[SC] Everything we ever wanted

Lazarus Lee, capo della Seele Corporation e doppiogiochista bastardo... era morto. Gajeel se ne stava in piedi accanto al tavolo, fissando il cadavere di quello che alla fine era ancora un suo amico. Lo odiava, ma non per davvero. E poi come poteva farlo ormai? Gli aveva promesso di riempirlo di botte non appena l'avesse rivisto... ma adesso non poteva più farlo. Era morto e all'improvviso ogni rabbia si era dissolta come neve al sole. Non riusciva ad essere furioso con lui, non sarebbe stato neanche rispettoso nei confronti di un cadavere. Nei suoi occhi c'era solo tanta tristezza, ma anche il senso di colpa per non essere riuscito a fare nulla al riguardo. Sembrava tutto così strano, eppure quella era la pura, semplice e spietata realtà. Lazarus Lee era morto. E questa volta era morto per davvero.
Quando aveva ricevuto la chiamata di Gressil, il borchiato aveva subito capito che c'era qualcosa che non andava: quel mostriciattolo era sempre attivo, rompiscatole e petulante... ma questa volta la sua voce era diversa. Parlava di una situazione grave, di aver bisogno di aiuto e sentirglielo dire così all'improvviso fece scattare numerosi campanelli d'allarme nella mente del ferroso. La Gilda era in pericolo? Laz era in pericolo?! Qualcuno vuole ucciderlo, ma non sa che solo lui può massacrarlo di botte! Gajeel era furioso, non poteva sopportare che qualcuno gli togliesse la soddisfazione di sfogarsi. Di vendicarsi. Ma la cruda verità spazzò via qualsiasi desiderio di rivalsa. Lazarus Lee era morto. E ci era voluta la sua morte per far ragionare il suo rivale.
Chi ti ha dato il permesso di morire? Devi trovare sempre una scappatoia, eh? Ma aspetta e giorno verrò a prenderti a calci nel culo anche nel posto dove ti trovi adesso.
Aveva capito bene che ormai c'era poco da fare, eppure non riusciva ad arrendersi all'idea che quello spilungone non c'era più. Il Dragonslayer era in preda a sentimenti contrastanti, ma anche in un ragazzone burbero e rozzo come Gajeel sapeva provare dei sentimenti più umani... come la tristezza e lo sconforto, oltre a una mancanza incolmabile. Nonostante tutto, infatti, lo considerava uno dei suoi migliori amici. L'aveva accettato e questo era abbastanza per lui. Una lacrima cadde sulla pietra. Una singola lacrima rigò il viso del Drago, perché si affrettò ad asciugarsi gli occhi. Ormai la Seele era finita.
Dev'essermi andata qualcosa nell'occhio.
Si giustificò prontamente, a bassa voce, per poi voltarsi e dare le spalle a tutti. I pugni erano stretti, serrati in saldamente tanto da rendere bianche le nocche. Lazarus Lee era morto. E a meno di miracoli, la sua avventura su Endlos era infine terminata... forse nel peggiore dei modi.

Jack arriva dopo. Di corsa.
Era ancora per strada quando un gremlin, sudaticcio quanto teso, l'ha avvertito riguardo qualcosa che non andava. Sul momento lo spiritista non ha neanche capito la gravità della situazione. Che sarebbe mai potuto essere? Probabilmente Sionn aveva finito il disinfettante, e la puzza di decomposizione aveva invaso la bottega. E' già sull'uscio, quando si accorge che realmente qualcosa non va.

Entra nel negozio, non trovando stranamente nessuno ad accoglierlo: solo i fantasmi, con facce più pallide del solito, che, con chiari segni, accennano al magazzino sottostante.
Il giovane accelera il passo, evitando anche di salutarli. Scende la rampa, e quasi cade dagli ultimi gradini quando intravede una chioma cinerea far capolino da sopra a un tavolo.

Non può essere.
Il caposezione si guarda intorno, sbarrando gli occhi e cercando conforto in quelli dei compagni, tutti raccolti intorno al tavolo.
Si avvicina.
Guarda.
Si allontana. In silenzio.

Fa qualche faticoso passo verso la prima sedia, portandosi una mano sulla fronte che va a spostare una frangia di capelli all'indietro.
Il respiro si spezza. Jack riesce a stento a trattenere lacrime e urla.
Su quel tavolo c'è Laz. Morto.

Si siede, cercando di carpire qualcosa dei già ben avviati discorsi dei compagni. Parlano di successione e dei prossimi piani di gilda. Maledizione: sta accadendo davvero.

«Sionn. Hai qualcosa di forte da bere qua sotto?» dice, rivolgendosi al responsabile della sede.
Poggia le mani sulle ginocchia inclinandosi leggermente in avanti: non sta seguendo i discorsi degli altri, anche se non potrebbe permetterselo.
Possibile che non si sia davvero più niente da fare? Cavolo: la Seele è un'organizzazione che con le anime ci lavora, cosa ci vorrà mai a riportare indietro quella del boss?

Jack alza gli occhi, piantandoli su Azazel, che si trova di fronte a lui. Sta parlando di tutt'altro, quindi non vuole interromperlo, ma quello sguardo tra il disperato e l'iracondo non può essere ignorato. Il caposezione degli spiritisti reclama la sua attenzione.

Possibile che tu non possa fare niente, vicepresidente?

Gajeel si sentiva triste, lacerato dal senso di colpa... era come se una profonda ferita si fosse aperta in mezzo al suo petto. Era un dolore paragonabile alla solitudine provata quando Metallicana era scomparso, lasciandolo da solo in quella grotta sulla schiena del drago... era la prima volta che perdeva un amico e la cosa non era per nulla diversa da quella di perdere un genitore, almeno per lui. Considerava Lazarus come un fratello e per quanto ultimamente i loro punti di vista erano molto distanti, non poteva dimenticarsi di quella promessa e della decisione di diventargli amico nonostante tutto. E adesso lui era scomparso, morto... ma tutti pensavano già al futuro. Il borchiato si voltò di scatto, quasi digrignando i denti. Furioso.
Ma vi sentite? Lazarus è morto e voi già a parlare di futuro? Senza di lui la Seele è finita, non è difficile da capire. E so per certo che Lily la pensa esattamente come me... mi fate schifo.
Strinse con forza i pugni, era davvero incazzato. Inoltre non c'era il felino con lui, quindi probabilmente non c'era nessuno in grado di farlo ragionare... anzi, l'unico presente in quella stanza non poteva controbattere, visto che era disteso su un tavolo di pietra. Ed era freddo, gelido. Tutto il contrario rispetto alle fiamme che ardevano nel cuore del ferroso. C'era il rischio concreto che il prossimo che avesse pronunciato ancora la parola futuro... si sarebbe presa un pugno in faccia. Era vero, Lazarus era stato anche uno stronzo, ma non si meritava di essere dimenticato così in fretta... non dopo tutto quel che aveva fatto.
Lui ha costruito tutto questo da solo e voi siete già pronti a sostituirlo... non ve lo permetterò. E non vi consiglio di farmi incazzare per davvero.
Guardò soprattutto Azazél, scrocchiandosi poi entrambi i pugni, producendo un rumore abbastanza fastidioso ma soprattutto... pericoloso. Qualcuno doveva farlo ragionare, altrimenti le cose potevano finire davvero male. In momenti come questo non importava se gli avversari erano uomini, demoni o dei: quando doveva difendere qualcosa che gli stava a cuore, era in grado di tirare fuori una forza davvero sorprendente.

«Gajeel.»
Jack alza gli occhi verso il compagno, lasciando partire un sibilo che ha lo stesso valore di un urlo.
«Calmo.»
Lo guarda quasi storto, con le mani ancora appoggiate sulla bocca, spostate giusto nell'attimo in cui ha dovuto parlare.
Preferirebbe tacere, il capo degli spiritisti, ma, come prevedibile, la Seele sta già mostrando le prime crepe interne, e, cosa ancora più prevedibile, partono dal focoso picchiatore draconico.
Per fortuna non c'è anche Akio a peggiorare le cose.

D'altra parte, Azazel sembra fin troppo impaziente di andare oltre. Non si sono tenuti nemmeno i funerali di Laz che già si parla del sostituti o dei progetti futura della corporazione. Probabilmente, reazioni come quella del ferroso sono proprio il motivo di tutta questa fretta: la corporazione adesso è debole, scoperta... a pezzi. La più grande bestemmia, però, non viene tanto dalle pur maliziose labbra del demone, quanto dal cieco dolore del dragon slayer.
«Stai insultando la memoria di Lazarus, con le tue parole.»
Freddo, compassato, quasi sprezzante del dolore altrui, Jack si rivolge al compagno che sembra sul punto di morire insieme al proprio boss.
«Il tuo capo ha dato la vita per l'organizzazione, e tu vuoi farla finire insieme a lui.»

Lo spiritista si alza, mentre uno dei servitori di Sionn gli porta una sostanza ambrata non meglio identificata.
Fa qualche passo verso la salma di Laz, che finalmente ha il coraggio di guardare direttamente. Cerca di trattenersi dal piangere, ma una lacrima gli solca comunque il viso.
Prende il bicchiere, tirando giù un sorso di quella roba. E' forte, ma in quel momento il giovane potrebbe bere anche acido, e non ne soffrirebbe. Il dolore che prova è molto più acuto di qualsiasi altra cosa.

Fa un piccolo sospiro, senza staccare gli occhi dal cadavere.
«Vada per l'elezione del nuovo leader, ma la faccenda dell'anima va studiata. Da subito. In tal senso pregherei Sionn di interrompere ogni altro tipo di ricerca e di concentrarsi su questo, coadiuvato, se possibile, da Shalysanne e Azazel, che sono i nostri maggiori esperti di esoterismo.»
Un'altra lacrima gli riga il volto. Lo sforzo per trattenerle è immane.
«Bisogna rintracciare Akio. Ora come mai abbiamo bisogno di restare uniti.»
Guarda Gajeel di sbieco, sperando di esser stato chiaro.

Altra piccola pausa. Prende un altro sorso della roba che gli hanno passato. Rum? Quasi non ne sente il sapore.
«Per quanto riguarda gli altri progetti, li continueremo. Bisognerà darsi una nuova organizzazione, perché le forze principali saranno concentrate nello studio esoterico. Di conseguenza, a questo ci penserà il futuro presidente.»

Deglutisce. Prova quasi disgusto nel pensare ad una Seele senza Laz.
«La Seele vivrà.»

Al momento Gajeel era come una bomba, un candelotto di dinamite dalla miccia molto, molto corta... era ormai sul punto di esplodere. La rabbia lo stava lentamente accecando e non era mai un buon segno quando accadeva. Oltretutto l'assenza di Lily complicava le cose, da quando c'era lui infatti le crisi di rabbia del moro erano molto diminuite, faceva sempre la parte della vocina in grado di calmarlo, premendo i tasti giusti che riuscivano a farlo ragionare. Gli altri però non conoscevano quei tasti, non si era mai aperto con i suoi compagni e l'unico con cui l'aveva fatto, adesso era adagiato su un tavolo di pietra e dormiva. Per sempre. Ad ogni modo non era tutto perduto, visto che il borchiato non aveva ancora picchiato nessuno.
Non dirmi di stare calmo!
Ringhiò in direzione di Jack, sgranando gli occhi dall'iride cremisi, gli occhi di un drago. Poi però abbassò il capo, borbottando qualcosa tra se e se, alla fine lo spiritista non aveva tutti i torti... stava sbagliando. Non era così che doveva proteggere la memoria di Laz, non era il solo a soffrire. Tuttavia non riusciva a sopportare tutta la fretta e l'impegno che ci stavano mettendo per trovare al più presto un sostituto... in fondo Laz era ancora li, davanti a tutti loro, riteneva irrispettoso non attendere nemmeno qualche giorno. Almeno per elaborare il lutto.
No... non è questo che voglio.
Rispose sollevando la testa, decisamente più calmo di prima.
Mi serve tempo per assimilare la cosa. Ma non-
Il suo discorso si interruppe bruscamente. Qualcuno stava applaudendo mentre scendeva le scale, una presenza confusa e sconosciuta. Un ragazzino dalla pelle scura, attraversata da innumerevoli segnacci rossi, vestito con solo una gonnella e con un sorriso fastidioso sul volto. Lo sguardo di Gajeel si fece nuovamente torvo. Chi diavolo era questo tizio? Se era uno scherzo, aveva scelto il momento sbagliato per farlo. Disse di essere un amico del cornuto e mostrò anche quello che pareva il testamento di Lazarus... pessima mossa. Al Dragonslayer bastava sapere che quel tizio era amico di Bid'daum, uno di quelli che aveva finito con l'uccidere il suo amico. Gajeel guardò Az per un istante, poi si scrocchiò le dita.
Mi prudono già le mani.
Non c'era niente di meglio di una scazzottata per sfogare la tensione, soprattutto quando l'altro aveva anche un bel faccino: c'era più gusto poi a spaccarglielo. Ora che ci faceva caso, però, quel tizio nascondeva la sua anima, ma il suo odore... non quello fisico, ma aveva un odore magico in parte familiare. Assomigliava molto a quello di Lazarus. Aggrottò le sopracciglia mentre fiutava un altro paio di volte l'aria. C'era della tenebra in quel ragazzino.
Il suo odore... la magia che c'è dentro questo tizio è simile a quella di Laz, alla sua oscurità.
Espose i suoi dubbi a tutti gli altri, avanzando poi con calma verso lo sconosciuto. Lo fece con calma, senza intenzioni ostili... almeno per il momento. Si sarebbe fermato a pochi passi da lui, a distanza di pugno. E poi l'avrebbe guardato dritto negli occhi.
Cos'hai fatto a Laz?
Domandò infine, in trepidante attesa di una risposta credibile. Perché la miccia stava per terminare, ci voleva davvero poco.