno.

    Sono Wydwen e mi piacciono i dolci…e le cose nuove…soprattutto le cose dolci nuove!


    Disse esibendo poi un sorrisone dolcissimo mentre le sue alettine iridescenti variavano l’intero spettro dei colori, pur virando spesso sul viola, e la coroncina che aveva in testa scintillava nella fioca luce, posata su quella massa di capelli verde acqua che si intonavano tanto bene con i suoi occhi.

    Edited by Settra - 21/8/2015, 20:49
     
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  5. °Nyram The Faceless°
     
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    -parlato-
    "pensato"
    -sussurri senzavolto-


    Mordred Le Fay



    Un'occasione rara, anche per uno come lui. Era arrivato da poco in quella dimensione, dopo un notevole sforzo che lo aveva lasciato notevolmente indebolito, ed ecco che nei suoi vagabondaggi gli si presentava un'opportunità di quel genere: un corso sui viaggi dimensionali all'interno di un'accademia di magia di quel mondo. Una rinomata, a giudicare dalle voci. Dopo il suo primo approccio con una locale, iniziava a dubitare anche solo dell'esistenza di magia, figurarsi un'accademia. Una scoperta decisamente favorevole, per quanto lo concerneva.
    Eppure ora che era lì gli sembrava decisamente diversa da ciò che immaginava. Elementi fra i più disparati, disciplina altalenante e assenza di omogeneità. La magia veniva trattata in maniera estremamente diversa rispetto ad Albione.
    Dopo una silenziosa ricerca, si rese conto di aver raggiunto l'aula che gli era stata descritta. I passi che sino ad allora lo avevano guidato rallentarono esponenzialmente, permettendo così alla figura scura di sollevare il capo e scrutare l'interno attraverso l'ingresso. Le mani affusolate, strette nei guanti ebano, si sollevarono fuoriuscendo dal manto nero, che secondo la moda Albionica ne avvolgeva quasi interamente la destra, mettendo così a nudo le piastre metalliche al di sotto, portandole poi a indietreggiare appena con un gesto il profondo cappuccio dal viso, lasciando che i tratti pallidi e lo sguardo freddo e illuminato da un sinistro bagliore venissero alla luce, accompagnati dal fruscio dei ciuffi corvini contro il tessuto.
    Una stanza circolare, dal soffitto simile ad una cupola si stendeva innanzi a lui, non dissimile per stile da quella che era l'architettura di Avalon, priva di angoli e asimmetrie. Non fosse stato per l'arredamento più.. rustico, forse, la differenza sarebbe stata sorprendentemente esile. Sotto la maschera umana il senzavolto prese nota quindi delle figure che lo avevano già preceduto, studiandole per un breve istante, prima di scegliere per se uno dei posti nelle file centrali, con apparente noncuranza.
    Sedette scostando il manto con movimento curati e studiati, un intermezzo di disciplina e studiato galateo che avevano un che di innaturale, come se ogni cosa fosse svolta con un cieco perfezionismo per un qualche arcano motivo. Quindi, nell'attesa silenziosa, si limitò a sganciare il lungo fodero che gli pendeva dal fianco destro, adagiandolo con cura di fianco alla sedia, prima di sollevare il viso a lasciar scorrere lo sguardo lungo i volti che prendevano a riempire i posti.

    Questo finchè non si palesò una figura abbastanza appariscente che, indubbiamente, doveva essere colui che tutti attendevano, specie a giudicare dall'insolito evento che seguiva la figura, simile ad una processione da prestigiatore compiuta dai beni abbandonati lungo tavolini e scaffali. Processione che gli suscitò un iniziale e visibile disappunto, caratterizzato dall'irrigidirsi dei tratti candidi.
    Dopo quel primo impatto studiò la figura femminea che camminava fra i banchi, con occhio critico, come se qualcosa non gli suonasse giusta. Poi, quando questa si voltò, presentandosi, lo sguardo si irrigidì per un impercettibile istante.
    "Un uomo?.. Con quegli abiti?.. Umani privi di logica.."
    A quella insolita presentazione, si seguì poi un'altra scena inaspettata: una serie di disquisizioni sui singoli membri presenti. Una trovata che, se inizialmente poteva ritenere utile a comprendere il motivo di quella varietà di usanze e personalità apparentemente priva di criterio, si rese presto conto non avere molto senso: di ciò che sentiva comprendeva malapena una parte del senso, e anche in quel caso, raramente aveva un qualche significato. Al di là delle sottili differenze dialettali, era sicuro che il problema non fosse esclusivamente suo. Le labbra sottili si inarcarono appena, simulando un impercettibile schiocco stizzito, quasi una rievocazione istintiva proveniente dai residui umani a cui era ancorato saldamente. A quanto pareva, doveva prendere parte a quella farsa se voleva saperne di più, e tanto valeva farlo mantenendo quegli standard.
    La figura alta e scura si sollevò con un gesto fluido, scostando le pieghe del manto e sollevando il capo in modo da rendere il volto ben visibile di fronte a se.
    -Val'à Pashara, Shal-Dan Mihai Simion, io sono Lord Mordred le Fay, Protettore di Albion, cavaliere dell'ordine della Spina.. Mi affido al vostro sapere..-
    Il tono a differenza del volto impassibile e gelido, simile ad una maschera, era profondo e musicale, venato solo da un'accorta inflessibilità che appariva l'unico tratto costante nella figura. Rimase sollevato a squadrare l'altro per un breve istante, troncando la presentazione su quei vaghi accenni, volutamente, prima di tornare a prendere posto con un lieve inchino del capo, tanto impercettibile che alcuni avrebbero potuto dire di averlo immaginato, riassumendo quell'aria di scostante attesa.
     
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    Tutto sommato, questa deve essere la naturale evoluzione del mio essere, da un po' di tempo ad oggi, uno studente. Da Augustus che mi ha insegnato a leggere e a scrivere, però, finire letteralmente dietro i banchi di scuola, e niente di meno che quelli del Magisterium, trasmette una sensazione estremamente diversa.
    Al di là dell'argomento che verrà trattato, tanto per cominciare non conosco personalmente l'insegnante che terrà la lezione. Ragione vuole che qualsiasi relazione con qualsiasi essere vivente fatta eccezione per la mamma implichi un necessario primo incontro, chiaramente. Adesso come adesso vi è, tuttavia, un senso di aspettativa verso un qualcosa (o, meglio, qualcuno) di ignoto. Al contrario, con Augustus, di veramente ignoto c'è perlopiù con chi cazzo lo senta parlottare ogni tanto.
    Il secondo elemento è la presenza di più individui raggruppati in questa stanza. Allievi, suppongo, esattamente come me. Ne deduco che, comunque sia fatto il docente, il corso si svolgerà in maniera differente rispetto a ciò a cui sono abituato. Non importa. Finché si riesce ad assimilare i concetti senza troppi intoppi di sorta, non ho problemi con pressoché nulla.
    Eventualmente, l'insegnante si palesa. Dal nulla, sembra, perché le porte, per un mago, devono fare brutto. Che la ragione di una simile entrata in scena sia puro esibizionismo o l'essersi svegliato tardi la mattina, nuovamente, mi interessa ben poco.
    Il mio turno di presentarmi arriva presto. A causa della mia pessima vista, ho deciso di stare in prima fila, sia mai l'insegnante decida di mostrarci... qualunque cosa ritenga opportuno mostrarci.
    « Sono Gaspode, aviatore, piacere. »
    Non sento il bisogno di aggiungere davvero dell'altro, anche perché non saprei proprio cosa dire. Almeno non adesso, non finché avrò eventualmente bisogno di una qualche delucidazione o ripetizione di una qualsiasi cosa, affinché possa annotarla con calma sui fogli che mi sono portato. E niente, ragazzi, buona lezione e per cortesia evitate di disturbarmi.



    un9MMet
    Un'isola che vola. Quando gliene hanno parlato per la prima volta ad Istvan, aveva deciso che ci avrebbe creduto solamente se l'avesse vista con i propri occhi. Gli hanno detto perfino che vi è una città sopra; roba da non credere, quasi. "Quasi" è una parola preziosa, in questo contesto, perché indica incertezza o, preferendo una più accurata scelta di termini, il beneficio del dubbio. Non sarebbe pertanto professionale, da parte sua, non tentare di verificare la veridicità di una notizia.
    Ora che in quella città c'è anche lui, non può nascondere un senso sia di meraviglia che di soddisfazione nel constatare che cazzo, vola davvero. Forse dovrebbe considerare l'idea di tenere un diario di viaggio. Intanto, ha già scattato qualche foto con la sua Leica. Il problema, strada facendo, sarà riuscire a trovare nuovi rullini e una buona camera oscura. Ma confida di riuscire a far fronte al problema. Il minore tra tanti, aggiungerebbe.
    Per la lezione, però, pensa che basteranno un quadernino e la sua stilografica. Ha potuto osservare, se non altro, che almeno l'inchiostro si può reperire piuttosto facilmente, e la carta pure. Cielo, è come se fosse ritornato ai tempi del college. Sono passati circa una ventina d'anni, da allora. Mancherebbe solo la guerra a completare il quadro, ma su quest'ultima sente di aver già dato. Dio benedica l'America, ma una gli è ampiamente bastata. In compenso, c'è da dire che al Columbia non ha mai assistito ad entrate in scena tanto impressionanti. Anche se ha visto abbigliamenti migliori, senz'altro.
    Lui invece è in terza fila, vestito del suo meno appariscente completo nero, e la fedora lasciata su un eventuale appendiabiti. Ci sono tante domande che si sta facendo, la maggior parte di esse sulla natura dei suoi compagni di classe. L'apparenza di alcuni lo mette a disagio, ma non è sua intenzione darlo a vedere. C'è anche un cane che parla in prima fila, e poi ancora una cosina minuscola che non riesce ad identificare, ma che sa parlare a sua volta. Intanto, lui si deve ancora abituare del tutto all'idea di essere su un'isola che vola.
    Concentra la sua attenzione sull'insegnante, e si sforza di rimandare le sue perplessità a più tardi. Tocca a lui ora presentarsi, ed è in quel momento che decide di sfoderare il migliore dei suoi sorrisi.
    « Denver Brockmann, giunto qui da poco. È un piacere essere qui. »

    Edited by Kuma. - 3/9/2015, 00:03
     
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    La faccenda dei viaggi dimensionali mi ha interessato sin dall'inizio, da quando sono giunto su Endlos. Inizialmente era un desiderio volto al semplice ritornare a casa, poi è divenuto curiosità dopo aver visto all'opera i poteri di un'amica. Infine si è trasformato in bisogno dopo l'addestramento con Edmund.
    I luoghi migliori per studiare il fenomeno e documentarsi su di esso sono probabilmente Palanthas e Magisterium. Ed essendo che l'ultimo mio viaggio mi ha condotto a Laputa dove potevo dirigermi se non alla famosa accademia? E così ho fatto, ed una volta raggiunta ho scoperto che proprio oggi si sarebbe tenuta una lezione sull'argomento di cui sono interessato. Una fortuna insperata! Richieste e ricevute le dovute informazioni ed indicazioni ho iniziato la ricerca dell'aula designata, un'impresa già di per sè ardua a causa della mole dell'edificio.

    Non posso che guardarmi intorno osservandone l'architettura e tutto ciò che contiene, devo assolutamente venirci più spesso, sono certo che vi potrei trovare altro di interessante oltre a questo breve corso. Proprio per via di tutto questo giungo nell'aula quando sono già presenti diversi figuri sconosciuti. Bhe, in effetti sarebbe stato quantomeno assurdo trovarvi qualcuno di conosciuto... oppure no?

    Appena varcata la soglia mi guardo intorno per osservare i presenti riconoscendone ben tre! Sarah, proprio lei già, Brush e Leann. Ops, spero che tutto questo non crei problemi, dovrei trovarmi nel giusto momento secondo la loro linea temporale, o perlomeno lo spero. Gli altri mi paiono tutte facce nuove, oppure avranno già incontrato una versione futura di me? Lo scoprirò a breve immagino.
    Mi siedo velocemente in uno dei banchi più esterni delle file centrali, le catene che sferragliano generando fin troppo rumore, fingo di non aver notato le mie amiche e poso lo zainetto accanto a me. Con un po' di fortuna non mi vedranno. Uff sempre i soliti casini, già una volta ho rischiato con Sarah, e non so neppure a che punto siamo secondo la sua storia. Avremo già affrontato quel periodo? Indubbiamente questo è uno di quei momenti in cui vorrei saper padroneggiare meglio certe mie capacità.

    Certo che è proprio una bella aula, decisamente quelle del mio mondo non le fanno nemmeno un baffo.
    Ah ecco arrivare, o meglio spuntare, l'insegnante. Un giovane biondino, ma come spesso accade l'apparenza probabilmente inganna. Un suo breve spettacolino e la sua presentazione, qualche precisazione, e poi la richiesta di presentarci a nostra volta alla classe. Peeeeerfetto, adesso non potrò di certo non farmi notare da quelle tre, ma in fondo potrebbe essere meglio così, già.
    Lascio che siano altri ad iniziare, in modo da capire cosa devo dire. Uhm chi sono, cosa faccio e cosa voglio. Aviatori, cani parlanti, ed ecco che l'angioletta che sente le voci esagera come suo solito strappandomi un sorriso da sotto la maschera.

    "Adaham Crowlou, curiosone ed in cerca di conoscenza"
    Quando arriva il mio turno dico questo e nient'altro, sono tentato di annunciare di essere un cronomante ma è meglio tenere certe informazioni celate a tutti questi sconosciuti.
     
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    L’idea di dover seguire una lezione in un periodo in cui Lui lo riteneva di vacanza e Lei lo contraddiceva ribadendoli che erano lì per “lavoro”, a Soul non gli andava per niente a genio e a dirla tutta, se non fosse stato costretto sarebbe rimasto volentieri a dormire quella mattinata.
    Maka, al contrario, era entusiasta di partecipare a quella lezione: non solo gli avrebbe dato la possibilità di poter svolgere al meglio il compito a cui erano stati assegnati, capendo come funzionavano queste “esplorazioni interplanetarie” sul nuovo presidio in cui erano approdati ma avrebbe imparato anche cose nuove, e questo le avrebbe permesso di poter ampliare la sua cultura generale e avvicinarla sempre di più ad uguagliare l’eccellente studentessa che un tempo era sua madre.
    Entrambi arrivati sul posto, Soul in giacchetta nera con sotto una semplice maglia bianca, invece Maka per quel giorno aveva ritirato fuori dallo scaffale il suo classico completo scolastico, si misero immediatamente a cercare la loro classe visto che Maka credeva di essere in ritardo, anche se in realtà erano in perfetto orario, il fatto era che se non entravano mezzora prima in classe dell’inizio della lezione per Maka era come arrivare in ritardo. Mentre esploravano i lunghi corridoi dell’accademia non potevano rimanere che sbalorditi da come si presentava a loro l’interno; tutto era curato nei minimi dettagli a partire da ogni muro, a ogni scaffale fino alle mattonelle sul pavimento che erano ben curate e perfettamente lucidate

    “Guarda Soul. Non è stupenda?!”

    Disse rivolgendosi al ragazzo che aveva al suo fianco mentre senza fermare la camminata compieva un giro su se stessa in modo da ammirare a pieno il corridoio

    << Per me rimane sempre una stupida e vecchia scuola … >>

    Controbatte il ragazzo portandosi le mani dietro la nuca fra i capelli bianchi per poi incrociarle in modo da poter sorregge la testa. Per quanto potesse sembrare disinteressato a tutto ciò che riguardava quel luogo, anche lui era rimasto sbalordito da quella accademia, e ciò lo notò anche Maka, per quanto i suoi occhi, il suo volto e il suo viso cercassero di dire il contrario; e a quella risposta indifferente Maka rispose con un dolce sorriso come soltanto lei riusciva a fare.
    Dopo pochi minuti di ricerca, finalmente riuscirono a trovare l’aula. Maka scostò piano piano la porta nella speranza che la lezione non fosse già iniziata, e per loro fortuna fu cosi.
    Maka diede un rapido sguardo agli altri 5 o 6 studenti, e notò che purtroppo i primi posti erano già stati presi, o almeno quelli subito di fronte alla cattedra, e cosi decide di sedersi in quelli sulla seconda fila, dietro a due studenti piuttosto particolari: uno dai capelli rosa e un altro con una strana marionetta, ma chi fossero non gli importava, gli interessava solo poter seguire la lezione. Come si sedette notò che ogni banco era fornito di fogli e penne appoggiati e ordinati accuratamente su ogni banco; se l’accademia ha la possibilità economica di fornire ad ogni studente il materiale sicuramente doveva essere una scuola piuttosto rinomata, e ciò non fece altro che aumentare ancora di più l’entusiasmo di Maka per quella lezione.
    Soul entrò subito dopo Maka nell’aula avendo ancora le mani incrociate dietro la testa e un lungo sbadiglio accompagnò la sua entrata, mentre Maka aveva già scelto il posto in cui mettersi, e ovviamente era quello più vicino possibile alla cattedra, Soul si fermò un secondo ad osservare l’intera stanza e tutti i presenti, e per sua sfortuna notò che il posto in fondo era già preso e di sedersi a canto ad uno sconosciuto non ne aveva per niente voglia, non era dell’umore giusto per socializzare quella mattina.
    Maka agitò la mano facendogli segno di venire a sedersi a canto a lui e cosi fece.
    Raggiunto il posto, si sedette e appoggiò entrambe le gambe sul banco scostando i fogli e le penne con i piedi per poi posizionarsi comodo e con le mani incrociate a sorreggere la testa.

    << Svegliami quando la lezione sarà finita. >>

    Disse rivolgendosi a Maka.
    Nel mentre, la classe si era già riempita di studenti come loro. Passarono pochi minuti e arrivò anche quello che sembrava essere il loro professore per quella lezione. Come notò il suo arrivo, Soul tolse immediatamente le gambe dal suo banco, per quanto potesse essere poco intenzionato a seguire la lezione, essere beccato all’arrivo nel professore certamente non rientrava nei suoi piani. Mentre il biondo professore si dirigeva alla cattedra, le luci sembravano abbassarsi e aumentare di intensità al suo passaggio e ogni volta che affiancava un banco, i fogli e le penne sopra di essi, sembravano prendere vita per una manciata di secondi per poi tornare al loro posto.

    << Ma come cavolo…? >>

    Entrambi rimasero sbalorditi da quell’entrata inusuale.
    Sedutosi alla cattedra si presentò, spiegò brevemente cosa avrebbe spiegato in quella lezione invitare, uno ad uno, gli studenti a presentarsi.
    La reazione di Soul a tutto ciò non fu delle migliori, ma d’altronde, lui non voleva nemmeno starci li

    << Tutto ciò è molto poco figo >>

    Maka, lasciò che si presentassero prima gli altri per poi alzarsi in piedi con un grosso sorriso stampato in faccia.

    “Buon giorno professore,
    Il mio nome è Maka Albarn, vengo da un paese non appartenete a questo presidio e sono appena arrivata qui su Endlos.
    Sono qui oggi per poter imparare e apprendere tutto ciò che c’è da sapere sulle esplorazioni interplanetarie.”

    Il successivo a presentarsi fu Soul.

    << Il mio nome è Soul Eater,
    E se ora mi trovo qui è solo perché sono stato costr…>>
    Prima che potesse concludere la frase un colpo in piena testa proveniente da uno dei quaderni di Maka lo costrinse a risedersi innervosito.

    “Scusatelo… è un tipo un po’ troppo spontaneo,
    Le assicuro che non capiterà più “

    Mentre pronunciava le ultime parole, rivolse a Soul uno sguardo minaccioso e di avvertimento. Avrebbe dovuto contenersi se voleva tornare a casa con la testa ancora sul collo.
     
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    Shalysanne

    Scheda [x] ♦ Demone // Seele Corporation
    Djinn



    Non erano molte le spiegazioni dietro alla decisione di rimettere piede su Laputa, perché i monologhi interiori troppo lunghi mi annoiavano: quindi cosa ci facevo qua?
    Nessuna intenzione suicida o altro, altrimenti sarei rimasta al mio posto nel Presidio Nord. Poco prima che cominciasse il processo di Lazarus, venni a conoscenza di corsi particolari che avevano luogo al Magisterium, una rinomata accademia di arti magiche. Un argomento in particolare catturò la mia curiosità e non la lasciò più: i viaggi dimensionali. Non che avessi intenzione di lasciare al più presto Endlos, piuttosto togliermi qualche dubbio sul mio indebolimento dopo aver attraversato il Maelstorm.
    Nel peggiore dei casi avrei imparato qualcosa di nuovo.
    Rimandai e rimandai l'occasione di assistere ad una delle lezioni, perché occupata ad andare da quella o quell'altra parte del semipiano. Ora che la situazione sembrava - relativamente - quieta, colsi l'opportunità di tornare alla città volante, nonostante la vicenda con gli aviatori.
    Tecnicamente riguardava solamente Lazarus, non la Seele tutta e infatti trovai la nostra prima sede ancora in piedi e il Supernatural aperto, popolati dai vari Gremlin e Succubus.
    Fu una mezza consolazione e in più contai sul fatto di non essermi mai fatta vedere troppo in giro, nemmeno presentandomi a destra e a manca come Demone della gilda. Discrezione che per sicurezza ci tenni a mantenere, prendendo alloggio in una locanda e non alla sede.

    Dunque senza ulteriore indugio andai al Magisterium.
    Inizialmente rimasi piacevolmente stupita dalla grandezza dell'edificio, però non ascoltai l'impulso di perdermi tra i suoi corridoi per esplorarlo e scoprire cosa altro fosse possibile apprendere tra le sue pareti. Avevo una destinazione ben precisa dove andare e non avevo intenzione di fare tardi, pena il rischio di saltare del tutto la lezione.
    Andai all'aula al secondo piano come altre persone prima di me, alcune addirittura le seguii per qualche metro senza sapere di avere una direzione comune. Varcata la soglia spesi pochi istanti ad esaminare l'ambiente: una stanza tondeggiante, librerie con libri su libri addossate alle pareti e immancabili banchi in legno dove altri avevano già preso posto. Non era un'aula enorme, ma nemmeno tanto piccola da farmi salire un senso di asfissia.
    A testa alta e dalla camminata sinuosa e sicura come quella di un felino, avanzai accompagnata dal suono ritmato prodotto dai tacchi degli altissimi stivali. Lanciai occhiate curiose di qua e di là, tanto per costruirmi una prima impressione sugli altri partecipanti.
    Mi sedetti tra le file centrali, nelle vicinanze di un uomo che tra freddezza nell'atteggiamento, carnagione pallida e le vesti scure poteva essere definito il mio riflesso al contrario. Lui fasciato di nero, io un tripudio di bianco e toni freddi dell'azzurro-blu sulla pelle bronzea. E con molta meno stoffa addosso, nei limiti della decenza, senza la minima vergogna.

    Nell'attesa che l'aula si riempisse restai lì, scandendo lo scorrere dei secondi con un leggero tamburellare delle unghie che uscivano dai lunghi guanti candidi contro il piano di legno.
    L'arrivo di Dan Mihai, il nostro insegnante, mi fece raddrizzare la schiena e assistei all'animarsi degli oggetti nella stanza con un misto di sorpresa e interesse.
    Che sortilegio c'era nascosto dietro a tutto quel movimento festoso?
    Lasciai cadere il quesito e ripresi a prestare attenzione al corso degli eventi. Una dopo l'altra le persone nei banchi cominciarono a presentarsi, dicendo il proprio nome.
    Per tutti i cieli, quello era un cane parlante? Mai ne vidi uno prima.
    Quando fu il mio turno posai le mani sul piano di legno per fare leva, dunque mi misi in piedi in un movimento fluido. Scostai una ciocca blu notte dagli occhi con la mancina e sorrisi ai presenti, cercando di non essere troppo inquietante. Mi confidarono che guardavo il prossimo in maniera troppo penetrante, selvaggio, dando l'impressione di voler sbirciarlo fino le viscere.
    Feci il possibile - ovvero senza vero impegno - per non dare quell'idea, altrimenti pazienza.
    « Mi chiamo Shalysanne, una Djinn. Sono uno spirito dell'Aria, per intenderci. »
    Esordii infine con il classico tono mellifluo e carezzevole, aggiungendoci pure una spiegazione sbrigativa e semplificata all'estremo di cosa consistesse la mia natura.
    Al momento non avevo voglia di perdermi nell'ennesima spiegazione di cosa fossi.
    Finita la frase posai nuovamente le mani sul banco e scivolai a sedere, concludendo il tutto con la gamba sinistra accavallata sulla destra. Rapida mossi la mancina a sistemare l'orlo dell'abito aderente sulla coscia, così da non farlo arricciare più del dovuto.


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    × Un desiderio al giusto prezzo.
    |Passiva di caratterizzazione gdr - Esaudire desideri|

    × Tra il visibile e l'invisibile.
    |Effetto: Invisibilità [Attiva/Basso], Immortalità, Auspex e Anti-auspex spirituale|

    × Volontà d'acciaio.
    |Effetto: Protezione dalle malie|


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    How to hole the multiverse_


    Finalmente! Che eccitazione! Il giorno è arrivato, l'ora è arrivata!
    Lo sciamare intorno a me fa da sottofondo al vociare che riempie le mie orecchie, cercando di catturare la mia attenzione e combattendo contro l'insormontabile ed amovibile montagna che troneggia nella mia testa e davanti ai miei occhi. La lezione di Esplorazione Interplanare.

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    Arriccio le labbra in un sorrisino malizioso ed eccitato mentre le mordo entrambe dall'interno. Per questa occasione i miei capelli si tingono d'arcobaleno, ad esternare i sentimenti che albergano in me.
    Un piede è dentro, ora anche l'altro, ed in un istante lungo un sogno la soglia dell'aula è varcata: qui, qualcosa di stupefacente e meraviglioso mi avvolge e mi assale da ogni parte, con tutto il suo sapore di legno, affreschi, magia e gusto antico. Non sono da sola, non sono la prima: ci sono già altri studenti e studiosi all'interno, alcuni in piedi, altri seduti composti, altri raggruppati in capannelli per parlottare tra loro, ridendo e scherzando prima della campanella d'inizio
    .

    “Ma guarda te...”


    Torno a guardarmi attorno ammirata, a trecentosessanta gradi, con la bocca che si apre sempre di più dalla meraviglia. Tutto ciò è davvero stupendo, e sono al settimo cielo: finalmente, dopo tanto tempo, sono tornata a lezione, a scuola, all'università, al Magisterium di Laputa, e in più torno ad esplorare il Multiverso.
    Mi mancava davvero.

    Scelgo un banco un po' in disparte, non mi è mai piaciuto essere al centro dell'attenzione: niente prima fila, niente posti sulla corsia centrale, il mio posto rispecchia la mia mente; fila esterna, lato destro -quello della porta, la via di fuga in caso di pericolo-, posizione medio-avanti perché più vai indietro più ci sono quelli che fanno casino, e poi l'acustica e le scritte sulla lavagna peggiorano in qualità.

    ...

    D'improvviso il professore si materializza nell'aula, la porta si chiude, ci saluta invitandoci a sederci, inizia ad aggirarsi tra i banchi e sistema magicamente tutto ciò che non è perfettamente in ordine: luci, oggetti...
    Wow...Com'è affascinante...
    Rimango ammaliata da questo giovane uomo, questo ragazzo -oddio, chissà quanti anni avrà in verità!-, dai suoi modi così gentili, eleganti, stravaganti, delicati e dolci. E quel sorriso...così...Sembra uno come me, sembra un mio simile.
    Ascolto rapita ogni singola lettera che cade e scivola dalle sue labbra morbide e rosate, e vorrei non smettesse mai di parlare, tuttavia lascia presto la parola a noi: dobbiamo presentarci, per conoscerci, e questo mi riporta alla realtà. Perché dovremmo conoscerci?Perché formare spirito di gruppo? Mi sta forse dicendo che sarà una cosa collaborativa? Pensavo di venire qui, di imparare per conto mio, singolarmente, individualmente, e poi...poi boh, sarebbero stati affari miei, pensavo.

    Ascolto così le presentazioni prima della mia, e mi rendo conto di quanto sia variegata la fauna che partecipa a questa lezione: dai bambini agli uomini, passando per elementali e...perfino un cane parlante! Ma sarà veramente un cane, a questo punto? Beh, ho già incontrato pure un gatto parlante, ma anche un mafioso che si è trasferito nel corpo di un cane...
    Poco ma sicuro, formare e lavorare in squadra con questi individui sarà un'impresa ardua. Ansie sociali, scazzo misantropo, stress: mi si guasta un poco l'umore, ma solo finché non tocca a me: mi alzo, devo tornare seria e professionale ora, e così cerco di riassumere in poche parole concise i miei tratti più salienti
    .

    «Tricia Valeria McMillan, ma preferisco Violet.
    Zorak mutante, planeswalker, naufraga ovviamente, scienziata e maga...tante cose insomma, forse troppe.
    L'esplorazione e la scoperta mi fanno sentire viva, e sono relativamente "ferma" da troppo tempo: per questo sono qui, ed è un piacere.»


    In verità, sì, ho girato un casino per Endlos e non ho quasi mai smesso di farlo, non mi sono fermata nemmeno quando pensavo di essermi finalmente trovata un posticino in cui stare, vuoi per un motivo, vuoi per un altro.
    Mi risiedo, con calma attenta e posatezza, conservando un delicato sorriso sereno, rilassato e speranzoso.
    Chissà cosa mi riserva il futuro, e quanti incredibili tesori scoprirò oggi
    !


    _Specchietto Tecnico:



    Specchietto Tecnico_

    [☆] Condizioni Fisiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Psicologiche: Ottimali.

    [☆] Condizioni Energetiche: Mana al 100%.

    [☆] Equipaggiamento e Poteri:
    Equipaggiamento

    ¬ Revan's Robes (Armatura, 1pt).
    ¬ Chakram seghettato (Lama circolare, 1pt).
    ¬ Pugnale (Lama, 1pt).
    ¬ Glock 19 (Pistola, 2pt).
    ¬ Pertica delle Notti Stellate (Bastone, 1pt).
    ¬ Fangs & Claws (Armi naturali, 3pt).
    ¬ Bacchette magiche, libri di magia et similia (GdR).
    ¬ Bussola dei Desideri (GdR).


    Passive

    ¬ ThoughtDensity (Telecinesi).
    ¬ PsicoEssenza (Immortalità/Autorigenerazione).
    ¬ Mentalist (Telepatia).
    ¬ Mente Blindata (Auspex rilevazione intrusioni mentali/psion).
    ¬ Disturbance in the Force (Sesto senso per il pericolo/Instant-Casting).
    ¬ Disturbance in the Force (Preveggenza/Premonizioni, GdR/Quest).
    ¬ Cerebro (Auspex rileva-menti).
    ¬ Alterazione: Somatizzazione Metapsichica (Shapeshifting, GdR).

    Specchietto Riassuntivo_

    Entra, si siede, ammira il posto, ammira il professore X°D, si scazza a vedere gli altri, si presenta e si concentra sul lato positivo ovvero la conoscenza che acquisirà durante la lezione e tutto ciò che ne conseguirà.

    Note_

    ---.


    Ramona_super-1-_zps41489fec



     
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    A ognuno il suo



    Pensato Intelligenza Artificiale
    "Parlato Intelligenza Artificiale"
    Pensato Agente Oregon
    "Parlato Agente Oregon"


    Luogo: Endlos - Magisterium



    Era venuto su Laputa per altri motivi, ma dopo aver letto ciò non poté non aderire a questa speciale lezione. Specie con Heta. Anzi..stavolta era successo qualcosa di assolutamente anormale, fuori da ogni schema, un comportamento totalmente inadatto all'intelligenza artificiale. Nulla di grave, ci mancherebbe..eppure lo spartan se n'era accorto, dopo tutto quel tempo assieme, ormai l'abitudine era completamente acquisita, tanto da notare qualsiasi cosa di diverso nell'atteggiamento dell'IA. Dopotutto, il suo carattere era artificiale, dopo aver compreso in linea di massima le sue reazioni, era tutto più semplice. Heta non gli aveva chiesto nulla, stava dando segni di squilibrio e più ci pensava più si accorgeva del cambiamento nel costrutto.
    Stai finendo il tuo tempo? - stavolta decise di parlarne direttamente, sempre attraverso pensieri..di affrontare l'argomento e non di fare ipotesi, le quali ovviamente venivano "ascoltate" dall'intelligenza artificiale. Erano di fronte al Magisterium. Quasi posava immobile con le mani ai fianchi e lo sguardo alto per osservare l'intera struttura. L'ologramma mentale apparve affianco a lui, quasi imitandolo, la sua figura vibrò un momento e poi scomparve. Heta sembrava non volerne parlare..Oregon sapeva che quando brillava era perché effettuava dei backup su se stessa, ultimamente lo faceva sempre più spesso, anche quando non c'era nulla da dire. Inoltre sospettava ciò anche quando non poteva vederla, quasi avesse delle sensazioni a riguardo. Le intelligenze artificiali non durano per sempre, di norma quelle del suo tipo hanno un tempo massimo di otto anni.
    Non importa, avremmo molto tempo per parlarne.. - continuò provocandola, nonostante sapeva che questa mossa era totalmente inefficace, sia perché stava trattando con una macchina, sia per il fatto che non poteva nasconderle nulla..nemmeno un pensiero, un piano, un ricordo, un'immagine..niente di niente. Era giunto su Endlos con una missione precisa: esplorarlo e fornire più informazioni possibili su esso..eppure aveva ormai perso interesse in ciò, era il suo compito, ma pareva inutile, non necessario. Gradino dopo gradino, si fermò ad osservare i presenti uno a uno. Non poté non notare lei..proprio lei..quella fatina spaventosa, tutta innocente e ingenua, pericolosa. Sospirò.
    Puoi scegliersi il posto, Agente Oregon - intervenne l'intelligenza artificiale senza mostrarsi. Ancora doveva capire cosa regolava questa funzione, quando apparire e quando non farlo. Cercò di scacciar via il pensiero sperando che l'IA, inutilmente, se ne accorgesse, non voleva cadere nell'ennesima conversazione noiosa.
    Mi trova noioso, Agente Oregon? - e apparve come fosse una minaccia. Avrebbe voluto scacciar via la sua immagina con una manata, ma sarebbe risultato alquanto strano agli occhi di tutti gli altri. Fece finta di non vederla e avanzò prendendo il posto più vicino.
    Abbastanza, va bene questo - rispose riferendosi poi al posto, non aveva preferenze e non era di certo così infantile. A breve fece la sua entrata il maestro, o professore..come si voglia. Vestiti appariscenti, almeno per lo spartan, e un modo di fare simpatico e gentile. Mostrò subito ciò chi era: un mago, sfoggiò la sua abilità telecinetica per rimettere un po' d'ordine e si presentò spiegando con chiarezza i punti fondamentali della lezioni.
    Sembra interessante - quasi a stuzzicare l'IA, ma quella non ci cascò, come previsto. Heta sapeva tantissime cose, però non poteva conoscere tutto..questa lezione era fondamentale, si potevano chiarire moltissime cose. Due ragazzini particolari cominciarono a presentarsi, a ruota, uno alla volta, avrebbero fatto tutti quanti, spartan compreso.
    "Potete chiamarmi Oregon" - stop, parla troppo il presente spartan. L'unico in piedi, si sentiva decisamente a disagio, tutti lo guardavano, ma il panico non lo prese. Non è infantile, queste cose non sono parte di lui. Il problema è che non sapeva che altro dire..non poteva citare Heta, molte cose dovevano restare segrete, cosa..poteva dire? Cosa c'era di interessante da dire? Una presentazione.
    "Sono uno spartan" - applausi grazie, lo spartan si sedette poggiando le mani sul banco e rimanendo immobile come una statua. Il casco copriva il volto..avrebbe anche potuto dormire..se fosse stato un altro.

    Stato Mentale: Interessato e un po' a disagio
    Stato Fisico: Normale
    Energia: 100%


    Quarto Girone Città Alta: Magisterium



    Sono venuto qui, a Laputa per un preciso motivo! Io, Leonard Church, non posso certo perdermi una lezione come questa! Esplorare un nuovo mondo..niente di più spettacolare! Chissà..magari potrei studiare qualcosa in particolare, ad esempio qualcosa collegato al Maelstrom - Non penso andrai molto lontano.. - oppure..non saprei, non ci ho pensato particolarmente e non m'interessa realmente. Non ho alcun motivo per stare lontano da qui, spero solo non si tratti di una noiosissima lezione. Non indugio oltre e avanzo, a testa alta entro in questo luogo e in breve non posso che posare gli occhi su chiunque vi sia all'interno. Tutto tranquillo - Ah giusto, dimenticavo.. - insolitamente tranquillo, no..sento che qualcosa non va, meglio riguardarli per bene uno a uno..non lo conosco, non lo conosco..non..oh..qualcosa non va, non è possibile. Quella ragazza! Quella..ragazza..l'ho sognata! Si, sembra proprio lei, ma come..cerco subito di non farmi vedere, forse inutilmente, non ne ho idea, mi tengo bene alla larga e non smetto di guardarla, di analizzarla, socchiudo gli occhi assumendo un'espressione probabilmente infantile, ma non me ne importa niente! La situazione non richiede modi! Ragiono, rifletto..che dovrei fare in particolare? Metto una mano in tasca e rigiro il telefono tra le dita, senza tirar fuori nulla. D'accordo, ho deciso - Non farlo..non farlo.. - non posso che accertarmene standole vicina, non è il caso di essere timidi e stare sulla difensiva è del tutto stupido! Avanzò come un ninja - Ma..tu non sei un ninja! - sorrido notando il posto da lei scelto, lontano dagli altri..interessante, così non ci saranno altri occhi ad osservarci, niente stupidaggini! Ho scelto il posto vicino a lei, la mia aria è cambiata radicalmente, ora sembro una persona serissima, forse cupa e pensierosa. O magari sto facendo finta di essere indifferente di fronte a lei? Voglio prima vedere una reazione da parte sua, magari mi sto sbagliando. Eccolo il professore, non sono il tipo che giudica il modo di vestire, ma quello.. - Tu porti un camice! ..non importa. Come temevo, gli argomenti sembrano del tutto noiosi, ho due opzioni: dormire o concentrarmi sulla giovane qui di fianco. Violet, eh? Non so perché ma ho in mente almeno un soprannome per te. Dopo di lei quindi ci sono io. Mi alzo come hanno fatto tutti, come si hanno mostrati i ragazzi in prima fila.
    "Io sono il famoso Dottor Church! E sono qui per questa specifica lezione e nient'altro!" - allargò le braccia con un narcisismo non indifferente, non m'interessa, sono fiero di me stesso come dovrebbero esserlo tutti..di se stessi, ovviamente, ma anche di me va bene lo stesso. Mi accorgo che sto parlando a voce un po' troppo alta, schiarisco la gola e modero il volume.
    "Sono uno scienziato e un genio, spero vivamente che la lezione sia molto interessante, mi annoio facilmente!" - e mi ributto sulla sedia mantenendo il sorriso ancora per poco. Ho il sospetto che mi annoierò molto.

    Stato Mentale: Normale - Spero vivamente che la lezione sia interessante! E anche la ragazza!
    Stato Fisico: Normale
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    Edited by "Gerik" - 29/8/2015, 02:07
     
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    Le lunghe falcate della sua andatura divorarono i metri del corridoio in poco tempo -e tuttavia senza fretta-, conducendolo attraverso il dedalo di aule ed anditi dell'Accademia di Magia che tanto amava frequentare durante le sue visite al Presidio Errante; talvolta, vi si attardava per diletto, per approfondire i suoi studi in solitaria, tal altre per ricercare il confronto e il supporto dei Magistri in merito alle tante ricerche connesse a misteri, presagi ed emergenze di Endlos, e in qualche occasione vi si era anche recato per tenere qualche lezione in qualità di docente, ma... non ricordava di essere mai stato nell'ala sinistra del Magisterium.

    Il corso di quell'oggi -una lezione dedicata all'Esplorazione Interplanare- era stato particolarmente pubblicizzata, perciò le indicazioni sparse in giro per l'edificio avrebbero permesso a qualsiasi interessato raggiungere la classe senza alcuna conoscenza del luogo, eppure -per qualche motivo che non gli era ben chiaro- il gigante dai capelli blu avanzava spedito senza bisogno di prestare troppa attenzione a dove stesse andando, rispondendo al richiamo familiare che lo spingeva nella giusta direzione.

    Giunto davanti alle porte dell'aula 56-C, il Saggio si fermò sulla soglia, lasciando spaziare le iridi grigie all'interno del locale e passando in rassegna i suoi già numerosi avventori: a partire dal fondo, vide un uomo dall'aria trasandata e un trio di signorine occupare i banchi dell'ultima fila; in posizione intermedia -a presidiare i sedili centrali-, stavano invece un cavaliere in armatura, un uomo in completo elegante, un ragazzino mascherato avvolto in alcune catene, ed una sinuosa fanciulla dalla pelle d'ambra, mentre -in tutto questo- una Pixie svolazzava nell'aria.

    Appurando che i banchi a disposizione degli uditori erano disposti in due file solamente, il primo pensiero del Demone delle Tempeste fu che la cosa riduceva il numero di posti dirimpetto la cattedra a quattro soltanto; fortunatamente, però, uno di essi era ancora libero, e fu là che si diresse senza indugio, avanzando verso il canide di taglia medio-piccola ancora
    spaiato e -torreggiando su di loro dall'alto dei suoi due metri- gettando un'occhiata neutra ai vicini: nella fila di sinistra, un ragazzino dai capelli rosa e un bimbo ventriloquo con una marionetta occupavano il primo banco, seguiti da una ragazzina bionda e da un ragazzino albino al secondo banco; nella colonna di destra, invece, oltre al botolo della prima linea, il suo sguardo color ardesia si soffermò sull'esoscheletro spartan e sulla signorina con i capelli viola della seconda fila.

    -Buongiorno, miei studenti! Accomodatevi.
    Il mio nome è Dan Mihai Simion e sono il vostro nuovo insegnante


    La comparsa del Magus interruppe il flusso dei suoi pensieri, e una crepitante scintilla azzurrina (che, per chi lo conosceva, esprimeva efficacemente la sua curiosità) percorse la lunghezza del corno dorato, danzandovi in punta prima di disperdersi nell'etere; poi, così come gli era appena stato detto di fare dal docente, il Raitei si accomodò al posto prescelto con movimenti pacati, minimi e misurati, cercando di disturbare i compagni di classe – per quanto ingombro potesse mai evitare di dare un colosso di quella stazza.

    -Questo è il corso di Esplorazione Interplanare di Base. Faremo una piccola introduzione alla teoria dei multiversi ed alla geografia extraplanare di Endlos, per poi soffermarci sulla metodologia di ricerca e studio delle entità aborigene. Ma questo, immagino, lo sappiate già.
    esordì il biondo esponente del Magisterium, introducendo subito l'argomento
    -Ciò che terrei a precisare già da ora è che il corso è aperto anche ai non-maghi in quanto puramente teorico, pertanto le discriminazioni saranno severamente punite, esattamente come conflitti aperti di ogni tipo.
    jpg
    Reclinando il testone puntuto da una parte, la Corona di Regalia non afferrò bene il senso di quell'ultima raccomandazione, ma si limitò a prenderne atto senza approfondire, e quando Dan si sistemò alla cattedra per dare una sbirciata svogliata al registro -rivolgendo a ciascuno di loro l'invito di presentarsi al resto della classe-, il Figlio della Folgore si limitò a prestare ascolto alle parole dei suoi colleghi appassionati. Quando giunse il suo turno, si rimise in piedi e parlò.

    « Il mio nome è Brifos. Vengo da Palanthas,
    la Grande Biblioteca del Presidio Est. »

    si presentò con voce pacata, restando sull'essenziale
    « Mi piace leggere e capire come funzionano le cose. »

    Tacque per un lungo istante, il corno dorato produsse un ronzio e uno scintillio elettrico, e infine tornò a sedersi, estraendo finalmente il fidato taccuino dal borsello che portava legato in vita: ora era pronto a cominciare la lezione.

     
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    Ezazél
    C'erano un sacco di persone, ed erano tutte più alte di lui.
    Uffi! Anche allungando il collo e drizzando la schiena, non riusciva a vedere oltre il muro di teste davanti a lui. Era arrivato tardi, distraendosi a fissare gli affreschi del Magisterium, e ora si trovava seduto nella fila più in fondo.
    Tristezza e desolazione. Chissà se c'erano anche i suoi amici lì in mezzo? I due con cui era giunto a Laputa, ad esempio, l'uomo col mantello colorato e il ragazzino coi capelli bianchi.
    Chissà se c'erano altri bibliotecari. Era da settimane che non tornava a Palanthas, impegnato ad investigare sulla maledizione di Gareth. Possibile che fossero saliti tutti insieme senza dirgli niente? No, impossibile! Sarebbe stato troppo triste.

    Almeno la classe era silenziosa. Riusciva a sentire le parole dell'istruttore piuttosto bene, anche se a stento vedeva la sua testolina bionda.
    Sbuffò e si accasciò sul banco. Avrebbe aspettato le presentazioni per capire se conosceva qualcuno.

    Voci di ragazzi e ragazze a lui sconosciuti. Oh, ma c'era il fratellone Brifos! Agitò una manina per salutarlo, ma dubitava che l'avesse visto. Era seduto qualche fila dietro di lui, dopotutto.
    Giunse il suo turno di presentarsi. «Sono Ezazél.» annunciò con voce orgogliosa, alzandosi in piedi «Saggio di Palanthas, studioso della Via dei Mondi. Piacere di conoscervi.»
    Detto questo, tornò a sedersi sorridendo.
    Era felice di essere lì.

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    La prima cosa Zon aveva pensato, giunto a Laputa, era stata: "Wow". Insomma, già quell' isola volante su cui era arrivato con il suo gruppo di amici era strabiliante,ma la città era incredibile: ovunque tecnologie avanzate, molto più avanzate di qualunque altra avesse finora visto lì su Endlos (così, gli era stato detto, si chiamava quella dimensione). Lui e gli altri erano lì per partecipare ad un grande evento che si sarebbe svolto di lì a poco, qualcosa di molto molto grosso.

    Zon entrò, un poco controvoglia, in quella che aveva tutta l'aria di essere una gigantesca scuola, e seguì le indicazioni per la lezione che avrebbe dovuto "seguire", e si diresse verso l'aula 56-c, al secondo piano dell' edificio.

    - Cavoli se è grande questo posto-

    disse, mentre pian piano accelerava il passo, dando una fugace occhiata al corridoio: stava facendo tremendamente tardi.
    Arrivò davanti alla porta in pochi balzi, poi si fermò, si fece coraggio e, con un unico respiro, aprì la porta con forza.
    Forse troppa, perchè per poco non scaraventò la porta di legno contro il muro, e per un secondo temette il peggio, ma per fortuna si fermò poco prima di far rumore.

    Zon avanzò piano, cercando un varco tra la marea di gente che era lì ad ascoltare un uomo alto e biondo, evidentemente un insegnante, che introduceva la lezione con un discorso a cui Zon fece fatica a rimanere aggrappato: capì solo che non doveva fare a botte e che, decisamente, non era uno scienziato per natura.

    Tra la calca di gente notò Ezazèl, uno degli amici con cui aveva cominciato il viaggio.
    Uno dei due. Ma dov'era l'altro, il mantellone?, Zon non riusciva a vederlo.
    Ezazèl era in ultima fila, accasciato sul banco, così Zon tentò di alzarsi un poco e fare un saluto veloce con la mano senza dare troppo nell' occhio.

    Arrivò il suo momento di presentarsi, subito dopo Ezazèl.

    - Io sono Zon Lawson-




    aggiunse, Non era necessario specificare che era un mercenario, giusto? probabilmente le spade sulla schiena già parlavano per lui.
    -Vengo da Altatorre.-

    -Amo...-




    Fare a bott... no, forse non era il miglior modo di presentarsi

    -Beh, diciamo che sono un bravo combattente in cerca di nuove avventure adrenaliniche-



    riuscì a dire. Beh, dovrebbe bastare per una presentazione amichevole e veloce, no?
     
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    Odio le scuole. Edifici polverosi e dall’odore di muffa, dove i ragazzi non fanno altro che stare curvi sui libri finché la schiena non si ingobbisce, la pelle diventa rugosa e la barba bianca sfiora terra. La vita è breve, perché sprecarla in un solo posto? Ci sono tanti modi per divertirsi (come bere un buon boccale di sidro, passare una notte sotto le lenzuola con una bella ragazza, rischiare i risparmi di una vita in una partita di dadi e… ok, decisamente troppi) e nessuno di questi riguarda il mio stare seduto ad un banco mentre ascolto noiose lezioni.

    La cosa divertente del Magisterium è che si impegna nel non voler rientrare nella mia concezione di scuola. Colpa dei maghi, presumo. Quelli là non vedono l’ora di farti sentire una merda. Gente dal cazzo molto piccolo, almeno a giudicare da quello che sto vedendo. Benedetto da madre natura mi accontento dei miei trucchetti da quattro soldi. Giusto il tempo di ammiccare ad un paio di belle ragazze – ah, sprecate in un posto come questo! – ed eccomi varcare la soglia dell’aula. Allora:

    Il posto è strano.
    (va bene per il soffitto affrescato, ma dopo tutto quello che ho visto in giro perché è così…normale?)

    La gente è strana.
    (normalmente dicono che lo sia io, ma questa pare un’accozzaglia di gente assurda. E quello è…un cane?)

    Spaesato mi aggiro tra i banchi, lanciando solo un timido saluto ai due che conosco: il tizio dall’occhio strambo ed il nano bibliotecario. Colpa loro se sono qui. O forse è “grazie a loro”? Alla fine scelgo un posto non troppo lontano né troppo vicino, evitando accuratamente di finire dietro a qualche tipo colossale. Lì rimango in attesa finché non arriva l’insegnante.

    Il tipo è strano.
    (mi sarei aspettato il classico vecchio bacucco e non un tipo giovane. Raccomandato?)

    E…blablabla. Cioè già non ci sto capendo un cazzo. Ma è davvero colpa mia se sono distratto? Fidatevi, troppe donne in aula. Là davanti c’è quella, capelli biondi ed occhi azzurri, che pare la principessina da castigare con l’amica stramboide. Threesome in arrivo? La scolaretta che si fa accompagnare dall’amico/ragazzo e che con quella gonna corta ispira solo porcherie. La tipa artistoide dai capelli colorati a cui piace farlo strano. La fatina che… no, sarebbe troppo pure per me. E poi c’è la… occazzo, ma sono vere quelle? Avrebbero dovuto confiscargliele all’arrivo su Laputa.

    Perso nei miei pensieri realizzo che stanno facendo l’appello solo quando cala un silenzio imbarazzante al mio turno. Tossicchio, mi guardo intorno spaesato e, con la più completa e spontanea noncuranza (che mi riesce sempre bene), compio un saltello che mi porta in piedi. Il resto sono gesti ripetuti così tante volte da venirmi meccanici. Spalanco le braccia lasciando che il mantello, su cui ho cucito con tanta pazienza centinaia di pezze colorate, si apra con uno svolazzo. Poi prendo il cappello tra due dita e con un rapido colpo di polso lo ruoto muovendolo infine verso l’altro. Al mio inchino una pioggia di lustrini e coriandoli scende come pioggia.

    « E’ qui tra voi il magnifico, l’incommensurabile, l’inimitabile e soprattutto l’unico Alfodr. Cantore, menestrello, giocoliere, artista e poeta. Attualmente ospitato dalla Taverna del Cinghiale Albino nella Città Bassa. Spettacoli d’incredibile valore artistico ogni sera al calar del sole. Accorrete! » Beh, buona pubblicità, ma sento che manca qualcosa. Qualcosa tipo…ah, perché sono qui!

    « Ehm, giunto qui per… » Che si faceva? Mannaggia a me che non ho ascoltato! « … imparare cose… » Ok, imparare è giusto. Qui tutti imparano. Ma cosa? « …magiche. Presumo. Quella roba là, ecco. » Claudicante, ma passabile. Ora una bella chiusura ad effetto. Mi porto le mani al cuore, guardandomi intorno. « E già che ci sono, se me lo permetterete, irretire il cuore delle bellissime fanciulle qui presenti. » Allargo di nuovo le braccia e con un tonf sprofondo sulla sedia. Appoggio il cappello in testa e riservo un occhiolino – rigorosamente con l’occhio buono – a quella con le pere enormi. Sono ipnotiche. Beh, quando si inizia a lavorare in gruppo insegnante? Io sono un uomo d’azione a cui piace prendere per mano i problemi. Specie se sono due. E grossi.

    Alfodr è un ragazzo sui 25 anni, metro e ottantacinque, capelli castani mossi, sorriso da ebete stampato in faccia ed occhio destro di vetro. Indossa un mantello su cui sono cucite pezze colorate, un cappello a tesa larga con una piuma e per il resto abiti piuttosto comuni (una camicia larga, pantaloni e stivali di cuoio)


    Edited by Lùx - 3/9/2015, 11:48
     
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