[FdE] L'essenza della Terra

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    Amon era rimasto positivamente impressionato da quella breve dimostrazione e ciò non poteva che far piacere, specialmente se il risultato non era atteso e non c'era alcuna volontà di stupire -quanto piuttosto, semplicemente, di mettersi metaforicamente a nudo. Così il giovane amante della Signora del Bosco s'incuriosisce alle abilità mutaforma dell'ibrido, suggerendo un quesito cui l'altro -umano dotato di parola- può prontamente rispondere.

    Certamente: mi è concesso sfruttare ogni capacità ch'io desideri, purchè l'abbia osservata a fondo e ne abbia compreso l'intimo fondamento. In altre parole, le mie abilità devono essere costantemente coltivate e ciò mi è reso possibile da uno studio accurato e vivo degli organismi che desidero emulare.

    E' questo dunque il motivo secondario della sua forte dedizione all'Alleanza Simic -riuscendo ad unire lavoro e interesse personale, studio e passione, indagine e miglioramento personale, Vorel può ritenersi pienamente soddisfatto di aver trovato la chiave per la propria crescita in un costesto di piena armonia: ogni piccolo passo verso un sapere maggiore porta con sè i frutti di un'avanzamento pratico e d'indubbio valore.

    Perciò nessun drago per il momento, ma solamente quelle creature con le quali ho vissuto accanto sufficientemente a lungo per poterne permeare i segreti.

    Poco male: molto altro egli ha da apprendere e molto altro potrà effettivamente apprendere ora che Kijani Fahari è divenuta la sua casa; quanto alla sua Signora, tuttavia, ella si mostra leggermente delusa dalla mancata applicazione dell'ibrido -le sue parole erano alla ricerca di una dimostrazione d'arti guerriere, com'Ella non tarda a ribadire pur tra amorevoli elogi.
    A tal scopo, infatti, Yoe si sposta verso il centro del contendere e quivi prende posizione su di uno scranno naturale che le appare alle spalle come se la natura stessa volesse prostrarsi alla sua magnificienza -ora accomodata tra terra e mare, secondo il motivo ricorrente che filtra dalla sua stessa persona, Ella impartisce brevi istruzioni ai suoi figli e al Bosco intero: non c'è battaglia che si possa affrontare senza un'adeguata preparazione e -dal momento che quell'enclave di pace andrà sicuramente tutelata da future minacce- la Padrona del luogo gradirebbe ora una dimostrazione di quanto il suo nuovo figlio sia in grado di compiere a tal riguardo.
    Anche Amon viene sottoposto alla medesima prova, ma Vorel sa -senza dubbio alcuno- ch'Ella davvero non abbisogna di una prova da parte del suo amante.

    Come desideri, Mia Signora: quanto chiedi sarà fatto.

    Ecco allora che il Biomante nuovamente ricorre al proprio peculiare retaggio per lasciare la pelle del suo passato in favore di lucertolone ben assestato ma mai comparso prima sul suolo di Endlos -ibrido prodotto dalla scienza Simic, la bestia che si presenta al Bosco in quest'istante è invero una sorta d'incrocio tra un rettile ed un anfibio. Ciò che la caratterizza sopra ogn'altra cosa, però, è un'evidente mandibola irta di fauci aguzze e taglienti -lo stesso può dirsi per l'arcata superiore, sfoggiando quindi zanne che al solo verdersi assicurano un morso tutt'altro che lieve. La stessa muscolatura sottesa a quella meraviglia distruttiva è prominente e massiccia, ben visibile pur sotto la pelle squamosa, già tesa e prona a spezzare qualunque cosa vi finisca a tiro. Per il manichino ligneo non c'è allora speranza -schegge e rumori secchi sono le sole cose che ne rimangono dopo un morso ben assestato, a testimoniare che nemmeno ossa o placche metalliche se la potrebbero vedere meglio in un pari scontro.
    Ma nemmeno la freccia vitrea -quel dardo d'acqua che Yoe scaglia con un'eleganza ed una leggiadria inaudite- può nulla contro le metamorfosi che il Biomante trae dagli insegnamenti di quella ch'è ormai divenuta la propria scienza: l'energia che la Dea ha intessuto onde plasmare la saetta s'infrange infatti contro un'eruzione di mana grezzo, energia pura e non raffinata che filtra d'istante dal rivestimento squamoso che ora come ora contribuisce a dar forma all'ibrido. Perchè, in fondo, Vorel è anche questo: fisicità, potenza, brutalità.
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    La distruzione che i due figli avevano operato accese il cuore della Signora d'una fierezza indelicata, e nel sorriso sensuale scorreva un'eccitazione tale che, fosse stata questa un fiume, avrebbe rotto molte dighe. Il potere del Suo amato frantumò il manichino ligneo come il vento che spazzi via la paglia, e Vorel , divenuto una bestia indomabile, svelse il proprio fantoccio come il leone la carne della preda. Similmente, alla fiera postura dell'uomo, contro cui la freccia s'infranse, onda sullo scoglio, s'affiancò la furia del potere di Vorel, che consumò quella rivolta a lui.
    Rise, allora, la Dama del Bosco, e nella voce di miele v'era potere e smania, e una cupida gioia per lo spettacolo cui aveva comandato d'assistere; affievolendosi il riso, Ella batté le mani, plauso agli eroi del bosco, e non fu avara di parole:

    -Bravi, figli Miei.-
    Disse, negli occhi amore e desiderio
    -Assecondate il vostro potere, lasciate che vi scorra dentro, perché non esista alcuno, su questa terra, che sia solo feroce, o solo fermo. La carne dei vivi è l'unione di brutalità e gentilezza, come la pianta cresce se riceve al tempo acqua e sole, così gli uomini si formano quando abbracciano l'una e l'altra parte si se stessi.-
    Con la dolce mano si carezzò il fiero viso
    -tale è la Natura, madre e matrigna, e tale è il vostro ruolo presso Kijani Fahari: gentile con le belle cose che crescono, furenti contro le aberrazioni. Il Bosco si rigenera costantemente, uccidendo le piante malate e gli animali imperfetti, così che possa sempre migliorare; ma contro gli insulti esterni, voi sarete la cura, voi sarete la mano guaritrice.-
    Guardò Vorel, ed era come se volesse incatenarlo al Suo sguardo
    -La comunione che possiedi con le creature è ammirevole, e molto rande Me orgogliosa e felice; ma vederti, selvaggio e maestoso, mi incendia il cuore, perché tu sei davvero come la Natura, che assieme e pacata e furiosa.-
    Del pari, guardò Amon, amandolo
    -E tu, amore Mio, sei l'Acqua che scorre calma nel ruscello, ma diventa mare in tempesta al mutare del vento; e la Terra, che tutti accoglie e abbraccia, ma contro la quale tutto il male si schianta e muore.-
    Allora la terra produsse una pianta accanto alla Signora, offrendoLe una fronda sì che Ella potesse sfiorarla con la mano
    -Ogni cosa dovrebbe arrivare e andare via secondo il tempo e il modo naturale, e voi essere difensori della Vita.-
    La fronda cominciò a deperire, al tocco della Signora, e come un mordo si diffuse in tutta la pianta, che marcì
    -E della Morte.-
    E come la primavera torna sempre, così la pianta, al nuovo tocco di Lei, si rinverdì e riprese a vivere
    -Avete compreso, dunque, il vostro ruolo, se lo accetterete?-
    Guardò il mutaforma, cui tutto questo era servito da lezione
    -Vorel, hai compreso, Figlio Mio? Desideri essere parte di questo regno?-



    Desiderio di Vita e Morte

    "...Perché Lei è Signora di virtù e di peccato, e il capriccio va di pari passo con l'amore: porterà rovina al decoro, e decoro alla rovina..."

    Dovunque la Seconda passi, potrà fermarsi ad ammirare la natura circostante, decidendo di salvarlo porle un'amara morte: non potendo rinverdire ciò che è bello, o distruggere ciò che è marcio, la Dama avrà il potere di far rinvigorire ciò che sia caduto in miseria, sporcato dall'uomo, corrotto da veleni o imbruttito dal tempo, e di far marcire ciò che si erga vigoroso e bello, perché la natura è avversaria di se stessa, sempre volendosi superare, e dove stronchi pianta semi nuovi. Una pianta secca tornerà florida, ed un bell'albero, ad esempio, appassirà. Di invertire, ecco il potere della Seconda: dare morte alla Vita e Vita alla Morte con la stessa grazia, e la stessa unica magia.


    Consumo: Variabile in base alla grandezza dell'elemento naturale da invertire
    Durata: Istantanea
    Nota: come specificato, questa tecnica non ha effetto sulle creature umane e animali, limitandosi a vegetali ed elementi stessi, ovvero terra e acqua (laghi, mari, fiumi etc..) Se sono in uno stato negativo, ovvero di appassimento, corruzione, sporcizia o avvelenamento (e tutto ciò che da questi deriva), Yoe li farà tornare sani e forti; se, viceversa, sono in uno stato positivo, Yoe li farà marcire: le acque diverranno torbide e tossiche, e le cose terrestri avvizziranno marce, cosicché la forza per abbatterle risulterà assai diminuita (nel caso faccia marcire portoni di legno, etc..)

     
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    Nulla poteva chiedere di più se non l'approvazione della Padrona del Bosco -nulla avrebbe potuto ottenere di più se non il di lei diletto ed una pari cristallina risata con cui allietare il proprio animo. Così, dunque, avviene quando Yoe riprende parola al termine del breve spettacolo cui i due guerrieri si sono or ora prestati -così perciò accade, con il plauso ed il complimento ch'Ella sempre materna rivolge loro.

    Le tue parole sono il più dolce dei nettari e il più benefico dei balsami, Mia Signora: udire la tua soddisfazione manifesta in me un appagamento ancor maggiore del precipuo adempimento cui mi hai sottoposto.

    Ed è proprio vero che il Biomante si fa multiforme e cangiante -così per influenza della Verde Sovrana, così egli muta istintivamente il proprio lessico ad una forma che gli è impropria per ricchezza ed altisonanza -un qualcosa che, fuor di questa malia amorosa o di questa armonia inebriante, suonerebbe innaturalmente distorto considerato ch'esce dalla gola d'un baldo guerriero.

    Ma ancor più risvegliano ardori ed impegno le tue promesse: Vita e Morte sono intrecciate per mio credo, mia scienza e mia esperienza. Che la tua voce ribadisca questa verità è fonte d'incontenibile gioia, perchè concordi si prospera e si possono superare ostacoli altrimenti inaffrontabili.

    Poche parole or'anzi, infatti, un'ombra lesta aveva attraversato il viso dell'ibrido, gettandolo per un solo istante in uno sconforto dalle prospettive nefaste e pericolose: la sua nuova Dea aveva infatti citato un ideale di perfezione e di miglioramento assoluto, un'infinito cui tendere senza compromessi e senza distinzioni -senza pietà, senza discussione e senza effettiva crescita. Ella s'era appellata ad una pulizia immediata d'ogni distorsione e d'ogni imperfezione, destinando all'oblio ciascun elemento che non si confacesse al di lei disegno.

    Che sia un caso od una coincidenza voluta dal Fato, sono intimamente certo di essere infine approdato nel cuore di questo mondo -enclave radiosa in cui alberga tutto ciò per cui vale la pena lottare e soffrire: nessun altro luogo di Endlos che abbia visitato prima di giungere qui possedeva il pieno equilibrio e la corretta inclinazione all'armonia ed al giusto, nessuno era degno dell'impegno e della gloria cui nonostante tutto ambiva.

    Ma alla fine la sua Signora s'è corretta in tempo, rientrando verso più miti consigli prima che il giovane Biomante potesse realmente preoccuparsi: nella sua mente si fa dunque strada la convinzione che si sia trattato di un banale malinteso -un'errata interpretazione- o ancora un'eccesso di passione e di desiderio cui -gli è ben chiaro- la Regina di Kijani Fahari tende con ardenti grazia e frequenza. Ella reitera infatti un mutuo pensiero, una comune posizione ed una condivisibile visione del mondo naturale -il tutto con sguardi decisi e dimostrazioni d'innegabile potere.

    Invero, allora, comprendo ed accetto questo delicato incarico che mi offri, mia Dea: per questo rinnovo il mio giuramento al rigoglioso scrigno di serenità che ora ci accoglie tutti, rinnovo la mia fedeltà a te che lo governi con inoppugnabile lungimiranza, rinnovo infine lealtà ed amicizia a chi mi ha accolto come compagno e come compagno retto e sincero mi avrà d'oggi in eterno.

    Per il momento solenne Vorel s'inchina, volgendo quindi lo sguardo ai tre depositari della sua parola -con il viso in direzione della foresta, di Yoe ed infine di Amon egli recita quanto sopra senza esitazione e senza inganno: una volta concluso, rialzandosi come figlio, fratello e Custode, sancirà definitivamente la propria appartenenza al bosco con un'ultima ieratica invocazione:

    Voi tutti, flora e fauna, mi siete ora testimoni: di questo regno entro a far parte, come Fiore di un Eden che m'impegno a preservare sopra ogn'altra cosa.
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    Assistette esterrefatto alle trasformazioni compiute dal biomante, osservandolo con la curiosità tipica di un bambino, sorpreso a dir poco di quelle trasformazioni e della prova di forza che, in generale, stava mostrando ad entrambi. Non aveva mai assistito ad un fenomeno del genere e di certo non sarebbe stata l’ultima volta: era sempre più convinto di accettare tra le fila dei custodi del bosco quella insolita creatura, ma sapeva bene che la parola finale doveva essere dischiusa dalle labbra della sua amata. Poco importava non potesse ancora trasformarsi in un drago, di certo su Endlos non sarebbe mancata l’occasione per trovarne uno – proprio come quello che aveva attaccato il bosco qualche tempo prima – ed osservarne caratteristiche e poteri per far sì di avere dalla propria la trasformazione in una simile creatura leggendaria. In poche parole, il nuovo custode avrebbe rappresentato a pieno titolo la fauna locale, potendo a sua volta trasformarsi in essa come e quando avesse voluto ed in piena libertà, assumendo di volta in volta le caratteristiche più utili allo scopo.

    Al pari suo, anche la sua amata era rimasta profondamente colpita dalle performance che le erano state propinate elargendo loro una lezione molto importante riguardo la loro stessa natura, così da conciliarla con quella del bosco; parlò loro del ruolo fondamentale che la Natura aveva e di come quello stesso ruolo era loro proprio in quanto custodi del bosco, contro le aberrazioni e le insidie esterne che avrebbero tentato di corromperlo. Ascoltò poi compiaciuto le parole che ella aveva riservato a lui soltanto, inebriandosi dei concetti che aveva espresso definendolo prima acqua e poi terra: due facce della stessa medaglia in quello contesto. Come l’acqua doveva essere calmo e tranquillo, ma decisamente spietato al mutare del vento, tramutandosi in tempesta contro le avversità; come terra, amorevole ed accogliente, ma inflessibile contro il male. Avrebbe abbracciato e fatto sue quelle parole, ricordandosi di cosa era prima di arrivare su Endlos e cosa invece era diventato in tutto quel tempo che aveva passato ad Ovest, tra un’avventura e l’altra sotto le amorevoli cure della sua amata Yoe. E così le promesse venivano rinnovate, lasciando che Amon riprendesse confidenza con quelli che erano stati da sempre i suoi doveri all’interno del bosco, amico più caro e fedele alleato fin dagli albori del suo arrivo sul semipiano.

    Ho compreso mia amata e mai lo dimenticherò. La mia vita vi appartiene così come è sempre stato e così come sempre sarà. ” pronunciò fiero, inclinando la testa in un inchino appena abbozzato.

    Ascoltò quindi le parole di Vorel, solenni e pompose, sino a giungere al giuramento al quale accompagnò un inchino rispettoso nei confronti dei presenti, finanche del bosco e delle sue creature, kami compresi. Ad essi aveva elevato parole di stima profonda, suggellando pertanto le sue intenzioni, nonché la sua determinazione.

    Amon avanzò di un paio di passi, porgendo il braccio destro in segno di saluto: dal canto suo, l’aveva già accettato come fratello e compagno.

    E così sia, fratello: perché tale sarai per me da ora in eterno. Riporrò in te la mia più completa fiducia e lealtà, Vorel.

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    « B l O c K n O t E s »

    { Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }

    Energia ~ 70%;
    Status Fisico ~ Ottimo.

    « EQUIPAGGIAMENTO »

    . Lama del destino .

    Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.

    . Oracolo della Morte .

    Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.

    . Aculei dello Scorpione .

    Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.

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    « POTERI SPECIALI »

    . Occhio di Ra .

    Byakugan

    Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.

    L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.

    Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.

    L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.

    Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.

    Amon ha appreso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.

    L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo di ‘ Percezione magica ’ (la visione della trama energetica è puramente interpretativa e giustifica peraltro la passiva di empatia descritta più avanti). Limitazioni: è possibile vedere le energie impresse su cose e persone, ma non quella emessa naturalmente dalle persone; è possibile avvertire/vedere la presenza di un oggetto incantato e riconoscerlo da –e tra- gli altri; è possibile avvertire quando qualcuno casta tecniche (limite collegato alla passiva che segue). Passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Consumo Variabile.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica (Passiva di Empatia); Passiva di Lie-Detector. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.]

    . Essere un adepto dello Scorpione Nero .

    Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.

    Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]

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    n.a.

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    Note a margine ~ scusate il ritardo, ma ho avuto giornate abbastanza piene tra feste, vacanze e un lieto evento :) cercherò di essere più solerte ;)
     
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