The good thing that hurts

Sono stato sconfitto.
Ho affrontato ogni genere di orrore nella mia vita. La mia anima è stata dilaniata, mangiata e straziata; il mio corpo malato ha sopportato le temperature di Merovish, la contaminazione della Tenebra e gli spasmi dei dolori spiritici. Ho assaggiato persino il dolore della morte, e non mi sono lasciato intimidire.
Ma le unghie di Shalysanne, quelle sono il mio punto debole.

«Mnmnhhhhhhmn.» mormoro, ad occhi chiusi
Mi piace un sacco quello che sta facendo con le sue mani e il mio braccio. Penso per un istante che sarebbe ancora più bello se utilizzasse un bisturi al posto delle unghie, lasciandomelo scivolare piano piano sulla pelle, ma... È meglio non pensarci in realtà, davvero.
Concentrazione.

«Seguire questo Dhaval mi sembra una buona idea. Da come me l'hai descritto pare un coglione pieno di buoni sentimenti, ma... Se riesce davvero a fare qualcosa per il Nord, e noi lo spalleggiamo apertamente, la nostra reputazione da quelle parti migliorerà. Potremmo finalmente aprirci un mercato, e non avere paura che ci brucino al rogo solo perché siamo noi...» mormoro. Un gemito trattenuto a stento, il dito della Djinn che percorre suadente i ghirigori dei miei marchi magici.
«Se la cosa non dovesse funzionare, prendiamo tutto quel che riusciamo a guadagnare e sbaracchiamo altrove. Siamo bravi a sparire, dopotutto...»
La sede a Laputa è andata, ma il Soul Light è sicuro.
Merovish mi piace. Le persone qui ci trattano bene, e la città non è così male una volta che impari a ignorare l'odore. Persino il sole inizia a piacermi, ora che posso stare all'esterno più di cinque minuti senza rischiare un cancro alla pelle.
«I Djinn comunque, sì.» strizzo gli occhi «Spiegami tutto, cugina. Ricordo il discorso delle reincarnazioni che avevi fatto con Akio, quello era piuttosto interessante. Altre cose sulla razza che dovrei sapere?»
Ora capisco come si sentono i cani quando ricevono dei grattini.

Castello. Sì, mi pare figo come futura filiale aziendale. Ci troveremo bene su a Nord, me lo sento.
E io, mi troverò bene a fare il Djinn? La parte sull'essere svogliato non mi sembra troppo difficile, è il mio status naturale. Ultimamente sono più vitale del solito per tutte le novità successe, ma datemi un paio di giorni e tornerò a fare l'ameba davanti al pc.
Parlando della mia faccia, invece...
«Non pensavo che questa fosse una prova formale.» mugugno, mettendomi a sedere in tutta fretta.
Mi scosto da lei, incrociando le braccia e dandole la schiena. Offeso. È stata lei a iniziare a palpeggiarmi! Ignorando totalmente la nostra regola sul non toccarsi, oltretutto.
Io l'ho lasciata fare solo perché sono un capo magnanimo.
«Bastava dirlo. Sono perfettamente in grado di controllare le mie reazion-NYAAAAGH.»
Mi ha piantato le unghie nella schiena, la stronza. E io mi sono inarcato tutto, tornando allo stato di budino nel giro di tre secondi.
«Ammetto che potrei avere qualche lieve problema nella gestione del dolore.» mormoro. Quand'è che sono collassato con la testa sulle sue gambe? «Ma solo su quello.»
La fisso, i capelli violacei che mi solleticano il naso.
Indeciso se parlarle o meno.

«È che...» deglutisco «Ci ho fatto troppo l'abitudine, temo. Al dolore. O ci fai l'abitudine o diventi totalmente pazzo, quando fai quello che faccio io.» gesticolo.
Non che io ora possa definirmi realmente sano di mente, lo so. Ma credo di aver mantenuto una certa... Lucidità, nella mia condizione.
So perfettamente di avere un mucchio di problemi.
«Il problema è che tendo a... Distrarmi facilmente, con il dolore. E temo che, faccenda dei Djinn a parte, la cosa possa essere molto... Scomoda. Mi è capitato di rischiare parecchio in combattimento, per questo motivo.»
Qualche bel suggerimento in merito, Shaly? Tu mi sembri esperta di cose porno.
Sto cercando di fingere che tutto ciò non sia nulla di porno.

"Scommetto capiterà quella situazione dove anche il minimo momento di concentrazione è necessario, ma lo perdi perché sei distratto dal piacere di una ferita."

Mugugno. In realtà è già capitato più di una volta, come quando il Falco mi stava spezzando un braccio e io ero troppo impegnato a non sporcarmi le mutande per dirgli di fermarsi. E si trattava solo di Grifis in quel caso, un essere subumano che per me non è mai stato particolarmente importante.
Un tremolio - dovuto in parte alle unghie di Shaly che nuovamente affondano, e in parte ai pensieri in cui m'immergo.
Voglio poter lottare con Bid'daum, da pari a pari. Affrontarlo avendo paura solo di lui, e non della mia testolina bacata.

(Voglio che mi stringa le mani intorno al collo, spezzandomi la trachea coi pollici.)

Affrontarlo nel pieno possesso delle mie capacità mentali. Combattere per vincere, non per farmi massacrare.

(Voglio che affondi la sua spada nel mio petto e la rigiri pian piano, facendomi urlare.)

Essere alla sua altezza. Dimostrargli di essere diventato tutto ciò che desiderava che io fossi, e anche di più.

(Voglio che immerga le mani nelle mie interiora, passando le dita tra le spire dei miei intestini.)

Un vero Sciamano Nero.
Qualcuno come lui.

(Voglio che mi guardi con quei suoi meravigliosi occhi folli prima di affondare i denti nella mia giugulare...)


Uno spasmo. Irrigidisco i muscoli, ma non solo: il mio intero essere si fossilizza, e ciò include la Tenebra che infradicia ogni molecola del mio corpo. Una patina oleosa viene a crearsi sulla mia pelle, e le unghie di Shaly vi grattano sopra come se fosse vetro.
O almeno credo. Non sento proprio niente, in realtà - nemmeno il calore delle gambe su cui sono appoggiato.

«Ci riuscirei.» rispondo annaspando, perché ho capito tutto - e quel che ho capito non è piacevole.
La strada da lei suggerita, quella di affogare nella sofferenza fino a distaccarsene, è già stata provata senza successo. Troppo masochista e passivo nell'animo, ho finito per guadagnare soltanto un'ipersensibilità a ogni tipo di dolore. È il sentiero opposto quello che ora devo percorrere, quello basato nel cancellare ogni tipo di sensibilità.
Nel non sentire più niente.
Perché quando sei uno Sciamano Nero perdi tutto di te, tutto.

«Pochi millimetri di Tenebra cristallizzata a ricoprire tutto il corpo dovrebbero attutire gli stimoli e fornire una buona protezione contro gli urti. Si tratta solo di mantenere il campo uniforme e costantemente attivo, ma appena avrò finalizzato i sigilli magici sul corpo sarà un gioco da ragazzi.»
Un gioco che mi terrorizza.

«Mnh...»
Insiste con le unghie, la stronzetta. La mia barriera è ancora imperfetta, e ammetto di faticare a star dietro agli spietati movimenti delle sue dita. Alcuni colpi vanno a segno, lasciando nuovi solchi vermigli sulla pelle. Altri si trovano a rimbalzare contro la mia protezione, facendo rimbalzare sul pavimento schegge di vetro nero.
Mi chiede se necessito del suo aiuto nel testare questo mio nuovo trucchetto. Una proposta affascinante, devo ammetterlo, ma per le ragioni sbagliate...

«Non con te.»
Mi rigiro sulle sue gambe, finendo a pancia in su. L'intenzione era quella di guardarla negli occhi, ma ci sono due protuberanze di carne che mi ostacolano un po' la visuale.
«Non dubito che le tue torture sarebbero un'attività estremamente piacevole per entrambi, ma la mia regola generale è di non farmela coi demoni. Niente di personale» agito le mani «è solo che in quanto capo di questa associazione devo mantenere una totale neutralità tra le due varie branche della Seele. Senza contare, ovviamente, tutti i problemi relativi alla sicurezza della mia anima, eventuali ricatti e via dicendo.
Perciò ti ringrazio tanto, ma mi vedo costretto a rifiutare la tua gentile offerta. Probabilmente sono eccessivamente paranoico, ma...» sogghigno «Se non lo fossi probabilmente non sarei ancora vivo, dico bene?»

«Vai tu in avanscoperta.» concordo, mentre già mi alzo dal letto «Noi riorganizziamo gli affari in questa sede, vediamo di stabilire dei turni di copertura, e poi ti raggiungiamo lassù.»
L'idea di andare al freddo, in realtà, non mi esalta un granché. Vorrei del tempo per rimanere qui a Merovish, riposarmi, gironzolare nei cunicoli della Tana e fare nulla di particolare. Semplicemente sentendomi a casa, per la prima volta nella mia vita.
But no rest for the wicked, right? Il Nord è stato una mia idea, una possibilità da vagliare solo perché why not. Raccogliamo i frutti della mia scelleratezza, dunque, e vediamo dove ci porterà la tempesta.

Raggiungo la porta, restando solo un istante a guardare Shaly prima di girare la maniglia.
Il modo in cui si lecca quell'unghia insanguinata mi fa venire i brividi.
«Grazie ancora per l'aiuto.» mormoro in un fil di voce.
Sembro avere fretta di andarmene. Ma perché?
Credo di sentirmi... Vulnerabile, in sua presenza. Lei, con la sua sinuosità e i modi felini, va a sfiorare corde del mio animo e impulsi che vorrei accantonare.
Cose che mi fanno sentire troppo... Umano. Eppure, chiedendo aiuto a lei, sapevo esattamente in cosa mi sarei cacciato.
Immagino che anche questo sia masochismo.

«Ciao.»