Parole nel vento

Sarah e le altre avevano offerto a skekDor la possibilità di visitare la sede della loro setta. Non gli avevano però comunicato quando recarvisi. Così, in un giorno qualunque, il mezzo-Mistico decise che i tempi erano maturi per compiere il viaggio alla volta della città di Innerlyn. Le forti brezze della regione del Presidio Est in cui si trovava garantivano una buona spinta alla sua tromba d'aria, permettendogli per altro di dominare l'elemento del vento con maggior facilità rispetto al solito. A tal proposito, fu lieto che gli dei di Endlos avessero plasmato la zona in tal maniera, facilitandogli la marcia. Per altro il vasto territorio che poteva osservare sotto di sé era perlopiù contraddistinto da una lussureggiante vegetazione e da una gran varietà di specie animali. Il suo stomaco brontolò di fronte a quello spettacolo. Non avesse già fatto il pieno di raggi solari, si sarebbe sollazzato con piacere con qualche anima mortale.
Le spire d'aria che avvolgevano i colli producevano per altro litanie costanti. Ben più allegre di quelle prodotte dallo Skeksis fustigando le schiene dei suoi Podling, ma comunque abbastanza soffuse da non disturbarlo troppo. C'era la metà malvagia a capo di quel corpo, contro ogni aspettativa. Sì, è vero, le melodie portate dalla brezza avevano ammansito il cuore di tenebra, ma ciò non era abbastanza per costringerlo a sloggiare in favore della parte del Mistico. Aveva troppa voglia di fare la conoscenza di questi famigerati "Agenti dell'Eco". Non di meno, scoprire se magari in mezzo a loro c'era un altro essere simile a lui. Non nella forma, ma nell'animo. Un'altra divinità, ecco cosa!
Planò non appena raggiunta la città di Innerlyn. Non si fermò però all'esterno, ma sfruttò anzi le sue capacità per arrivare senza problemi fin nel cuore della cittadella.
Qualcuno così facendo, però, lo avrebbe potuto scambiare per una presenza malevola. Il che era vero, ma non ci teneva a beccarsi una freccia in pieno stomaco. Ecco perché ebbe premura d'innalzare la barriera del Cristallo. Così, solo per questioni di sicurezza.

Finalmente le zampe da rettile carezzarono il suolo della città, e dopo un battito di ciglia e una bella scrollata per far cadere qualche piuma e un po' di polvere, skekDor s'incamminò alla volta dell'edificio che gli era stato indicato.
Non appena lo raggiunse, bussò con premura al portone d'ingresso, facendosi poi leggermente indietro. Conosceva gli usi di Endlos e, suo malgrado, ci si era quasi abituato.
Anche se normalmente avrebbe preso la cosa di petto. Ma la musica soffusa che continuava a entrargli nelle orecchie non gli permetteva d'inalberarsi troppo. Non per faccende di così poco conto, almeno.
Nell'attesa, diede un'occhiata tutt'intorno a sé. Di sicuro c'erano umani da quelle parti. Chissà come avrebbero preso il suo arrivo. Avrebbe letto timore nei loro occhi? Sperava di sì. Era piacevole esser temuti

skekDor non dovette aspettare poi troppo alla porta. Il che era un bene, poiché a quelli della sua risma non piaceva rimanere sulle spine.
Quando gli fu aperto, entrò senza troppe cerimonie.
Come prima cosa, buttò un occhio sull'ambiente interno, non curandosi poi troppo del suo interlocutore.
Rispose al suo saluto chiudendo la mano e sollevando indice e medio nella sua direzione, in una specie di gesto di benedizione.
"La giovane Sarah è già qui? Avrei preferito fosse stata lei ad accogliermi." Mormorò, senza peli sulla lingua.
Era vero, s'era aspettato un palazzo principesco, o comunque una sede ben più maestosa di quella. Anche l'ambiente interno, per i suoi standard, appariva oltremodo modesto.
D'altro canto, dalle sue parti si usava abbondare con drappi finemente decorati, colonne di minerali variopinti e ninnoli vari ed eventuali sopra alla mobilia.
Eh, di Thra gli mancavano soprattutto gli sfarzi. E su Endlos assai di rado gli era capitato di trovare qualcosa di simile.
Mentre procedeva, dai coni sulla sua schiena si levavano lievi litanie. I Podling erano inquieti, quel dì. E dire che non li aveva neanche fustigati poi troppo!