Il Castello Volante e le Due Torri

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    "A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere;
    è certo, però, che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi".


    (E.M Cioran)


    ???

    « Ancora una volta, le carte ripetono ciò che già una volta hanno predetto...
    La Luna Pallida... Presagio di magia. Questa si rivelerà a te questa notte stessa, ma di per se non devi vederla come qualcosa di puramente negativo. Ciò che devi temere è... La Luna Rossa. Presagio di sangue. Anch'essa verrà da te questa notte, ma sarà più invasiva. Irromperà attraverso i vetri della tua camera, ed irradierà il suo bagliore rosso dalle vetrate del palazzo, durante il gran ballo. Dovete stare attento, Principe. Tenete i vostri più valenti spadaccini al vostro fianco, altrimenti questa Luna rifletterà il suo rosso sul vostro viso, e voi non rivedrete mai più gli occhi di vostra sorella...
    »

    Per la prima volta in vita sua, il Principe ebbe la netta sensazione che i suoi sensi non andassero di pari passo con ciò che percepiva. Se da un lato, infatti, sentiva chiaramente il cuore della donna immensamente calmo -segno di sincerità-, dall'altro il suo sorriso malizioso e l'aver posto la Principessa come sua sorella gli ponevano il subbio fosse solo una ciarlatana. Dopotutto... se davvero era un'indovina, doveva aver capito che era avvenuto uno scambio di persona, no?

    « Dovrete partire. Scegliete i vostri compagni e partite, dovete cercare la Vera Luna Rossa, riportare l'armonia fra le fiabe. E più di ogni altra cosa, dovrete ricongiungervi con la vostra principessa. Quando la incontrerete sarà costretta ad un lungo sonno di morte, ma voi dovrete metterle fra le mani la pietra che contiene le sue memorie, ed infine lasciarle un bacio sulle labbra affinché si svegli. A quel punto, voi come lei sarete Sovrani ed avrete il potere di cambiare questo mondo così instabile. Ma state attento... »

    uBRGWK6

    Sollevò la carta centrale: c'era una sagoma oscura ed incappucciata dipinta sulla faccia nascosta, reggeva una falce e da sotto il cappuccio sogghignava maligna. O almeno... così sarebbe dovuto apparire a chiunque. Lowarn non sembrò particolarmente impressionato.

    « Se fallite, giungerà la morte e sarà terribile. Voi stesso ne sarete segnato per sempre... »

    Nonostante l'avvertimento della donna fosse a tutti gli effetti abbastanza pesante da digerire -sempre ammesso si trattasse di verità- aveva probabilmente scelto uno dei modi peggiori per mostrarglielo. Lui più di chiunque altro aveva da sempre mostrato particolare interesse a quel tema e negli anni di studio si era permesso di approfondirlo... giungendo alla conclusione che non la temesse quanto gli altri.
    In effetti, erano ben altri i suoi pensieri in quel momento.

    -Le carte dicono anche come posso tornare a casa?

    Un trabocchetto e null'altro... per trovare una soluzione ai problemi del vero Principe di quel mondo, ma anche chiarirsi le idee su qualcuno che affermava di sapere tutto.

     
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    « Oh. Casa... è questo a cui anelate, dunque. Tutto ciò che dovete fare è adempiere al vostro destino, tutto qui. In effetti è ciò che accade al termine di ogni storia, la frase con cui si conclude ogni fiaba che si rispetti... »
    Sollevò l'indice affusolato, facendolo danzare nell'aria a formare archi e spirali delicati, mentre scandiva le parole come se fossero note musicali.
    « Ed essi vissero felici e contenti. E con questo è davvero tutto, mio giovane principe del castello volante. Devo lasciarvi poiché non mi è concesso aggiungere altro. Questa notte, al ballo, verrà da voi la Finta Luna Rossa, e vi trascinerà in un incubo. Non allontanatevi mai dalle vostre guardie, zanne e artigli bramano le vostre carni e dovete uscire illeso da quell'incontro, perché poi inizierà il vostro viaggio. »
    Concluse la Veggente della Luna Blu, sorridendo delicatamente.
    Le perline della porta alle sue spalle si mossero, e comparve il volto dai lineamenti gentili della guardia del corpo, la stessa donna dalle inquietanti orecchie da coniglietta che Lowarn aveva incontrato all'ingresso, con l'abito bianco e la grande spada orientale riccamente decorata poggiata al fianco.

    « Mia signora. E' il momento... »
    Disse in un sussurro. Al che la Veggente annuì, si alzò e si congedò a Lowarn con un inchino.
    « Pare che le vostre guardie del corpo siano piuttosto irrequiete data la vostra prolungata assenza. E' meglio che andate da loro, vi consiglio di tornare a palazzo e riposare.Vi attende una lunga notte... »
    Rinnovò i saluti in tono cortese ed uscì dalla stanza, lasciando il giovane da solo e obbligandolo a tornare sui suoi passi. Appena fuori incontrò di nuovo la donna dai lunghissimi capelli corvini che aveva incrociato all'ingresso, come se si fosse teletrasportata: appena pochi secondi prima aveva accompagnato la Veggente della Luna Blu in direzione opposta, mentre adesso sostava lì dove Lowarn l'aveva incontrata la prima volta. Doveva trattarsi di due gemelle identiche, entrambe vestite ed armate allo stesso identico modo. Oppure c'entravano qualcosa quelle alte e sempre più inquietanti orecchie nere da coniglio che erano tutt'altro che un ornamento e dicevano chiaramente al giovane che ella non era umana.

    Fuori trovò i tre moschettieri ad attenderlo, la voce di Aramis udibile fin dall'interno mentre blandiva le due grasse guardie del corpo dai capelli rasati, quasi le stesse sfidando a reagire per avere una scusa ed irrompere nell'edificio in cerca del suo protetto. Quando finalmente vide Lowarn emergere dall'interno sembrò trarre un lungo sospiro di sollievo, sebbene non avrebbe abbandonato l'espressione torva salvo una volta di nuovo a palazzo, dopo aver percorso la strada principale a ritroso.

    ___________________________________________

    Quella sera la notte colse di sorpresa tutti, l'alba morì molto più rapidamente del solito ed in breve nel cielo brillava una brillante luna rossa, come se la sua luce grondasse di sangue. Era la notte del grande ballo di palazzo, ed il cortile del castello andava gremendosi di decine di carrozze riccamente decorate, alcune addirittura decorate in foglie d'oro e argento, trainate da imponenti destrieri vestiti di bardature recanti i colori delle varie nazioni, dalle più vicine e confinanti con il Palazzo di Luce fino alle più lontane. Lowarn aveva appreso da Aesop che ciascuna di quelle carrozze ospitava una principessa, e tutte erano giunte con la speranza di ingraziarsi il giovane erede al trono, ovvero Grimm. L'anziano tutore aveva garantito al suo pupillo che non doveva per forza sceglierne una ed era nei suoi diritti prendersi tutto il tempo che voleva, ma ci si aspettava che concedesse almeno un ballo a ciascuna, sia per non offendere le famiglie reali di quei regni vicini e distanti, sia perché il di lui regale padre desiderava molto che il rampollo concludesse la serata in grande stile, magari annunciando un auspicabile quanto insperato fidanzamento lampo.
    Non avevano permesso a Lowarn di incontrare la sorella minore di Grimm, Lumia, ma in compenso l'aveva udita eccome. La fanciulla aveva provato tre volte a irrompere nelle stanze del fratello, venendo respinta per ben due volte dalle guardie all'ingresso (e ne aveva fatto di clamore!) per poi addirittura provare a calarsi dalla torre per passare dalla finestra! L'avevano scoperta quasi subito, proprio mentre si accingeva all'impresa, e Lowarn aveva potuto soltanto udire il gran casino che si era generato con un lenzuolo legato in una corda calato dalla cima della torre fin davanti alla sua finestra come prova finale di quel tentativo maldestro. Non c'era stato niente da fare, la sorveglianza sulle stanze era strettissima e nemmeno l'intraprendente Lumia aveva potuto forzarla, il che naturalmente precludeva anche a Lowarn stesso la possibilità di darsela a gambe in qualche modo, dunque non aveva potuto fare alcunché se non scegliere il meno imbarazzante degli abiti da gala in suo possesso (ne aveva davvero una collezione infinita!) e rassegnarsi a prender parte a quel ballo in so onore... o in quello del principe Grimm, a seconda dei punti di vista.

    La sala da ballo era come quella delle fiabe: tanto vasta da perdersi con lo sguardo, con tende dorate e grandi candelabri che rendevano l'ambiente luminoso come se fosse giorno, specchi su tre lati della stanza che riflettevano l'ambiente interno dando l'illusione che fosse davvero un ambiente privo di confini e traboccante di migliaia di persone, quando invece la crema dell'alta società di quel mondo vantava solo poche centinaia di individui. Ad ogni porta due guardie in alta uniforme, con alabarde cerimoniali e copricapi dotati di sfarzose piume di struzzo in luogo dei normali elmi medievali, fuori dall'ampia vetrata delle finestre un autentico dispiegamento di paggi, maggiordomi, servi e guardie che presidiavano tutto il cortile accogliendo gli ultimi arrivati e scortando tutti i nobili fino alla sala, trasmettendo l'aria delle grandi occasioni.

    « Attenzione! Attenzione! Miei signori! Mie signore! Ho l'onore di introdurre a voi sua eccellenza il Principe Ereditario, sua grazia il nobilissimo ed eccellentissimo Principe Grimm del Palazzo di Luce! »
    Quando Lowarn finalmente fu obbligato a farsi avanti, squillarono trombe e dal nulla si materializzò un araldo dall'aria altera ed elegante, che con voce chiara e ferma gridò tanto forte da obbligare la sala al silenzio. Immediatamente Lowarn si ritrovò puntato addosso gli sguardi di centinaia di persone che nemmeno conosceva, ed infine come l'araldo finì di introdurlo uno scroscio di applausi quasi fosse un celebre pianista all'apice della carriera al termine della sua più alta esibizione. Dal palco un'orchestra composta da oltre trenta musicisti iniziò a suonare un valzer, la festa entrò nel vivo e di lì a poco tutte le fanciulle della sala iniziarono a gravitare attorno a "Grimm" come falene sulla luce della lampada, chiamandolo per nome e salutandolo con inchini, gesti e sorrisi accattivanti.
    Sarebbe stata una lunga, lunghissima notte...

    Il primo impatto per Lowarn fu imbarazzante. L'ospite d'onore della serata che fa da tappezzeria tuttavia è una cosa impensabile, ed il giovane principe si ritrovò ben presto a dover fuggire dalle attenzioni di tutta la sala, preda ambitissima in una foresta di sguardi per cacciatrici impacciate quanto lui. I tentativi di approccio da parte di quelle che erano chiaramente le sue pretendenti erano talmente ingenui da risultare imbarazzanti perfino per lo stesso Lowarn. Era presente in sala almeno una principessina per ciascun reame del continente, talvolta anche da reami davvero distanti, ma tutte quante fatte praticamente con lo stampino. Ed il problema di fondo stava proprio in quelle signorine, perché anche loro al pari di Lowarn erano costrette a far parte della festa ed a farsi avanti, quasi sempre sotto gli sguardi impazienti e trepidanti di genitori e tutori. Quei momenti erano tutti uguali e si ripetevano con frequenza terrificante ad ogni singolo passo del figlioletto di Drusilia: arrivava questa bella bimba in abiti sfarzosissimi e per niente adatti ad una ragazzina di età così giovane, tutte quante nessuna esclusa moooooolto più giovani perfino di "Grimm" stesso, tentava goffamente di inchinarsi più o meno riuscendoci, abbozzava una presentazione che spaziava dal pasticciato al a malapena adeguato, nominava reami sconosciuti ed antenati dai nomi incomprensibili in quello che doveva essere un tentativo di impressionare il suo interlocutore, poi di fronte alla reazione di Lowarn (universalmente interpretabile erroneamente come "fredda e scostante") finivano tutte quante ad arrossire e ritirarsi inesorabilmente con le scuse più svariate.

    La stessa identica scena, grottesca e scomoda come mai, si ripetè per la bellezza di dieci volte. Una decade di scenari tutti uguali che probabilmente avrebbero perseguitato il povero principino per chissà quanti anni, spezzati dall'undicesima fanciulla che si fece avanti nel tentativo di catturare le attenzioni del giovane principe, e se possibile anche il suo cuore. E questa undicesima era ben più determinata delle altre, e sopratutto aveva qualcosa che le altre non avevano.
    Era Lumia.

    La principessina indossava un abito in parte bianco come la luna e in parte nero come la notte, al pari dei suoi occhi e dei i suoi capelli, metà corvini e metà argentati. Indossava un diadema di cristallo e dei brillanti al collo, ma tutti gli abiti più sfarzosi del mondo non sarebbero mai riusciti a distogliere l'attenzione dallo sguardo tremendo che sfoggiava in quel momento, uno sguardo che probabilmente Lowarn avrebbe avuto difficoltà a interpretare senza i preziosi consigli dello zio Kerobal... e che faceva paura! Era lo sguardo di una fanciulla furiosa che vuole qualcosa di molto preciso da lui, e lo pretende subito immediatamente e senza alcuna riserva. Niente tregue o ripensamenti, nessuna pietà o possibilità di sfuggirle, quella solo in teoria era la graziosa ed esuberante sorellina di Grimm, nella pratica era una sorta di divinità vendicativa con l'aspetto di una undicenne in crisi ormonale.

    « Fratello. »
    Esordì lei, fermandosi tanto vicina da obbligare Lowarn ad abbassare lo sguardo per continuare a fissarla negli occhi.
    « Io ti... »
    Una vetrata andò in frantumi, scagliando schegge taglienti come rasoi ovunque nella sala, obbligando ogni singola persona a chinarsi di riflesso, proteggendosi il viso con le mani. d'un tratto la sala risuonò di grida allarmate, poi di urla di panico e terrore. Quello che in un primo momento sembrò il latrato di un cane risuonò nell'aria, seguito da due ululati ferini in rapida successione, e poi ancora l'infuriare violento di grida animali. Tutta un'intera area in cui si trovavano anche Lumia e lo stesso Lowarn fu letteralmente innaffiata da uno spruzzo inatteso di liquido rosso, che solo dopo un lungo istante fu identificato come il sangue di una giugulare recisa da un morso. Allora le grida triplicarono, il panico divenne insostenibile e le guardie irruppero con le alabarde dispiegate, incapaci di gestire la situazione con letteralmente centinaia di nobili che fuggivano e gridavano in preda al panico. Lumia urlò disperata e prima che potesse fare qualcosa Lowarn se la ritrovò premuta al petto che gridava terrorizzata, il rosso che le macchiava i capelli e spiccava sull'abito in parte bianco. Ma ancora non si riusciva a capire la fonte di tutta quella follia improvvisa e inattesa, salvo la generica direzione da cui proveniva per via della vetrata in pezzi. Poi un tonfo attirò l'attenzione dei presenti, e Lowarn si ritrovò a pochi metri la metà superiore del corpo di un uomo, il viso congelato in uno sguardo stranito e con ancora calcato sulla testa il cilindro ed il monocolo ancora fissato sull'occhio destro. Le viscere emergevano con lentezza impnotica dallo squarcio che aveva dove le persone hanno genericamente il busto, e la parte del corpo dal bacino in giù era del tutto assente, mancante. Qualcosa di grosso che si muoveva gobbo fra la folla scansò due persone con una manata, gettandole a terra, e così si fece largo verso il Principe Grimm e sua sorella minore, poggiando sulla coppia occhi dorati che sembravano uscire da un incubo, iniettati di sangue e colmi di ferocia animale.

    Pelo nero come la pece gli copriva a chiazze tutto il corpo, le braccia erano sproporzionate perché magrissime e troppo lunghe, con artigli adunchi montati su dita che sembravano fatte di soli nervi. Il volto era completamente animale, allungato come quello di un lupo ma con orecchie più grandi e cicatrici rosse che gli solcavano tutta la parte destra del viso, come e gli avessero inciso le carni con tre coltelli affilatissimi e la ferita non avesse mai smesso di sanguinare. Indossava braghe lacerate e sporche, ma gli arti inferiori non erano quelli di un umano, erano come quelle delle bestie e con una seconda articolazione che le rendeva strane e inumane.

    « Il... gghharghh, principe!!! »
    Abbaiò con voce mostruosa, avanzando.
    Scosse il capo e sembrò esitare, guardandosi attorno come se non fosse certo di ciò che faceva.
    « Ti strapperò le budella!!! Gnaaaargh!!! »



    Edited by Yomi - 27/4/2018, 20:16
     
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    "A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere;
    è certo, però, che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi".


    (E.M Cioran)


    ???

    « Attenzione! Attenzione! Miei signori! Mie signore! Ho l'onore di introdurre a voi sua eccellenza il Principe Ereditario, sua grazia il nobilissimo ed eccellentissimo Principe Grimm del Palazzo di Luce! »

    Per quanto il giovane Lowarn non potesse vantare chissà quale esperienza nelle cose del mondo, mai come in quel momento ebbe la sensazione che non avrebbe dimenticato quella notte facilmente... e che sarebbe stato uno dei momenti di massimo disagio della sua vita, da ricordare sempre malvolentieri. Tralasciando il modo giusto un pochino eccessivo con cui era stato appellato (che se fosse accaduto su Laputa, l'Alfiere -nonché sua madre- non avrebbe certamente approvato), ritenne che il doversi trovare in un posto con troppe persone, troppi colori e troppe frasi di circostanza era una tortura che non sentiva di meritarsi e, tra una principessa e l'altra, si ritrovò da solo a mugugnare più e più volte che voleva andarsene, voleva suo zio e -se proprio doveva patire quello strazio- almeno avrebbe voluto farlo in compagnia di Alma.

    E invece no.
    Doveva scacciare ragazzine -cosa che non gli piaceva affatto- nel modo meno scortese possibile e infine, come se non fosse già abbastanza, dover evitare gli strani e sempre più fastidiosi approcci della falsa-sorella. Non aveva la più pallida idea di cosa volesse, ma non gli piaceva il suo modo di fare -violento verso di lui e poco rispettoso, tipico di chi è stato a lungo sommerso dai vizi- e non gli piaceva nemmeno come vestiva. Fu solo per una cortesia verso il vero Principe che non la fermò quella volta, urlandole a pieni polmoni di smetterla di infastidirlo.

    CRASH

    l'incubo previsto dalla veggente giunse all'improvviso, e tutta la festa degenerò nel caos. Vetri che si rompevano, scarpe che battevano per terra con forza, urla e fracasso dei soldati che avanzavano: ignorando per un attimo la sorella terrorizzata a morte, il Principe di Laputa si dovette tappare le orecchie, nel tentativo di riprendersi da quella cacofonia senza perdere necessariamente i sensi.

    « Il... gghharghh, principe!!! »
    Poi lo vide, il motivo di quel caos.
    « Ti strapperò le budella!!! Gnaaaargh!!! »

    Come gesto istintivo il ragazzo agganciò la sorella per la vita, saltando verso il soffitto e rimanendo sospeso in aria con lei: dall'alto avrebbe potuto osservare la situazione, valutare le posizioni e seguire le istruzioni della veggente che, per quanto stramboide, si era dimostrata la sola a capire che lui non fosse della zona, ma provenisse da Laputa. Questo le era bastato a convincerlo della validità delle sue affermazioni, e per questo Lowarn aveva chiesto la presenza dei suoi migliori spadaccini nella sala.

    -Athos! Porthos! Aramis! Aiutatemi!

    Librarsi in volo
    Poichè i Galanodel derivano da creature del cielo, se ben allenati, sono in grado di sollevarsi in aria, galleggiando in essa grazie al pensiero. Il volo è a volte accompagnato dall'apparizione di un paio d'ali bianche che, tuttavia, hanno puro effetto scenico.
    [Volo fino a 5 m dal suolo]
     
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    -Athos! Porthos! Aramis! Aiutatemi!
    La sala da ballo era nel caos più totale. Gli invitati correvano ovunque, cercando le uscite, accalcandosi e ammassandosi, chi cadeva veniva calpestato. Le guardie cercavano di irrompere nella sala, ma si trovavano davanti una marea di gente in fuga che ne impediva l'accesso alla sala, e nel frattempo sul lato esposto alle vetrate era in corso una mattanza. Lowarn non riusciva a contare il numero di aggressori in sala, troppa era la confusione e troppo difficile distinguerli dai semplici invitati. I licantropi erano schegge impazzite che saltavano alla gola di donne e uomini, strappando giugulari senza discriminazione alcuna.

    « Vieni giù, uccellino! »
    Blandiva il grosso licantropo dal pelo nero, prima di voltare lo sguardo da lupo verso una zona ben precisa della sala.
    « Se non vuoi scendere tu... allora dovrò salire io! »
    Seguendo con lo sguardo il movimento del capo del licantropo, Lowarn poté intravedere finalmente un barlume di speranza. Facendosi strada letteralmente a spallate fra la folla, il capitano della guardia reale si stava avvicinando rapidamente a lui, spingendo fra gli invitati e scoccando rapidissimi colpi di fioretto ai crani degli aggressori, uccidendone due con altrettanti precisi colpi, mentre si muoveva implacabile. Era però troppo distante per intervenire subito, e quando Lumia fra le braccia del giovane strillò di terrore era chiaro che il principe di Laputa doveva assolutamente difendersi. La creatura che un istante prima si trovava a terra, ora era balzata in alto, verso il lampadario, cui si aggrappò tagliando di fatto la strada fra il giovane e Athos. Con quell'agilità avrebbe potuto benissimo raggiungere il principe da subito, per fortuna era troppo stupida o troppo confidente di se stessa per farlo immediatamente. Invece di avventarsi direttamente sulla preda, iniziò a dondolare il lampadario per avvicinarsi alla sua preda. Qualora Lowarn avesse cercato di allontanarsi, subito il licantropo l'avrebbe inseguito balzando di lumiera in lumiera, sempre più vicino.

    « Basta giocare! Smettila di farti scudo dei tuoi schiavi, sei o non sei il Principe delle Fiabe?? »
    Ringhiò il licantropo, la voce carica di frustrazione e rabbia. Stava giocando con lui al gatto e il topo, eppure c'era tanto odio nel suo tono?
    « GRRRARRRGH, CHE CI SIA DOLORE, ALLORA!!! »
    La bestia spiccò un balzo. Il lontananza il rumore di un vetro infranto, ma ormai era parte della cacofonia di fondo, assieme ad urla e grida disperate. la sala da ballo ormai era un mattatoio, i pochi rimasti si ammassavano come agnelli al macello alle uscite, c'era rosso dappertutto. Rosso era anche il lampo che coprì la visuale di Lowarn per un istante, scagliando al suolo il suo aggressore un attimo prima dell'impatto.

    « AAAAARGHHH!!! »
    Urlò il mostro, buttato al suolo, di schiena.
    Una figura incappucciata si ergeva su di lui, usando il suo petto come tappeto. Si chinò su di lui un istante, e Lowarn udì distintamente il suono di ossa spezzate.
    « Tu...? Come puoi... »
    Quando la persona dal cappuccio rosso si alzò, teneva fra le mani la testa mozzata del licantropo, la cui spina dorsale era ancora attaccata al resto del cranio. La sollevò come se stesse recitando Shakespeare nella parte del principe Amleto, e perfino allora il lupo seguitò a ringhiare.
    « Traditrice! Dannato il sovrano che mente alla sua stessa Fiaba! Ti daremo la caccia! Ti... »
    Lo sconosciuto premette con entrambe le mani sul cranio del lupo, affondando le dita nella carne e nelle ossa fino a spaccarlo in più punti, accartocciandolo come un foglio di cartone finché gli occhi non schizzarono fuori dalle orbite ed il cervello venne spremuto via, colando da bocca, naso e orecchie come liquefatto. A quel punto si voltò in direzione di Lowarn, o forse di Grimm, e tolse il cappuccio rosso rivelando lunghe trecce castane, occhi dorati ed un ampio e luminoso sorriso rivolto proprio a lui.

    asdfassssss

    « Lowarn!!! Sono io, mi riconosci?? Sono venuta per salvarti!! Anche stavolta ho fatto in tempo!!! ♥ »
    Tutti i lui rimasti stavano fuggendo, ci fu un rimbombo terribile nella sala quando alcune guardie fecero fuoco con i moschetti, ma era tutto inutile perché i pochi licantropi si erano già dileguati, inseguiti con foga vendicatrice da Portos alla testa di alcuni valorosi, mentre Aramis gridava loro di non disperdersi e di rimanere uniti per prevenire imboscate. Il primo che accorse fu Athos, che aveva assistito a tutta la scena. Guardò la strana creatura intervenuta in difesa del suo protetto, e poi i due fratelli del palazzo di luce.

    « Principe Grimm, principessa Lumia! State bene? Principe, ma voi... state volando? »
    La strana ragazzina dal mantellino rosso ridacchiò contenta, mentre si avvicinava.
    « Certo che sa volare! ♥ »
    Con un balzo fu letteralmente in braccio a Lowarn, attaccata al suo collo. Così facendo il principe si ritrovò non una, ma due strambe ragazzine moleste aggrappate a lui, come se Lumia non fosse già abbastanza per i suoi poveri nervi. Ce n'era abbastanza per rimpiangere le zanne e gli artigli del licantropo.

    « Fratello!!! Che cosa significa tutto questo?? »
    Schizzò Lumia, mentre appiccicata a lui la strana ragazzina comparsa dal nulla scodinzolò allegramente.
    « Lowarn, sono io! Non mi riconosci? Sono Cappuccetto Rosso!!! »

     
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    "A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere;
    è certo, però, che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi".


    (E.M Cioran)


    ???

    Nel momento in cui vide la morte del suo aggressore, Lowarn riuscì a trattenere a stento dei conati di vomito più che ovvi: era uno studioso e per quanto fosse attratto dal macabro, la violenza con cui il trapasso era stato ben condito lo infastidì abbastanza. Non era pronto per la guerriglia e non si era mai ritenuto un guerriero in grado di gestirla. Ryusang lo era, non lui.

    « Lowarn!!! Sono io, mi riconosci?? Sono venuta per salvarti!! Anche stavolta ho fatto in tempo!!! ♥ »
    Ovviamente no, non la riconobbe. Rimase quindi in silenzio a fissarla, rincuorato dalla presenza di Athos che -fortunatamente- era riuscito a raggiungerlo.
    « Principe Grimm, principessa Lumia! State bene? Principe, ma voi... state volando? »
    « Certo che sa volare! ♥ »

    L'emerita sconosciuta (come tutti, in quel postaccio) iniziò a ridacchiare, per poi saltargli al collo con un impeto che il Principe trovò poco elegante, poco femminile e poco rispettoso degli spazi personali. Come se non bastasse, doveva badare pure a Lumia che, secondo le previsioni della veggente, era ancora in pericolo di vita. Nel linguaggio sibillino, il nemico era identificato come una Luna Rossa, ma il Saggio sospettò immediatamente della nuova arrivata. Per questo, ignorando le parole della ragazzina, planò sopra il suo moschettiere, abbandonando la presa sulla falsa-sorella e lanciandola con forza verso di lui. Avrebbe ripreso quota solo dopo essersi assicurato di averla mollata del tutto.

    -Lo faccio per il tuo bene- si sarebbe limitato a quel commento, consapevole che non sarebbe stato capito... o accettato. Sospirando, si sarebbe poi rivolto alla seconda rompiscatole -Ehm... quindi sei Cappuccetto Rosso. Cioè, sono felice che tu mi abbia salvato, solo che... ti ricordavo diversa. Ehm, non prenderlo come un insulto -non mi permetterei mai!- ma...
    Non si sentiva completamente sicuro della sua identità. Conosceva quella fiaba e la protagonista era un'umana, se non ricordava male. Messo alle strette, decise a quel punto che continuare a parlarle (guadagnando tempo) non sarebbe stata una cattiva idea; avrebbe approfittato inoltre della vicinanza per tenere le orecchie ben tese, così da percepire ogni "stranezza".
    -... che orecchie grandi che hai!

    Librarsi in volo
    Poichè i Galanodel derivano da creature del cielo, se ben allenati, sono in grado di sollevarsi in aria, galleggiando in essa grazie al pensiero. Il volo è a volte accompagnato dall'apparizione di un paio d'ali bianche che, tuttavia, hanno puro effetto scenico.
    [Volo fino a 5 m dal suolo]

    Orecchio Assoluto
    Si dice che in media solo una persona su cinquantamila può vantare di possedere l'orecchio assoluto, abilità innata che permette di identificare una nota musicale -anche ascoltata una sola volta ed in totale assenza dell'ausilio di un suono di riferimento- così da determinarne la frequenza. Nonostante questo talento sia totalmente slegato al tipo di vita condotta dall'individuo, indica comunque una certa attitudine ed il gusto per la musica; chi ha orecchio è infatti capace di riprodurre qualsivoglia melodia, registrandola nella propria mente al medesimo istante della sua esecuzione.
    Possessore dalla nascita di questo talento, Lowarn è in grado di discernere le note vibranti celate nelle intonazioni vocali, il battito cardiaco e lo stesso respiro delle persone che lo circondano, rendendolo di fatto capace di intuire le loro emozioni e -in molti casi- anche le intenzioni di ciascun individuo, riuscendo ad individuare perfino i bugiardi. Per tale ragione sarà in grado di "prevedere" in anticipo di pochissimi millesimi di secondo le loro mosse, riuscendo così a rispondere più rapidamente ad ogni stimolo esterno, sia fisicamente che magicamente.
    Oltre a tali abilità, è anche portatore di un udito decisamente fuori alla norma: nel raggio di quindici metri è in grado di sentire qualunque cosa provochi vibrazioni, anche impercettibili come il battito cardiaco di un vivente.
    [Auspex(radar)passivo 15m + Instant Casting + Bonus PU Agilità/Destrezza + Empatia emozioni + Discernimento Bugie]
     
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    -Ehm... quindi sei Cappuccetto Rosso. Cioè, sono felice che tu mi abbia salvato, solo che... ti ricordavo diversa. Ehm, non prenderlo come un insulto -non mi permetterei mai!- ma...
    Smollare Lumia ad Athos fu più facile del previsto. La sorella minore (di Grimm, intesi) era in parte scossa, in parte irritata dalla presenza di quella sconosciuta che si prendeva troppe confidenze con il suo amato fratello maggiore. Visto che le sue proteste venivano però ignorate, si risolse al solito broncio.
    -... che orecchie grandi che hai!
    La strana ragazzina ridacchiò di nuovo, di gusto, come se il giovane principe le avesse appena dedicato una battuta di spirito. Piroettò su se stessa, facendo danzare la treccia castana e le treccine più piccole che le incorniciavano i capelli, la folta coda da lupo ed il cappuccio cremisi da cui prendeva il nome.

    « Ahahahahaha! Perché così potrò ascoltarti meglioooooo!!! ♥ »
    Disse allegramente, sebbene la battuta fosse sbagliata e alle orecchie raffinate del principe quella frase risultò incredibilmente falsa e forzata, quasi fosse detta recitando da uno stato d'animo del tutto opposto a quello sfoggiato con tanta leggerezza.
    « E' la Luna Rossa!!! Il nostro principe che fu profetizzato, del regno lontano lontano, sarebbe giunto dal reame più distante di tutti, incarnatosi nel Vendicatore delle Fiabe purificando tutto e tutti dagli incubi!!! »
    Dalla vetrata infranta indicò la luna sanguigna all'orizzonte, tanto grande e bella da far paura. E mentiva, ogni singola parola detta fino a quel momento era una bugia, escluso quando si era presentata. L'unica cosa vera detta fino a quel momento era la sua identità.

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    « Non c'è tempo da perdere, abbiamo una gran fretta!!! »
    Mentiva.
    « Ci aspettano in un castello lontano da qui, dobbiamo sbrigarci!!! ♬ »
    Mentiva pure qui.
    « Devi assolutamente sconfiggere i malvagi e riportare l'armonia fra le Fiabe, Lowarn! ♥ »
    Una bugia, ovvio.
    « Stanno certamente combattendo, tutti loro. Le persone con cui sei venuto qui, e da cui sei stato separato! ♬ »
    Mentiva, e con una naturalezza notevole.
    « C'è anche tuo zio, quello vero! ♪ »
    Menti... Ah no, stavolta diceva la verità!
    « Allora, andiamo?? Saremo là in un istante! ♬ »
    Bugia. E nel dir ciò sorrise, gli balzò di nuovo addosso e gli prese le mani fra le sue, decisa a trascinarlo se necessario. Naturalmente il gesto non fu apprezzato, e non solo da Lowarn. Lumia insorse come una furia, Athos stesso si mise in mezzo ergendosi in quanto protettore del principe. Di certo lo sguardo che la piccola Cappuccetto Rosso gli rivolse fu abbastanza eloquente e veritiero: li riteneva due gran rompiscatole.

    « Che sciocchezze va dicendo, costei? »
    Attaccò Athos, frapponendosi fra Grimm e la ragazzina, obbligandola a staccarsi e costringendola alla distanza di tre passi.
    « Il principe ha subito un attentato nel giorno del gran ballo! Sarà visitato dai medici immediatamente, e dovrà riposare finché non riterrà giusto dare udienza! Certe idiozie fantasiose di una contadinella metà-lupo non sono bene accette! »
    « Perché non chiedi a Lowarn, barbagianni in calzamaglia? ♥ »
    Athos mise mano alla spada, chiaramente non per ferire la ragazzina che aveva di fronte ma quanto meno per menarle una gran sculacciata. Intervenne però Lumia, pure frapponendosi fra Lowarn e Cappuccetto.
    « Smettila di chiamarlo così!!! Sei sporca e irrispettosa, lui è il principe Grimm, mio fratello! »
    « Il che fa di te una principessa? Vestita in quel modo? »
    « COME OSI??? Fratello, dì qualcosa!! »

     
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    "A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere;
    è certo, però, che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi".


    (E.M Cioran)


    ???

    « E' la Luna Rossa!!! Il nostro principe che fu profetizzato, del regno lontano lontano, sarebbe giunto dal reame più distante di tutti, incarnatosi nel Vendicatore delle Fiabe purificando tutto e tutti dagli incubi!!! » La guardò indicare la luna, mentre gli mentiva spudoratamente su ogni cosa. Lowarn la osservò crucciato, rimanendo ancora in silenzio « Non c'è tempo da perdere, abbiamo una gran fretta!!! Ci aspettano in un castello lontano da qui, dobbiamo sbrigarci!!! ♬ Devi assolutamente sconfiggere i malvagi e riportare l'armonia fra le Fiabe, Lowarn! ♥ Stanno certamente combattendo, tutti loro. Le persone con cui sei venuto qui, e da cui sei stato separato! ♬ C'è anche tuo zio, quello vero! ♪ Allora, andiamo?? Saremo là in un istante! ♬ »

    Mentiva, mentiva su tutto. A parte la sua identità e la presenza dello zio, non faceva che mentire. Tuttavia conosceva il suo nome, quello vero, ragion per cui doveva sapere molte altre cose. Magari, le aveva perfino viste... o assistito ad una qualche importante discussione.

    -Ti prego...

    Lowarn si sarebbe nuovamente avvicinato a lei, ignorando la sorella e facendo segno al moschettiere di rimanergli vicino. Non le avrebbe fatto nulla, piuttosto cercò di posare la sua mano affusolata sulla spalla coperta dalla mantellina rossa. In effetti... osservava proprio questa, quando chiedeva spiegazioni.

    -Dimmi cosa sai di mio zio Kerobal... dove posso trovarlo. Voglio tutta la verità, niente bugie.

    Energia: 100-5=95%
    Riassunto: Lowarn, fingendo di interrogare la ragazzina, fa domande alla sua mantella.

    Ascolto | Tecnica a Consumo Basso
    Non soltanto i libri raccontano storie, non solo le svelte creature parlanti possono divertire od insegnare, bensì ogni cosa che esista su questa terra ha in sé il desiderio di parlare e di raccontare, perché ogni cosa su questa terra vede e sente ciò che le sta intorno. Dovere e capacità di un Saggio sono il saper comunicare con le cose, da queste apprendendo ogni informazione. E così gli oggetti, le sostanze inanimate come ad esempio pietre o muri, e pure i fieri alberi, alla richiesta del Saggio racconteranno ciò che egli desidera sapere, purché siano stati presenti al momento dell'avvenimento: interrogando un muro, infatti, il Saggio potrà sapere chi c'era nella stanza, cosa vi accadde, e tutto ciò che un muro possa aver udito e visto.
     
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    -Dimmi cosa sai di mio zio Kerobal... dove posso trovarlo. Voglio tutta la verità, niente bugie.
    La ragazza-lupo ridacchiò contenta, lasciò che Lowarn le poggiasse la mano sulla mantellina, ed anzi prese quella stessa mano fra le sue, intenzionata a portarla delicatamente alla bocca per mordicchiarne le dita, a malapena sfiorando la pelle con i canini aguzzi.

    « Eheheh, puoi fidarti di me! Dico sul serio! »
    Mentì lei, divertita.
    « Puoi trovarlo in un castello lontano-lontano, per arrivarci ci vogliono tre giorni, tre ore e trentatré minuti! »
    Mentì sorridendo, mentre il mantello raccontava a Lowarn di altre verità: lo zio Kerobal era assai più vicino di così, perché quello era il regno delle fiabe, ed il tempo e spazio sono distorti ed imprevedibili.
    « Tuo zio per ritrovarti ha affrontato pericoli d'ogni sorta! Ha sfidato trenta mostri, ucciso tre draghi e trecento orchetti! Tutto da solo, dico davvero! »
    Mentì lei esagerando sempre di più, tanto che ormai non servivano nemmeno le abilità di Lowarn per capire che stava narrando racconti inventati da lei sul momento, ed esasperati oltre ogni limite. La mantellina però disse la verità: lo zio di Lowarn aveva davvero incontrato un drago, ma uno solo, poi aveva viaggiato con i pirati e visitato un castello volante.
    « Non si è mai fermato, né si è dato pace. Non si è distratto nemmeno quando tre sirene, trenta ninfe e trecento mogli del re persiano Shahriyār hanno danzato per lui! Ci tiene tanto a te, poverino, sono certa che adesso è disperato, perché un lupo cattivo gli hanno detto che sei morto! E questo quasi l'ha spinto al suicidio! Ma io l'ho incontrato, ed ho promesso che ti avrei ritrovato! E così ho fatto! Ora dobbiamo correre da lui, non c'è più tempo! »
    Bugie, sommate ad altre bugie, ed altre bugie esagerate oltre ogni limite! Stando alla mantellina lo zio se l'era presa assai con calma, aveva viaggiato e si era distratto più volte, ma non aveva mai incontrato il Lupo Cattivo, e nemmeno Cappuccetto Rosso.
    « E' diretto in un castello, dimora di un essere mostruoso che uccide chiunque morde la sua mela avvelenata! Dico davvero, non sto mentendo! »
    Era vero. Più o meno. Vero per sei parti su sette. Era vero il fatto che era diretto in un castello, era vero che c'era qualcosa che uccideva chiunque e di certo era vera anche la parte della mela avvelenata, tutto il resto era una bugia, disse la mantellina scarlatta.
    « Lo guida una strega cattiva! Melfica oltre ogni ragione! Vuole portarlo in un certo posto per sacrificarlo ad un dio malvagio, ma io ho confuso i suoi occhi, ed ora non vede ciò che ha davanti! Grazie al mio incantesimo confonde un castello per un altro, finché non si accorge di essere in quello giusto non ucciderà tuo zio, ma bisogna far presto! Potrebbe ravvedersi da un momento all'altro! »
    Mentiva. Più o meno. Mentiva per due parti su tre. Era vero che lo guidava una strega cattiva, ma era la bambina con il grande cappello nero che Lowarn ricordava presso Palanthas, per come fu descritta. Stranamente era vera la parte dell'incantesimo che impedisce alla streghetta di riconoscere il castello, ma tutto il resto era falso e fantasioso, non c'erano dei malvagi né sacrifici umani in corso.
    « Dobbiamo fuggire adesso, altrimenti si metteranno in mezzo e ti impediranno di raggiungere tuo zio! »
    Era vero, disse la mantellina. Se il giovane principe non approfittava del trambusto per sgattaiolare via, si sarebbe ritrovato in tempo zero circondato dalle attenzioni di medici, servi e guardie attenti alla sua incolumità, per non parlare di Lumia ed il suo presunto padre! C'era da prendere una decisione e c'era da prenderla in fretta!



    Edited by Yomi - 3/5/2018, 13:47
     
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    "A che cosa faccia appello la musica in noi è difficile sapere;
    è certo, però, che tocca una zona così profonda che la follia stessa non riesce a penetrarvi".


    (E.M Cioran)


    ???

    Dopo aver accolto le verità pronunciate dalla mantellina, il Saggio se ne separò, prendendosi una pausa per qualche attimo. Con lo sguardo basso e modi pacati, cercò di pensar bene alla soluzione più rapida e meno stupida che potesse giungergli alla mente in quella situazione. Alla fine la trovò: non gli piaceva né lo soddisfava, ma era sempre meglio che rimanere in quell'odioso castello.

    -Athos, ho intenzione di partire e voglio che tu, Porthos ed Aramis veniate con me.

    Lo disse con tono duro, come se fosse un ordine. Avrebbe voluto essere gentile, ma in quel covo di bulli ritenne che alzare la voce fosse l'unico modo per farsi ascoltare. Non avrebbe infatti trovato improbabile vedere chiunque fra i servitori o la falsa-sorella tentare in tutti i modi di fermarlo, e non poteva permetterselo. Doveva assolutamente ritrovare lo zio e tornare a casa.

    -Vi spiegherò quanto necessario durante il viaggio, ma se volete proteggermi è bene che mi seguiate, perché andrò via comunque.

    Autorevolezza
    E' questo un suono che tutti possono udire, perché scaturito dall'alta sapienza di coloro che lo pronunciano; la volontà dei Saggi muove questo potere, così che dalla loro giusta voce escano parole che agli altri appaiono profondamente sapienti, e pertanto degne di rispetto, così come degno di rispetto sarà, per chi ascolta, colui che parla. Una malia, un'azione per convincere anche i più scettici della grandezza dei Sapienti di Endlos, sicché al volere di questi le parole diventino capaci di infondere nella mente di chi le oda un tale rispetto per queste e per i Saggi, che certamente non dubiteranno della loro veridicità, e se verrà pronunciato un comando, vorranno eseguirlo senza proteste, quasi fosse l'ordine del loro più caro e severo dio.

    Malia passiva.
     
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    -Vi spiegherò quanto necessario durante il viaggio, ma se volete proteggermi è bene che mi seguiate, perché andrò via comunque.
    I tre moschettieri si allinearono di fronte al principe, le spade ancora sguainate ed i sensi all'erta per il pericolo appena scampato.
    « Noi siamo la guardia reale! »
    Annunciò con voce chiara Athos, presentando la propria arma decorata a Lowarn.
    « Ove il principe Grimm ordina, noi seguiremo! »
    All'unisono, gli altri spadaccini ripeterono il gesto del loro capitano, risoluti a difendere il sangue reale a costo della vita.
    Tutt'altro che entusiasta della cosa, invece, fu chiaramente la principessa Lumia. Levò alto un "no!" che risuonò chiaramente in tutta la sala, si gettò sul presunto fratello maggiore in lacrime come se le avessero annunciato che stava per andare a morire, e ci sarebbero voluti dieci uomini per staccarla da lui se non fosse per l'intervento quanto mai provvidenziale del buon Aesop, che certo aveva fatto da tutore alla bambina fin dalla sua nascita e aveva dimestichezza nel trattarla.

    « Vi auguro buona fortuna, mio principe! »
    Disse il sapiente, senza nascondere una certa ansia nella voce.
    Adesso Lumia si limitava a singhiozzare piano.
    « Fratello! Ci rivederemo di nuovo, non è vero? »
    Chiese con voce rotta dal pianto.

    « Avanti!! Avanti!!! Abbiamo fretta!!! »
    Mentì divertita la ragazzina-lupo, ridendo tutta contenta riuscendo nell'impresa di far passare il pianto alla principessina, sostituito da un broncio amarissimo all'idea dell'amato fratello in viaggio con una popolana che aveva addirittura osato saltargli in braccio in quel modo spudorato! Cappuccetto Rosso però ignorava del tutto le occhiate feroci che le venivano riservate dalla principessa, e di nuovo indicava l'orizzonte oltre le vetrate in frantumi, dove brillava alta la Luna Rosso Sangue descritta dalla veggente.
    « Andiamo! Sarà un lungo viaggio! »
    Disse mentendo, poiché in realtà una volta usciti dalla città il viaggio sarebbe durato sì e no pochi minuti a cavallo.
    « Il Castello di Biancaneve ci aspetta!!! »

     
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