Ritorno a Merovish

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  1. Marcus «
     
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    NARRATO [PARLATO] "PENSATO" | ENERGIA:110% | SCHEDA
    Le azioni successive di SkekDor mi lanciarono nel panico più totale, vidi ancora una volta i suoi artigli avvicinarsi a me, cosparsi di un'aura di un colore diverso questa volta, non potevo fare niente ero completamente paralizzato dal panico e dalla confusione, sarei morto.
    E invece quando la sua zampa mi toccò percepì una incredibile sensazione di calma e pace, la testa smise di pulsare istantaneamente, il sangue tornò dal posto da cui proveniva per l'effetto della magia del mistico e la malattia fu come debellata, per un singolo istante provai sollievo e quasi gioia pensando che la malattia fosse stata rimossa ma pochi secondi dopo, come per farmi presente della sua continua esistenza, mi arrivò un lieve prurito sul retro del cranio. La cosa mi lanciò per un attimo nella totale delusione, che nemmeno la magia potesse guarirmi ? Oppure era stato SkekDor stesso a non volermi guarire del tutto ?
    Ad ogni modo ora quella creatura pareva totalmente diversa, vi era una strana serenità e comprensione nei suoi gesti e nella sua voce, sembrava quasi buono. Che soffrisse di bipolarismo o mi stava semplicemente prendendo in giro ?
    Le parole successive mi fecero riflettere, nonostante quell'essere con la sua semplice presenza mi lanciava nella confusione ogni istante di più le sue parole erano vere, non ero ancora pronto per fare un salto nel vuoto del genere, non era da me per quanto la mia curiosità alle volte mi spingeva a compiere azioni avventate. Lentamente riportai lo sguardo su di lui, il mio viso si rilassò per un istante concedendosi quegli attimi totalmente privi dell'influsso negativo della Malattia.
    [Questo è vero, non mi interessa fare del mondo un posto migliore.]
    Scossi la testa lentamente come per riflettere al meglio sulle parole che stavo per proferire.
    [Però non mi interessa nemmeno vivere a lungo, ho bisogno di tempo perché ho un compito da svolgere prima di andarmene. Ho una domanda a cui serve risposta.]
    A quelle parole mi feci istantaneamente più serio e più concentrato, fino a quel momento non avevo accennato a nessuno della mia ricerca oltre la cura della Malattia. Avevo un compito ben preciso in testa da portare a termine ed involveva sempre il male che mi tormentava, un male che all'inizio si era rivelato semplicemente come un morbo della carne ma del quale, negli ultimi tempi, avevo iniziato a sospettarne una natura nascosta e celata alla scienza medica del mio mondo. Come facevo a saperlo ? Alle volte durante uno dei miei attacchi, in mezzo al dolore lancinante che mi impediva di pensare potevo percepire un suono di fondo, un rumore all'interno del mio stesso cranio.
    Una voce che mi chiamava a se.
    [La ringrazio per l'offerta, prenderò il mio tempo per decidermi sulla risposta.]
    Annuì brevemente voltandomi nel frattempo verso l'oscurità della galleria, riprendendo poi la marcia pochi attimi dopo, ero abbastanza sicuro che la creatura mi avrebbe seguito, dopotutto ero la sua unica guida ed ero stanco di aspettare in un tunnel di terra e roccia, volevo vedere una città, per quanto spaventosa e pericolosa fosse, volevo trovare una sistemazione e iniziare le mie ricerche e poi, nel caso non fossi riuscito a concludere nulla, avrei trovato nuovamente SkekDor e avrei pagato il suo prezzo, per quanto terribile fosse.
    |STATO FISICO: ok
    |STATO MENTALE: ok
    |TECNICHE UTILIZZATE: X
    |AZIONI PRESE: X

    |ELENCO PASSIVE:

    [ESPERIENZA] Combattere con intrugli chimici può sembrare alquanto difficoltoso per quelle persone non abituate alla manualità da laboratorio; mescere, dosare e calcolare sono azioni difficili da seguire durante i ritmi incalzanti di un duello ma assolutamente non impossibili: per una persona esperta, che è abituata a creare giornalmente certi composti chimici, queste azioni sono naturali quasi quanto respirare o muoversi, ecco dunque che grazie all'esperienza chimica acquisita negli anni e, inoltre, ad una buona preparazione e organizzazione dei materiali prima di uno scontro, un esperto chimista può utilizzare le sue tecniche in combattimento in maniera praticamente istantanea.
    [Passiva di instant-casting]

    [LA MALATTIA] Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
    [Passiva di incremento energetico +10% & Passiva di malus fisico -50% in resistenza]
     
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    Per un attimo aveva sperato che l'umano cedesse senza troppi giri di parole. In passato, con altre creature era stato così. Ma forse il tempo trascorso su Endlos l'aveva reso meno persuasivo.
    Un lato del becco si corrugò per un secondo in un'espressione delusa. Non provava rabbia, però. E non perché non ce ne fosse motivo, ma per il fatto che ancora per qualche minuto parte buona e parte malvagia sarebbero state all'equilibrio. Insomma, ora erano due le anime che albergavano nel corpo rinsecchito dello Skeksis.
    "Sei saggio, mortale. Molto bene." Si trovò persino a dire.

    Seguì dunque Marco nel buio dei cunicoli. Chissà, ora che aveva una guida magari non ci sarebbe stato pericolo di perdersi in un tunnel senza uscita o finire inghiottiti da una voragine, com'era successo la volta scorsa.
    Presto avrebbe avuto la luce alle spalle e l'oscurità ad avvolgerlo nel suo freddo abbraccio. E, come succedeva tutte le volte, il richiamo del sole si fece pressante in lui. Ma poteva tenerlo sotto controllo, proprio in virtù della presenza del Mistico in lui. La parte più calma e morigerata avrebbe portato con sé anche il coraggio necessario per non gettar la spugna.
    Nel tentativo d'incentivare questa sensazione, provò a dire qualcosa: "Prima hai detto che un quesito t'assilla, piccolo Marco. Vuoi rendermi partecipe della cosa?"
    Instillare il dubbio era uno dei suoi piaceri malsani. Chissà se era in grado anche di fare l'inverso e indirizzare un mortale sulla giusta via. Bisognava provarci per esserne sicuri

    Salute: 100%
    Energia: 90%

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

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    NARRATO [PARLATO] "PENSATO" | ENERGIA:110% | SCHEDA
    Passò qualche minuto di silenzio prima che SkekDor proferisse di nuovo parola, oramai il buio dei cunicoli si faceva sempre più intenso e diventava sempre più difficile seguire le tracce fresche della carovana che ci stavano guidando verso la città, per questo quasi non sentì le sue parole tanto ero concentrato sul percorso da prendere. Ad ogni modo la domanda posta aveva un peso piuttosto importante per quel che mi riguardava, realmente quanto volevo rivelare a quella creatura ? E poi che cosa avrei dovuto dirgli ? In verità nemmeno io sapevo la risposta, non avevo la benché minima idea se questi miei sospetti e dubbi fossero in qualche modo fondati o fossero solo derivati dal dolore della malattia che di giorno in giorno bruciava sempre più la mia sanità mentale. Mi voltai per un secondo giusto per guardare la creatura in volto, vi era ancora quella strana sensazione di cambiamento in questa, come se non si trattasse più dello stesso individuo. Riportai l'attenzione davanti a me, seguendo giù per un cunicolo piuttosto ripido che conduceva sempre più in basso.
    [Beh è complessa come cosa.]
    Dissi semplicemente prima di tornare nuovamente silenzioso, abbassai lievemente lo sguardo come per cercare le parole migliori per proseguire.
    [Questa malattia che mi consuma è un qualche cosa che la scienza del mio mondo non sa spiegarsi.]
    Scossi lievemente la testa.
    [Recentemente ho iniziato ad avere un sospetto: e se non fosse un qualche cosa originario del mio mondo ? E se mi stessi ponendo la domanda sbagliata ?]
    Mi bloccai improvvisamente guardando avanti a me nelle tenebre profonde, voltandomi poi con tutto il corpo verso SkekDor. Per quanto ci trovassimo vicini iniziava davvero a diventare difficoltoso per me riconoscere la sua figura attraverso la fitta oscurità, ad ogni modo riuscì a scorgere appena il bagliore dei suoi occhi.
    [Non che cosa ma chi.]
    Detto questo rimasi per qualche istante immobile rimuginando tra me e me, vi era davvero la possibilità di trovare una cura ? Era davvero quella la risposta al mio problema ? Oppure era soltanto un modo per farmi sentire meglio, una sorta di placebo utile a placare il senso di inevitabilità che mi affliggeva ? Nemmeno io possedevo una domanda a quella risposta e probabilmente lo avrei scoperto soltanto alla fine della mia storia. Mi voltai nuovamente verso il cunicolo e proseguì senza più proferire parola, sentivo come un peso che si era sollevato dal mio petto, mi aveva fatto bene confidarmi con qualcuno di questo mio problema, era un quesito che avevo sempre tenuto soltanto per me. Però un'altra parte di me si sentiva stranamente oppressa nell'aver riportato alla luce quella domanda tanto fastidiosa, non sapevo nemmeno se SkekDor avesse afferrato ciò che cercavo di dirgli, dopotutto anche io ero stato piuttosto vago nella mia spiegazione.
    |STATO FISICO: ok
    |STATO MENTALE: ok
    |TECNICHE UTILIZZATE: X
    |AZIONI PRESE: X

    |ELENCO PASSIVE:

    [ESPERIENZA] Combattere con intrugli chimici può sembrare alquanto difficoltoso per quelle persone non abituate alla manualità da laboratorio; mescere, dosare e calcolare sono azioni difficili da seguire durante i ritmi incalzanti di un duello ma assolutamente non impossibili: per una persona esperta, che è abituata a creare giornalmente certi composti chimici, queste azioni sono naturali quasi quanto respirare o muoversi, ecco dunque che grazie all'esperienza chimica acquisita negli anni e, inoltre, ad una buona preparazione e organizzazione dei materiali prima di uno scontro, un esperto chimista può utilizzare le sue tecniche in combattimento in maniera praticamente istantanea.
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    [LA MALATTIA] Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
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    La malattia. Era sempre quella il fulcro della disperazione del ragazzo. skekDor poteva in parte provare a comprendere cosa si provasse a sapere di esser costantemente sotto la fredda ala della morte, insicuro sul proprio destino. Poteva provare, ma non sarebbe mai riuscito a far suo un simile concetto.
    Quando poi Marco se ne uscì con quel suo ragionamento apparentemente sparato a caso, ma allo stesso tempo quasi ponderato, il mezzo-Mistico sentì che si trattava di pane per i suoi denti.
    Curare una malattia dei mortali? Pff! Un'inezia. Ma se si trattava di un maleficio, o di qualcosa che c'entrata col mondo del soprannaturale, era tutta un'altra faccenda.
    La sua magia era forte e la sua esperienza in quel campo estremamente vasta, ma ciò non toglieva che operare il meccanismo inverso, ovvero riportare l'umano alla sua condizione originaria, non sarebbe stato semplice come sistemare un processo all'interno del suo corpo. Un maleficio, o una possessione che fosse, era esattamente come avere qualcosa d'estraneo e, al contempo, familiare dentro. Non si trattava di trovare il problema e risolverlo, quanto di ragionare sul perché si fosse presentato e, di conseguenza, cercare la maniera estirparlo.
    "L'unica cosa che posso assicurarti per certo, piccolo Marco, è che le divinità di altri piani non... hanno interesse a immischiarsi nelle faccende di Endlos." Stava per tradirsi: rivelare che i suoi poteri, così come quelli di qualunque altro essere superiore venuto in un altro piano di esistenza, non erano più quelli di una volta proprio per colpa del cambio di dimensione. In altri termini, un dio onnipotente spostato in un altro mondo avrebbe persino rischiato di trasformarsi in un comune mortale. skekDor per fortuna aveva mantenuto quantomeno la sua immortalità, perdendo però onniscenza e altri appannaggi esclusivi del suo grado.
    "Quello che... cerco di dire è che, se si trattasse dello scherzo d'un dio, sarebbe di Endlos, molto difficilmente del tuo luogo d'origine."
    Non era molto, ma comunque un punto di partenza. E magari, chissà, ponendo in essere questo avrebbe forse sbloccato qualcosa nel giovane. Avrebbe potuto ad esempio fargli tornare alla mente qualche particolare apparentemente privo di significato, ma calzante con quella spiegazione.
    Comunque, iniziava a esser troppo buio per i suoi gusti. E non avrebbe rischiato di mettere una zampa in fallo e cadere in maniera disonorevole.
    Sollevò una mano e strofinò le dita l'una contro l'altra diverse volte, per poi aprire con uno scricchiolio delle articolazioni il palmo verso l'alto. In esso s'originò una fiammella svolazzante: all'inizio, piccola come quella prodotta da un accendino; poi grande come una palla da baseball. Almeno, ora si riusciva a vedere decentemente.
    Non avrebbe tenuto il braccio in su per sostenerla, però. Troppa fatica. Riportò la mano al caldo nell'ampia manica del vestito, lasciando che il globo si muovesse per sua volontà esattamente di fronte ai due, di modo da illuminare la strada e, al contempo, permettere di guardarsi in faccia senza problemi

    Salute: 100%
    Energia: 85%

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    Tecniche utilizzate:

    - Generazione degli elementi:
    Qualora lo ritenga necessario, skekDor è in grado di generare dal nulla una ridotta quantità dei quattro elementi della vita: che siano fiammelle fluttuanti necessarie ad accendere un fuoco da campo, abbastanza acqua da riempire una tinozza , una tana nel terreno abbastanza spaziosa e confortevole da risultare un buon riparo per la notte o una sottile brezza capace di allontanare per circa un'ora eventuali nubi da un cielo plumbeo [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]


     
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    NARRATO [PARLATO] "PENSATO" | ENERGIA:110% | SCHEDA
    Mentre il mio sguardo continuava a scorrere su e giù per il buio cunicolo, seguendo attentamente i segni nel terreno, le mie orecchie erano tutte concentrate sulle parole di SkekDor. Forse aveva ragione, magari si trattava di un qualche cosa di divino ? Certamente non poteva trattarsi di un qualche cosa proveniente da Endlos dato che, da quel che potevo sapere, convivevo con quel morbo dalla nascita. Se si trattava di una divinità era una divinità del mio mondo, anche se sospettavo trattarsi di qualche cosa di magico, sì, ma molto più materiale e logico che non lo scherzo di una qualche entità superiore.
    [Convivo con questo marchio da sempre, da prima di Endlos.]
    A quel punto un piccolo dettaglio mi colpì, il mio sguardo saettò immediatamente verso il mistico proprio mentre questo faceva comparire una utilissima fonte di luce dinanzi a se, la cosa certamente mi avrebbe sorpreso se non fossi stato totalmente concentrato su quel piccolo dubbio che mi si era appena creato all'interno della testa. Osservai perso per un istante quella fiammella danzare nell'oscurità per poi semplicemente voltarmi nuovamente verso l'imboccatura del cunicolo, non proferì una singola parola ma nella mia testa vi era un caos di pensieri e ipotesi.
    La Malattia non mi aveva "parlato" fin dal principio ma solo negli ultimi periodi, nel periodo in cui avevo iniziato a prendere in esame la possibilità di viaggiare in un altro mondo per curarmi, che le due cose in fondo fossero collegate ? Ma in che modo ?
    Continuai a muovermi nell'oscurità ora meno fitta grazie all'intervento di SkekDor, passarono lunghi minuti di silenzio prima che una fievole luce ci accolse, da prima un distante puntino luminoso e poi un bagliore sempre più intenso, era la fine del cunicolo. Dinanzi a noi si trovava una distesa di edifici immensa, colonne di fumo si alzavano qua e la nei vari distretti illuminati da torce e fiamme mentre un gran baccano di voci iniziava a raggiungere le nostre orecchie, davanti a me si trovava Merovish, la città che mi avrebbe dato un nuovo inizio oppure una rapida fine.
    [Ecco la nostra destinazione.]
    Mi voltai verso la creatura osservandola un'ultima volta, anche se qualche cosa mi diceva che quella non sarebbe stato il nostro ultimo incontro. Non sapendo esattamente come comportarmi mi limitai a fissarlo, tralasciando una possibile stretta di mano dato che, con tutta probabilità, non sarebbe stata ricambiata dal pennuto.
    [Come ho detto penserò alla sua offerta con attenzione ma se mai dovessi accettare come farò a trovarla ?]
    Una domanda più che legittima, dopotutto la città non era proprio piccola e poi non ero nemmeno sicuro di quanto SkekDor avesse intenzione di trattenersi a Merovish, se fosse partito le mie speranze di rincontrarlo si sarebbero di certo abbassate a zero, dato che non conoscevo nulla di quel mondo e di certo io mi sarei trattenuto per un lungo periodo in quel posto, il tempo necessario per rimettermi in sesto e prepararmi ad attraversare il mare di sabbia per esplorare altre zone di Endlos.
    |STATO FISICO: ok
    |STATO MENTALE: ok
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    |AZIONI PRESE: X

    |ELENCO PASSIVE:

    [ESPERIENZA] Combattere con intrugli chimici può sembrare alquanto difficoltoso per quelle persone non abituate alla manualità da laboratorio; mescere, dosare e calcolare sono azioni difficili da seguire durante i ritmi incalzanti di un duello ma assolutamente non impossibili: per una persona esperta, che è abituata a creare giornalmente certi composti chimici, queste azioni sono naturali quasi quanto respirare o muoversi, ecco dunque che grazie all'esperienza chimica acquisita negli anni e, inoltre, ad una buona preparazione e organizzazione dei materiali prima di uno scontro, un esperto chimista può utilizzare le sue tecniche in combattimento in maniera praticamente istantanea.
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    [LA MALATTIA] Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
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    Marco svelò che era affetto dal morbo da prima di finire su Endlos. Questo lasciò lo Skeksis di sasso. Allora, non era stato merito del viaggio dimensionale?
    Era un qualcosa su cui riflettere. E questo perché a skekDor l'esilio aveva tolto qualcosa, mentre il giovane s'era portato dietro con sé quel che lo rendeva speciale, seppur con suo grande rammarico.

    I minuti passarono, e presto la luce delle fiamme non servì più a niente. Erano arrivati a Merovish, con gran diletto del mezzo-Mistico. Finalmente poteva vedere la città sotterranea, che gli era stata celata fino a quel momento.
    "Incantevole." Fu, però, il suo unico commento.
    Gli bruciava l'idea di non esserci arrivato con le sue sole forze, apparentemente.
    La strada dei due presto sarebbe stata differente. Ora che lo Skeksis aveva raggiunto Merovish, si sarebbe infatti mosso per conto suo a... chiedere informazioni, alla sua maniera. In altri termini, avrebbe cercato d'informarsi meglio sul luogo, sulla gente che lo abitava e su usi e costumi vari.
    Di solito, a questo scopo catturava un umano e lo torturava perché gli rivelasse il tutto. Ma visto che si trovava proprio lì, tanto valeva usare vie più... generose?! Questa metà buona che spingeva iniziava davvero a dargli sui nervi. Sperò lo lasciasse presto.
    "Lasciamo che sia il fato a deciderlo. Ihih! Endlos è grande, ma io viaggio molto. Prima o poi, sono sicuro che avrò ancora modo di rivederti. E allora... mi darai la tua risposta, piccolo Marco." Furono le parole che rivolse al giovane.
    Tirò fuori una mano rinsecchita e nodosa dalla manica, porgendola al giovane col dorso rivolto verso l'alto.
    Abbastanza eloquente cosa s'aspettava che questi facesse, anche se probabilmente dal suo punto di vista l'umano avrebbe preferito evitare

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    Il fato ? In quanto scienziato non possedevo molta fiducia nel destino o nella casualità degli eventi, però anche io sentivo che, in un modo o nell'altro, ci saremmo rivisti. Buttai per un istante una occhiata alla città che si stagliava dinanzi a me, uno sguardo di preoccupazione misto a curiosità, chissà quale sarebbe stata la mia prima mossa una volta entrato a Merovish ? Nemmeno io lo sapevo con certezza. Riportai lo sguardo su SkekDor appena in tempo per vedere una mano rinsecchita tesa verso di me, sulle prime rimasi confuso da quel gesto ma a breve realizzai, non con poca sorpresa devo ammettere. Allungai con convinzione una mano stringendo la zampa (?) del mio interlocutore in un universale gesto di saluto.
    [Grazie.]
    Quella parola mi scivolò fuori dalle labbra senza nemmeno accorgermene. Lo stavo ringraziando per davvero ? E per cosa poi ? Mi aveva trattato come fossi stato un moscerino pretendendo un rispetto che, con tutta probabilità, non si sarebbe dovuto meritare e poi mi aveva praticamente obbligato a fargli da guida per i cunicoli. Certo le sue fiamme magiche erano state utili per illuminare la strada ma avrei benissimo potuto far anche senza. Eppure mi sentivo quasi in dovere di far quel ringraziamento, forse era per le cose che ci eravamo detti, per i pesi che mi ero tolto e per l'offerta che mi aveva fatto. Lentamente mi allontanai dal pennuto guardandolo ancora per un istante.
    [Allora questo non è un addio ma un arrivederci signor SkekDor.]
    Un ultimo cenno del capo prima di congedarmi definitivamente dal mistico. Lentamente iniziai a discendere dalla piccola altura verso la prima fila di case di Merovish. Da prima mi accolse il rumore sempre crescente e poi un intenso odore di spezie misto a fumi e polvere, nessuna delle due cose mi diede fastidio, ero abituato all'aria strana che si respirava nei laboratori e al frastuono dei macchinari, la cosa che mi mise più a disagio fu il mare di corpi che mi accolse per ultimo. Una calca infinita di persone di tutte le età e razze, alcune aliene, alcune umane. Iniziavo già a percepire le prime occhiate taglienti degli abitanti colpirmi come lame dietro la nuca, era evidente il fatto che fossi un naufrago e che fossi una preda facile, dovevo subito trovare un riparo o sarei durato molto poco in quella città.
    |STATO FISICO: ok
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    [LA MALATTIA] Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
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    Sulle prime, il becco dello Skeksis con disappunto al fare di Marco. Aveva teso la zampa perché fosse baciata, non perché fosse stretta. Poi, però, pensò che forse dal mondo in cui veniva l'umano quel gesto non aveva alcun significato. Beh, ci sarebbe stato tempo per educarlo alla cortesia e al rispetto.
    Roteò gli occhi, cercando di portare pazienza.
    "Arrivederci, mortale." Fu la sua laconica risposta.

    Di seguito, s'incamminò nella direzione opposta. Ovvero, si sarebbe mosso verso sinistra, ridiscendendo con calma in direzione delle strutture più imponenti. Non era venuto lì per studiare la vita del comune volgo, del resto.
    L'incontro con Marco aveva risvegliato la scintilla del Mistico in lui, ma ora che il giovane se n'era andato, niente più fermava la metà malvagia dal ricacciare la sua controparte nel profondo della coscienza. E così fece.
    skekDor tornò l'entità malvagia di sempre e, a rimarcare tale concetto, si ricordò che la pancia era appunto a corto di anime. Sperò proprio di avere il piacere di fare la conoscenza di qualche abitante "sgarbato".
    Il suono dei suoi corni musicali si perse dunque fra le vie caotiche del panorama cittadino sotterraneo

    Salute: 100%
    Energia: 85%

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    Tecniche utilizzate:


     
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