Capitolo 2 - Questione di non-vita e non-morte

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    Giotto girovagava da qualche minuto per il villaggio. Non si era allontanato troppo dall'infermeria, se non quando si era avvicinato alla piazza centrale. La struttura urbana era assai spartana: nulla di complesso. Perfino le panche, in granito, suggerivano una sciattezza generale; il complesso urbano era grezzo, rozzo, quasi fumoso. L'obelisco al centro era antico, forse precedente alle persone che si erano stabilite lì attorno.

    Più distante stava il maniero, posto più in alto rispetto al villaggio. Dava anch'esso l'idea di essere antico, anche se gli stendardi della Seele, che capeggiavano vicino l'ingresso, suggerivano ben altro di chi lo occupava. Come mai occupare un rudere e alzare un villaggio qui?, si chise il giovane. Più in là, una parte del villaggio era quasi totalmente distrutta.

    Guardandosi attorno, Giotto non poteva che la restante parte del villaggio fosse costituito da casupole diroccate, una taverna, e una sorta di piccolo mercato su strada. Seguendo con lo sguardo i tetti delle case, vide in posizione defilata una cattedrale -come si reggesse ancora in piedi, era un mistero. Vide poi intorno al villaggio un'alta muraglia, sicuramente issata come difesa da eventuali assalitori. Ma chi mai dovrebbe assalirli? Ricordò poi della barriera che avvolgeva il villaggio in una bolla illusoria: per poco non aveva rischiato di morire assiderato, perdendosi dentro di essa.

    Hanno una muraglia difensiva e una barriera magica.
    Un castello e una cattedrale in rovina, con un villaggio distrutto adiacente.
    Il resto del posto trasuda povertà e miseria.

    Perché rimangono qui?


    Immerso nei suoi pensieri non si era accorto di una persona che girovagava nella zona del villaggio distrutta. Decise allora di avvicinarlo, desideroso di ricevere alcune risposte.

    Salve!

    Fece, non appena gli fu vicino; sorriso affabile, espressione pacata. Pur non volendo, Giotto era l'esatto opposto di una persona pericolosa, ma cercò comunque di sembrarlo il meno possibile. Attese, prima di presentarsi.
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Quanto tempo dura un ricordo nato nel futuro? Che effetto fa percorrere anni, forse anche secoli, in pochi istanti?
    Probabilmente, solo una divinità poteva rispondere a quesiti di questo genere.
    Giust'appunto, skekDor era intento a sondare il futuro. Gli accordi presi con l'albino lo vincolavano a dover perorare la causa del villaggio. E ciò implicava che, presto, si sarebbe dovuto incamminare alla volta di Laputa, al fine di ottenere un'oggetto essenziale per la riuscita della missione.
    Ma skekDor non era tipo da lasciare simili faccende al caso. Ecco perché, mentre il suo corpo si trovava ancora nel presente, il suo spirito era già proiettato verso il domani. Stava vedendo cosa gli avrebbe riservato il futuro. Letteralmente, senza alcun errore!
    E mentre faceva ciò, il corpo si muoveva come un automa nella piazza. A piccoli e ballonzolanti passi, la lunga gonna violacea che carezzava la pavimentazione in pietra, il mezzo-Mistico compiva ampi cerchi lungo l'area centrale della piazza.
    Era sicuro del fatto che nessuno l'avrebbe interrotto. Ormai in paese era conosciuto. I più sapevano che la sua indole era mutevole. Alle volte, la divinità si prodigava in grandi opere di carità. In altri casi, era bene starle alla larga. Ecco, quello era uno di quei momenti.

    Ecco perché quando Giotto gli si fermò davanti, skekDor batté un paio di volte gli occhi e tornò subitamente in sé. Lo sguardo si corrugò, e l'espressione s'inacidì. Guardò in cagnesco il ragazzo, quindi sbottò: "Umpf! Sta attento a dove metti i piedi. Stavi per venirmi addosso, villanzone!"
    Il tono era rauco e gutturale. Esattamente l'opposto di ciò che ci si sarebbe aspettati da un essere che pareva la grottesca opera di un tassidermista parecchio ispirato.
    L'abito, tipicamente rinascimentale, suggeriva che la creatura appartenesse al gentil sesso. D'altro canto, il suo aspetto generale suggeriva invero il contrario.

    Tirò il fiato, quindi aprì nuovamente l'orrendo becco adunco, impreziosito qua e là da qualche dente marcio: "Aspetta. Non t'ho mai visto. Dì, non sarai mica un altro di quei folli che cercano la fortuna in questo luogo aspro e inospitale?"

    Salute: 100%
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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    L'altro non parve particolarmente felice di vedere Giotto.

    "Umpf! Sta attento a dove metti i piedi. Stavi per venirmi addosso, villanzone!"

    Io... non! Mi dispiace!

    Il povero Giotto, confuso, alzò le mani e le agitò cercando di scusarsi. Si mostrò dispiaciuto, seppur non seppe per cosa, dal momento che l'altro era evidentemente infastidito da qualcosa che aveva fatto. L'altro, dagli abiti rinascimentali, subito aggiunse:

    "Aspetta. Non t'ho mai visto. Dì, non sarai mica un altro di quei folli che cercano la fortuna in questo luogo aspro e inospitale?"

    No, io... a dire il vero...

    L'espressione del volto di Giotto avvampò: avrebbe mai avuto il coraggio di dire a quel tale dai denti rovinati, d'aver girato mezzo nudo e senza meta nella barriera illusoria? Non ha menzionato l'infermeria, forse non sa di me. Cercò allora di calmarsi rapidamente, schiarendosi la voce per avere una maggiore padronanza delle sue facoltà... dialogali.

    Ero diretto a Najaza ma la bufera di neve mi ha costretto a fare rotta nel villaggio. Non ho intenzione di stare per molto ma, dato che sono temporaneamente bloccato qui, ero intenzionato a dare una mano: è usanza del mio popolo essere sempre riconoscenti verso gli altri.

    Suo padre gliene aveva raccontante tante di storie: dei posti e delle persone conosciute durante il suo viaggio di maturità. Ma Giotto, dal carattere fin troppo ingenuo, aveva finito con l'interpretare male il messaggio di suo padre. Perché, in realtà, il capofamiglia dei Nemea non voleva indicare l'atto di ripagare la generosità altrui, in segno di riconoscenza -bensì l'atto di trarre sempre profitto dal prossimo e di stringere, laddove possibile, utili alleanze, ingraziandosi gli altri con "scambi di favori".

    Non so molto del villaggio: mi piacerebbe capire dove mi trovo e in che modo possa rendermi utile. Speravo voi poteste darmi qualche utile consiglio!
     
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    Lo Skeksis inarcò un sopracciglio, iniziando a battere il piede a terra con nervosismo. Beh, poteva pure dire addio al suo "giretto" nel futuro. Anche perché l'altro aveva già iniziato a ciarlare.
    Ma tutte a lui capitavano? Se non altro, quel tipo sembrava aver ricevuto un'educazione decente. Non avrebbe tollerato di stare a sentire un pari di Kuro.
    "Mmmh... Smarrito, eh?! Lo dicevo, io, che quella barriera illusoria era solo una perdita di tempo. Tch! Se ci sei passato tu, immagino che non avran problemi neanche i non-morti."
    Roteò le palle degli occhi, quidni batté con sgarbo le palme delle mani sui fianchi. Prese a guardarsi attorno per un po' in preda all'agitazione, ignorando bellamente il giovane.
    Era stizzito dal fatto che le cose non andassero come voleva.

    Comunque, ormai quella patata bollente era la sua. Sapeva di dover fare buon viso a cattivo gioco, poiché il suo piano segreto dipendeva dal fatto che tutti tenessero gli occhi incollati sull'obiettivo, lasciandolo libero d'agire.
    "Ah, sorte! Tremenda sorte! Che conduce un vagabondo al mio cospetto, e proprio al mattino!"
    Finito di lagnarsi, lo Skeksis riportò l'attenzione su Giotto, quindi esclamò: "Vuoi renderti utile? E va bene, tanto ormai la frittata è fatta. Seguimi, umano. Ti mostrerò fino a che punto si spinge la miseria della tua razza, giacché ci tieni tanto."
    Portò le zampe nelle ampie maniche della veste, quindi iniziò a camminare. L'andatura era lenta e dondolante, simile a quella di un pinguino. Fece solo pochi passi, quindi continuò: "Perché non cominci raccontandomi di che sei capace, mortale? La barriera sarà pure un trucco per allocchi, ma bisogna disporre di una certa competenza per venirne fuori..."
    Frattanto, dai corni sulla schiena del mezzo-Mistico iniziò a venir fuori una trenodia lugubre e opprimente. Scocciato dalla faccenda, lo Skeksis aveva infatti iniziato a fustigare i suoi Podling con la coda, facendo produrre loro acute grida di dolore, tramutate in musica dall'apparato di tubi che prendeva posto sotto la gonna

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    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

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    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

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    L'altro inarcò un sopracciglio, Giotto ne rimase dispiaciuto -l'altro non faceva che battere il piede a terra, con nervosismo. Evidentemente aveva in piano altre questioni che il giovane Nemea aveva involontariamente interrotto. Non avrebbe smesso di scusarsi da lì a forse per sempre, perché il giovane dai capelli d'oro era fin troppo buono e ingenuo di natura. Difatti, stava per chiedere perdono quando udì una parola inusuale.

    Non-morti?


    Si chiese tra sé e sé, senza però far caso alla propria voce. Sicché, certamente, la sua voce era stata abbastanza alta affinché l'altro potesse sentirlo -lo vide roteare gli occhi, battersi con le mani sui fianchi; infine si guardò attorno, come agitato, prendendo a ignorare chi gli stava dirimpetto. Tuttavia, dopo poco, l'essere si rivolse a Giotto e gli disse:

    Vuoi renderti utile? E va bene, tanto ormai la frittata è fatta. Seguimi, umano. Ti mostrerò fino a che punto si spinge la miseria della tua razza, giacché ci tieni tanto.

    Mentre lo conduceva chissà dove, l'essere chiese al giovane Giotto di cosa fosse capace. Il ragazzo si trovò in leggero imbarazzo: non era facile spiegare l'origine delle sue capacità, e mostrarle era qualcosa che lo vergognava profondamente; forse, in futuro, avrebbe imparato a controllare meglio le sue facoltà, ma adesso preferiva evitare di diventare lo zimbello del paese. Sapendo però che l'altro esigeva comunque una risposta, tentò di darne una che potesse essere quanto meno soddisfacente:

    Provengo da un villaggio di guerrieri, nel quale si tramanda l'antico potere della Fiamma: un elemento ancestrale di origini ignote, che tuttavia è parte del nostro stesso sangue ed è ereditario. Ogni clan del villaggio appartiene a un diverso aspetto della Fiamma; la mia famiglia, quella principale, è legata al Cielo: elemento sovrano che governa l'armonia.

    Mentre parlava, Giotto udì una strana musica. Non capì da dove provenisse, così si guardò attorno momentaneamente. Tuttavia, temendo che l'altro lo guardasse nuovamente male, riprese subito.

    Come tradizione del mio villaggio, sono in viaggio per ottenere la maturità e diventare uomo adulto. Per ora le mie capacità di controllo della Fiamma sono limitate all'aspetto che ho descritto sopra. Tuttavia, anche se non legata alla mia famiglia, ho ereditato da un mio avo un altro potere: la Fiamma dell'Ira. Ma cerco di non servirmene, poiché è molto pericolosa.


    Sperò con tutto se stesso che l'altro non gli chiedesse di dimostrare le sue capacità. Tuttavia si tenne pronto all'evenienza: stava già pensando a qualche scusa che potesse motivare... l'imbarazzo.
     
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    Da quel che skekDor aveva capito, il ragazzo che si trovava di fronte a lui era un piromante. Niente di anomalo, considerando che ormai aveva imparato a tollerare che semplici mortali come erano gli umani potessero attingere alle forze dominanti della natura.
    L'unica cosa che gli faceva un po' storcere il becco era il fatto che l'altro si sentisse -così, a occhio- in qualche modo a disagio a confidarglielo. Che fosse un novizio di quell'arte? Carne fresca per lui, allora!
    "Anche un semplice coltello da cucina, messo nelle mani di un bimbo, può trasformarsi in uno strumento di morte..."
    Iniziò lo Skeksis, arrestando nuovamente la sua marcia. Si volse a Giotto, fissandolo direttamente negli occhi col suo solito cipiglio.
    Le mani si sciolsero dal loro intreccio, e la destra venne sollevata fin quasi all'altezza del petto.
    "Il fuoco brucia, si espande e consuma tutto ciò che incontra. Per alcuni, è la materia stessa dell'inferno. Per altri, un sommo mezzo di purificazione."
    Del mana verde smeraldo iniziò a pulsare da sotto la veste, flussando sul palmo aperto dello Skeksis come una cascata al contrario. Proprio al centro della mano, una minuscola scintilla diede vita a un fuocherello.
    La piccola fiamma fluttuò a mezz'aria, divampando proprio come se sotto di essa vi fossero stati tizzoni ardenti.
    Senza distogliere lo sguardo, il mezzo-Mistico proseguì: "A poche creature inferiori come te è concesso di gestire un simile potere. Tu sei un eletto fra i vermi che strisciano nella terra, ragazzo. Ma sei uomo di senno, questo lo comprendo. Temi che la tua facoltà possa venir usata per il male, poiché senti di essere ancora un fantolino sperduto che stringe fra le mani un'arma di cui non conosce ancora le potenzialità."
    Attingendo a ciò che aveva detto Giotto e mettendoci anche del suo, skekDor aveva infarcito l'intrigo, com'era suo solito.
    E ora, per il gran finale...
    La mano si strinse con vigore, e le fiamme crepitarono al suo interno, fino a spegnersi completamente. Del vapore fuoriuscì dalle dita serrate a pugno. Il fuoco s'era spento. Annichilito, sparito!
    "Se è il controllo, che cerchi, io posso indicarti la strada..."
    Aprì il becco, come per aggiungere altro, ma invece tacque.
    Si volse di scatto, troncando di netto il discorso: "Ma non è saggio parlar ora di questo. Non so niente di te. Persino il tuo nome m'è oscuro... e i tuoi intenti potrebbero non essere onesti come dici." Fissò il ragazzo con la coda dell'occhio, stando bene attento a nascondere il ghigno malvagio che ora gli si era stampato sul muso.
    Lo stava cuocendo a puntino, questa era l'intenzione.

    Qualunque fosse stata la reazione di Giotto avrebbe ripreso a camminare, diretto di proposito verso la zona più disastrata del villaggio.
    Una volta raggiunte le casupole diroccate, si sarebbe occupato di mostrare al giovane a cosa si riferiva quando parlava di miseria.
    "Questo è il villaggio che la nostra compagnia si è fatta carico di proteggere. Qui un bimbo cresce nel timore della morte. I suoi giocattoli sono i detriti del tempo che fu, il suo nutrimento le briciole lasciate dagli altri."
    Era in effetti pieno di bambini. Come in ogni tragedia che si rispetti, pur non disponendo dei mezzi necessari alla sopravvivenza, i pochi abitanti sopravvissuti s'erano "dati da fare". Il risultato era un coro di piccole voci, che sfidavano il rigore dell'inverno per lasciarsi andare alla letizia tipica dell'età puerile

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

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    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

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    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

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    - Generazione degli elementi:
    Qualora lo ritenga necessario, skekDor è in grado di generare dal nulla una ridotta quantità dei quattro elementi della vita: che siano fiammelle fluttuanti necessarie ad accendere un fuoco da campo, abbastanza acqua da riempire una tinozza , una tana nel terreno abbastanza spaziosa e confortevole da risultare un buon riparo per la notte o una sottile brezza capace di allontanare per circa un'ora eventuali nubi da un cielo plumbeo [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]


     
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    C'era molto di sbagliato nel discorso che stava ascoltando, ma non volle essere scortese e non avrebbe certamente iniziato con oggi. Lasciò che l'altro parlasse, benché avesse la sensazione -e necessità- di interromperlo un po' qui e un po' là; gli avrebbe detto che non era corretto chiamare vermi gli esseri umani, né che lui si sentisse un eletto. Lo avrebbe ammonito sul fatto che la Fiamma non era un semplice elemento, ma qualcosa di molto più vasto. Avrebbe avuto piacere nell'interromperlo, perché non era la paura dei suoi poteri che lo spaventava. Ma non lo fece, poiché, di lì a poco, quell'essere disse la sola cosa sensata che Giotto aveva a cuore: imparare a usare i suoi poteri.

    Allora seguì la creatura nel villaggio e assistette alle condizioni dei bambini del posto. Giotto ne fu grandemente scosso: aveva vissuto la sua vita sì addestrandosi, e sì sotto il ferreo pugno del padre. Eppure mai, nemmeno una volta, aveva patito la fame o gli stenti. Quei pargoli, invece, cosa conoscevano del mondo e delle sue possibilità? Che ne era del loro futuro, allora? Così, colto da improvvisa commozione, il giovane Nemea disse:

    I miei poteri so cosa possono fare e sono consapevole di me stesso, ma non desidero imparare a padroneggiare le mie abilità latenti per diletto o per usufrutto: ma per risolvere situazioni drammatiche come questa che mi presenti. A cosa mi serve poter sfoderare il mio desiderio di sacrificio, se poi la mia Fiamma non è in grado di creare l'armonia di cui è padrona?

    Allora lo sguardo del giovane si fece d'improvviso carico d'emozioni. Se prima appariva debole e codardo, ora si poteva vedere dentro di lui un uomo diverso: deciso, pronto, senza paura.

    Se siete disposto a insegnarmi, io imparerò. Se il controllo di cui parlate potrà permettermi di aiutare questi bambini, allora lo farò anche a costo di morire!

    Forse non si accorse che, così facendo, poteva aver teso all'altro una mano facile: non dubito che potesse avere qualche secondo fine, né che, magari, non gli interessasse aiutare il villaggio -perché aiutare gli esseri umani se sono inferiori? Giotto questi dubbi non se li pose. Ora pensò soltanto che voleva imparare a usare la sia Fiamma ancora meglio, per il bene di tutti.
     
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    Vedere tutte quelle piccole e innocenti anime attorno a sé mise a skekDor una gran fame. Non c'era invero differenza di sapore, per lui, fra l'essenza di un bambino e quella di un adulto. A dire il vero, non ne trovava nemmeno fra quella di un umano e quella di un semplice animale.
    Ma non s'era mai interrogato su questo punto. Giotto aveva sottolineato bene, coi suoi pensieri: per lo Skeksis, tutti i mortali erano sullo stesso piano... quello dei vermi.
    Alcuni dei bimbi gli si fecero intorno, per nulla spaventati dal suo grottesco aspetto. Il mezzo-Mistico digrignò i denti, fissandoli in cagnesco. Sapeva che la loro mancanza di timore era dovuta al secondo spirito che albergava in quel corpo. La metà buona s'era di sicuro dimostrata "prodiga" come al solito. E quello era il risultato.
    A stento si trattenne dal dare un manrovescio a uno dei piccoli che osò afferrarmi un lembo della veste, tirandolo a sé.
    Con grande sforzo, al fine di mantenere in piedi la farsa, skekDor sorrise amabilmente e si chinò appena verso il piccolo: "Come ti chiami, sbarbatello?" Domandò.
    Il piccolo strattonò di nuovo la veste, quindi iniziò a ondeggiare il busto, con l'imbarazzo tipico della sua età.
    skekDor schioccò la lingua sul palato. Era nervoso, molto. Di nuovo, chiese con gentilezza: "Su, non vergognarti."
    "Hans. Mi chiamo Hans, nonno. Ce l'hai oggi le caramelle?" La piccola voce echeggiò sopra il coro delle altre. Al solo dir "caramelle", il piccolo gruppo s'era animato ancor di più.
    "CA-RA-MEL-LE! CA-RA-MEL-LE! CA-RA-MEL-LE!"
    "CA-RA-MEL-LE! CA-RA-MEL-LE! CA-RA-MEL-LE!"
    "CA-RA-MEL-LE! CA-RA-MEL-LE! CA-RA-MEL-LE!"

    Lo Skeksis tirò il fiato, e stavolta davvero ci mancò poco che incenerisse tutti i presenti. Come aveva osato, quel ragazzino! "Nonno" a lui?!
    Però, il pensiero di rovinar tutto lo fece di nuovo desistere dai suoi propositi. Diede un'occhiata a Giotto, e annuì con cortesia: "Sei nobile come pensavo, ragazzo. Il tuo intento è puro, la tua parola sa di ferma promessa..."

    Fece dunque un paio di passi indietro, per poi sollevare le mani secche e nodose verso l'alto e socchiudere gli occhi.
    Passarono solo pochi secondi... Poi, Giotto avrebbe potuto assistere a un prodigio. Qualcosa che invece per i bimbi lì attorno sembrava normale. In effetti, non appena lo videro iniziare il rito, i piccoli si fecero silenziosi. Alzarono semplicemente lo sguardo al cielo, rimanendo con i visini all'insù in attesa di qualcosa.
    Se anche il ragazzo avesse sollevato lo sguardo al cielo plumbeo, avrebbe visto materializzarsi e cadere giù da esso dei batuffoli simili alla neve. Non erano però freddi, e al tatto avevano la consistenza del cotone. Inoltre, si riconoscevano dal nevischio per il fatto che fossero leggermente più grandi e cotonosi.
    La loro particolarità, però, risiedeva nell'odore e, non di meno, nel sapore. Profumavano e avevano il gusto del cibo. Nello specifico, inspiegabilmente della pietanza che Giotto preferiva in assoluto.
    Ne caddero tanti da creare uno strato di quasi un paio di centimetri sulla superficie tutt'intorno al gruppetto, per somma gioia dei bambini.
    I più li afferrrarono al volo prima che toccassero terra.
    Ne mangiarono a mucchi, ridacchiando divertiti.
    "Buone le caramelle!"
    "Io ho pensato al budino della nonna!"
    "Gnam-gnam!"
    Furono le prime voci a udirsi. Di seguito, un vociare concitato creò una vera e propria gazzarra nella zona, coi piccoli che si chinavano al suolo a raccogliere il misterioso cibo.
    Cosa assai anomala, i più furono sazi dopo pochi bocconi. E lo stesso Giotto, se ne avesse provati, si sarebbe sentito rinfrancato.

    "Le piccole cose sanno esser regali graditi, quando non si ha niente..." Sottolineò lo Skeksis, chinandosi per raccogliere un batuffolo.
    Stava per portarselo alla bocca quando il piccolo Hans, in uno slancio totalmente imprevisto, gli finì addosso.
    La schiena crepitò per via del peso del bambino, e skekDor dovette puntarsi con gli artigli delle posteriori per non cadere. Si lasciò persino andare a un grido soffocato, mentre veniva stretto al collo in un abbraccio.
    "Grazie, nonnino! Ti voglio tanto, tanto bene!" Mormorò, e poi gli schioccò un bacio proprio su un angolo del becco.

    Ah, come avrebbe voluto sbudellarli tutti lì sul posto, quei diavoletti. E non in senso figurato! Ma Giotto era lì, e skekDor se l'era cercata. Sapeva che sarebbe capitato. Dannata metà del Mistico, pensò.

    In evidente difficoltà, balbettò in direzione di Giotto: "C-chissà... Forse anche il tuo potere ti permetterà di far t-tornare il sorriso... sui volti di chi s-soffre."
    Disse la prima cosa che gli venne in mente. Frattanto, con la scusa di tenerlo sollevato, portò le mani sotto le ascelle di Hans e cercò di staccarselo di dosso.
    Sentiva già la sciatica dovuta allo sforzo, e le ginocchia tremolavano grandemente. Non avrebbe resistito a lungo.
    Quando finalmente Hans mollò la sua presa, lo Skeksis lo depose al suolo e rimase fermo in quella posizione.
    Ecco... Ora aveva anche il colpo della strega!
    Mugugnò di dolore, massaggiandosi i fianchi: "Ohi-ohi-ohi..."

    Salute: 100%
    Energia: 100%
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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Manna:
    skekDor non ha bisogno di nutrirsi di cibo, in quanto il suo sostentamento è assicurato dai raggi solari del mattino e dalle anime che strappa alle creature viventi. Tuttavia, come ogni divinità che si rispetti, è in grado di creare eventualmente una fonte di sostentamento dal nulla. Nello specifico, concentrando le proprie energie e liberandole verso l'alto, sarà capace di far piovere dal cielo una coltre di batuffoli dall'aspetto di cotone e dall'alto potere nutrizionale. La fonte alimentare è in grado di nutrire fino a cinque creature al dì. Il consumo andrà raddoppiato per gruppi più numerosi. La tecnica non è inoltre dipendente dal cielo: lo Skeksis potrebbe ad esempio evocarne il potere anche in una grotta [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]


     
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    La strana creatura iniziò un giro panoramico (?) delle zone più deboli e disastrate del villaggio. Giotto lo seguiva con fare attento, pur non avendo ancora ben chiara la vera natura di quell'essere. Percepiva, poiché l'aveva già visto tante volte, quel sorriso e quell'espressione di chi si finge gentile, ma sotto sotto premedita ogni sorta di male. Eppure, al tempo stesso, aveva la sensazione che quel skekDor non fosse così profondamente malvagio... Forse era solo vittima di una parte di sé che non riusciva a controllare. Come molte persone, del resto.

    Ho un debito di gratitudine con questo villaggio: intendo ripagarlo.

    Mentre il siparietto con i bambini andava consumandosi, Giotto ebbe sempre più la sensazione che quella fosse la cosa giusta da fare: imparare a usare al meglio i suoi poteri, e usarli per il bene di quel villaggio. Non avrebbe ripreso la sua strada fino a che non fosse riuscito a sistemare le condizioni in cui versavano quei poveri bambini. Forse per la fretta, forse per il senso d'incapacità momentaneo, disse:

    Immagino che, qualora tu voglia insegnarmi a controllare meglio i miei poteri, vorrai anche vederli...
    Ecco... preferirei un posto isolato. Sai, non voglio... creare problemi.


    Se proprio doveva dare una dimostrazione di capacità, era meglio non far aumentare le voci in giro. D'altronde, quella del tizio in mutande in mezzo alla tormenta già serpeggiava per la bocca di tutto e Giotto non ci teneva a rivelare l'identità di quel pazzo pervertito.
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    La schiena cigolò di nuovo, facendo tremolare skekDor per il dolore. Hans, d'altro canto, non aveva alcuna intenzione di lasciarlo stare. Voleva ringraziarlo, a modo suo. Del resto, come poteva sapere che quell'essere, in tutto e per tutto simile al simpatico "vecchietto" che aveva incontrato per la prima volta appena una settimana prima, covasse in realtà in sé un concentrato di malvagità e disprezzo?
    E dunque il bimbetto cercò nelle sue tasche, e alla fine cacciò fuori un teschio di pollo. Attorno alle orbite era stato legato un laccio, che gli permetteva di usarlo come ciondolo.
    Lo porse a skekDor, mormorando: "Tieni. Tu ne hai già tanti, ma questo è speciale."
    Ma il mezzo-Mistico aveva altre grane per la testa. Afferrò il regalo e spostò l'attenzione su Giotto: "Un altro posto? ma certo, ma certo. Andiamo pure. Farò strada io."
    E mentre i due si voltavano, il piccolo Hans mormorò sottovoce: "Così, quando lo guarderai, ti ricorderai di me."
    "Ne conosco giusto uno in cui-" Le parole gli si mozzarono in gola. Il becco si richiuse lentamente, e subito dopo le palpebre s'abbassarono. Rimase così solo per un paio di secondi e, quando finalmente riaprì gli occhi, lo sguardo andò a cadere proprio sul piccolo dono che stringeva ancora in pugno.
    Lo fissò con cura alla gonna, proprio vicino all'anca destra. Così, l'avrebbe avuto sempre sott'occhio. Quindi, rivolgendo un sorriso anodino ad Hans, disse: "Che tu sia benedetto... Che lo siate tutti, piccoli angeli."
    Salutò i bimbi senza fretta, quindi finalmente ritornò a dare attenzione a Giotto.
    "Perdonate la scortesia, ragazzo. Seguitemi. Conosco il luogo giusto per la vostra dimostrazione."

    La marcia non fu lunga, poiché buona parte del villaggio era distrutta, e pressappoco un posto valeva l'altro. skekDor portò Giotto lì dove le macerie della case distrutte erano state sgomberate, e la neve aveva coperto la terra creando un manto omogeneo.
    Indicò un punto al ragazzo, quindi fece qualche passo per distanziarsi da lui. L'atteggiamento ora, avrebbe detto Giotto, sembrava onesto e genuino.
    Non di meno, anche il muso aveva qualcosa di diverso. Si trattava di piccoli dettagli, quasi impercettibili. Occhi più grandi, quasi più luminosi. E lineamenti delicati, per quanto consentisse la pelle rachitica che pendeva dal collo di skekDor.
    "Non abbiate paura d'esagerare. Mostratemi le vostre potenzialità senza timore. Sono pronto a tutto."
    Aveva indicato un piccolo cumulo di neve, a un paio di metri di distanza dal punto in cui si trovavano.
    Non aveva idea di che tipo di manifestazione gli avrebbe mostrato Giotto, ma se questi aveva bisogno di un obiettivo inerte, ora gliel'aveva fornito

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    La creatura indicò a Giotto un cumulo di neve da colpire, ma il giovane Nemea, di tutta risposta, si voltò cercando qualche ammasso di ghiaccio e neve di considerevoli dimensioni. Quando finalmente lo trovò, ritenne che fosse sufficientemente grande da poter essere colpito, senza che l'ambiente d'intorno subisse danni considerevoli. Alzò le mani della sua giacca e impose le mani ad artiglio in avanti.

    Fin dall'antichità, la mia famiglia ha sempre usato la Fiamma. Tuttavia, raramente, un nuovo tipo di Fiamma si manifesta spontaneamente. Nella mia famiglia, due sole persone sono conosciute per aver ricevuto questo potere dalla nascita: un mio trisavolo... ed io.

    Dalle sue mani proruppe improvvisamente una vera e propria bordata di fuoco. Come una cannonata, ma continua e senza rimorso, un fuoco dalle venature scure si proiettò in linea retta e dissolse senza particolare difficoltà la neve; arrivato al suo bersaglio, non solo lo disintegrò ma continuo la sua corsa, costringendo Giotto ad alzare le braccia per impedire che la fiammata andasse a distruggere qualcuno o qualcosa.

    La chiamano Fiamma dell'Ira, perché è incontrollabile: proprio come uno scatto di nervosismo. Non amo servirmi di questo potere, nonostante sia di una violenza immane. E prima che me lo chiediate, no. Non si può controllare. Il mio trisavolo, con enorme fatica, era riuscito a malapena a veicolarne il potere distruttivo nelle sue armi.

    Si voltò, aspettando una risposta da skekDor. Dal momento che le dimostrazioni non erano finite, il giovane Giotto ci tenne a precisare:

    Il potere che mi ha permesso di arrivare fin qui sano e salvo è... completamente diverso. Ci tengo a precisare che sì, si può imparare ad usarlo, ma io sono ancora molto inesperto; ogni volta che lo utilizzo, ci sono delle conseguenze inaspettate. Per prima cosa, ho bisogno di un compito: datemi qualcosa da fare, qualcosa di difficile o che richieda molta forza fisica, e... mi scuso in anticipo..

    Sospirò. Era certo che, alla fine della dimostrazione, skesDor gli avrebbe chiesto di non farlo mai più.
    E aveva ragione!
     
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    Lo Skeksis non batté ciglio quando la fiammata partì, riducendo in polvere il cumulo di neve. Nonostante l'impatto, quel fuoco non si estinse, e anzi proseguì nella sua opera di distruzione. Ma Giotto lo direzionò dove non avrebbe potuto far danni.

    skekDor si passò un lucido artiglio sotto il mento, quindi disse: "Non me ne vogliate per il vostro anziano parente, ma... niente a questo mondo è incontrollabile. Talvolta si pensa che qualcosa lo sia solo perché non si è ancora trovata la giusta maniera di piegarla al proprio volere."
    Spostò le grandi iridi rosse sul ragazzo, quindi agitò la zampa e proseguì: "A voi questo potere fa paura. Si vede che ne temete gli effetti. Ed è qualcosa di grande, di minaccioso. Vi sentite piccolo al suo cospetto, e scommetto che anche per il vostro trisavolo fu lo stesso..."
    Intanto, s'era incamminato verso il luogo dell'impatto.
    Si chinò con gran fatica a terra, e raccolse un po' della poca neve che era sopravvissuta all'esplosione della fiamma. Strinse il pugno e lo rilassò, avendo in breve una candida pallina bianca nel palmo: "Non conoscete quel potere, per voi è qualcosa di nuovo. Magari lo possedete fin dalla nascita, ma il fatto che lo crediate incontrollabile dimostra solo che ne avete una scarna comprensione."
    Mentre la neve veniva lasciata cadere a terra, la sua attenzione tornò su Giotto: "Voglio proporvi un esercizio mentale. Pensate a quand'eravate un infante. Allora, anche solo sperare di reggervi sulle vostre gambe era qualcosa di difficoltoso. E se vi avessero detto che, con quelle stesse gambe, si poteva anche correre? Se ne aveste avuto la facoltà, che avreste pensato di una simile idea? Una panzana, giusto? Perché pensare che qualcosa che credevate costruito male per sorreggervi avrebbe anche dovuto consentirvi dei movimenti veloci?"
    Socchiuse gli occhi: "Stare in piedi ormai per voi è banale. Correre, poi, potreste persino trovarlo piacevole. A voi serve solamente qualcuno che vi sproni a rialzarvi, quando incespicate nel tentativo di tenervi sulle gambe. Tutto qui, ragazzo."
    Sorrise anodino. Poi, di fronte alla necessità di Giotto di affidargli un compito, gli venne spontaneo indicare il terreno sotto ai suoi piedi.
    "Sta bene. Propenderò per qualcosa di molto faticoso. La neve cade qui da più d'una stagione. Al di là di quanto sia spesso lo strato, di sicuro si saranno formate diverse lastre di ghiaccio fra il manto che i miei occhi scorgono e il terreno sottostante. Ebbene, voglio che usiate il vostro potere per estrarre della terra. Il quantitativo necessario a riempire una baita dovrebbe esser sufficiente." Attese

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    Si rese conto che la sua spiegazione non aveva soddisfatto pienamente skekDor, dal momento che serbava ancora dubbi sulla Fiamma dell'Ira.

    La Fiamma è controllabile, ma non questo tipo. La Fiamma dell'Ira è... è come una pentola a pressione il cui coperchio è in attesa di esplodere. Quando lo fa, la forza che sprigiona è tanta e così impetuosa che sarebbe come sperare di controllare un cataclisma. Questa Fiamma deriva da un sentimento, come la collera; lo posso usare solo quando perdo il controllo di me. Capirete, quindi, che un potere che richiede di perdere il controllo di sé, sia impossibile da controllare una volta in uso!

    Stava per concludere quando ritenne doveroso aggiungere.

    Il mio antenato non voleva controllare questo potere perché non gli interessava. Era l'unico della mia famiglia a combattere a mani nude, perché la sola potenza della sua Fiamma era sufficiente ad incenerire qualsiasi cosa.

    Terminata anche quella spiegazione, il giovane Giotto prese dalle tasche una piccola pastiglia. Si guardò quindi intorno, imprimendo nella sua mente le condizioni del villaggio e dei bambini. Mandò giù la pillola e attese...

    Dopo pochi istanti, cadde a terra come privo di vita. Il suo cuore si era fermato. Nessun pulso vitale proveniva; semmai skekDor avesse avuto i mezzi per avvertire l'energia vitale, avrebbe avuto pochi dubbi: quel ragazzo era, effettivamente, privo di vita.

    Poi, come un fulmine a ciel sereno, qualcosa emerse.
    Dal corpo del ragazzo una fiamma esplose; e, come un serpe che si libera delle squame, ne uscì Giotto.
    Un altro.

    I suoi capelli erano leggermente mossi, all'insù. Sulla fronte spiccava, chiara e ardente, una piccola fiamma dorata.
    Quello che era cambiato era però l'atteggiamento del giovane.

    ESTRARRO' QUELLE LASTRE ANCHE A COSTO DI MORIRE!

    Gridò. Le sue pupille erano prive di iridi. E indosso, a parte le mutande, non aveva niente.

    In quelle ridicole condizioni, il giovane però si gettò senza indugio nella neve e raccolse, una ad una, tutte le lastre di ghiaccio che c'erano. Non si limitò però solo a quelle che skekDor gli aveva richiesto: cercò di ripulire anche altre, andando ben oltre ciò che gli era stato chiesto.

    Quando finì, il "guscio" di se stesso che aveva abbandonato era ormai ridotto in cenere. La fiamma sulla sua fronte si spense, mentre lui, stanco e debilitato, sedeva seminudo al freddo.

    Questa si chiama... Dying Will Mode. O altrimenti, Modalità in Punto di Morte. Normalmente, la si attiva subendo uno sparo con uno speciale proiettile, ma la mia famiglia ha ideato le "Dying Pill" per sopperire a questa necessità. Quando viene attivata, la Dying Will fa si che ogni rimorso diventi motore portante delle proprie azioni. Nel mio caso avevo il rimorso che, morendo, non avrei potuto aiutare quei bambini. Più il rimpianto è forte, più potente è la tecnica. Questa è la prima forma di manipolazione della Fiamma. Ne esistono altre: tecniche più sofisticate. Ma imparare a usare questa è il primo passo fondamentale.

    Poi prese a tremare dal freddo. Dopo tutto, era seminudo e in mezzo al ghiaccio!
     
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    2euoc53


    Lo Skeksis c'aveva provato a render chiara la faccenda a Giotto. Ma il ragazzo aveva ancora tanta strada da fare, e un antico detto diceva che "Il maestro che conosce dieci deve insegnare al massimo fino a nove": Giotto doveva colmare da solo le sue lacune in materia.
    Perché se il potere si sprigionava solo quando perdeva il controllo, allora non ne aveva affatto il controllo. E restare calmo a vita con un leone famelico chiuso dentro uno stanzino non rappresentava una soluzione congeniale.

    Il ragazzo si preparò poi a eseguire il compito che skekDor gli aveva dato. Prese una pillola, e cadde morto stecchito.
    "Ah! N-no... Perché?" Domandò il mezzo-Mistico, visibilmente preoccupato. Poteva percepire chiaramente lo spirito di Giotto prepararsi a lasciare il suo corpo. Si era ucciso!

    Invece, ancora prima che potesse accorrere in suo aiuto, un doppio dotato di diverso atteggiamento e aspetto comparve dalle spoglie mortali. skekDor l'osservò in silenzio, e valutò le sue reazioni e azioni. Comprese così ciò che voleva dirgli Giotto, poco prima.
    "Che maniera tremenda e a dir poco impraticabile di usare il tuo potere, ragazzo..."
    Si fece vicino al giovane, e alzando la mano evocò dal nulla quattro fiammelle fluttuanti. Queste, facendosi vicine al ragazzo, avrebbero preso a vorticargli attorno, fornendogli il calore necessario a non tremare.
    "Torniamo al villaggio. Non sta bene che un giovanotto come te vada in giro in subligatula."

    E, sì detto, s'affrettò a riportare Giotto verso la zona delle case. Anche perché, continuando così, si sarebbe di sicuro buscato un malanno!

    Salute: 100%
    Energia: 95%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Generazione degli elementi:
    Qualora lo ritenga necessario, skekDor è in grado di generare dal nulla una ridotta quantità dei quattro elementi della vita: che siano fiammelle fluttuanti necessarie ad accendere un fuoco da campo, abbastanza acqua da riempire una tinozza , una tana nel terreno abbastanza spaziosa e confortevole da risultare un buon riparo per la notte o una sottile brezza capace di allontanare per circa un'ora eventuali nubi da un cielo plumbeo [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]




    Edited by Nightrun - 2/10/2018, 22:53
     
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