I Sogni del Mondo Sotterraneo

-Dov'è quell'idiota di mio fratello?!?!?!

Tempo presente. Qualche istante dopo che Denver è riuscito infine ad irrompere nell'ospedale, solo per trovarsi di fronte un corteo del tutto inaspettato. Drusilia Galanodel scendeva le scale che davano al primo piano, seguita da tre figure che il cronachista non aveva mai visto, ma che per istinto avrebbe subito riconosciuto come importanti. Si trattava di due donne ed un ragazzino della stessa età di Suzaku, Byakko, Seiryu e Gembu, quindi per associazione evidentemente un loro compagno... più probabilmente il loro capo. Quindi il vero esecutore di quel disastro. Eppure era strano vederlo tranquillo e sereno al seguito dell'Alfiere, non si comportava come un carceriere. Sembrava quasi soddisfatto di se.

L'unico altro aviatore che poté assistere da vicino alla scena fu Rhaziel. Il Cacciatore di Taglie si trovava mischiato con la folla, di fianco ai ragazzi scoinvolti di Trident assiepati alla figura massiccia di Gamagori che stringeva a se il corpo esanime di Lady Satsuki. Vide piombare sulla scena la vera Drusilia, evento che provocò non poca perplessità nei presenti, e poi quasi contemporaneamente varcare la soglia dell'ospedale il falso Alfiere, ovvero Quarion Galanodel. In quel momento, sotto gli occhi sempre più increduli della folla radunata, Simca coprì le spalle di Quarion, che in quel momento era vestito solo di una casacca scolastica malconcia di due taglie più grande, con un sontuoso mantello scarlatto bordato di ermellino. Al contempo Crazy Apple gli consegnò un grosso tomo rilegato dall'aria vetusta, probabilmente un qualche simbolo, ed infine Misogi Kumagawa gli cinse il capo con una tiara di cristallo. I pochi Gravity Children presenti, ma sopratutto Orm che si trovava a fianco di Drusilia, si avvicinarono e di fronte al Re del Cielo si inchinarono con sguardi spenti, come soggetti ad un incantesimo impossibile da spezzare.

« E' stata una dura battaglia, ma adesso potete riposare. »
Furono le parole di Kumagawa, che prese le distanze dalla scena perché tutti potessero ammirare il sovrano.
« Sorge il primo ed ultimo Re del Cielo. Possa egli vivere in eterno. »

E fu così che un disastro ebbe fine, e la catastrofe di proporzioni più monolitiche della storia di Endlos ebbe inizio...

"Il diavolo può sempre cambiare.
Una volta era un angelo ed è ancora in una fase di evoluzione".

(Laurence J. Peter)

Klemvor, Campo di battaglia.
Presidio Occidentale, Endlos.

Lo teneva per la veste, le dita infilzate nel tessuto indaco con tale rabbia e frustrazione da tremare visibilmente.
Quando Drusilia era letteralmente saltata addosso al fratello con un balzo tale da violare ogni tipo di legge della fisica, questo si era limitato ad allargare le braccia ed invitare i suoi "sudditi" a non attaccare l'improvvisata attentatrice.
Per quanto pericolosa apparisse quella situazione, dopotutto, lui era abituato.

-Cosa. Diavolo. Hai. Fatto.

La sua voce tremava, gli occhi lucidi di lacrime ispiravano tutto l'odio provato dall'Alfiere Errante in quel preciso istante. Eppure Quarion sapeva che, nonostante tutto, anche allora Drusilia non avrebbe fatto stupidaggini.

-Mostro la mia magnificenza, mi faccio adorare, sono fantastico e... ah, giusto!
Risolvo i tuoi problemi, sorella.

Giaceva di schiena a terra, braccia ancora larghe ed un aplomb esemplare anche per un Ambasciatore. Tutto in lui era la più alta manifestazione di pacatezza e tranquillità: nulla che potesse innervosire ulteriormente la gemella ma nemmeno suppliche o goffi tentativi di rabbonirla. Anche perchè -il Galanodel ne era certo- nulla in quel momento avrebbe migliorato l'umore di Drusilia.
Solo il Tempo, forse.

-I vertici di Trident, guidati dal Re decaduto Yoshitsune, avevano impellenza di trovare a tutti i costi un Re del Cielo. Ti hanno rapita, o per meglio dire... mi hanno rapito, assieme alle altre due regine per costringere i vertici ad un accordo. A quel punto non mi restava che decidere a chi andasse la corona e, sinceramente, chiunque fosse succeduto ad eccezione mia sarebbe sicuramente diventato un peso per te ed il tuo Presidio.

Si limitò a far spallucce, del tutto incurante del fatto che avesse sopra di lui un Alfiere a dir poco adirato. In realtà, con grosse probabilità, un pò gli piaceva...

-Simca mi ricordava vagamente Kalia, ma guida un popolo estremamente diverso dal nostro Oriente. Non era in grado di gestirli -e si vedeva- mentre quell'incapace di Ringo voleva darsi ad atti di eroismo insensati dato che, quando era stato il momento di compiere azioni nette, non aveva mosso un dito. Una "wannabe eroina", insomma, troppo sentimentale per gestire un tale peso... e non ti spiego nemmeno perchè l'ipotesi di incoronare il bamboccio non mi è nemmeno passata per la testa. Era ovvio che li costringessi a scegliermi.

Lanciò un'occhiata al campo di battaglia e si compiacque nel vedere il cadavere dell'unico capo degli Storm Riders ancora in grado di andargli contro giacere al suolo. Col senno di poi, gli era andata meglio del previsto.

-Ho ucciso una regina per evitare che ci fosse un'incoronazione, capisci?!?!?!
-Oh, mi spiace- si sarebbe limitato a dire l'Ambasciatore -Che peccato.
-Dovevi evitarlo.
-Non sono un guerriero. E' stato già complicato rimanere in vita e non far ammazzare quegli scriteriati dei tuoi Aviatori!
-Non importa, dovevi evitarlo comunque!
-E come, per grazia?

Drusilia tacque, iraconda come poche volte ma evidentemente con le spalle al muro. Lo lasciò andare, facendolo sbattere violentemente di schiena al suolo con un gemito. Poi, semplicemente, si sarebbe sollevata per asciugarsi le lacrime.
A quel punto, aveva solo una cosa da fare.

Voltò le spalle al Re di Klemvor e spiccò il volo, abbandonandolo senza rivolgergli il saluto. I suoi soldati sarebbero tornati a Laputa da soli, dopotutto ne erano perfettamente capaci.

-Orm, seguila ed evita che si ammazzi... o che l'ammazzi qualcuno.

Quarion aveva parlato, e questa volta come Re del Cielo. Avrebbe lasciato alla sorella la sua adorata amichetta come piccolo regalo di scuse. Lui, invece, si sarebbe limitato ad allontanarsi dalla zona, seguito dal suo piccolo corteo.