Pensieri Molesti

Per anni Gajeel era rimasto isolato dalla civiltà, lontano dal mondo degli umani che l'avevano abbandonato e finito per fortuna sotto l'ala protettrice di una creatura che di umano aveva ben poco, almeno fisicamente. Nonostante tutto però quella creatura gli aveva insegnato una cosa, ovvero l'importanza dell'amicizia. Più dell'amore o di altre qualità, l'amicizia era un sentimento da preservare contro tutto e tutti, perché solo i veri amici erano quelli che restavano nonostante tutto e che dopo un litigio erano i primi a farsi avanti per fare pace. I veri amici erano quelli che si facevano vivi nel momento del vero bisogno.
Il Dragonslayer aveva sperato per anni di trovare un vero amico e quando finalmente scese dalle montagne, cercò in tutti i modi di farsi degli amici... fallendo miseramente. Tutti finivano per prenderlo in giro, per sfruttare il suo buon cuore, ma questo non rese il ragazzo più cattivo, semplicemente divenne ancora più forte. Alla fine trovò l'amicizia in un'altra creatura non umana, Pantherlily, con cui condivideva sogni e speranze, condividendole ancora oggi. Ci volle un po', ma in qualche modo riuscì a incontrare Lazarus e forse lui fu il primo amico veramente simile al suo essere umano. Aveva vissuto dei bei momenti con lui, si era arrabbiato e l'aveva persino odiato, vivendo poi anche il terribile momento della morte. E poi era tornato con un altro corpo. Però... non riusciva a considerarlo l'amico di un tempo.
Che palle...
Borbottò il borchiato, sbuffando subito dopo. Se ne stava seduto fuori dalla sede della Gilda, accucciato sullo scalino, mentre con il dito disegnava cerchi sulla strada polverosa. Era confuso, non sapeva bene cosa diavolo fare. Lily era ancora lontano e non poteva consigliarlo, colui che l'aveva cresciuto era chissà dove e non poteva dargli nessuna lezione di vita, quindi restava da solo perso nei suoi pensieri. Era ancora infuriato con Lucius, ora aveva anche un motivo in più per farlo e dopo i battibecchi alla “riunione” non aveva voglia di parlarci. Aveva preferito uscire per prendere aria, aria puzzolente purtroppo, ma ora non sapeva più cosa fare. Doveva affrontarlo, ma allo stesso tempo era felice. Però era come se tutto fosse sbagliato, quello non era Lazarus... cioè era lui, ma era anche un'altra persona. E tutto ciò lo confondeva.
Waaa è tutto così complicato!
Esordì poi spettinandosi tutti i capelli, come a voler tirare via tutti quei pensieri che gli stavano facendo venire il mal di testa. Ma l'unica cosa che riuscì ad ottenere fu lo spalmarsi su quegli scalini, con sempre quei soliti pensieri a massacrargli il cervello.

Gajeel se ne stava sdraiato su un materasso di gradini, con gli occhi chiusi e un'espressione in apparenza rilassata: sembrava essersi addormentato. In realtà era solo una delle varie tattiche adottate per liberare la mente ma anche questa, così come le precedenti, si rivelò un completo fallimento. Per il momento sembrava impossibile pensare ad altro, tutti quei dubbi erano come dei tarli che erodevano il legno senza pietà, in questo caso tutta la sua mente. Tuttavia tutti quei tentativi di fermare il vortice di pensieri, riuscirono almeno nell'estraniare completamente il ragazzo dal mondo, tanto da non rendersi conto della presenza a poca distanza dalla sua faccia. Quando riaprì gli occhi ebbe come un sussulto.
Uh!
In molti avrebbero voluto Shalysanne così vicina al viso, ma in quel momento al borchiato prese un colpo: non si aspettava proprio di vedere qualcuno. Cercò di tirarsi su, evitando di darle una testata sulla fronte, per poi farsi di lato così da dare modo anche a lei di sedersi. Non era una comodissima poltrona, ma un po' di spazio non lo si negava a nessuno.
E' che sono un po'... confuso.
Poteva aprirsi con lei? Non ne era così sicuro. La dentro era probabilmente il solo a nutrire seri dubbi su Lucius era lui e lui soltanto... ma non era detto che doveva dire tutto, bastava anche solo una parte, quella che alla fine lo stava confondendo di più. Osservò la demonessa con la coda dell'occhio, tornando poi a fissare il terreno.
Non so se riesco a essere amico di Lucius... come lo ero di Laz. Cioè so che sono la stessa persona, circa, ma questo cambiamento è stato improvviso.
Erano successe tante cose in pochissimo tempo, l'aveva visto morto, poi era arrivato un rompiscatole che si era rivelato essere la stessa persona. Tutto ciò aveva lasciato il borchiato in mezzo a un mare di dubbi e domande senza risposta. Non sapeva cosa fare e al momento aveva bisogno di consigli... qualsiasi consiglio andava bene, se era in grado di fermare il caos nella sua mente.
Secondo te cosa dovrei fare?
Domandò voltandosi verso la Djinn con un'espressione speranzosa, tipo un cucciolo che chiedeva qualcosa da mangiare. Un cucciolo di drago. Il che era anche abbastanza preoccupante, visto che i cuccioli di drago mangiavano cose come delle mucche. Intere.

Gajeel sospirò, non era sicuro che quel che era successo lo si potesse catalogare come un semplice cambiamento... era successo qualcosa di inaspettato, di totalmente incredibile, un evento sconvolgente a cui non ci si poteva abituare in pochi minuti. Serviva un avvicinamento graduale, un passaggio lento dall'idea di una morte a quello di un ritorno, qualcosa che di norma non accadeva mai, essendo da annoverare tra quelli che venivano denominati miracoli. E invece nel giro di pochi minuti il borchiato era passato da un terribile lutto, la perdita di un amico, a una situazione che ancora non riusciva bene a capire. Non ci era stato nessun tempo, almeno per lui, di accettare l'inevitabile e ciò l'aveva lasciato in questo stato, confuso e pieno di dubbi.
Il ragazzo restò comunque in silenzio, ascoltando con attenzione le parole di Shalysanne: in questo momento aveva davvero bisogno di parlare con qualcuno. Lei parlava di questo evento come di un drastico cambiamento avvenuto in Lazarus, anche se per il moro era molto peggio di un particolare taglio di capelli: era come se una brutta malattia avesse cambiato completamente quello spilungone, abbrustolendolo fino a renderlo diverso, più... vivo. Quando la demonessa terminò con il suo discorso, Gajeel abbassò il capo, fissando lo scalino sottostante.
Lucius... Nix...
Soppesò con attenzione quelle due parole, scandendone ogni lettera in modo tale da imprimerle a fuoco nella sua stessa mente. Ma lo fece anche per un altro motivo, quasi per capire ancora una volta cosa si celasse dietro a tutta quella evidenza. Cosa aveva provato la prima volta che l'aveva visto? Sorrise.
Rabbia. Ero infuriato, la sua mi sembrava una fuga... mi son sentito preso in giro, ma non tradito. Non s come spiegarlo.
Ciò che stava provando era un controsenso bello e buono, probabilmente causato da quello che aveva scoperto tempo addietro. Non riusciva a fidarsi completamente di lui, forse era anche per quel motivo che si sentiva così.
Poi però mi son sentito felice, insomma, è tornato il mio amico..!
Disse voltandosi ancora verso la Djinn, con un sorriso ora amaro.
E' sempre stato difficile per me farmi degli amici, e io mi fidavo di Laz... ma adesso non riesco a fidarmi di Lucius. Forse sono solo io quello sbagliato.
L'espressione del Dragonslayer si fece triste, quasi malinconica, stava soffrendo davvero per tutto questo. E quando anche un impulsivo come lui mostrava così tanta maturità, allora la cosa era davvero seria: non era da lui comportarsi così. In genere reagiva, si arrabbiava e cercava sbagliando di rimettere apposto le cose. Ma adesso... si sentiva lontano, impotente. Debole.