-
Ciò che Deve Essere.
User deleted
Le parole di Sebastian feriscono l'affranta Gina più di mille coltelli nel cuore: la signora, che da quarant'anni gestisce la fattoria dei suoi, che è sempre stata un vanto per il vicinato, tanto da permettersi, ricca com'era, di far sposare la figlia con un matrimonio talmente opulento che ancora gli animali mangiano gli avanzi, è stata tacciata di non saper fare quel lavoro! Non c'è da stupirsi se la reazione della donna non è composta:
-Io..Io...-
Inizia a dire, ma Sebastian e Jester, che lo invita cercare uova al mercato, stanno già abbandonando il pollaio: Rosa, allibita da questa iniziativa, fa per andare da quelli e tirarli indietro per le orecchie quando Gina, che a stento parla, fra le lacrime mette una mano sul petto e dice, in un sussurro:
-Rosa...Il cuore. Il cuore, Rosa.-
E sviene fra le braccia della grossa nonna. Incredula, cerca di farla riprendere, senza successo. Poiché tutto è avvenuto nella discrezione che tanto si loda a Gina, né Jester né Sebastian hanno motivo di voltarsi indietro, nella loro strada per il mercato, sicché quando, dopo qualche minuto, Rosa comincia ad urlare, nulla se non un'eco lontana e fioca giunge alle loro orecchie.
Dunque, seguendo il consiglio di Jester, gli Aviatori si dirigono al mercato del Latifondo (poiché, ovviamente, a Laputa tutto è bio, coltivato senza pesticidi e incantesimi), e dopo aver scansato un insistente venditore che cerca di affibbiar loro uova di quaglia, troppo piccole per una torta, riescono a trovare delle uova di dimensioni normali, non senza aspettare un poco, poiché una signora, in fila prima di loro, sta svaligiando tutte le scorte di verdura, farina e uova, perché, a quanto dice, "deve fare una cena con le amiche, tutte vedove, lei compresa".
Dopo molta fatica, e vari intoppi, le uova ci sono. Ora, via per il prossimo ingrediente!
...........
...........
...Quale, ingrediente? Senza lista, senza Tastuo, e con Gina quasi morta, la prima parte era finita. Ma chi, adesso, poteva dar loro una nuova lista o un nuovo Tatsuo? Quale era la cosa migliore da fare? Cercare in giro la guida? Comprare arbitrariamente ingredienti casuali? Tornare da Yang e Drusilia per decidere il da fare? Essere creativi? La torta al cioccolato più buona del mondo stava davvero diventando "la torta al cioccolato più buona del mondo fatta solo di uova?"
. -
.
Sebastian Barth
VARIE
PS:. -
.
La proposta del giovane piacque non poco al Giullare, chiedere la ricetta della torta a un professionista pasticcere poteva rivelarsi un'ottima soluzione contro all'andare a zonzo con la speranza di trovare quel diavolo di demone. Forse per qualcuno questa sarebbe risultata una scorciatoia, barare, ma Jester se ne fregò.
Il fine giustifica i mezzi!
Si disse rivelando a sé stessa il suo modo cinico di pensare; eppure... chi diceva che dovesse essere sbagliato? A volte le soluzioni più semplici potevano rivelarsi quelle più corrette.
-Mi sembra un'ottima idea // Ma chi la torta miglior crea?-
La giovane si carezzò il mento con la destra finché l'idea non gli balzò in testa.
-Potremmo andare in alta città // A "le Dolci Grazie" qualcuno saprà!-
Forse era un po' lontano dal secondo girone tuttavia avrebbero guadagnato la ricetta migliore e, ripercorrendo la scalinata, avrebbero forse ritrovato quell'idiota.. -
.
Se una torna buona vogliamo fare
una lista certo dobbiamo avere;
ma chi più di un pasticcere
la può possedere?
Domandò il ragazzino, rivolto alla giullare ed adeguandosi al suo modo di fare.
-Mi sembra un'ottima idea // Ma chi la torta miglior crea?
Potremmo andare in alta città // A "le Dolci Grazie" qualcuno saprà!-
Ormai decisi ad intraprendere quella nuova via, i due piccoletti iniziarono a percorrere la strada che andava verso la Città Alta con convinzione e rinnovato entusiasmo. Ciò nonostante, il percorso si rivelò insolitamente lungo e perfino il paesaggio aveva iniziato a cambiare. Il limpido cielo azzurro si era fatto verdino e le nuvole in cielo sembravano più consistenti e morbide, come fatte di zucchero filato.
Il lastricato, ad ogni loro passo, si era fatto liscio e lucido -un pochino appiccicoso- come una lunga caramella gommosa marroncina e dal sapore frizzante. Gli alberi, prima scuri e in sottofondo, avevano improvvisamente assunto una chiarezza perlacea e delle chiazze rosse li avevano avvolti come rampicanti mentre, ad ogni colpo d'occhio, somigliavano sempre più a bastoncini di zucchero.
Strano, davvero strano... ma -guardandosi in faccia- una realtà raccapricciante li avrebbe sorpresi, poiché anche loro erano appena diventati di marzapane! Ormai immobili e privi di una qualsiasi abilità di spostarsi sulle proprie gambe, sarebbero stati salvati solo dall'orrore intimo e violento che avrebbero probabilmente provato. Esattamente come in un terribile incubo.-Siete sicuri di aver ripulito la zona?
Un giovane mago biondo osservava con sdegno un gruppo di giovani apprendisti dall'aria mortificata e lo sguardo basso. Avrebbero dovuto sostenere un esame d'alchimia il mese prossimo, ma dopo il terribile ed increscioso incidente di quella mattina era stato un miracolo anche solo non essere finiti in prigione senza un processo.
Presi dalla voglia di sperimentare cose nuove, così da impressionare i Magistri, si erano dati agli esperimenti in zona non protetta e -di conseguenza alla loro stupidità- una terribile esplosione aveva sconvolto Laputa quella mattina, con conseguente diffusione di fumi tossici ed allucinogeni che erano riusciti ad avvelenare tutto il quartiere circostante, mandando molti concittadini dai guaritori ed addormentando i restanti. Un bambino era quasi morto.
-Molto bene- avrebbe continuato, per nulla contento del danno -Vi assumerete le vostre responsabilità non appena avrete fatto il possibile per rimediare a quello che avete generato.
Lanciò un'occhiata a due corpicini distesi per terra, probabilmente addormentati. Si trattava di un ragazzino biondo ed una fanciulla in abiti da pagliaccetto.
-Riportateli a casa e fateli visitare.
Poi presentatevi al Mastio, perché dovrete affrontare l'Alfiere ed il suo verdetto.. -
.
Oscurità...
A Jester parve di cadere nel vuoto. Ad avvolgerla un velo di tenebre squarciato da un'unica luce, sé stessa. Eppure i raggi che emanava erano flebili e sembravano prossimi a spegnersi, questo la fece rabbrividire. Cosa sarebbe accaduto una volta diventata parte integrante di quel luogo? Avrebbe più avuto coscienza di sé a lungo andare? Lei non poteva morire e il pensiero di perdersi lì per l'eternità, un tempo che ancora non concepiva, la terrorizzava.
Poi sentì della braccia sorreggerla e trasportarla verso l'alto, sempre che ci fosse un sopra e un sotto in quel luogo. Ma il suo animo irrequieto vide quell'aiuto come un'imposizione intollerabile e quando sentì qualcosa di amaro scendere giù per la gola, quasi affogandola, si ribellò. Spalancò gli occhi ma continuò a vedere solo nero, ma senza esitare scalciò quelle che dovevano essere le coperte e scese dal letto. Nel farlo avvertì un pizzichio che attraverso il Nen capì immediatamente essere il fuoriuscire dalla sua carne di un ago della flebo.
L'ultimo ricordo che la Strega aveva era quello di cercare il demone dai capelli rossi assieme al piccolo cacciatore. Poi doveva essere morta, no!
Era in una camera con il biondino e il suo torace si abbassava e alzava regolarmente e allora la giovane scartò quell'ipotesi sostituendola con la probabilità di essere svenuta. Tuttavia si doveva trattare di un incantesimo, un veleno non avrebbe potuto metterla k.o
-Signorina la prego si rimetta a letto-
La Strega ignorò quella richiesta e si tolse le bende che le impedivano di vedere, non che ne avesse davvero bisogno.
-Vi ringrazio la premura // Ma devo uscire da queste mura -
Disse rivolgendo un sorriso ai presenti: un medico e due ragazzini.
-Signorina sono veramente desolato!-
Cominciò uno spiegandole del casino che avevano combinato e di perché lei si trovasse lì, ma la fanciulla scrollò le spalle e disse loro che era tutto okay. Ora doveva andare. La Strega aveva avuto tempo di riflettere in quei giorni e ora sapeva cosa fare: riprendere le sue bambine e salutare Teddy, piccola capatina da Khatep, poi dritti dritti da Drusilia.
Sospirò e strinse le palpebre, era la cosa giusta per lei, era quello che voleva fare...
Nessun rimpianto!.