Descrizione

Città Alta

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    Viaggiatore dei Mondi

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    Città Alta

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    {Mastio | Magisterium | Palazzo Blu | Palazzo del Leone | Caserma | Prigioni
    Palazzo di Giustizia | Giardini | Zona Residenziale | Le Dolci Grazie}


    Oltre la quarta cerchia di bastioni si stende la Città Alta, sede degli uffici, dei templi e dell'accademia. Lo spazio è equamente diviso tra edifici e parchi: dopo il Latifondo, infatti, la Città Alta è il secondo polmone verde dell'isola volante. Distrutta quasi interamente in seguito alle Nove Giornate, la Città Alta è stata rapidamente ricostruita grazie all'aiuto dei maghi del Magisterium: per tale ragione l'architettura è mutata profondamente dagli edifici precedenti, rendendo l'intero ambiente uno fra i più "esotici" dell'intero semipiano.

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    Palazzo del Leone

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    Quando lo avevano riscoperto, inabissato sotto ad un cumulo quasi infinito di polvere, detriti e vegetazione, avevano capito subito che quello doveva trattarsi di un edificio adibito a funzioni di tipo pubblico.

    Sale ampie, luminose; portali enormi. E poi stanze, un numero quasi infinito, così tante che le ultime erano state visitate e sistemate quando già la Sede della Cancelleria di Laputa aveva preso servizio effettivo.

    Sotto all'effige del felino, ruggente, erano stati sistemati tutti quegli apparati che avrebbero reso comodo servizio ai cittadini del castello volante.

    Tratto da: Palazzo del Leone.


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    Caserma

    TTHkSfsDi poco adiacente al Mastio, la Caserma appare come un gigantesco edificio a pianta rettangolare, totalmente circondato da mura doppie e prive di decorazioni se non per sottilissime feritoie da cui scoccare dardi verso l'esterno durante un ipotetico assedio.
    E' anche possibile salire lungo le mura perimetrali della struttura come se fosse parte delle mura di cinta: perfino durante i periodi di pace, è sempre possibile scorgere sui bordi del tetto almeno una decina di guardie impegnate nella ronda.

    Non esiste un solo punto debole lungo quelle mura lisce e solide, eccezzion fatta per una strettoia che, come una crepa verticale, fa da unico ingresso sugli interni eleganti ed al tempo stesso maestosi fatti di terrazze, scale e ponti. Alcune voci del posto affermano che durante la Guerra Civile sia stato azionato un meccanismo in grado di sigillare anche quella crepa, tuttavia sono davvero in pochi ad averlo notato, ed ancor meno sono in grado di descriverlo.

    Le dimensioni della struttura sono particolarmente estese: nonostante molte ale siano attualmente vuote, il complesso è perfettamente in grado di ospitare tutti i soldati dell'Esercito Errante in caso di assedio: non solo sale di addestramento, armerie e camere per ciascun soldato, ma anche magazzini, cucine e servizi igienici.

    Cuore pulsante dell'Esercito, è inutile dire quanto sia improbabile oltrepassarne la soglia senza autorizzazione o passare inosservati agli occhi delle centinaia di guardie che militano al suo interno: l'unico ambiente aperto al pubblico è un chioschetto dal quale è possibile fare domanda di iscrizione alla guardia cittadina o all'accademia per i più giovani.



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    Prigioni

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    Differentemente dagli altri edifici, le Prigioni del Presidio Errante non sono visibili all'occhio distratto di un visitatore occasionale, piuttosto si snodano quasi interamente nel sottosuolo della Città Alta come le radici di un enorme albero.

    L'unica entrata delle prigioni è situata in uno dei locali della Caserma: da una rampa di scale abbastanza anonima è possibile scendere in profondità, ammesso che qualcuno ne abbia davvero il coraggio. I responsabili dei condannati, infatti, non sono le guardie cittadine e nemmeno esseri viventi in genere; si tratta di ombre brutalmente strappate ai prigionieri ed animate magicamente così da fungere come guardiani per volontà del loro carceriere -un Magister.
    Nonostante l'idea sembri peccare di una falla -il nome del responsabile delle ombre è conosciuto- non è tuttavia possibile intervenire sulla volontà dei guardiani attraverso il Magister che li ha generati: dopo la loro creazione diventano esseri autonomi ed il loro istinto non può essere cancellato o alterato: sono i padroni assoluti dell'intero complesso.

    Disseminate lungo le vie che portano all'unica uscita ci sono centinaia di vicoli ciechi, specchi e trappole d'ogni tipo come rune esplosive o marchingegni a pressione; nessuno sa la loro locazione o la logica secondo cui sono distribuiti, nemmeno le Ombre stesse: esseri intangibili come neri fantasmi fluttuanti, non hanno la necessità effettiva di conoscere ciò che non possono azionare.

    Il sistema di rifornimento dei viveri è possibile grazie a tubature molto strette e munite di filtri magici in grado di bloccare chiunque provi a fuggire da quell'uscita, dai quali scende acqua o cibo semi-liquido preparato dalle cucine della caserma stessa.

    Luogo desolato quanto spaventoso, si sussurra che siano in pochi coloro che, usciti di prigione, abbiano conservato il proprio senno, reduci delle indicibili torture delle loro stesse Ombre, tanto sadiche quanto era sporca la coscienza.

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    Palazzo di Giustizia

    7wkPDloVicino alle mura, in fondo ad un lungo ed ampio viale che porta alla Piazza Principale del Girone, si scorge un grosso palazzo dall'architettura particolarmente elaborata. Si tratta del Palazzo di Giustizia, sede dell'Inquisizione Laputense nonchè Tribunale in cui ogni malvivente di Laputa è processato e punito, secondo legge.

    L'interno non consiste in nient'altro che una gigantesca sala centrale: le dimensioni son dovute al fatto che è in grado di ospitare fino a 10.000 individui. Questo perchè -salvo rarissimi casi- è sempre possibile assistere a tutti i processi.

    In questa sala, in fondo al centro, sorge un trono centrale affiancato da due laterali: qui si siedono l'Alfiere Errante, un consigliere ed il Giudice Supremo o, in caso di assenza del Sovrano, il Giudice Supremo e due consiglieri. Sui lati sono disposti dei banchi in cui siedono, a seconda del caso, esperti interpellati a presiedere la causa ed infine -al centro della sala- un banco destinato all'accusato ed alla sua difesa.

    Molto caratteristico è il portale principale, alla cui sommità spicca una grande scritta riportante "Dura lex sed lex", letteralmente: "La legge è dura, ma è sempre la legge". Si tratta di un invito a rispettare i dettami dell'Autocrate; avendo infatti il Tribunale lo scopo di risanare gli abusi a beneficio della comunità, questo motto invita all'osservanza di leggi anche gravose.

    Sul retro del Palazzo di Giustizia vi è una piccola prigione. Qui sono trattenuti i criminali non ancora giudicati ma ritenuti pericolosi.


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    Giardini

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    Sparsi disordinatamente su tutto il Quarto girone, i giardini del Presidio Errante sono certamente da considerare una delle meraviglie di Endlos.

    Nati dall'immenso potere del Magisterium, infatti, questi sorgono rigogliosi e colorati anche nelle zone più impervie o su alcuni palazzi, diventando a tutti gli effetti dei giardini pensili in grado di fare invidia alla stessa Babilonia per cura e splendore.

    Tralasciando i giardini più difficili da raggiungere e difficilmente visitabili, nella maggior parte dei casi sono ingegnosamente attrezzati di verande, panche, parchi gioco per i bambini e numerosi ambienti dedicati al relax dei visitatori come leggere un libro, giocare a scacchi oppure schiacciare un delizioso pisolino.

    A questa meraviglia per gli occhi e per l'olfatto va tuttavia aggiunta una nota riguardo le specie presenti. Alcune sono infatti tipiche di Endlos, molte provengono tuttavia da altri mondi e non tutte sono "pacifiche"; nonostante il loro evidente impatto artistico, alcuni giardini sono quindi tenuti lontani dalla portata dei bambini e dei deboli a causa della pericolosità effettiva della flora.

    I giardini più vicini alle fonti d'acqua -laghi e stagni di ninfee- sono anche provvisti di piccoli moli da cui salire su comode barche per due e godersi un pò di pace immersi in quegli specchi naturali.


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    Residenze

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    La zona residenziale del Quarto girone è probabilmente quella che ha subito più mutamenti in seguito alle Nove Giornate; un tempo ricca di villette a schiera in stile vittoriano per i "modesti" e di intere magioni del medesimo stile per le famiglie più opulente, ora si presenta sotto un aspetto completamente nuovo.

    Prende il nome di "Quartiere dei Merletti" l'insieme di enormi edifici che sorge alle spalle dell'entrata al Masto. Ciascun blocco -alto pure numerosi piani- è formato da piccoli appartamenti o palazzi incastonati fra loro su uno o più piani e collegati alla strada o ad altri edifici grazie a scale e terrazze. Qui abitano mercanti, funzionari, militari facoltosi e tutti coloro che sono in grado di permettersi una dimora nel girone più ricco dell'isola volante.
    Il termine "merletti" deriva più che altro dal marmo bianco con cui sono costruiti gli esterni e da alcune verande in pietra particolarmente ricche di ghirigori.

    Distanti dal Quartiere dei Merletti numerose magioni con giardini privati, fontane e laghi sono riservate agli uomini più ricchi del Presidio Errante. Per esse non sussiste una descrizione precisa poichè variano per gusto e disponibilità economica del proprietario; è certo tuttavia che il loro perimetro ricopra interi lotti, ed alcune sono in grado di rivaleggiare con gli edifici pubblici per grandezza e bellezza.


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    Sala da tè: Le Dolci Grazie

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    Quella sala da tè non era un posto particolarmente affollato, o almeno non rispetto agli altri salottini della Città Alta, decisamente più rinomati e popolati dalle classi davvero benestanti del presidio.

    Infondo, come dar loro torto: a parte la scarsa luminosità degli interni, sebbene possedesse tutto ciò di cui una sala da tè aveva bisogno come tavolini ben lavorati, sedie e poltroncine morbide e con cuscini, un profumo delizioso di bevande calde diffuso nell'aria, non primeggiava certo rispetto le decorazioni particolarmente fastose, appariscenti ed opulente delle altre mete di svago.
    Eppure quel luogo aveva per lei un valore simbolico, quasi affettivo. Innanzitutto era totalmente trascurato dai tanto temuti -soprattutto negli ultimi tempi, in seguito della scomparsa di Raylek- mercanti del Sodalizio, e poi era stato lì che la bella aveva domandato al giovane Ryusang per la prima volta se gli sarebbe piaciuto prendere il suo cognome come eredità, oltre agli insegnamenti e le cure che solo una donna dall'animo amorevole poteva donargli.

    Insomma, era un posto gradevole infondo, riservato, perfetto per la funzione che doveva avere anche quel giorno...

    Tratto da: Dolcemente.


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    Descriptions by Drusilia Galanodel.

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    Edited by Endlos - 7/9/2020, 18:46
     
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