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.Xar ♦
Occuparsi di un moccioso non è mica facile.
Per prima cosa si sveglia di notte facendo un casino bestiale. Interrompe le mie sessioni di meditazione e le fasi rem delle persone che stavano dormendo nel raggio di circa trenta metri. Poi ha bisogno di pappe, ma mica quelle robacce che Amber pesca dal retro delle taverne, no. Pappe morbide, fresche, di carne, di frutta e di verdura. Cibo extra-lusso da ristorante cinque stelle che va puntualmente a finire nei pannolini sotto forma di cacca.
E quanta ne fa, di cacca! Cioè una cosa incredibile eh.
Com'è che l'ha chiamato Amber, poi? Caledqualcosa.
Caledfshbfjasg?
Mah. Quel che conta è che quel piccolo bambino nella bottiglia è cresciuto e funziona, il che significa che funzionerà anche il mio piccolo bambino nella bottiglia. Lo abbiamo iniziato giusto la settimana scorsa.
L'unica differenza è che lui non dovrà nascere, quindi non avrà bisogno di tutte quelle dannate cose. Chi è che sta sborsando per pappe e pannolini lavabili, eh? Io. Il ragazzetto preadolescente stecchino sta mantenendo questa improbabile famiglia come un vero uomo di casa. Siamo io, Amber, Caledfshbfjasg, Rokki l'armadillo, l'altro homunculus al momento imbottigliato, e quell'inquietantissima gelatina.
...Cosa penseranno i vicini.
« Miele, sì. Il solito. » Porgo una manciata di monete al mercante. Ultimamente tutti i miei già magri guadagni se ne vanno nel costosissimo miele, perché la dolce poltiglia serve sia al bimbo nato che a quello in bottiglia. Mi sa che dovrò chiedere un aumento a Dimitriy.
Intasco il vasetto e proseguo il mio giro di spese. Ho anche un bigliettino, una lista cartacea! Perché sì, alla fine sto davvero imparando a leggere e a scrivere. Mi sento un sacco adulto.
La prossima cosa da prendere è il latte, due bottiglie.
Mi ributto nella calca del mercato, schivando tutto lo schivabile. Il trucco è raggiungere le pareti e passare dietro alle bancarelle, tanto di solito nessuno mi nota - e se anche succedesse, saprei come nascondermi. Facciamo che mi infilo in questo cunicolo secondario, ok? E' un giro un po' più lungo, ma decisamente meno incasinato.
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Ciò che resta di Waza [Eterna giovinezza + Connessione spirituale con Waza | GdR only]
Vivo, più o meno [Immunità a fame, sete e sonno. Influenzabile da tecniche attive]
Anima Camaleontina ["Mimetizzazione" spirituale (Maschera dell'Anima)]
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ShalysanneDjinn
La noia, a volte, poteva spingere qualcuno a trovare passatempi tra i più fantasiosi.
Dopotutto gli hobby nascevano così, no? Prendiamo il collezionismo di insetti, ad esempio. Cosa portò qualcuno un giorno a voler cercare tutte quelle bestioline, infilzarle su uno spillo, perderci tempo per non farle decomporre e infine chiuderle in una teca di vetro?
Poteva essere giustificato con qualche ragione scientifica, sì.
Allora prendiamo quello delle monete: perché metterle da parte e non spenderle?
E così via per altri esempi, a cui sinceramente al momento non mi andava di elencarli tutto. Il punto era: cosa mi inventai questo pomeriggio, pur di non starmene chiusa al Soul Light a fissare il muro, o vedere in quanto tempo una mensola prendesse polvere?
Uscii e mi misi a camminare al mercato.
Passando nella zona alta dei tetti, quando questo fosse stato possibile.
E protetta dal velo dell'invisibilità, come se non bastasse, onde evitare molestatori.
Altrimenti avrebbe suscito non poche domande e occhiate, vedere una tizia sistemata sulle teste della folla, che la fissava, senza fare qualcosa di particolare. In pratica mi venne in mente una sorta di gioco: scegliere una faccia nella folla e, da come era vestita e quel che trasportava, cercare di costruirgli attorno la sua identità o presunta tale. Solitamente non ero il genere di persona da farlo, sprecando attenzione su figurine prive di spessore come quelle, solo... ecco, la noia era troppa. Almeno sarebbero serviti ad ammazzare il tempo.
Fantasticai su madri impegnate a provvedere alla spesa per la famiglia, su avventurieri in cerca di un affare e mercanti intenti ad allestire la loro bancarella; oppure altri che cercavano dove piazzare la merce con la migliore vendita. Non rimasi ferma nello stesso posto, spostandomi di tanto in tanto, come un grosso gatto ozioso a zonzo sui muri.
Ero seduta con le gambe sospese nel vuoto, quando notai un volto familiare.
Fisico gracilino, capelli verdi e atteggiamento schivo. Quel ragazzino lo avevo già incontrato.
Mantenni gli occhi freddi e taglienti su di lui, seguendolo nei movimenti successivi. Sembrava intento a comprare diversi alimenti, tra qui non potei fare a meno di notare un vasetto. Cosa contenesse, non potevo immaginarlo; però non aveva importanza.
Sogghignai tra me e mi alzai, decisa a seguirlo dall'alto.
Grazie al brusio di mille voci e passi, difficilmente si sarebbe accorto di me, nel caso avessi pestato per sbaglio un pezzo di muro fragile e pericolante. Quando lui si imbucò in una via laterale, accelerai il passo per scendere a terra e raggiungerlo.
« Chi si rivede. »
Mormorai con voce sibilante, quasi ad imitare il suono del vento e, appunto, dargli margine di sospetto e magari fargli credere di non avermi sentito davvero. Un sussurro etereo.
Con passo più leggero e attento a non farmi scoprire, continuai a muovermi e non importava che si fosse fermato o meno. Avrei afferrato un cencio abbandonato contro delle casse di legno lì vicino, trascinandolo ad imitare la spinta del vento. Una corrente d'aria parecchio sospetta, perché nulla sarebbero serviti eventuali tentativi di scansarlo.
Mai visto uno straccio dare la caccia a qualcuno?
Alla fine avrei cercato di tirarglielo contro, premendogli leggera una mano contro la spalla ossuta, e tutta ridacchiante avrei proseguito la mia corsa. Ora sì che sarebbe diventata una situazione strana: il vento non era capace di ridere, tantomeno un pezzo di stoffa malconcio.
« Ricordi di avermi scovato già una volta? Vediamo se ci riesci ancora. »
Sì, gli stavo lanciando una sfida che dire infantile era il minimo.
E sì, mi aspettai pure che indovinasse da solo a chi apparteneva la voce.
Nel caso Xar non ci fosse arrivato... beh, mi avrebbe ricordata come un venticello molesto.» Status.
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CITAZIONE///. ♦ Code © Alyah ♦ .
Vietata la copia, anche parziale. -
.Xar ♦
Devo imparare a non prendere più i cunicoli secondari, a Merovish. Succedono cose brutte nei cunicoli secondari. Cose tipo il vento che ti sussurra nell'orecchio.
Mi blocco all'istante, occhi sgranati e orecchie tese. No, quella vocina non me la sono immaginata. Tutti i miei sensi si mettono in moto, compresi quelli spirituali. Se è un fantasma, dovrei percepirlo. In caso contrario... Beh, lo dovrei capire.
...Perché non sento niente? Non c'è nessuna anima "in più", nei dintorni. Possibile che sia stato solo uno spiffer-AAAAAHCOS'E'QUESTO.
Flashback e rallenty drammatico mentre quel cencio di stoffa mi viene addosso. "Ti affidi troppo alla percezione spirituale, Xar!" Nella mia memoria le parole di Dimitriy sembrano il 100% più sagge del normale.
Non riesco a schivare quel drappo. Però, ehi. Mi è sembrato di avvertire un contatto incredibilmente fisico oltre quel velo. Leggerissimo, sì, ma indubbiamente materiale. E la risata che ne segue conferma il mio dubbio: quello non è assolutamente il vento.
« Ah sì?! » E' una fottuta persona. Non devo avere paura: se avesse voluto uccidermi, lo avrebbe già fatto.
E' qualcuno che vuole solo prendermi in giro. "Non fa niente, ci sono abituato." Questo è quello che avrebbe detto il vecchio me. Ma sai che c'è? Che mesi di bazzicamenti nella Tana per conto degli Eversori sono serviti a costruirmi un po' di fegato. Non tanto da permettermi di lanciare guanti di sfida all'Arena Nera, ok, ma abbastanza da smetterla di farmi mettere i piedi in testa da tutti quelli che passano.
Quel cencio continua a volare, ma adesso i miei occhi guardano alla terra sotto di lui. Impronte sul fango, sollevamenti di polvere, increspature nelle pozzanghere: sto attento a tutto. Se decidesse di liberarsi di quell'unico oggetto visibile farò molta più fatica a seguire i suoi spostamenti, ma concentrarmi su ciò che calpesta potrebbe darmi un vantaggio.
Davvero ho già incontrato qualcuno di così dispettoso e sfuggente? Qualcuno di invisibile, qui a Merovish. Qualcuno che poi mi ha dato l'idea per creare una tecnica di invisibilità tutta mia.
Questa , precisamente.
Puff! Scommetto che non se l'aspettava. Ora anche io sono invisibile, sia fisicamente che spiritualmente parlando. Sogghigno tra me e me.
« Beh, non è che ho proprio tutto il giorno, ma se insisti... » Alla rincorsa dello straccio! Occhio però, io scelgo il mio percorso in modo molto accurato: niente fango, niente pozzanghere, cerco di lasciare meno tracce possibili.
« ...Signora dei patti demoniaci. » Adesso mi ricordo. Oh sì che mi ricordo. Ricordo che mi aveva proposto loschi traffici di anime e desideri. Ricordo di aver rifiutato. Ricordo che non mi aveva detto il suo nome.Ricordo anche di aver affondato il dito nelle sue tette.
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.ShalysanneDjinn
Si mise a ridere un'altra volta e a voce più alta di prima, senza smettere un momento di muoversi, soddisfatta della buona memoria del ragazzo.
« Sono contenta! Credo mi sarei offesa, se non ti ricordassi di me. »
Il drappo malconcio stretto nella sua mano continuò a tracciare il percorso, svolazzando in direzione della fine del vicoletto secondario. Davanti a loro si poteva già intravedere l'altra via ad incrociarlo, più ampia, ma non per questo trafficata. Uno o due merovishi stavano passando, però di spazio per scansarli ce n'era a sufficienza.
Shalysanne all'inizio si guardò indietro un'unica volta, quando si accertò se il ragazzo dai capelli verdini l'avrebbe seguita; quindi andò avanti a testa bassa, rinunciandoci a capire quanto fosse effettivamente distante.
Sfociò dalla viuzza secondaria a quella più grande, quasi finendo addosso ad un uomo.
Lui - un tizio dalla pelle olivastra, a torso nudo e carico di sacchi con i recenti acquisti - fece in tempo a vedere questo pezzo di stoffa andargli incontro e, colto alla sprovvista, per istinto indietreggiò di colpo. Ringhiò a denti stretti un'imprecazione incomprensibile, quindi scacciò in malo modo il cencio a terra, pestandolo con rabbia nel riprendere a camminare.
Cosa significava questo per Xar? Seguire la Djinn gli sarebbe risultato più difficile.
Che direzione aveva preso? Dritto, destra o sinistra? Era ferma?
Il terreno era tutta una confusione di impronte più o meno grandi, mentre tutt'attorno provenivano suoni eterogenei. Da sinistra venne un'altra risata breve ed argentina, e dalla parte opposta tintinnarono dei pezzetti di vetro, i quali componevano un rudimentale scacciaspiriti. Forse, prestandoci un attimo di attenzione, quell'affare si agitò un po' troppo animatamente, considerando che lì nella Tana non tiravano correnti d'aria tanto forti.
Altrimenti uno qualsiasi dei passanti lo urtò inavvertitamente.
Una cosa era certa: da una parte o dall'altra, Shalysanne si stava guardando attorno ghignante, pronta a scattare nuovamente lontana dai segni del passaggio di Xar. Oppure avrebbe attirato la sua attenzione, siccome non le andava di terminare il gioco così tanto presto.» Status.
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.Xar ♦
Oh, ti prego. Perché proprio nella via più grande? C'è gente, anche se non tantissima; e io odio attirare l'attenzione -sì, anche mentre sono invisibile.
Il cencio finisce prima su un tizio tutto scocciato dalla cosa, e poi per terra. ...Per terra?
« Tsk. » Ha deciso di liberarsi di quella bandierina segnalatetica e fare sul serio, quindi.
Inchiodo in mezzo alla strada per non finire sull'omone, anche se ora come ora sono più preoccupato che qualcuno possa venire addosso a me. Le orme sono tutte confuse, non capisco da che parte è andata! L'ho già persa?
Aguzzo lo sguardo per vedere se altra gente viene spintonata da misteriose forze invisibili, ma non mi sembra.
Allora tendo le orecchie in cerca di uno scherno, ma ci sono troppe voci.
Ufff! Per fortuna che nessuno può vedere le mie guance gonfie di irritazione. Nonostante sia abbastanza abituato a perdere questo genere di sfide, mi secca perché questa volta ci stavo davvero mettendo impegno!
Mah, forse è meglio sciogliere il legame spirituale col camaleonte, tornare sui miei passi e... Uh? Momento, mi sembra di aver sentito qualcosa di strano. Alzo la testa e uno scacciaspiriti di vetri ondeggia ad altezza persona, lì sulla destra. Probabilmente è stato urtato, ma non mi pare di vedere qualcuno nelle sue immediate vicinanze.
Forse ho ancora qualche speranza.
Zigzaggo tra la folla per qualche metro, prima di arrivare in un punto quasi completamente libero. E' la mia occasione: mi abbasso, prendo un pugnetto di sabbia e polvere da per terra e lo lancio più in là che riesco. Un bel movimento ampio col braccio, in modo da dirigere la nuvola di granelli nella maggior parte dell'area. E poi osservo.
Nella migliore delle opzioni la sabbia si appoggerà sul suo corpo permettendomi di cogliere il profilo della sua figura. Oppure starnutirà per la polvere, va bene lo stesso.
Nella peggiore, avrò cannato completamente la direzione e sarò una bizzarra nuvoletta di polvere sollevatasi all'improvviso senza un come e un perché.
Nella peggiore-delle-peggiori, invece, il fatto di aver lanciato una nuvola di sabbia mi si ritorcerà contro rivelando la mia posizione.
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.ShalysanneDjinn
Dunque Xar scelse di seguire il suono dello scacciaspiriti.
Fu una scelta giusta? Una sbagliata? Dovette aspettare le conseguenze di quella nuvoletta di sabbia, prima di poter avere una risposta certa. In un primo momento sembrò volteggiare a mezz'aria, senza incontrare un bel niente prima di iniziare la discesa al suolo.
Così avvenne, tranne per uno piccola manciata che continuò a svolazzare.
« Etciù! »
Shalysanne non fu abbastanza rapida da allontanarsi dal raggio circoscritto dalla polvere e, invevitabilmente, ne inspirò un pochino e le fu impossibile zittire uno starnuto, per quanto ci avesse provato a trattenere il verso. Seguì un sospiro di rassegnazione.
« Pazienza, mi hai già trovata. Sei stato bravo. »
Arricciò le labbra in un sorriso, anche se Xar non l'avrebbe vista fare quell'espressione. Questione di abitudine. In compenso ci pensò il tono di voce, leggermente più morbido e caldo del normale, a rendere l'idea di un complimento fatto con un minimo di sentimento.
Si spostò di un paio di passi, così da mettersi più vicina al muro e non esporsi troppo agli ignari passanti. Già qualcuno diede segno di aver afferrato parole pronunciate da una voce sconosciuta, senza incontrare una persona in particolare con lo sguardo; ci mancava dunque che qualcuno la urtasse e rivelasse la sua presenza.
Un lieve frusciare di vesti e scricchiolare del cuoio: la Djinn incrociò le braccia sotto al seno.
« Peccato che il gioco sia già finito: cominciavo a divertirmi. »
La frase in realtà prevedeva una fine diversa, però Shalysanne decise di mantenerla nei confini della propria testa. Non ammise di non poter improvvisare passatemi come quello, siccome il ragazzo dai capelli verdi era l'unico tra le sue conoscenze ad avere una capacità simile.
« A meno che... potrei prendermi la rivincita. »
Sì, in un modo molto indiretto propose di continuare ad inseguirsi, sfidandosi l'un l'altra ad indovinare quale direzione fosse stata presa e cercare di scovarlo. Dunque attese di ricevere risposta perché, essendo stata "presa", sarebbe toccato al ragazzino correre via da lei.» Status.
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Ah! Ha funzionato davvero!
...Però non so se lo volevo. L'ho fatta starnutire, sarà arrabbiata? Potrebbe non essere stata una mossa saggia. Nel dubbio indietreggio, ma non avverto particolari minacce nel suo tono di voce. Che poi è proprio quella l'unica cosa che posso studiare, dato che non la vedo.
Cioè, nessuno di noi due vede né avverte spiritualmente l'altro. Che cosa buffissima.
Schivo per un soffio un carretto che andava ben oltre il limite di velocità dei cunicoli del mercato. In realtà non so se ce n'è uno, ma se esiste beh, lo stava sicuramente infrangendo. Fooorse indietreggiare non è stata la migliore delle idee, visto che ora mi ritrovo ad un pelo dalla strada trafficata.
« La rivincita..? » Ripeto per temporeggiare, per capire bene dove diavolo è. Mi sembra che la sua voce si sia spostata un po' più in là rispetto a prima. « Certo, perché no? »
Sorrido. Lei non lo sa che sono bravissimo a scappare! Sono il maestro della fuga-con-la-coda-tra-le-gambe. Anni e anni di esperienza e allenamenti, sissignore. Nessuno usa la tecnica del "guardalà!" bene come me! Peccato che in questa situazione sia inapplicabile.
Cosa mi offre la strada? Donne dalle grandi ceste sulla testa, omoni grassi e sudati che comprano vino, mercanti di gioelli che probabilmente trattano meglio quelle gemme che le loro mogli. E poi ancora carri, carretti e carriole.
Ho già un'idea. Non mi avventurerò in mezzo alla strada rischiando di essere investito; non lascerò nemmeno impronte sulla fanghiglia; volerò? No, ma certo che no: potrei farlo, ma non so rendere invisibile la nuvola di sabbia.
No, farò di meglio: salirò su questo carretto che si sta avvicinando! Trasporta dei frutti che sembrano succosi, magari riesco anche a sgraffignarne uno per Amber.
Muovo qualche passo per raggiungerlo, e probabilmente è questo l'unico momento nel quale potrebbe seguirmi tramite le impronte. E -hop!- salto e mi aggrappo alla fiancata del carretto che continua a muoversi. Il mio peso è praticamente irrisorio, il legno non scricchiola e non traballa nemmeno un po'. Mi tiro ancora su per accomodarmi tra i frutti -azz, ne ho fatto cadere uno, spero non se ne accorga.
Bello vero? Sto scappando in maniera intelligente e senza fare neanche fatica. Mi volto indietro per... boh, non so perché lo faccio, non la vedo. Suppongo di dover tenere sotto controllo la situazione, però.
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.ShalysanneDjinn
Xar non la poteva vedere, ma Shalysanne allargò il ghigno che portava sulla faccia.
In un certo senso fu contenta della scelta del ragazzo e pure colpita, considerando come scelse di allontanarsi dal momento di pausa. La Djinn sciolse l'intreccio delle braccia e restò ferma un altro po', così da lasciargli un minimo di vantaggio. Questo non significava che non gli stesse tenendo gli occhi addosso, per quanto fosse possibile nella condizione in cui entrambi si trovavano. Era abbastanza buffo non poter vedere nè percepire sul piano spirituale.
Non si concesse il lusso di attendere, quindi si mise in moto per poter stare dietro al carretto che Xar sembrava aver scelto come passaggio. O almeno delle impronte si crearono sul terreno, senza che si vedessero chiaramente i piedi responsabili.
Shalysanne decise di togliersi dal flusso di persone della strada, onde evitare di passare la maggior parte del tempo a schivare quello o quell'altro individuo. Si affiancò ad una bancarella, la quale aveva al proprio fianco una serie di casse tutte accatastate e componevano un rialzo di fortuna fino a quasi il livello dei tetti.
Balzò sulla prima e, aiutandosi con le mani, cercò di salire e mettersi sul piano rialzato.
Cercò il carretto desiderato e si mise in marcia, dividendo la propria concentrazione tra l'attenzione a non mettere un piede in fallo, magari per colpa di una crepa, e rovinare a terra, mentre il resto le sarebbe servito a non perdere l'obbiettivo nel mezzo della folla.
Al momento si sarebbe limitata a seguirlo in quella maniera, controllando l'eventuale manifestazione di episodi che potessero indicare i movimenti del ragazzo.» Status.
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