La regina di Laputa

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    Viaggiatore dei Mondi

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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Su indicazione dell'Aviatore incontrato appena qualche ora prima, lo Skeksis s'era diretto tosto verso la zona in cui, presumibilmente, avrebbe potuto incontrare l'essere da lui ricercato.
    Di primo acchito, ciò che lo sorprese furono gli imponenti sfarzi tutt'intorno al edificio regale. Un castello in piena regola, che assurdamente ricordò a skekDor la sua dimora in quel di Thra e, al contempo, cozzò con l'immagine che aveva in testa. Quelle mura bianche non incutevano infatti alcun timore, e persino le strutture armoniose tutt'intorno parevano suggerire più rispetto reverenziale che freddo gelo di morte.
    Alla metà del Mistico il tutto piaceva. E di sicuro si sarebbe complimentato col padrone di casa, fosse stato lui a dominio del corpo. Peccato non fosse così. Il mezzo-Mistico ostentava un'espressione arcigna e solenne mentre zampettava col suo fare ballonzolante in direzione di uno dei tanti ponti che collegavano il maniero al resto della città.
    Più volte si trovò a schioccare la lingua sul palato. In alcuni casi era un gesto di stizza, poiché non riusciva a capacitarsi del fatto che una divinità avesse scelto di dominare su una singola città, anziché sull'intera Endlos. Talaltre volte, però, era il suo modo di invidiare lo sconosciuto dio, che nutriva lì sicuramente maggior culto rispetto all'ancora sconosciuto Skeksis.
    Inoltre, se le voci che gli erano giunte corrispondevano al vero, forse questa divinità non aveva subito, come skekDor l'infamia di veder dimezzati i propri poteri.
    Superato il gran ponte, skekDor arrivò così all'immensa piazza. Il bagliore prodotto dalla luce che si rifletteva sulle levigate piastre della pavimentazione lo accecò per qualche istante, costringendolo a schermare gli occhi con una zampa.
    Fino ad ora, nessuno gli aveva fatto domande o gli aveva rivolto più attenzione del dovuto. Iniziò a pensare che il grosso delle seccature se lo fosse lasciato alle porte di Laputa ma, come spesso succede, a volte la quiete anticipa solo la tempesta.

    Un miliziano gli si fece vicino non appena il suo piede artigliato calcò i pressi delle cinta merlate. E poi un altro, e un altro ancora.
    Sciente dell'accoglienza ricevuta al suo arrivo al Presidio Errante, lo Skeksis sapeva che alterare quegli individui avrebbe solo reso più difficile il suo incontro col capo della "setta" dei LAM. E non poteva neanche ammazzare tutti, per ovvi motivi.
    Ecco perché, facendo un grosso sforzo mentale per considerare chi gli era ora attorno più che inutile feccia, mormorò con tono anodino: "Deponete le armi, cavalieri. Il mio nome è skekDor, Signore del Grande Cristallo del mondo di Thra. Sono qui per incontrare il vostro signore e padrone. L'Aviatore Rhaziel mi ha dato il suo benestare. Perciò, affinché fughiate ogni dubbio, attenderò che facciate i controlli del caso." Finito di parlare, richiuse il becco con uno scatto improvviso. Accidenti, per un pelo. Com'era difficile trattare i mortali come suoi pari...
    Comunque, a occhio e croce non si sarebbe mosso da lì per un po', pertanto ingannò l'attesa scrutando dalla distanza le statue che s'era lasciato alle spalle, in piazza

    Salute: 100%
    Energia: 110%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Mindfuck-Alert]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Impeto e tempesta

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    Esterni del Mastio, Città Alta.
    Presidio Errante, Endlos.

    A causa probabilmente del suo isolamento fisico poichè letteralmente sospeso nei cieli di Endlos rispetto agli altri, del cameratismo sviluppato e cresciuto in modo abbastanza evidente a causa delle numerosissime guerre di cui Laputa aveva partecipato o ne era stata addirittura il centro pulsante e di un commercio quasi totalmente legato al solo Presidio dell'Est, il Presidio Errante era di fatto costituito in maggioranza da esseri umani. Certo, non mancavano bizzarre creature fuggite dall'odio razziale dell'Occidente e nemmeno creature magiche quali lich o dragoni che nel Magisterium trovavano l'unico luogo del Semipiano in cui sentirsi realmente a casa, ma per le strade, soprattutto fra la gente comune, quasi tutti erano umani. O somigliavano ad umani, compreso lo stesso Alfiere.
    Per questo l'arrivo di quel tale skekDor lasciò non di poco perplessi gli uomini messi a guardia all'ingresso. La prima cosa che Dahen pensò dello straniero fu in effetti ad un qualche Magister -perchè, dopotutto, praticamente tutte le stranezze di quel Presidio erano imputabili a loro, direttamente e non- eppure, concedendo uno sguardo al compagno alla sua destra -più abituato ai maghi, considerando le zone che ricoprivano le sue ronde-, comprese immediatamente che quella creatura doveva essergli del tutto estranea. Prima che li raggiungesse, mentre percorreva gli ampi ambienti che li separavano, i due soldati non poterono fare a meno che lanciarsi un'occhiata interrogativa, oltre a qualche bisbiglio.

    -E quello da dove esce?
    -E' un... pollo? Ora anche i polli parlano?
    -Shhhh! Si sta avvicinando! E poi non è un pollo... sembra un dinosauro brutto. Ma... penso che non debba importarci; qui se fai commenti possono tirarti le maledizioni! Gira voce che Aganai sia finito direttamente dalla Rettrice: non sei più lo stesso quando esci dalla prigionia.
    -Scommetto che è uno scherzo dell'Ufficiale Saddler.
    -Smettila di essere inopportuno! Il Prorettore Saddler è un Demone di tutto rispetto!
    -Scommetto dieci fiorini che è uno scherzo.
    -Andata.

    Fu pochi istanti dopo che lo straniero proveniente dalle lande del Nord li raggiunse e fu a portata di orecchio, ragion per cui i due furono ben attenti ad ammutolirsi per non destar sospetti. Dopo la sua presentazione, erano già sul punto di allargare le lance e permettergli il passaggio come da etichetta, ma questo prese a parlare di un suo ipotetico legame con un Aviatore e di attendere dei controlli. Questo li lasciò spiazzati: al Mastio non si facevano controlli, non in tempi di pace e non con centinaia di guardie già in loco, pronte ad attaccare al minimo problema. E poi i controlli erano già presenti all'ingresso di Laputa e sicuramente, qualunque cosa fosse entrata nella sala del trono, l'Alfiere avrebbe saputo gestirla meglio di loro due messi assieme. Dopotutto erano lì solo per accertarsi che nelle "ore di punta" non ci fosse qualche simpaticone a saltare la fila.

    -E sia, Signore del Grande Cristallo del mondo di Thra! Per voi l'ingresso è libero!
    Il volto di Oliver manifestava solennità e rispetto, eppure una impercettibile piega delle sue labbra tradì compiacimento per quella situazione: ai loro occhi, dopotutto, l'idea che fosse uno scherzo della Volpe diventava sempre più plausibile.
    -Prego! E' un onore accogliervi!
    Dahen lo imitò rimanendo in piccato silenzio. Davvero non voleva buttare in quel modo i suoi fiorini, ma avrebbero comunque atteso che fosse tutto finito per tirare le somme. Dopotutto, poteva accadere di tutto. Per questo non doveva perdere la speranza.

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    Sala del Trono, Mastio.
    Presidio Errante, Endlos.

    Entrato nel Mastio, skekDor avrebbe dovuto percorrere una lunga strada verso uno degli ambienti più alti del complesso architettonico. Varcata quella soglia, non avrebbe potuto fare a meno di contemplare le pareti in marmo candido, i bassorilievi o gli intarsi di giada ed azzurro. Sembravano costruiti quasi con l'intento di far sentire terribilmente piccolo qualsivoglia visitatore sotto ogni aspetto, da quello prettamente fisico al semplice senso artistico di cui i costruttori del Mastio sembravano invece abbondare. La luce diurna -segno che non vi fossero stanze al di sopra di quella- filtrava da ampie vetrate dai mille colori e fantasie, posizionate magistralmente sul soffitto. Alla fine di un interminabile colonnato, alla sommità di una breve scalinata, il trono dell'Autocrate era ben visibile, sormontato da tre stelle completamente d'oro. Queste splendevano sul capo della donna assisa al proprio trono in un falso cielo fatto di drappi celesti ed azzurri.

    Nonostante l'oro fosse il colore dominante in quel posto, la fanciulla non indossava alcun gioiello o corona sul capo: lunghi capelli castani le ricadevano docilmente sulle spalle, disegnando attorno al volto ovale boccoli ed onde caotiche, tuttavia ordinate nel loro insieme. La pelle candida, agli occhi più attenti, emanava una lievissima luminescenza esattamente come gli occhi di smeraldo, un verde così puro e limpido da sembrare diamanti. Gli abiti erano semplici, quasi maschili, molto più adatti ad un cavaliere che ad una regina vera e propria.
    Eppure quella donna non faceva altro che risaltare rispetto alle guardie presenti e, sebbene fosse in tutto e per tutto simile ad un'umana, la semplice assenza dei comuni difetti che avrebbero dovuto caratterizzarla rendeva abbastanza palese che non fosse tale.
    All'ingresso di skekDor si limitò a fargli cenno di avanzare, attendendo forse la ragione di quell'incontro.
    Aveva un'espressione rilassata e sorrideva gentile.

    (La scheda è gigante: metto solo le parti utili da sapere nelle semplici scene).

    GALANODEL »

    « i figli di Dio videro le figlie dell'uomo che erano belle
    e si presero delle mogli fra tutte quelle che scelsero. »
    Bereshit (Genesi) VI,2.


    Risultato dell'unione fra sangue umano ed angelico, il corpo di un Galanodel presenta tratti di entrambe le razze.
    Per comprendere una delle caratteristiche alla base della stirpe dei Galanodel, è necessario approfondire un aspetto storico relativo alla loro creazione. Questi altro non sono che il risultato dell'unione di una creatura celeste con un essere umano. Ciò significa che, sebbene manifestino aspetti del tutto umani, la loro vita è tuttavia slegata dalle funzioni del corpo perchè -come gli angeli- i Galanodel sono legati alla Fonte. Questa li rende immuni da agenti esterni, come ad esempio il tempo, o magari cose più "concrete" quali batteri, tossine o organismi non loro. Ciò implica che sono assolutamente immuni alle malattie e, qualora qualcuno provasse ad avvelenarli, la sostanza tossica verrà assunta senza che il corpo ne subisca effetti deleteri.
    Altra eredità della progenie celeste vi è certamente la capacità di sollevarsi in aria -talvolta generando candide ali sulla schiena- o irradiare luce dalla propria pelle, intensificandola o meno a seconda del caso. Questa non si annullerà mai, ragion per cui, se di giorno sarà praticamente impercettibile, di notte e nell'ombra si manifesterà sotto forma di candore lunare.
    Essendo inoltre il corpo parzialmente costituito di luce, esso avrà capacità di rigenerazione superiori a quella di un normale umano; non conserva inoltre i segni delle cicatrici. Inoltre ha un adattamento alla diversa luminosità che va aldilà dell'umano: è infatti in grado di vedere perfettamente al buio, come se fosse pieno giorno.
    E' infine cosa ben nota che il sangue di una creatura pura contenga un potenziale nettamente superiore a quello di un comune vivente; non a caso nei sacrifici umani son predilette fanciulle vergini ed infanti. Ora, si immagini questo potenziale amplificato in modo esponenziale, tanto da rendere il sangue stesso non più un comune componente di pozioni o riti, ma l'unica e sola fonte di potere.
    Questo è quello che si verifica con il sangue degli angeli o di creature che fanno parte della loro discendenza. Coloro che ingeriscono qualche stilla della linfa vitale di un appartenente ad una stirpe celeste si ritrovano vincolati da un legame di natura mistica molto forte che si concretizza con un netto prolungamento della vita del soggetto, la cui intensità dipende dalla quantità di sangue assunto e la cui efficacia trascende qualsiasi razza, genere, classe sociale e (soprattutto) la natura soprannaturale: ha effetto su chiunque, chiunque egli sia e qualsiasi cosa sia. L'allungamento della vita dipende dalla razza, dalla quantità di sangue ingerito e molti altri fattori. Orientativamente, una goccia del sangue di un Galanodel "puro" porta in un essere umano qualunque un aumento della vita di circa cento anni.

    [Proprietà del sangue + rigenerazione rapida + scurovisione + passiva di volo + immunità passiva agli agenti esterni più relativa attiva a consumo variabile = 29pt]

    GODDESS OF LOVE »

    «Mettimi come sigillo sul tuo braccio, come sigillo sul tuo cuore, perchè forte come la Morte è Amore. Le grandi acque non potrebbero spegnerlo, né i fiumi sommergerlo. Tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma ardente, la fiamma del Signore!»
    Canto dei Cantici VIII,6-7.


    L'Amore è un sentimento intenso e profondo simile all'affetto, alla simpatia ed all'adesione, ma molto più violento ed incontrollabile. Impossibile da concepire appieno per chi non ha avuto mai modo di viverlo è rivolto verso una persona, un animale, un oggetto o verso un concetto, un ideale. Oppure, può semplicemente essere un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona. E' tuttavia soggettivo, ed è forse questo a renderlo così complesso; per alcuni è il volere che gli altri siano felici, un sentimento incondizionato che richiede molto coraggio e accettazione, per altri è ciò che avvicina l'uomo ad un Dio lontano, altri lo ritengono semplicemente una utopia, qualcosa di non concreto. Sono infiniti i modi di pensare e vederlo, così tanti quanti sono le creature di ogni universo e dimensione. Drusilia Galanodel, insieme al fratello Quarion, rappresenta ogni singolo aspetto della carta di Arcani di cui sono i concetti incarnati. Loro sono gli Amanti, incarnano l'Amore -la forza più potente dell'Universo- ed il Libero Arbitrio.
    Loro sono quella fiamma viva in grado di animare ciascun animo verso il desiderio massimo del proprio esistere. Per tale ragione la bella è in grado di esercitare numerose malie sugli altri. Ciò che tuttavia non accade è la situazione inversa: nulla è in grado di scalfire la sua volontà, mentirle o ingannarne i sensi, forte del suo potere e della sua stessa essenza. Inquanto Amore, la sua essenza non è in realtà nemmeno relegata ad uno stato fisico; nonostante la sua anima occupi di fatto un corpo, con il tempo ha finito per svilupparsi a tal punto da non poter nemmeno essere completamente contenuta nella carne. Per questo motivo l'anima della Dama del Vento è percepibile non solo dentro Drusilia, ma anche nell'ambiente che la circonda, rendendo di fatto difficile determinati tipi di localizzazione.
    E' inoltre empatica, capace di comprendere appieno lo stato d'animo altrui. Significa "sentire dentro" e nonostante il concetto sia spesso ridotto al semplice "mettersi nei panni dell’altro", in realtà vuol dire "portare l'altro nel proprio mondo". Drusilia può mettere in secondo piano il suo modo di percepire la realtà per cercare di far risaltare in se stessa le esperienze e le percezioni di chi le sta intorno. È una forma molto profonda di comprensione dell'altro perché si tratta d'immedesimazione negli altrui sentimenti. Ci si sposta da un atteggiamento di mera osservazione esterna al come invece si sente interiormente, cercando di guardare attraverso i suoi occhi.
    E' per tutto questo che, chiunque ha a che fare con la Dama del Vento, vede in lei ciò che desidera; il musicista la sognerà come propria musa o sentirà dolci melodie provenienti dai suoi passi, il pittore la vedrà come opera d'arte vivente ed il chierico si stupirà nel riconoscere in lei l'impronta del suo dio. Tali reazioni possono essere infinite, come lo sono coloro che la incontrano, assaporandone la persona, omaggiando la sua bellezza.

    [Malia d'amore + protezione da malie + auspex attacchi psion + auspex illusioni + auspex bugie + empatia + bonus riserva energetica (10%) + percezione di onnipresenza (antiauspex dell'anima)= 40pt]

    LADY OF THE WIND »

    «L'Amore ci passa accanto, rivestito di soavità, ma noi fuggiamo via impauriti, andiamo a nasconderci nelle tenebre o, ancora, l'inseguiamo per far del male in suo nome. Anche il più saggio tra noi si piega sotto il formidabile peso d'Amore; eppure esso è, in verità, leggero come la brezza lieve del Libano.»
    Kahil Gibran.


    E' innegabile che, dal suo arrivo su Endlos, il potere della Dama del Vento sia sensibilmente cresciuto: questo può essere in parte dovuto al fatto che ella abbia abbracciato il suo destino di guerriero Galanodel -imparando a non lasciarsi più frenare dal suo cuore tenero-, e in parte al fatto che la permanenza presso l'Isola nel Cielo l'abbia portata ad un più alto livello di comunione col suo elemento... Fatto sta che l’ambiente attorno a lei sembra aver sviluppato un legame quasi empatico con Drusilia, reagendo alla sua presenza e riflettendo come uno specchio i suoi stati d’animo. Il potere non genera mai effetti disastrosi o disagevoli, nemmeno per gli avversari, ma è una spia più che utile per capire che aria tira; se -all’improvviso- il cielo si annuvola... e se è stato fatto o detto qualcosa di fuori luogo, sarebbe meglio a preoccuparsi di quei neri cumoli temporaleschi, perché potrebbero essere un terribile presagio di tempesta.
    La comprensione del suo elemento è tale da poter considerarlo "tutt'uno" con la sua Signora. Partendo da tale presupposto, la giovane Galanodel può comandarlo a suo piacimento con rapidità e naturalezza sconosciute ad un mago qualunque. E' anche in grado, attraverso la meditazione, di poter "sentire" ogni molecola d'aria presente nel raggio di 15m da lei; quando qualcosa si trova all'interno dell'area, la Dama è in grado di stabilire la sua esatta posizione nello spazio, un suo qualsiasi movimento o un semplice respiro, come anche la composizione chimica in caso di sostanze gassose.
    Similmente all'aria è perfino in grado di spostarsi, veloce come il vento di cui è sovrana, ed ha particolarità fisiche quali una elasticità muscolare fuori dalla norma che le permette di compiere movimenti particolarmente complessi con l'aiuto del proprio fisico scattante.
    Mai vi fu nulla più mobile dell'aria e del vento, mai vi fu più grazia di ciò che nel cielo sconfinato si muove.

    [Manipolazione atmosferica + instant casting + auspex di tipo radar + auspex composizione aria + PU passivo velocità (50%) + PU passivo agilità/destrezza (50%)= 30pt]

    AURA DEI GIUSTI »

    «Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto»
    (1 Pt 4,10).

    Altro non è che una aura di "cárisma" che circonda alcuni degli appartenenti alla gilda. Tale aura è invisibile tuttavia splendente per chi è in grado di guardarla, ed è un concentrato di Salvezza, Misericordia e Grazia. Coloro che avranno modo di osservare un portatore di tali doni, vedranno nelle sue gesta, anche quelle non apprezzabili, la manifestazione più alta di Giustizia, perchè Aviatore è colui che scelse di avere il dono di una vita spesa al servizio dei fratelli.

    [Malia di carisma = 5pt]
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    Con grande sorpresa, skekDor non venne trattenuto più del dovuto. Vide le lance aprirsi e accolse l'invito del soldato rispondendogli: "La saggezza è una cosa preziosa, ragazzo mio. Ringrazia il cielo di averla."
    Dal canto suo, lo Skeksis non sapeva di essere oggetto dell'interesse dei due per via della scommessa che avevano stipulato pochi istanti prima. Anzi, fu ammirato dal loro modo di rivolgersi a una divinità del suo stampo. Dopotutto, pensò, su Endlos qualcuno aveva ricevuto un'educazione.
    All'interno, il Mastio si aprì agli occhi del mezzo-Mistico in tutta la sua imponenza e solennità. Come supponeva, tutto in quella fortezza grondava della maestosità propria di un dio. Ma questo gli era stato palese già dall'inizio, mentre s'avvicinava alla struttura.
    Non sprecò troppo tempo a contemplare l'architettura e i fregi di quell'ambiente. Aveva una meta da raggiungere, e quando notò lo scintillio delle tre stelle d'oro, capì d'aver quasi raggiunto il capolinea del suo peregrinare.
    Proprio sotto prendeva infatti posto un trono, su cui sedeva quella che allo Skeksis appariva come la figura di una donna umana.
    Fattosi più vicino, ne ebbe la certezza. Dunque, un'altra divinità umanoide, similmente a Shalysanne. La cosa lo lasciò un tantino deluso. Ma Endlos era il mondo degli uomini. E forse Laputa ne costituiva la prova più evidente.

    Gli venne fatto cenno d'avvicinarsi, e lui non se lo lasciò ripetere. Al momento, più che sul volto si concentrò sul corpo del capo dei LAM. In special modo sulle sue vesti. Come... Tanto sfarzo tutt'intorno, e lei indossava simili stracci? Possibile che, come la stragrande maggioranza degli esseri incontrati su Endlos, anche lei mancasse di gusto estetico?
    E mentre skekDor si lambiccava il cervello su simili dubbi, sentì il suo corpo investito da un potere esterno, irradiante proprio dalla figura alla quale si stava avvicinando. Non vi si oppose, ma anzi lasciò che esso penetrasse le sue difese e gli impregnasse l'animo. Per altro, ora sapeva con chi aveva a che fare. O, quantomeno, questo gli suggeriva un'idea del suo interlocutore.
    I più, raggiunto il trono, si sarebbero fermati alla scalinata di fronte ad esso. Ma lo Skeksis sapeva di trovarsi di fronte a un suo pari, e non l'avrebbe guardato dal basso verso l'alto. O, per meglio dire, non avrebbe concesso alla divinità di trovarsi in una posizione privilegiata.
    Ecco perché, facendo qualche altro timido passo, fece sì che il vento gli sfiorasse la gonna, facendola sussultare più volte. Poi il turbine d'aria si fece maggiormente intenso, ma nessuno dei presenti avrebbe sentito il minimo alito raggiungerlo. La potenza del tifone era infatti perfettamente circoscritta sotto ai piedi del mezzo-Mistico, che in breve tempo si sollevò dunque da terra fino a raggiungere idealmente con la stessa altezza di Drusilia, cosicché entrambi potessero guardarsi negli occhi senza muovere il capo.
    skekDor avrebbe usato l'aura d'amore e carisma a suo vantaggio. Gli avrebbe permesso di non calcare troppo i toni, così da poter chiacchierare allegramente con la dea senza che i bigotti soldati lì presenti fraintendessero le sue parole. Come aveva imparato nel corso della sua interminabile vita, spesso i mortali sono bruschi e avventati contro ciò che non capiscono.

    Ci fu calma quasi per mezzo minuto, e l'unico suono a udirsi fu quello prodotto dall'incessante vorticare del vento, abbastanza ovattato da costituire un lieve brusio di fondo.
    Poi, la lingua viola schioccò sul palato secco, e nell'immensa sala si diffuse l'eco di un rumore simile a quello di una canna che si spezza. Di seguito, il mezzo-Mistico parlò: "Salute, mia cara. Prima di passare alle presentazioni, ci tengo a complimentarmi per l'accoglienza ricevuta. I tuoi accoliti sono stati gentili ed educati, e questo è estremo motivo di vanto!" Una rapida occhiata alle guardie, per poi specchiare nuovamente le piccole iridi vermiglie in quelle di Drusilia.
    "Sono skekDor, uno dei Signori del Grande Cristallo. E il piacere di fare la tua conoscenza mi ha condotto sin qui. Sai già cosa sono, così come io ho avuto certezza della tua natura con un singolo sguardo. Ordunque, ti chiedo d'avere la piacenza di non ottenebrare più oltre i miei sensi..." Agitò con fare eloquente la destra a livello della tempia, per poi riportarla placidamente all'interno dell'ampia manica della veste: "...fra creature a modo non serve esser scortesi, non trovi?" Concluse, sorridendole. Era pacato, e nei suoi intenti non c'era meschinità. Avrebbe potuto opporsi facilmente a quelle malie, se avesse voluto. Così come reagire duramente, se l'avesse ritenuto necessario.
    Però, ci teneva a non rovinare quel momento. Un altro essere superiore di Endlos era di fronte a lui. Così pochi, eppure così ricchi di sfaccettature. Così simili nella forma, e al contempo così diversi.
    Avrebbe potuto dire ancora, ma adesso era il turno dell'altra di parlare. Il suo corpo di donna suggeriva allo Skeksis che la voce sarebbe uscita da quelle labbra con una tonalità acuta e soffice. Ma, trattandosi di un essere divino, non era invece escluso che presentasse una parlata tipicamente maschile, almeno accordandosi con la concezione dei mortali.
    Frattanto, il turbine di vento continuava a tener sollevato skekDor da terra, apparentemente senza alcuno sforzo da parte di quest'ultimo

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Mindfuck-Alert]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Turbine:
    In caso di necessità, skekDor può evocare il potere del vento al fine di generare una minuta tromba d'aria in grado di sollevare lui (ed eventuali alleati) da terra, permettendogli ad esempio di superare crepacci, o raggiungere la sommità di ostacoli elevati, nonché di levitare a mezz'aria. La tecnica consente all'effettivo di volare, ma per sua impostazione è utile unicamente come "mezzo di trasporto", visto che non assicura spostamenti repentini o rapidi cambi di direzione. skekDor ed eventuali alleati saranno liberi di muoversi liberamente sull'"occhio" del turbine come se si trattasse d'una superficie solida con una circonferenza di 5 metri [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Medio; Durata: 2 turni]


     
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    Fra tutti gli oneri a cui Drusilia era stata costretta dal momento in cui era salita sul Trono del Cielo, quello delle udienze era sicuramente il meno gravoso: tralasciando i soliti mercanti guastafeste, probabilmente ex simpatizzanti del Sodalizio, la Dama del Vento in quelle occasioni trovava un modo diverso dal solito di parlare con esponenti del suo popolo. Inoltre era sempre gratificante conoscere nuova gente.
    Ad esempio, il nuovo giunto: sicuramente non umano, la squadrava da capo a piedi con fare dubbioso. Agghindato di una strana veste, per qualche strana ragione le ricordò Khatep... sebbene di fatto la nuova creatura avesse ben poco a che spartire con un lich stregone, almeno nell'aspetto.

    Quando ormai fu prossimo a lei, dopo alcuni timidi passi, questi generò un mulinello d'aria ai suoi piedi che l'avrebbe portato in linea d'aria alla stessa altezza dell'Alfiere. Questa, nonostante le occhiatacce di qualche guardia lì presente allo sconosciuto, non sembrò affatto innervosita dall'atteggiamento irrispettoso: i dolci lineamenti da silfide rimanevano distesi e rilassati, esattamente come il suo sorriso tranquillo ed affabile.

    "Salute, mia cara. Prima di passare alle presentazioni, ci tengo a complimentarmi per l'accoglienza ricevuta. I tuoi accoliti sono stati gentili ed educati, e questo è estremo motivo di vanto!" La dama del Vento, in risposta, chinò il capo per ringraziarlo... anche se in effetti non fu del tutto convinta a cosa quel tale stesse alludendo: in genere le guardie si limitavano ad aprire la porta in silenzio. Cosa era capitato di così speciale quella volta? Rimase comunque in silenzio per non interromperlo. "Sono skekDor, uno dei Signori del Grande Cristallo. E il piacere di fare la tua conoscenza mi ha condotto sin qui. Sai già cosa sono, così come io ho avuto certezza della tua natura con un singolo sguardo. Ordunque, ti chiedo d'avere la piacenza di non ottenebrare più oltre i miei sensi..." Mentre quello prese a mimare qualcosa con la mano destra, Drusilia reclinò leggermente la testa su di un lato, curiosa "...fra creature a modo non serve esser scortesi, non trovi?"

    jpg

    -Benvenuto sulla mia isola Sir skekDor, Signore del Grande Cristallo.

    Sebbene il benvenuto suonasse altisonante, in realtà derivava dal semplice fatto che -con tutti i titoli sparsi nel Multiverso- quello di "Signore del Cristallo" poteva essere un lavoro come un altro. Dopotutto, parecchi maghi su Laputa maneggiavano cristalli, compreso lo stesso Khatep.

    -Vi ringrazio per... il complimento, si- non sapeva come definirlo, ma immaginò che lo fosse -...ma non posso celarmi ed essere al tempo stesso presente. Mi dispiace se disturbo i vostri sensi, ma fa parte di me e temo di non poter farci nulla, al momento.

    In realtà aveva un macchinario alchemico utile alla causa, donatole dal precedente Alfiere almeno un decennio prima, ma l'aveva lasciato nelle proprie camere ed avrebbe perso davvero troppo tempo nel cercarlo ed indossarlo.

    -Ma vi prego, ditemi pure cosa vi porta qui da me e se posso esservi utile.




    Piccolo appunto perchè io per prima non ho capito se è un errore o una cosa voluta XD

    Le passive sono tecniche che fanno parte del personaggio, un pò come l'essere alti o emanare odori. Si possono modificare solo con artefatti di diverso tipo e sicuramente non sono volontarie, come invece accade per le attive =*
     
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    skekDor sollevò un sopracciglio quando Drusilia gli si rivolse dandogli del "Sir". Di nuovo, le braccia si sciolsero dal loro abbraccio, e la zampa rachitica venne rivolta col palmo alla dea, questa volta in segno di garbato ammonimento: "Non merito titoli onorifici, Drusilia. Non da te. Risparmia simili appellativi per i mortali, per cortesia."
    Ancora una volta da che era su Endlos, lo Skeksis si sorprese di trovare un'altra divinità ignorante riguardo agli usi e costumi fra dei. Però, ormai c'aveva fatto il callo: magari su Thra si era abituati meglio. Forse lì, anche tra pari l'etichetta richiedeva un certo distacco. Beh, ci si sarebbe abituato col tempo. Per il momento, preferiva seguire la tradizione.
    Di seguito, ad ogni modo, Drusilia fece notare al mezzo-Mistico di non aver cercato d'ingannarlo, e di non esser dunque completamente padrona dei suoi poteri. Ma, di nuovo, poteva trattarsi di una norma condivisa dalle divinità di Endlos. Per quel che lo riguardava, era lui a decidere se e quando turlupinare il prossimo con le sue abilità mistiche.
    Per tanto, annuì lentamente, prendendo la cosa come un dato di fatto. Non c'era niente da capire, infondo. E la spiegazione reggeva: la dea era così, e lui doveva accettarla. Il galateo di Thra, per altro, imponeva esattamente questo.

    Ad ogni modo, l'altra era ben disposta ad ascoltarlo. Per cui, skekDor non perse tempo e iniziò a parlare a briglia sciolta: "Sei molto gentile, tesoro. E immagino che la carica che vesti ti lasci ben poco tempo libero, per cui ti sono grato per il tempo che mi concedi e arriverò tosto al punto. Volevo incontrarti perché sei una delle poche creature in grado di comprendermi. Sono straniero di queste lande, e i miei occhi le scrutano con la curiosità di un fantolino che ha da poco emesso il suo primo vagito. Non ho fratelli, non più. Sono io mio fratello! Non ho padri, non ne ho mai avuti. Sono io mio padre! Io sono ormai solo... Io..." Chinò lo sguardo nel dire l'ultima frase, quindi rimase a cogitare per diversi secondi. Poi, stavolta con un'espressione molto più attenta, alzò di nuovo il becco alla volta della dea: "Io sono."

    La veste s'agitò, e da sotto d'essa spuntò il piede di un rettile. Facendo un passo verso destra, skekDor camminò nell'occhio del suo ciclone personale. Quindi ne fece un altro, e un altro ancora. Il turbine si spostava assieme a lui, compiendo sussulti simili a una buffa danza.
    "Ho già incontrato altri dei. Ma tutti "esterni". Perciò, ora che sono al tuo cospetto, mi domando se tu sia un'indigena. Ecco dunque il primo quesito che ti rivolgo: Endlos è, almeno in parte, opera tua?"
    Avrebbe davvero preferito un dialogo informale, ma Drusilia per il momento se ne stava incollata al suo trono. E sarebbe stato sgarbato chiederle d'alzarsi

    Non lo sapevo. Pensavo che se il mio pg ha una passiva, potesse decidere di "inattivarla" coscientemente :S Va beh, ne prendo atto.
    Ah, visto che ci siamo colgo pure l'occasione per un altro chiarimento in merito, onde evitare errori futuri XD Una malia passiva dovrebbe equivalere a poco meno d'un Medio di malia attiva, giusto? Ma se il mio pg para una malia passiva con una difesa attiva Media, la difesa vale solo per il turno in cui si para, o per gioco-forza è perpetua per la role in corso? Scusa se te lo chiedo direttamente qua anziché in Assistenza, ma potrebbe essere tra le azioni future di questa role XD


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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Mindfuck-Alert]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    "Sei molto gentile, tesoro. E immagino che la carica che vesti ti lasci ben poco tempo libero, per cui ti sono grato per il tempo che mi concedi e arriverò tosto al punto. Volevo incontrarti perché sei una delle poche creature in grado di comprendermi. Sono straniero di queste lande, e i miei occhi le scrutano con la curiosità di un fantolino che ha da poco emesso il suo primo vagito. Non ho fratelli, non più. Sono io mio fratello! Non ho padri, non ne ho mai avuti. Sono io mio padre! Io sono ormai solo... Io...Io sono."

    Mentre la bizzarra creatura prendeva a camminare sul suo vortice, la Dama del Vento si lasciò scappare un sopracciglio sollevato in segno di perplessità. Non si trattava certo di quei buffi poteri, piuttosto delle dichiarazioni appena fatte in suo cospetto. A dirla tutta avrebbe benissimo potuto dargli dello svitato, e non avrebbe avuto tutti i torti per dedurlo, ma anche in quella situazione rimaneva l'incognita su come gestire la situazione. Lanciando uno sguardo alle guardie lì presenti, avrebbe notato Gilbert -uno dei suoi capitani- affacciarsi all'ingresso e mimare delle orecchie animalesche sulla propria testa in modo un pò buffo e decisamente fuori luogo. Ormai convinta che qualcuno avesse in qualche modo drogato tutti i presenti, solo dopo alcuni secondi riuscì a connettere la gestualità alla figura del suo amato, il Magister Saddler, Kitsune millenaria ed Ufficiale di Presidio dallo scherzo facile.

    "Ho già incontrato altri dei. Ma tutti "esterni". Perciò, ora che sono al tuo cospetto, mi domando se tu sia un'indigena. Ecco dunque il primo quesito che ti rivolgo: Endlos è, almeno in parte, opera tua?"

    In dubbio sul da farsi, scelse infine di assecondare quel tale. Se era uno svitato, non le stava chiedendo poi troppo e non vi era ragione di agitarsi. Viceversa, se era davvero uno scherzo, seguendo quella condotta avrebbe dimostrato di non cascarci.

    -Temo di deluderti, caro skekDor. Non sono indigena ed Endlos non è una mia creazione: sono inoltre Alfiere solo da pochi anni- gli avrebbe risposto con semplicità, perchè in effetti non era un grande segreto -Le origini di questo semipiano mi sono sconosciute ma si dice appartenga a Lord Aeon di Rivenore, Alfiere del Pentauron.

    Sospirò appena, rivolgendogli tuttavia un'espressione gioviale e serena.

    -Per quali ragioni desideri conoscere il creatore di Endlos?


    CITAZIONE
    Non lo sapevo. Pensavo che se il mio pg ha una passiva, potesse decidere di "inattivarla" coscientemente :S Va beh, ne prendo atto.
    Ah, visto che ci siamo colgo pure l'occasione per un altro chiarimento in merito, onde evitare errori futuri XD Una malia passiva dovrebbe equivalere a poco meno d'un Medio di malia attiva, giusto?

    Nope, ogni passiva è inferiore a qualunque attiva, quindi basta un basso per annullarla ma soltanto nei turni in cui l'attiva è valida. Per questo in genere è molto più comodo difendersi da malie passive con anti-malie passive. Non sprecano mana e non durano solo 2 turni.
     
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    Mentre Drusilia era presa dal teatrino alle spalle di skekDor, il mezzo-Mistico portò lo sguardo al suo turbine. L'incanto stava perdendo potenza e, prima che l'aria cessasse di vorticare, fu costretto a infonderle nuovo potere.
    Il tempo di un'occhiata, anche perché mantenere una magia era più semplice che evocarla dal nulla. Comunque, aveva letto la perplessità sul viso di Drusilia. Questa cosa lo lasciò lievemente interdetto. Era sicuro di star parlando con una divinità ma, per contro, forse la sua interlocutrice nutriva qualche dubbio in merito.
    D'improvviso, si sentì quasi fuori posto. Forse tutto lo sfarzo le aveva dato alla testa, pensò. O forse, come gli altri dei incontrati finora, possedeva un atteggiamento distaccato per propria natura.
    Le labbra di lei si dischiusero di nuovo, e da quella bocca finalmente uscirono parole liete per le orecchie dello Skeksis. Nemmeno Drusilia era artefice di quel mondo. Ma sospettava di sapere chi vi fosse dietro.
    Sicché, ironicamente, era nel Pentauron la risposta. Proprio il luogo che aveva sancito l'inizio dell'esilio per skekDor. Lì dove tutto era cominciato, allo stesso modo si sarebbe concluso. Anche se si trattava d'un semplice capriccio, tutto sommato.
    "Ti ringrazio per l'informazione, Drusilia. Potrò portare in garanzia il tuo nome, semmai incontrassi Aeon di Rivenore?" Chiese con garbo.
    Allo stesso modo, anche la dea gli rivolse un quesito. Chissà, forse s'aspettava una ragione in particolare, oppure i pochi anni -come da lei comunicato poco prima- passati a governar Laputa l'avevano resa estremamente simile ai mortali... Una divinità avrebbe saputo rispondere da sola a una simile domanda.
    Ma visto che finora era stata gentile, il mezzo-Mistico decise di tenderle la mano e pronunciarsi in merito: "Curiosità, regina di Laputa. Così come fremevo d'incontrare te, allo stesso ora il mio spirito è intumulto, impaziente d'incontrare l'essenza di un altro essere divino. Sentirne le vibrazioni, percepirne il candore." Quasi cinguettò e, al contempo, le mani si giunsero al petto in una specie d'abbraccio.
    "Chissà... Forse lì, tra le desolate terre assetate, avrò modo e maniera di sentirmi un po' più vicino a casa..."
    Inclinò il capo di lato e sondò con lo sguardo le guardie vicino al trono, battendo di tanto in tanto le palpebre senza dire una parola. Seppur il becco fosse piegato in un'espressione perennemente arcigna, gli occhi scrutavano quegli umani armati di tutto punto con innocente curiosità.
    "Alfiere..." Esclamò, senza smettere d'incrociar lo sguardo con le guardie. "Una carica, suppongo. Sicché domini gli Aviatori, e al contempo amministri il Presidio Errante. Queste piccole creature nemmeno immaginano quanto siano fortunate a possedere una guida del tuo stampo..."
    Il becco s'abbassò ancora, fin quasi a sfiorare con la punta adunca la pomposa veste. In quell'istante, il vento smise di sfrigolare con veemenza, rallentando sempre più e divenendo ben presto un lieve brusio. Lo Skeksis s'abbassò sempre più di quota, fino a che il pavimento non echeggiò del ticchettio prodotto dagli artigli che incontravano quella superficie fredda e levigata a mestiere.
    "Ormai non è più necessario scrutarci dalla stessa altezza. Quel che ho percepito mi ha ben chiarito le idee, anzichenò."
    Sollevò di scatto la testa, reclinandola tanto da portare quasi il muso al soffitto finemente decorato, nonché far scricchiolare sinistramente le vertebre dorsali.
    "Com'era il tuo regno, Druslia-cara? Ricordava il fasto di queste quattro mura, o era scialbo e semplice? Chiese, ma prima d'ottener risposta aggiunse: "Come devo apparirti bizzarro, in questo ambiente... Con le vesti inzaccherate dallo scorrere inesorabile del tempo, e i miei piedi imbrattati della mota di paludi lontane."
    Schioccò la lingua, e la testa tornò in linea. O quasi: lievemente sollevata in direzione del trono su cui sedeva la dea: "Magari fu lo stesso anche per te... Prima che un precedente Alfiere mostrasse la cortesia di farti ripulire a dovere, prima che i meriti ti facessero guadagnare il trono sardanapalesco da cui ora mi analizzi e m'infondi d'amore e rispetto per la tua persona!" Il tono era cambiato sin quasi dalla prima battuta. Non era un'accusa, la sua. Drusilia avrebbe potuto ben capirlo. Sembrava un semplice sfogo, ma anche in questo caso la risposta non era completamente corretta.
    Qualunque conclusione la dea avesse tratto, il senso d'inadeguatezza dello Skeksis sarebbe rimasto una costante.
    Perché era entrato lì? Avrebbe dovuto capirlo sin dall'inizio che sarebbe stata una pessima idea. Nemmeno presentandosi con vesti profumate e un'acconciatura di tutto punto sarebbe figurato idoneo alla marmaglia di umani che ora lo osservava

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

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    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

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    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Mindfuck-Alert]

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    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    "Ti ringrazio per l'informazione, Drusilia. Potrò portare in garanzia il tuo nome, semmai incontrassi Aeon di Rivenore?
    Curiosità, regina di Laputa. Così come fremevo d'incontrare te, allo stesso ora il mio spirito è intumulto, impaziente d'incontrare l'essenza di un altro essere divino. Sentirne le vibrazioni, percepirne il candore.
    Chissà... Forse lì, tra le desolate terre assetate, avrò modo e maniera di sentirmi un po' più vicino a casa..."


    Nonostante la domanda della creatura fosse abbastanza pragmatica e posta con giusta cortesia, il voto della Dama s'incupì non poco e l'attesa che ne seguì -precedente alla risposta- fu un chiaro campanello d'allarme.

    -Siamo legati perchè lui ha scelto me... ma non posso dire del contrario- si sarebbe limitata a dire in modo forse sibillino -Inoltre non l'ho mai incontrato di persona. Puoi usare il mio nome, se vuoi, ma dubito cambi qualcosa.

    Sperò di chiudere la conversazione lì perchè, in effetti, non le piaceva parlare molto del Signore della Chiave. Poteva anche essere custode di segreti, creatura di indicibile potenza o autorità massima di quel semipiano... ma ai suoi occhi era e sarebbe probabilmente rimasto per molto tempo un semplice stronzo. Un uomo che si divertiva a giocare con la vita della gente per i suoi capricci, fomentando incendi di rivolte per raggiungere scopi di dubbia utilità e dei quali, sicuramente, esistevano comunque modi alternativi molto meno crudeli.

    "Alfiere... Una carica, suppongo. Sicché domini gli Aviatori, e al contempo amministri il Presidio Errante. Queste piccole creature nemmeno immaginano quanto siano fortunate a possedere una guida del tuo stampo... Ormai non è più necessario scrutarci dalla stessa altezza. Quel che ho percepito mi ha ben chiarito le idee, anzichenò." continuava lui, ignaro di quel dettaglio... e forse era meglio così "Com'era il tuo regno, Druslia-cara? Ricordava il fasto di queste quattro mura, o era scialbo e semplice?
    -Variegato, direi...
    "Come devo apparirti bizzarro, in questo ambiente... Con le vesti inzaccherate dallo scorrere inesorabile del tempo, e i miei piedi imbrattati della mota di paludi lontane. Magari fu lo stesso anche per te... Prima che un precedente Alfiere mostrasse la cortesia di farti ripulire a dovere, prima che i meriti ti facessero guadagnare il trono sardanapalesco da cui ora mi analizzi e m'infondi d'amore e rispetto per la tua persona!"

    Da quel che riusciva a capire, quel tale doveva essere abituato a ben altre situazioni ed ambienti. Questo era più che comprensibile: quasi nessun naufrago riusciva a sentirsi realmente adeguato al nuovo mondo nei suoi primi anni di vita ad Endlos. Eppure, proprio per quella ragione, l'Alfiere non se la sentì di farlo adagiare sugli allori: per il suo bene era necessario imparasse tutto della nuova realtà ed il più presto possibile per evitare malintesi o altre pessime situazioni.

    -Quando arrivai su Laputa come naufraga ricordo che fui circondata dalle guardie cittadine, imprigionata e buttata in cella in una delle torri del Mastio- avrebbe detto, non per incoraggiarlo, ma per mostrargli un semplice dato di fatto -Per sbaglio ero caduta in una zona sorvegliata e per questo fui scambiata per terrorista. Trascorsi la notte sotto interrogatorio e fui solo il giorno seguente ricevuta dal precedente Alfiere. Non ricordo però quando fui liberata.

    In ogni caso furono pessimi giorni, in particolar modo per il lutto di Rain appena precedente al naufragio e la disgraziata morte di Hamelin, quasi contemporanea.

    -Vedi, caro skekDor: su Endlos non importa cosa tu sia. A volte nemmeno cosa rappresenti: è una terra mutevole, in equilibrio precario, dove anche i grandi poteri vacillano. E dove sono davvero in pochi ad aiutare senza un vero tornaconto.

    Lo disse scandendo bene le parole, quasi ad avvertirlo.

    -Non è vera malvagità... penso sia piuttosto una questione di sopravvivenza.

     
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    Socchiuse gli occhi, ascoltando ogni singola parola detta da Drusulia senza mai interromperla. Era strana come sensazione. Lei era lì, bene in alto sul suo trono. Gli parlava con tono gentile, e irradiava una strana aura da ogni poro. Avrebbe dovuto infuriarsi per il suo comportamento, oppure adorarla per il suo modo di porsi. E invece, si trovava praticamente nel mezzo. Non provava niente o, per meglio dire, provava nella giusta misura entrambe le sensazioni.

    Quando infine la donna smise di parlare, lo Skeksis abbassò completamente le palpebre. La voce gli uscì dal fondo della gola in un rauco sussurro, che echeggiò per la sala fino a raggiungere le orecchie di tutti i presenti come un bisbiglio soffuso.
    "Ne sono consapevole. Pochi mortali in questo mondo demono gli dei. E i più sono naufraghi. E' come se gli indigeni non avessero di questi problemi. Come se i veri dei, coloro che hanno dato visto a questo gran pasticcio, se ne fossero in seguito lavati bellamente le mani. O magari osservano tutto da una posizione sicura, godendo della puerile recita che loro stessi hanno contribuito a portare in scena..."
    Fece una lunga pausa, subito dopo. Incredibile come la conversazione passasse continuamente da un argomento all'altro. skekDor teneva per il momento le redini del discorso, e Drusilia si limitava a rispondere in modo passivo. Il che era qualcosa di positivo. La dea sembrava ben disposta ad accontentare i capricci del mezzo-Mistico, almeno per il momento.

    Comunque, di nuovo le mani si sciolsero dal loro abbraccio, e gli arti si sollevarono verso l'alto con fare teatrale. Riaprì gli occhi e li portò ancora una volta sul trono. I campanellini tintinnarono, e i drappi di seta del vestito sfregarono gli uni contro gli altri.
    Ancora modi esagerati i suoi, come se le parole di Drusilia fossero state sì recepite, ma tutt'altro che considerate.
    "Accettare tutto questo! Ecco la vera impresa. Stimo il tuo stoicismo, tesoro. Occupi una posizione importante, in questo Presidio, e consideri la cosa col metro di giudizio degli umani. Comprendi la sofferenza dei mortali, li giustifichi per la loro mancanza di fede... e come se non bastasse, anche se ti hanno voltato le spalle come divinità, ti offri come loro guida. Come loro lacchè!"
    Sospirò pesantemente, abbassando di botto le braccia e facendole ciondolare lungo i fianchi. Al contempo, anche il becco tornò verso il basso.
    "Io non ne sono in grado. Tu dici che questa è la norma, qui. Io dico che continuerò a trattare i mortali alla stregua di creature inferiori. Non m'importa cos'hanno deciso i creatori di Endlos, nessuno mi farà vestire i panni di ciò che non sono..."
    Portò la zampa al cuore, stringendo forte fin quasi a conficcare gli artigli nella stoffa: "NESSUNO!" Sbraitò a denti stretti, pensando al frammento di luce all'interno del suo cuore di tenebra.

    Pentauron, Aeon, il senso di Endlos... Aveva una meta, un obiettivo e una domanda. Tutto ciò che gli rimaneva da fare era armarsi di pazienza e usare le sue infinite energie per trovare la risposta che tanto agognava.
    La mano, ancora stretta al centro del petto, pian piano allentò la sua tensione. Le dita affusolate e rachitiche carezzarono la veste fino a stendersi completamente.
    Anche il capo rimase nella medesima posizione, solo che stavolta l'espressione era di profondo rispetto, non torta in una mutria di rabbia repressa.
    "Il tempo che abbiamo passato insieme mi è stato di grande aiuto e conforto, Drusilia cara. Vorrei potermi augurare d'incontrarti ancora, ma dubito fortemente che in futuro mi spingerò per mia iniziativa fino alla tua dimora. Se le nostre strade s'incroceranno ancora..."
    Le volse le spalle, ma non prima d'aver spostato il braccio di modo che la mano puntasse al cielo, col pugno chiuso e l'indice a indicare le vetrate da cui filtrava la luce: "...sarà perché il destino t'avrà costretta a lasciare queste quattro mura."
    Spostò la testa in modo da scrutare il trono con la coda dell'occhio, quindi concluse: "Arrivederci, tesoro. Stammi bene e continua a vegliare su Laputa. Oh, e saluta anche per me quei cari ragazzi di Rhaziel e Khatep, semmai li vedessi."
    Terminati i saluti, skekDor avrebbe atteso ancora qualche istante per lasciare la sala, muovendosi lentamente verso l'uscita. C'era la possibilità che Drusilia avesse ancora qualcosa da aggiungere. O magari che intendesse prender parola a sua volta, invertendo le parti

    Salute: 100%
    Energia: 90%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Mindfuck-Alert]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    "Accettare tutto questo! Ecco la vera impresa. Stimo il tuo stoicismo, tesoro. Occupi una posizione importante, in questo Presidio, e consideri la cosa col metro di giudizio degli umani. Comprendi la sofferenza dei mortali, li giustifichi per la loro mancanza di fede... e come se non bastasse, anche se ti hanno voltato le spalle come divinità, ti offri come loro guida. Come loro lacchè! Io non ne sono in grado. Tu dici che questa è la norma, qui. Io dico che continuerò a trattare i mortali alla stregua di creature inferiori. Non m'importa cos'hanno deciso i creatori di Endlos, nessuno mi farà vestire i panni di ciò che non sono... NESSUNO!"

    Mentre quello sbraitava, Drusilia non potè che convenire una sola cosa, chiusa nel suo silenzio: o lei si era espressa in modo pessimo... oppure lui aveva compreso l'esatto opposto. Sta di fatto che stoica lei non lo era mai stata; al contrario, si era adattata di volta in volta alla situazione, in modo da scalare le gerarchie e ritrovarsi in cima partendo dal gradino più basso, il tutto solo per esser lei a decidere sulle proprie sorti e quelle del Presidio. Non altri. Seconda cosa, non era mai stata il lacchè di nessuno, nemmeno di Aeon stesso, ragion per cui non riusciva davvero a cogliere l'invettiva. Non che fossero affari suoi, comunque. Quello straniero poteva credere quello che gli pareva, importante era che non le desse noia o non contravvenisse alle leggi da lei stessa create.

    "Il tempo che abbiamo passato insieme mi è stato di grande aiuto e conforto, Drusilia cara. Vorrei potermi augurare d'incontrarti ancora, ma dubito fortemente che in futuro mi spingerò per mia iniziativa fino alla tua dimora. Se le nostre strade s'incroceranno ancora ...sarà perché il destino t'avrà costretta a lasciare queste quattro mura.
    Arrivederci, tesoro. Stammi bene e continua a vegliare su Laputa. Oh, e saluta anche per me quei cari ragazzi di Rhaziel e Khatep, semmai li vedessi."


    -Sarà fatto, buon viaggio allora.


    Lasciandosi scivolare di dosso la questione con una semplice alzata di spalle, Drusilia si limitò a salutare di rimando con educazione.
    Per quanto gradisse chiacchierare, dopotutto, era pur sempre a lavoro.
    Andato via skekDor si sarebbe dovuta occupare di un altro visitatore.
    E così fino a sera.

     
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