[CC][LAM] Faccende Irrisolte.

[Aurora Occidentale] - Epilogo

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    The guru in the darkness...

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    Tenda dell'Ambasciatore dell'Est.
    Accampamento.

    La luce delle candele illuminava di colori caldi gli ampi tendaggi di seta turchese tipici di una sola tenda, così diversa ed ampia rispetto alle altre; al suo interno un'infinità di aromi invitanti e delicati profumi di fiori appena colti riuscivano in qualche modo a nascondere il tanfo di sangue, fumo ed ogni altro genere di follia che si era liberata sul campo di battaglia, abbastanza lontano per considerarsi finalmente al sicuro ma troppo vicino per non subirne gli effetti.

    Quando ne aveva varcato la soglia, il piccolo Elia -accompagnato da due soldati dalle divise argentee- si era trovato al cospetto di una persona bellissima assisa su di un improvvisato trono fatto di cuscini e stoffe pregiate... che solo dopo comprese essere un uomo. I signori lì presenti lo chiamavano "Ambasciatore", altre volte "Eminenza", e per il piccolo che poco ne capiva di politica o titoli fu spontaneo associarlo ad una specie di principe straniero, con quei tratti così esotici e l'apparenza così brillante, quasi come se la guerra non fosse stata in alcun modo in grado di deturparne l'aspetto o la volontà. Fu anche per quello che, con sguardo timido ed un po' dimesso, l'orfanello manteneva quasi sempre gli occhi bassi, rispondendo solo quando interpellato e cercando di non farlo arrabbiare.

    Sperava di rivedere il signor Amon al più presto... in vita. E sperava di andare via da quel posto, eppure il principe non parve affatto dello stesso avviso: dopo aver ricevuto alcuni fogli scritti da parte di questi signori, aveva chiesto ai presenti di lasciarli soli, fatta eccezione di un curioso volatile sulla sua spalla ed giovane biondo dalla divisa celeste -esattamente del medesimo colore degli occhi- che gli rimase accanto con aperto un libro bianco ed una piuma intrisa di inchiostro. Insieme avevano iniziato a trascrivere cose che un bambino certo non poteva comprendere, fra cui paroloni mai sentiti e nomi sconosciuti, ignorandolo completamente e dandogli l'impressione di essere improvvisamente diventato invisibile.

    Quando poi fu Elia che -mosso dal dubbio- prese a guardarsi piedini per vedere se fossero diventati traslucidi, quel tale Ambasciatore approfittò dell'equilibrio precario del bimbo per avvicinarglisi un poco, afferrargli la mano e trascinarlo con una piroetta sulle proprie ginocchia in una mossa a tradimento che lo fece sorridere non poco. I denti erano bianchissimi, le labbra pallide ma ben curate -nulla a che vedere con le sue, orribilmente screpolate. Aveva la pelle morbida e perfetta, priva di macchie. I lunghi capelli azzurri gli ispiravano quel cielo terso di cui ormai non aveva più memoria e gli occhi d'oro lo fissavano gentili... ma erano temibili quanto quelli di un predatore.
    Che fosse uno di quei Kami di cui tanto si parlava?

    angel-sanctuary_v01_069_zpsymoeqa5a

    -Allora, bel bambino- avrebbe iniziato il Kami, e la voce era profonda e conciliante -Mi hanno raccontato cosa ti è successo: un po' ti capisco, sai? Anche io vengo da quelle prigioni: sono stato rinchiuso come te ♥
    Parlava con una leggerezza innaturale per una vittima, eppure le sue parole parvero al bambino così reali da fargli scivolare via ogni dubbio. Il paziente zero rimase così sulle sue ginocchia a fissarlo, quasi incantato di tale inumana bellezza. Quell'uomo profumava anche di rose: era un odore tanto buono, non come quelli di Sequerus!
    -Mi hanno detto che, prima di uscire, hai incontrato un signore con gli occhiali ed il camice bianco. Un certo... Francis, come si chiamava?
    Volgendo il capo su di un lato, fece sobbalzare la creaturina che portava in spalla: questa prese ad agitare un pò le ali, prima di trovare l'equilibrio.
    -"Dottor Blue", mon capitain!
    -Si, si: giusto. Il Dottor Blue...- a quel punto, come a cercar qualcosa in un sacco posato lì vicino, l'Ambasciatore si chinò piano. Estrasse un pupazzetto di stoffa dalla faccina sorridente, disegnata con tratti decisamente infantili -Dunque... ti andrebbe di dire a zio Quarion dove questo signore ti ha toccato?

    Gli avvicinò il bambolotto, in modo che il piccolo potesse guardarlo bene.
    Elia, imbarazzato, rimase semplicemente a fissarlo.


    .Istruzioni Bene bimbi, piccola scenetta extra per chi ha seguito la via delle prigioni

    Il vostro rapporto è -come è possibile intuire subito- finito nelle mani del buon vecchio Quarion, presente in loco come Cavaliere Celeste in servizio, ma anche come prigioniero politico appena tratto in salvo da una cella di massima segretezza in cui è stato lungamente torturato... per sua grande gioia :pft:
    La prigionia a cui si fa riferimento è questa [link].

    In ogni caso, siete appena stati chiamati nella sua tenda per ulteriori chiarimenti riguardo quanto scritto. A voi introdurvi: ho fatto una descrizione generica di una tenda di lusso, ma se avete bisogno di dettagli chiedete pure in bacheca. Elia è già presente, ed è seduto sulle ginocchia di Quarion mentre fissa un bambolotto. Assieme a loro vi è un Piccione sulla spalla del buon Quarion e un giovane biondino (anche lui Cavaliere Celeste) intento a prendere appunti.
    Ah, come è facile capire... alla scena partecipa anche Piccione :luv:

    Non metto date di scadenza perché mi fido della vostra costanza. Cerchiamo comunque di andare spediti, perché così archiviamo finalmente questa guerra :flwr:
    Passive di Quarion:

    →VISIONE NOTTURNA»
    Gli occhi d'oro di Quarion, oltre a renderlo una bellezza "esotica", gli conferiscono una nitida visione notturna, anche più potente di quella dei felini; può vedere nitidamente in condizioni di buio e penombra come se fosse pieno giorno e di guardare chiaramente in condizioni di luce anche a grandi distanze.
    [Scurovisione]


    →PADRONE DELLA MENTE»
    L'esuberanza del Galanodel non ha mai avuto nulla in comune sulla sua sanità mentale; non a caso è noto ad Est per essere un potentissimo psion, in grado di manipolare gli altri ed ottenere tutto ciò che desidera. Leggende a parte, le sue abilità da maestro della mente sono reali: riesce ad esempio a comprendere la vera natura dei suoi interlocutori a prescindere dal loro charme, del carisma o del terrore che essi infondono per natura negli altri oppure è in grado di emanare continuamente onde psioniche nell'ambiente circostante in grado di localizzare qualunque tipo di presenza fisica. Altrettanto invece non sarà possibile per gli altri: le stesse onde psioniche sono in grado di creare interferenze nelle percezioni di chi entra nella sua area d'influenza, che quindi riceveranno risultati "falsati": questo si traduce in un'impossibilità di comprendere la sua esatta posizione nello spazio, nonostante sia comunque possibile percepire la sua presenza. Carpisce inoltre tutte le attività mentali intorno a sé, distinguendo le creature senzienti e intelligenti da eventuali animali istintivi ed irrazionali. E' infine -ovviamente- perfettamente consapevole, quando capita, di essere il bersaglio di una intrusione mentale; per questa ragione saprà quindi difendersene prima che sia troppo tardi.
    [Antimalia + Empatia + Auspex radar + Antiauspex radar + Mindfuck-Alert + Scansione Mentale ]


    →PAROLA DI BUGIARDO»
    Sono in molti ad affermare di percorrere la via dell'inganno ed altrettanti lo fanno del tutto ignari di quanto sia molto più simile ad una vasca di squali, piuttosto che ad un sentiero in discesa. Non basta essere ladri e truffatori per farcela: è necessario sapersi difendere dai tiri mancini e ricambiare la cortesia con ferocia e cuore di ghiaccio.
    Quarion Galanodel è affabile ed estremamente cortese, ciò nonostante può rivelare un animo spietato ed abilità perfettamente attinenti con quelli che potrebbero essere i suoi scopi: da bugiardo sa riconoscere i suoi simili, come anche tutti i tipi di trucchetti utilizzabili per confondere i poveri sempliciotti. Dopotutto, fra predatori vince sempre il più forte e l'Ambasciatore sostiene di esserlo, forte delle sue doti di bugiardo e della sua spietatezza senza eguali.
    [Trick-detector + Auspex bugie + Spara-balle + Apatia]


    →RICH&FABULOUS»
    "Che schifo i poveri" [cit.]
    Spesso si parla di "ricchezza" per riferirsi ai valori morali di una persona o ad una condizione che la rende felice con sè stessa ed in pace con gli altri al punto da non mancare di nulla. Eppure con Quarion la situazione si fa ben diversa: per il Galanodel si tratta di una condizione non solo di agio economico, connessa alla larga disponibilità di beni materiali e denaro, ma addirittura di lusso sfrenato. Forte dei finanziamenti pubblici dovuti alla carica di Ambasciatore, Quarion ha negli anni allargato i suoi affari economici e politici Ad Est, Laputa e Pentauron, divenendo un mecenate della lussuria in tutte le sue forme oltre che primo finanziatore delle più svariate attività convenzionali. Dalle industrie di biscotti a molte case di moda, ha in pugno quantità di denaro addirittura superiori a quelle di molti alfieri. Ciò non cambia le sue caratteristiche fisiche e biologiche, ma sicuramente lo aiuta in molte situazioni spinose.
    [Passiva di ricchezza per background, only gdr]


    →VOLO»
    Poichè deriva da creature del cielo, è in grado di sollevarsi in aria e muoversi in essa grazie al pensiero. Nella norma non può superare i 5m di altezza e viaggia a velocità normale pari a quella di cui il personaggio dispone sul suolo.
    [Passiva di volo]


    →SADOMASO»
    Esistono eroi, uomini dalla grande volontà e dal fisico d'acciaio in grado di andare ben oltre la soglia dell'umano dolore, della stanchezza. E questi uomini potranno affrontare mille torture senza mai lasciar sfuggire un suono dalle proprie labbra, un lamento, una lacrima. Ovviamente, Quarion non fa parte della suddetta categoria. Ebbene si, lui il dolore lo sente, e pure abbastanza bene. Ciò nonostante è perfettamente in grado di superare tranquillamente una sessione di tortura, in parte perché abituato a sedute periodiche ed integrali dall'estetista, in parte perchè perfettamente in grado di portare i tacchi, in parte, soprattutto, perché a quanto pare il dolore gli piace. Si, è esattamente come avete capito. Pensavate davvero che sculacciarlo in quel modo potesse davvero passare inosservato alla sua ben nota quanto temuta libido? Provate a picchiarlo... e capirete da soli perchè nessuno ha mai toccato un tipo del genere...
    [Passiva di eccitazione al dolore]


    →CONOSCENZA DELLE LINGUE»

    Nessun Ambasciatore può considerarsi tale se non possiede una discreta abilità nel destreggiarsi fra diverse culture o se non conosce quantomeno i loro linguaggi. Quarion, nonostante non abbia mai studiato in accademie, è comunque un maestro in materia: forte delle sue passate relazioni con fidanzati/e ed amanti di diverse e svariate culture, saprà sempre rispondere a qualunque tentativo di dialogo come se fosse un madrelingua.
    [Passiva di conoscenza delle lingue]


    →GIOCO DI MASCHERE»
    Quarion è in grado creare una illusione secondo cui appare agli altrui sguardi sotto altre spoglie. Può diventare una ragazza, un animale, un bambino o un altro uomo, o perfino assumere l'aspetto di un pg già esistente. Unica condizione di poter apparire come un pg giocante è quella di averlo già visto.
    [Passiva mutazione + attiva a consumo basso.]
     
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    Finalmente la guerra era finita, ma a quale prezzo? Per quante guerre avesse combattuto in passato, per quanti conflitto avesse preso parte mai come in quel caso sentiva nell’anima un senso di vuoto del tutto indescrivibile. Non era mai capitato prima di quel momento di sentirsi così arido e privo della felicità che era solita appartenere al vincitore.

    Nonostante il silenzio, nonostante ormai la guerra non fosse altro che un (vicino) ricordo, sentiva ancora nella sua testa echeggiare il clangore metallico delle spade che s’incrociavano l’una contro l’altra, il frastuono di quelle macchine infernali sputa-fuoco e le urla agghiaccianti di coloro i quali erano stati vittime della sua furia al pari di quella degli altri rivoltoso e viceversa; ancora vedeva quelle anime spegnersi l’una dopo l’altra, mentre la loro energia fluiva via, altrove. Lontano.
    E come avrebbe potuto dimenticare quel valzer di anime urlanti, il cui attaccamento alla vita sembrava essere così forte da poter interferire con il piano materiale una volta di più; invece, loro malgrado erano state risucchiate da quel pilastro d’ebano dal quale peraltro aveva visto calare quella nube oscura al pari di un miasma mortifero e foriero di sventura su tutta Sequerus. Al solo pensiero, al solo rivedere quelle immagini nella sua mente più di un brivido aveva cominciato a corrergli lesto lungo tutta la schiena. Si trattava di una visione agghiacciante, della quale non aveva ancora parlato con nessuno, ma vista la chiamata dell’ambasciatore dell’Est quello sembrava il momento più adatto per vuotare il sacco. Forse tra le loro fila poteva esserci qualcuno in grado di comprendere cosa stesse dicendo senza passare per pazzo.

    Cambiate le fasciature e messosi in ordine per l’incontro, con indosso il mantello meno logoro che aveva con sé, si diresse senza troppi fronzoli verso la tenda dell’Ambasciatore Quarion che evidentemente voleva vederci chiaro sui rapporti che avevano fatto alle altre autorità; effettivamente, a dirla tutta, era stato decisamente vago in merito: aveva raccontato un po’ quello che avevano visto gli altri, ma indirettamente aveva provato ad inserire elementi che potessero far presagire vi fosse una qualche anomalia in tutta la faccenda – e non che tutto il resto poi fosse così normale da poter far finta di nulla.
    Tutti avevano visto e tutti avevano rabbrividito al solo pensiero, menando fendenti a destra ed a manca nella speranza di non essere travolti da quella bolgia urlante. Scosse la testa, cercando di scacciare quel pensiero, portando invece la sua attenzione su Elia: gli aveva promesso che sarebbe tornato indietro ed in effetti non vedeva l’ora di poterlo riabbracciare e prepararlo per il viaggio di ritorno, quello che lo avrebbe portato a casa. Finalmente l’aveva liberato, proprio come gli aveva promesso; proprio come l’aveva promesso ad Odayaka ed a Namas, invero. Un velo di tristezza calò quindi sul suo volto nel pensare al Principe: egli non era tornato, non aveva fatto ritorno e né altri avevano saputo dirgli dove fosse. Era semplicemente sparito, insieme a quel tale con i capelli rossi senza lasciare alcuna traccia di sé; di loro.

    Sospirò guardando il cielo, sperando che da un momento all’altro qualcuno potesse portargli buone nuove, ergendo la sua preghiera agli dei. Aveva perso troppi amici in quella guerra e si sentiva il cuore pesante; non riusciva a festeggiare quella vittoria, non in quelle condizioni. In passato, nonostante tutto, avrebbe passato la serata ad ubriacarsi con gli altri ed a spassarsela con qualche donna ebbro di una effimera vittoria; quella guerra, invece, lo aveva segnato profondamente lasciando cicatrici ben più profonde di quelle che aveva già accumulato sul suo corpo. La sua anima ne era uscita lacerata e maltrattata come in pochi altri momenti e piangeva lacrime di sangue per gli orrori ai quali aveva assistito. Si fermò un attimo ad osservare le sue mani e per un istante, un brevissimo istante (lungo quanto la stessa eternità) gli sembrò fossero lorde di sangue. Scosso dalla visione chiuse gli occhi, come a voler nascondere l’evidenza, ma nel riaprirli le ritrovò pulite. Ma quanto aveva visto era la dura realtà: le sue mani erano sporche di sangue per tutte quelle anime che aveva estirpato fendente dopo fendente senza fermarsi un solo attimo; lo Scorpione che era in lui ne era affascinato, ebbro di quell’odore forte e di quel sapore ferroso. Sembrava sussurrargli all’orecchio di volerne ancora e ancora. Sembrava non esserne sazio, ancora.

    « Basta, smettila! » intimò a sé stesso, morsicandosi un labbro.
    « Non ne hai ancora avuto abbastanza? Non ti è bastata questa guerra a saziare il tuo appetito? Non hai reciso abbastanza vite da esserne satollo? Basta, smettila. Non è il momento, non più almeno. Rispetta coloro che hanno perduto la vita: amici e nemici. L’Ovest ha già pagato un dazio pesantissimo. » rimuginò.

    Ed era così, d’altronde. Ora bisognava ricostruire tutto dalle ceneri di quel conflitto e far sì che non possa succedere più alcuna di quelle tragedie. L’Ovest aveva già pagato, secondo lo Scorpione. Ma i fumi della rivolta erano facili da risvegliare, qualcun altro si sarebbe preso la briga di fomentare altro odio. E l’odio richiama sangue, sempre.

    Senza neanche accorgersene era arrivato dinanzi alla tenda dell’Ambasciatore, decisamente riconoscibile rispetto alle altre per il lusso che sembrava ostentare. Si sentiva decisamente in imbarazzo ad essersi presentato in quelle condizioni, con il senno di poi; eppure non aveva altro di più dignitoso da indossare: nel partire verso il fronte non aveva preparato alcun bagaglio, se non lo stretto necessario per combattere. Già da fuori sentiva provenire da dentro diversi aromi e profumi a riempirgli le narici. Chiuse gli occhi e tentò di riconoscerli uno per uno, anche se con scarsi risultati; le fragranze, tutte insieme, risultavano di per sé piacevoli e per certi versi persino inebrianti. Era decisamente differente da tutto quanto aveva riempito il suo naso ed i suoi polmoni in quelle giornate e nel cammino che lo aveva portato sino a lì: era come trovarsi in tutt’altro posto, dove la guerra sembrava non essere mai esistita prima di quel momento.
    Fattosi coraggio e riaperti gli occhi, si decise a fare capolino nella tenda.

    Con permesso. ” disse con voce chiara, sicura.

    Scostata la tenda, per favorire l’ingresso per sé, capì di trovarsi dinanzi ad una personalità di spicco dell’Est, qualcosa a cui non aveva pensato durante le esequie di lady Odayaka. Chinò il capo in segno di rispetto dei presenti e riassunta la posizione eretta, osservò curioso tutto quanto aveva intorno, salvo portare immediatamente l’attenzione su Quarion e sul bimbo che aveva sulle ginocchia: Elia. Gli occhi dello Scorpione, tristi e spenti, sembrarono illuminarsi alla sola vista del bambino. Era sano e salvo, proprio come l’aveva lasciato prima di buttarsi di nuovo nella mischia e contribuire con gli altri alla fine della guerra.
    Un ampio sorriso gli si disegnò sul volto, tanto quanto gli ridevano gli occhi a quella vista: finalmente insieme. Di nuovo.

    Amon, custode di Kijani Fahari e padre di Elia. I miei omaggi, Ambasciatore. ” ancora un inchino.

    Riassunta la posizione eretta, attese quindi sue indicazioni non sapendo se fosse a conoscenza o meno della bugia che aveva detto.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    La guerra era finalmente giunta al suo termine, ma solo dopo aver richiesto un costo salatissimo ad entrambe le fazioni. I loro nemici avevano avuto la peggio, a seguito degli inaspettati e inspiegabili eventi a cui il Demone Volpe aveva assistito dell'esercito nemico non era rimasto alcun sopravvissuto. Non c'era più nessuno che potesse opporsi alle forze ribelli. Ma anche questi ultimi avevano subito grosse perdite e nel campo i guaritori si affaccendavano senza sosta per dare soccorso e curare i feriti. Nonostante la Volpe non fosse in fin di vita i cerusici avevano trovato tempo anche per lui ed ora sotto il kimono nascondeva un corpo coperto da fasciature e impregnato di unguenti e medicamenti vari.
    In quelle ultime settimane aveva dato fondo ad ogni sua energia, spingendo il proprio corpo contro ogni limite. Dopo aver rinfoderato la spada e con la consapevolezza che la battaglia era finita aveva cominciato a risentire delle conseguenze e della stanchezza tutto d'un colpo.
    Ma fortunatamente non era niente che il tempo non potesse curare.

    Una volta rimessosi in sesto avrebbe lasciato il campo. Sentiva il bisogno di lasciarsi tutto quell'orrore alle spalle e di ricercare un po' di tranquillità. La guerra era si finita, ma il ricordo dei suoi orrori non lo avrebbe abbandonato così facilmente. Non aveva ancora deciso dove andare, forse avrebbe esplorato il presidio occidentale ancora per un po' o forse si sarebbe diretto ad est verso la grande foresta di Fanedell, il luogo che lo aveva visto approdare su Endlos e con cui condivideva un legame profondo.

    Ma prima di andarsene aveva ancora qualche faccenda in sospeso. A seguito del suo rapporto sugli ultimi eventi era stato chiamato a recarsi al cospetto dell'Ambasciatore dell'Est.

    La tenda dell'ambasciatore non fu difficile da individuare, svettava infatti tra le altre per dimensioni e colore. Per di più, già a distanza, il Demone poteva captare gli aromi esotici che da essa emanavano.

    “Permesso.”

    Solo dopo essersi annunciato si addentrò nella tenda con cautela, rimanendo investito in pieno dagli odori e profumi invitanti amplificati a dismisura dalle sue incredibili doti olfattive.
    I suoi occhi si accesero nel rivedere Amon ed il piccolo Elia in buona salute, ma prima di potersi rivolgere a loro chinò il capo in direzione degli altri presenti.

    “Ambasciatore, Mugen Fudo a rapporto.”

     
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    Lo osservava con aria sospettosa, diffidente.
    Conosceva bene gli umani come lui, di taglia così piccola... vi aveva avuto a che fare tante volte, ed erano i più pericolosi. Gli umani grandi, come il prezioso amico su cui era adagiato e da cui era protetto in quel momento, erano per lo più tranquilli. Qualcuno gli dava le briciole, altri lo ignoravano, pochi lo allontanavano... ma gli umani piccoli... gli umani piccoli erano dei predatori.
    Ricordava le sue avventure nelle piazze di diverse città. Ovunque andava loro erano lì, pronti a corrergli contro non appena toccava il suolo, emettendo terribili suoni acuti mentre cercavano di colpirlo con i calci. Perché poi?! Lui era lì tranquillo, insieme ai suoi amici alati che cercava di mangiare qualche briciola caduta sul terreno, e loro glie lo impedivano... li cacciavano... li inseguivano... una difesa territoriale, forse? Egoisti e possessivi anche delle briciole? Loro avevano mangiato un panino intero!
    Talvolta allestivano persino delle vere e proprie trappole, lanciando briciole per attirarli prima e colpirli poi. E il divertimento nei loro occhi...

    ...trrr...

    Finché stava sulla spalla del suo caro amico però era al sicuro, di questo era certo... anche se ogni tanto doveva riposizionarsi agitando vistosamente le ali, quando il compagno si spostava d'improvviso.
    Ma se vi fossero state delle briciole sul pavimento..?
    ...già, penso immediatamente il giovane Columba Livia.
    C'erano delle briciole?

    TRRR..?

    Si sporse leggermente dal suo amico con la testolina girata prima su un lato e poi sull'altro, analizzando con attenzione il terreno.

    Piccione Alpha
    La stagione degli accoppiamenti è difficile per un piccione: la concorrenza è tanta, ed ingrossare il proprio petto nel tentativo di sedurre di continuo ogni piccioncina incontrata rischia di essere assai faticoso. Ma i suoi poteri psionici, seppur inconsapevolmente, vengono in aiuto di questa columba livia: agli occhi delle femmine della sua razza (e solo per esse!) risulterà il più sexy ed affascinante maschio con cui ognuna di esse desidererebbe accoppiarsi.

    Non carisma
    Parliamoci chiaro: qualcuno noterebbe un piccione? Focalizzerebbe su di lui attenzioni, sospetti o quant'altro?
    No: chiaramente no. A meno che non si trovi irrefrenabilmente attratto dal movimento ipnotico della sua testa mentre cammina, o mentre cerca di liberarsi indaffarato da un anello di pane finito al suo collo come un guinzaglio mentre cercava di mangiarlo, nessuno penserebbe che un piccione possa essere una minaccia.
    Dunque no: non lo considerate. E' un piccione, e possiede per sua natura una passiva di non carisma; non lo potrete trovare intrigante né tanto meno misterioso.

    Volo
    Sorprendentemente, il piccione ha delle ali e sa usarle.
     
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    Tenda dell'Ambasciatore dell'Est.
    Accampamento.

    " Con permesso ".

    A varcare la soglia per primo fu uno dei soldati di Undarm, sua vecchia conoscenza -per quanto la stessa cosa non sarebbe sicuramente valsa per Amon, che nemmeno lo aveva mai visto. Il Galanodel aveva infatti sentito molto parlare di lui dalla bella Yoe durante i loro incontri "intimi" ai tempi degli Aranwe.

    “ Amon, custode di Kijani Fahari e padre di Elia. I miei omaggi, Ambasciatore. ”

    In attesa che fossero raggiunti anche dall'altro interpellato, Quarion rispose con un elegante quanto educato gesto del capo, invitandolo addirittura ad accomodarsi su una delle panche lì presenti. Nonostante rimanesse ancora in braccio all'Ambasciatore, quasi imbambolato dal profumo di rose e dall'aspetto di un Kami, il piccoletto parve risollevarsi molto alla vista dell'improvvisato papà: ignorando il bambolotto che gli era stato avvicinato, mosse la manina per salutarlo tutto contento.

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    -Immagino tu sia molto orgoglioso di questo piccolo ometto- si sarebbe limitato ad osservare l'Ambasciatore, scuotendo la zazzera albina al suo piccolo ospite -Ma ti consiglio caldamente di misurare le parole: il clima è ancora teso ed una bugia a fin di bene -se scoperta- potrebbe essere vista come il tentativo di nascondere un qualche segreto ben più grave.

    Qualora Amon avesse cercato di incrociare il suo sguardo, si sarebbe scontrato con un paio d'occhi doro già fissi su di lui.

    -Non dirò nulla alle autorità perché non sono qui per discutere di adozioni, ma cerca di non ripetere questa bugia troppo spesso. Potrebbero insospettirsi... meglio che la questione scivoli nel dimenticatoio, non credi? ♥

    “Permesso. Ambasciatore, Mugen Fudo a rapporto.”

    Probabilmente la questione sarebbe anche continuata, se solo la stoffa non fosse stata nuovamente mossa dall'ingresso di un'esotica creatura volpiforme, dall'aria nobile e gli atteggiamenti marziali di un guerriero di tutto rispetto. Tacendo alla sua vista riguardo le questioni familiari di Elia ed Amon, l'Ambasciatore si limitò a sorridergli radioso, riflettendo divertito che sarebbe piaciuto molto a sua sorella. In particolar modo, gli avrebbe chiesto il permesso di coccolarlo, fissata com'era di volpi e volpini.

    -Oh, bene bene ♥ - esclamò Quarion, tutto contento -Sono felice abbiate risposto alla mia chiamata, oltre che riconoscente! Vedete... mi è capitato di leggere i vostri rapporti e mi son sorti dei dubbi riguardo alcuni frammenti di storia, quindi spero non vi disturberà troppo qualche domanda in più...

    Rimanendo inizialmente in silenzio per qualche attimo -pazientemente in attesa che il suo attendente Francis terminasse di prendere appunti- riprese l'interrogatorio con toni ancora più pacati dei precedenti e fu singolare il modo in cui riusciva a mettere a loro agio i suoi ospiti, nonostante tutto ciò che era loro capitato.

    -Ad esempio, la descrizione del Dottor Blue mi è sembrata troppo sommaria per procedere ad una vera caccia all'uomo. Allo stesso modo vorrei che mi spiegaste come è riuscito a scappare, dato che non è molto chiaro.

    Terminate quelle direttive, in attesa che i presenti riflettessero bene sulle considerazioni e proferissero parola, continuò ad interrogare anche il bambino, avvicinandogli di nuovo il bambolotto in modo da attirarne l'attenzione.
    -Allora, mio dolce Elia: dove ti ha toccato quel dottore? Qui?- ed indicò un punto sotto il pancino del pupazzo, ottenendo solo un timido segno di diniego del piccolo -...mh... allora ti ha toccato qui?
    Ed indicò quello che doveva essere il sederino. Perchè -a quanto gli era stato detto- era abbastanza sicuro che quel tale lo avesse in qualche modo toccato. Doveva solo capire le dinamiche, prima di procedere a tutte le cacce e gli arresti necessari, affinché fosse fatta finalmente giustizia.

    In attesa che il ragazzino decidesse finalmente di collaborare in modo un pochino più attivo, Quarion si limitò a cacciare dalla tasca delle briciole di pane, posandosele sulla spalla e lasciando il suo piccione libero di becchettare dove voleva. A volte, per diletto o per noia, gli carezzava dolcemente la testolina, rendendo abbastanza evidente ai presenti la suo amore spassionato per gli uccelli.


    .Istruzioni Semplice discussione: Quarion vuole molti dettagli riguardanti l'aspetto o le generalità di questo Dottor Blue e (ovviamente) capire come è riuscito a scappare. A voi la palla <3
     
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    Entrato che fu, il padrone di casa cercò di metterlo subito a suo agio invitandolo addirittura ad accomodarsi; invito che peraltro non passò inascoltato date anche le condizioni fisiche in cui lo Scorpione stava versando: durante la guerra aveva dato fondo alle sue riserve ed il tempo per recuperare pienamente le forze era scarsamente passato. Ritrovarsi a dover fare rapporto in una situazione come quella era qualcosa di cui avrebbe fatto a meno se non fosse stato realmente urgente e necessario. Un paio di respiri profondi e si sarebbe accomodato su una delle panche con il fisico spossato, ma l’animo decisamente rinfrancato dalla presenza gioviale del piccolo Elia.

    A farlo trasalire, nel momento della seduta, furono però le parole dell’Ambasciatore il quale sembrava essere a corrente del fatto che avesse mentito spudoratamente pur di non lasciare il bambino a chissà chi altri; sul momento, all’ingresso, gli era sembrata una buona idea rimarcare quanto già detto, se non altro per avvalorare un fatto e dargli più concretezza. Alzò lo sguardo, paonazzo in viso non tanto per la rabbia quanto invece per la vergogna per essere stato così facilmente scoperto; un po’ come fanno i bimbi quando vengono scoperti in una loro marachella. E nel guardare quegli occhi dorati, fissi su di lui, si sentì ancora più rosso in viso, come se la sua faccia stesse per prendere fuoco da un momento all’altro. Eppure, nonostante tutto, sembrava aver compreso quale fosse in realtà la situazione donando un prezioso consiglio allo Scorpione: evitare che la voce potesse spargersi troppo e lasciare che ogni cosa cadesse nel dimenticatoio. Un piccolo segreto, insomma, che avrebbero custodito tra loro gelosamente – insieme a chiunque altro abbia assistito alla bugia primigenia, non appena usciti dalle prigioni. Su questo, però, non doveva preoccuparsi: l’unico che poteva conoscere la verità era soltanto Mugen e sapeva avrebbe preservato quel piccolo segreto; quella bugia che aveva detto a fin di bene, come aveva anche sottolineato l’Ambasciatore.

    Prima ancora che avesse potuto rispondergli però, fece il suo ingresso una voce conosciuta e sicuramente gradita: Mugen, suo amico e compagno di (s)venture nel corso di quel conflitto.

    Mugen! È un piacere rivederti tutto intero! ” ammiccò.

    Ma non era quello il tempo per potersi salutare serenamente purtroppo e difatti l’Ambasciatore fu lesto a riportare l’attenzione su di lui, ringraziandoli innanzitutto per aver risposto alla sua domanda, mostrando loro riconoscenza ma esternando di fatto talune perplessità riguardo ai rapporti rilasciati da entrambi.

    Affatto, per quanto possibile fornirò tutto l’aiuto necessario. ” rispose in prima battuta lo Scorpione.

    Ma nell’ascoltare le domande postegli restò un po’ di sasso, perché colto impreparato: in realtà avrebbe voluto parlare primariamente di quanto era successo a guerra conclusa, di quel vortice di anime e di quella nube tossica che aveva ammantato ogni cosa; era sicuro che tutti avessero visto qualcosa, quindi perché tacere su quel particolare? D’altro canto, però, non sicuro che tutti avessero realmente visto quel miasma: dalle reazioni di quelli che gli stavano intorno avrebbe potuto dire abbastanza tranquillamente che era possibile eccome che l’evento fosse passato in sordina; di contro non era plausibile che fosse sfuggito alle alte sfere. Si morse quindi il labbro inferiore, chiudendo poi gli occhi per cercare di fare mente locale sugli avvenimenti recenti e focalizzare l’attenzione sul codardo chiama Dottor Blue.

    Un tipo decisamente ordinario e comune, forse è per questo che non mi è rimasto impresso; quando l’abbiamo incontrato indossava un camice bianco. Capelli scuri e disordinati, ma la cosa che mi ha colpito di più di lui erano le lenti di vetro che portava sugli occhi: spesse abbastanza da riflettere le luci della stanza in cui l’abbiamo trovato che mi hanno impedito di vederne direttamente gli occhi. Nessun difetto fisico che possa in qualche modo renderlo riconoscibile o rintracciabile purtroppo. Così, a ricordo: non mi sembrava neanche troppo vecchio. Anzi. ” disse in risposta alla prima domanda.

    Ciò che mi è rimasto impresso è il suo carattere. Il suo retaggio. È un codardo, un vile che pensa soltanto a sé stesso ed al proprio tornaconto. Avrei dovuto tagliargli la gola quando ne ho avuto la possibilità e invece abbiamo assecondato le sue richieste. ” commentò amaro.

    Un sospiro, prima di riprendere. Il tono era quello di chi era realmente costernato perché colpevole, in un certo senso.

    La sua fuga, purtroppo, è la conseguenza di una nostra scelta. Le celle erano bloccate e l’unico in grado di poter fare davvero qualcosa era proprio il Dottor Blue; nemmeno Mavros è stato in grado d’esserci d’aiuto in questa circostanza. ” ammise amareggiato.

    Ci ha proposto di liberare lui stesso i prigionieri purché gli avessimo fatto dono della vita: i primi ad essere liberati sarebbero stati i prigionieri in superficie e poi sarebbe toccato ad Elia, che era più in profondità. Non appena i prigionieri sono stati liberati, però, è successo qualcosa di strano: hanno perso il loro raziocinio, la loro volontà; da timidi, spaventati o riconoscenti per essere stati liberati si sono trasformati in pupazzi il cui unico scopo era attaccarci. Siamo a malapena riusciti a contenerli senza far loro del male, grazie soprattutto all’intervento di Mugen; io mi sono occupato di individuare dove fosse andato il caro dottore ma una volta arrivati alla cella di Elia lui non c’era più. È sparito persino alla mia vista, ai miei occhi come se mai fosse stato li con noi. Nel nulla. ” sottolineò la questione degli occhi, concludendo poi il suo resoconto.

    A conti fatti non sappiamo ancora come abbia fatto a fuggire: nessuna botola, nessun passaggio segreto. Nulla. E quando siamo arrivati Elia era sveglio, da solo. Senza i suoi poteri, libero di potersi avvicinare a chiunque senza far loro del male. ” sorrise infine a quest’ultima affermazione, con gli occhi che andarono a posarsi sorridenti proprio sul bimbo.

    Avrebbe quindi lasciato la parola a Mugen, nella speranza che avesse qualcosa di più da raccontare.
     
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    Mugen! È un piacere rivederti tutto intero!

    Mugen schiuse le labbra in un sorriso ferino, lieto a sua volta di vedere l'amico acciaccato ma tutto sommato in buona salute. Ne avevano vissute davvero tante insieme e se non fosse stato per lui difficilmente sarebbe giunto fino a lì sano e salvo. Già durante gli eventi del giorno prima aveva avuto modo di realizzare che se non fosse stato per l'aiuto dello Scorpione, magari sarebbe finito tra le creature da soccorrere piuttosto che essere uno dei soccorritori. Sempre qualora fossero riusciti a catturarlo vivo.

    “Nonostante tutto ce l'abbiamo fatta amico mio. E' bello vedere che entrambi state bene.”

    La Volpe rispose cordiale rivolgendosi anche al bambino
    Ma non era il tempo per le chiacchiere e il Demone, ben conscio della situazione, ovvero di essere al cospetto di un'alta carica del Presidio Orientale, tornò subito serio. Avrebbero avuto modo di chiacchierare una volta sbrigata quella faccenda.

    L'ambasciatore rivelò qual era la ragione della convocazione. Voleva far loro qualche domanda ed in particolar modo era interessato al Dottor Blue. Chiedeva informazioni sul suo aspetto e su come fosse riuscito a sfuggirgli.

    “Siamo stati ingannati.”

    Disse laconico il Demone quando Amon ebbe concluso la sua esposizione dei fatti. Quella vicenda aveva leso il suo orgoglio e quel Blue doveva sperare di non imbattersi in lui troppo presto. Li aveva ingannati e come se non bastasse aveva commesso un ulteriore sopruso nei confronti dei prigionieri rendendoli schiavi e soggiogando le loro menti al suo volere.

    “Non aveva l'aria di essere un guerriero e con il suo fare codardo abbiamo abbassato la guardia credendo non potesse nuocerci. Dopo aver aperto le celle i prigionieri hanno perso il senno della ragione e ci hanno attaccato senza motivo. I loro volti erano privi di ogni emozione, semplicemente non erano più in loro.”

    Prese una pausa, facendo mente locale ed ampliando quando già detto dallo Scorpione.

    “Non potevamo combatterli direttamente, quindi ho disperso il gruppo che cercava di circondarci con un'onda d'urto abbastanza intensa da stordirli ma non troppo forte da procurare danni permanenti. Questo espediente ci ha permesso di fuggire e seguire le tracce del Dottore individuate da Amon fino alla cella di Elia. Di lui non c'era nessuna traccia, ma lì abbiamo trovato un oggetto... una specie di penna. E' stato grazie a questa che Mavros è riuscito a far riacquistare il senno ai prigionieri.”

    Si fermò per qualche istante, dando modo ai presenti di assimilare quanto stava riferendo.

    “Quando poi la prigione ha incominciato a tremare non ci è stato possibile indagare ulteriormente. La nostra priorità è stata quella di portare in salvo i prigionieri.”

     
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    Ecco, quello era il motivo per cui quell'uomo era il suo miglior amico preferito di sempre!
    Alle volte aveva l'impressione che fosse anche lui un Columba Livia forse un po' troppo cresciuto, talmente condivideva e comprendeva le sue preoccupazioni... anzi, ancor meglio pensò: era persino più buono dei suoi simili, e non doveva battagliare di tanto in tanto per conquistare lebriciole! Glie le offriva persino...
    Oh, chiunque fosse quell'umano una cosa per lui era certa: con gli uccelli di sicuro ci sapeva fare, ribadì a se stesso quando l'amico prese ad accarezzarlo proprio nel punto giusto.

    TRR!

    Tubò arzillo il volatile, ringraziando a modo proprio il suo fautore. In quel modo si teneva persino lontano dai pericoli, e poteva mangiare senza doversi preoccupare di essere cacciato dall'altro piccolo umano.
    Ovviamente il giovane Poppy -che riusciva ad interpretare solo pochi versi del linguaggio umano, ma quello con cui era solito chiamarlo il padrone era il suo preferito- becchettò con estrema delicatezza ed attenzione sulla sua spalla; era così che l'aveva addestrato il caro amico.

     
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    Tenda dell'Ambasciatore dell'Est.
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    Quarion Galanodel ascoltava pacato e silente la versione dello Scorpione, mantenendo un'aria cordiale che -viste le circostanze e ciò che gli si stava dicendo- poteva in effetti dare l'idea di un certo eccessivo distacco, emozionalmente parlando. Pensare al furfante ed alle sue malefatte non lo innervosiva affatto e ciò era abbastanza palese, piuttosto si limitava ad annuire come uno psicologo allo sfogo del proprio paziente.

    “ Ci ha proposto di liberare lui stesso i prigionieri purché gli avessimo fatto dono della vita: i primi ad essere liberati sarebbero stati i prigionieri in superficie e poi sarebbe toccato ad Elia, che era più in profondità. Non appena i prigionieri sono stati liberati, però, è successo qualcosa di strano: hanno perso il loro raziocinio, la loro volontà; da timidi, spaventati o riconoscenti per essere stati liberati si sono trasformati in pupazzi il cui unico scopo era attaccarci. Siamo a malapena riusciti a contenerli senza far loro del male, grazie soprattutto all’intervento di Mugen; io mi sono occupato di individuare dove fosse andato il caro dottore ma una volta arrivati alla cella di Elia lui non c’era più. È sparito persino alla mia vista, ai miei occhi come se mai fosse stato li con noi. Nel nulla. A conti fatti non sappiamo ancora come abbia fatto a fuggire: nessuna botola, nessun passaggio segreto. Nulla. E quando siamo arrivati Elia era sveglio, da solo. Senza i suoi poteri, libero di potersi avvicinare a chiunque senza far loro del male. ”


    A quelle parole, le labbra dell'Ambasciatore piegate in un dolce sorriso si tesero leggermente, lasciando intuire quanto quegli ultimi dettagli lo interessassero particolarmente. Nonostante ciò, non rivelò mai il motivo di quel cambio di espressione. L'uomo dalla dialettica invidiabile scelse di tacere, ansioso di ottenere ancora dettagli in modo da completare il quadro della faccenda.

    “Siamo stati ingannati.” continuò Mugen “Non aveva l'aria di essere un guerriero e con il suo fare codardo abbiamo abbassato la guardia credendo non potesse nuocerci. Dopo aver aperto le celle i prigionieri hanno perso il senno della ragione e ci hanno attaccato senza motivo. I loro volti erano privi di ogni emozione, semplicemente non erano più in loro.”

    Portandosi una ciocca di capelli azzurri dietro l'orecchio, il bel Quarion pensò che avrebbe dovuto probabilmente rimediare lui a quel piccolo grande danno. Ringraziò solo che Amon non avesse davvero sgozzato il Dottor Blue immediatamente -come annunciato poco prima- perché altrimenti avrebbero tutti rischiato di non liberare mai Elia.

    “Non potevamo combatterli direttamente, quindi ho disperso il gruppo che cercava di circondarci con un'onda d'urto abbastanza intensa da stordirli ma non troppo forte da procurare danni permanenti. Questo espediente ci ha permesso di fuggire e seguire le tracce del Dottore individuate da Amon fino alla cella di Elia. Di lui non c'era nessuna traccia, ma lì abbiamo trovato un oggetto... una specie di penna. E' stato grazie a questa che Mavros è riuscito a far riacquistare il senno ai prigionieri.
    Quando poi la prigione ha incominciato a tremare non ci è stato possibile indagare ulteriormente. La nostra priorità è stata quella di portare in salvo i prigionieri.”


    -Avete fatto bene: in caso di dubbio bisogna sempre puntare a ciò che ha la priorità maggiore... cioè i prigionieri. "Salvare" ha priorità maggiore del "punire", per quanto entrambi siano essenziali alla giustizia- autocompiacendosi per quella perla di saggezza, Quarion decise di fermare un attimo la discussione, continuando a dialogare con il bambino. Dopotutto, Elia era ancora sulle sue ginocchia... ancora a fissare il pupazzo -Allora, bello di zio... si può sapere dove ti ha toccato quel Dottor Blue?

    quarionsconvolto_zpscefd8e66

    « ...m-mi ha stretto la mano, Signor Ambasciatore. »

    -...Ah.

    Per qualche strana ragione, calò improvvisamente su tutti loro un imbarazzante ed imbarazzato silenzio, macchiato solo dal graffiare della punta della piuma intrisa d'inchiostro nelle mani dell'attendente che prendeva appunti.

    -Francis: cancella "abusi su minore" e rileggimi un attimo i capi d'imputazione.

    -Oui, mon capitain!- avrebbe esclamato il biondino, voltando la pagina e leggendo con voce altisonante -Cospirazione ai danni degli Aranwe, Tradimento, Sequestro di persona ed omicidio di Mio Aranwe, propaganda di odio e di ideali discriminatori, supporto e divulgazione di leggi razziali, insabbiamento, concorso a guerra di aggressione, crimini di guerra, crimini contro la pace, crimini contro l'umanità, genocidio, sperimentazione umana...

    L'indice dall'unghia laccata di nero del bel Quarion si tese a suggerirgli silenzio, e questo tacque all'improvviso, attento a soddisfare ogni dettame del suo superiore.

    -Abbiamo un problema, Francis. Sono pari! Non possiamo consegnare un elenco di crimini pari! Devono essere dispari.
    -Come faremo, mon capitain?

    Del tutto assorti in quel problema che -almeno ai presenti- poteva sembrare decisamente privo del minimo senso, forse risultato di qualche strano disturbo mentale ossessivo compulsivo, rimasero in un silenzio assorto per pochi minuti. Infine Quarion ebbe un'idea.

    -Aggiungi allora: "sciatteria in luoghi pubblici".
    « S-signore... » s'intromise Elia « Le persone sciatte non sono cattive. Non fanno male alle persone. »
    Sorpreso e teneramente divertito da quell'intervento, l'Ambasciatore dell'Est si lasciò andare in un'allegra risata, accompagnando il gesto con delle carezze sulla testolina del bimbo.
    -Oh-oh-oh! Che tesoro che sei!- avrebbe detto, con la medesima aria di un adulto che si trova a dover spiegare banalità ad un bambino, inesperto di come funziona il mondo -Certo che è reato: si tratta di inquinamento visivo! Non si tratta solo di lui... ma a chi pensa alle povere persone che osservano? Non è giusto farle vivere in presenza di tali orrori, non credi?

    Ok... non aveva il minimo senso.
    Ciò nonostante, il Dottor Blue era un dichiarato "mostro". Cosa importava una condanna in più, dopotutto? Un crimine del genere, paragonato agli altri, aveva una qualche rilevanza? Avrebbe davvero potuto modificare qualcosa in un ipotetico processo? Ma soprattutto... importava davvero a qualcuno del Dottor Blue?
    Ovviamente no.

    -Ricorda, Elia: per il bene degli altri, non essere mai sciatto. Mai.

    Concesso quell'ultimo avvertimento che sapeva d'insegnamento, lasciò finalmente andare sia Elia che il proprio Attendente, ricordando a quest'ultimo di consegnare i documenti ai rappresentanti di ciascun regno della Resistenza ed il bambino al signor Amunhasses. A tal proposito, avrebbe continuato quel discorso con Amon, più che altro per rassicurarlo di quella stranezza.

    -Mio caro Amon, temo di doverti dare una notizia spiacevole. A prescindere da cosa tu sia verso quel bambino, sarà necessario tenerlo sotto osservazione degli Amunhasses per qualche mese. Immagino tu capisca che non è affatto normale ciò che gli è successo in presenza di quel figuro: poteri del genere non svaniscono facilmente nemmeno per magia. Lo stesso anziano ha notato una traccia demoniaca sul suo corpo. Per quello gli ho chiesto dove l'avesse toccato. Sarà quindi necessario indagare per interesse di tutti e per la salute del bambino stesso.

    Differentemente da prima, questa volta Quarion sembrava più serio.

    -Il Presidio Orientale monitorerà comunque la situazione, in modo che non gli venga torto un solo capello. Terminati gli accertamenti, faremo anche in modo ti venga restituito sano e felice: dovrai solo aspettare.

    Sospirò mortificato, prima di avvisarli dell'ultimo dettaglio che aveva in serbo per loro.

    -Vi consiglio comunque di evacuare Sequerus il prima possibile: ciò che è accaduto in battaglia -qualunque cosa sia- ha lasciato una traccia in tutta la regione della capitale distrutta. Sequerus è attualmente circondata da un'aura pesante, densa ed ostile alla vita: qualcosa di malvagio è piombato sulla regione e nessuno ha ancora capito di cosa si tratti. Addirittura ci è stato impossibile riesumare alcuni alleati morti in questa zona... e lo stesso vale per tutti i soldati nemici. Sarebbe appropriato quindi studiarla con calma, prima di avere colpi di testa o tentare di costruire nuovamente qualcosa sulle macerie.

    Con un movimento sensuale del capo, aggiustò le ciocche ribelli che gli erano finite sul volto. Infine si alzò con calma dal proprio scranno, allargando le braccia in un gesto affabile di congedo.

    -Molto bene, direi che è tutto, signori miei- sorrise lieto, salutandoli -Immagino avremo modo di rivederci, in futuro.


    .Istruzioni Perdonate tantissimo il ritardo... ma ho avuto molto da fare ç___ç

    Vi ho fornito alcune info mancanti. Ora è tempo di congedarsi!
    Amon: per Elia ci siamo già accordati privatamente.

    A voi la palla e grazie ancora di aver partecipato in questa breve scenetta <3
     
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    Come lui, anche Mugen aveva fatto rapporto fornendo ulteriori dettagli sulla faccenda e condividendo con lo Scorpione l’odio e la rabbia verso il dottore. L’atteggiamento dell’Ambasciatore invece era piuttosto strano, come se invero quanto stessero dicendo non lo sfiorasse minimamente, senza alcuna sensibilità. O forse erano loro ad essere stati coinvolti troppo da vicino dalla questione, finendo irrimediabilmente per compiacere una parte piuttosto che l’altra, perdendo di vista l’obiettività nell’intera faccenda.

    Sospirò cercando di calmare i bollori, sollevato in un certo senso dalle parole pronunciate dall’Ambasciatore, il quale sottolineò una volta di più che la priorità era proprio quella di liberare i prigionieri; punire era sì parte di un più ampio senso di giustizia, ma sarebbe stato alquanto deleterio per le loro sorti. Chissà cosa sarebbe successo se avessero ingaggiato battaglia lì dentro, con tutto il caos che ne sarebbe derivato dopo quando l’edificio crollò letteralmente su sé stesso. Sarebbe stata un’ecatombe per tutti i presenti, loro due inclusi. Un altro sospiro si lasciò sfuggire, per il pericolo scampato.
    Ne seguì quindi l’ennesima domanda al piccolo, su dove il dottore l’avesse toccato ed Amon si irrigidì un attimo al solo pensiero che quel viscido codardo avesse potuto attentare all’innocenza del bambino. Alla sua risposta, sentì la morsa che gli aveva preso lo stomaco attenuarsi poco a poco, mentre un sorriso si venne a disegnare sul suo volto senza il suo controllo mostrando quindi l’espressione compiaciuta dello Scorpione.

    Nell’ascoltare i capi d’accusa del dottore, però, sentì un brivido corrergli veloce lungo la schiena: quel vigliacco ne aveva combinate di ogni, nonostante quel suo aspetto inoffensivo le parlantina tremula; non avrebbe mai pensato potesse essere in grado di fare tutto quanto aveva detto l’attendente dell’Ambasciatore, tant’è che si pentì una volta di più di non avergli reciso la carotide con un colpo secco, deciso e veloce del suo pugnale. E invece l’aveva assecondato, l’aveva ascoltato e sicuro del fatto che le minacce l’avessero in qualche modo scosso aveva deciso di seguire il suo piano: liberare i prigionieri del piano superiore, per poi andare dritti da Elia. Se solo avesse potuto rendersi conto prima di quanto il dottore avesse intenzione di fare, certamente le cose sarebbero andate diversamente: l’avrebbe afferrato per la collottola e l’avrebbe costretto forzosamente a collaborare, per poi consegnarlo all’esercito ribelle – possibilmente vivo. Ma questo, di certo, era un cavillo del quale non gli interessava realmente anzi: se fosse morto casualmente nello scambio gli sarebbe importato ben poco. Così, nell’ascoltare quei capi d’imputazione si fece rosso in viso e per un attimo i pugni si serrarono ben chiusi, in una stretta decisamente forte come potevano testimoniare le vene che affioravano poco a poco sul suo dorso. A farlo rinsavire, in un certo senso, fu il capo d’imputazione aggiuntivo, nonché la risposta del piccolo che lo riportarono alla realtà: volerlo accusare di sciatteria aveva un ché di comico in tutta quella faccenda, decisamente fuori luogo per tutto quanto era successo e per tutte le vittime che ahimè quell’insano conflitto aveva mietuto prima, durante e dopo la sua conclusione.

    Ne seguì un confronto tra i due, tra Elia e l’Ambasciatore, abbastanza divertente: in poco il piccolo era riuscito a diradare la nebbia intorno al suo cuore, provocandogli ilarità e tenerezza. Sospirò di nuovo nel guardarlo così attento e preso dal discorso e da come il secondo tentava di convincere il primo con non troppo articolate motivazioni, concludendo con un monito abbastanza improbabile sul non essere mai sciatto. Ma tempo qualche istante ed Amon si irrigidì nuovamente nel vedere il bimbo andar via con l’attendente: erano stati separati una volta di più. A rassicurarlo, in un certo senso, ci pensò lo stesso Quarion mettendolo al corrente delle sue intenzioni: tenerlo sotto osservazione anche per una presunta traccia demoniaca, rinvenuta dall’anziano; inoltre era assai strana la circostanza per cui i poteri del bimbo fossero svaniti così all’improvviso, senza alcuna spiegazione apparente. E, anzi, una spiegazione poteva essere dovuta proprio alla stretta di mano. Ma Amon non sarebbe mai stato in grado di arrivare ad una soluzione simile: troppo inesperto in determinati campi, assolutamente inadeguato a poteri del genere. La cosa che lo lasciava perplesso era che non si fosse reso conto di alcun cambiamento, se non nel fatto che adesso era in grado di leggere il flusso del piccolo, mentre prima la sua visione era fortemente disturbata provocandogli peraltro mal di testa e nausea abbastanza forti da arrivare a tramortirlo alla lunga, se avesse continuato ad abusare del suo potere.
    Si morse il labbro inferiore sul lato destro, come se stesse cercando di pensare a qualcosa. Ne uscì un nuovo, lungo sospiro come di rassegnazione.

    Non ho altra scelta e di certo è per il suo bene. A dire il vero, il fatto che io l’abbia trovato senza poteri mi ha reso felice, ma non avevo tenuto conto delle circostanze e se davvero ci sono tracce di qualcosa di ‘ malvagio ’ è bene che venga affidato alle vostre cure. Il vostro Presidio ha fama di avere i migliori cerusici e guaritori di tutta Endlos e di certo Lady Kalia, vostro Alfiere, è il vostro astro più splendente in questo campo. Mi fido di lei: ho già avuto modo di avere un saggio su me stesso delle sue arti e pertanto mi fiderò di Voi, che ne siete l’Ambasciatore. So che manterrete la parola data: Elia ne ha già passate tante, voglio soltanto che viva felice e spensierato. Il bosco sarà la sua nuova casa. ” commentò, facendo capire che aveva inteso le loro ragioni.

    Nel frattempo vi ringrazio per tutto quanto: siete stati dei preziosissimi alleati. ” concluse con un leggero inchino, in segno di gratitudine.

    Le parole che seguirono, però, non lo sorpresero affatto: lui aveva visto quella cosa con i suoi stessi occhi ed il fatto che l’avessero notato anche loro era di per sé un sollievo enorme: non aveva avuto le allucinazioni, almeno.

    L’ho vista con i miei stessi occhi e non nascondo che la cosa mi preoccupa non poco. Non era qualcosa di tangibile, ma i miei occhi hanno percepito il pericolo: una nube tossica che ha avvolto nelle sue spire tutta Sequerus. Era come se fosse un miasma maligno, qualcosa di assolutamente indescrivibile. Ho i brividi ancora adesso! ” nel dirlo, avrebbe quindi mostrato la mano destra tremula.

    Vi auguro possiate risolvere questa situazione nel più breve tempo possibile. Da parte mia, se lo vorrete, riceverete tutto l’aiuto possibile nel limite delle mie capacità: i miei occhi, come dicevo, vedono molto di più di quanto la realtà riesca a mostrarmi. Se lo vorrete, il bosco dove abito è sempre pronto ad ospitare degli amici. ” concluse.

    Si alzò a sua volta, ricomponendosi, per salutare a sua volta.

    Immagino di sì. Alla prossima.
     
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    Il Demone Volpe fu lieto di constatare che anche l'Ambasciatore approvava quello che era stato il loro piano di azione. In fondo erano penetrati fin nei meandri delle prigioni proprio per soccorrere le creature imprigionate. Punire Blue e gli altri eventuali carcerieri era secondario. Eppure quando Francis si mise ad elencare tutte le atrocità di cui quel vile si era macchiato –a cui l'Ambasciatore si sentì in dovere di aggiungere il reato di sciatteria- non poté che rimproverarsi di esserselo lasciato sfuggire così.

    L'Ambasciatore annunciò poi quale sarebbe stato il destino di Elia, sarebbe rimasto in osservazione dagli Amunhasses.
    Mugen non aveva risentito di nessuno degli effetti negativi da cui era stato messo in guardia dall'amico Scorpione nelle vicinanze del bimbo, e come era già stato fatto notare dal Galanodel quelli non erano poteri in grado di svanire da un momento all'altro. Il Demone ricordava ancora l'effetto che i Lacci Bianchi avevano avuto su di lui. Quella era decisamente la decisione più saggia, in più gli uomini dalle vesti colorate che avevano incontrato il giorno prima gli avevano dato l'impressione di essere persone affidabili. Ma in ogni caso sapere che anche il Presidio Orientale avrebbe tenuto d'occhio le sorti del bimbo era un'ulteriore rassicurazione.

    Prima di congedarli l'Ambasciatore li informò del fatto che su Sequerus, a seguito degli eventi del giorno prima, aleggiava un'aura maligna e ostile alla vita. Lo stesso Amon -i cui occhi vedevano ben oltre quelli di un comune mortale- disse di aver visto la nube tossica avvolgere nelle sue spire tutta Sequerus.

    “I miei occhi non sono come quelli di Amon, ma se ne avrete bisogno la mia spada sarà al vostro servizio.”

    Dopo aver chinato il capo in segno di rispetto Mugen si congedò a sua volta, per poi voltarsi e lasciare la tenda.

    “E' stato un piacere. Al prossimo incontro.”

     
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  12. un piccione
     
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    Ah... ora che aveva finito il suo spuntino stava decisamente meglio!
    Non aveva ben chiaro il motivo per cui il suo amico si stesse intrattenendo così a lungo in quella stanza con tutti quegli altri umani... poco importava però, al giovane columba livia. Aveva lo stomaco pieno, era sulla spalla del suo caro amico... cosa poteva desiderare di meglio?
    A dirla tutta... iniziava ad avere anche un po' sonno.
    Girò più volte la testolina alla ricerca di qualche riparo, magari sopra un traliccio, od uno scaffale... in alto insomma, dove potesse riposare sicuro e tranquillo. Nulla che lo convinceva, purtroppo... specie con quel piccolo umano nei paraggi.
    Oh, ma non importava, si ricordò il piccolo volatile! Si trovava già sul posto più sicuro del mondo: la spalla del suo più fidato amico.

    ...Trrr...

    E fu così che abbandonò lentamente i suoi occhi alla stanchezza, socchiudendoli, poggiando infine la testolina su un lato, alla ricerca di un appoggio nella folta e profumata chioma del suo umano, assopendosi.
    Era proprio fortunato: nessun nido o riparo sarebbe mai potuto essere così morbido ed accogliente.

     
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    Tenda dell'Ambasciatore dell'Est.
    Accampamento.

    ...Trrr...

    Mentre gli altri si congedavano, lasciandolo finalmente solo, l'Ambasciatore sorrise amabile e con la mano affusolata carezzò dolcemente il suo uccello. Ben attento a non graffiarlo con le lunghe unghie laccate di nero, rimase così a contemplarlo a lungo, abbandonato in un torpore che sapeva di dolcezza... finché non si decise che il tempo del riposo era ormai finito ed era suo dovere di Ufficiale dell'Est lavorare ora più di prima, affinché non vi fossero problemi diplomatici nati da piccole incomprensioni o il semplice stress a seguito della battaglia.

    Fu così che, ben attento a non disturbare Poppy -addormentato sulla sua spalla- si sollevò con estrema delicatezza sulle proprie gambe.

    -Siamo dei veri eroi, Capitan Poppy ♥- avrebbe esclamato, sussurrando alla piccola bestiola addormentata -Ora dobbiamo solo recuperare le forze...

    Sospirò, per poi lanciare un'occhiata ad un cesto di frutta lì vicino, dono di riconoscenza del popolo di Undarm all'Est.

    -Andrò a sbucciare le arance a Lancelot! ♥

    Lo disse come se si trattasse di un qualche atto davvero eroico.
    Si avvicinò dunque al cesto, prese un paio di frutti e s'incamminò verso il luogo dove riposava il collega.
    La tenda si svuotò, e non rimase altro che l'intenso profumo di fiori freschi.


    .Istruzioni Grazie ancora di aver partecipato!
    A breve la conclusione dell'intera campagna. Rimanete collegati :gurupat:
     
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