Rumble in the Urban Jungle

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    « Questo piano... non funzionerà mai. »
    Brontolava scoraggiata la Lepre di Inaba, il visetto riverso sul banco da bar, praticamente un'isola nel deserto desolato che era il capannone. Era troppo sobria per essere ottimista, ed aveva incassato troppi dinieghi alle sue richieste di un po' di sakè per mostrarsi allegra. Diamine! Eppure era stata chiarissima! Per attirare la belva servivano alcool e donne, perché com'è risaputo tutti gli oni adorano alcool a fiumi e donnine discinte! Queste ultime erano facili da procurare, tanto gli oni sono notoriamente stupidi e mezzi ciechi, nel senso che si fissano su di una cosa sola e vedono solo quella. Con un paio di tette finte, sarebbero cascati ai piedi perfino di un vecchio tacchino gigante antropomorfo con poteri magici discendente della stirpe dei grandi tacchini del regno degli spiriti.

    Però no.
    Però non c'era l'alcool.
    La vita fa schifo.

    « Gnè. Ho seteeeeeeh... »
    Piagnucolò mentre distendeva le braccia sul banco, buttando occhiate annoiate ai due ningen che, dal suo punto di vista, erano impegnati a ballare col nulla. Doveva essere bello trovarsi immersi in una festa, forse doveva chiedere al tacchino gigante di far vedere la festa pure a lei. Magari si distraeva. Magari pensava un po' meno all'alcool. Che poi, che male c'era se si faceva un goccetto! Lei era la nobile e saggia Lepre dell'isola di Inaba, aveva consigliato re e principesse, aiutato eroi e semidei, in seimila anni di vita non si era mai sentita così annoiata come in quella sera, proprio nel luogo dove ti aspettavi di veder scorrere fiumi interi di gioia liquida, e invece con al massimo un bicchiere di succo di frutta. Che, a tal proposito, fece uno sforzo e alzò la testolina per trarre un lungo sorso.

    Nah.
    Non è alcool.
    La vita fa ancora schifo.

    Più o meno allora ci fu un movimento, segno che qualcuno o qualcosa si stava precipitando verso di lei. Pensò si trattasse del bimbo della pesca, poco più alto di qualche pollice eppure rumoroso quanto una intero branco di scimmiette di montagna. Con un grande sforzo di volontà si decise ad alzarsi, e volgere lo sguardo verso di lui. Dopotutto mica era colpa del bimbo delle pesche se non c'era alcool. Semmai, la colpa era di...

    Si ritrovò a fissare zanne aguzze. File e file di canini grandi come coltelli, spalancati e rivolti su di lei. Li contò uno ad uno, come tanto tempo prima aveva contato gli squalodrilli che si erano affollati attorno all'isola di Inaba, attratti dalla curiosità di scoprire se erano o meno più numerosi delle lepri che popolavano l'arcipelago. Quel giorno la Lepre di Inaba aveva saltellato sui loro dorsi, contandoli uno ad uno fino ad arrivare ad una certa cifra. Peccato però che quella cifra manco la ricordava più. Non voleva davvero contare gli alligatori del mare, era tutta una scusa per convincerli a mettersi in fila indiana e farle da ponte. Il che sarebbe stato okay, non fosse che prima di balzare giù dal dorso squamoso dell'ultimo aveva iniziato a sfottere quelle belve dalle zanne aguzze e dal morso potente. Oh, la belva si era rivoltata e l'aveva morsa, scuoiandola viva e lasciandola ad agonizzare sulla spiaggia, più morta che viva.

    Ed ora, guarda che coincidenza, c'era uno dei discendenti di quei coccodrillacci. Magari il pro-pro-pro-pro-pro nipote di quello che le aveva strappato pelliccia, pelle, carne e sangue, lasciandola a morire sulla spiaggia per vendetta...
    Senza nemmeno pensarci, con un movimento del tutto involontario, la Lepre di Inaba alzò il braccio a difesa del volto, pensando anzitutto "NON DI NUOVO!", e poi "AAAARGH, NON VOGLIO MORIRE SENZA AVER BEVUTO UN ALTRO PO' DI SAKE'!!!"

    Come risultato, il coccodrillo le staccò un braccio, che sparì allegramente dentro le sue fauci, lasciandola stupita e giusto vagamente irritata...

    « Okkey... la vita fa schifo. »
    Ed ancora nessuno si era degnato di darle il suo sakè...

     
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    Qualunque fossero state le sue reali intenzioni, Raksaka era riuscito ad avvertire i suoi colleghi della presenza del coccodrillo, e il coccodrillo della sua. Ciò, purtroppo, non bastò a salvare il braccio della Lepre che, paralizzata dal terrore, non riuscì a spostarsi in tempo. Tuttavia, il rettile, troppo concentrato sulla sua preda, non poté evitare l'attacco di Raksaka, finendo così con la zampa posteriore sinistra rotta al livello della caviglia, e con il pezzo di carne che quasi gli andò di traverso dalla sorpresa e dal dolore.

    Emise un lamento che solo la Lepre avrebbe sentito e che sarebbe suonato alle sue orecchie come un "li mortacci tua!" borbottato a zanne strette. Raksaka e skekDor, invece, sarebbero con ogni probabilità stati condannati a chiedersi, negli anni a seguire, il coccodrillo come fa.

    L'animale si voltò verso Raksaka, il suo aggressore, come noncurante del fortissimo odore di sangue che sgorgava copioso dalla ferita della ragazza. Sebbene egli non paresse più che una bestia, i suoi occhi dorati erano espressivi abbastanza da comunicare, a chi avesse avuto modo di incrociarli, una feroce e totale ostilità.

    Sollevò quindi la coda, spostandola sul lato opposto a quello del minuscolo guerriero, come a voler caricare un colpo che, infatti, arrivò non più di un istante dopo. Era nientepopodimeno che una spazzata, la quale avrebbe potuto spazzare via il Vihadah come una foglia al vento, se questo si sarebbe stato fatto cogliere impreparato.
    Sarebbe stato questo il caso, a Caccia appena incominciata?

    Nel frattempo, poco più in là, la "festa" continuava indisturbata. Nessuna delle sole due persone vere presenti, neppure quella che fino a poco fa aveva fissato la Lepre con occhi languidi e affamati allo stesso tempo, tanto che sulla schiena pareva avere scritto "Ho Bisognissimo", sembrava essersi accorta della loro assenza. Nemmeno di quella di skekDor sul quale, incidentalmente, continuava a gravare il peso dell'illusione, e il quale si sarebbe visto risucchiare un po' più velocemente del solito le energie, se l'avesse mantenuta anche nel combattimento al quale, oramai era apparente, sembrava destinato.



    Rumble in the Urban JungleInizio più turbolento del previsto per voi! Potete tuttavia uscirne più o meno facilmente, a seconda delle vostre prossime scelte.

    @skekDor: se dovessi entrare in combat, mantenere l'illusione ti costerà, come già menzionato, un consumo Medio a turno. Puoi anche decidere di annullarla, visto che oramai il target è lì davanti a voi.

    @Raksaka: pur essendo un QM principiante, vorrei darti un consiglio. Anche se, urlando, avevi perso l'effetto sorpresa, ricordati sempre che hai due slot a disposizione per turno. Avresti potuto sfruttare un secondo attacco per un'offensiva iniziale più incisiva sul coccodrillo. Ora, però, esso ha deciso di reagire, attaccandoti con una codata di Potenza Media, chiaramente Fisica. Scegli tu se incassare il colpo o difendertene parzialmente -giocandotene realisticamente le conseguenze-, o difenderti in modo totale con un consumo adeguato.

    @Lepre: segnalo che ti sei dimenticato innanzitutto di mettere lo schemino a fine post; cerca di metterlo dalla prossima volta. GdR-On, il coccodrillo riesce a staccarti un braccio mentre sei paralizzata dalla paura, con tutte le conseguenze del caso, principalmente una mostruosa perdita di sangue che ti consiglio in qualche modo di arginare. Ti accorgi inoltre che il coccodrillo pare essere:
    1. Senziente
    2. Probabilmente di Rebibbia

    Scadenza: 01/07/2017
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    La calma è la virtù dei forti, e la meditazione è il modo più nobile attraverso il quale agire saggiamente. Tutte belle parole, certo... In quel mentre, però, se in skekDor ci fosse stata la scintilla guizzante della metà malvagia, probabilmente niente di ciò che avvenne sarebbe capitato.
    In primis, la Lepre ci rimise un braccio. Prima ancora che lo Skeksis potesse dire o fare alcunché, il piccolo guerriero dai modi burberi entrò in azione. Colpì con violenza l'animale appena comparso dall'ombra, mandandogli in frantumi l'osso di una zampa.
    "Oh, giusto cielo! No... NO!" Esclamò, il mezzo-Mistico, portando le mani al becco in segno di stupore e sgranando gli occhi.
    Non era così che sarebbe dovuta andare. Non era assolutamente così che contava di risolvere la faccenda!

    Ma non c'era tempo per rimanere imbambolati! Raksaka e l'animale si stavano dando battaglia, mentre la ragazzina con l'argento vivo addosso rischiava di rimetterci la vita, vista la copiosa perdita di sangue.
    D'altro canto, skekDor non avrebbe annullato subito l'illusione. C'era infatti la possibilità che la bestia avesse deciso di palesarsi proprio in virtù del gran chiasso. E anche se ora per istinto pareva intenzionata a fargliela pagare a Raksaka, non c'era da escludere che, qualora l'incanto fosse venuto meno, avrebbe avuto un pretesto per darsi alla fuga.
    Così, dubbioso sul da farsi, penso di seguire la via della quieta diplomazia. La via della pace. La via del Mistico.
    Socchiuse gli occhi, e agitando le mani al vento cominciò a ondeggiare il bacino con movimenti lenti e ben ritmati fra loro. La coda di rettile scivolò fuori da sotto la gonna, carezzando il pavimento e spazzandone la superficie con archi sempre più grandi.
    Raggiunto il giusto stadio di concentrazione, skekDor additò la creatura.
    Se la tecnica fosse andata a buon fine, questa avrebbe preso subitamente a risplendere di un'aura smeraldina.
    Il mezzo-Mistico, senza scomporsi più di tanto, avrebbe a quel punto esclamato: "Placatevi, fiera funesta! Non v'è più motivo di darci battaglia. Siete in minoranza, e pure ferita. Arrendetevi e lasciatevi catturare. Quel che ci preme è conoscere le vostre ragioni e porre fine alle atrocità che avete commesso..."
    Fece un passo in avanti, passandosi una zampa sul petto, all'altezza del cuore: "Non lasciate che l'odio vi distrugga. In un modo o nell'altro, le vostre malefatte termineranno stanotte. A voi decidere se il mattino illuminerà coi suoi raggi il vostro corpo palpitante di vita o le spoglie di quel che ne sarà rimasto..."
    Era avanzato ancora, per nulla intimorito dalle dimostrazioni di forza della creatura. Ovviamente, si fermò fuori dalla portata della micidiale coda, ma ciononostante sul suo viso non si leggeva segno di preoccupazione alcuna.
    La Lepre non sembrava troppo scioccata da quel che le era capitato. skekDor decise di darle fiducia, almeno per il momento. Ora doveva impegnarsi piuttosto a risolvere la diatriba.
    Ci fosse stato lì il vero skekDor, non avrebbe esitato ad accaparrarsi quell'anima e concludere la faccenda in quattro e quattr'otto. E forse sarebbe stato meglio...
    "Orsù, mostrate senno. Tutto ciò che vi chiedo è di calmarvi. Pretendo forse troppo?" Concluse, con un sorriso anodino.

    Ah, ovviamente da quel punto in poi la creatura avrebbe potuto comprendere le loro parole, e loro l'avrebbero sentita esprimersi nella lingua comune. Merito dell'incanto lanciato da skekDor

    Salute: 100%
    Energia: 85%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Linguaggio dei vivi:
    Concentrandosi, skekDor può entrare in sintonia con lo spirito di ogni creatura vivente in un’area di 25 metri, arrivando così a renderne comprensibili e udibili le parole nonostante limitazioni imposte dalla cultura o dall'aspetto degli interlocutori. Si tratta di una comunicazione collettiva, ascoltabile anche da eventuali alleati in zona [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]

    - Finestra sul mondo:
    skekDor usa le sue arti illusorie per ricreare perfettamente una porzione di spazio di una zona da lui visitata in precedenza. L'illusione è realistica a livello di ogni senso, comprese le manifestazioni tattili (temperatura, umidità, consistenza di oggetti e viventi mostrati) e può esser percepita da chiunque si trovi nell'area d'effetto della tecnica, ovvero 7 metri [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Medio]


     
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    Si ritrovò a fissare il moncherino che aveva al posto del braccio con un'espressione a metà fra il terrorizzato ed il maccheccazz??? E va bene, si era distratta un po'. Ma poi, perché deve essere sempre il destro?? Era il suo braccio dominante, quello che usava per scrivere, e se l'era fatto mangiare di nuovo! Ed ora dove la trovava una divinità che glielo faceva ricrescere...?
    Oh, sì, iniziava anche a non sentirsi tanto bene, ma non era per i litri di sangue che stava perdendo, tutt'altro. E' che si era resa conto di avere davanti uno squalodrillo senza la parte da squalo, quindi era abbastanza sicura che quello volesse sbranarla seduta stante.

    « S-sono la Lepre di Inaba!!! »
    Gridò tutto d'un fiato, salvo rendersi conto che noooooo, non era stata affatto una buona idea presentarsi! Con tutta probabilità un paio di millenni prima aveva saltellato allegramente sul dorso di un prozio di quella belva, e l'onta di aver preso in giro tutta la famiglia senza nessuno escluso probabilmente era passata di generazione in generazione.
    « Sono un messaggero del palazzo dei cieli, sono in missione!!! Non potete farmi questo!!! »
    Beh, a dire il vero l'aveva già fatto. Ma... vabbeh, a questo punto tanto vale cadere in ginocchio e scoppiare a piangere disperatamente chiedendo pietà.

    « Io... io... DEVO TROVARE UNA SPOSA PER SUA MAESTA' E LA SIGNORINA E' PERFETTA PER IL RUOLO!!! VOI STATE DISTURBANDO LA FUTURA SPOSA DELL'IMPERATORE DEI MILLENNI!!! »
    Beh, okay. Magari doveva dirlo ad Evangeline in circostanze un po' meno precipitose, ma...


    Status: prossima a perdere i sensi per la perdita di sangue.
    Energie: 60%
    Note: scusate i ritardi ma è un periodo pessimo.

    Tutte le Lingue degli Animali. Le lingue degli uomini sono complicate e difficili da conoscere, quindi la Lepre di Inaba parla solo il linguaggio comune, che ha imparato direttamente alla corte imperiale della sua isola di origine, alla corte della Principessa Lunare, a palazzo dell'Imperatore dei Millenni o durante i suoi viaggi fra gli umani. Tuttavia ha anche vissuto presso quasi tutte le razze animali esistenti fra le più pacifiche, ed è stata ospite apprezzata anche presso molte razze più belligeranti, accolta quasi sempre come un ospite onorato anche fra le razze più temibili. Come risultato la Lepre di Inaba può parlare liberamente con qualsiasi creatura animale, perfino con i pesci! [Abilità Passiva]

    L'ultima Grande Risorsa della Lepre Bianca: Tecnica Segreta dei Paramenti Divini Celesti In Lacrime. Ormai ha perso il conto di tutte le volte in cui ha rischiato di finire decapitata, bollita viva, spellata, mangiata, giustiziata, messa al rogo, costretta a suicidarsi in modo rituale, perfino seppellita viva! Ovunque va, la Lepre di Inaba finisce puntualmente con il combinarne una delle sue, e questo nonostante nella sua isola di origine sia considerata un animale sacro ed il kami protettore della famiglia reale, mentre fra i conigli lunari è considerata saggia e giudiziosa, dotata di grande esperienza e buon senso. Tuttavia va a suo favore il dato di fatto per cui non si è mai fatta ammazzare, anche se ci va vicino molto spesso. La sua ultima risorsa è una tecnica devastante che ha smosso gli animi di demoni e diavoli, convinto divinità malefiche a tornare sui propri passi e perfino spinto lo stesso Imperatore dei Millenni a non giustiziare per tradimento i nobili lunari, rei di non sapere dove si trova la principessa della luna promessa sposa dell'Imperatore. La tecnica consiste nel rivolgere alla vittima il più dolce degli sguardi, implorando pietà nel modo più sottomesso e adorabile possibile, di solito piangendo delicatamente oppure facendo tremolare il labbro inferiore, tanto che di fronte a tanta carineria anche il signore degli oni nella profondità degli inferi si è ritrovato a balbettare insicuro sul da farsi. Questa è la tecnica definitiva, praticamente nessuno è in grado di rimanere sordo di fronte ad una richiesta avanzata dalla Lepre di Inaba con questa tecnica, ma lo spirito è saggio e sa che non può mostrarla troppo spesso, quindi ne fa un uso coscienzioso sfoderandola solo in caso di estrema necessità. [Consumo Critico]
     
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    Raksaka fu colpito in pieno dalla poderosa codata. Questa fu tanto potente e il guerriero tanto piccolo e leggero da scagliare quest'ultimo contro il muro. Borbottando forse qualche imprecazione nella sua lingua natia, egli si rialzò con un po' di fatica. A quel punto, fu il Mistico a farsi avanti, incantando le proprie parole affinché egli potesse farsi capire dal coccodrillo, nella speranza di poter risolvere tutto senza ulteriori spargimenti di sangue.

    "Placatevi, fiera funesta! Non v'è più motivo di darci battaglia. Siete in minoranza, e pure ferita. Arrendetevi e lasciatevi catturare. Quel che ci preme è conoscere le vostre ragioni e porre fine alle atrocità che avete commesso..."
    L'animale voltò quindi l'enorme capo verso skekDor, osservandolo, ma senza che il semidio potesse capire se effettivamente stesse comprendendo o meno. Forse, però, la Lepre, più abituata (purtroppo!) a simili situazioni, avrebbe potuto scorgere una sorta di luce negli occhi della fiera...
    "Non lasciate che l'odio vi distrugga. In un modo o nell'altro, le vostre malefatte termineranno stanotte. A voi decidere se il mattino illuminerà coi suoi raggi il vostro corpo palpitante di vita o le spoglie di quel che ne sarà rimasto..." skekDor avanzò ancora, senza che la bestia reagisse. "Orsù, mostrate senno. Tutto ciò che vi chiedo è di calmarvi. Pretendo forse troppo?"
    Per tutta risposta, il coccodrillo indietreggiò di un paio di passi, provando ad alzare la testa per guardarlo negli occhi e riuscendo -con fatica- ad inclinarla di una ventina di gradi. Aprì infine le fauci e...

    « A' gallinaceo, ma che cazzo stai a di'? Qua l'unica atrocità che ce sta è che ancora nun ho cenato. Mo nun è che me favorirebbe er lagomorfo, che c'ho un po' de languorino? » indicò la Lepre con un cenno del capo, in qualche modo percependo che non si trattasse di un essere umano. Forse perché il suo sapore era rimasto pressapoco quello di un leporide? O c'era altro dietro? « Oppure famo anche er debello gallico. Ao', dimme te. »
    Insomma, sia l'una che l'altro rimanevano ai suoi occhi pur sempre carne. Carne che in qualche modo parlava la sua lingua, ma non avrebbe sprecato il suo prezioso tempo in simili sottigliezze.

    « S-sono la Lepre di Inaba!!! » intervenne all'improvviso la Lepre, appunto, di Inaba, a dispetto della tremenda emorragia che stava subendo. « Sono un messaggero del palazzo dei cieli, sono in missione!!! Non potete farmi questo!!! »
    A queste parole aggiunse i più irresistibili occhioni a memoria d'uomo e di coccodrillo, tant'era che perfino la bestia che stava per mangiarla aveva ora in qualche modo alzato le pupille al cielo con un'espressione -per quanto questa parola avesse un significato molto relativo su un rettile- nervosa.
    « Io... io... DEVO TROVARE UNA SPOSA PER SUA MAESTA' E LA SIGNORINA E' PERFETTA PER IL RUOLO!!! VOI STATE DISTURBANDO LA FUTURA SPOSA DELL'IMPERATORE DEI MILLENNI!!! »

    Il coccodrillo sbatté qualche volta la gigantesca coda sulla pietra, mugugnando delle invettive verso sé stesso che, mannaggia ai cieli, si era stato appena fatto fregare così.
    « Seh, vabbè, lasciamo perde'. Oramai nun c'ho più manco fame. » rispose, tentando di evitare lo sguardo della fanciulla. « Però me dovete di' che me date 'n cambio, perché nun è che me potete di' che è "'a vita", manco pe' niente, che fin'a prova contraria ve posso ancora fa un bucio de culo così a tutti. »
    Per dare loro un'idea approssimativa della circonferenza in questione, aprì un'altra volta la bocca fino a quando non avrebbe potuto entrarci un bambino in piedi. Il "bucio de culo" era pressapoco così e, che egli stesse bluffando o si stesse pesantemente sopravvalutando, rimaneva il fatto che il coccodrillo non avrebbe ricevuto alcun vantaggio dall'arrendersi così, e dunque non aveva alcuna ragione di accettare. Cosa avrebbero potuto offrirgli skekDor e la Lepre, sempre tenendo a mente che dovevano metterlo in condizione di non nuocere ad Altatorre?


    Rumble in the Urban JungleLa decisione di utilizzare un approccio diplomatico funziona, almeno nella misura per cui il coccodrillo è ora disposto se non altro ad ascoltarvi. Tuttavia, egli vuole da parte vostra delle condizioni un po' più vantaggiose di "altrimenti ti ammazziamo". Tenete presente che il vostro scopo è uno, come evidenziato nell'ultima parte del post, ovvero che egli non debba più essere un pericolo ad Altatorre, e solo quello. Insomma, non deve avere la possibilità o il motivo per esserlo.
    Sbizzarritevi pure con la fantasia, e ricordate che se siete insicuri di qualcosa -ambientazione, problemi di logistica o che altro-, basta chiedere in bacheca.

    Raksaka non ha postato, pertanto subisce l'attacco del coccodrillo. Il suo player si ritira inoltre dalla quest, come già annunciato in bacheca.

    Scadenza: 25/07/2017
     
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    La creatura si esprimeva in maniera rozza e volgare. Il cuore di tenebra bussò alle porte della ragione con violenza, pur di venir fuori e purificare l'onta nel sangue del coccodrillo. Tuttavia, ancora una volta, la parte del Mistico ricacciò indietro il vero skekDor.
    Fece ancora un passo, per nulla impressionata dai modi e dalle minacce velate del rettile. Difficile dire se avesse perso la ragione o se fosse in effetti sicuro delle sue doti.
    Ad ogni modo, portando le mani avanti, esclamò: "Risolviamo un problema alla volta, figliolo..."
    Ecco, ora gli era praticamente di fronte. Allungò un braccio, cercando di sfiorargli con l'artiglio la punta del muso. Intanto, disse: "Voi siete affamato, e io ho di che nutrirvi. Ma non sarà la mia carne a riempire il vostro stomaco, né quella della giovane creaturina laggiù."
    Senza distogliere le grandi iridi vermiglie dalle mascelle del coccodrillo, skekDor avvicinò le zampe al petto e giunse le dita in preghiera. Al contempo, sollevò la coda di rettile fino a farla sfilar fuori della gonna, e la avvolse in un doppio giro attorno al suo stesso corpo.
    "Mi sfugge il vostro nome, creatura. Io mi chiamo skekDor. Avreste la piacenza d'introdurvi a vostra volta, mentre mi occupo del cibo?"
    Poteva sembrare un atteggiamento anomalo, quello dello Skeksis, eppure di lì a poco qualcosa capitò. Era estate, piena estate, e nel buio si respirava l'odore della brezza che arrivava direttamente dal lontano mare, accompagnata dal calore dell'aria immota del Pentauron. Eppure, proprio sotto quel cielo di stelle, sembrò cominciare a nevicare.
    Batuffoli cotonosi, della grandezza di una pallina da tennis, presero a cadere dal cielo. Ce n'erano una moltitudine, e in breve tempo il terreno circostante, così come la schiena e la testa del coccodrillo, ne furono piene.
    Il mezzo-Mistico sciolse l'intreccio delle dita, e allentò la pressione della coda attorno al suo corpo, facendola ricadere giù con un tonfo sordo.
    Socchiuse gli occhi e tirò il fiato, quindi rivelò al coccodrillo: "Con le vostre ganasce siete abituato a schiacciare la vita e a sorbirne il nutrimento. Quest'oggi io vi chiedo invece di fare qualcosa che non appartiene alla vostra natura. Vedete questi prodigi, tutt'intorno? Cacciatevene anche uno solo in gola, e pensate a ciò che vorreste mangiare. Vi accorgerete che, non vi mento, ne basteranno pochi per saziarvi la pancia."
    Con un sorriso anodino, skekDor si fece un po' indietro, quindi calciò un buon mucchio di batuffoli in direzione del coccodrillo.
    Intanto, con la mano libera, fece cenno a Inaba di allontanarsi da lì.
    C'era la possibilità che l'animale non avesse mutato giudizio, e non voleva coinvolgere innocenti in quel frangente.
    "Una volta che sarete satollo, spero ascolterete la mia proposta."

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    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Manna:
    skekDor non ha bisogno di nutrirsi di cibo, in quanto il suo sostentamento è assicurato dai raggi solari del mattino e dalle anime che strappa alle creature viventi. Tuttavia, come ogni divinità che si rispetti, è in grado di creare eventualmente una fonte di sostentamento dal nulla. Nello specifico, concentrando le proprie energie e liberandole verso l'alto, sarà capace di far piovere dal cielo una coltre di batuffoli dall'aspetto di cotone e dall'alto potere nutrizionale. La fonte alimentare è in grado di nutrire fino a cinque creature al dì. Il consumo andrà raddoppiato per gruppi più numerosi. La tecnica non è inoltre dipendente dal cielo: lo Skeksis potrebbe ad esempio evocarne il potere anche in una grotta [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]


     
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    "Risolviamo un problema alla volta, figliolo..."
    A "figliolo", una luce negli occhi del coccodrillo parve suggerire che egli si stava preparando a perpetrare della violenza nei confronti del pollo che nel frattempo, con sprezzo della cautela, si era avvicinato alla creatura e ne aveva sfiorato la punta del muso squamoso. Per sua fortuna, però, essa doveva aver trovato l'arto di lui troppo sottile e ossuto perché si disturbasse a tal punto di aprire la bocca, chiuderla e, nel processo, staccargli il braccio di netto.
    "Voi siete affamato, e io ho di che nutrirvi. Ma non sarà la mia carne a riempire il vostro stomaco, né quella della giovane creaturina laggiù."
    skekDor ricevette un'occhiata che, nelle intenzioni, doveva voler apparire dubbiosa.
    « E che me dai? 'A manna? » chiese il rettile che, in barba al suo essere un animale a sangue freddo, stava già iniziando a spazientirsi.

    "Mi sfugge il vostro nome, creatura. Io mi chiamo skekDor. Avreste la piacenza d'introdurvi a vostra volta, mentre mi occupo del cibo?"
    « E come no. So' Sirvano er gran cocco der sabato sera. » qualunque cosa fosse stata un "sabato", vero? "Cocco", invece, era già più comprensibile. Intanto, la tecnica di skekDor aveva appena iniziato a fare effetto, e Sirvano arzò alzò il pesante capo, incredulo. « A cì, mo' che cazzo stai a fa'? »
    Palle di quelle che, ad un primo sguardo, parevano palle di neve caddero tutt'attorno a loro sull'asfalto, e a volte anche su di loro, fino a che tutto fu ricoperto di bianco. Nemmeno il fatto che la festa di poco fa fosse tutto d'un tratto sparita parve riscuoterlo dal suo stupore. Se ne accorsero benissimo invece le uniche due persone reali presenti, ma di loro si sarebbe parlato in un'altra occasione.

    "Con le vostre ganasce siete abituato a schiacciare la vita e a sorbirne il nutrimento. Quest'oggi io vi chiedo invece di fare qualcosa che non appartiene alla vostra natura. Vedete questi prodigi, tutt'intorno? Cacciatevene anche uno solo in gola, e pensate a ciò che vorreste mangiare. Vi accorgerete che, non vi mento, ne basteranno pochi per saziarvi la pancia." disse skekDor, indietreggiando di alcuni passi, e facendo cenno alla Lepre ferita di allontanarsi. Sirvano le lanciò un'occhiata distratta, ma decise di non muoversi all'inseguimento, non ancora. "Una volta che sarete satollo, spero ascolterete la mia proposta."

    « Bada che se è veleno me n'accorgo, mica so' 'n cojone. » avvertì il coccodrillo con tono minaccioso, prima di fagocitare voracemente tutti i batuffoli di manna che lo skeksis gli aveva calciato vicino poco prima, quindi scrollandosi via quelli che aveva addosso e mangiandosi anche quelli. Passarono diversi secondi in cui Sirvano rimase in silenzio, come se avesse voluto creare suspence. Aprì infine la bocca e... « Daje, mo' vedi de di' che c'hai da di'. »


    Rumble in the Urban JungleQuindi, ricapitolando, non avendo skekDor segnato il consumo della tecnica per mantenere l'illusione della festa, ritengo quest'ultima sparita. Quanto al coccodrillo, che si presenta come "Sirvano", egli pare apprezzare la manna del semidio, ed è pronto quindi a prestare attenzione più volentieri di prima.

    La Lepre Bianca di Inaba potrà tornare nella quest su richiesta del giocatore in qualsiasi momento. Per il raggiungimento dei nove post affinché vengano assegnati i due punti anche a lei, vedrò quello che posso fare. Mi scuso davvero con Yomi in anticipo, ma non volevo rischiare di fermare la quest più del necessario.

    Scadenza: 18/09/2017
     
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    Com'era prevedibile, il coccodrillo aveva agito d'istinto e fagocitato i batuffoli di cotone. skekDor non si aspettava di meno da quella che era, all'effettivo, una bestia dotata di ben poco senno.
    E per quanto si fosse sforzato di agire per il meglio, un risolino si levò dal profondo del cuore di tenebra: il Mistico stava ingannando il rettile, facendo un torto a lui per il bene generale della città.
    D'altro canto, però, non c'erano alternative.
    Sirvano, questo il nome del coccodrillo, sembrò gradire lo spuntino, e si dimostrò disposto ad ascoltare ciò che skekDor aveva da dire.
    "Va bene... Ora vi dico cos'ho in mente." Esclamò il mezzo-Mistico, avvicinando le dita delle due mani fino a far combaciare fra loro le punte degli artigli.

    Avanzò, accorciando nuovamente la distanza col coccodrillo. Una zaffata di putridume misto a essenze profumate avrebbe investito le narici del rettile.
    "Mi sembra palese il fatto che non possiate rimanere qui. Gli abitanti della città vi ucciderebbero, e del resto voi provereste a uccidere loro."
    Assottigliò lo sguardo, proseguendo: "D'altro canto, non posso nemmeno costringervi ad esser deportato altrove. Sono certo che disponete di una tana vostra, e magari ci siete anche affezionato."
    Inspirò profondamente, anche se non aveva bisogno, quindi si preparò a esporre le sue idee. Le grandi iridi vermiglie brillarono mentre si preparava a rivelare a Sirvano cosa sarebbe successo di lì a poco: "Voglio che voi torniate al posto che vi appartiene, e che non mettiate mai più piede in questa città, per il resto dei vostri giorni."
    Agitò una mano con eloquenza, aggiungendo: "In cambio, vi offro il cibo che avete appena consumato. Ve ne fornirò in abbondanza, e vi farò visita settimanalmente per rifornire le vostre scorte."
    Cinse le mani in preghiera, e s'ingobbì, facendosi piccolo piccolo: "Pensateci. Ogni giorno potrete gustare il cibo che preferite, vi basterà solo pensarlo. Potrete cacciare per divertimento, anziché per fame, purché non v'avviciniate a nessun insediamento umano."
    Allungò di nuovo la mano, cercando nuovamente di toccare la punta del muso del rettile: "Cosa ne dite? Non vi sembra una piccola rinuncia, in confronto a ciò che ne guadagnerete?"

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

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    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

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    "Va bene... Ora vi dico cos'ho in mente."
    Compiaciuto della reazione del coccodrillo, skekDor fece combaciare fra loro le punte delle sue unghie, e si avvicinò all'animale con la sicurezza di sempre. Cos'aveva in mente, dunque?
    "Mi sembra palese il fatto che non possiate rimanere qui. Gli abitanti della città vi ucciderebbero, e del resto voi provereste a uccidere loro." cominciò, ottenendo fin da subito come reazione un nervoso battere della coda sulla strada. Come sarebbe stato a dire che gli Altatorresi lo avrebbero ucciso, mentre lui avrebbe potuto solo provarci? Fino a prova contraria, era stato lui ad uccidere loro! Sirvano, d'altro canto, era ancora lì, davanti a quei cacciatori di taglie, vivo e vegeto. Lo stesso non si poteva dire per almeno uno di loro. "D'altro canto, non posso nemmeno costringervi ad esser deportato altrove. Sono certo che disponete di una tana vostra, e magari ci siete anche affezionato."
    « Avoja. »

    Il Mistico stava partendo da presupposti in un certo senso "difficili" per un'anima dedita al bene come lui. Se da un lato il suo compito era proteggere gli abitanti di Altatorre e impedire che venissero divorati per strada, dall'altro doveva considerare che anche Sirvano era, a tutti gli effetti, un essere vivente, che con ogni probabilità cacciava solo per fame, per sopravvivere. Non poteva "punirlo" per questo, pertanto urgeva un modo per riuscire a salvare i proverbiali capre e cavoli.

    "Voglio che voi torniate al posto che vi appartiene, e che non mettiate mai più piede in questa città, per il resto dei vostri giorni." a questo punto Sirvano rimase letteralmente a fauci aperte: non perché stava per ritornare all'attacco quanto per semplice stupore. "In cambio, vi offro il cibo che avete appena consumato. Ve ne fornirò in abbondanza, e vi farò visita settimanalmente per rifornire le vostre scorte."

    Sirvano fece per replicare, ma l'indefinibile e irrefrenabile non-volatile non aveva ancora concluso.
    "Pensateci. Ogni giorno potrete gustare il cibo che preferite, vi basterà solo pensarlo. Potrete cacciare per divertimento, anziché per fame, purché non v'avviciniate a nessun insediamento umano." disse, toccando di nuovo il muso del coccodrillo con la zampa. "Cosa ne dite? Non vi sembra una piccola rinuncia, in confronto a ciò che ne guadagnerete?"

    « Occhei, me so' perso dei passaggi. Vedemo de fa' 'n po' de luce. » disse infine Sirvano. « Tu me stai a di' d'annammene "ner posto che m'appartiene", ma io qua ce vivo. Che volemo fa'? Ma'a trovi te 'na palude senza 'n'anima viva? »
    Ovviamente "umana" era sottinteso, perché certo non poteva trasferirsi in un luogo privo di cibo!

    « Lascia pure sta' 'a robba der mantenimento, che a' sta storia de te che te fai er viaggio tutt'e e settimane pe' damme da magna' ce credo poco. »
    Concluse, visibilmente spazientito da una proposta che, alle sue orecchie, era suonata tanto nebulosa e indecisa quanto, purtroppo, irrealistica. C'erano solo due requisiti chiari: che ci fosse cibo a disposizione e che fosse per lui abitabile. Come aveva detto egli stesso, una palude sarebbe stato l'ideale, ma pensandoci, se era riuscito a sopravvivere fino a quel giorno in un ambiente cittadino come il Pentauron, allora doveva essere più adattabile di quanto non potesse sembrare a primo acchito. Poteva essere perfino scappato da qualche zoo o rettilario privato -in una società sia di vanitosi che di mecenati come quella di Altatorre, non suonava neppure troppo implausibile-, per quanto potevate saperne, anche se non era giunta nessuna segnalazione in merito.

    Rumble in the Urban JungleNon c'è molto da segnalare, Sirvano non è rimasto molto convinto dalla proposta del Mistico, e aspetta qualcosa di più concreto, come un "dove" possa trasferirsi. Se ci sono domande specifiche su un'opzione che potresti avere considerato, queste andranno poste in bacheca. Ovviamente sarà possibile anche fare domande in-game al coccodrillo.

    Yomi mi ha detto di non aspettarlo, pertanto mi sono preso la libertà di postare prima della scadenza. :geez:

    Scadenza: 23/09/2017
     
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    skekDor non si scompose di fronte alle perplessità del coccodrillo: "Le mie stanche zampe hanno calcato buona parte dei territori del Pentauron. Non sarà difficile trovarvi una palude di vostro gradimento. Lascerò che siate proprio voi a decidere dove esser lasciato."
    Di fronte, poi, alla poca fiducia riposta dal rettile nelle parole che il mezzo-Mistico gli aveva appena rivolto, quest'ultimo rispose: "La parola di una creatura retta è il suo vincolo. Se voi accetterete le mie condizioni, io non avrò problemi a sfamarvi per il resto della vostra esistenza."
    C'era in realtà un altro modo per convincere il coccodrillo a stare al gioco. Messo alle strette, skekDor si vide costretto a rivelare quell'ennesima possibilità: "O potrei farvi dono dell'immortalità. In questo modo, non avreste più bisogno di mangiare, o di bere. Però, facendo questo, rinuncereste al piacere del cibo. E già vi stavo chiedendo abbastanza poco prima, perciò..."
    Tacque.
    Portando lentamente le mani dietro la schiena, si spostò appena. Il suo era un passo lento e incerto, tipico di una persona anziana. In breve, a meno che Sirvano non si fosse mosso, si sarebbe spostato verso il suo fianco sinistro.
    "Siete un esemplare robusto e perfettamente in salute. Non avrete problemi a sopravvivere, anche senza dover compiere razzie in città. Prendetevi qualche secondo e riflettete saggiamente sulla mia proposta. La vostra forza è fuori di dubbio, e leggo nei vostri occhi la fierezza di un combattente che non si farebbe scrupolo ad annientare qualsiasi avversario incontri lungo il suo cammino. Pur tuttavia, se lasciassimo fare agli umani, vi trovereste contro un'intera guarnigione. Forse riuscireste comunque a sconfiggerli, fiero come siete, ma in definitiva ne finireste annientato a vostra volta."
    Scosse tristemente il becco, e ponendosi una mano sul seno, proprio all'altezza del cuore, concluse: "Venite con me. Scegliamo un posto che vi aggradi. Lasciate che vi aiuti, e avrete una vita ancora lunga."

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    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

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    "Le mie stanche zampe hanno calcato buona parte dei territori del Pentauron. Non sarà difficile trovarvi una palude di vostro gradimento. Lascerò che siate proprio voi a decidere dove esser lasciato."
    Fu la risposta di skekDor, un essere che di fatto aveva, dal suo arrivo, girato quasi tutto il semipiano in lungo e in largo, da Nord a Sud, da Est a Ovest, e senza disdegnare neppure il Presidio Errante o il famoso Stato delle Cento Torri. Certo, nel Pentauron non erano presenti paludi, e non esisteva angolo che non fosse abitato, ma ciò non valeva per il resto del semipiano: in un posto così vasto e variopinto, un posto così doveva esserci.

    "La parola di una creatura retta è il suo vincolo. Se voi accetterete le mie condizioni, io non avrò problemi a sfamarvi per il resto della vostra esistenza." insistette il Mistico, ricevendo tuttavia lo stesso disinteresse di prima. "O potrei farvi dono dell'immortalità. In questo modo, non avreste più bisogno di mangiare, o di bere. Però, facendo questo, rinuncereste al piacere del cibo. E già vi stavo chiedendo abbastanza poco prima, perciò..."

    skekDor smise per un momento di parlare, e prese a camminare con la lentezza di un vecchio verso il coccodrillo, affiancandosi ad esso. Sirvano si mosse appena, giusto per avere il gallinaceo a portata di coda.
    « Me cojoni. Continua. »

    "Siete un esemplare robusto e perfettamente in salute. Non avrete problemi a sopravvivere, anche senza dover compiere razzie in città. Prendetevi qualche secondo e riflettete saggiamente sulla mia proposta. La vostra forza è fuori di dubbio, e leggo nei vostri occhi la fierezza di un combattente che non si farebbe scrupolo ad annientare qualsiasi avversario incontri lungo il suo cammino. Pur tuttavia, se lasciassimo fare agli umani, vi trovereste contro un'intera guarnigione. Forse riuscireste comunque a sconfiggerli, fiero come siete, ma in definitiva ne finireste annientato a vostra volta." Sirvano lo fissò, ma la sua espressione era indecifrabile. Tuttavia, non protestò: forse, in cuor suo, sapeva che quel bislacco pollo non aveva tutti i torti; la gamba gli faceva ancora male dopo la mazzata del nanetto, figuriamoci. "Venite con me. Scegliamo un posto che vi aggradi. Lasciate che vi aiuti, e avrete una vita ancora lunga."

    « Um... scusatemi. » interruppe una voce. Voltandosi, skekDor avrebbe potuto vedere uno dei due giovani reali che si erano imbucati alla festa illusoria. Egli, dopo aver scoperto di trovarsi in realtà in un luogo completamente deserto, era uscito dall'edificio e aveva visto La Lepre Bianca di Inaba sanguinare copiosamente, probabilmente sull'orlo di perdere i sensi, e priva di un braccio. Stupefatto e preoccupato, si era precipitato eroicamente al suo soccorso non appena questa si era allontanata dal famelico Sirvano. « Non ho seguito tutto, però attorno al Pentauron non ci sono paludi. In compenso, tra Fanedell e Shea, ad Est, dovrebbe esserci ancora qualche posto così. »
    Non sapeva come o perché quella bizzarra creatura stesse parlando un un simile bestione, ma decise comunque di non farsi più domande di quante non fossero necessarie. Aveva già visto abbastanza stranezze per quella sera.

    Per tutta risposta, Sirvano volse il capo verso di lui, facendo visibilmente spaventare il passante, ma non gli rispose, forse consapevole che quel pezzo di carne non poteva capirlo a priori (come il coccodrillo avesse capito lui era un mistero), e si girò di nuovo invece verso il pennuto.
    « Stai a capi'? Ce sta Scea, o Fanedelle, o come cazzo se chiama. » gli disse, e aggiunse: « E me fai pure immortale. »
    Perché, insomma, sputace sopra, come avrebbe probabilmente detto.

    ---

    Quando i tre tornarono da Evangeline, questa sembrò piuttosto sorpresa di vedere Sirvano non solo ancora vivo, ma addirittura al seguito. Non sembrò tuttavia affatto spaventata dalla sua presenza, né ebbe da ridire sul metodo con il quale avevano deciso di disporre del problema: fintanto che si sarebbe tenuto lontano da Altatorre, il coccodrillo era libero di vivere la sua vita come più gli pareva e piaceva. Anche Charles, nonostante fosse stato una delle sue vittime, si disse d'accordo.

    Tutti e tre ricevettero le rispettive ricompense, oltre alle cure mediche per la Lepre, che Evangeline aveva preso in simpatia (anche se avrebbe declinato gentilmente qualsiasi proposta di matrimonio che fosse arrivata da parte sua). Arrivò quindi la mattina della partenza per skekDor e Sirvano. Il Mistico, dopo essere uscito dalle porte di Argenstella (quartiere per il quale doveva passare affinché si arrivasse ad Est), poté sentire il suo compagno di viaggio, evidentemente di buon umore, intonare un motivetto:

    « ♪ E poi laggiù io 'n macello farò, ogni erfo che me vedrà dirà ♪
    ♪ ma che predatore, mica alligatore, quello è Sirvano ♪
    te porta via 'a mano
    »

    Rumble in the Urban JungleSiamo oramai alla fine! Sirvano ha finalmente accettato le tue condizioni e, a questo punto, non resta altro che fare rapporto al vostro datore di lavoro e, per skekDor, mettersi in viaggio con Sirvano verso il Presidio Orientale... oltre a conferire a quest'ultimo l'immortalità, come egli ha richiesto. Serve quindi un ultimo post conclusivo da parte tua, poi mando tutto in valutazione.

    Nota: skekDor, visto che eravamo in una fase di dialogo, non ci ho fatto quasi caso neppure io, però devo segnalarti lo stesso che ti sei dimenticato di segnalare, per diversi turni, la tecnica usata per comunicare con Sirvano. Facendo due calcoli, dovresti essere al 65% di energia, e non all'80.

    Si ringrazia di cuore Treesome per le traduzioni Italiano-Romanaccio, e voi tutti per avermi seguito, chi non fino alla fine, almeno finché ha potuto.
     
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    In breve, tutto si era risolto per il meglio. skekDor ringraziò con un cordiale inchino lo sconosciuto che gli aveva fornito l'indicazione, e rimbrottò prontamente Sirvano: "Il linguaggio, sbarbatello! Tenete a mente che per ora tutti possono capire ciò che dite."

    Durante il tragitto di ritorno, lo Skeksis capì d'averci visto giusto. La lepre aveva perso moltissimo sangue, eppure non sarebbe morta. Non si trattava di una mortale come le altre, e se il mezzo-Mistico avesse scrutato più a fondo nella sua anima, probabilmente avrebbe visto dell'altro. Ma non era sua abitudine curiosare nelle essenze altrui. Non quando a comandare era la parte buona.
    Lo Skeksis e Sirvano avrebbero passato la notte nella stessa stanza. Per quanto i termini dell'accordo fossero stati sanciti a dovere, skekDor voleva esser sicuro che il rettile non mietesse qualche altra vittima.
    Usò le sue ultime energie per mantenere la pelle di Sirvano umida fino all'alba.
    A quel punto, col coccodrillo profondamente addormentato, eseguì il rituale del mattino e recuperò tutte le energie perse.
    La successione di eventi aveva reso molto debole la metà malvagia, che pertanto non tentò minimamente di riappropriarsi del proprio corpo. Pur tuttavia, il vero skekDor non mancò di confabulare col suo gemello a livello inconscio, riguardo la scelta appena fatta.
    Donare l'immortalità a una creatura così abietta e bassa, senza ricevere in cambio niente di niente...
    Però, il Mistico non era dello stesso avviso. Aveva salvato tutti, agendo in quella maniera. Quanto a Sirvano, gli avrebbe svelato i "termini" del suo dono solo a viaggio concluso.
    A tal proposito, lo Skeksis doveva mascherare di essere un'entità superiore. Salutò calorosamente tutti, e ricevette anche la ricompensa pattuita, cacciando il vil denaro in una delle tasche della veste.
    Dopo essersi lasciato alle spalle Argenstella e rinnovato l'incanto che permetteva a Sirvano di esprimersi e d'intonare canzoni, lo Skeksis si fermò.
    "Bene. Da qui, prendiamo la scorciatoia." Disse, e in seguito poggiò un palmo sulla pelle ruvida del rettile.
    "Trattenete il fiato. Ci vorrà solo un secondo."
    Non fece in tempo a dirlo, che s'udì un boato fortissimo. Sirvano si sarebbe sentito per pochi istanti venir meno. I sensi si sarebbero ridotti al minimo, i contorni delle cose sarebbero virati al bianco, al nero, e poi a tonalità indistinte.
    Il tempo d'un battito di ciglia, e i due si sarebbero trovati altrove. Molto altrove.
    "Benvenuto al Presidio Est, figliolo." Disse con garbo, e al contempo carezzò distrattamente la testa di un rospo gigante.
    L'animale era grande quanto un cinghiale, e i suoi gracidii echeggiavano con tonalità gutturali per tutto l'ambiente circostante. Un ambiente paludoso, e ricco di vita.
    "Grazie per avermi fatto da guida fino a qui, Ribbithen." Gli sussurrò amorevolmente, per poi lasciare che l'animale si congedasse.

    A questo punto, la sua attenzione sarebbe stata rivolta completamente al coccodrillo: "Perdonate la fretta, ma volevo esser sicuro di condurvi qui sano e salvo, Sirvano il coccodrillo."
    Si passò una zampa dietro la testa calva, aggiungendo: "E ora, veniamo alla seconda parte del patto. Voi volete diventare immortale, giusto? Ebbene, prima che io lo faccia, c'è una clausola che dovrete sempre tenere a mente."
    Sollevò un lucido artiglio, e divenne serio: "Non poter morire, non vi rende onnipotente. Io vi concederò d'ingannare la morte, a patto che voi non uccidiate più alcun essere umanoide. E' difficile che gli uomini si spingano così lontano dai loro insediamenti, ma se dovesse succedere, voi non dovrete torcere loro un capello."
    Tese la mano verso il rettile, senza ulteriori indugi: "Rispettate l'accordo, e questo dono sarà vostro in eterno. E ora, senza ulteriori indugi..."
    Non appena i polpastrelli di skekDor lo toccarono, Sirvano sentì un fuoco divampargli dentro. Soffrì atrocemente, un dolore che mai in vita sua avrebbe creduto di poter provare. Il corpo sarebbe stato attraversato da spasmi involontari, e per quanto lui avesse provato a divincolarsi dalla debole presa del mezzo-Mistico, non ci sarebbe stato verso di staccarsi da lui.
    "Volete voi ancora diventare immortale? Allora, pazientate per qualche altro secondo. Ma se intendete ripensarci e restare quel che siete, ditelo chiaramente."

    Se Sirvano non si fosse opposto, la sua carne sarebbe mutata, rimanendo però identica a prima, all'apparenza. Il rituale, così come il dolore, sarebbero scemati in meno di un minuto, lasciando nel coccodrillo una sensazione nuova: non più fame e debolezza, per le sue membra. Era come se avesse consumato da ore un pasto particolarmente ricco, e fosse tornato nel fiore degli anni.
    Come unico segno tangibile della magia operata da skekDor, un simbolo particolare si sarebbe impresso sulla fronte di Sirvano. Qualcosa che lui non avrebbe mai potuto scorgere, probabilmente, ma che sarebbe servito da monito per gli umani che avessero avuto modo d'incontrarlo. Il simbolo della Grande Congiunzione, il marchio della casata degli Skeksis.

    Sfiancato dallo sforzo, ma per nulla provato nel corpo, skekDor allontanò la mano e concluse: "Ecco. Con questo, è tutto. Ora che siete immortale, rintracciare la vostra anima non sarà per me un problema. Perciò, se abbandonerete queste paludi, io lo saprò subito. E allora potrete dire addio al potere che vi ho appena fornito. Tenetelo a mente, figliolo. E godetevi le piccole cose, d'ora in avanti."

    Salute: 100%
    Energia: 60%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Linguaggio dei vivi:
    Concentrandosi, skekDor può entrare in sintonia con lo spirito di ogni creatura vivente in un’area di 25 metri, arrivando così a renderne comprensibili e udibili le parole nonostante limitazioni imposte dalla cultura o dall'aspetto degli interlocutori. Si tratta di una comunicazione collettiva, ascoltabile anche da eventuali alleati in zona [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]

    - Trasmissione spirituale:
    skekDor si concentra su una zona in particolare di Endlos. Se in essa sarà presente un personaggio incontrato in passato, lo Skeksis potrà sfruttarne la risonanza dell'anima per materializzarsi istantaneamente al suo fianco. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto con lui e pagando il corrispettivo Consumo. L'energia scaturita dalla tecnica genererà un'implosione (scenica) nel punto di partenza e un forte vento accompagnato da un boato in quello d'arrivo (Tecnica da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]

    - Marchio dell'accolito:
    Come ogni divinità che sappia il fatto suo, skekDor è in grado di regalare la vita eterna a un mortale che consideri degno di questo dono. La sua nuova condizione, tuttavia, gli impone un consumo energetico elevato per attingere a questa peculiare caratteristica. Nel caso fosse intenzionato a farlo, gli basterebbe dunque infondere nel corpo dell'accolito parte del potere del Cristallo per trasformarlo in un essere eterno. A testimonianza di ciò, in una zona a scelta del corpo del soggetto comparirà il simbolo della Grande Congiunzione. Il rituale è tuttavia reversibile: lo Skeksis avrà infatti sempre potere di render nullo l'incanto qualora lo ritenesse opportuno, tramutando nuovamente l'accolito in una creatura mortale (Tecnica da concordarsi in Off. Perché sia efficace, il pg colpito deve avere 5 punti liberi da spendere per la Passiva d'Immortalità) [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Critico]


     
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