[Quest] Can You Escape, Marco?

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    Bzzz - ... - Bzzz - ...

    Un rumore fastidioso ti sveglia. Ti trovi con la testa infossata tra le braccia appoggiate ad un banco. Apri gli occhi lentamente sollevando il capo. Ti guardi intorno: apparentemente un'aula. Sei confuso, preoccupato e non sai dove ti trovi. Non riconosci minimamente l'ambientazione e, anche sforzandoti, non troverai risposta tra le tue memorie. Anche ciò che avevi fatto prima ti rimane annebbiato. Ci sono una serie di banchi disposti in varie file. La prima cosa che noti è una televisione posta al centro della cattedra. Non c'è alcun dubbio, sembra proprio l'aula di una scuola a giudicare dalla presenza di una lavagna alla parete opposta a te. La televisione è accesa, ma sembra che il canale non riceva bene. Non c'è nulla in riproduzione, solo una serie di striature nere e grigie con tanti puntini lampanti. Intorno a te non sembra esserci via d'uscita. Quindi non ti rimane che perlustrare l'aula e avvicinarti alla televisione.

    Bzzz - ... - Bzzz - ...

    Ti accorgi della presenza di due porte, una sulla parete di destra e l'altra su quella di sinistra, rispettivamente all'altezza della cattedra. Non hai tempo per pensare come agire dopo, quale delle due porte scegliere, la televisione attira nuovamente la tua attenzione.

    Bzzz - ... - *Toc toc*

    Sembra che la ricezione sia tornata a funzionare. Senti un battere su un vetro. L'immagine piano piano riprende la risoluzione necessaria a comprendere cosa vi è in riproduzione. Un uomo dai capelli corvini che batte sul vetro, come se fosse all'interno dello schermo e stesse bussando con le nocche della sua mano destra.

    "C'è nessuno?" - *Toc toc*

    Domanda, se proverai a rispondere potrai accorgerti che l'uomo non è in grado di sentirti. Agisce incurante delle tue parole e la sua espressione confusa permane assilato dal dubbio. A dire il vero, quello che ha più dubbi sei tu. Vari quesiti alleggiano la tua mente. Continuando a seguire ciò che lo schermo ti propone, vedrai alle spalle dell'individuo una figura che si avvicina lentamente. Una figura scura con tratti animaleschi, cui però non riesci a distinguere molto. La riproduzione sembra nuovamente compromessa, anche se per poco. Ora il soggetto secondario si trova alle spalle del primo, tanto vicino che quest'ultimo si accorge di avere qualcuno alle sue spalle. Tutto avviene di seguito: l'uomo si volta, ha un sussulto e si ritrova violentamente contro la parete. Odi bene il tonfo, schizzi di sangue ovunque che oscurano parte della visuale, la testa fracassata da quel che pare un grande e grosso pugno di metallo. Il canale perde nuovamente ricezione.



    Salute: 100%
    Battito: 100%
    Stamina: 105%
    Mana: 105%

    CITAZIONE
    Azioni disponibili:
    Porta
    Attendere
    Altro


    Edited by "Gerik" - 3/3/2016, 19:32
     
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  2. Marcus «
     
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    MARCO OCTAVIAN
    Ah la mia testa... che diavolo è successo ? Ho forse avuto un'altro dei miei attacchi ? Dopo la magia guaritrice di skekDor quasi mi ero abituato a vivere senza emicranie improvvise, evidentemente anche quell'illusione era venuta meno. Eppure guardandomi attorno non riesco subito a mettere a fuoco la stanza in cui mi trovo, sbatto gli occhi a vuoto come per cercare di riprendermi da una sorta di allucinazione.
    Dove diavolo mi trovo ?
    Non sono più nella zona del Bazaar, questo è certo, mi trovo invece in quella che pare in tutto e per tutto un'aula scolastica. Faccio in fretta a riconoscere i banchi tipici e la grande lavagna in fondo alla stanza, quel luogo ha un qualche cosa di familiare ed inquietante allo stesso tempo. La luce è soffusa e la stanza è quasi totalmente avvolta dalle tenebre, faccio fatica a distinguere le sagome della cattedra in fondo alla classe. Come sono arrivato in un posto simile ? Che fosse un sogno ? Dopotutto a Merovish non vi erano scuole di questo ero più che sicuro, forse ero impazzito del tutto. Eppure non ho mal di testa, non sento le tempie pulsare e non mi sanguinano ne le orecchie ne il naso. Ciò significa che non sono stato preso da uno dei miei soliti attacchi, quindi questo vuol dire che qualcuno deve avermi portato qui ma chi ? Ad ogni modo tanto vale alzarsi e controllare un poco la stanza, magari posso trovare qualche indizio per capire che diavolo sta succedendo. Lentamente mi dirigo verso la lavagna e la cattedra e, appoggiata su di questa, una televisione, strano. Il dispositivo è acceso, vi sono immagini di una persona, parole. Un uomo dai capelli corvini, sembra confuso o spaventato.
    [Ehi ! Mi senti ?]
    Inutile, dopotutto si tratta di un televisore e non di una ricetrasmittente, non posso fare altro che ricambiare lo sguardo di confusione dell'uomo, a quanto pare non sono l'unico in quella situazione. Poi qualche cosa accade, una sagoma alle spalle dell'individuo, si avvicina, pare... un animale ? All'improvviso l'uomo ha un sussulto, si volta solo per vedere la sua morte, il suo cranio viene spappolato da un gigantesco pugno di metallo e la televisione perde il segnale. Ho un sussulto improvviso a questa immagine, il mio corpo viene preso dai brividi, ho paura, non sono al sicuro in quel posto, lo sento.
    [che diavolo succede ?]
    Sussurro appena mentre mi lascio scivolare a terra, le mani fra i capelli e la schiena contro la superficie fredda della cattedra. Mi sembra di essere appena saltato in un film horror, qualche cosa di pericoloso si aggira in quel luogo e pare incazzata e decisa ad ammazzare persone, potrei essere il prossimo per quanto ne so. No, devo calmarmi, prendo due profondi respiri, devo ragionare e rimanere lucido. Inizio a guardarmi attorno, ci sono due porte che conducono all'esterno dell'aula ma non sono certo di quale direzione prendere. Semplicemente mi avvicino ad una delle due porte, prima quella di destra, e vi appoggio l'orecchio, cercando di captare anche la più piccola traccia di rumore, dopodiché avrei fatto la stessa identica cosa con l'altra porta. In ogni caso non sarei uscito, non ancora, è stupido avventurarsi in un luogo ignoto e con una così bassa illuminazione se non si ha idea di dove andare e, soprattutto, se vi è un killer a piede libero. Invece torno a perlustrare l'aula, in cerca di qualche cosa di utile, un'arma magari ? O anche solo un quaderno con delle note, degli appunti o qualsiasi cosa fossi riuscito a trovare.
    ----------------------------------------------------------------
    Salute: 100%
    Battito: 100%
    Stamina: 105%
    Mana: 105%
    [STATO FISICO] ok
    [STATO MENTALE] terrorizzato.
    [TECNICHE UTILIZZATE] X
    [AZIONI PRESE] ALTRO

    [ELENCO PASSIVE]
    • Esperienza: Combattere con intrugli chimici può sembrare alquanto difficoltoso per quelle persone non abituate alla manualità da laboratorio; mescere, dosare e calcolare sono azioni difficili da seguire durante i ritmi incalzanti di un duello ma assolutamente non impossibili: per una persona esperta, che è abituata a creare giornalmente certi composti chimici, queste azioni sono naturali quasi quanto respirare o muoversi, ecco dunque che grazie all'esperienza chimica acquisita negli anni e, inoltre, ad una buona preparazione e organizzazione dei materiali prima di uno scontro, un esperto chimista può utilizzare le sue tecniche in combattimento in maniera praticamente istantanea.
    [Durata: passiva]
    (Effetto: istant casting)


    • La malattia: Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
    [Durata: passiva]
    (Effetto: incremento energetico +10%, malus fisico -50% resistenza)
     
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    Forse hai davvero ragione. Magari sei stato realmente catapultato in una produzione dell'orrore. Non avendo informazione alcuna sul luogo, decidi, forse saggiamente forse no, di rimanere nell'aula e ispezionarla a dovere in attesa di un disperato miracolo. Passando noti una mappa di un mondo a te sconosciuto, appesa alla parete. Non ci fai molto caso, d'altronde non è proprio il momento di distrarsi per questi dettagli.

    Tap.. Tap.. Tap..

    Cominci a sentire dei passi pesanti. Molto pesanti. Che stia arrivando qualcuno? Eppure la lentezza dei passi, che quasi ricorda il rintocco di un orologio vecchio, magari un pendolo, non fa altro che metterti più soggezione. Più paura, più tensione. Ti blocchi all'improvviso, odi quella cadenza, qualcosa sta arrivando. Credi che qualcosa stia arrivando, ma da che parte? Non c'è tempo, bisogna fare in fretta, muoversi come non hai mai fatto. Il tuo passo si fa veloce, il tuo sguardo spaventato è in cerca di qualsiasi cosa di utile. Rimbalza da un banco all'altro. Nulla. Nulla. Nulla. Niente. Niente. NIENTE. Non trovi assolutamente niente sopra di essi.

    TAP.. TAP.. TAP..

    I passi si fanno più rumorosi, più pesanti..più vicini. Ora riesci a distinguere perfettamente l'origine. Proviene dalla porta di destra. E proprio quando credevi di rimanere a mani vuote. Realizzi che sul banco dov'eri seduto è posata un'ascia. Strano, vero? Puoi sbattere le palpebre quante volte vuoi, anche strabuzzarle se sei talmente lucido da perdere preziosi secondi nell'interrogarti sul mistero. Non è un'ascia qualsiasi, si tratta più di una scure: un'arma bipenne dall'asse legnoso corto. La sua forma suggerisce l'uso, ti pare un'arma da lancio, ma nulla ti vieta di usarla come un'ascia qualunque. Che stai aspettando?



    La porta si apre lentamente producendo un rumore inquietante. I tuoi occhi vengono attrati dal fenomeno e non hai nessuna intenzione di guardare altrove. I passi tacquono e degli artigli fuoriescono dall'uscio. La porta si apre sempre più rivelando una creatura spaventosa e bizzarra. A prima occhiata riesci a distinguere solo le mani carnose dotate di artigli affilati. All'altezza del viso un occhio, il suo sinistro. Tutto il resto sembra composto da una massa scura indefinita, non sai se è solo un mucchio di peli che ricoprono il corpo oppure se sia gas. Per un attimo hai avuto la sensazione che intorno a lui qualcosa stesse tremando, ma non c'è tempo per gli accorgimenti. Hai varie scelte ed ognuna di esse porta ad un'eventualità differente. Salvati.



    Salute: 100%
    Battito: 95%
    Stamina: 105%
    Mana: 105%

    CITAZIONE
    Azioni gratuite:
    Ascia

    Azioni disponibili:
    Porta Destra
    Combattere (Attacco ravvicinato)
    Combattere (Attacco a distanza)
    Altro

    N.B.: Le azioni gratuite sono azioni aggiuntive, non sei tenuto a seguirle. Per questo giro puoi usufruire di un consumo a tua scelta per "potenziare" il tuo attacco, se eventualmente deciderai di combattere, consumando Stamina, usando tecniche non potrai sfruttare il potenziamento.
     
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  4. Marcus «
     
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    MARCO OCTAVIAN
    Merda, in quella maledetta aula non pareva esserci niente di utile a portata di mano, avrei dovuto cavarmela con le mie sole forze e farmi coraggio: dovevo affidarmi al caso e scegliere una via da seguire e pregare con tutto me stesso di aver azzeccato il lancio della moneta, testa o croce. Stavo proprio per abbandonare le ricerche quando udì quei pesanti rumori provenire dalla porta di destra: qualcosa sta arrivando. Il panico mi coglie all'improvviso, sono troppo spaventato per pensare di correre per la mia vita e fuggire, mi metto invece a frugare maniacalmente per l'aula in cerca di un'arma qualsiasi. Una sedia ? No, no, non avrebbe funzionato. E se provassi a staccare la gamba di un tavolo per usarla come spranga ? Dannazione, non sono abbastanza forte. Non posso far altro che indietreggiare di diversi passi osservando inorridito la porta spalancarsi dinanzi a me, però dopotutto questa è solo una scuola giusto ? Non vi è nulla che possa nuocermi, da quella porta magari sarebbe entrato un altro umano come me... E invece. Invece dalla porta sbuca un enorme arto artigliato e un orribile occhio luccicante, nel suo sguardo nulla di buono. Non ho neanche la premura di osservarla con attenzione preso dal panico più totale, questo è solo un incubo giusto ? Presto mi sarei svegliato nel mio letto, in casa mia sul mio mondo di origine, Endlos tutta era solo un enorme e lunghissimo sogno. Eppure quella cosa pareva dannatamente reale e voleva me. Feci qualche passo all'indietro sbattendo contro il banco su cui mi ero risvegliato all'inizio, la mia mano sfiora qualche cosa di solido e lo afferra istintivamente: un'ascia ? Ma era lì sopra un momento prima ? Scuoto violentemente la testa, non è momento di riflettere, ora è tempo di agire, ora posso combattere con un'arma. Eppure so di non poter vincere in uno scontro fisico, sono troppo debole. Però è anche vero che sono imprigionato lì dentro con quell'essere, l'unica uscita disponibile è quella porta. In un istante la mia mano libera si va a stringere più saldamente sul manico dell'ascia, non sono un buon tiratore e avrei perso l'unica arma a mia disposizione, l'unica soluzione era caricare a testa bassa. Mi lancio così verso la porta aperta e la bestia sudando copiosamente a causa della paura e dello stress, il mio corpo si scaglia di violenza contro la porta semiaperta, con l'intento di incastrare l'essere fra l'anta e il muro, dopodichè l'ascia si sarebbe avventata con violenza sul braccio esposto della bestia, una, due, tre e più volte, rilasciando tutto il mio istinto di preservazione in una scarica di colpi goffi ma potenti, ora ero lui oppure io.
    ----------------------------------------------------------------
    Salute: 100%
    Battito: 95%
    Stamina: 85%
    Mana: 105%
    [STATO FISICO] ok
    [STATO MENTALE] ok
    [TECNICHE UTILIZZATE] X
    [AZIONI PRESE] azione gratuite: afferrare l'ascia. azione: attacco ravvicinato (20% stamina)

    [ELENCO PASSIVE]
    • Esperienza: Combattere con intrugli chimici può sembrare alquanto difficoltoso per quelle persone non abituate alla manualità da laboratorio; mescere, dosare e calcolare sono azioni difficili da seguire durante i ritmi incalzanti di un duello ma assolutamente non impossibili: per una persona esperta, che è abituata a creare giornalmente certi composti chimici, queste azioni sono naturali quasi quanto respirare o muoversi, ecco dunque che grazie all'esperienza chimica acquisita negli anni e, inoltre, ad una buona preparazione e organizzazione dei materiali prima di uno scontro, un esperto chimista può utilizzare le sue tecniche in combattimento in maniera praticamente istantanea.
    [Durata: passiva]
    (Effetto: istant casting)


    • La malattia: Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
    [Durata: passiva]
    (Effetto: incremento energetico +10%, malus fisico -50% resistenza)
     
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    Lentamente sul suo volto si compose una sottile linea definita circa sulla parte inferiore. Da destra fino a sinistra. Poi quel segmento si spacca, una fessura diventare sempre più grande, sempre più mostruosa. Non ci sono denti, o almeno non li vedi, ma dentro quella voragine pareva esistere il vuoto più oscuro. Afferì l'ascia, impaurito, nel panico. La prima cosa che ti viene in mente è la sopravvivenza a discapito della vita della creatura. Quando ci si trova alle strette, non importa quali siano le limitazioni, o si cerca di romperle o si perde l'occasione più importante della propria vita. Come un piccolo animale, decidi di opporti al fato scritto da qualun altro, disperato tenti di colpire ripetutamente l'essere oscuro. Eppure dopo il primo attacco, ti accorgi che nulla ha bloccato i tuoi movimento, che nulla ha impattato contro la scure. Sollevi le braccia, pronto per un secondo tentativo. Il tuo sguardo, quasi accidentalmente, scivola sulla tua arma. E sei costretto a rifarlo, poiché scopri che in mano non hai nulla. L'arma è sparita. Non l'avevi, ce l'avevi, dov'è finita? Sorpreso, ancora più sconvolto mentre di fronte a te, la creatura lentamente allarga le braccia distendendo per bene le dita artigliate di quelle mani putrefatte.

    Ingannato dai tuoi sensi, ingannato dal pensiero di poter distruggere il confine delle proprie capacità. Che gli stessi limiti siano una menzogna? Se si possono superare non vuol dire forse che non erano quelli i limiti? Un limite è qualcosa di invalicabile, se lo si supera, non è un limite. Ma concentriamoci sulla vicenda, sulla storia di come il personaggio Marco si ritrova di fronte ad un incubo reale, e già l'accostamento di queste due parole crea confusione. La creatura si avventa, quindi, perché il giovane ha fallito. Questo si sente spinto, crede che gli artigli abbiamo affondato la sua carne. Crede che valanghe di liquido rosso siano fuoriuscite da due fori simmetricamente opposti, sulle due spalle. Violentemente si scontra contro la porta chiusa, gli occhi si chiudono per l'improvviso spostamento. E quando li riapre, non può che realizzare la sua scomparsa. Guardarsi attorno orribilmente spaventati non ha alcun senso, non c'è più traccia della creatura. Ma forse ciò che rende più inquietante questa vicenda, è la porta opposta. Chiusa. O forse è più bizzarro la scoperta di non avere ferita alcuna? Non penserai di certo che, magari, era meglio che ciò fosse tutto reale. Conviene alla tua vita. Il silenzio ripiomba nell'aula immobile. Tutto sembra normale e tranquillo. Un folle studente si è solo fatto prendere dall'ansia da interrogazione, oppure il suo gracile fisico era un pasto per qualche bullo di passaggio.
    Puoi riprendere fiato, poi chiedere al tuo cuore di battere più lentamente, di non farti trascinare nel turbinio delle emozioni. Non c'è niente per cui innamorarsi. Quando poi tutto sembra tranquillo, ecco che la televisione riprende ricezione, forse facendoti sussultare. Nell'eventuale decisione di rimetterti, stranamente potrai osservare che la riproduzione è la medesima della precedente, o almeno l'inizio. Cosa potrebbe mai voler dire?

    Bzz.. Bzz..



    Salute: 100%
    Battito: 55%
    Stamina: 85%
    Mana: 105%

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    Azioni disponibili:
    Porta Sinistra
    Porta Destra
    Guardare le televisione
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  6. Marcus «
     
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    MARCO OCTAVIAN
    Mi avvento sulla bestia brandendo l'ascia sopra la testa, un colpo e poi... E poi più nulla: l'arma era completamente sparita dalle mie mani, sconcertato osservo i palmi ora vuoti rivolti verso di me, imperlati dal sudore della paura che ora mi stava lentamente afferrando e trascinando giù verso il baratro. Il mio cuore batteva all'impazzata nel petto, quasi pronto ad esplodere dalla cassa toracica mentre il mio sguardo si sollevava lentamente, gli occhi sbarrati che incontrano quelli della bestia, le sue zampe artigliate che si aprono e si distendono, lanciando una enorme ombra sul mio gracile corpo ora totalmente paralizzato.
    Tu-tum, tu-tum, tu-tum.
    All'improvviso tutto rallenta in quell'istante, sento il battito del mio cuore farsi lievemente più regolare.
    Tu-tum, tu-tum.
    I miei occhi si chiudono e le narici si allargano, inalando molta aria.
    Tu-tum.
    Rassegnazione, ecco come potevo definire quel mio stato. Mi trovavo lì dinanzi la bestia che mi avrebbe ucciso e non potevo far assolutamente nulla per difendermi e fuggire, potevo solo attendere e poi tutto riprese. Percepì il peso della bestia cadermi addosso, il mio corpo venne scagliato con violenza contro la porta ancora semiaperta, un lieve dolore mi percorse fra le scapole ma niente più: niente tagli, niente morsi, niente morte. I miei occhi si riaprirono lievemente, davanti a me il nulla.
    Niente di niente, della creatura nemmeno l'ombra, che stessi impazzendo ? No, qualcuno stava giocando con me, lo sentivo nel profondo, ed ero terrorizzato dalla cosa. Solo dopo pochi istanti i miei occhi si posarono su una cosa abbastanza bizzarra che non avevo notato durante l'attacco dell'essere: una porta. No, ero certo che quella porta non vi fosse prima, dopotutto avevo controllato e ricontrollato l'aula più volte e l'uscita era quella a cui ero appoggiato in quel momento e nessun'altra, eppure ora le porte erano due. Ero confuso, impaurito e non sapevo cosa fare, scegliere a caso ? No, mi sarei perso sicuramente o avrei fatto un altro incontro spiacevole, però non potevo nemmeno rimanere lì, dopotutto l'aula non era poi molto più sicura e magari ora anche altre creature sarebbero venute a cercarmi. Nel mio stato di panico e tensione nemmeno presto attenzione alla televisione e al suo riaccendersi: chiunque vi fosse stato dall'altra parte non avrebbe potuto sentirmi.
    Con un profondo sospiro presi una decisione, la mia mano scivolò sulla maniglia della porta contro cui ero stato sbattuto poco prima, un movimento deciso, la superficie del legno che si sposta e rivela un nuovo pezzo dell'edificio e il mio corpo che si sposta in avanti, verso l'oscurità e l'ignoto.
    ----------------------------------------------------------------
    Salute: 100%
    Battito: 55%
    Stamina: 85%
    Mana: 105%
    [STATO FISICO] ok
    [STATO MENTALE] ok
    [TECNICHE UTILIZZATE] X
    [AZIONI PRESE] azione: porta sinistra.

    [ELENCO PASSIVE]
    • Esperienza: Combattere con intrugli chimici può sembrare alquanto difficoltoso per quelle persone non abituate alla manualità da laboratorio; mescere, dosare e calcolare sono azioni difficili da seguire durante i ritmi incalzanti di un duello ma assolutamente non impossibili: per una persona esperta, che è abituata a creare giornalmente certi composti chimici, queste azioni sono naturali quasi quanto respirare o muoversi, ecco dunque che grazie all'esperienza chimica acquisita negli anni e, inoltre, ad una buona preparazione e organizzazione dei materiali prima di uno scontro, un esperto chimista può utilizzare le sue tecniche in combattimento in maniera praticamente istantanea.
    [Durata: passiva]
    (Effetto: istant casting)


    • La malattia: Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
    [Durata: passiva]
    (Effetto: incremento energetico +10%, malus fisico -50% resistenza)
     
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    Naturale sentirsi confusi e spaventati. Una creatura era balzata dal nulla con l'intenzione di ucciderti. Almeno questo è quello che ti è sembrato. La televisione stava ritrasmettendo il macabro programma dall'inizio. Appena passata la porta e percorso alcuni passi nel corridoio immerso nell'oscurità, avvertì un tonfo secco e pesante. L'eco rimbomba una sola volta, come un'onda che parte dalla porta, ti attraversa e continua per tutto quel corridoio di cui, sul momento, non sai nemmeno com'è fatto e quanto lungo sia.

    Sbam

    Buio completo. L'unico suono è quello leggero prodotto dai tuoi passi e dai vestiti strofinati al tuo movimento. Il cuore batte forte, batte sempre più forte. Magari ti viene pure un attacco d'asma, se avessi quel tipo di problema. Poi, quando sembra non ci fosse speranza nell'uscire da quell'oscurità. Una luce si mostra sul pavimento. A cono, inconfondibile: una torcia elettrica. Non c'è costrizione nel prenderla, puoi fare tutte le considerazioni. Magari anch'essa è come l'ascia che hai creduto di aver preso in precedenza. Hai intenzione di raccoglierla e proseguire? O vuoi tornare indietro? Sei ancora in tempo, non ti sei allontanato troppo da quella stanza. Osservando le pareti, cui puoi solo ipotizzare via tatto il loro materiale metallico, ti pare di scorgere macchie più scure di altre. Può darsi che sia solo soggezione prodotta dalla piccola illuminazione della torcia elettrica o dai tuoi sensi confusi.

    Sbam Sbam Sbam

    Improvvisi rumori ti colgono di sorpresa, ti inquietono, ti fanno ricordare che non esiste tranquillità lì, che il silenzio probabilmente è la peggior cosa. Non ti aspetti cosa c'è, credi sia tutto tranquillo e poi..vieni tradito. Agitazione, panico, però sei ancora in grado di capire da dove provengano quei rumori. Proprio dalle pareti. A destra. A sinistra. A destra. A sinistra. Il tuo sguardo rimbalza ad ogni tonfo, passando da un lato all'altro. Poi..silenzio, ancora. E stavolta sembra vero e lungo. Passano minuti e non succede altro, ti accerti che non ci sia altro. Tuttavia ormai dubiti di qualunque cosa. Non ti rimane altro da fare se non l'ennesima scelta. D'altra parte chiunque può prevedere quanto sia inutile rimanere fermi in un solo posto. Dovrai pur trovare un'uscita da lì e di certo non è molto saggio rintanarsi in un'aula vuota, giusto? Però..viene spontaneo considerare che questo potrebbe essere solo il volere di qualcuno o qualcosa che sta dietro a tutto questo. Palese che non ti sia introdotto qui da solo o per tua volontà, di questo ne sei certo. Il divertimento continua.



    Salute: 100%
    Battito: 50%
    Stamina: 85%
    Mana: 105%

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    Azioni gratuite:
    Torcia elettrica

    Azioni disponibili:
    Proseguire
    Porta
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  8. Marcus «
     
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    MARCO OCTAVIAN
    Non appena metto piede nel corridoio un rumore improvviso alle mie spalle mi fa trasalire. Un colpo secco e deciso prima che il mio corpo venga avvolto dalle tenebre, la mia vista completamente inutile in quell'ambiente oscuro, posso affidarmi solo al tatto e seguire le pareti, trascinando i piedi sul pavimento con cautela, come se avessi il terrore che le mattonelle sotto di me da un momento all'altro scompaiano lasciando il posto ad una voragine, non sarebbe certamente la cosa più incredibile successa finora. Procedo ancora nell'oscurità più totale fino a quando non intravedo una piccola e debole fonte di luce: una torcia elettrica. La raccolgo e la stringo forte nella mano, la osservo attentamente come affascinato, in realtà la mia unica preoccupazione è che si tratti di un miraggio, come l'ascia pochi istanti prima. Mi guardo attorno puntando la luce in ogni direzione possibile, anche il soffitto, niente sembra tutto normale per ora, si tratta solo di un lungo corridoio. La luce della torcia non è abbastanza potente per illuminarne la fine ma posso ancora vedere l'inizio, la porta chiusa, quella dell'aula. Forse dovrei tornare indietro ? E a quale scopo poi ? Dopotutto rimanendo fermo in un luogo solo non sarei mai riuscito a fuggire, no dovevo proseguire, inoltre era rischioso sostare, ero già stato attaccato una volta, anche se ancora dovevo capire se la creatura fosse reale o semplice frutto della mia pazzia.
    Con passo costante ma certamente non deciso mi muovo in avanti, verso le tenebre, tagliando quel velo nero come meglio posso, sfruttando la torcia che mi è stata concessa, l'unica luce che possiedo. Ormai non sapevo più cosa aspettarmi da quel posto, ero solito calcolare e prevedere tutto ma la situazione attuale me lo rendeva impossibile e la cosa mi terrorizzava non poco. Terrore che aumenta pochi istanti dopo quando da un punto non precisato giungono altri rumori.
    Sbam Sbam Sbam
    Mi guardo attorno tremante, mentre la luce scivola da un punto all'altro del corridoio e ancora: nulla. Dopo pochi istanti i tonfi smettono, cedendo di nuovo posto al silenzio, se prima non ero totalmente certo sul proseguire ora la mia testa stava pulsando nel bisogno di cercare la luce del giorno e il cielo sereno, o al limite il tetto roccioso di Merovish. Il passo era aumentato, ormai ero quasi in corsa, ogni tanto lanciavo un'occhiata alle mie spalle come nel terrore di essere inseguito, la luce della torcia che sussultava ad ogni mio passo e il corridoio che non pareva finire, volevo andarmene, volevo tornare a casa.
    ----------------------------------------------------------------
    Salute: 100%
    Battito: 50%
    Stamina: 85%
    Mana: 105%
    [STATO FISICO] ok
    [STATO MENTALE] ok
    [TECNICHE UTILIZZATE] X
    [AZIONI PRESE] azione gratuita: torcia elettrica. azione: proseguire.

    [ELENCO PASSIVE]
    • Esperienza: Combattere con intrugli chimici può sembrare alquanto difficoltoso per quelle persone non abituate alla manualità da laboratorio; mescere, dosare e calcolare sono azioni difficili da seguire durante i ritmi incalzanti di un duello ma assolutamente non impossibili: per una persona esperta, che è abituata a creare giornalmente certi composti chimici, queste azioni sono naturali quasi quanto respirare o muoversi, ecco dunque che grazie all'esperienza chimica acquisita negli anni e, inoltre, ad una buona preparazione e organizzazione dei materiali prima di uno scontro, un esperto chimista può utilizzare le sue tecniche in combattimento in maniera praticamente istantanea.
    [Durata: passiva]
    (Effetto: istant casting)


    • La malattia: Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
    [Durata: passiva]
    (Effetto: incremento energetico +10%, malus fisico -50% resistenza)
     
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    Hai scelto di prendere la torcia elettrica e di proseguire. Credi di esser certo sulla realtà dell'oggetto. Percepisci il suo peso e noti come la sua luce squarci l'oscurità di fronte a te.

    Sbam

    Uno secco sbattere: la porta alle tue spalle, quella dell'aula da cui sei uscito e rinvenuto, si è chiusa improvvisamente. Il rumore è troppo chiaro per non riconoscerlo. Quando realizzi ciò, ti senti un pochino più sollevato, forse perché sai definire la provenienza e cosa. Tuttavia sembra tu voglia allontanarti da lì il prima possibile. Perché mai una porta deve sbattere in assenza di corrente? Non trovi risposta, ma nemmeno ti scervelli troppo. Questo posto è già anormale di suo, inspiegabili fenomeni, rumori casuali, già il fatto di trovarti lì è strano. Proseguì quindi, camminando piano. Il silenzio ora è profondo e da troppo tempo non avverti ulteriori rumori. Chissà quanti minuti sono passati, chissà quanta strada hai percorso. Non certo troppa, dato che non ti senti stanco, ma teso. Troppo teso per quel silenzio. Svolti varie volte, segui il percorso a te designato. Doveva essere una scuola, però non vedi altre aule. Non vedi altre porte. Agguzzare la vista non serve, hai già una luce che ti rivelerà tutto. Ogni cosa, anche quella figura che ti è parsa di..scorgere? Il fascio di luce, passando per una qualunque parete, ti ha fatto credere di aver illuminato una figura. Non sai descriverla, troppo sfuggente. Ripunti la luce in quel punto, con fare improvviso e nervoso. E' stato un attimo, forse la tua mente ti sta giocando brutti scherzi. Non c'è nulla..devi esserti sbagliato, giusto? Perché queste cose succedono solo nei film horror, vero?

    Crik

    Un rumore. Un piccolissimo rumore, come uno scricchiolio meccanico. Normalmente non avresti potuto lontanamente udirlo, un po' come le ossa. Però quel silenzio e la fisionomia del luogo, amplifica di gran lunga qualsiasi rumore. Qualsiasi. Ti volti e lì non puoi non farti prendere da un sussulto. La luce lo sta puntando.

    Grr..

    Un ringhio basso. Una specie di orsacchiotto: denti aguzzi e storti, unghie affilate. Sulle zampe posteriosi, la schiena un pochino ingobbita, ti fissa con due occhi malefici.

    Grr..

    Ringhia ancora, poi emette un grido bestiale, non al pari di un orso adulto, così da rispettare il suo aspetto più da cucciolo. Di certo non è amichevole e non vuole biscotti o carezze. Fa prima un passo, poi ti indica e comincia a correre verso di te tendendo gli arti superiori. Vuole graffiarti, vuole saltarti adosso, vuole sbranarti e ucciderti. Ma..è vero? Sembra essere apparso all'improvvisa dietro di te e non ti è parso di vedere alcuna fessura, porta o buco da cui potesse venire quella cosa. All'improvviso, nello stesso momento, tutta l'oscurità viene ferita da un'insieme di luci rosse lampeggianti provenienti da appositi installazioni sul soffitto. Ti rivelano due percorsi apparentemente uguali e simmetrici, destra o sinistra? Oppure è il caso di rimanere fermi, di combattere la creatura in qualche modo?



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    MARCO OCTAVIAN
    Ogni secondo passato in quell'oscurità mi strappa di dosso una piccola parte di sanità mentale, sento lentamente ogni mio processo logico spegnersi sotto il pressante istinto di sopravvivenza. Voglio correre, voglio urlare e tutto per uscire da quel luogo così oscuro e privo di qualsivoglia logica. Ad ogni passo mi volto alle spalle per osservare le tenebre dietro a me che ormai mi circondano, prego vivamente che la torcia trovata non sia un'illusione come l'ascia di pochi minuti prima o mi sarei perso per sempre nel buio. Un nuovo colpo secco mi fa trasalire, questa volta però posso chiaramente riconoscerne la provenienza: la porta che mi sono lasciato alle spalle. Nel corridoio non spira un singolo filo di corrente e quindi vi poteva essere una sola risposta a quel mistero, qualcuno aveva chiuso l'uscio con forza, provocando il rumore e ora probabilmente quel qualcuno era lì nel corridoio, assieme a me. Sicuramente un motivo più che valido per accelerare il passo e muoversi.
    Oramai ho perduto la cognizione del tempo, non so che ore del giorno o della notte sono e non so nemmeno da quando sono lì dentro, minuti, ore ? Non ne ho più idea.
    All'improvviso il mio sguardo cattura qualcosa, un movimento improvviso all'interno del cono di luce della torcia, per un istante credo di essermi immaginato tutto ma poi sento un rumore nuovo, un suono meccanico secco di ingranaggi ? Il mio viso si volta lentamente catturato dal panico improvviso e la torcia fa lo stesso, finendo per illuminare una figura irta nell'ombra, una sagoma bassa ma dai lunghissimi artigli e un'aria poco amichevole. Una sorta di orsacchiotto uscito direttamente dall'inferno, ringhia e si muove verso di me e poi scatta con le unghie puntate nella mia direzione. Oramai ragionare mi riesce difficile a causa della quantità di adrenalina in corpo e l'istinto di sopravvivenza agisce per primo; in un istante tutto il mio corpo ruota nuovamente verso il corridoio e scatta in avanti, con tutta l'energia che le mie gambe possono sostenere, mentre il fascio di luce saltella su e giù davanti a me ad ogni lungo passo che compio.
    Ormai è inutile starsi a chiedere se ciò che sto vivendo è reale o meno, finirei solo per impazzire ulteriormente, per ora l'importante è sopravvivere e fuggire il più lontano possibile. Dovevo trovare un'uscita da quell'inferno.
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    [AZIONI PRESE] azione: scappare.

    [ELENCO PASSIVE]
    • Esperienza: Combattere con intrugli chimici può sembrare alquanto difficoltoso per quelle persone non abituate alla manualità da laboratorio; mescere, dosare e calcolare sono azioni difficili da seguire durante i ritmi incalzanti di un duello ma assolutamente non impossibili: per una persona esperta, che è abituata a creare giornalmente certi composti chimici, queste azioni sono naturali quasi quanto respirare o muoversi, ecco dunque che grazie all'esperienza chimica acquisita negli anni e, inoltre, ad una buona preparazione e organizzazione dei materiali prima di uno scontro, un esperto chimista può utilizzare le sue tecniche in combattimento in maniera praticamente istantanea.
    [Durata: passiva]
    (Effetto: istant casting)


    • La malattia: Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
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    Scappa, corri, striscia per la tua vita. Un classico. L'orsacchiotto dannato ti insegue senza sosta ringhiando e sbavando a destra e a manca. L'unica e consistente fortuna deriva dal fatto che quella bestia sia apparsa alle tue spalle e non di fronte, evitando quindi di costringerti a tornare indietro e..magari, a chiuderti in un vicolo cieco. Un vero peccato, chissà cosa sarebbe successo in quel caso. Sbranato da un orso peluche dai denti e artigli affilati oppure fatto uscire un potenziale nascosto? Quale parte di Marco sarebbe uscita? Meglio mettere da parte questi inutili interrogativi dato che sei costretto a correre più veloce. Hai bisogno di una spinta maggiore, ma di una grande spinta. L'orsetto è veloce, più di te, tuttavia non sembra reggere bene i cambia di direzione dovuti dal percorso che si spezza più e più volte. Ogni tanto, se ti va, controlli alle tua spalle con la pila e lo vedrai lì, in quei momenti dove si schianta letteralmente contro le pareti. Gli artigli s'incidono nel muro mentre occhi bramosi della tua carne si rivolgono sempre su di te. Piglia e riprende l'inseguimento con più foga. Nel momento in cui ti chiederai fino quanto riuscirai a resistere prima di costringere te stesso a combattere, ti ritrovai in uno spiazzo più grande.

    Grr..

    Grugnisce la belva alle tue spalle mentre rallenta considerevolmente. Te ne accorgi perché i rumori diminuiscono all'improvviso. La tua pila di rivela ben tre percorsi. Un labirinto, un gioco, un esperimento. Destra, sinistra o avanti? Cosa scegli? Guardi i tre corridoi ansiosamente, il panico e la sanità mentale continuamente a dura prova non ti permettono di pensare con lucidità. Basta così poco per mettere in crisi qualcuno. Tuttavia, è in questi casi che l'istinto si dimostra migliore della logica. Sei costretto a scegliere a caso, dato che non hai nulla su cui basare la tua scelta. Anzi no. Un'ultima volta, la luce punta un'ultima volta verso il percorso di sinistra: altri orsi, uguali a quello alle tue spalle. Tre da quella direzione, quattro in totale. Sembra che di là non puoi passare. Meglio apprestarsi al percorso opposto. Ancora un'ultima volta. La tua piccola pila ti mostra qualcosa di spaventoso provenire dal percorso di destra: un ennesimo orso, grande, molto grande, almeno tre metri. Non è come gli altri piccoli. I passi pesanti si sentono forte. La piazzetta s'illumina, non sei più nell'oscurità, ora una luce rossa sommerge tutti. I tuoi occhi si abituano in fretta. Quell'orso l'hai già visto, è fatto totalmente di metallo e al posto delle zampe anteriori, possiede due grossi guantoni. Sul petto stampata la parola "Teddy".

    Intruso rilevato. Procedere con il protocollo di eliminazione.

    Terribile, davvero terribile. La voce registrata esce dalla finta bocca del costrutto. Non ti conviene aspettare oltre, il percorso centrale sembra essere la via di fuga. Unica, pulita e libera. Meglio se corri..e tanto..



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    MARCO OCTAVIAN
    Ormai avevo i minuti contati, per quanto potessi correre quella piccola bestia continuava a mantenere il passo, un passo estremamente più rapido del mio nonostante avessi una falcata maggiore. Tutto ciò che mi salvava dalla morte violenta erano le improvvise curve che il peluche infernale era costretto a compiere, troppo strette per la sua velocità e che lo portavano a schiantarsi contro una parete di tanto in tanto ma ciò non bastava a fermarlo. Ormai iniziavo a sentire il fiato corto e le gambe farsi pesanti per l'acido lattico accumulato, non mancava molto ormai alla fine, avrei iniziato a rallentare e ben presto avrei percepito le unghie dell'orsetto conficcarsi nelle mie caviglie per poi venire sbranato senza troppi complimenti. Invece fu un improvviso cambio di scenario a salvarmi, una piazza che improvvisamente si aprì davanti ai miei occhi, ora tre strade fra cui scegliere e non più una sola, in un attimo l'indecisione e la paura iniziarono a farsi grandi fino a quando non realizzai che il mostro non mi stava più seguendo e i ringhi si erano fatti lontani. Un attimo di respiro, un istante per cercare di capire quanta strada avevo fatto e in che direzione mi ero mosso, tutto inutile ovviamente; la paura e l'adrenalina erano state troppe per registrare tutte quelle informazioni, tutto ciò di cui ero certo è che quel luogo era gigantesco e quindi non poteva sicuramente trattarsi di una normale scuola come presupposto all'inizio. Venni interrotto nel flusso confusionario dei miei pensieri da nuovi rumori, immediatamente vidi altri orsacchiotti sciamare dalla via laterale e un nodo in gola mi si formò impedendomi persino di deglutire, dovevo correre, subito ! La strada opposta pareva l'opzione migliore e... e invece proprio no: un pesante passo metallico e poi una voce secca, robotica, asettica colpì le mie orecchie. Nel corridoio opposto ora stava un monumentale orso meccanico, ben poco amichevole nell'apparenza e nei modi, dovevo scappare per l'unica strada possibile: quella centrale. In un istante scattai in avanti con tutte le forze che mi rimanevano in corpo, bruciando più strada possibile fra me e i miei inseguitori cercando al tempo stesso di evitare possibili artigliate in arrivo, tutto questo puntando verso la via centrale, ovvero l'unica via di fuga. Certamente ciò non significava fosse la strada giusta.
    Però in questo inferno quali alternative avevo ? La risposta era nessuna, mi erano state tolte da questo stupido gioco che qualcuno stava facendo assieme a me... No... Che stava facendo con me.
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    [AZIONI PRESE] azione: scappare (scatto usando 20% di stamina).

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    [Durata: passiva]
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    • La malattia: Al mondo esistono una moltitudine di virus, patologie e malattie rare; la maggior parte di queste è conosciuta e classificata, altre sono estremamente più sfuggenti, mutando in continuazione da organismo ad organismo. Ad ogni modo ci sono ben poche malattie che sono totalmente ignote alla comprensione medica umana, una di queste sfortunatamente affligge la zona cerebrale di Octavian fin dalla sua nascita. Questa patologia non possiede nome, non possiede precedenti medici ne tanto meno una cura definita, si tratta di una malattia degenerativa estremamente potente che accellera il processo di decadimento delle connessioni nervose, facendo invecchiare la corteccia ad un ritmo accellerato. Molti medici hanno dato al giovane una aspettativa di vita piuttosto breve, riuscendo a prescrivere solo psicofarmaci in grado di ridurre il dolore della piaga. Ad ogni modo questa malattia ha anche potenziato le capacità mentali del giovane, rendendolo più acuto e sveglio dell'umano medio, questo si traduce in una capacità maggiore di resistenza a stress in combattimento, a discapito tuttavia di un ben evidente handicap fisico.
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    Corri per quella strada perché ti senti costretto. Logico, quando le altre vie appaiono bloccate non rimane altro che filarsela in quella libera. E sta proprio qui..il divertimento. Non sei d'accordo? Perché proprio quando credi di far parte di un gioco, di essere il protagonista, un topo che corre per il labirinto..scopri con somma "gioia" che la strada intrapresa ha una fine. Una terribile fine. Una realtà inaccettabile, ma al contempo indistruttibile: un vicolo cieco. Peccato, non hai capito nulla, sei stato lanciato in questa avventura e sei durato relativamente poco. Uno spavento dietro l'altro, creature mostruose dopo l'altro. E ora arrivi al capolinea. Non sei nessuno. Non hai la forza per compiere nulla. Il terrore s'impossessa di te. L'ansia smuove terribilmente il tuo animo. I tuoi occhi tremano ferocemente cercando qualsiasi indizio, qualsiasi buco, qualsiasi luce su quella parete di metallo completamente liscia. Non c'è nulla. Non c'è uscita. Impotente, impaurito, impossibile. I rumori dietro di te generano più ansia, più terrore. Lo sai cosa sta per succedere. Sei conscio di ciò, anche se non vuoi crederci. Alle tue spalle si avvicinano. Lentamente. Appositamente adottano un'andatura costante e ritmica, ma non troppo veloce. Per farti sentire i secondi che rintoccano a ritroso. Si inclina la testa dell'orso Teddy, gigante e robotico. Un piccolo rumore metallico accompagna il suo collo, mentre gli occhi rossi luminoso si fissano su di te. Un passo pesante dopo l'altro.

    I piccoli all'improvviso si fermano. Si dispongono in fila bloccando il passaggio. Non puoi tornare indietro. Puoi provarci..ma come? Pensi di riuscire a superare il gigante e a scavalcare gli artigli dei suoi figliastri? Sicuramente non ti passa per la testa una cosa simile. Forse è giunto il momento di rassegnarsi. Aspetta..c'è qualcosa di strano. Alla tua destra, in alto..è una telecamera. Quella cosa è puntata su di te. Ti ricorda qualcosa? E' come una staffetta, probabilmente è collegata alla televisione dell'aula in cui ti sei svegliato.

    I tuoi piedi fanno un rumore strano. C'è qualcosa sotto le scarpe. Sangue, una pozza di sangue. Probabilmente sei finito nello stesso punto in cui è arrivato quell'altro..quello che hai visto morire sullo schermo. Morire schiacciato da un pugno d'acciaio. Avanza Teddy raddrizzando la testa. Non assume altre espressioni, ma per qualche ragione sospetti che stia ridendo. Ridendo per la tua situazione, per ciò che hai realizzato. Per la tua fine imminente. Non ti rimane altro da fare se non pregare. Urla. Strilla. Magari qualcuno ti può sentire. Magari all'improvviso accade il miracolo e vieni salvato. Oppure sarai al pari di quell'uomo che è morto senza nemmeno realizzarlo. Tu avevi un vantaggio. Tu sapevi cosa avresti potuto trovare. Almeno chi verrà dopo di te avrà un indizio in più. Quanti inutili uomini servono per sopravvivere in questo gioco?



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  14. Marcus «
     
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    MARCO OCTAVIAN
    Era la fine. Ormai ne ero certo e sicuro, dinanzi a me più nessuna via di fuga, dietro di me un'orda di piccoli assassini pelosi accompagnati da un grosso robot rumoroso, che ad ogni singolo passo metallico scandiva il sempre più imminente massacro. Lentamente mi voltai, spalle al muro ora, occhi sbarrati e iniettati di terrore, respiro pesante e irregolare, rapido che faceva volare via tutto il mio raziocinio e autocontrollo. Ormai non ero niente più che una bestia messa all'angolo.
    Mi guardo attorno disperato, nella ferma convinzione che ci dovesse essere una via di fuga, una porta, un condotto d'aria, qualcosa che mi permettesse di vivere ancora cinque minuti... però tutto ciò sul quale i miei occhi si posarono fu la superficie riflettente di una lente. La lente di una telecamera, puntata proprio verso di me. Una sensazione tremenda di déjà-vu mi assalì in un secondo, mentre con un passo all'indietro pestavo sopra sangue non troppo vecchio. La persona che avevo visto nella tv era morta proprio lì, massacrata da un pugno di ferro... e io sarei finito nello stesso identico modo.
    Inizio a tremare ancora più forte mentre ormai la bestia mi è praticamente addosso, le ginocchia diventano deboli e flosce, a malapena in grado di sorreggere il mio corpo che ora grondava sudore freddo da tutti i pori.
    [NO, STATE LONTANI DA ME.]
    Sbraito in un disperato tentativo di salvarmi, non trovando più nessun'altra alternativa alla situazione.
    [Non... non potete uccidermi ! Io-io posso aiutarvi in questo malato gioco sì. Lo so che ci sono altre persone come me in questa struttura o ci saranno, io lo so. Se-se mi lasciate vivere io... io vi aiuterò a trovarne altre, molte altre, sì.]
    Ormai le lacrime sgorgano ai lati dei miei occhi e la voce esce spezzata dalla disperazione, lentamente scivolo verso terra collassando sopra le mie stesse ginocchia, lo sguardo puntato al pavimento per non vedere il mio esecutore nell'atto di uccidermi.
    [Non voglio morire.]
    Soltanto un sussurro.
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    Che disperato! Ti metti a pregare di fronte a dei peluche animati e ad un drone. Che uomo..ma era prevedibile una simile mossa. Non ti sentono, non ti ascoltano, non ti credono. Te lo fanno credere, dato che il più grande si ferma a un passo da te e lì si impianta, quasi apparentemente bloccata. Lo sguardo vigile su di te è la prova che ti fissa. Ha l'attenzione su di te. Quindi anche tu credi che ci sia qualcuno qui? E non che questo luogo possa essere semplicemente un labirinto infestato? Non sei il primo, non sei l'unico e non sarai l'ultimo. Le telecamere sono un segno fin troppo chiaro. Qualcuno vi osserva, è palese.

    Marco, uomo debole. Nessuno ti darà retta, perché le tue proposte sono state già udite in precedenza. Credi forse di essere l'unico ad aver riferito una soluzione simile? Ovviamente no. Il tuo non è fegato. Il tuo non è coraggio. Il tuo è solo un tentativo di imbroglio. Vergognati, state sempre a prendervi gioco del prossimo. Tu, i tuoi predecessori, i suoi successori e i tuoi contemporanei. Agite sempre allo stesso modo. Giunti al traguardo cominciate a pregare e a fare promesse e proposte assurde. A prendervi responsabilità più elevate delle vostre. Richiesta respinta in toto. Un uomo come te può solo trovare gente più debole. Gente meno divertente. Hai dimostrato la disperazione del tuo genere. Della categoria delle persone a cui fai parte.

    Come un rappresentante. E portare altri non renderebbe questo "gioco" divertente. Uno show che si palesa una serie ripetitiva. Monotona. Noiosa. La noia è sopportabile da quelli come voi, ma non contemplabili da altri. Che quello rimanga il tuo ultimo sussurro. L'orso gigante in metallo solleva un pugno molto lentamente. Il tuo corpo è paralizzato dal terrore e la tua mente non è lucida da permetterti di agire in qualche modo. Il pugno scintilla in alto. Si fracassa su di te, dritto sopra la tua testa. Le luci si spengono. La vita si perde. Il tuo corpo, ora, è il risultato di una polpetta schiacciata. Un risultato simile a quello che hai visto. E se invece quel video fosse un monito per te? Un avviso..una profezia? E' tardi per pensarci, perché è la fine..

     
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