Le Fiabe della Luna Scarlatta

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    « Ah, dunque è Palanthas che intendevi. »
    Chiese Denver, una volta che raggiunsero il posto dopo quello che si era rivelato un viaggio tutt'altro che lungo. Protetti entro la bolla energetica di Riful, il vento o il brutto alito del drago bicefalo su cui stavano viaggiando non aveva minimamente sfiorato il seguito della strega, ed il tragitto che intercorreva fra Klemvor ed il presidio Est era stato davvero breve. Evidentemente, Riful non poteva aprire un varco dimensionale verso Palanthas, ma niente le aveva impedito di velocizzare il percorso in qualche modo, usando la magia. Arrivarono due bibliotecari, a cui però la streghetta non prestò minimamente attenzione, ignorandoli mentre proseguiva a passo di marcia in direzione dei portali, seguita dappresso dalle due femmine guerriere ribattezzate Lisa ed Helena.

    sdfadsfa

    « Intendevo dire quello che ho detto. »
    Rimbeccò il giornalista la maghetta, sottolineando quello che era fin troppo ovvio, ovvero che lei non sbaglia mai.
    « Una biblioteca non è composta da mattoni e calce, è fatta dai libri che contiene! Altrimenti, non sarebbe affatto una biblioteca, non ti pare? Qua dentro ci sono i libri che un tempo erano collocati nella mitologica Biblioteca di Alessandria, prima che il fuoco del dragone Araloth il Rosso la riducesse in cenere. Evidentemente provengono da una realtà alternativa dove il fuoco del drago non l'ha distrutta per intero, oppure sono libri che provengono dalla Biblioteca del Serapeo, e per questo risparmiati dalle fiamme. »
    C'era da chiedersi a quale Biblioteca di Alessandria alludesse Riful, ma era una domanda sciocca: nel multiuniverso esistono infiniti mondi, ed infinite realtà, quindi anche infinite Biblioteche di Alessandria, fatto che rendeva una domanda simile del tutto priva di senso.

    Avviatasi a passo marziale verso la sua destinazione, di fatto costrinse Rhaziel, Kei e Denver a rispondere ai due saggi accorsi sul posto, che invero si erano approcciati con molta deferenza. Dietro al drappello il massiccio drago Abbadon semplicemente si adagiò sulle quattro zampe e ripiegò le due teste serpentine sul corpo, chiudendo gli occhi come se avesse tutte le intenzioni di mettersi a dormire. Perfino così era una presenza imponente, una piccola montagna di scaglie nere che emanava un odore a dir poco pestilenziale di terra e metano.

    « Buongiorno, Signori e Signorine. E benvenuti alla Grande Biblioteca di Palanthas. Posso sapere che ragioni vi portano alle nostre soglie con un drago? »
    Fu il Cacciatore di Taglie a rispondere, mentre il drappello di avanguardia stava già guadagnando l'ingresso, alle calcagna della capogruppo, costringendo le rimanenti tre guardie del corpo a spicciarsi per non rimanere indietro e di conseguenza forzando i due saggi a fare altrettanto per non restare indietro rispetto ai nuovi ed inconsueti "ospiti" che contro ogni aspettativa parevano intenzionati davvero ad usufruire semplicemente dei libri in possesso della famosa biblioteca dell'Est.

    Alla signorina piace fare le cose in grande.
    Fu tutto ciò che ottennero come risposta da Rhaziel, decisamente troppo buffo con l'enorme cesto di capelli afro dentro cui aveva preso dimora un grosso micione bianco. Indicò il largo cappello da strega e la sua portatrice come il proprio boss, quindi Kerobal seppe a chi doveva avanzare le domande...

    « Che roba!!! »
    Insorse la strega a voce alta, disturbando senza troppe cerimonie la quiete del luogo.
    « Guardate che roba: hanno fatto un casino unico!!! Questi libri provengono da chissà quanti luoghi diversi, e sono catalogati senza il minimo senso logico! Impiegherei anni a trovare il mio libro, se non sapessi fare così: »
    Prese posizione nello spiazzo centrale, di fronte agli ordinati scaffali dove riposavano i libri, e piantò il manico di scopa al suolo, provocando un boato simile allo scoppio di un petardo ed uno spostamento d'aria caricata di energia azzurro elettrico, che si diramò in ogni direzione. In tutta risposta giunse un eco distante, ed un ribollire come del fondo di un pentolone sul punto di esplodere. Da qualche parte nei recessi della biblioteca, una dozzina di tomi vetusti dall'aria antica volarono letteralmente in direzione di Riful, che sorrise vedendoli che si disponevano in semicerchio di fronte a lei, levitando a dodici piedi di altezza, esibendo le rispettive copertine a colei che li aveva richiamati.

    « Eccoli... Eccoli qui... Allora, dunque... »
    Iniziò a studiarli con attenzione, anche se dalla distanza. Nel frattempo ai suoi piedi iniziarono a danzare rune di potere di un azzurro brillante, che iniziarono a formare cerchi e spirali. Un alfabeto antico, illeggibile ai più, parole di potere che formavano un incantesimo di trasferimento. Normalmente quel tipo di incanti non avrebbero mai avuto alcun effetto entro le mura di Palanthas, come la strega stessa aveva asserito. Non a caso, aveva scelto il dragone Abbadon come mezzo di trasporto. Eppure la cosa non sembrava interessarle.
    « Fate silenzio, ora. Ed ascoltatemi bene. »
    Uno dei libri si staccò dal semicerchio, aprendosi e sfogliandosi da solo. Si avvicinò a Riful, finché anche gli altri alle sue spalle riuscirono a leggere il titolo del capitolo su cui si era soffermato. "La strega d'argento dei Von Liebewitz", c'era scritto. E poi, dopo aver sfogliato alcune pagine, una nuova storia. "La Seconda Battaglia delle Porte Adamantine". Poi il libro si chiuse, ed il suo titolo fu leggibile a tutti: "Celentir: Le Fiabe della Luna Scarlatta". Le lettere sulla copertina iniziarono a brillare, ed altre rune apparvero attorno ad esso, formando un anello sospeso nell'aria di spirali arcani che rilucevano di luce azzurra.

    « Quando arriveremo al Castello Volante di Refarth, state in silenzio e lasciate parlare me. Gli elfi sono una razza piena di boria, ma la mezz'elfa Fiethsing è la loro veggente ed una mia collega, ho bisogno del suo aiuto per trovare le memorie di Celentir, ci faciliterà di molto il lavoro. Quindi cercate di essere professionali, o almeno fate finta. Siete pur sempre le guardie del corpo della potente Strega dell'Est, Riful la strega d'argento, la più potente incantatrice di Celentir, la Strega delle Anime Ritrovate. vedete di non dimenticarlo o vi trasformo in rospacci putridi! »
    Un potente flash invase la biblioteca, accecando tutti i presenti. Ci fu un forte vento che investì tutti quanti, costringendo anche i più preparati a coprirsi il volto con una mano d'istinto, mentre l'aria si faceva più fresca, l'odore di carta spariva sostituito da quello pulito e fresco dell'alta quota, come se d'un tratto fossero in montagna.

    E all'improvviso... le nuvole. Piccoli batuffoli di cotone che stagnavano all'orizzonte, un paesaggio alieno a quello di Endlos, una catena montuosa in lontananza, una pianura sterminata dove laghi e fiumi si rincorrono fra boschi e fattorie. Ognuno dei presenti poté individuare i propri compagni al proprio fianco, sospesi nell'aria. Tutti quanti, nessuno escluso, stavano volando a chissà quanti chilometri di altezza. Anzi, non stavano volando...
    Stavano precipitando.

    Riful aveva smarrito il manico di scopa, ma aveva già estratto il libro delle anime ritrovate e si stava chiaramente lamentando di qualcosa a voce alta, ma era impossibile sentirla. Immerso nella capigliatura afro di Rhaziel, il micione si rese conto di quel che stava succedendo d'istinto, e altrettanto di istinto piantò gli artigli sulla capoccia del suo mezzo di trasporto, aggrappandosi ad esso disperatamente nel tentativo di non volare via. Poi c'erano le tre evocazioni, quella che Denver aveva ribattezzato Lisa aveva estratto una spada runica avvolta di energia cerulea che adesso era due volte più grande di lei, Helena invece precipitava come tutti, ma l'aria attorno a lei iniziava a farsi incandescente, segno di una metamorfosi imminente. Poi c'era Kerobal, che non avrebbe neanche dovuto esserci, e poi... nient'altro. Se qualcuno avesse cercato la sagoma rossa della giovane esorcista chiamata Rouge, non avrebbe trovato niente, nonostante la mantellina scarlatta che in teoria doveva renderla abbastanza visibile. E tantomeno Lowarn, forse rimasto a Palanthas. O forse semplicemente scomparso.

    In ogni caso, il Castello Volante di Refarth non c'era. Al suo posto solo aria... ed il terreno, che ora iniziava ad avvicinarsi a velocità crescente.

    .Le Fiabe della Luna ScarlattaBenvenuti nel regno delle Fiabe, state cadendo tutti insieme appassionatamente... O meglio, non proprio tutti insieme! Kei e Lowarn non fanno più parte del gruppo, per loro sono previste delle quest parallele personali che saranno aperte a breve (quella di Lowarn si svolgerà sul forum, mentre quella di Kei si svolgerà a parte e sarà postata per intero solo dopo che sarà conclusa, a tempo debito).

    Siete quindi in sette a precipitare! Avete due possibilità: volate, o non volate. Se volate tutto a posto, altrimenti... beh, trovate un sistema per non sfracellarvi!!! Siate fantasiosi, e cercate una soluzione. Se non ci riuscite... beh, tranquilli! In tal caso semplicemente vi passa tutta la vita davanti in una meravigliosa esperienza pre-morte e perdete i sensi mentre siete vicini a schiantarvi al suolo. Per vostra fortuna Riful non vi lascia morire sui nastri di partenza, anche perché poi sarebbe costretta ad ammettere di aver fatto un errore, mentre invece lei non si sbaglia mai!!!
     
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  2. _MajinZ_
     
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    Rhaziel non era per nulla affascinato da quel luogo, per lui Palanthas era un posto come un altro, visto che la magia non era proprio tra i suoi interessi: la riteneva al pari di una scorciatoia per fare le cose, che forniva una visione troppo semplificata della vita. Una cosa che riteneva molto più importante, invece, era sicuramente l'educazione e Riful dimostrava sempre di più di non averne una, visto il modo in cui trattò quei due poveri bibliotecari. Il guercio però si limitò a sospirare, aveva già una capigliatura afro con un gatto dentro e non voleva proprio sapere cosa gli sarebbe capitato in caso di ulteriori proteste. Decise quindi di seguire la streghetta in silenzio mentre quest'ultima dava il via a uno dei suoi strani rituali fatti di libri danzanti, paroloni e lamentele più o meno velate. Infine, dopo un discorso carico di elogi rivolti a se stessa, un forte flash costrinse il Verde a chiudere il suo unico occhio.
    All'improvviso l'uomo sentì il suo viso sferzato da una fresca brezza, quella tipica che spirava tra le montagne e faceva tanto bene ai polmoni. Quando riaprì gli occhi si accorse quasi immediatamente di trovare in un altro mondo, quei monti infatti non c'entravano niente con Endlos: si trattava di una regione ricca di fiumi e fattorie. Dovevano trovarsi davvero in alto per ammirare quel luogo in quasi tutta la sua totalità.

    Bel panorama.

    Commentò il Cacciatore guardandosi attorno, incontrando quasi immediatamente i compagni e accorgendosi infine che non c'era nessuna torre sotto i suoi piedi, come fino a un secondo prima aveva supposto. E quei batuffoli bianchi erano nuvole. Fu solo in quel momento che guardò in basso. Sbiancò. Stavano precipitando nel vuoto. Istintivamente afferrò la prima cosa che gli capitò a tiro, ovvero Denver.

    Maledetta stregaaa! Che cazzo vuoi uccidermi?! FA QUALCOSA!!!

    Rhaziel iniziò ovviamente a prendersela con chi riteneva responsabile, dimenticandosi ogni cautela mentre le si rivolgeva... ma visto che stava precipitando e visto che non voleva morire, doveva trovare un modo per sfogarsi.

    Se mi fai morire giuro che ti perseguiterò per generazioni!

    Urlò l'aviatore che di volante non aveva molto, e ovviamente nemmeno il micio tra i suoi capelli che, istintivamente e disperatamente, pensò bene di tirare fuori gli artigli per ancorarsi bene alla capoccia del povero mercenario. Lui che di rimando stritolò Denver... quando avrebbe voluto stringere due belle tette prima di morire. Invece no, era sfigato anche nella morte.

    AAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!

    Un urlo pieno di paura, dolore e disperazione invase i cieli di Celentir.



    CITAZIONE
    Rhaziel

    Stato fisico: Ok.
    Stato mentale: ...err.
    Mana: 100%

    Passive: Eterna giovinezza, visione termica
    Equipaggiamento:
    Revolver AMB_
    Definirlo un revolver è abbastanza riduttivo, visto che di quel tipo di pistola ne ricorda soltanto la forma. Lungo quando un avambraccio (mano compresa) o forse più, questa particolare pistolona monta non una ma ben tre canne e il caricatore a tamburo è forse la cosa che più fa assomigliare l'arma a un revolver, anche se la maniglia sottostante sembra presa proprio da un fucile a ripetizione. I proiettili che spara però non entrarebbero mai in un giocattolino come quello e, cosa più importante, quest'arma ne spara ben tre alla volta ed è un ottimo deterrente in certe situazioni. Purtroppo però montando sei cartucce e sparandone tre alla volta, ecco, non è un'arma veloce... ma spesso basta solo la prima scarica. La sigla si riferisce al fatto che quando Rhaziel tira fuori la sua pistola in genere è fuori di se e "adesso muori bastardo" è la cosa più gentile che esce dalla sua bocca.

    Il Fottuto Blaster_
    Il tipo a cui apparteneva questa particolare arma non aveva una buona mira, ecco il motivo per cui ora appartiene al Cacciatore. Dopo averlo ammazzato con l'arma descritta in precedenza, l'uomo si rende conto che gli averi del tizio non sono molti e l'unica cosa di valore è quell'arma, e ai morti non servono robe del genere. Molto simile ad un fucile, di cui ne riprende il calcio e la meccanica, la particolarità di quest'arma è la canna tozza e molto più massiccia rispetto ad un normale fucile, e la bocca di fuoco particolarmente ampia lo rendono più simile ad un cannone. Monta anche un mirino sopra, ma non serve a niente. Spara delle sfere di plasma che esplodono al contatto, robe che ti fanno dire "wooow".

    Rebecca_
    A dire il vero non si ricorda perchè ha dato un nome femminile a quel fucile, però da quando ha memoria Rhaziel ha sempre chiamato così la sua arma preferita. Si tratta di un normale fucile da cecchino, un po' moderno forse, ma il suo scopo è sempre il solito: colpire senza essere visti. E per farlo si avvale di un semplice mirino ottico, niente di troppo complicato o strafigo, ma che serve comunque al suo scopo. E lo fa molto bene.

    La Spada_
    Posizionata accanto all'arma menzionata in precedenza, si tratta di un normale spadone a due mani senza troppi fronzoli. L'elsa è semplice e lineare, così come la guardia sulla quale è incisa una croce dorata. In fin dei conti è una normale arma, però risulta molto utile durante il combattimento ravvicinato, soprattutto quando essa entra in risonanza con lo strano arnese luminoso racchiuso nel petto del Cacciatore.

    Lo Scudo_
    Il nome potrebbe trarre in inganno, però non si tratta di un vero e proprio scudo, almeno in apparenza. Infatti si tratta di un semplice guanto d'arme in acciaio che avvolge completamente l'avambraccio e la mano, e si collega allo spallaccio che difende la spalla e parte del resto del braccio. Questa protezione è molto utile per i viaggi, visto il suo scarso ingombro, ma non è molto utile per proteggersi, ma è qui che entrano in gioco le particolarità dell'oggetto. Esso infatti è in grado di attingere direttamente dalla Batteria, oppure entrare in risonanza con i simboli alchemici tracciati sul braccio destro, i quali riescono a farla mutare di aspetto. Se ve lo state chiedendo... no, quel braccio non è suo.

    Chastiefol
    All'apparenza si presenta come una normalissima lancia, lunga circa due metri nella sua totalità... ma le simiitudini con una normale lancia si concludono qui. Si tratta infatti di un'arma speciale, in cui ogni sua componente è stata trattata per funzionare alla perfezione, unendo le conoscenze alchemiche e tecnologiche del suo inventore. La ricerca di ogni speciale lega che la compone, di ogni minerale e lo studio dei cerchi alchemici è stato molto lungo e complesso, tanto da richiedere diversi anni solo per dar vita al progetto... e altrettanti per creare l'arma vera e propria. Il risultato però è davvero convincente e Rhaziel ne va davvero orgoglioso.
    Il materiale di cui è composta è molto simile all'acciaio, ma la sua leggerezza rende anche un'arma ingombrante e lenta come una lancia, agile e precisa in tutte le sue combinazioni d'attacco. Grazie all'alchimia poi, Chastiefol è in grado di mutare la sue dimensioni, passando da una lunga arma per tenere a distanza i nemici, a una corta daga per affrontare uno scontro più ravvicinato. Inoltre la punta della lama è costituita da un metallo speciale trattato alchemicamente, il quale grazie all'aggiunta di un particolare minerale che reagisce agli urti, è in grado di generare esplosioni al tocco con qualsiasi superficie, variando la potenza a seconda dell'energia impressa nel colpo.
    [Lancia + Daga + Passiva di Leggerezza + Tecnica Mutaforma + Tecnica Variabile]


    Tecniche utilizzate:
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    Senza avere l'educazione o il buongusto di replicare, la ranocchietta col cappello da strega si diresse all'ingresso, dappresso tallonata dalle due guerriere che -in quel momento- gli apparvero nella triste luce di integerrime puericultrici, ingaggiate per assistere la viziatissima figlia di qualche incantatore mentre svolgeva i suoi impellenti bisognini nei bagni della Biblioteca; una circostanza imbarazzante, ma... se non altro, sarebbe stata una giustificazione valida per la sua condotta. Ad ogni modo, il Principe Demone la lasciò correre via.

    Avrebbe potuto sbatterle i battenti del portone di ingresso sul faccino con il giusto tempismo... ma la lasciò entrare senza restituirle la cortesia: se la notizia fosse arrivata a Dama Kalia, ci avrebbe fatto una magra figura, e se l'avesse saputo il Pinguino, nessuno lo avrebbe scampato da una lunga, noiosa e asfissiante predica.

    Alla signorina piace fare le cose in grande.

    « Immagino sia per il bisogno di compensare... »
    assentì il Saggio di Nazara, arricciando le labbra in un mezzo sorriso
    « Ad ogni modo... voi siete i suoi tuto-...? »

    Mentre si voltava verso il Guercio per scrutare almeno in faccia la persona con cui si stava interfacciando, il Nephilim si ritrovò lo sguardo delle iridi di ametista calamitato dalla chiazza bianca che troneggiava al centro della capigliatura afro di Rhaziel... e con un lungo e basso miagolio, la bestiola gli ricambiò l'occhiata indecifrabile.

    « ...presumo di no. Comunque: mentre qualcuno è così gentile da spiegarmi
    chi siete e cosa sta accadendo, direi di riunirci all'interno. »

    scuotendo il capo, mosse un cenno col braccio per far strada alla compagnia
    « ...e raggiungere la piccola miss; ha l'aria di essere piuttosto prepotente,
    e temo per i nostri miti bibliotecari. »


    Quando Kerobal raggiunse la piccola ospite nello spiazzo della grande sala al pian terreno, alcuni tomi già le fluttuavano intorno; per fortuna,essere arrivato in ritardo gli aveva provvidenzialmente risparmiato lo spettacolino con le luci, i deliri petulanti, e gli incantesimi non autorizzati. Beh... non tutti i deliri petulanti.

    « Quando arriveremo al Castello Volante di Refarth, state in silenzio e lasciate parlare me. Gli elfi sono una razza piena di boria, ma la mezz'elfa Fiethsing è la loro veggente ed una mia collega, ho bisogno del suo aiuto per trovare le memorie di Celentir, ci faciliterà di molto il lavoro. Quindi cercate di essere professionali, o almeno fate finta. Siete pur sempre le guardie del corpo della potente Strega dell'Est, Riful la strega d'argento, la più potente incantatrice di Celentir, la Strega delle Anime Ritrovate. vedete di non dimenticarlo o vi trasformo in rospacci putridi! »

    ...e, a quanto pareva, neppure tutti gli incantesimi: un flash di ovvia origine magica cancellò la realtà in un lampo di luce, e -un istante dopo- il Principe Demone si ritrovò circondato da un forte vento e da... nuvole. Nuvole di alta quota, oltre le quali si intravedevano i contorni di un qualche verdeggiante paesaggio sconosciuto: monti sull'orizzonte, verdi pianure percorse da laghi e fiumi, con macchie di boschi e campi coltivati... e nessun appoggio a sostenere i loro piedi.

    Bel panorama.

    Non ci volle molto prima che la gravità li reclamasse al suolo, e pur iniziando a precipitare come tutti gli altri, la prima reazione di Kerobal fu un serafico sorriso nel vedere la mocciosa sbraitare mentre sfogliava un librone dall'aria mistica, senza che la sua voce gli offendesse l'udito. Per il povero Guercio, invece, gli dispiacque un po' di più...

    Maledetta stregaaa! Che cazzo vuoi uccidermi?! FA QUALCOSA!!!
    comprensibilmente impanicato, Rhaziel aveva afferrato Denver
    Se mi fai morire giuro che ti perseguiterò per generazioni!
    AAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!


    Con quell'urlo a squarciagola, lo strano trio -i due uomini e il gattone bianco- sfrecciò verso il basso come un peso di piombo, sparendo sotto di lui senza che il Nephilim vi badasse: per quanto anti-climatico fosse rispetto alla situazione, Kerobal si era isolato nella propria mente, calandosi in uno stadio di concentrazione utile a sintonizzarsi con i suoi geni Galanodel e far appello ai poteri che questi gli garantivano per nascita... e quando la levitazione spense il chiasso che l'aria produceva fischiandogli attorno, il Principe si concesse il lusso di gettare un'occhiata in giro.

    Una delle balie-gnocche era appesa ad una spada grande due volte lei, l'altra pioveva avvolta da un'aura incandescente come una stella cometa, la streghetta sfogliava il suo libro, gli uomini precipitavano come pietre, e...


    « …dov'è Lowarn? »

    Perplessità, nella voce e nello sguardo; nella mente, la speranza che fosse rimasto indietro, a Palanthas... e nel cuore, un brutto presentimento.


    Librarsi in volo Poichè i Galanodel derivano da creature del cielo, se ben allenati, sono in grado di sollevarsi in aria, galleggiando in essa grazie al pensiero. Il volo è a volte accompagnato dall'apparizione di un paio d'ali bianche che, tuttavia, hanno puro effetto scenico. [Volo fino a 5 m dal suolo]
     
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    « Intendevo dire quello che ho detto. »
    Ritorce la ragazzina, incapace di ammettere di aver preso un granchio.
    « Una biblioteca non è composta da mattoni e calce, è fatta dai libri che contiene! Altrimenti, non sarebbe affatto una biblioteca, non ti pare? Qua dentro ci sono i libri che un tempo erano collocati nella mitologica Biblioteca di Alessandria, prima che il fuoco del dragone Araloth il Rosso la riducesse in cenere. Evidentemente provengono da una realtà alternativa dove il fuoco del drago non l'ha distrutta per intero, oppure sono libri che provengono dalla Biblioteca del Serapeo, e per questo risparmiati dalle fiamme. »

    La fissa con l'espressione di chi sta cominciando a perdere la pazienza, i denti così stretti da cominciare a sfregarsi fra loro. Non è concepibile che un giornalista di quasi quarant'anni si ritrovi a farsi spiegare cosa sia una biblioteca da una ragazzina di undici, specie quando la definizione di questa non ha alcun dannatissimo senso. Purtroppo, se ribattesse come vorrebbe, finirebbe trasformato in un qualche animale da giardino, nel migliore delle ipotesi; è tuttavia sua precisa intenzione diventare a propria volta potente a sufficienza il prima possibile, affinché possa finalmente darle tutte le sculacciate che non ha ricevuto nell'ultimo decennio. Con buona pace dell'Alfiere che, una volta arrivati a quel punto, non sarà comunque più in grado di fermarlo.

    Non risponde neppure ai due Custodi, quando interpellata in merito all'aver portato un drago di simili dimensioni davanti alla loro porta di casa, avviandosi spedita verso l'ingresso della Biblioteca, e lasciando loro a dover spiegare la situazione. Denver non aveva avuto parole per rispondere, ma Rhaziel, grazie al cielo, sì; non sa se ritenere normale o ironico che sia stato il mercenario di lunga data ad avere avuto la replica pronta a disposizione. Vago, come altro non avrebbe potuto essere da qualcuno che, con ogni probabilità, ne stava capendo quanto lui, ma efficace e sintetico.

    « Che roba!!! »
    Esclama ora Riful, non curante della regola d'oro di tutte le biblioteche del mondo -anzi, di ogni mondo-: "silenzio".
    « Guardate che roba: hanno fatto un casino unico!!! Questi libri provengono da chissà quanti luoghi diversi, e sono catalogati senza il minimo senso logico! Impiegherei anni a trovare il mio libro, se non sapessi fare così: »
    Dopo aver insultato l'intelligenza di un'intera congrega di studiosi con una sola frase, sbatte il manico della sua scopa sul pavimento, provocando un breve ma intenso rumore che sovrasta le parole "la ucciderò" appena sussurrate a Rhaziel. Su una nota piuttosto allarmante, si tratterebbe della seconda volta che toglie la vita a qualcuno che non sia ancora arrivato all'età adulta (o la terza, come gli mormora una vocina fastidiosa nel profondo della sua testa).
    Pochi secondi più tardi, una decina -anzi, una dozzina- di libri giunge levitando di fronte alla maga, mentre sotto i piedi di essa cominciano a brillare gli ennesimi cerchi magici. Nel frattempo, un libro si avvicina a lei, e si apre e sfoglia da sé. Denver, che si sta tenendo a distanza di sicurezza e di sopportazione dalla strega, non riesce a leggere il contenuto delle sue pagine, ma riesce tuttavia a scorgerne il titolo una volta che il volume si chiude.
    Celentir: Le Fiabe della Luna Scarlatta.
    Anche il tomo inizia quindi ad illuminarsi, con altri cerchi arcani che seguono.

    « Quando arriveremo al Castello Volante di Refarth, state in silenzio e lasciate parlare me. Gli elfi sono una razza piena di boria, ma la mezz'elfa Fiethsing è la loro veggente ed una mia collega, ho bisogno del suo aiuto per trovare le memorie di Celentir, ci faciliterà di molto il lavoro. Quindi cercate di essere professionali, o almeno fate finta. Siete pur sempre le guardie del corpo della potente Strega dell'Est, Riful la strega d'argento, la più potente incantatrice di Celentir, la Strega delle Anime Ritrovate. vedete di non dimenticarlo o vi trasformo in rospacci putridi! »
    Denver chiude gli occhi e alza il capo verso il soffitto, per poi infine sospirare e tornare a guardare Riful.
    « Ci affideremo alle tue doti diplomatiche, allora. »
    Risponde, la voce traboccante di sarcasmo che Denver è certo che Riful non coglierà, nella sua (elfica, tanto per restare in tema) pienezza di sé. Poi, una luce accecante lo investe, e dopo di essa una forte raffica di vento che non si aspettava, e che per un istante gli mozza il respiro. Anche l'odore che lo circonda è cambiato, dandogli la sensazione di essere finito altrove.
    Poi guarda le nuvole.
    Poi, sotto di sé.
    Qualunque cosa sia ciò che sta sotto, non si tratta di luoghi di Endlos che sappia riconoscere. Solo un secondo più tardi si domanda perché stiano sotto.
    Infine realizza.

    « COSA HAI FATTOOOOOOOO?! »
    Bianco in volto, fra un'imprecazione e una preghiera, cerca con lo sguardo i suoi compagni di (s)ventura. Con una punta di soddisfazione della quale si vergogna tuttavia subito dopo, vede Riful pressapoco nella sua stessa situazione, mentre le due guardie del corpo sembrano già più preparate. Per qualche motivo, uno dei bibliotecari è lì con loro, e sta volando. Ecco, imparare a volare è un'altra delle cose che avrebbe voluto imparare a fare, prima di morire.
    Solo, sta per morire ora.
    Abbracciato a Rhaziel.

    « AIUTATECIIIIIIIIIIIIII! »
    Urla, rivolgendosi alle due ragazze che ha battezzato... come si chiamavano?
    « LISAAAA! HELEEEEENAAAAAA! »

    Denver BrockmannStato fisico: Adrenalina che scorre più del sangue stesso.
    Stato mentale: Panico più assoluto.
    Energia: 100/100
    Passive: Anti-Malia, Rilevazione Bugie, Rilevazione Pericoli, Auspex Psion
    Scenici: N/A
    Equipaggiamento: M1917 Revolver
    Armatura: Armament: Hardening
     
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    Statisticamente parlando, gli esseri umani non sono adatti alle esperienze di volo, specialmente senza paracadute o altri strumenti simili. Lo si evince chiaramente dalle probabilità di sopravvivere ad una caduta libera da oltre trenta metri di altezza: zero, e si parla di soli trenta metri.
    In quel momento, Rhaziel e Denver stavano cadendo da parecchio più in su di trenta metri...

    AAAAAAAAAAAAAAHHHH!!!
    Gridava Rhaziel.
    « AIUTATECIIIIIIIIIIIIII! LISAAAA! HELEEEEENAAAAAA! »
    Gli faceva eco Denver, tutti e due attaccati l'uno all'altro mentre piombavano al suolo come sassi lanciati da un aereo.

    Più passava il tempo, più prendevano velocità, fino a sentir fischiare il vento nelle orecchie, finché respirare iniziò a diventare prima difficoltoso, poi addirittura doloroso mentre i polmoni venivano compressi. Se in un primo momento l'uno era in grado di udire la voce disperata dell'altro, adesso dopo solo pochi istanti anche da quella distanza estremamente ravvicinata era impossibile. C'era un muro di vento che strappava via i suoni e li catapultava verso l'alto, negando ai due perfino il conforto molto relativo del sentire il proprio compagno di sventura. Infine arrivò la perdita dei sensi, l'ossigeno iniziava a mancare anche se ormai erano davvero troppo vicini al suolo. Non avrebbero fatto in tempo a soffocare, sarebbero morti molto prima per l'impatto. Schiantarsi al suolo a quella velocità equivaleva a ridursi ad uno schizzo di ketchup, ci sarebbe stato stato davvero un bel daffare per i becchini per capire cosa mettere nella bara di chi.
    In tutto questo però furono fortunati, perché Denver si era ricordato di chiedere aiuto da subito, quindi qualcuno aveva effettivamente sentito...

    Mentre il terreno correva a velocità spaventosa incontro ai due, dita forti raggiunsero i colletti delle rispettive giacche, con un suono doloroso di tessuti che si stirano premendo contro le ascelle fino a schiantarsi, strattonando all'indietro le due aspiranti stelle comete. Di colpo l'impatto dell'aria contro il viso venne meno, azzerandosi in modo talmente repentino da lasciare senza fiato, anche se effettivamente fu in quel momento che Denver e Rhaziel ebbero modo di far funzionare nuovamente i propri diaframmi, traendo una boccata d'aria che valeva assistere in presa diretta agli ultimi istanti della caduta dopo due-tre secondi abbondanti privi di sensi. C'era una barriera di scintillanti rune blu di fronte a loro, simboli spigolosi e squadrati come quelli incisi sulle armature celesti delle evocazioni di Riful, i quali ricalcavano fedelmente la spada ghermita da Lisa. Quest'ultima stava di fianco a loro, con la mano sinistra li sorreggeva, mentre la destra brandiva un'arma alta il doppio della usuale lama blu, ora scintillante di energie magiche. Con un tempismo encomiabile lasciò partire un fendente verso il basso da cui emerse un'onda sonica di potenza impressionante, la quale fendette il suolo in due per trenta metri, aprendo uno squarcio nel suolo e sbattendo il trio verso l'alto, neutralizzando la spinta che avevano accumulato. Per la durata di tre battiti di cuore Rhaziel e Denver si ritrovarono sospesi nel vuoto a meno di mezzo metro dal suolo, poi le rune si spensero di botto e tutti e tre atterrarono in piedi, le gambe che si rifiutavano di restare rigide ed insistevano prepotentemente col voler somigliare a budini. Lisa con un rantolo finì in ginocchio sorreggendosi strenuamente alla spada, ora conficcata al suolo devastato e nuovamente di dimensioni normali.

    Nel giro di pochi momenti qualcosa di tremendamente grande e pesante si abbatté al suolo parecchi metri più in là, esplodendo come il proiettile di un obice pesante della seconda guerra mondiale e scavando un solco di dodici metri. Qualcosa di molto grosso e molto simile ad una viverna corazzata blu si erse nel cratere che si era formato, ma prima ancora che la polvere si diradasse ne emerse Helena, circondata da un'aura incandescente ma illesa e tutto sommato anche piuttosto in forma. La donna-drago depositò al suolo il cavaliere nero, l'ultimo membro della brigata partita da Laputa che aveva raggiunto il mitologico Regno delle Fiabe. Di Cappuccetto Rosso nessuna traccia, se si eccettua il micione bianco visibilmente scosso ancora nascosto nella folta chioma afro di Rhaziel. Il povero felino non era morto di infarto per puro miracolo...

    Di Riful nessuna traccia, ma le evocazioni sembravano tranquille in merito. E forse fu meglio così, perché sarebbe stato davvero difficile per il giornalista ed il cacciatore di taglie trattenersi di fronte alla fonte di tutte le loro disgrazie passati, presenti e senza dubbio anche future. Comunque aguzzando la vista, da qualche parte in cielo, fra le nuvole, era visibile un puntino nero impegnato a fare su e giù fra i batuffoli di cotone che punteggiavano il cielo, una strega a cavallo di una scopa. Roba da pazzi.
    Fu il turno di Kerobal di toccare il suolo. Aveva cercato in lungo e in largo con lo sguardo, ma del nipote Lowarn nessuna traccia, ed anche al bibliotecario l'assenza della ragazzina con la mantella scarlatta sarebbe balzata alla vista. C'era una spiegazione logica dietro quanto accaduto: probabilmente l'incantesimo lanciato dalla strega aveva maldestramente mancato uno dei bersagli, ovvero la fanciulla, e preso lui per errore. In tal caso l'erede di Laputa e la signorina in questione erano al sicuro a Palanthas, magari impegnati a fare amicizia. Tuttavia tre cose stonavano decisamente con quella spiegazione: anzitutto in casi come quello se qualcosa può andare per il peggio stai pur certo che lo farà, quindi non era prudente dare per certa una eventualità, secondo c'era una brutta sensazione istintiva che punzecchiava al Galanodel dandogli una qualche forma di certezza che qualcosa era effettivamente andato storto, e terzo l'incantesimo lanciato dalla strega era riconoscibile come una tecnica ad area e non come una a bersaglio, il che era anche in linea con le impressioni molto negative date dalla ragazzina col cappello a punta, che aveva tutta l'aria di andare parecchio fretta e di non avere tempo né voglia di selezionare con cura le persone che era intenzionata a trascinarsi dietro in quell'avventura.

    « Principe Grimm! »
    Proruppe la voce di un uomo che proveniva direttamente alle spalle del saggio,
    una voce agitata e con un fortissimo accento della Francia del sud.
    « Mon prince! Oh, che lieta notizia! Che magnificenza! Troppo! Troppo a lungo la stavamo aspettando! Les dieux sont bons! »
    Quella fu decisamente una scena... inaspettata. Un piccolo codazzo di creaturine simili a gatti antropomorfi stava correndo nella loro direzione, esultando. Erano otto, in tutto, sette micetti dal pelo grigio e castano con indosso abiti umili da popolani del cinquecento, guidati da un gatto assai più alto e robusto degli altri, con indosso un largo cappello rosso bordò, una mantella verde, grossi stivali ed una spada legata in vita da una cintola in cuoio. Tutti quanti circondarono il drappello con manifestazioni di gioia, finché il loro capo si rivolse in modo del tutto inequivocabile a Kerobal, togliendo il cappello e producendosi in un inchino profondo.

    « Saluto con gioia il nostro principe, venuto da noi per guidarci ancora una volta! Sono al vostro servizio! »
    Con un largo sorriso felino guardò Rhaziel e sembrò sorpreso, poi si rivolse a lui con un secondo inchino altrettanto umile e profondo.
    « Mio signore! Non mi aspettavo di incontrarla al seguito del principe! E' una gioia e un onore avervi fra noi! »
    Poi tornò a rivolgersi a Kerobal.
    « La profezia vi descriveva come un fanciullo, ma sono ben lieto di scoprirla un uomo già fatto! Un condottiero degno della leggenda! »
    E a quelle parole tutti i micetti applaudirono e si lasciarono andare a manifestazioni di gioia. E... no, quella non era una situazione normale, neanche un po'. E in tutto questo, Riful era ancora chissà dove!

     
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  6. _MajinZ_
     
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    Rhaziel era un umano e come a tutti gli umani o a qualsiasi essere senziente con una vita limitata, gli capitava di pensare alla morte. Non era un pensiero continuo, insomma, non aveva mai pensato al suicidio e non era assillato dal pensiero dell'altro mondo, però quando pensava al momento del trapasso se lo immaginava completamente diverso... sperava di morire tra le braccia di una bella donna, con il viso stretto tra le sue enormi tette e con le lacrime di lei che gli bagnavano la guancia. Una morte da eroe insomma. Completamente diversa da una caduta da migliaia di metri d'altezza a causa della sbadataggine di una piccola streghetta troppo presa da se stessa per badare alla vita di due poveri disgraziati. E quindi era per questo che il Cacciatore piangeva, non tanto per la morte in se, quanto per la stupidità di quest'ultima. Tuttavia non ebbe neanche tutto questo tempo per piangere, visto che nel momento esatto in cui smise di sentire la sua stessa voce a causa del vento, perse conoscenza.

    Wrglglglglgl...

    Così, con la schiuma che gli usciva dalla bocca a causa dello shock, non si accorse neanche dei numeri che fecero le due evocazioni per salvare l'intera squadra dallo schianto, robe da applausi lunghi almeno quindici minuti. Ovviamente quando giunse il momento di toccare il suolo, il Verde si accasciò come un sacco di patate così come il micione che si rese conto di essere vivo per miracolo. Rhaziel ci mise diversi secondi a riprendersi, rialzandosi a rallentatore ma recuperando energia in ogni istante, mentre la rabbia saliva forte in lui. Alla fine riuscì a tirarsi su e dopo qualche attimo di barcollamento, si ripulì la bocca con la manica della giacca e... iniziò a bestemmiare. Roba da far incendiare ogni calendario dell'universo.

    Riful?!

    Era incazzato nero.

    Dove cazzo è quella bambina di merda? Giuro che se la becco la prendo a cinghiate sul culo!

    Iniziò a sbraitare, rischiando anche la vita nel caso in cui la piccola l'avesse sentito. Il nostro eroe però fu fortunato: lei non c'era. Guardò a destra e a manca, ma della suo bersaglio neanche l'ombra... il tutto mentre il micio miagolava e sbraitava allo stesso modo. In poco tempo aveva assorbito moltissime caratteristiche del suo nuovo amico. Il che poteva non essere una gran bella notizia. Ad ogni modo Rhaziel si accorse che oltre alle varie marionette evocate dalla Maledetta, c'era anche il bibliotecario incontrato a Palanthas. E poi iniziarono ad arrivare delle strane persone, anzi, c'era solo una strana persona, gli altri erano delle specie di gatti antropomorfi che lasciarono il micio normale abbastanza stupito. Il suo sguardo si perse in una nuvola di pensieri che si condensò in un... “ma io, chi sono?”.

    Calma, calma. Si può sapere chi sei tu... e loro?

    Indicò il gruppo di strani animali con uno sguardo abbastanza confuso, proprio come il gatto sulla sua testa. Sapeva solo che quella stronzetta se ne era andata e aveva lasciato l'intero gruppo nella merda fino al collo. Ah, ma avrebbe avuto la sua vendetta. Un giorno. Ne era più che certo e non vedeva l'ora di prendersela.



    CITAZIONE
    Rhaziel

    Stato fisico: Ok.
    Stato mentale: ...err.
    Mana: 100%

    Passive: Eterna giovinezza, visione termica
    Equipaggiamento:
    Revolver AMB_
    Definirlo un revolver è abbastanza riduttivo, visto che di quel tipo di pistola ne ricorda soltanto la forma. Lungo quando un avambraccio (mano compresa) o forse più, questa particolare pistolona monta non una ma ben tre canne e il caricatore a tamburo è forse la cosa che più fa assomigliare l'arma a un revolver, anche se la maniglia sottostante sembra presa proprio da un fucile a ripetizione. I proiettili che spara però non entrarebbero mai in un giocattolino come quello e, cosa più importante, quest'arma ne spara ben tre alla volta ed è un ottimo deterrente in certe situazioni. Purtroppo però montando sei cartucce e sparandone tre alla volta, ecco, non è un'arma veloce... ma spesso basta solo la prima scarica. La sigla si riferisce al fatto che quando Rhaziel tira fuori la sua pistola in genere è fuori di se e "adesso muori bastardo" è la cosa più gentile che esce dalla sua bocca.

    Il Fottuto Blaster_
    Il tipo a cui apparteneva questa particolare arma non aveva una buona mira, ecco il motivo per cui ora appartiene al Cacciatore. Dopo averlo ammazzato con l'arma descritta in precedenza, l'uomo si rende conto che gli averi del tizio non sono molti e l'unica cosa di valore è quell'arma, e ai morti non servono robe del genere. Molto simile ad un fucile, di cui ne riprende il calcio e la meccanica, la particolarità di quest'arma è la canna tozza e molto più massiccia rispetto ad un normale fucile, e la bocca di fuoco particolarmente ampia lo rendono più simile ad un cannone. Monta anche un mirino sopra, ma non serve a niente. Spara delle sfere di plasma che esplodono al contatto, robe che ti fanno dire "wooow".

    Rebecca_
    A dire il vero non si ricorda perchè ha dato un nome femminile a quel fucile, però da quando ha memoria Rhaziel ha sempre chiamato così la sua arma preferita. Si tratta di un normale fucile da cecchino, un po' moderno forse, ma il suo scopo è sempre il solito: colpire senza essere visti. E per farlo si avvale di un semplice mirino ottico, niente di troppo complicato o strafigo, ma che serve comunque al suo scopo. E lo fa molto bene.

    La Spada_
    Posizionata accanto all'arma menzionata in precedenza, si tratta di un normale spadone a due mani senza troppi fronzoli. L'elsa è semplice e lineare, così come la guardia sulla quale è incisa una croce dorata. In fin dei conti è una normale arma, però risulta molto utile durante il combattimento ravvicinato, soprattutto quando essa entra in risonanza con lo strano arnese luminoso racchiuso nel petto del Cacciatore.

    Lo Scudo_
    Il nome potrebbe trarre in inganno, però non si tratta di un vero e proprio scudo, almeno in apparenza. Infatti si tratta di un semplice guanto d'arme in acciaio che avvolge completamente l'avambraccio e la mano, e si collega allo spallaccio che difende la spalla e parte del resto del braccio. Questa protezione è molto utile per i viaggi, visto il suo scarso ingombro, ma non è molto utile per proteggersi, ma è qui che entrano in gioco le particolarità dell'oggetto. Esso infatti è in grado di attingere direttamente dalla Batteria, oppure entrare in risonanza con i simboli alchemici tracciati sul braccio destro, i quali riescono a farla mutare di aspetto. Se ve lo state chiedendo... no, quel braccio non è suo.

    Chastiefol
    All'apparenza si presenta come una normalissima lancia, lunga circa due metri nella sua totalità... ma le simiitudini con una normale lancia si concludono qui. Si tratta infatti di un'arma speciale, in cui ogni sua componente è stata trattata per funzionare alla perfezione, unendo le conoscenze alchemiche e tecnologiche del suo inventore. La ricerca di ogni speciale lega che la compone, di ogni minerale e lo studio dei cerchi alchemici è stato molto lungo e complesso, tanto da richiedere diversi anni solo per dar vita al progetto... e altrettanti per creare l'arma vera e propria. Il risultato però è davvero convincente e Rhaziel ne va davvero orgoglioso.
    Il materiale di cui è composta è molto simile all'acciaio, ma la sua leggerezza rende anche un'arma ingombrante e lenta come una lancia, agile e precisa in tutte le sue combinazioni d'attacco. Grazie all'alchimia poi, Chastiefol è in grado di mutare la sue dimensioni, passando da una lunga arma per tenere a distanza i nemici, a una corta daga per affrontare uno scontro più ravvicinato. Inoltre la punta della lama è costituita da un metallo speciale trattato alchemicamente, il quale grazie all'aggiunta di un particolare minerale che reagisce agli urti, è in grado di generare esplosioni al tocco con qualsiasi superficie, variando la potenza a seconda dell'energia impressa nel colpo.
    [Lancia + Daga + Passiva di Leggerezza + Tecnica Mutaforma + Tecnica Variabile]


    Tecniche utilizzate:
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    Niente. Nulla da fare: suo nipote Lowarn non era né in vista, né nei paraggi; i suoi sensi non ne rilevavano in alcun modo la presenza, e anche se -per quel che ne capiva di sortilegi antiquati di quello stampo- la cosa sarebbe stata un'anomalia nelle dinamiche magiche, Kerobal continuava a sperare che il giovane musicista fosse rimasto al sicuro a Palanthas.

    Con le braccia ancora incrociate sul petto scolpito, e il volto -sempre sornione- ora incupito in un'espressione meditabonda, il Nephilim iniziò una dolce e lenta discesa verso il suolo, e quando infine i suoi piedi toccarono terra poté notare che anche la Streghetta e Cappuccetto Rosso mancavano all'appello: l'ennesima anomalia, o un precedente per confidare che il Violinista stesse bene?
    Non sapeva perché, ma aveva un brutto presentimento...

    Riful?! Dove cazzo è quella bambina di merda?
    Giuro che se la becco la prendo a cinghiate sul culo!


    Il vivace turpiloquio del Guercio ridestò il Principe Demone dai suoi pensieri, ma questi fece giusto in tempo a piegare le labbra ben disegnate in un mezzo sorrisino divertito, prima che la voce roca di un anziano provenisse dalle sue spalle, inducendolo a voltarsi lentamente verso il suo interlocutore.

    « Principe Grimm! Mon prince! Oh, che lieta notizia! Che magnificenza!
    Troppo! Troppo a lungo la stavamo aspettando! Les dieux sont bons!
    »

    ...e -in un istante- il Nephilim si ritrovò accerchiato da un drappello di creaturine d'aspetto buffo, simili a gattini antropomorfi, che non erano nulla di troppo assurdo per il rampollo di uno Youkai cresciuto nel Makai, ma... beh, erano strani lo stesso.

    « Saluto con gioia il nostro principe, venuto da noi per guidarci ancora una volta!
    Sono al vostro servizio!
    »
    proseguì il Gatto con gli Stivali, salvo poi rivolgersi a Rhaziel
    « Mio signore! Non mi aspettavo di incontrarla al seguito del principe!
    E' una gioia e un onore avervi fra noi!
    »
    dopo quell'ampolloso saluto, tornò a rivolgersi a lui
    « La profezia vi descriveva come un fanciullo, ma sono ben lieto di scoprirla un uomo già fatto!
    Un condottiero degno della leggenda!
    »

    Calma, calma. Si può sapere chi sei tu... e loro?

    Incuranti della più che legittima e pienamente condivisa domanda dell'Aviatore, i gattini in abiti da popolani cominciarono ad esultare, gioire, applaudire ed acclamarlo, e la Corona di Nazara non voleva rovinargli l'entusiasmo, ma sebbene gli dispiacesse... No, non era vero: ci godeva sempre un po' a fare lo stronzo.

    « Temo ci sia un malinteso, Messer Gatto:
    è vero che sono un Principe, ma non mi chiamo “Grimm”. »

    chiarì con voce gentile, arcuando persino le labbra in un sorriso comprensivo
    « Ad ogni modo: di che profezia stiamo parlando...? »

     
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    Ad ogni metro in meno a separarlo dal suolo, prende più velocità. Il respiro si fa sempre più faticoso, e l'aria porta via le sue parole, cosicché egli non riesca neppure a sentire le proprie urla, né quelle di Rhaziel, che pure non è a più di venti centimetri dal suo viso.
    Si sente all'improvviso afferrare per il colletto della giacca, e Denver ritorna all'improvviso alla realtà, senza però ricordarsi il momento in cui doveva aver smesso di badarci, durante la caduta. Annaspa, riempendosi avidamente i polmoni di aria preziosissima, e guarda, con la vista ancora annebbiata dalla caduta interrotta così di colpo, un muro di indistinte forme blu che gli si para davanti. Quando le immagini iniziano a farsi più chiare, riconosce le rune di Riful, e il volto amico di Lisa di fianco a lui e l'aviatore.
    Con quello che solo superficialmente può sembrare un normale fendente di spada, la guerriera spacca in due il terreno sottostante e provoca un'onda d'urto che spinge il trio (anzi, compreso il gatto, il quartetto) verso l'alto, azzerando e anzi contrastando l'inerzia accumulata fino ad ora. Rimangono quindi sospesi a mezz'aria per quelli che devono essere un paio di secondi e altrettanti battiti di cuore mancati, nei quali Denver si ferma a chiedersi come sia ancora vivo in seguito a tutto questo, prima di atterrare, provati ma indenni. Il giornalista crolla infine sul tappeto d'erba, le gambe che non riescono a sorreggere più il suo peso.

    « Safe... »
    Mormora, voltando il capo prima verso l'amico, a sua volta accasciato a terra, e poi Lisa, la quale, pur con fatica, è rimasta in piedi.
    È tuttavia un'altra la persona che vuole vedere in questo momento ma, pur cercandola con lo sguardo dopo essersi rialzato, non riesce a trovarla da nessuna parte.
    « Dov'è quella maledettissima ragazzina?! »
    Ringhia, facendo eco a Rhaziel.

    Qualche secondo più tardi, sente un rumore come di un aereo che si schianta sul suolo. Sussulta, e si gira in direzione dell'origine del suono. Nel cratere che si è formato, ancora nascosto dalla cortina di polvere, riesce a scorgere la sagoma familiare di un drago... lo stesso che aveva combattuto a Klemvor qualche tempo prima, e che subito dopo si conferma essere per l'appunto la donna-drago, o "Helena", come l'ha battezzata. Insieme a lei c'è Maldred, il quale deve essere stato fino ad ora sotto la sua "ala protettiva". Alza la mano, per salutarli.
    Non vede invece Rouge, che non aveva scorto neppure durante la caduta, né la stessa Riful, almeno fino a quando il giornalista non alza gli occhi al cielo e, fra le nuvole, nota un sospetto punto nero che no, non può essere un uccello. Esso scompare dalla sua vista poco dopo, non curante di chi stava sotto. Non si è neppure degnata di verificare il loro stato di salute.
    Infine, è uno dei Saggi di poco fa ad atterrare, costui più delicatamente di chiunque lo ha preceduto. Al che, Denver si domanda fra sé e sé cosa ne sia stato del giovane che era con lui; se sia rimasto a Palanthas o se anch'egli sia stato trascinato dalla follia quasi omicida di quella dannatissima streghetta.

    « Principe Grimm! »
    Interviene una voce proveniente da dietro il saggio volante, con un familiare accento europeo.
    E adesso che succede?
    « Mon prince! Oh, che lieta notizia! Che magnificenza! Troppo! Troppo a lungo la stavamo aspettando! Les dieux sont bons! »
    Un accento francese, si corregge mentalmente; e intanto lancia uno sguardo oltre le spalle dell'uomo, notando così quelli che sembrano essere otto gatti su due gambe, guidati da una specie di... Gatto con gli Stivali, il quale si leva il cappello e si inchina davanti al Custode.

    « Saluto con gioia il nostro principe, venuto da noi per guidarci ancora una volta! Sono al vostro servizio! »
    Quindi il nome di quel Custode sarebbe Grimm, ed è un Principe? Il Gatto con gli Stivali, nel frattempo, si gira anche verso Rhaziel.
    « Mio signore! Non mi aspettavo di incontrarla al seguito del principe! E' una gioia e un onore avervi fra noi! »
    Mio signore?
    Guarda Rhaziel, poi il felino, e poi di nuovo Rhaziel. E camuffa l'attacco di ridarella furiosa e incontrollabile con strategici colpi di tosse, mentre si allontana con disinvoltura verso il cavaliere nero.
    Passi il gatto parlante -ha già visto un cane fare lo stesso-, ma Rhaziel nella nobiltà è ben oltre quanto sia disposto a credere.
    « La profezia vi descriveva come un fanciullo, ma sono ben lieto di scoprirla un uomo già fatto! Un condottiero degno della leggenda! »

    Lascia che i due interpellati risolvano il malinteso da sé, non senza chiedersi tuttavia per chi è stato scambiato lui, se Rhaziel è un nobile (un re, perfino) e il Custode un principe -e, a sentirne le parole, pare esserlo davvero, sebbene non si chiami Grimm, per l'appunto-.
    « Sir Maldred, fra di noi è colui che la conosce meglio, sa per caso dirci dove sia finita quella figlia del demon- Riful? »

    Denver BrockmannStato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Spossato
    Energia: 100/100
    Passive: Anti-Malia, Rilevazione Bugie, Rilevazione Pericoli, Auspex Psion
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    Equipaggiamento: M1917 Revolver
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    « Sir Maldred, fra di noi è colui che la conosce meglio, sa per caso dirci dove sia finita quella figlia del demon- Riful? »
    Il Cavaliere Nero scuote il capo, in segno di diniego. Nemmeno lui aveva una risposta sicura alla domanda di Denver.
    « Il Master è alla ricerca del castello dei cieli: Refarth, gloriosa dimora dei Grandi Saggi di questo mondo. Un maleficio deve averci posto fuori rotta, poiché avremmo dovuto essere catapultati direttamente su di esso. Ella dev'essere contraddetta quanto voi. »
    Spiega alzando a sua volta gli occhi al cielo. Gli si affianca Helena, che scruta i cieli con aria preoccupata.
    « Su indicazione di Dama Fiethsing del popolo degli elfi, il Master ha posto su ciascuno di noi rune distintive, una per ciascuno dei Sette Saggi. Purtroppo colui che fra noi recava con se la runa legata a Dama Fiethsing è perito durante la battaglia della Città Grigia, quindi presumo che al momento il Master difetti di strumenti con cui ricongiungersi a colei che sta cercando. »
    Si fece avanti la mezzodrago.

    « Il Master ha detto che le nostre rune al momento sono inutili quasi quanto noi. »
    Aggiunge Helena, in un tono di voce che poteva dirsi sia avvilito che interrogativo, come se stesse cercando di chiedere a Denver il motivo per cui la sua evocatrice le aveva detto una frase simile. Riful però non era nuova a cattiverie gratuite rivolte sia alle sue guardie del corpo che ai "rincalzi", quindi non c'era da stupirsi più di tanto.
    Frattempo sotto gli occhi di Denver si stava consumando una scena degna di essere osservata. Lo stuolo di gatti antropomorfi era apparentemente esterrefatta dalle affermazioni del bibliotecario, e le manifestazioni di giubilo erano cessate, sostituite da espressioni preoccupate e ansiose.

    Calma, calma. Si può sapere chi sei tu... e loro?
    Domanda Rhaziel. Il grosso gatto dal pelo fulvo e dal bizzarro accento francese a capo della comitiva solleva il cappello e si esibisce in un profondo inchino.
    « Chiedo perdono, saluto anche voi, messere, che avete l'onore di fare da mezzo di trasporto per il celebre Duca dei gatti che regna sulla città delle nuvole, Laputa! » Ah, ma allora prima non si rivolgeva a Rhaziel! Stava invece parlando con il micione bianco che si portava dietro! Solo adesso iniziava effettivamente a rivolgersi al cacciatore di taglie. « Ebbene, su queste lande ho l'onore d'esser Conte. » Prosegue in tono particolarmente greve. « Fra gli umani sono ben noto e rinomato come Il Gatto con gli Stivali, fedele suddito del Principe delle Fiabe. E' un onore fare la vostra conoscenza, sono al vostro servizio. »

    « Temo ci sia un malinteso, Messer Gatto:
    è vero che sono un Principe, ma non mi chiamo “Grimm”. »

    Diceva nel frattempo Kerobal, e tutti i gatti si portavano le zampe alla bocca, esclamando grida di stupore e preoccupazione.
    « Ad ogni modo: di che profezia stiamo parlando...? »

    « Calma! Calmatevi tutti!! »
    Diceva il Gatto con gli Stivali, mentre attorno a lui già alcune gatte in abiti da contadine scoppiavano in lacrime, mentre i più piccini si reggevano alle loro gonne spaventati. Il Gatto con gli Stivali non si dette per vinto, ed estratto un ciondolo dorato da sotto la mantella, lo aprì rivelando al suo interno quello che sembrava un ritratto. Lo sollevò, lo paragonò a Kerobal e nel farlo annuì convinto.
    « Ebbene, son certo che colui che stavamo aspettando siete nient'altro che voi! E qui ho le prove! »
    Disse trionfante, riaccendendo la speranza nel drappello di suoi simili, che ora fissavano intensamente Kerobal con gli occhioni colmi di aspettative. Il Gatto con gli Stivali avvicinò il ciondolo al bibliotecario e lasciò che lo prendesse fra le mani, dando modo al Galanodel di vedere da vicino il ritratto che conteneva. Ed in effetti, il giovane del piccolo dipinto gli somigliava davvero, anzi piuttosto si avvicinava ad una sua versione assai più giovane. Ma come egli stesso avrebbe potuto asserire senza ombra di dubbio, non era di certo lui quello ritratto... Bensì Lowarn.
    « Vedete? La Veggente degli elfi profetizzò l'avvento di questo periodi buio trecento anni or sono! Egli mi affidò questo monile, ed osservandolo bene non siete forse voi? Orsù: gli occhi, la forma del viso ed i capelli sono molto simili, se non identici! Certo, qui siete ancora poco più che fanciullo... ma siete voi! Ne son certo! »

    « Conte... vi prego, non ci tenete sulle spine... »
    Una delle gatte si avvicinò al Gatto con gli Stivali, lo sguardo ricolmo di preoccupazioni.
    « Diteci... il principe Grimm ci salverà dal terribile Cavaliere Rosso? E riporterà la pace, come dice la profezia? »
    Il gatto sospirò, poi si rivolse di nuovo a Rhaziel e Kerobal, guardando anche Denver e le tre evocazioni di Riful che si tenevano più in disparte.

    « Da sei giorni, un terribile Cavaliere Rosso occupa il ponte. Egli sfida a duello chiunque osi avvicinarsi, e pare imbattibile. Ha scagliato nel fiume i corpi di dodici prodi guerrieri, e nessuno sembra in grado di affrontarlo. Ma questa è solo una delle tante tribolazioni di questi tempi sempre più tetri. Le fiabe più antiche e oscure sono riemerse, distorte e rese simili ad incubi da forze maligne che non possiamo nemmeno nominare! Secondo la profezia, il Principe delle Fiabe sarebbe giunto dal cielo, avrebbe scacciato l'oscurità riportando l'armonia fra le fiabe... »

    « Falltgold è il nome del Cavaliere Rosso che nominate, non è vero? »
    Dal cielo discese Riful, a cavallo di una scopa, come tradizione voleva per una strega del suo calibro. Due piccoli oggetti incantati levitavano alla sua destra ed alla sua sinistra: una era una piccola pietra nera, traboccante oscurità e potere. L'altra era senza dubbio il frammento di IA che Rhaziel le aveva donato a Klemvor, solo circondata da glifi e rune azzurre che facevano presagire un qualche genere di incantesimo apposto su di essa. Lo sguardo altezzoso, si fermò a mezz'aria ad un paio di metri da terra, e squadrò il Gatto con gli Stivali con aria di sufficienza. A giudicare dalla sua espressione, Rhaziel e Denver non erano i soli ad essere arrabbiati. Anzi, a dire il vero sembrava proprio furiosa...
    « Un nome falso. In realtà si tratta di Bahamut, signore dei Draghi Rossi. E' impazzito dopo che degli avventurieri hanno rubato il suo tesoro, ora vaga di reame in reame seminando disgrazie e cercando vendetta. Riesco a sentire il fetore della sua aura da qui. E' affar nostro. E' qui per sottrarmi Grusbalesta, che faceva parte del suo tesoro prima che fosse trafugato, e non intendo lasciargliela. Eleggerò un campione che lo schiaccerà in duello. »
    A quel punto a Rhaziel e Denver avrebbero iniziato a fischiare le orecchie. Non sia mai che Riful si esponeva per svolgere un lavoro del genere, era assolutamente decisa a sbolognare tutto ad uno del suo enturage. Questo significava che sarebbe toccato ad uno di loro, o ad una delle tre evocazioni. Sempre che il bibliotecario non decidesse di farsi avanti...
    Il problema era che le parole di Riful erano piaciute un sacco ai micetti, che ad eccezione del Gatto con gli Stivali si erano già abbandonati a manifestazioni di gioia, inneggiando al campione che avrebbe sfidato a duello il terribile Falltgold il Rosso.
    Ora erano in ballo, e non c'era modo di tirarsi fuori. Qualcuno di loro doveva ballare, ma chi?

    Bene, eccoci alla primissima "situazione interessante" della quest. Vi si para un problema, ovvero un certo personaggio chiamato Falltgold sta minacciando il regno delle fiabe, Riful sembra avere con lui una qualche faida in corso, quindi intende affrontarlo in duello in singolar tenzone ed abbatterlo. Il problema è che naturalmente non sarà lei a svolgere il suddetto duello in prima persona, piuttosto farà scendere in campo un campione. Avete l'opzione (ma assolutamente non l'obbligo!) di proporvi come campione di Riful e affrontare questo potente nemico in un duello regolare. Nel caso in cui rifiutate tutti e tre, la scelta ricadrà su una delle rimanenti tre evocazioni al servizio della piccola strega che combatteranno quindi in suo nome. Se intendete proporvi fatelo con un post in bacheca, comunicando quindi le vostre intenzioni in merito anche ai vostri compagni. In caso contrario, semplicemente postate e basta e proseguiamo la quest!
     
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  10. _MajinZ_
     
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    Nel corso degli anni erano stati molti i soprannomi appioppati al cacciatore di taglie, ma mezzo di trasporto ancora gli mancava all'appello. Ci rimase anche un po' male a dire il vero, tuttavia il micio dall'accento francese rivolse un inchino al micione bianco che aveva trovato dimora sulla testa del guercio e che, in seguito alla riverenza, iniziò a fare le fusa e si esibì in un lungo e regale miagolio, proprio come ci si aspettava da un nobile felino come lui. Ovviamente decise di rimanere sulla sua comoda postazione, infatti era noto che ai gatti piaceva stare in zone rialzate per poter scrutare il mondo da una posizione privilegiata, quindi sfrutto appieno la situazione. Ah, non meno importante era il fatto che quel gatto antropomorfo altri non era che il famosissimo... Gatto con gli Stivali. Rhaziel si massaggiò le tempie, ormai vicino a una irreversibile crisi di nervi. Decise di restare calmo, doveva riuscirci.

    Mi fa male la testa.

    Sussurrò il Verde sempre meno speranzoso, tutto il contrario del gruppo di mici che con i loro occhioni fissava quello che secondo loro era il principe che gli avrebbe salvati dalla catastrofe. Purtroppo il bibliotecario non sembrava essere dello stesso avviso e probabilmente aveva anche ragione: i gatti potevano anche aver preso un granchio. Eppure erano davvero convinti e bastarono alcune parole per scatenare giubilo e nuove speranze. La situazione infatti sembrava più seria del previsto, un malvagio cavaliere infatti aveva portato la sua infausta presenza nel regno e ciò significava solo guai. Le fiabe prima di tutto erano state contaminate e... il mal di testa diventava ancora più pressante. Ma proprio in quel momento, dal nulla, apparve quella streghetta che quasi l'aveva ammazzato. Strinse i pugni, la palpebra tremava.

    Tu...

    Era pronto a colpirla con un pugno in testa, aveva già sollevato il braccio e caricato il colpo, ma l'espressione della ragazzina lo fece vacillare. Anche lei sembrava incazzata nera, chissà per quale motivo poi. Ad ogni modo l'aviatore ascoltò con attenzione la storia raccontata da Riful e sorrise appena, forse c'era un modo per vendicarsi molto più soddisfacente di un pugno sulla zucca. Abbassò il braccio, prendendo al balzo la situazione.

    A te non piace perdere, giusto?

    Domandò il Cacciatore rivolgendosi alla piccola strega.

    Io posso aiutarti a vincere, posso farti da campione e battere questo cavaliere rosso. Ma lo farò ad una condizione.

    L'armaiolo si piegò leggermente in avanti, così da guardare bene negli occhi quella piccola peste.

    Quando tutto questo sarà finito, dovrai subire una penitenza che deciderò io e rimarrà segreta fino alla fine. Ci stai? Se invece perderò, farò tutto ciò che vorrai.

    Fece una pausa, tirandosi nuovamente su. Ovviamente lei poteva anche rifiutare e scegliere una delle sue evocazioni, ma era sicuro che con una proposta come quella, Riful non si sarebbe tirata indietro: amava troppo fare la prepotente con i suoi “aiutanti”.

    Se la risposta è positiva, ho bisogno di sapere molto di più su questo tizio: i suoi poteri, in quale campo è più forte e in quale più debole. E stai tranquilla che non perderò.

    Concluse infine Rhaziel facendo un po' lo sbruffone, ma faceva tutto parte del piano che aveva ideato per poter raggiungere la sua tanto agognata vendetta.



    CITAZIONE
    Rhaziel

    Stato fisico: Ok.
    Stato mentale: ...err.
    Mana: 100%

    Passive: Eterna giovinezza, visione termica
    Equipaggiamento:
    Revolver AMB_
    Definirlo un revolver è abbastanza riduttivo, visto che di quel tipo di pistola ne ricorda soltanto la forma. Lungo quando un avambraccio (mano compresa) o forse più, questa particolare pistolona monta non una ma ben tre canne e il caricatore a tamburo è forse la cosa che più fa assomigliare l'arma a un revolver, anche se la maniglia sottostante sembra presa proprio da un fucile a ripetizione. I proiettili che spara però non entrarebbero mai in un giocattolino come quello e, cosa più importante, quest'arma ne spara ben tre alla volta ed è un ottimo deterrente in certe situazioni. Purtroppo però montando sei cartucce e sparandone tre alla volta, ecco, non è un'arma veloce... ma spesso basta solo la prima scarica. La sigla si riferisce al fatto che quando Rhaziel tira fuori la sua pistola in genere è fuori di se e "adesso muori bastardo" è la cosa più gentile che esce dalla sua bocca.

    Il Fottuto Blaster_
    Il tipo a cui apparteneva questa particolare arma non aveva una buona mira, ecco il motivo per cui ora appartiene al Cacciatore. Dopo averlo ammazzato con l'arma descritta in precedenza, l'uomo si rende conto che gli averi del tizio non sono molti e l'unica cosa di valore è quell'arma, e ai morti non servono robe del genere. Molto simile ad un fucile, di cui ne riprende il calcio e la meccanica, la particolarità di quest'arma è la canna tozza e molto più massiccia rispetto ad un normale fucile, e la bocca di fuoco particolarmente ampia lo rendono più simile ad un cannone. Monta anche un mirino sopra, ma non serve a niente. Spara delle sfere di plasma che esplodono al contatto, robe che ti fanno dire "wooow".

    Rebecca_
    A dire il vero non si ricorda perchè ha dato un nome femminile a quel fucile, però da quando ha memoria Rhaziel ha sempre chiamato così la sua arma preferita. Si tratta di un normale fucile da cecchino, un po' moderno forse, ma il suo scopo è sempre il solito: colpire senza essere visti. E per farlo si avvale di un semplice mirino ottico, niente di troppo complicato o strafigo, ma che serve comunque al suo scopo. E lo fa molto bene.

    La Spada_
    Posizionata accanto all'arma menzionata in precedenza, si tratta di un normale spadone a due mani senza troppi fronzoli. L'elsa è semplice e lineare, così come la guardia sulla quale è incisa una croce dorata. In fin dei conti è una normale arma, però risulta molto utile durante il combattimento ravvicinato, soprattutto quando essa entra in risonanza con lo strano arnese luminoso racchiuso nel petto del Cacciatore.

    Lo Scudo_
    Il nome potrebbe trarre in inganno, però non si tratta di un vero e proprio scudo, almeno in apparenza. Infatti si tratta di un semplice guanto d'arme in acciaio che avvolge completamente l'avambraccio e la mano, e si collega allo spallaccio che difende la spalla e parte del resto del braccio. Questa protezione è molto utile per i viaggi, visto il suo scarso ingombro, ma non è molto utile per proteggersi, ma è qui che entrano in gioco le particolarità dell'oggetto. Esso infatti è in grado di attingere direttamente dalla Batteria, oppure entrare in risonanza con i simboli alchemici tracciati sul braccio destro, i quali riescono a farla mutare di aspetto. Se ve lo state chiedendo... no, quel braccio non è suo.

    Chastiefol
    All'apparenza si presenta come una normalissima lancia, lunga circa due metri nella sua totalità... ma le simiitudini con una normale lancia si concludono qui. Si tratta infatti di un'arma speciale, in cui ogni sua componente è stata trattata per funzionare alla perfezione, unendo le conoscenze alchemiche e tecnologiche del suo inventore. La ricerca di ogni speciale lega che la compone, di ogni minerale e lo studio dei cerchi alchemici è stato molto lungo e complesso, tanto da richiedere diversi anni solo per dar vita al progetto... e altrettanti per creare l'arma vera e propria. Il risultato però è davvero convincente e Rhaziel ne va davvero orgoglioso.
    Il materiale di cui è composta è molto simile all'acciaio, ma la sua leggerezza rende anche un'arma ingombrante e lenta come una lancia, agile e precisa in tutte le sue combinazioni d'attacco. Grazie all'alchimia poi, Chastiefol è in grado di mutare la sue dimensioni, passando da una lunga arma per tenere a distanza i nemici, a una corta daga per affrontare uno scontro più ravvicinato. Inoltre la punta della lama è costituita da un metallo speciale trattato alchemicamente, il quale grazie all'aggiunta di un particolare minerale che reagisce agli urti, è in grado di generare esplosioni al tocco con qualsiasi superficie, variando la potenza a seconda dell'energia impressa nel colpo.
    [Lancia + Daga + Passiva di Leggerezza + Tecnica Mutaforma + Tecnica Variabile]


    Tecniche utilizzate:
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    Le azioni e le parole aggiuntive di Riful sono state gestite dal QM :flwr:

    Prestando un'orecchio alla conversazione tra il Giornalista e il Cavaliere Nero (che notò in quell'istante avere fattezze fin troppo simili a quelle del Cavaliere del Lago di Shea-, e l'altro al rapido scambio intercorso tra l'Aviatore e il loro Anfitrione-Felino, la Corona di Nazara si ritrovò a raccogliere qualche pezzo di un mosaico che aveva tutta l'aria di essere ampio e complesso: la Marmocchia-tutta-Spocchia era in cerca del castello Refarth, dimora di Sette Saggi (un numero a caso, o un'altra curiosa coincidenza?), tra cui la misteriosa Fiethsing, Dama di stirpe elfica con cui dovevano avere appuntamento.

    « Chiedo perdono, saluto anche voi, messere, che avete l'onore di fare da mezzo di trasporto per il celebre Duca dei gatti che regna sulla città delle nuvole, Laputa! »

    ...inoltre, per qualche ragione imperscrutabile, il felino che gli faceva da interlocutore -e che si ostinava ad appellarglisi col nome di Grimm- sembrava a conoscere il Presidio Errante di Laputa, e -per finire- in base a quanto il sosia di Lancelot stava asserendo, ciascun elemento di quel “corpo di guardia” aveva una Runa connessa ad uno di quei Luminari; con una curiosità vaga quanto distratta Kerobal si chiese se quel discorso valesse anche per lui.

    Non ebbe tempo di preoccuparsene eccessivamente, però: dopo essersi presentato come Conte dei feudi locali, il Gatto con gli Stivali rinnovò il proprio impegno al suo servizio, senza che neppure il diniego di Kerobal circa l'evidente scambio di persona minasse le sue certezze.


    « Calma! Calmatevi tutti!! Ebbene, son certo che colui che stavamo aspettando siete nient'altro che voi! E qui ho le prove! »
    esordì infatti, rincuorando i villici sconvolti esibendo un porta-ritratti
    « Vedete? La Veggente degli elfi profetizzò l'avvento di questo periodi buio trecento anni or sono! Egli mi affidò questo monile, ed osservandolo bene non siete forse voi? »

    Lasciandosi scivolare addosso gli sguardi fiduciosi dei gattini con tutta la disinvoltura che solo la più sincera indifferenza sa dare, le iridi magenta del Nephilim indugiarono con fare meditabondo i lineamenti familiari del fanciullo immortalato nella miniatura non appena il suo interlocutore glielo porse.

    « Orsù: gli occhi, la forma del viso ed i capelli sono molto simili, se non identici! Certo, qui siete ancora poco più che fanciullo... ma siete voi! Ne son certo! »

    jpgPoco margine di errore sul fatto che il “Principe Grimm”fosse Lowarn... o per lo meno -se la teoria degli universi tangenti contava per vera- il suo corrispettivo in quel piano dimensionale parallelo ad Endlos, ma il dilemma del Saggio verteva su come sarebbe stato meglio comportarsi a quel punto: aveva solo da perderci a negare la convinzione del Gatto -senza contare che non pareva propenso ad ascoltarlo-, e tuttavia mentire per assecondarlo poteva ben facilmente ritorcerglisi contro più avanti; la soluzione quindi più semplice era concedersi e concedergli il beneficio del dubbio, sfruttando la verità della sua condizione come uno scudo, e cercando di pilotare le cose nella direzione a lui più congeniale. E lo avrebbe fatto senza indugi, se solo gli eventi non avessero cominciato di colpo ad accelerare.

    « Conte... vi prego, non ci tenete sulle spine... Diteci... Il principe Grimm ci salverà dal terribile Cavaliere Rosso? E riporterà la pace, come dice la profezia? »
    « Da sei giorni, un terribile Cavaliere Rosso occupa il ponte. Egli sfida a duello chiunque osi avvicinarsi, e pare imbattibile. Ha scagliato nel fiume i corpi di dodici prodi guerrieri, e nessuno sembra in grado di affrontarlo. [...] »
    « Falltgold è il nome del Cavaliere Rosso che nominate, non è vero? Un nome falso. In realtà si tratta di Bahamut, signore dei Draghi Rossi. […] E' affar nostro. E' qui per sottrarmi Grusbalesta, che faceva parte del suo tesoro prima che fosse trafugato, e non intendo lasciargliela. Eleggerò un campione che lo schiaccerà in duello. »

    Intanto che Kerobal rifletteva, vennero messi a parte della situazione in quei luoghi: a detta del Gatto con gli Stivali, un “terribile Cavaliere Rosso” aveva occupato il ponte, impedendo il transito a chiunque, e la situazione degenerò in fretta quando la piccola fattucchiera discese dal cielo in groppa alla sua scopa di saggina, proclamando con la sua solita tracotanza che uno dei suoi Campioni si sarebbe occupato della faccenda.

    In linea di massima, come ogni buon rampollo abituato a far sgobbare gli altri a suo vantaggio mentre lui badava agli affari propri, Kerobal non trovò nulla di male nello scarica-barile della bambina, così come non lo colpì il fatto che questo signore dei Draghi Rossi avesse gettato nel fiume “dodici prodi guerrieri” (probabilmente tutti soldi di cacio come quelli che aveva davanti) o che fantomatiche Fiabe Oscure minacciassero lo
    status-quo di quelle parti: nei suoi progetti, una volta recuperato il nipote, niente di tutto quello sarebbe stato problema suo. Ma la sparata del Guercio minacciava di diventarlo...

    A te non piace perdere, giusto? Io posso aiutarti a vincere, posso farti da campione e battere questo cavaliere rosso. Ma lo farò ad una condizione: quando tutto questo sarà finito, dovrai subire una penitenza che deciderò io e rimarrà segreta fino alla fine. Ci stai? [...]

    « Probabilmente non hai capito la gravità della situazione. Visto che non ti è chiaro te lo spiego io: tu vinci, noi passiamo il ponte. Tu perdi, tu muori e noi perdiamo la Grusbalesta, la Pietra del Sigillo che faceva parte del tesoro di Bahamut. »
    ribatté immediatamente Riful, in tono tetro e determinato, mantenendo l'espressione seria e inferocita che ha assunto fin dal momento in cui è discesa a cavallo dalla sua scopa
    « Non stiamo parlando di un nemico da poco: si tratta del sovrano dei draghi rossi, è un nemico mortale perfino per una strega del mio livello. Prendilo sottogamba e non basterà una legione di maghi per rimettere insieme i pezzi del tuo corpo e darti un degno funerale, sono stata chiara? »

    Sinceramente, visto il brutto carattere della ragazzina e le sue ancor più deprecabili capacità arcane -evidentemente alla base del pasticcio in cui si ritrovava ora invischiato-, il Principe Demone non ci teneva affatto a venir nuovamente colpito di rimbalzo da qualche incantesimo scadente, così non ci pensò due volte prima di prodigarsi a far quello che era un po' il lavoro di ogni Custode delle Sette Vie: frapponendosi tra il Guercio e la Marmocchia, il Nephilm si rivolse a quest'ultima in tono cordiale ed ossequioso.

    jpg
    « Milady è certamente una fanciulla nobile ed erudita, abituata ad interagire con le alte sfere, pertanto dubito abbia dimestichezza con il gergo della manovalanza... Permettetemi dunque di farvi da interprete in questa trattativa. »
    interloquì con la Strega, porgendole quell'invito insieme a un inchino e a un baciamano
    « Il buonuomo si propone come vostro Campione nella tenzone col Cavaliere Rosso in cambio di una ricompensa a sua discrezione in caso di vittoria -lei saprà come è venale il popolino-; inoltre, per non rischiare di farvi sfigurare mentre è investito del ruolo di vostro rappresentante, egli chiede inoltre di essere messo a parte di ogni cosa di cui siate a conoscenza sul conto dell'avversario, così da garantirvi l'indiscussa supremazia. »

    Una volta assicuratosi che la situazione fosse sotto controllo, il Saggio si congedò con un inchino e qualche parola di saluto per riavvicinarsi al Gatto con gli Stivali e reclamare la sua attenzione.

    « Dunque... ammetto che -in effetti- il ritratto del Principe Grimm mi rassomiglia molto, ma non ho conoscenza della profezia a cui fate riferimento: sussiste l'eventualità che potrei essere la persona che cercate senza esserne conscio, e perciò... »
    concesse con tono pacato, mostrandosi accomodante e volenteroso, ma incerto
    « Credo che l'unica persona in grado di dirimere la questione e indirizzarmi sulla giusta strada sia questa Veggente degli Elfi di cui mi avete fatto cenno: potrei chiedervi di condurmi da lei,
    Signor Conte? »


    E con eleganza, il Nephilim sorrise al suo interlocutore in maniera affabile e convincente;
    dopotutto, magari non era quello che aspettavano, ma...
    era pur sempre un Principe.


    Ascendente Nessun Saggio è un amante della violenza, in quanto la conoscenza non nasce dall’istinto e dalle pulsioni. Non è raro quindi che i membri di Gilda fungano spesso da pacieri o da guide di grossi gruppi per la loro propensione ad evitare ogni conflitto. Eppure, può capitare che persino l’inoppugnabile logica di un Saggio non riesca a convincere un interlocutore ostinato o propenso allo scontro. E’ in casi come questo che il Saggio userà tutta la sua bravura per far sì che le sue parole penetrino nella mente del bersaglio come una lama nel burro. Basterà udire le suddette parole che esse diverranno improvvisamente più sensate facendo sì che obbedirvi non sia più un’imposizione ma bensì buon senso. [Tecnica di Gilda | Consumo Basso]
     
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    « Il Master è alla ricerca del castello dei cieli: Refarth, gloriosa dimora dei Grandi Saggi di questo mondo. Un maleficio deve averci posto fuori rotta, poiché avremmo dovuto essere catapultati direttamente su di esso. Ella dev'essere contraddetta quanto voi. »
    « Ne dubito. » si limita a commentare il giornalista, secco. Poche persone sanno essere contraddette quanto qualcuno che sta precipitando da migliaia di metri di altezza e che, evidentemente sfidando ogni legge della natura conosciuta, non sa volare.
    « Su indicazione di Dama Fiethsing del popolo degli elfi, il Master ha posto su ciascuno di noi rune distintive, una per ciascuno dei Sette Saggi. Purtroppo colui che fra noi recava con se la runa legata a Dama Fiethsing è perito durante la battaglia della Città Grigia, quindi presumo che al momento il Master difetti di strumenti con cui ricongiungersi a colei che sta cercando. »
    Interviene Helena, accostandosi al Cavaliere Nero, mentre gli occhi di entrambi paiono cercare qualcosa, da qualche parte nel cielo, o qualcuno. Denver si aggrega a loro, ma non riesce a scorgere neppure un puntino che possa ricondurre a Riful. Si domanda se gli altri stiano avendo più fortuna.

    « Il Master ha detto che le nostre rune al momento sono inutili quasi quanto noi. »
    A queste parole, Denver abbassa finalmente lo sguardo, voltandosi verso chi le ha pronunciate. C'è una nota di incredulità sul suo volto, mista ad una certa pietà. Dopo aver guardato Helena a bocca aperta per un paio di secondi, decide di appoggiare una mano confortante sulla sua spalla.
    « Il tuo Master si deve dare una cazzo di calmata. »
    Non ascoltarla, vorrebbe aggiungere, ma solo dopo si ricorda delle costrizioni mentali su Helena e Lisa che, purtroppo, renderebbero una simile impresa del tutto impossibile. Non invidia quelle ragazze nemmeno un po', e neppure lo stesso Sir Maldred; quando quella ragazzina si deciderà a liberarli dal loro supplizio?

    Con le mani ora nelle tasche dei pantaloni, la sua attenzione viene rivolta di nuovo al fronte dei felini, e di un confuso Rhaziel che chiede loro spiegazioni.
    « Chiedo perdono, saluto anche voi, messere, che avete l'onore di fare da mezzo di trasporto per il celebre Duca dei gatti che regna sulla città delle nuvole, Laputa! »
    Non si avvicina, non osa neppure. Si gira invece dall'altra parte, e dissimula le proprie risate iniziali con dei colpi di tosse. Una volta ripreso un contegno, ritorna ad osservarli, e al pensare alla sconcertante precisione con cui ha appena descritto il Presidio da cui sono partiti, e di come ne stia tuttavia ignorando la vera situazione politica.
    Il Gatto con gli Stivali, che si è presentato nel frattempo come conte di quelle terre, però, non ha sbagliato solo sul gatto, ma pare pensare che il Saggio di Palanthas che si trova lì con loro sia in realtà il loro principe, nonostante sia proprio il diretto interessato a negare.

    « Conte... vi prego, non ci tenete sulle spine... Diteci... il principe Grimm ci salverà dal terribile Cavaliere Rosso? E riporterà la pace, come dice la profezia? »
    O, forse, in quel momento hanno solo bisogno di qualcuno che ne faccia almeno le veci. Una speranza a cui aggrapparsi contro questo "Cavaliere Rosso", qualcuno che porterà loro la pace. Gli è bene o male chiaro cosa stia succedendo, ciò che il giornalista non comprende è il perché.

    « Falltgold è il nome del Cavaliere Rosso che nominate, non è vero? »
    Ancora una volta, Denver si trova a dover guardare in alto. Qualche metro più su, Riful sta atterrando a cavallo della sua scopa, e un'espressione ingiustificatamente alterata. Fluttuano accanto a lei due oggetti: una pietra nera come la pece, e un piccolo pezzo di metallo incantato.
    Si ferma a circa sei piedi dal suolo; non sia mai che si porti ad altezza d'occhio di chi la accompagna.
    « Un nome falso. In realtà si tratta di Bahamut, signore dei Draghi Rossi. E' impazzito dopo che degli avventurieri hanno rubato il suo tesoro, ora vaga di reame in reame seminando disgrazie e cercando vendetta. Riesco a sentire il fetore della sua aura da qui. E' affar nostro. E' qui per sottrarmi Grusbalesta, che faceva parte del suo tesoro prima che fosse trafugato, e non intendo lasciargliela. Eleggerò un campione che lo schiaccerà in duello. »
    Strizza gli occhi, esasperato, non appena la streghetta finisce di parlare. Prende quindi un respiro profondo, e si gira verso Rhaziel con lo sguardo di chi non viene pagato abbastanza per duellare contro un cavaliere che, a sentire le parole del Gatto, ha già ucciso dodici persone in precedenza. Occhi che appartengono a quelli di un reporter, non di un guerriero, occhi di chi è certo che troverà supporto almeno morale nell'Aviatore.
    Aviatore che, contro ogni aspettativa, accetta senza neppure protestare.

    « Quanto a me, io non sono un guerriero. »
    Si limita ad aggiungere, alzando le mani e rivolgendo un'occhiata a Lisa, Helena e Maldred che, a dire il vero, sarebbero stati candidati più consoni perfino di Rhaziel stesso.
    Nel frattempo, decide di mettersi da parte, e di cercare di mettere insieme i pezzi di quel puzzle che non è veramente tenuto a ricostruire.
    Innanzitutto, un'isola del cielo chiamata Laputa esiste anche qui, come esistono "Sette Saggi", in modo pressoché speculare alle Corone dei Custodi delle Sette Vie; uno dei quali è inoltre un principe e, neppure a farlo apposta, assomiglia parecchio ad uno locale (indizio forse in realtà non parecchio indicativo, visto che Laputa, qui, è governata da un gatto). Inoltre, anche su Endlos è presente un "popolo degli elfi", mentre Refarth, una fortezza volante inaccessibile a causa di forze misteriose, potrebbe essere vagamente ricollegata a Najaza, nel Presidio Settentrionale.
    ...Forse, stavolta, dovrebbe solo farsi trascinare dagli eventi; nessuno, del resto, gli ha chiesto di stendere le cronache di questo viaggio. Anche perché, per quanto possa concernere Riful, Denver potrebbe benissimo essere completamente analfabeta.

    « Non mi resta che augurarti buona fortuna, Rhaziel. »
    Sorride, all'apparenza ironico, ma non può nascondere a sé stesso una certa, effettiva preoccupazione nei confronti dell'amico. Perché, se davvero dovesse cadere in battaglia, non essere un combattente sarà l'ultimo dei pensieri di Denver, quando scenderà in campo con il revolver e il cuore in mano.

    Denver BrockmannStato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Confuso / Preoccupato
    Energia: 100/100
    Passive: Anti-Malia, Rilevazione Bugie, Rilevazione Pericoli, Auspex Psion
    Scenici: N/A
    Equipaggiamento: M1917 Revolver
    Armatura: Armament: Hardening
     
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    « Il tuo Master si deve dare una cazzo di calmata. »
    Helena e Lisa rivolsero all'unisono uno sguardo stupito in direzione di Denver, forse colpite dal tono di voce particolarmente duro oppure dalle parole irrispettose.
    « Il master dispone delle nostre vite come più gli aggrada. »
    Affermò Lisa, assolutamente convinta di ciò che diceva come se fosse una risposta valida all'affermazione di Denver (il che era possibile. Dopotutto, come Riful stessa aveva detto, le sue evocazioni non percepiscono correttamente il mondo che le circonda e ciò che viene loro detto, tutto ciò che le circonda viene infatti filtrato e distorto dai sigilli che le affliggono). Helena rincarò la dose:
    « Una sola parola del master, e noi saremo felici di dare la nostra vita. »
    Ed a proposito di dare la vita per gli ordini di Riful...

    Tu...
    A te non piace perdere, giusto?

    Rhaziel si ritrovò l'attenzione dello sguardo piccato della malvagia strega dell'Est, che ancora appollaiata sulla sua scopa di saggina rivolse a lui la sua attenzione.
    Io posso aiutarti a vincere, posso farti da campione e battere questo cavaliere rosso. Ma lo farò ad una condizione.
    Riful non rispose sul momento, invece di interrompere il suo improbabile campione, mutò impercettibilmente espressione, accentuando di almeno tre tacche il grado di irritazione che era in grado di esprimere con le sopracciglia aggrottate e le labbra sottili serrate fin quasi a sparire del tutto.
    Quando tutto questo sarà finito, dovrai subire una penitenza che deciderò io e rimarrà segreta fino alla fine. Ci stai? Se invece perderò, farò tutto ciò che vorrai.

    « Probabilmente non hai capito la gravità della situazione. »
    Ribatté Riful in tono basso e tetro, scendendo un poco di quota per arrivare alla stessa altezza degli occhi del Cacciatore di Taglie.
    « Visto che non ti è chiaro te lo spiego io: tu vinci, noi passiamo il ponte. Tu perdi, tu muori e noi perdiamo la Grusbalesta, la Pietra del Sigillo che faceva parte del tesoro di Bahamut. »
    Il fatto che nessuno, a parte lei, conoscesse l'effettivo valore di quell'artefatto ovviamente non la tangeva minimamente. Ormai doveva essere chiaro sia a Denver -più intuitivo-, ma anche a Rhaziel, e perfino a Kerobal che pure la conosceva da pochissimo. Per qualche motivo quella streghetta si riferiva a concetti tutt'altro che ovvi come se fossero ben noti a tutti, senza curarsi minimamente di spiegarsi meglio. Impossibile dire se si trattava di un fraintendimento di base, di pura e semplice superficialità oppure di un qualche strano difetto nel suo carattere, sta di fatto che sottovalutare questo aspetto rischiava davvero di rivelarsi un problema nel futuro, specie in un mondo decisamente strambo come quello in cui erano precipitati. Una cosa però era certa: la Grusbalesta era un oggetto che Riful teneva in grande considerazione e perderlo era qualcosa di davvero pessimo.
    « Non stiamo parlando di un nemico da poco: si tratta del sovrano dei draghi rossi, è un nemico mortale perfino per una strega del mio livello. Prendilo sottogamba e non basterà una legione di maghi per rimettere insieme i pezzi del tuo corpo e darti un degno funerale, sono stata chiara? »
    Stava per voltarsi e di fatto ignorare la proposta avanzata da Rhaziel, bollandola come poco seria e da non tenere nemmeno in considerazione. Non esiste che in un momento del genere una strega del suo livello si lascia ricattare da azioni così infantili! Fatto sta che però si fa avanti il settimo membro di quella scalcinata combriccola, il più improbabile compagno di viaggio. Kerobal non era nemmeno previsto nel novero degli avventurieri che Riful intendeva condurre in quella missione, e non aveva neanche preso il posto della piccola esorcista in rosso di sua spontanea volontà! Tuttavia non esitò a farsi avanti ed assumere il ruolo di paciere fra le due parti:

    « Milady è certamente una fanciulla nobile ed erudita, abituata ad interagire con le alte sfere, pertanto dubito abbia dimestichezza con il gergo della manovalanza... Permettetemi dunque di farvi da interprete in questa trattativa. »
    Riful gli permise di prodigarsi nel suo elegante baciamano, ma in base al suo sguardo la sua reazione fu probabilmente una delle più fredde che il principe demone aveva mai suscitato in una fanciulla con le sue doti galanti. Poco male, naturalmente: non era sua intenzione sedurla bensì attirare la sua attenzione, ed in questo almeno riuscì.
    « Il buonuomo si propone come vostro Campione nella tenzone col Cavaliere Rosso in cambio di una ricompensa a sua discrezione in caso di vittoria -lei saprà come è venale il popolino- »
    Assisa a mezz'aria, Riful socchiuse gli occhi borbottando qualcosa a riguardo.

    Cattura

    « Ricompensa? Tipo un artefatto di valore o qualcosa del genere? Bah, che sciocchezza! »
    Frattempo Kerobal aggiunse il suo tocco personale alla reinterpretazione delle parole di Rhaziel, incontrando così un ennesimo sguardo obliquo della strega.
    « inoltre, per non rischiare di farvi sfigurare mentre è investito del ruolo di vostro rappresentante, egli chiede inoltre di essere messo a parte di ogni cosa di cui siate a conoscenza sul conto dell'avversario, così da garantirvi l'indiscussa supremazia. »

    « Di certo finché si tratta di parlare sai il fatto tuo. Umphf. E sia. Tanto usare adesso il cavaliere nero significa comunque sacrificarlo, tanto vale scommettere su uno di voi e sperare in un colpo di fortuna. In realtà avevo evocato un potente cacciatore di draghi in previsione di questo momento, un cavaliere corazzato da testa a piedi con armi runiche in ferro meteorico e sopratutto del tutto immortale, che sarebbe praticamente l'unico modo per avere la meglio su di un coso talmente forte da non avere alcun senso come il mostro di cui stiamo parlando. Ma tant'è. Purtroppo quell'idiota è andato distrutto nella città che voi chiamate Klemvor, non posso farci niente. »
    La domanda che sorgeva spontanea era: ma se quel cacciatore di draghi era immortale, come ha fatto ad andare distrutto? Beh, probabilmente chiedere delucidazioni in merito era una pessima idea...
    « Beh, in pratica Falltgold è la forma umana del progenitore dei draghi rossi, è vecchio quasi quanto questo mondo. I draghi rossi hanno la fissa con l'oro, lui ha accumulato un'enorme ricchezza e ci si è messo a dormire sopra dopo averla maledetta ben-bene, ma un gruppo di avventurieri ha approfittato del suo sonno pesante per derubarlo. La maledizione ovviamente ha provocato la rovina di una mezza dozzina di regni, ma tanta negatività gli è rimbalzata in parte addosso, ed ora è completamente pazzo, devastato dalla cupidigia e dal rancore. Ti sembrerà di combattere contro un manichino. Un manichino grosso il doppio di te, pesante dieci volte tanto e praticamente indistruttibile, però come dire... meccanico nei movimenti. E' perché non ci sta granché con la testa. L'armatura che lo riveste sono in realtà le sue scaglie, il che lo rende virtualmente invulnerabile ad armi da taglio e proiettili. Ah, gli orchetti che lo seguono in realtà lo fanno solo per profitto, saccheggiano e derubano i villaggi che assalta e vivono alla sua ombra come parassiti. Non combatteranno per lui, quindi ignorali pure. Di contro, anche se li uccidi o provi a prenderli in ostaggio non smuoverai granché Falltgold, perché dal suo punto di vista sono solo cibo di riserva da usare in casi eccezionali. A tal proposito: se li vedi cadere a terra senza vita senza un motivo apparente tu scappa e basta. Beh, scappiamo tutti quanti se succede una cosa del genere. Hai una vaga chance di avere la meglio solo finché è in forma umana e con solo una frazione dei suoi reali poteri. »
    Terminata la spiegazione, Kerobal si congedò con un inchino, al che Riful accompagnò con uno sguardo difficile da interpretare la sua uscita di scena dal ruolo di "interprete" in favore della marmaglia di micetti che in quel momento lo assediava con sguardi imploranti e ansiosi per la sorte del loro sospirato principe delle fiabe di cui parlano le leggende.

    « Dunque... ammetto che -in effetti- il ritratto del Principe Grimm mi rassomiglia molto, ma non ho conoscenza della profezia a cui fate riferimento: sussiste l'eventualità che potrei essere la persona che cercate senza esserne conscio, e perciò... »
    Tutti quanti i gattini antropomorfi, col fiato sospeso, si tesero in direzione di Kerobal con gli occhioni luccicanti ed il fiato sospeso...
    « Credo che l'unica persona in grado di dirimere la questione e indirizzarmi sulla giusta strada sia questa Veggente degli Elfi di cui mi avete fatto cenno: potrei chiedervi di condurmi da lei,
    Signor Conte? »


    « Ma certo!! »
    Esclamò con entusiasmo il Gatto con gli Stivali, togliendo il cappello da moschettiere e prodigandosi in un grande inchino, mentre attorno a lui gli altri mici esplodevano in grida di giubilo.
    « Giuro solennemente di scortare il principe delle fiabe presso il castello volante, presso Dama Fiethsing! »

    « Stai forse dicendo di conoscere l'ubicazione di Refarth? Tu, una misera fiaba? »
    Chiese Riful in tono fortemente scettico. Il Conte sembrò stupito e ferito da un tono del genere, ma non si scompose affatto rimettendo al suo posto il cappello.
    « Ebbene, non una semplice fiaba avete di fronte. Ho infatti l'onore di essere un ruler, e la mia forza è al vostro servizio. »

    « Tsk. Un ruler che non può compiere il suo giudizio è inutile. Dimmi subito dove si trova Refarth e rimani fra i tuoi resonator. Abbiamo una ricerca da svolgere e ci saresti solo di intralcio. »
    Il Gatto con gli Stivali sobbalzò, preoccupato.
    « Impossibile! »
    Esclamò sulla difensiva.
    « Non esistono punti di riferimento nel regno delle fiabe! Come potrei indicarvi la via? Senza una guida, superato l'orizzonte vi trovereste nel reame sbagliato, ed il principe Grimm sarebbe condannato a vagare per chissà quanto tempo! »
    « Phfiu, sto solo perdendo tempo. »
    Guardò Kerobal di traverso, come se lo ritenesse responsabile di quella situazione scomoda.
    « Fai come ti pare. Naturalmente io non ho affatto bisogno di alcuna guida per trovare Refarth, voglio che sia chiaro. Se il tuo gatto ci intralcia, lo lasciamo indietro. »
    Senza attendere risposta, schizzò in avanti lungo la pianura in una direzione ben precisa, l'ombra ribollente che segnava il suo passaggio come se ne rimanesse traccia sull'erba per qualche attimo sotto forma di un alone scuro che immediatamente spariva come consumato dal sole gentile di quei luoghi, naturalmente seguita a passo svelto dalle sue tre evocazioni. A Kerobal, Denver, Rhaziel, al Conte dei Gatti di Laputa ed al Gatto con gli Stivali, Conte dei Gatti del Reame delle Fiabe, non restò altro da fare se non seguirla.

    La pianura sembrava perdersi a vista d'occhio in direzione delle montagne distanti, ma in un tempo davvero straordinariamente breve il gruppetto raggiunse la prima meta. Un fiume placido e profondo mormorava gentile pochi metri più in basso, attraversabile solo mediante un grande ponte di pietra bianca, largo quindici passi e abbastanza spazioso da permettere il transito di quattro carrozze affiancate l'una all'altra. Su ambo i lati aveva piccole mura in mattoni, anch'esse bianche, decorate con motivi ad arco ed alte circa ottanta centimetri. Dall'altra parte del fiume attendeva in piedi una figura massiccia, dall'armatura rossa che splendeva riflettendo il sole alto in cielo. Dietro di essa una masnada di pelleverde dagli sguardi truci. Brutti musi grossi e smunti dalle zanne sporgenti, i nasi porcini coperti di piercing tribali, armature di pessimo metallo forgiato e tatuaggi bianchi che ne decoravano gli avambracci nudi. Quando il gruppo si avvicinò, l'accozzaglia di orchetti iniziò ad agitarsi, sbattendo le spade larghe e piatte sugli scudi di legno ed elevando grida sconnesse al cielo, suoni belluini che di certo non erano di benvenuto.
    Riful piombò sul posto per prima, frenando la sua scopa proprio ad un passo da dove terminava la strada ed iniziava la pietra bianca del ponte.

    « Falltgold! Era da molto che non ci incontravamo! »
    Il titano rosso non si mosse, né rispose. In compenso, dopo un momento di silenzio, gli orchetti ripresero a gridare e continuarono finché la streghetta non riprese di nuovo la parola.
    « Sei davvero caduto in basso, cavaliere del drago cremisi! Occupare per giorni un ponte tanto insignificante, in un reame popolato solo da pidocchi e codardi! Ti trovo patetico! Faresti meglio a cedere il passo! In cambio potrei indicarti io la strada per un luogo dove in ad ogni tuo respiro incontrerai uno sfidante capace di ricacciarti dalla caverna desolata da cui provieni! »
    Stavolta gli orchetti non risposero con entusiasmo, anzi al contrario puntarono tutti quanti gli occhi rossi e feroci in direzione di Riful, mostrando le zanne ed emettendo bassi ringhii di minaccia. Se anche il cavaliere rosso l'aveva udita, non dette segno di reazione, immobile con le mani guantate di metallo poggiate sul pomo della grande e scintillante spada a due mani infissa nel terreno.
    La totale mancanza di reazione indispettì la strega, che di lì a poco si voltò in direzione delle sue guardie del corpo, indicando il ponte con un cenno del capo.
    « Vai. »
    Disse in tono cupo rivolta a Rhaziel.
    Il palcoscenico era allestito, per il Cacciatore era infine arrivato il momento di brillare...

    CITAZIONE
    Da questo momento ha inizio il duello fra Falltgold, PNG gestito da me, e Rhaziel. Se Denver o Kerobal intendono intervenire in qualche modo ovviamente possono farlo in qualunque momento, ma è necessario avvertire prima in modo da bloccare i giri di post.
     
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    Ascoltò gli sproloqui della petulante ragazzina senza dimettere neanche per un attimo il composto sorrisino affettato, ignorando con estrema facilità il freddo e diffidente benvenuto con cui quella aveva accolto il suo saluto cavalleresco, e concentrandosi piuttosto sul prendere mentalmente nota di tutte le informazioni -più o meno utili, per quanto nient'affatto incoraggianti- che Riful andava sciorinando sul conto dell'avversario che avrebbe atteso il Guercio.

    A quanto pare avevano a che fare con un antico Drago Rosso in forma umana, ossessionato dall'oro -come tipico in tutte le favole-, e dal raziocinio non pervenuto, perché probabilmente consumato dalla stessa maledizione che aveva gettato per avidità sui suoi tesori... e poi: grande, grosso e invulnerabile con armi convenzionali, attorniato da una cricca di mostriciattoli pusillanimi, e se la gente inizia a svenirgli intorno c'è da darsela a gambe.
    Tutto chiaro.

    Nel giro di due minuti, processando quelle notizie alla ricerca di qualche elemento sfruttabile, il Saggio aveva trovato un paio possibili contromisure da intentare per non soccombere al primo scambio con un nemico tanto fuori scala, maaaaa... dal momento che lui intendeva seguire il Gatto con gli Stivali al cospetto della Veggente, nella speranza che fosse una bellezza di suo gusto potesse aiutarlo a capire il ruolo di Lowarn in quella faccenda, quella storia non era più affar suo.

    « Ma certo!! Giuro solennemente di scortare il principe delle fiabe
    presso il castello volante, presso Dama Fiethsing!
    »

    Presumibilmente, ora i due gruppi si sarebbero separati: Kerobal per la sua strada,
    e la mocciosa -e il suo sfortunato corteo- ad attaccar briga con Fallgolt, e...


    « Stai forse dicendo di conoscere l'ubicazione di Refarth? Tu, una misera fiaba? »
    « Ebbene, non una semplice fiaba avete di fronte. Ho infatti l'onore di essere un ruler, e la mia forza è al vostro servizio. »
    « Tsk. Un ruler che non può compiere il suo giudizio è inutile. Dimmi subito dove si trova Refarth e rimani fra i tuoi resonator. Abbiamo una ricerca da svolgere e ci saresti solo di intralcio. »
    « Impossibile! Non esistono punti di riferimento nel regno delle fiabe! Come potrei indicarvi la via? Senza una guida, superato l'orizzonte vi trovereste nel reame sbagliato, ed il principe Grimm sarebbe condannato a vagare per chissà quanto tempo! »
    « Phfiu, sto solo perdendo tempo. Fai come ti pare. Naturalmente io non ho affatto bisogno di alcuna guida per trovare Refarth, voglio che sia chiaro. Se il tuo gatto ci intralcia, lo lasciamo indietro. »

    Niente: come non detto. La Streghetta si era intromessa -sempre con l'immancabile scortesia- e adesso (pensa tu che bellezza!) lui e la poppante andavano di nuovo nella stessa direzione; l'unica nota gradevole della faccenda fu l'occhiata imbronciata che la Fattucchiera rivolse al Nephilim, e che quello fu ben lieto di ricambiare con un radioso sorriso compiaciuto, ovviamente, di scuse.

    jpg
    « Giustissimo, non sarebbe giusto rallentarla. »
    assentì comprensivo il Nephilim – e guardalo là: il ritratto della mortificazione...
    « Vada pure avanti e non si preoccupi di noi. »

    Magari, con un po' di fortuna, c'era sempre speranza che -nella fretta di correre avanti senza pensare alle conseguenze- Riful si allontanasse, e Kerobal finisse per perdere convenientemente di vista la bambina. Cose che capitano, no...?

    png

    ...e invece no. Evidentemente no. Quel giorno, proprio no.
    Forse il Nephilim aveva fatto qualcosa per indisporre la dea bendata.

    Vai a capire...

    Sebbene il Saggio avesse fatto il possibile per dare vantaggio alla Streghetta e alle sue zelanti evocazioni, nella speranza che questa li seminasse, alleggerendolo dal peso della sua compagnia, Kerobal si ritrovò -come tutti gli altri- al famoso ponte presidiato dal Drago in forma umana, unico attraversamento delle profondo e placido corso d'acqua, che sbarrava loro il passo verso la meta.

    « [...]Occupare per giorni un ponte tanto insignificante, in un reame popolato solo da pidocchi e codardi! Ti trovo patetico! Faresti meglio a cedere il passo! »
    stava proclamando Riful, mentre lui raggiungeva la soglia della passerella di pietra bianca
    « In cambio potrei indicarti io la strada per un luogo dove in ad ogni tuo respiro incontrerai uno sfidante capace di ricacciarti dalla caverna desolata da cui provieni! »

    Dall'altra riva, a quella proposta spavalda e sprezzante fece eco giusto qualche occhiataccia torva da parte degli orchetti e un ostinato silenzio da parte del Cavaliere; una reazione piuttosto freddina e poco convinta, che certamente finì per alimentare il disappunto della spocchiosa bambinetta, a giudicare dal modo laconico in cui si voltò per rivolgersi a Rhaziel, indicando il ponte con un cenno del capo.

    « Vai. »

    Eccoci arrivati alla svolta fatidica: il momento in cui il Guercio avrebbe affrontato la tenzone per sgomberare loro il passo era alfine arrivato... e poiché il suo successo avrebbe significato un certo beneficio in termini di risparmio di tempo e fatica anche per lui, il Nephilim non ci pensò due volte prima di scattare in avanti per intercettare il combattente LAM prima che superasse la soglia del ponte, bloccandogli il passo e rivolgendogli un sorriso cordiale e affettato.

    « Perdonami solo un istante, buonuomo: non intendo dirti come fare il tuo lavoro, ma...
    Se, alla luce delle informazioni forniteci, mi concedi un paio di suggerimenti da intellettuale... »

    esordì, appuntando li iridi magenta sul viso di Rhaziel
    « ...sconsiglierei di attaccare il tuo avversario direttamente: è sostanzialmente invulnerabile, quindi sprecheresti tempo ed energie; ti conviene cercare di metterlo in svantaggio usando quel che offre l'ambiente. »

    Lanciò uno sguardo eloquente al ponte dietro di sé, lasciando intendere che si riferiva a quello; certo, era un ponte bello solido, ma tirarlo giù con quel colosso di Falltgold sopra era una soluzione piuttosto ovvia, a patto di avere i mezzi per attuarla... ma stava speculando, dal momento che non conosceva affatto i poteri di quell'uomo dall'aria truce. In ogni caso, aveva pronta una proposta “B”: pur nella peggiore delle evenienze, quella avrebbe fornito loro una possibilità di disimpegnarsi.

    jpg
    « Se le cose dovessero mettersi male,
    mostra questo al nemico, e poi gettalo nel fiume. »


    Da quella posizione, il traffico sarebbe passato probabilmente inosservato, ma Kerobal aveva appena infilato nella giacca di Rhaziel un pesante sacchetto di velluto ricamato, gonfio di monete d'oro.

    « Non garantisco che funzionerà, ma se l'avidità ha soggiogato la sua mente...
    sarebbe prudente tenere in conto la cosa. »


    Così dicendo, il Nephilim si sarebbe fatto da parte, lasciando il Guercio libero di raggiungere il palcoscenico su cui avrebbe potuto dare dimostrazione del suo valore... o della sua astuzia; perché, dopotutto, quali migliori virtù vale la pena di esaltare tra le pagine di una fiaba?

     
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  15. _MajinZ_
     
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    La totale mancanza di fiducia di Riful nei confronti di Rhaziel era per quest'ultimo un qualcosa di abbastanza frustrante. Si era offerto di sua spontanea volontà come campione, sicuro delle sue capacità e la streghetta lo sminuiva, non ritenendolo in grado di affrontare questo fantomatico cavaliere rosso. Per fortuna però non era da solo e il bibliotecario sembrava avere una sorta di fiducia in lui, una fiducia abbastanza ambigua e completamente diversa da quella che riponeva in lui Denver. Rhaziel dal canto suo era un tipo risoluto, che non si faceva spaventare da ciò che la realtà gli poneva davanti: aveva affrontato anche Kathep in duello e ne era uscito vivo, nonostante le sue scarse abilità magiche. Questa volta la difficoltà era solo leggermente più alta, ma non si trattava di uno scontro impossibile... se si usava la testa.

    Non conosci il detto: l'abito non fa il monaco?

    Domandò il Cacciatore mentre, finalmente, la strega si decideva a spiegarle le caratteristiche del nemico, ovvero un'armatura fatta di scaglia draconiche praticamente impenetrabile, una forza incommensurabile e un'avidità senza pari... e questo poteva essere il suo tallone d'achille. Un'altra idea poteva essere quella di demolire direttamente il ponte, anche se la sua struttura sembrava abbastanza solida e serviva una bella botta per tirarlo giù. Rhaziel ci stava pensando, ma lui stesso non era sicuro di avere i mezzi adatti per attuare una demolizione. I suoi amici verdini comunque non sembravano interessati allo scontro, ma la cosa più strana era Falltgold stesso che non mostrò nessuna reazione neanche dopo i fastidiosi insulti della ragazzina. Quelle parole in genere erano in grado di far perdere la pazienza a chiunque, ma su quel gigante non sembravano aver effetto.

    Questo tizio non mi piace.

    Il Verde fece un passo avanti in direzione del ponte, ma prima che potesse fare altro gli si frappose il bibliotecario. Questi tirò fuori un sacchetto tintinnante pieno di monete che consegnò al Cacciatore, consigliando di usarlo in caso di necessità facendo leva sull'avidità del Cavaliere.

    Ti ringrazio.

    Anche se Rhaziel dubitava che quest'ultimo avrebbe seguito il sacchetto direttamente nel fiume. Ad ogni modo il momento della verità era finalmente giunto.

    Non ho nulla contro di te, ma devo farti sloggiare da li.

    Dunque, le armi da taglio erano inutili così come quelle da fuoco e visto che non aveva un pokèflauto, doveva usare qualcosa di alternativo. Se lame e proiettili non avevano effetto... come si sarebbe comportato davanti a un'esplosione fatta completamente di energia? Avanzò fino ad arrivare a cinque metri dal bersaglio. Era un po' un azzardo, ma senza pensarci due volte il Cacciatore tirò fuori il blaster e fece fuoco, mirando direttamente al petto del Cavaliere Rosso.



    CITAZIONE
    Rhaziel

    Stato fisico: Ok.
    Stato mentale: ...err.
    Mana: 80%

    Passive: Eterna giovinezza, visione termica
    Equipaggiamento:
    Revolver AMB_
    Definirlo un revolver è abbastanza riduttivo, visto che di quel tipo di pistola ne ricorda soltanto la forma. Lungo quando un avambraccio (mano compresa) o forse più, questa particolare pistolona monta non una ma ben tre canne e il caricatore a tamburo è forse la cosa che più fa assomigliare l'arma a un revolver, anche se la maniglia sottostante sembra presa proprio da un fucile a ripetizione. I proiettili che spara però non entrarebbero mai in un giocattolino come quello e, cosa più importante, quest'arma ne spara ben tre alla volta ed è un ottimo deterrente in certe situazioni. Purtroppo però montando sei cartucce e sparandone tre alla volta, ecco, non è un'arma veloce... ma spesso basta solo la prima scarica. La sigla si riferisce al fatto che quando Rhaziel tira fuori la sua pistola in genere è fuori di se e "adesso muori bastardo" è la cosa più gentile che esce dalla sua bocca.

    Il Fottuto Blaster_
    Il tipo a cui apparteneva questa particolare arma non aveva una buona mira, ecco il motivo per cui ora appartiene al Cacciatore. Dopo averlo ammazzato con l'arma descritta in precedenza, l'uomo si rende conto che gli averi del tizio non sono molti e l'unica cosa di valore è quell'arma, e ai morti non servono robe del genere. Molto simile ad un fucile, di cui ne riprende il calcio e la meccanica, la particolarità di quest'arma è la canna tozza e molto più massiccia rispetto ad un normale fucile, e la bocca di fuoco particolarmente ampia lo rendono più simile ad un cannone. Monta anche un mirino sopra, ma non serve a niente. Spara delle sfere di plasma che esplodono al contatto, robe che ti fanno dire "wooow".

    Rebecca_
    A dire il vero non si ricorda perchè ha dato un nome femminile a quel fucile, però da quando ha memoria Rhaziel ha sempre chiamato così la sua arma preferita. Si tratta di un normale fucile da cecchino, un po' moderno forse, ma il suo scopo è sempre il solito: colpire senza essere visti. E per farlo si avvale di un semplice mirino ottico, niente di troppo complicato o strafigo, ma che serve comunque al suo scopo. E lo fa molto bene.

    La Spada_
    Posizionata accanto all'arma menzionata in precedenza, si tratta di un normale spadone a due mani senza troppi fronzoli. L'elsa è semplice e lineare, così come la guardia sulla quale è incisa una croce dorata. In fin dei conti è una normale arma, però risulta molto utile durante il combattimento ravvicinato, soprattutto quando essa entra in risonanza con lo strano arnese luminoso racchiuso nel petto del Cacciatore.

    Lo Scudo_
    Il nome potrebbe trarre in inganno, però non si tratta di un vero e proprio scudo, almeno in apparenza. Infatti si tratta di un semplice guanto d'arme in acciaio che avvolge completamente l'avambraccio e la mano, e si collega allo spallaccio che difende la spalla e parte del resto del braccio. Questa protezione è molto utile per i viaggi, visto il suo scarso ingombro, ma non è molto utile per proteggersi, ma è qui che entrano in gioco le particolarità dell'oggetto. Esso infatti è in grado di attingere direttamente dalla Batteria, oppure entrare in risonanza con i simboli alchemici tracciati sul braccio destro, i quali riescono a farla mutare di aspetto. Se ve lo state chiedendo... no, quel braccio non è suo.

    Chastiefol
    All'apparenza si presenta come una normalissima lancia, lunga circa due metri nella sua totalità... ma le simiitudini con una normale lancia si concludono qui. Si tratta infatti di un'arma speciale, in cui ogni sua componente è stata trattata per funzionare alla perfezione, unendo le conoscenze alchemiche e tecnologiche del suo inventore. La ricerca di ogni speciale lega che la compone, di ogni minerale e lo studio dei cerchi alchemici è stato molto lungo e complesso, tanto da richiedere diversi anni solo per dar vita al progetto... e altrettanti per creare l'arma vera e propria. Il risultato però è davvero convincente e Rhaziel ne va davvero orgoglioso.
    Il materiale di cui è composta è molto simile all'acciaio, ma la sua leggerezza rende anche un'arma ingombrante e lenta come una lancia, agile e precisa in tutte le sue combinazioni d'attacco. Grazie all'alchimia poi, Chastiefol è in grado di mutare la sue dimensioni, passando da una lunga arma per tenere a distanza i nemici, a una corta daga per affrontare uno scontro più ravvicinato. Inoltre la punta della lama è costituita da un metallo speciale trattato alchemicamente, il quale grazie all'aggiunta di un particolare minerale che reagisce agli urti, è in grado di generare esplosioni al tocco con qualsiasi superficie, variando la potenza a seconda dell'energia impressa nel colpo.
    [Lancia + Daga + Passiva di Leggerezza + Tecnica Mutaforma + Tecnica Variabile]


    Tecniche utilizzate:
    Proiettili Vitali_
    Sfruttando la particolare sintonia tra la Batteria e il Blaster, Rhaziel riesce a rendere l'arma molto più versatile e potente, sostituendo alla normale carica del fucile al plasma, la sua stessa energia "inesauribile" che pulsa all'interno del suo corpo. Così, concentrando un quantitavi variabile di carica energetica, il Cacciatore riesce a sparare dei proiettili che possono causare un'esplosione una volta giunti a contatto con il bersaglio, così da sfruttare il fucile anche quando la carica normale dell'arma è esaurita.
    [Consumo Variabile: Alto]
     
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50 replies since 7/1/2017, 08:53   1390 views
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