Il cimitero dei Golem

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    Al contrario, la risposta impertinente di Umbrella fece ridacchiare sotto i baffi lo Skeksis. Stava perdendo la calma e la freddezza che aveva ostentato poco prima, segno che le parole del mezzo-Mistico stavano lentamente facendo breccia nella sua corazza. Ed era quello che skekDor voleva, del resto: farsi un paio di sane risate.

    Imboccò quindi la via a destra, l'unica ancora in piedi. Pochi passi, e avvertì una sensazione strana. Come d'assenza di peso. Il che era strano, visto che già di suo pesava relativamente poco.
    Adocchiò l'umano, credendo che fosse colpa sua, ma in verità neanche lui sembrava essersene accorto. In breve, si trovò a fluttuare per aria: "Ehi, mortale. Ci capisci qualcosa?" Domandò con voce calma. No, non era spaventato né inquieto. Qualunque incanto l'avesse colpito, avrebbe potuto liberarsene con estrema facilità. E poi, cosa mai rischiava? Non poteva certo morire!
    Lentamente, la sua visuale cambiò: era finito sottosopra. La gonna si alzò per via della gravità, ma la struttura in legno le impedì di ripiegarsi al contrario. Certo Umbrella avrebbe ringraziato un simile artificio, altrimenti avrebbe potuto vedere come fosse fatto skekDor dalla cintola in giù: uno spettacolo per gente dallo stomaco forte.

    Ad ogni modo, presto gli artigli trovarono presa sulla superficie liscia del soffitto. skekDor provò a staccare un piede per volta, notando che non c'era pericolo di cadere. Ad ogni buon riguardo comunque, si tenne pronto ad attuare una buona strategia.
    La domanda sardonica dell'umano venne quasi usata per rimbeccare quest'ultimo prontamente: "Non molto diversa. Prima vedevo e sentivo un piccolo e titubante mortale, ora sento solamente un piccolo e titubante mortale. Ihihih!" Concluse, mettendosi una zampa sul muso.
    Ad ogni modo, tanto valeva andare a controllare dove li avrebbe condotti la traversata del ponte. Non aggiunse dunque altro e, le mani ai fianchi, si mosse col suo solito lento passo in direzione dell'altro lato della struttura, sperando così di venire a capo della faccenda

    Salute: 100%
    Energia: 95%

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

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    <<parlato>> - *Pensato*

    La rapida e decisa risposta di Skekdor strappò una risata al giovane Umbrella. Ciò lo sorprese non poco, quella risposta sembrava avere un tono quasi scherzoso da parte sua, cosa che fino a poco prima non si sarebbe mai aspettato da un tipo come lui, ma in ogni caso, tutto ciò importava poco. Il piano di farlo cadere in qualche trappola come “vendetta” sembrava essere andato a buon fine, o quasi, il fatto che sia ancora li con lui e non fu rimasto schiacciato da qualche grosso masso o caduto in qualche botola – come si sarebbe aspettato- non era il massimo, ma almeno adesso sapeva che doveva stare attento alla gravità.
    << Senti!, Riesci a vedere la gemma da lassù?! O comunque una strada percorribile?!>>

    Nel mentre, prese un pugno di sabbia per poi lanciarla sul ponte. I piccoli granuli percorsero un breve tratto per aria fino raggiungere l’inizio del ponte e senza nemmeno toccare per terra, iniziarono a librarsi in aria dirigendosi verso l’alto creando una piccola nuova di polvere che raggiunto il soffitto si depositò sopra di esso. Sembrava che non ci fosse altro modo per attraversare il ponte. Con fare deciso, fece un paio di passi all’indietro per prendere la rincorsa per poi lanciarsi con un salto sul ponte. I suoi piedi non toccarono nemmeno il terreno che subito iniziò a librarsi per aria. Lentamente iniziò a girare e l’ombrello riposto sulla schiena iniziò a scivolare lentamente verso il basso
    << Ma cosa?... >>

    Un rapido gesto della mano per afferrarlo prima che esso potesse cadere.
    *Come è possibile che l’ombrello cada?*
    << Hey Skekdor>> un paio di metri separavano lui dallo Skeksis << Il mio ombrello sembra ancora sotto effetto dalla normale gravità. Te ci stai capendo qualcosa?>>

    Il codino e il leggero velo legato al suo viso pendevano verso il basso. Si scostò uno dei veli che gli era andato a coprire la vista di un occhio. Non sapeva se la stessa cosa valesse per Skekdor, ma lui non sarebbe potuto resistere a lungo a capò all’ingiù. Per quanto potesse essere allenato e pronto a ogni situazione, se troppo sangue gli fosse andato al cervello, avrebbe passato non pochi problemi.

    Attraversato l’angolo Skekdor poté ammirare un piccolo albero al centro di una grande stanza circolare. Tutto sembrava come avvolto nelle tenebre se non per la leggera luce che quell’albero emanava. L’albero al centro si librava nell’aria sopra un altrettanto piccolo piedistallo. Le radici erano avvolte in una sorta di cuore rosso semi trasparente nel quale al suo centro sembrava trovarsi la leggendaria gemma. Skekdor di fronte a se avrebbe visto un scala di pietra rivolta al contrario, e quindi dritta per lui che era a testa in giù, che costeggiava il muro circolare dell’intera stanza compiendo un paio di spirali, seguito quel percorso probabilmente sarebbe riuscito a ritrovarsi di nuovo con i piedi per terra e a raggiungere l’albero.

    NOTE
    L’albero è alto circa un metro e largo allo stesso modo, ma il fatto di essere sospeso per aria fa raggiungere la sua parte più alta poco più di due metri
     
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    Umbrella domandò a skekDor del motivo per il quale la gravità giocava brutti scherzi solo a lui ma non ai suoi oggetti. Sinceramente lo Skeksis non lo sapeva, e del resto come avrebbe potuto? Non era un incanto che aveva lanciato lui. Al massimo, se proprio voleva, poteva spezzarlo.

    Ad ogni modo, il mezzo-Mistico si trovò presto al cospetto di un albero fluttuante nel vuoto, che teneva nelle radici incastonata la gemma. Beh, mistero risolto.
    Si volse, tornando sui suoi passi per raggiungere l'umano: "Ehi, ragazzo. La tua ricerca può dirsi conclusa, credo. Perché non vieni a dare un'occhiata, invece di menare il can per l'aia?" Brontolò.
    Era curioso di vedere se effettivamente si era arrivati alla conclusione di quell'avventura e, non di meno, studiando la reazione di Umbrella di fronte a quella scoperta avrebbe potuto magari saperne di più riguardo alle reali ragioni che l'avevano spinto a imbarcarsi in quell'impresa.
    Infine, e cosa ancor più importante, non era escluso che la marcia d'avvicinamento all'albero fosse irta di pericoli. Mandare avanti Umbrella sembrava, a quel punto, la scelta più consona.
    "Per di qua... Ihihih!" Cinguettò, indicando con una mano la via e ponendo l'altra a coprire il becco mentre ridacchiava.
    C'era da dire che il mezzo-Mistico avrebbe potuto benissimo volare assieme al suo compagno di viaggio in tutta sicurezza fino all'albero, invece d'esser costretto a superare la scalinata di pietra. Tuttavia, ancora una volta, aveva anteposto il suo piacere personale al buonsenso.
    Lui non poteva di certo morire, qualunque cosa fosse loro capitata. Non era lo stesso per l'umano. Ecco perché questi di sicuro sarebbe stato attento, e avrebbe fatto il possibile per sopravvivere anche a discapito del suo atteggiamento distaccato.
    Perché privarsi d'un simile divertimento, allora?

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    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

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    "Ehi, ragazzo. La tua ricerca può dirsi conclusa, credo. Perché non vieni a dare un'occhiata, invece di menare il can per l'aia?"
    <<hai trovato la gemma?!>>
    Un passo leggermente accelerato, e in pochi secondi anche Umbrella poteva ammirare quella curiosa e misteriosa stanza.
    <<wow…
    Figo! Però non ti è sembrato tutto fin troppo facile?>>


    Qualcosa non tornava, da quanto ne sapeva in molti avevano tentato di raggiungere quella pietra, e fino a ora le uniche difficoltà che avevano incontrato sembravano essere un piccolo indovinello e una trappola dalla poca efficacia… ma poco importava, ora doveva solo raggiungere la pietra, prenderla e andarsene, e il gioco era fatto.
    <<mhmm>> la cosa più saggia da fare sarebbe ovviamente stata evitare le scale che sicuramente avrebbero nascosto qualche altro trabocchetto, ma non solo saltare giù sarebbe stato un rischio troppo grande data l’altezza, ma in oltre, con il fatto di essere a testa all’ingiù, anche se avesse tentato di saltare sarebbe andato per ritrovarsi di nuovo sul tetto e non sul suolo come invece sperava. Non gli restavano molte possibilità di scelta, quindi diede un’ultima rapida occhiata all’ambiente circostante per poi prendere le scale. Come entrambi i piedi si posarono sul primo scalino, la gravità sembrò tornare normale, e Umbrella preso alla sprovvista precipitò giù per circa 5 o 6 metri. La caduta fu tutt’altro che delicata: un forte tonfo rimbombò nella vuota stanza al suo contatto con la fredda pietra, e per fortuna riuscì ad avere la prontezza di rigirarsi, al meno in parte e cadere di schiena e non di testa.
    <<… Hai…!>> si ritrovò a osservare il soffitto, con braccio e gambe aperte mentre cercava di sopportare il dolore. Per sua fortuna sembrava che non si fosse rotto nulla, e dopo poco riuscì senza troppi problemi a rialzarsi e darsi una spolverata anche se ancora un po’ dolorante. Raccolse l’ombrello caduto poco distante da lui per poi dare un rapido sguardo a ciò che faceva Skekdor, se aveva avuto intenzione di seguirlo o aspettare. Un ultima sistemata hai vestiti per riprendersi e rimettersi in sesto per poi dirigersi verso l’albero. Raggiunto, si presentava come un semplice albero dal colore forte e luminoso che emetteva una debole luce, volteggiava lentamente su e giù, mentre il cuore avvolte nelle sue radici, sembrava pulsare, ma il battito era talmente fievole e debole che quasi non riusciva nemmeno a sentire il suo rumore e le contrazioni del muscolo era appena accennate.
    <<bingo!>>

    La mano si portò sul cuore, per vedere e sentire nella sua mano di che consistenza fosse il tessuto muscolare, ma a differenza di ciò che si aspettava in luogo del genere, non successe nulla, e l’unica cosa che senti era il leggero contrarsi sulla sua mano, come se fosse un cuore umano in tutto e per tutto.
    Estrasse l’ombrello da dietro la schiena per poi incidere con la punta una piccola ferita al cuore, da quest’ultimo iniziò a sgorgare poco a poco uno liquido rosso identico al sangue, la punta si macchiò anch’essa di rosso e mentre riposizionava l’ombrello sulla schiena, notò che le foglie dell’albero iniziarono a cadere, lentamente e leggere come piume. La sua attenzione tornò nuovamente sul cuore, con la mano sinistra apri maggiormente la ferita per poi infilare la destra all’interno del cuore, il battito sembrò accelerare e il sangue che colava sempre più copiosamente si rivelò essere piuttosto freddo rispetto a come si aspettava. Con un po’ di fatica arrivò a infilare l’intera mano fino a quando non riuscì a raggiungere la gemma, afferrarla e estrarla con uno strattone. Come estrasse la pietra, il sangue si riversò tutto per terra lasciando un cuore trasparente e vuoto, mentre la luce dell’albero che fino a poco fa illuminava la stanza andava ad affievolirsi per poi improvvisamente spegnersi, lasciando cadere tutte le foglie e afflosciandosi su se stesso leggermente. La stanza cadde in un profondo buio se non per pochi secondi fino a quando la gemma non iniziò a produrre una forte luce dalle mani di Umbrella. Senza qualche abilità speciale nemmeno uno come Skekdor sarebbe riuscito a vedere qualcosa nella stanza, se non la luce della gemma proveniente dalla mano di Umbrella che seguendola con gli occhi avrebbe visto dirigersi verso il ponte.
    Raggiunto l’entrata che dava sul ponte, invitò Skekdor a seguirlo con un gesto del capo verso l’uscita. Come mise piede fuori da quella stanza, tutta la gravità anomala di poco fa sembrò sparire permettendogli di camminare in tranquillità sul ponte e non più sul soffitto. Aspettò che Skekdor lo raggiunse per poi dirigersi insieme a lui verso la grande uscita.
    << Non trovi che sia stupenda? >> disse rigirando delicatamente nella mano la piccola gemma.

    Note
    Dal momento in cui l'albero si "spegne", se non hai una passiva di scuro visione, fino a quando non sei vicino a Umbrella non riuscirai a vedere niente.
    Se vuoi puoi descrivere tranquillamente che raggiungiamo l'entrata, e abbastanza vicini alla porta tornerai a vedere perfettamente per la luce proveniente dall'esterno, ma non uscire dalla "grotta" che ho in serbo una sorpresina ^^
     
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    Lo Skeksis osservò Umbrella precipitare al suolo per via della mancanza di gravità e, ridacchiando, s'apprestò anche lui ad arrivare sul gradino. Non appena i piedi gli si staccarono da terra e le leggi della fisica ripresero a funzionare, anche skekDor precipitò verso il basso. Lui però, al contrario del ragazzo, sapeva il fatto suo.
    Presto un forte vento s'originò attorno alla veste e, al momento dell'impatto, una brezza violenta e invisibile batté il pavimento e sospinse il mezzo-Mistico verso l'alto ancora una volta, permettendogli così d'attutire la caduta e ridiscendere a terra leggero come una piuma, usando la gonna come una specie di paracadute al contrario.
    "Niente di rotto, ragazzo? Peccato, sarebbe stato divertente pensare a cosa chiederti in cambio per l'ulteriore favore di doverti trasportare in spalla." Ironizzò lo Skeksis, facendosi vicino.
    Umbrella, intanto, s'era dato da fare per estrarre la gemma dall'albero. Alla divinità la faccenda non piaceva particolarmente: se la pietra preziosa era incastonata lì, certo c'era un buon motivo.

    E infatti, non appena l'oggetto fu estratto dalla pianta, questa si spense e la stanza piombò nel buio. Era sparito pure lo strano fenomeno della gravità alterata, giacché i due avrebbero potuto riattraversare senza problemi il ponte.
    skekDor si tenne vicino alla luce scaturita dalla gemma per vedere dove metteva i piedi. Certo, avrebbe potuto evocare delle fiamme utili allo scopo, ma la luminescenza era già più che sufficiente così com'era.
    L'umano si concentrò particolarmente sulla pietra preziosa, rigirandosela fra le mani. A skekDor non avrebbe potuto interessar meno, quell'argomento.
    "Calore... Tempo... Pressioni estreme. Quel pezzo di roccia non è che il risultato di queste tre variabili. In realtà non è dissimile dalla sabbia del deserto. Solo, visto che luccica, lo trovi interessante. A voi mortali piace la roba che risplende. Come l'oro, per esempio. Forse, vi sa sentire meno la miseria di essere creature destinate alla sofferenza e alla morte."

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    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

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    - Repulsione:
    skekDor richiama a sé il potere del vento, generando una violenta onda d'urto che sbalza l'avversario indietro di ben 7 metri rispetto al punto in cui si trovava prima, impedendogli in tal maniera per un intero turno di usare attacchi o tecniche che richiedano un contatto ravvicinato (Abilità Attiva - Supporto; Consumo: Medio)


     
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    << Come sei puntiglioso… a noi “mortali”, come ci chiami tu, piacciono questi pezzi di roccia non solo per la loro forma e colore ma apprezziamo anche la rarità di tale oggetto, di quanto sia antico e di come la natura e il tempo in anche miliardi di anni siano riusciti a creare un’oggetto cosi particolare e forse chissà, anche dandogli dei poteri magici… un po’ come la gemma che hai tu no?
    E poi, credo che sia molto meglio impressionarsi per piccole cose come una roccia che vivere solo per mangiare, dormire e senza un preciso scopo come fate voi Skeksis.>>


    La luce passante per la grande porta che proveniva dall’esterno iniziò piano piano a illuminarli mentre avanzavano verso di essa. Umbrella senza fermare il passo provò a osservare la pietra contro luce portandosela all’altezza del viso. La piccola pietra, nonostante il suo colore fosse particolarmente scuro, sembrava riuscire a far passare perfettamente la luce del sole, come se fosse vetro, ma la sua pesantezza e consistenza al tatto non suggeriva in nessun modo che potesse essere un falso. Ma bastarono pochi secondi che la gemma iniziò a colorarsi di rosso e aumentare rapidamente di temperatura arrivando a scottare la mano di Umbrella
    << Ma che diavolo!?>>

    Fu costretto a lasciar cadere la gemma nella calda sabbia hai loro piedi che si trovava subito dopo la grande entrata. Qualcosa non tornava, aveva tenuto in mano la sfera fino a poco prima e non aveva percepito nessun tipo di variazione nel calore della gemma, fino a poco fa sembrava una fredda e normalissima pietra. Si chinò sulle ginocchia, e osservare meglio la gemma, il rosso sembrava non cessare, e probabilmente con esso anche il suo calore non sarebbe diminuito.
    <<mhmm...>>

    La osservò per un minuto buono quando un’idea li si palesò in mente. Si alzò e si mise davanti la gemma, in modo tale che con il suo corpo facesse ombra al piccolo oggetto. Pochi secondi e la gemma tornò al suo calore originale.
    <<interessante, Molto interessate…>>

    Continuando a fare ombra alla gemma con il suo corpo, si chinò e la raccolse e se la infilò nella tasca dei pantaloni, per poi rivolgersi al suo compagno
    << Skekdor, io ora devo andare, sperò che un giorno ci rincontreremo >>

    Disse voltandosi di spalle per poi incamminarsi verso il vasto e arido deserto che gli circondava, salutandolo alzando la mano in un rapido gesto.
     
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    Quell'Umbrella si stava dimostrando un po' troppo acuto per vivere a lungo, pensò lo Skeksis. Il fatto stesso che avesse visto il Frammento del Grande Cristallo rappresentava una buona ragione per farlo fuori. E ora era persino arrivato a supporre che la pietra fosse dotata di poteri magici.
    "Umpf! Bimbetto impertinente!" Lo rimbeccò alla sua allusione al fatto che la vita degli Skeksis fosse misera.
    "Cosa vuoi saperne tu, con la bocca ancora sporca di latte, dell'etica di un dio? Di scopi ne ho eccome, e altissimi! Se godo dei piaceri materiali è proprio perché so di poter ottenere qualunque cosa voglia con uno schiocco di dita. Anche la pietra che stringi fra le mani."
    Agitò la zampa, quindi concluse: "A tal proposito, l'ora della ricompensa s'avvicina." E lasciò l'argomento in sospeso, poiché subito dopo si fece silenzioso.

    Arrivati all'esterno, il potere della pietra preziosa si rivelò loro. Apparentemente, era in grado di accumulare i raggi solari per tramutarli in calore. Che gran spreco di tempo, pensò il mezzo-Mistico. Ma forse per dei mortali tornava utile, visto che loro potevano solo ingannare la natura, mai piegarla al loro volere.
    Umbrella fece per andarsene, ma lo Skeksis lo afferrò per un lembo della veste e puntualizzò: "Non così in fretta, bimbo. Rispetta la tua parte dell'accordo. Io ho ti ho fatto trovare la gemma, e quindi mi merito il compenso che mi spetta per l'aiuto."

    Si passò poi un lucido artiglio sotto al becco, battendosi la punta dello stesso proprio in prossimità della guancia mentre mugugnava cogitabondo.
    Infine, additando lo strano ombrello che il ragazzo usava portarsi dietro, chiese: "Quello. In cambio della gemma, voglio uno dei raggi del tuo parasole. Ihihih!"
    Visto dall'esterno, non sembrava un buon accordo. Cambiare il raggio di un ombrello (anche costoso) non costava che poche monete, mentre una gemma aveva un valore ben maggiore. Eppure, skekDor voleva in cambio proprio una misera asticella in fibra di carbonio. Per farne cosa, era difficile dirlo.
    Attese, socchiudendo frattanto gli occhi e guardando intensamente l'umano

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    "Cosa vuoi saperne tu, con la bocca ancora sporca di latte, dell'etica di un dio? Di scopi ne ho eccome, e altissimi! Se godo dei piaceri materiali è proprio perché so di poter ottenere qualunque cosa voglia con uno schiocco di dita. Anche la pietra che stringi fra le mani."
    << E ottenere tutto con un semplice schiocco delle dita non credi che sia noioso? Che gusto c’è a ottenere tutto facilmente e subito?
    E “se godi dei piaceri materiali” non credi che forse in te ci sia una piccola parte degli umani che tanto disprezzi?>>


    Un sorriso appena accennato ma evidentemente beffardo si mostro sul volto di Umbrella mentre iniziava a compiere i primi passi per andarsene, quando si senti tirare leggermente un lembo della veste.
    << Mhmm? Cosa vuoi ancora?...>>
    "Non così in fretta, bimbo. Rispetta la tua parte dell'accordo. Io ho ti ho fatto trovare la gemma, e quindi mi merito il compenso che mi spetta per l'aiuto."
    << haa già! ... l’accordo>>

    Dannazione! Sperava che la memoria di Skekdor potesse fare cilecca, certo, era molto improbabile che qualcuno si potesse scordare di dover ricevere un compenso ma non si sa mai…
    "Quello. In cambio della gemma, voglio uno dei raggi del tuo parasole. Ihihih!"
    Un raggio? Ma che se ne fa di un raggio dell’ombrello?! << Ma di cosa te ne fai di un raggio dell’ombrello?!>>

    Il ragazzo estrasse lentamente l’ombrello tenendolo nella mano sinistra
    << a parte che è un oggetto troppo importante e non potrei cederti nemmeno un pezzo di esso, ma anche volendo, non mi sarebbe possibile>>

    diede due piccoli colpi con le nocche del pugno sul lato esterno dell’ombrello rifacendo risuonare il freddo metallo << come vedi, è composto da un metallo composito molto resistente. È praticamente impossibile romperlo o separarne i raggi.>> ripose di nuove l’ombrello sulla schiena per poi rigirarsi e riprendere il suo cammino
    << Mi dispiace di non poterti offrire ciò che volevi come ricompensa, casomai, quando ci rincontreremo potrei ricambiarti il favore in qualche modo.>>

    infilo entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni senza fermare la camminata e senza voltarsi disse
    << Ha! E non provare a richiamarmi “bimbo” o sarò costretto a eliminarti>>
    Un grande sorriso gli si stampò in volto << ci Vediamo!...>> lo salutò per la seconda di nuovo in un rapido gesto alzando la mano destra per poi rinfilarsela in tasca.



    Edit: aggiunta immagine
     
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    Umbrella poteva pensare d'aver beffato skekDor, ma la verità era che, alla fine della fiera, il mezzo-Mistico trovava sempre la maniera d'ottenere ciò che voleva.
    L'ombrello non poteva esser separato nelle sue singole parti? Beh, poco male: "Mmmh..." Iniziò a mugugnare stridulamente. E per qualche oscuro il motivo, il ragazzo avrebbe percepito quel suono in maniera differente, come se echeggiasse direttamente dentro di lui.
    Lo Skeksis mugugnò di nuovo, quindi disse: "Va bene... Niente ombrello... Mmmh... Fa caldo, caldissimo nel deserto... Ma non aprirai mai il parasole... Mmmh... Caldo, tanto caldo... Non ti serve il mantello... Mmmh... Lascia che i raggi ti sfrigolino sulla pelle nuda... Un po' di calore... Cosa vuoi che ti faccia? Sei un guerriero-bimbo, no?..." Disse, mentre il ragazzo si congedava da lui.
    Ben gli stava, pensò. Da lì alla civiltà ci sarebbero voluti almeno quattro o cinque giorni di cammino intenso sotto a un sole cocente. E lui gli aveva appena "suggerito" di liberarsi di ogni protezione che s'era portato dietro.
    Alla fine, aveva comunque ottenuto il compenso che voleva. E senza ingannarlo. Umbrella avrebbe ricordato le sue parole. Non avrebbe capito come mai dar retta a simili scempiaggini, ma l'avrebbe fatto.
    Sì, di sicuro il loro prossimo incontro sarebbe stato interessante, viste le premesse

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    Tecniche utilizzate:

    - Verbo divino:
    Qualunque cosa skekDor dirà sarà presa molto sul serio da eventuali interlocutori. Questi non saranno costretti a obbedire ciecamente alle sue parole, ma sentiranno di potersi fidare di quel che dice con animo leggero e con il massimo rispetto, anche qualora la divinità proponesse qualcosa di contrario alla logica o alla loro etica, tipo lanciarsi da un dirupo o tradire un loro alleato. Dato che l'incanto agisce su un singolo argomento di conversazione alla volta, il suo effetto si esaurirà al termine del dialogo, mentre l'influsso perdurerà sino a che la vittima non avrà compiuto la sua scelta, obbedendo o trasgredendo alla fiducia riposta nelle parole che le sono state rivolte (Tecnica non utilizzabile in Duello) [Abilità Attiva – Malia; Consumo: Medio]


     
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