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Cieli di Sequerus.
Avvolti da un manto d'ombra nel cielo di Sequerus, lo Skekdor e la viverna volavano indisturbati in un cielo dai riflessi rosso sangue. L'umidità era intensa, palpabile al punto da appesantire lievemente le ali membranose della creatura alata e -nonostante fosse improbabile che questa cadesse al peso aggiunto- rendeva la salita certamente più difficile.
Ad ogni battito d'ala la fatica si faceva più presente e fastidiosa, ospite sgradito, ma soltanto a pochi metri dal Mastio sarebbe stato possibile intuire che -dopotutto- forse non si trattava "solo" di umidità.
Raggiunta una parete, la viverna avrebbe fatto scendere il suo compagno in modo da entrare in una grossa finestra... prima di raggiungere il limite di sopportazione: i suoi sensi iniziarono a venir meno e la vista le si offuscò: come un malato in preda ad improvvisi cali di pressione questa cadde, sparendo oltre una coltre di nubi molto bassa.
Colto in fallo da quello strano evento, anche il dio rischiò di cadere, riuscendo tuttavia ad aggrapparsi ad un'anta in legno ancora in ottime condizioni. Appeso in quel modo, inconsapevole di ciò che aveva sotto le sue zampe, avrebbe soltanto potuto scegliere se tentare di proseguire da solo o gettarsi nel vuoto, inconsapevole di quanto spazio vi fosse tra lui ed il compagno caduto.
Edited by Drusilia Galanodel - 29/1/2017, 23:34. -
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Cieli di Sequerus.
Dopo diversi tentativi di richiamo delle proprie abilità, il dio finì per rimanere con il becco semi-aperto per la sorpresa, immobile, mentre la rabbia ribolliva in ogni cellula del suo essere. Fu così che, agitando un pugno al cielo, prese ad inveire.
"Rrraaagh! Che infausto giorno, questo giorno!"
Finì quasi per cadere. Per questo decise di abbandonare ogni remora per dopo e continuare eroicamente da solo la sua traversata del Mastio.
Prendendosi del tempo per ispezionare l'ambiente che lo circondava e -magari- orientarsi, l'Eroe avrebbe trovato degli interni estremamente semplici e ripetitivi. L'aspetto dei corridoi ricalcava per forme e colori quelli dei tipici palazzi giapponesi, fatti di bambù, legno e carta. Al tatto, ogni parvenza svaniva tuttavia nel nulla, rivelando anime di metallo e materiali plastici. Affacciandosi ad una sala semiaperta rimasta vuota, avrebbe ritrovato un tavolino basso, delle tazze di tè rovesciate sul finto tatami e -qualora fosse stato un esperto di architettura di quelle regioni- molti elementi tradizionali mancanti. Prima fra tutti una nicchia per pregare gli antenati o gli déi, segno che molto di quei luoghi era stato perso nel tempo dalla sparizione dell'ultimo vero Alfiere Mio Aranwe, sostituito da una tecnologia sempre più aberrante ed assoggettata agli uomini sbagliati.
Ovviamente... i primi assenti fra tutti erano proprio gli abitanti. O almeno le guardie: girando per i corridoi lasciati vuoti, lo skekDor non avrebbe incrociato praticamente nessuno. Piuttosto avrebbe sentito strani rumori e detonazioni varie provenire dal piano di sotto: che i rinforzi avessero attirato l'attenzione dei presenti, permettendo al dio di passare indisturbato?
Fosse stato vero, a quel punto era saggio approfittarne: probabilmente non sarebbe durata per sempre; tanto valeva cogliere l'attimo. Inoltre, prendendo le scale e procedendo senza timori, avrebbe anche finito per sentirsi meglio.
Edited by Drusilia Galanodel - 29/1/2017, 23:35. -
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Mastio di Sequerus.
Espandendo le sue sensazioni e percependo le radiazioni delle anime attorno la sua figura, skekDor avrebbe notato soltanto due presenze, entrambe al piano di sopra.
Si trattava di due uomini dai chiari tratti dei nativi Occidentali: lunghi capelli scuri e lisci, occhi a mandorla, nessun accenno di barba e poca peluria sul corpo. A distinguerli sarebbe stata probabilmente la posizione, oltre che la mole: il primo era longilineo ma dalla muscolatura ben definita. Considerando però che si trovasse esattamente sopra alla testa del dio, probabilmente seduto su una poltrona o un trono, skekDor avrebbe soltanto potuto intuirlo dalla forma dei suoi glutei (e molto altro) spalmati sul cuscino, oltre che non vedergli la faccia. Quello grosso, un bestione alto oltre due metri, faceva avanti ed indietro di fronte la porta di quella che poteva essere una sala del trono. Dettaglio curioso ma non influente sarebbe stata la sua "eccitazione" per quella determinata condizione di stress dovuta all'assedio, concretizzata in qualcosa di più fisico e ben visibile agli occhi dell'Eroe di Sequerus.
Sta di fatto che aveva poco senso tentare di bucare i muri: non ci sarebbe riuscito, come oltretutto non era riuscita nemmeno la viverna da lui cavalcata in quei cieli. Per questo si sarebbe dovuto adoperare nel percorrere altre scale finché, finalmente, non si sarebbe trovato faccia a faccia con il mostro.
Dal vivo, in effetti, l'unica guardia rimasta a difesa del grande capo era ancora più spaventosa: due katane indossate sulle spalle e poi estratte con cattiveria indicibile, uno sguardo più folle che assassino -al punto da arrivare a chiedersi se fosse affetto dalla rabbia-, abiti da militare stracciati sulle spalle nerborute e le braccia gonfie di muscoli e tatuaggi, urla disumane ed una puzza di sangue nemico e sporcizia tali da essere citate in qualche famosa storiella della capitale.
E skekDor era lì.
Da solo.
A un passo da Kikio-Ho.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)1) Chiedo venia per la tech. In effetti più che averne "abusato" ho cercato di piegarla alla scena in corso. Ammetto d'aver un po' esagerato, ed è il motivo per cui ho fatto usare a skek solo quella tech nel turno precedente, senza arrischiarmi a fare di più XD Presterò attenzione in futuro.
Quanto allo scalare il mana, mi sembra d'averlo fatto. Da inizio quest skekDor ha usato (effettivamente, senza contare le tech andate in fuffa per via del "blocco") il manto d'ombra e l'auspex spirituale. Sono due tech a consumo Medio. E avendo lui 110% di mana dato dalla Passiva, 110-20 fa 90
2) Lì è un discorso di... interpretazione. E' vero, tatticamente usare l'auspex è una mossa sconsiderata e, apparentemente, senza senso. Ma ho cercato di calarmi nel personaggio. E' scorbutico e impaziente, crede tremendamente in se stesso a tal punto da non temere niente e nessuno. Tech d'occultamento ne ho. Non le ho usate proprio perché sarebbe stato incoerente. skekDor non vuole arrivare dal suo avversario e coglierlo di sorpresa. Vuole solo "affrettare" i tempi e capire dov'è, raggiungerlo e affrontarlo. Se lungo il cammino avesse incontrato altri nemici, sarebbe stato un problema, chiaro. Ma, sempre rimanendo nella mente del pg, non s'è posto la cosa. Quel che voglio dirti è che, per fare un paragone da anime: non sto muovendo L, piuttosto Ryuk XD
Detto ciò, ovviamente apprezzo le critiche che mi hai rivolto. Al tuo posto avrei scritto pressappoco le stesse cose. Mi trovi d'accordo.
E siccome ho tutta l'intenzione di arrivare alla fine della quest, penso che da ora farò un po' a meno dell'interpretazione e ruolerò un pg leggermente più "savio", sempre rimanendo coerente col suo carattere
Edited by Nightrun - 4/2/2017, 01:14. -
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Cieli di Sequerus.
"Sorgi, gregario funesto. Dimostra che il tuo elemento può dar la vita... o strapparla impunemente!"
Dopo brevi ed al tempo stesso lunghissimi attimi di preparazione, il dio levò la destrorsa in direzione del nemico, tramutando il suo mistico globo in un ricciolo umido e rapido dall'aspetto di serpe: si sarebbe lanciata al collo per azzannarlo, eppure all'uomo -abbastanza pratico di bestie, ancor più che di magie- non sarebbe poi parso così difficile intercettare il colpo ed interporvi una delle due spade.
Per un solo istante, lo stesso in cui la lama entrò in contatto con le fauci della bestiola, skekDor avrebbe notato un lieve bagliore provenire dalla stessa, come a suggerirgli che non fosse fatta soltanto di lega metallica. Che fosse uno strano tipo di rune? O qualche lucina delle loro, tipiche delle armi tecnologiche ed empie di cui andavano tanto fieri? Sta di fatto -comunque- che pareva in grado di annichilire ogni tipo di magia con cui entrasse in contatto, dettaglio essenziale per comprendere le tecniche di combattimento nemiche.
In ogni caso, il tempo era scarso ed il tentativo di sfondamento non era affatto concluso: attingendo al potere del Cristallo, il l'Eroe di Sequerus incanalò energia nella sinistra, ancora libera da incanti. Scatenando un tripudio di roventi fiamme dai colori freddi, queste presero ad ingrandirsi e ad inghiottire l'aria avide e voraci, fino ad espandersi a ben quattro metri dalla mano del mezzo-Mistico.
Pessima idea, considerando che il soffitto fosse più basso di almeno un metro.
Fu allora che il soffitto prese fuoco.
Sfuggendo letteralmente al controllo del dio, le fiamme scelsero l'obbiettivo prima ancora di esser lanciate, dunque iniziarono a distruggerlo con perizia, generando un foro nel soffitto e distruggendo alcuni assi portanti del tetto.
Il risultato fu tremendo.
Polvere e rifiuti presero a scendere rapidi assieme alle tegole e grossi pezzi di legno. Il nemico si fermò all'istante, puntando le attenzioni verso l'alto con sguardo agghiacciato, poi si acquattò vicino al muro portante cercando di proteggersi dal crollo. In realtà fu abbastanza inutile: nonostante non fosse esattamente sotto la cascata di detriti (come invece lo era il non-umano), gli giunsero in testa un paio di tegole che lo stordirono... ma nient'altro. Anche perché non dava in effetti idea di qualcuno che usasse troppo la testa.
Seguirono interminabili secondi in bilico fra la vita e la morte: a seconda della gravità del danno sarebbe stato possibile far cadere l'intero piano su quello sottostante, cosa che -fortunatamente- non accadde. Non appena il polverone generato da quella pessima idea si disperse nell'aria aperta (poichè parte di due muri era già caduta), non sarebbe rimasto altro per i due che riprendere da dove si era cominciato.
A partire dal contrattacco.
Dopo un rapido movimento delle lame a forma di kanji, si sarebbe sprigionata un'onda di luce monodirezionale a forma di drago. Brutale, violenta e spaventosa.
Ovviamente a fauci aperte, proprio nella direzione di skekDor.
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.SPOILER (clicca per visualizzare)skekDor non ha l'Instant Casting. Trovavo incoerente fargli evocare una roba tanto complicata con uno schiocco di dita XD Comunque, ope legis
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Cieli di Sequerus.
Dopo aver innalzato una nuova barriera, il dio ritenne saggio continuare ad attaccare, costretto come era a ripetere l'unica offensiva che non aveva generato disastri di sorta. Ponderando anche l'idea di buttar definitivamente giù tutto, si rese anche conto che imitare in ogni dettaglio gli avvenimenti passati non avrebbe portato alcun beneficio.
Un nuovo serpente d'acqua nacque dalla sua magia e lo Skeksis gli avrebbe imposto di strisciare basso, confondendosi fra polvere e detriti, puntando stupidamente alle lame nemiche.
Fu forse per tal ragione -o per una intelligenza decisamente sotto la media- che il colosso avversario parve addirittura rilassarsi ed abbassare la propria guardia. Quando poi il ricciolo d'acqua scelse di virare bruscamente e puntare ai suoi avambracci, questo rimase interdetto, non potendo di fatto far molto in quella posizione.
La bocca screpolata si tese a lieve fessura, infine si aprì come quella di un rospo, finendo per tossire e vomitare dosi ingenti di liquido strano. Lasciando cadere la spada e portandosi una mano al petto, quel tale si sarebbe piegato su sè stesso, reggendosi a malapena sulla gemella infilzata nel pavimento.
Era evidente non riuscisse a respirare: le labbra erano diventate gonfie, lui quasi annaspava: un momento di pericolo, certo, ma non per l'Eroe di Sequerus che -nella disgrazia avversaria- aveva appena trovato la sua fortuna.
Il momento migliore per finirlo.
Edited by Drusilia Galanodel - 7/2/2017, 17:32. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)skekDor di tecniche che fan danno ha solo la serpe d'acqua e la palla di fuoco XD Sono a corto d'opzioni, per quello uso pressappoco sempre gli stessi attacchi. Diciamo che finora ho partecipato perlopiù a quest dove servivano tech di Supporto. Quindi, escludendo questo duello e quello in Arena Nera, non ne ho avuto un gran bisogno di tech offensive. Probabilmente m'ingegnerò per crearne di nuove appena avrò un po' di ispirazione.
Quanto alla roba in Assistenza, non l'ho chiesta per aver maggior vantaggio qua in duello. Anzi, proprio questa situazione m'ha fatto venire in mente quei quesiti. E ho pensato di porli lì, anziché qui, perché all'effettivo voglio crearci tecniche e passive correlate. Non ho scritto in Assistenza per farmi spiegare "com'è meglio falciare il samurai", se era questo che intendevi, dru XD
Sono tutti punti del regolamento che non mi son chiari e, ripeto, che vorrei usare proficuamente per tirarci su qualcosa di nuovo. Potevo chiederteli qui, ma sarebbe stato molto poco attinente col duello :S
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Cieli di Sequerus.
"Mala, katakontidzeh!!!"
La situazione era ormai disperata, ma a quel punto valeva dare tutto per tutto.
Approfittando del precedente crollo, il dio ormai distrutto nel corpo -ma non nello spirito- puntò sul far cadere il nemico giù dal palazzo. Inoltre -tanto per esser sicuri- gli avrebbe anche lanciato contro una bella palla di fuoco.
Fortunatamente per l'Eroe che tanto di sè aveva dato in quel duello, entrambi i colpi andarono a segno: ormai allontanato dalla sua prima spada, l'uomo fu effettivamente sbalzato di alcuni metri verso il precipizio... eppure riuscì ad infilzare di nuovo la sua seconda lama -quella che ancora portava indosso- nel pavimento, rimanendo aggrappato con solo un braccio. Notevole fu anche la sua resistenza al dolore: ormai avvolto di fiamme, si ostinava con tutto sè stesso a rimanere attaccato a quell'arma, quasi si trattasse di una questione d'onore piuttosto che puramente pratica.
BANG!
...questo finchè un colpo di pistola non gli forò la mano, spezzandogli i tendini e facendogli mollare la presa. Sparì fra le nuvole nere degli incendi che divampavano sotto di loro, nel cortile ed in alcune ale del palazzo.
-Più ostinati degli asini...
Nonostante l'arma che impugnava fosse tutto tranne che magica, quindi probabilmente riconducibile ad un lacchè di Kikio-Ho, l'uomo apparso dalle scale che portavano al piano sottostante sarebbe stato facilmente riconosciuto dallo skekDor come uno dei rivoltosi presenti tempo prima nell'accampamento in cui era stato accolto. Si trattava di un "capo", per l'esattezza: dopo aver presenziato al funerale di Odayaka era stato visto fare un discorso esortativo ai suoi soldati. Nulla di interessante, in ogni caso: i classici discorsi di un mortale pronto a morire per la sua causa -e che nel farlo finiva per trascinarsi tutti gli altri.
-Alzati in piedi, eroe: abbiamo ancora la portata principale.
La voce era bassa e roca, perfetta per un uomo non più giovanissimo quale era e con il volto deturpato dalle rughe e le cicatrici. Portava una benda su un occhio, probabilmente l'ennesima ferita di guerra in tanti anni di servizio.
Nonostante l'età, i suoi capelli erano ancora folti e neri, gli occhi a mandorla ma tendenti al nocciola e con una punta d'ambra. Le labbra erano screpolate e le guance leggermente scottate da tutti gli incendi in cui si era trovato coinvolto nell'ultimo mese, le mani piene di calli e ben strette sulle uniche due armi che portava: una katana ed una pistola, l'ultima probabilmente rubata a qualche archibugiere.
Gli abiti tipici di quel presidio in guerra si mostravano strappati in più punti, bruciati in altri, ma era evidente che fossero di ottima fattura -segno che fosse di buona famiglia, forse addirittura un nobile. Ciò non cambiava comunque che fosse lì a combattere come tutti gli altri, perché di fronte ad un nemico comune -dopotutto- le diversità finivano spesso per esser messe da parte. Questo -ovviamente- se si aveva anche solo un pò di sale in zucca... e quel normalissimo umano -dal numero dei suoi fedeli ancora in vita- doveva averne abbastanza.
Ricaricata la pistola e ripresa la guardia con la sua spada, si sarebbe infine gettato verso la porta principale. Quella della sala del trono.
Lì dove li aspettava Kikio-Ho.
Edited by Drusilia Galanodel - 8/2/2017, 16:15. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Beh, quanto alla faccenda in Assistenza: ok, in futuro farò così :S
Sull'"acrobazia" di skekDor, ammetto che se avessi avuto un pg umano sarebbe stato qualcosa di difficile da mandar giù. Ma in questo caso, sebbene sia in effetti una manovra azzardata, diciamo che ho scelto il soggetto giusto. skekDor ha una gobba che Leopardi può solo accompagnare, e nella fisionomia è simile a una lucertola (fianchi larghi, spalle strette, arti lunghi e sottili). Insomma, ha tutto quel che serve per rotolare a dovere come una palla da bowling XD Quindi, fermo restando che come dici tu era parecchio forzata... ci stava, ecco :3
Quanto alla Valutazione... Accetto tutti i punti, ma mi dispiace un po' per la questione della scrittura. Davvero anche altri hanno avuto problemi a seguire il filo dei post? Ma riferito a scene d'azione o in generale?
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Mastio di Sequerus.
"D-dopo di te, mortale. Fa pure gli onori."
Arrancando con passo reso più incerto dagli acciacchi dell'età e dai traumi riportati nello scontro, skekDor seguì il Samurai nell'ultima tappa della missione: rumori di voci e passi pesanti avvertivano che le forze della Resistenza avevano fatto breccia nel cortile e ora dilagavano all'interno, e poiché solo le doppie porte della sala si ergevano ancora -del tutto sguarnite- come ultimo ostacolo che ancora separava i Ribelli dal leader dei Governatori -gli Usurpatori di Sequerus-, il guercio riversò su di loro il suo impeto.
Con una pedata ben assestata, il veterano le spalancò con veemenza, mandandole a rimbalzare contro le pareti con uno schianto sordo, che liberò un boato nell'aria: che Kikio Ho sapesse che il suo regno aveva i minuti contati, che sentisse le grida dei popoli venuti a reclamare la sua testa, che provasse sulla sua pelle l'angoscia di essere braccato da chi l'odiava... che fosse consapevole che la Giustizia dell'Ovest incombeva ora su di lui.
- Laveremo il disonore che hai portato sull'Ovest con il tuo sangue!
L'alone evanescente e luminoso di una lama di ki, e il sibilo minaccioso della sua vibrazione nell'aria, accolsero l'ingresso dei due combattenti, ma nonostante i segni manifesti di quell'attacco, schivarlo fu una questione di fortuna più che di tecnica: il vecchio guerriero era assai esperto in combattimento, ma -in qualità di semplice umano- era ormai in un'età abbastanza avanzata da aver perso lo smalto che l'addestramento militare gli aveva dato in gioventù; con prontezza, si buttò a terra, e il costrutto energetico proseguì oltre, percorrendo un lungo tratto del corridoio prima di dissolversi contro il primo ostacolo che incontrò, incidendo un profondo solco in una lontana parete dell'edificio.
« Se credete che mi consegni o che mi dia sconfitto senza combattere, vi illudete. »
li apostrofò un giovane dai tratti orientali, eccezion fatta per gli occhi blu
« Siete solo dei vermi, vermi in combutta coi Gaijin, che hanno tradito il loro paese... »
I lineamenti belli e nobili, le iridi dal colore esotico, i lunghi capelli d'ebano legati in una coda alta e severa... davanti ai due eroi si trovava il leader della fazione nemica: indossava l'uniforme degli alti gradi dell'esercito regolare, teneva la katana sguainata e puntata contro l'avanguardia dei suoi nemici, e stava in piedi davanti al seggio su cui aveva atteso l'inevitabile conclusione di quell'impari assedio, non come un pazzo tiranno ormai sconfitto, ma come un eroe tragico, pronto a difendere i suoi ideali fino all'ultimo respiro.
... e, per quanto avrebbe fatto impressione veder con i propri occhi che lo statista spietato che aveva gettato il Presidio in quella guerra fratricida, il responsabile della deportazione, tortura e morte di migliaia di non-umani -colpevoli del solo peccato di essere Diversi-, il mandante di ogni crimine commesso sulla terra rossa di Sequerus fosse davvero un ragazzo così giovane, la cosa più agghiacciante di quella tragedia era forse proprio la sua cieca e ostinata mancanza di comprensione.
Anche nella disfatta, la sua convinzione non vacillava, sorretta dalla granitica sicurezza di una lucida follia, che -pur sull'orlo del baratro- rivendicava la giustezza della sua utopia malata.
« Fatevi avanti, non temo battaglia: finché avrò forza nelle braccia o un alito di vita in corpo, falcerò e schiaccerò chiunque osi pararmisi davanti. »
« Temo di non potervelo permettere, Kikio-sama... »
una voce melliflua e sconosciuta risuonò nell'aria
« ...sarebbe un problema, se vi consumaste prima di incontrare la vostra nemesi. »
Le parole giunsero dalle spalle del dittatore, là dove una misteriosa e stravagante figura aveva fatto la sua comparsa, prendendo consistenza e forma dalle ombre stesse dello scranno: nonostante la media statura, la corporatura longilinea e i lineamenti androgini del suo viso truccato di bianco e decorato con fregi neri, l'emanazione appariva assai più eterea e delicata dell'aitante giovane che -con passi lenti, disinvolti e misurati- aveva affiancato... eppure, bastava un'occhiata per rendersi conto di chi fosse il vero pericolo tra i due.
« Il kami di Usama Kuroi. »
Con tono di sufficienza, il Governatore gettò un solo sguardo sprezzante alla creatura ferma nelle sue vicinanze: non parve particolarmente scosso dalla sua comparsa, ma sicuramente non ne era neppure felice; preferendo tenere d'occhio lo skekDor e Nobunaga, suoi dichiarati nemici, il suo atteggiamento lasciava comunque intendere che non si aspettasse alcun tipo di soccorso da parte dell'entità.
« Non so di cosa tu stia parlando, ma non ho mai creduto alle vostre promesse e profezie.
E visto il bel lavoro che hai fatto con lui, non intendo darti ascolto ora. »
asserì con l'arroganza che solo un orgoglio smisurato sa conferire,
e -a giudicare dalla piega che presero le sue labbra nere- il Pagliaccio ne parve compiaciuto
« Se speri che mi rivolga a te in cerca di aiuto, tornartene pure da dove sei venuto
e lasciami morire come preferisco – combattendo, e con onore. »
Gli occhi blu del “kami” si posarono sugli altri astanti, ma sul suo viso efebico non passò alcuna ombra di minaccia; al contrario, i due eroi della guerra dell'Ovest l'avrebbero visto sorridere in maniera cortese e amabile, prima che una risatina soffice gli risalisse la gola, strappando loro inspiegabilmente un brivido.
« Ne parla come se avesse libertà di scelta... »
rimbeccò con sorniona pazienza il Pierrot, senza perdere di vista l'inatteso pubblico
« Adesso basta fare i capricci: il suo ultimo palcoscenico è altrove, i preparativi sono terminati, e tutti gli altri attori sono in posizione... »
lentamente, una mano dalle lunghe unghie laccate di nero si posò sulla spalla di Kikio
« Non si può più attendere oltre: è l'ora del gran finale. »
« Tu... »
La tetra occhiata di livore assassino che il Governatore di Sequerus rivolse al Demone fu l'ultima cosa che lo skeksis e il Samurai avrebbero visto, prima che entrambi svanissero nel nulla, lasciandoli soli nella stanza del comando, ora deserta e silenziosa..
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Mastio di Sequerus.
« Il kami di Usama Kuroi. »
Nonostante negli anni di servizio quel vecchio samurai era stato in grado di affrontare le più disparate emergenze -umane e non- a nome del suo Signore, finendo così per abituarsi alla presenza di entità di qualsivoglia tipo, sentire quella bizzarra affermazione da parte del folle Kikio-Ho lo colse letteralmente alla sprovvista.
Non che fosse diventato privo di dei e religione come i suoi nemici -per quanto pragmatico e materialista Nobunaga fosse, era comunque consapevole di non essere la creatura più potente dei mondi- ma scoprire che vi fosse qualcuno a patrocinare il massacro di naufraghi e bestie mescolò le carte di quell'assurda guerra in modi che nemmeno lui, abile stratega, aveva previsto. Per quanto ancora prive di senso, le parole di Kikio-Ho assunsero consistenza al suo orecchio attento, e nonostante ancora non ne comprendesse le ragioni, l'ombra di un traditore fra gli alleati iniziò a stuzzicargli l'intelletto. Traditori di cosa, poi? Avrebbe dovuto scoprirlo.
Questo avrebbe pensato, almeno fino a quando il kami non si rivolse a loro, iniziando a ridacchiare e provocandogli un brivido che -istintivamente- sapeva di orrore. Nobunaga si paralizzò, e se i sensi ormai non erano più freschi come un tempo, l'esperienza gli sussurrò sadica una profezia di morte atroce ed imminente...
« Ne parla come se avesse libertà di scelta... Adesso basta fare i capricci: il suo ultimo palcoscenico è altrove, i preparativi sono terminati, e tutti gli altri attori sono in posizione. Non si può più attendere oltre: è l'ora del gran finale. »
« Tu... »
... che non arrivò."Raaargh!!! Dov'è? DOV'ÈÈÈ?"
Quella bizzarra creatura sua alleata che -intanto- lo aveva seguito nonostante le ferite si era lanciata sul nemico con un coraggio tale da sembrargli incosciente quanto stupida, rimanendo viva per pura e sfacciatissima fortuna dato che -considerando lo status alterato- era partita alla carica in ritardo netto ed altrettanto lenti erano stati i suoi movimenti.
"Trovalo e portamici! Ora! Adesso! SUBITOOOH!!!"
Qualunque cosa fosse, il samurai pensò che emettesse troppi fischi fra una parola e l'altra.
Ma non si scompose, piuttosto gli lanciò un'occhiataccia.
-Se vuoi morire, non sarò certo io ad accompagnarti dai tuoi avi.
Lo disse in un modo brutale ed al tempo stesso sincero in modo disarmante; nei suoi occhi d'ambra era più che palese la consapevolezza di ciò che aveva visto e dell'aver tirato le somme sul proprio potere confrontato a quello degli avversari. Nemmeno Kikio-Ho avrebbe potuto nulla verso un kami, e su ciò ne era matematicamente certo.
-Questa guerra giunge ad un nuovo atto: dobbiamo riunirci agli alleati ancora in vita e puntare sul numero se vogliamo abbattere quei singoli. Possibilmente, non in uno scontro diretto, dato che il kami potrebbe distruggerci in ogni caso.
Tacque per un attimo, affogando nel mare dei suoi pensieri.
No, non riusciva a riemergere... la situazione si faceva critica.
Che quella vittoria fosse solo un miraggio?
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