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Endlos - Presso Ricca Villa a Merovish
Il Re dei Ladri non era un ladro di professione. Parte degli studi era lo stesso, ma non si viene identificati Re su ciò cui su ruba. Il Re dei Ladri era un assassino e rubava vite. Lei invece non era la serva, ma colei che avrebbe reso vita difficile al suo padrone per poi rubare ciò che lui aveva ardentemente desiderato prendere. Purtroppo per entrambi, il destino volle che il finale fosse più imprevedibile possibile. Entrambi raggirati, ma almeno, come previsto dalla storia, la serva fu costretta a cambiare città.
"Le storie scontate sono le più realistiche" - affermò rimanendo nella posizione di inchino.
"Queste storie sono le meno apprezzate. Quelle inventate sfociano nel ridicolo ma piacciono, quelle reali sono noiose ma essendo reali non ci puoi mettere parola. Quelle di questo tipo sono inventate ma al contempo reali e sono tra le più odiate" - si scompose, si risollevò lentamente portando l'ombrello a coprirne la solita parte del viso, con prontezza.
Strisciò il piede quasi fosse un passo da tango. Eretta, normale, ascoltava il resto delle parole del dio sceso in terra. La storia proposta andava a ricalcare un avvenimento che da lì a poco si sarebbe confermato, nonostante alcuni dettagli erano impossibili da prevedere, anche per lei.
"Eh eh.." - una piccola risatina, solita, noiosa, monotona. Sembrava più il personaggio di una recita. All'ombrellaia piacevano le commedie, le tragedie e tutto ciò che riguardava il teatro.
"Non mi occupo di niente" - disse sorridendo cordialmente - "In passato mi chiamavano ladra" - rivelò. Era raro che informazioni riguardanti lei uscissero dalla sua stessa bocca. Nonostante ciò, limitava al minimo i dettagli su di lei. Infatti c'erano tante altre cose che nascondeva e che non vedeva alcun motivo di dirle e spiegarle.
"Piuttosto, mi chiedo cosa ci faccia una divinità qui" - fece presto a cambiare oggetto di discussione. Era davvero curiosa di conoscere le motivazioni e gli obiettivi di un individuo così particolare come quella creatura.. -
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Endlos - Presso Ricca Villa a Merovish
Inutili i tentativi di provocarla. L'ombrellaia non rispose alle domanda della creatura divina.
"Eh eh.." - si limitò, per poi lasciarsi in una piccola e tenue risatina. Alcune dita della mano libera si posero a pochi centimetri dalle labbra, enfatizzando il senso di divertimento. Non c'era nulla su di lui che alla ragazza potesse interessare, almeno nulla di materiale. Quando lei si presenta da qualche parte, lo fa con un intenzione ben precisa.
Se ci fosse l'occasione e il motivo di incontrarlo nuovamente per uno scopo a lui riguardante..avrebbe senz'altro agito in maniera diversa, meno diretta, più criptica, più convincente e carismatica. Lui era di passaggio, lei no. Attendeva pazientemente e senza ansia, il momento in cui avrebbe potuto agire per rubare il tesoro dei quaranta ladroni: una lama di pregiata fattura. Non perché in sé le interessava tale arma, ma poiché a qualcuno era capitata la sfortuna di essere il suo bersaglio del giorno.
Espresse una curiosità particolare, tipica di una mente non umana. Voleva osservare come fossero gli individui abitanti di Merovish.
"Se accetta un consiglio, dovrebbe allargare il suo sguardo, giacché io non abito qui" - immobile, lasciò cadere il braccio lungo il fianco, mantenendo la stessa espressione di sempre.
"Se un dio ha bisogno di soddisfare certi piaceri, vi sono molti luoghi cui può visitare" - d'altronde a Merovish non esisteva la legalità.
Ma questa era l'interpretazione più ovvia, più realistica. Sarebbe stato quantomeno più interessante se la curiosità riguardasse l'animo della razza umana. Anzi, non meglio così, poiché non vi era nulla che già non potesse essere noto alle divinità.
"Se accetta un ulteriore consiglio, stia attento a non essere troppo avido, altrimenti potrebbe diventare un personaggio dei miei racconti" - e rise, più a lungo di prima. Stessa intensità, durata diversa, senza apporre alcuna mano a disturbare tale annoiante suono.. -
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Endlos - Presso Ricca Villa a Merovish
"Eh eh.." - sghignazzò con un tono tenue - "Eh eh.." - intervallo la risatina forzata a tratti - "Eh eh.." - tratti costanti e ritmo fastidioso. Poi smise. La creatura non poteva sapere se già era finito o meno tra le sue storie. Se avesse raccontato a terzi un aneddoto su un dio avido. O su qualcuno che aveva avuto la sfortuna di incontrarlo. Non importa se non sembra accadere alcunché. Non si esce puliti da un incontro con l'ombrellaia.
Questa aveva già deciso cosa fare, aveva già tracciando il primo abbozzo e prima o poi avrebbe steso per bene l'opera e resa reale. Non passava nessuno per quella stradina. La guardia della villa continuava ad osservarla. Le parole della creatura divina furono ancora una volta inutili.
"A Merovish non basta essere dei ladri" - rispose, facendo intendere di non essere una semplice ladra..o almeno, che non è stata solo una ladra.
"Mi chiedo se è per la sua natura divina o perché avido" - commentò senza il minimo timore. La creatura di fronte a lei rivelò di desiderare un bel bagno caldo, seguito da un lavaggio completo delle sue vesti.
"O forse per entrambe?" - largo sorriso sotto l'ombrello, poi tornò a sghignazzare accompagnando tale gesto portando la mano alla bocca.
"A dire il vero, la mia curiosità verte più su quale motivo lei non abbia avuto ancora il suo bagno" - tornò ad appoggiare la mano sul manico assieme all'altra. Ora dondolava appena col busto lateralmente. A seguire i piedi sollevavano i talloni in modo innaturale. A vederlo doveva fare male, ma non si vedeva alcuna smorfia sulla parte del viso scoperta.
"Che lei sia qui da poco?" - domandò riferendosi implicitamente al suo arrivo su Endlos. Da quanto quella divinità era giunta su quel luogo frammentato e sregolato?
Edited by "Gerik" - 8/4/2016, 18:18. -
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Endlos - Presso Ricca Villa a Merovish
Una divinità che pretendeva servi ad occuparsi della sua persona. Molti esseri divini erano soliti condividere erroneamente questo concetto. Un dio che ha bisogno che altri si preoccupino per lui è un dio incompleto. Perché mai un dio aveva bisogno di accoliti? Perché mai un dio aveva bisogno di una folla di seguaci pronti a rischiare la loro vita per un individuo immortale per definizione. Stolte quelle creature cieche e ignoranti che si lasciavano comandare e sacrificare come oggetti.
"Chi lo sa..eh eh.." - sghignazzò, come tutte le volte che le rivolgevano delle battute a sfondo sessuale o comprendenti quel campo. Eretta e paurosamente immobile. Nemmeno l'occhio più esperto, più speciale, poteva capire se effettuava i naturali movimenti impercettibili o se la sua immobilità era al pari di quella di una statua. Infatti era così, tanto ferma all'esterno quanto una statua. Tanto viva e in movimento all'interno come una qualsiasi creatura vivente. Su questo si basava il suo concetto dell'arte e lo applicava alla perfezione.
"Un dio che ha bisogno di altri non è un dio" - sbottò dolcemente pronunciando le sillabe con una separazione costante.
"Un dio non deve dipendere da altri, un dio non ha bisogno di schiavi" - i dei più antichi ormai sono dimenticati. Tali divinità hanno perso credenza, realismo, potere..non hanno più esistenza e chiunque è in grado di riconoscere la loro natura fantastica. La creatura col becco diceva di essere un essere divino e di necessitare di altre creature.
"Professa di essere una divinità, mi chiedo ancora quale sia la definizione di divinità" - implicitamente gli stava dando del bugiardo. Una creatura simile ai volatili che non aveva più ali. Che non le aveva mai avuto. Che sognava di averle.
"Alcuni si comportano in tale modo perché credono di avvicinarsi al loro modello" - stava mettendo in dubbio, intenzionalmente, la natura divina dell'interlocutore. Resto immobile sul posto, anche l'ombrello era fermo.. -
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Edited by Nightrun - 8/4/2016, 22:31. -
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Endlos - Presso Ricca Villa a Merovish
Potere. Una divinità doveva dimostrare la sua forza, la sua potenza, la sua onnipotenza. Sottomettere razze inferiori, esaltare se stessi..contagiare le menti deboli affinché loro diventassero delle idee, modelli, entità da adorare. Pensare unicamente a loro, offrire cuore e anima per loro. Erano questi i desideri di un dio? Erano queste le necessità di un dio? Oppure è solo questione di seguire la propria natura. Nessuno è in grado di sapere quale sia. A quale destino si è connessi, a cosa non ci si può sottrarre.
Tranne lei. Per questo è una serva in un certo senso, nonostante la coscienza lei accettava la sua natura, come una persona accetta i suoi difetti perché troppo svogliata a cambiare. E quando cambia, tale persona si rende conto di aver visto male, di aver interpretato male la sua natura. E così all'infinito, facendo in modo che tale teoria sia impossibile da confutare, riducendosi al mero accettare o rifiutare.
"Eh eh.." - sghignazzo udendo tali frasi recitate così naturalmente.
Chissà quante volte l'aveva detto, a quante creature aveva ripetuto le stesse frasi. Chissà invece lei quante volte aveva raccontato le sue storie. Una. Sempre diverse, quasi sempre inventate, quasi sempre vere.
"Vuole sapere il segreto per avere il pane?" - gli domandò quand'egli si voltò, cercando di attirare la sua curiosità.
"Basta dire la formula segreta" - fece alcuni passi per ridurre le distanze e poter proferire a bassa voce - "Apriti Sesamo"
Un fruscio innaturale di vento, quando la creatura divina si sarebbe voltata non l'avrebbe più vista. Sparita ormai e che non provi a cercare indizi dalla guardia, poiché essa pare avere l'aria di chi non ha mai visto nessuno di particolare, compreso lui stesso. Che provi pure a verificare tale formula segreta. Rimarrà semplicemente deluso di quella bugia atta a sottolineare ancora quant'egli sia avido. L'ombrellaia aveva altro da fare: c'era una lama da rubare. Era giunto il momento, era ora di passare all'atto seguente..