Sogno o son desto?

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    Vi erano eventi sovrannaturali che potevano superare la concezione mentale di chi ne avesse subito uno, portandolo verso una condizione psicologica instabile e creando una rigenerazione continua dello shock anche vario tempo dopo aver subito l'evento. Per una mente "semplice" come quella di Glauco, uno gnomo proveniente dalla dimensione Lasto, probabilmente ci sarebbe voluto tanto, troppo tempo per metabolizzare ciò che era successo nel momento in cui, la sua dimensione natia, era entrata a contatto con non uno ma l'evento spazio-dimensionale più forte: il Maelstrom. La nave su cui viaggiava era finita chissà dove e lui si trovava riverso al suolo in una larga pozza d'acqua. Al risveglio, la prima cosa che poté percepire lo gnomo era il dolore lancinante alla testa che somigliava all'ingerenza estrema di alimenti ghiacciati in una giornata torrida.

    "Chi mi ha preso a calci in testa?"

    Gli occhi, pesanti, si aprirono su uno scenario a lui sconosciuto e ben diverso dal ponte di una nave. Glauco avrebbe voluto alzarsi per vedere esattamente dov'era finito ma non ci riusciva, si sentiva intorpidito e paralizzato dalla testa in giù, tutto quello che poteva scorgere dalla sua posizione era l'astro che illuminava Endlos, in posizione diversa da quella che ricordasse fosse la stella che illuminava la dimensione Lasto e soprattutto di una colorazione diversa!

    "Perché è giallo-bianco e non azzurro-blu? Mi sembra anche più grande, quasi il doppio! Ma che cosa sta succedendo?"

    L'acqua che bagnava il suo corpo aveva reso la sua pelle leggermente raggrinzita e questa sensazione faceva sentire nella testa di Glauco la madre che lo sgridava quando da piccolo si faceva il bagno nella tinozza, rimanendoci dentro molto più del dovuto. Sorrise su quel pensiero, tornando a concentrarsi non più sul Sole che l'aveva ben abbagliato ma sul poco paesaggio che riusciva a vedere da sdraiato. Doveva trovarsi sicuramente su una Baquichada, non poteva esser altrimenti, da dove proveniva lui non vi era terraferma ma solo le titaniche testuggini chiamate appunto Baquichada che camminavano e vivevano la loro vita nel grande oceano. Quello che vedeva era erba, una distesa ampia di fresca erba con in lontananza cime di alberi. Non riusciva a vedere altro perché si trovava in una leggera depressione.

    "Sembrerebbe una Baquichada selvatica, ecco perché non vedo tracce di passaggio degli umanoidi. Quella tempesta...non può avermi sbalzato così in alto...deve essere una Baquichada giovane, così giovane da trovarsi a pochi metri dal livello del grande oceano. Direi meno di quattrocento anni."

    Era davvero lontano dal capire che era nel presidio occidentale di una dimensione che non era la sua, non lo sarebbe più stata, doveva imparare anzi che quello sarebbe stato il posto in cui avrebbe vissuto. Non c'era possibilità di tornare indietro, quello era stato un biglietto di sola andata.
    Il corpo iniziava a rispondere alla sua volontà di alzarsi e fu proprio nel momento in cui si levò dal suolo che poté studiare meglio la zona in cui era "atterrato": verso ovest non riusciva a vedere oltre le colline verdi bloccavano la sua visuale mentre. la piana verdeggiante in cui si trovava, era delimitata ad est, sud e nord da alberi ed ora che si era alzato in piedi la loro vastità non poteva corrispondere ad un bosco, quella era una foresta davvero grande! La cosa non era possibile, non esistevano testuggini giovani così grandi!

    "Insomma, dove cazzo sono finito? Quello che vedo ovunque, qui, non ha senso! Deve essere...deve essere un sogno!"

    La bocca era entrata in funzione in contemporanea coi pensieri e quello che aveva appena detto Glauco, con voce leggermente bassa e con una tonalità che faceva presumere a chiunque fosse stato in ascolto delle sue parole quanto fosse lo gnomo incredulo e molto stordito, era ciò a cui era giunto nelle sue sinapsi dopo un ragionamento continuo su ciò che vedeva e ciò che il suo cervello diceva. Per lui tutto quello che vedeva era un sogno, non poteva essere la realtà.



    Condizione fisica: OK
    Condizione psicologica: Instabile e disorientato, incapace di percepire la differenza tra realtà, illusione o sogno
    Equipaggiamento: -
    Abilità passiva #1: Occhi metallici [scurovisione]
    Abilità passiva #2: Forma alternativa [Ascriani, Hudur, Axia Nobilis o Gnometto pescatore da giardino]
    Abilità passiva #3: Manipolazione dei vegetali
    Tecniche attivate: -
    Slot: 0/2
    Energia rimanente: 100%
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    I Feudi Meridionali. Doveva recarvisi per credere alle voci che gli erano giunte in proposito. Una distesa incontaminata di erba, terriccio florido e vegetazione rigogliosa. Il luogo meno indicato per una creatura come lui, ma che in un certo senso rappresentava un dipinto vivo di come Endlos differisse rispetto al suo mondo.
    skekDor marciava lento, con le zampe che a ogni passo sprofondavano gli artigli di diversi centimetri sull'intrico di steli e tenere radici, mentre la gonna produceva attrito sull'erba ancora bagnata di rugiada. Percepiva chiaramente che c'erano grandi quantità d'acqua e nutrienti nella terra, e sapeva che questo costituiva un bene inestimabile per le creature che abitavano la zona.
    Parlando di creature, in lontananza divampavano attraverso i suoi occhi diverse fiammelle smeraldine: il grande prato abbondava di vita, di anime da falciare senza pietà alcuna.
    Lappò il becco violaceo di fronte a una così magnifica vista. Era satollo di raggi solari, ma c'era sempre posto nel suo addome per qualche nuovo frugoletto.

    Il mezzo-Mistico si trovava lì su invito di Ela, la strega del sogno. Doveva raggiungere un bosco specifico del Presidio Ovest, e lì incontrare l'entità con cui fino a quel momento aveva sempre parlato in sogno. C'era da stringere accordi, valutare risorse e ricompense... E finalmente, magari, ottenere in cambio qualche valido accolito per il suo culto.
    Una divinità poteva sopravvivere tranquillamente senza fedeli, ma com'era triste all'animo non sentire cori di voce che si levavano a inneggiare il suo nome!

    Se ciò che gli era stato riferito costituiva il vero, esseri viventi d'ogni tipo abitavano quelle regioni amene, e ben poca tecnologia. Ah, che schifo la tecnologia! Niente gli rivoltava le membra come il pensiero di un "feticcio" meccanico costruito dai mortali.

    A interrompere il turbinio dei suoi pensieri ci pensò un brivido caldo, che gli carezzò piacevolmente la schiena. Non poteva sbagliarsi, c'era qualcosa di grande e grosso da quelle parti. No, non si riferiva alla stazza di un oscuro animale, quanto alla rifrazione della sua anima. In genere, riceveva stimoli simili solo in presenza degli umanoidi.
    Fantastico! Reclinò il capo all'indietro, e spalancando il becco pulpò di gusto. Lo stridulo grido dell'uccello avrebbe attraversato l'aria immota e raggiunto rapidamente le orecchie di Glauco.

    Nel riportare la testa in linea con l'orizzonte, il collo si piegò in uno scricchiolio.
    Ora il verso era cambiato: delle specie di squilli, a intervalli regolari. Poi dei mugugni compiaciuti.
    skekDor riprese tosto la sua andatura con maggior vigore, anche se all'apparenza la velocità di marcia non era poi cambiata di molto. Incurante del terreno cedevole, più volte torse le zampe in posizioni per lui innaturali, facendo crepitare le ossa delle gambe lungo la strada.
    I Podling fecero capolino da sotto la gonna, muovendo le piccole testoline in ogni dove per mettere bene a fuoco la zona. Nessuna emozione traspariva dai loro occhi privi di pupilla e dai volti smunti e cadaverini.

    Lo Skeksis continuava a proseguire, ma la sua lentezza era tale che ci avrebbe messo ancora qualche minuto. Tanto bastò a Glauco per riprendere i sensi e levare in un grido al cielo diversi improperi.
    Ammaliato dal repentino svolgersi degli eventi, la prima cosa che l'essere fece fu di far risuonare con forza la sua voce.
    Con tonalità rauca e cavernosa rese palese la sua presenza. E certo nel silenzio che dominava la zona quel tono così basso avrebbe avuto un impatto maggiore.

    "NON STAI SOGNANDO, MORTALE."

    Ecco, ora era abbastanza vicino da esser visto.
    Un pomposo variopinto verdugale gli copriva il corpo, cozzando con la voce mascolina che aveva ostentato. Il tessuto aveva lo scintillio della seta e tonalità che andavano dal color crema alla porpora, e qua e là era impreziosito da stretti legacci di pelle, su cui penzolavano sinistri teschi animali, e non solo.
    Un grande ventaglio si spandeva da dietro le spalle, sorreggendo il piumaggio della schiena e gonfiandolo in una sorta di collare dalle tinte cerulee.
    Ma era forse il grottesco aspetto della testa a lasciar basiti. Su quel corpo umanoide c'era infatti il muso di un rettile, terminante con un becco adunco e piuttosto minaccioso.
    Mentre skekDor si faceva vicino, Glauco avrebbe potuto sentire una litania lugubre levarsi dai corni posti dietro la sua schiena. Un coretto di tenebra accompagnava quella creatura d'incubo.
    Gli occhi vermigli puntati sulla figura dello sventurato naufrago, mentre il muso si dischiudeva ancora: "Non più, almeno. La terra su cui poggi i piedi è solida e reale. E così sono io, da sempre!" Gli disse a quel punto, fermandosi a un paio di metri da lui

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    Energia: 105%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Lo gnomo stava cercando di capire qualcosa di quel posto, per lui inspiegabile, sfogando a parole ciò che sentiva. La cosa che gli fece rizzare i capelli non era tanto l'incapacità di metabolizzare che era in un luogo diverso, alieno per lui, ma l'aver sentito qualcuno che avesse risposto alla sua domanda dicendogli a parole che lui non era in un sogno, non vi erano illusioni ma quella era la realtà. Glauco non aveva ancora individuato da dove venisse la voce dell'essere mezzo rettile mezzo uccello ma poco o niente avrebbe dovuto fare, SkekDor era diretto verso di lui. Il verso del lo skeksis raggiunse le orecchie dello gnomo e solo in quel momento si rese conto ciò che si avvicinava.

    "E quello...cos'è? Ha parlato lui? Ha un aspetto strano ma non vedo niente qua intorno se non lui. Assomiglia a qualche animale della Baquichada Komoi-Rua, solo che quelli non parlano. Già, lui parla!"

    La distanza tra i due venne lentamente abbreviata da SkekDor che,mentre si avvicinava allo gnomo, aveva l'aspetto di un essere fuso ad un altro, non sembrava per niente una creatura naturale ma più costruita tramite esperimenti magici o, ancora più difficile, genetici. Non era solo l'aspetto che teneva i capelli rizzati dello gnomo davanti l'aspetto delo skeksis, anche quel suono cupo e quasi maligno che accompagnava Skekdor gli dava una sensazione di fastidio sul corpo, rizzandogli più volte la pelle. La cosa era così forte sulla sua psicologia che lo portò a fare una cosa naturale per uno shapeshifter: cambiare la forma. L'aspetto dello gnomo passò quasi istantaneamente in Ascriani, si sentiva in pericolo e probabilmente questa scelta di cambiare forma era dettata anche dalla sua mente non lucida, anzi era davvero perso! La percezione di "paura" non faceva muovere il corpo di Glauco, restò a guardare quell'essere arrivargli sotto. Proprio quando la sua mente era pronta per far partire centinaia e centinaia di pensieri, probabilmente essi sarebbero diventate centinaia e centinaia di domande, parole e dialoghi anche a caso, lo skeksis parlò ancora, dai due metri a cui si era fermato da Glauco. Confermò il fatto che lui poggiava i piedi su terra solida e reale tanto quanto il mezzo mistico. Come a liberarsi di nuvole e nebbie, il cervello semplice di Glauco tirò una riga su tutto quello che sapeva del suo mondo, la Lasto che conosceva. Forse quello era un posto segreto, un luogo dove solo pochi potevano aver accesso! Una Baquichada rara, ecco cos'era! La domanda partì automatica ancor prima di presentarsi ed il fatto di essersi "resettato" riportò lo stato fisico di Glauco al suo aspetto di gnomo, tenendolo sempre sul chi va la ma lasciandogli i muscoli meno rigidi, una mente più recettiva e più pronta ad accettare.

    "Siamo su una Baquichada rara? Una di quelle che si narra nelle leggende?"

    Sapeva che SkekDor non era costretto a rispondergli ma la volontà di porre domande, per conoscere e sapere, accese la lingua dello gnomo come se qualcuno avesse schiacciato dentro la sua mente un tasto con scritto sopra "logorroico in cerca di risposte". Anche le sue mani presero a muoversi, gesticolare era un modo per lui di farsi capire meglio anche se, già il fatto che parlassero la stessa lingua, rendeva semplice l'espressione tra i due.

    "Se non puoi rispondere non rispondermi ma, sai, essere in questa parte di Lasto su una Baquichada rara mi sembra quasi di esser stato eletto: come vedi ho un glifo maledetto sulla fronte che vorrei levarmi e levare alla mia famiglia, i De Sebeni non so se conosci la nostra storia. Ah, comunque io sono Glauco. Come mai da qui la luce di Uroa non è blu-azzurra?"

    Uroa era il nome della stella che illuminava la dimensione Lasto e probabilmente questo avrebbe potuto incasinare lo skeksir anche perché...vi erano altre domande che voleva fare Glauco e finché il mezzo mistico non l'avesse fermato, lui avrebbe continuato a parlare, parlare e parlare!




    Condizione fisica: OK
    Condizione psicologica: Instabile e disorientato, gli è stato spiegato che quella è la realtà ma non sa di essere su Endlos e non su Lasto
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    Glauco cambiò forma alla vista di skekDor, tramutandosi in una specie di rettile. Una reazione che lasciò il mezzo-Mistico interdetto. Aveva avuto modo più volte d'interagire con dei mutaforma, ma era singolare che lo gnomo avesse scelto una trasformazione dotata di fattezze così simili alle sue. Una specie d'elogio? O magari sperava di emulare le sue "aggraziate" forme?

    Prima che potesse parlare di nuovo, lo gnomo gli pose una domanda. Usava un dialetto strano, poiché disse una parola che skekDor non capì: "Non so di cosa parli, scricciolo d'uomo." Detto dalla creatura appena poco più alta di Glauco faceva quasi ridere. Poi aggiunse: "Qui c'è solo prato a perdita d'occhio. Questa è la forma che gli dei hanno dato al Presidio Ovest. Almeno, a questa parte..."
    Un tuono rombò in lontananza. C'erano nubi un po' ovunque, e si preannunciava una notte di tregenda. Per il momento, tuttavia, il cielo rimaneva plumbeo, e l'ambiente asciutto.
    Lo Skeksis rimase in silenzio qualche istante, cogitabondo. Poi, la mutria che gl'incorniciava come sempre il volto si distorse in un ghigno malefico. Inarcò un sopracciglio, quindi azzardò: "Aaah... Forse ho capito. Tu devi essere un altro "caduto", vero?" Chissà come mai la gente che arrivava su Endlos lo faceva sempre dal cielo. Prima o poi, avrebbe dovuto domandarlo a qualcuno.
    Ad Aeon, magari, semmai l'avesse davvero incontrato.
    "Lasto era il nome del tuo mondo, nevvero? Ihihih!" Mise educatamente una zampa di fronte al muso per coprire il risolino. Eppure, ciò non rendeva quella vista meno irritante.
    Subito dopo, passandosi un lucido artiglio lungo le rughe della guancia destra, rigirò ancor più il dito nella piaga: "Spiacente d'informarti che non sei più lì. La sorte ha affidato al tuo spirito un destino infausto, giovane Glauco: miseria e dolore, malinconia e morte..."
    Invero, voleva solo spaventarlo un po'. Su Endlos non si stava tanto male, anche se effettivamente il mortale avrebbe dovuto abituarsi a considerarlo la sua ultima casa. Non si scappava da lì... E lo Skeksis lo sapeva bene!
    Ecco perché, sovente, s'intratteneva coi naufraghi dimensionali. Poteva usarli per divertirsi un po' alle loro spalle. E, semmai si fossero dimostrati poco inclini al gioco... beh, avrebbe sempre potuto mangiarli.

    Allargò le braccia e, fustigando con ancor più vigore i Podling sotto la gonna con sferzate violente della coda di rettile, fece sì che la litania che lo accompagnava crescesse d'intensità. La poca luce che filtrava dalle nubi faceva risplendere sinistramente i monili sulla sua veste, mentre i piccoli occhi cremisi luccicavano come rubini sporchi di mota.
    "Io sono skekDor, uno dei Signori del Cristallo... E ti do il benvenuto sulle terre di Endlos, oh anima inquieta."
    Portò una zampa al seno, e al contempo ondeggiò l'altra con fare teatrale, muovendosi di un passo a destra e piegando appena le gambe per ottenere una posa solenne: "Partiti dall'individuo che fosti! Qui, nella landa inghiottita dall'ombra, l'unica luce che vedrai sarà quella della mia guida..."
    Gli voltò bruscamente le spalle, per poi scrutarlo con la coda dell'occhio. Ora, avrebbe potuto notare i corni musicali che correvano lungo la spina dorsale di skekDor e, in un rapido guizzo, persino la serpentina coda a livello del suolo.
    "A meno che l'ingegno non ti suggerisca il contrario. Non posso certo costringerti a ricevere il mio aiuto... Ihihih!" Ancora un'altra risata femminea. Il tono di voce di skekDor cambiava di esclamazione in esclamazione

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    Vi furono risposte su risposte da parte di SkekDor e tutte quelle informazioni venivano assimilate da Glauco come una spugna, sembrava un bambino davanti al fuoco che ascoltava la storiella del cantastorie, solo che quella non era un racconto ma...la verità! Tutte le conoscenze di Glauco erano state azzerate nel momento che lo skeksis, dopo essersi girato ed aver mostrato gli strumenti da cui fuoriusciva la sinistra melodia, pronunciò il nome di quella dimensione: essa si chiamava Endlos e sarebbe stata la sua nuova casa. La voce di Glauco uscì leggermente fredda dalla sua bocca, con gli occhi concentrati in modo assente sui corni musicali.

    "Dunque qui...siamo su...Endlos...presidio ovest...ed io sono un caduto... "

    Non sembrava averla presa tanto bene lo gnomo e quasi skekDor riuscì davvero a spaventarlo ma qualcosa sarebbe avvenuto dopo pochi secondi, proprio nei momenti in cui lo skeksis si presentò come uno dei signori del cristallo, come la sua guida ed unica luce in quel momento di confusione. Si era perso il teatrale quanto efficace movimento di skekDor con quel silente significato "scegli se venire o meno ora, perché io sto andando". Sibilò qualche parola Glauco che erano quasi un dire tra sé e sé, ciò che né pensava di quella situazione. Le avrebbe volute pensare ma spesso non tratteneva i pensieri e finiva per dirli, a volte sottovoce, a volte a voce normale e persino a volte a voce molto alta.

    "Interessante...per quanto rischioso da dire, per quanto non lo conosca...potrei imparare molto da lui su Endlos."

    Fece qualche passo verso quella che era la sua guida, arrivandogli a circa venti centimetri dal fianco sinistro e guardando nella stessa direzione di skekDor, poco dopo che egli avesse pronunciato la sua ultima frase con un tono di voce completamente diverso al precedente. Sembrava poco stabile e probabilmente, prima o poi, Glauco glielo avrebbe detto, non aveva molto filtro tra pensiero e ciò che diceva, con nessuno. Ma non era quello il momento, ciò che uscì dalla bocca dello gnomo fu la continuazione delle parole dette sottovoce in precedenza ma, questa volta, con tono di voce normale, sicuro, lontano da quello status in cui era prima. Questo era il vantaggio di essere un semplice non sempliciotto, non serviva tanto per capire ed adattarsi. L'adattamento era una delle sue armi migliori.

    "Grazie per essere la mia guida, skekDor signore del cristallo. Fammi strada in questo luogo sconosciuto, non mi farò intimorire perché io desidero sempre mettermi alla prova e quale prova migliore può esserci dell'avventurarsi in un posto nuovo, dove non si conosce niente? Qualcuno direbbe rischioso, io invece dico solo interessante. Questa situazione non cambia in nessun modo ciò che voglio: troverò qui ciò che cercavo su Lasto. Ci ero vicino, non importa, ci andrò vicino. Questo presidio Ovest non è una Baquichada dunque, ma un luogo dove l'oceano non è la totalità della dimensione. Probabilmente Endlos è il contrario, la terra è al posto dell'oceano e forse le acque saranno in misura minore. Ti seguirò. "

    Un sorriso sincero si accese sul volto di Glauco che osservava quella distesa di alberi pensando a quali e quanti pericoli potessero nascondersi in quella vastità. Se come aveva detto la sua guida quel posto poteva portare "miseria e dolore, malinconia e morte", lo gnomo avrebbe risposto con ogni fibra del suo corpo. Presto avrebbe anche scoperto che aveva perso vari dei suoi poteri basati sul richiamo di esseri, normale, lui non era più nella dimensione da cui poteva richiamarli...ma ciò non l'avrebbe fermato. Per quanto piccolo, il suo sconfinato bisogno di sapere ed imparare non sarebbe stato facilmente intralciato. Si sentiva come gli alberi che vedeva in lontananza, robusti e rigogliosi. Doveva esserlo, Endlos non sarebbe stato uno scherzo, avrebbe cercato di schiacciarlo più e più volte.

    "Sento che qui potrò risolvere la mia maledizione, percepisco la possibilità concreta di prendere finalmente la mia strada. Porterò il ricordo di Lasto nel mio cuore e nella mia mente, non dimenticherò, questo però non potrà e non dovrà cambiare ciò che posso essere."





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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Vide lo gnomo sfilargli di fianco, e in quel mentre capì che l'aveva avvinto con le sue chiacchiere. Niente male come cantastorie! Avrebbe davvero voluto che il suo fratellastro esperto di storia e racconti folkloristici si fosse trovato lì, in quel momento. Giusto per fargli rodere un po' il fegato.
    Beh, doveva accontentarsi di goderne per sé, apparentemente.

    Tornando al presente, Glauco si dimostrò impaziente di conoscere la nuova realtà nella quale era piombato, e del resto skekDor si era offerto di fargli da guida, in questo. Il mezzo-Mistico non aveva però accennato a una piccola... formalità.
    "Oh, quasi dimenticavo..." Esclamò con falsa sorpresa, poggiando l'indice sulla punta del becco e battendo le palpebre un paio di volte.
    "La mia compagnia, così come i miei servigi, non sono certo gratuiti. Sarò anche bello come un angelo..."
    E, nel dire questo, si carezzò il pomposo piumaggio del collo e alzò sprezzante il capo: "...ma la mia misericordia va guadagnata." Cinguettò infine.

    Prima che Glauco potesse accennare a rispondere, sollevò una gamba fino a far sfilare fuori un piede di rettile da sotto la gonna, quindi s'esibì in un esagerato passo, portando al contempo le zampe dietro la schiena con aria pensosa.
    "Quid pro quo, piccolo uomo." Asserì, al termine del gaiesco saltello.
    "Io do una cosa a te, tu ne dai una a me. Ti ho detto dove siamo in questo momento... Raccontami di dove ti trovavi prima. Lasto... Che forma ha?"
    Sembrava sinceramente interessato a carpire simili informazioni. Ed era vero: la vita della divinità scorreva eterna e immutabile. E uno dei modi che aveva trovato per ingannare la noia era godere delle piccole cose. Quelle cui, ironicamente, i mortali non davano mai peso.

    Anche le grida dei Podling s'attutirono un poco, riducendosi a un brusio di fondo. La testa inclinata, le mani ancora dietro la schiena, skekDor attese di sentire le successive parole del suo nuovo compagno di giochi

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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Vi era un preciso pagamento richiesto da SkekDor a Glauco che non prevedeva servigi particolari, somme monetarie o l'iniziazione ad una setta: egli bramava la conoscenza. Nella sua lunga esistenza egli aveva acquisito tantissime cose ma le uniche cose che non finivano mai erano le informazioni. Un detto diceva che "la conoscenza è potere", la cosa non stupiva lo gnomo che aveva già incontrato su Lasto qualche persona molto longeva. Certo, essi erano lontanamente paragonabili all'essere che gli stava vicino, nessuno di sua conoscenza.

    "Vuoi sapere che forma ha Lasto? Bella domanda, nessuno ha mai visto la sua fine, questo ti posso dire. Mi spiace quindi, non posso dirti che forma precisa ha Lasto ma sembra, per quanto tramandato, che possa avere una forma geometrica tridimensionale che non sia sferica. Ho conosciuto gente che ha navigato per anni, passato per svariate Baquichada in una sola direzione ma...nulla. Scusa, sarebbe meglio che chiamassi le Baquichada come grandi testuggini-isola, così forse puoi già immaginare la loro grandezza. I loro gusci possono misurare mediamente dieci chilometri in larghezza e cinquanta chilometri di lunghezza e..."

    L'essere lo guardava, la sua attenzione era sincera e profonda, facendo percepire a Glauco una sorta di "continua pure, sto ascoltando" ed è quello che fece lo gnomo, senza girarci intorno.

    "...so di alcune leggende, a mio parere veritiere, secondo cui ci sono testuggini-isola così grandi che la dimensione di una normale testuggine-isola risulta infima. Era per questo motivo che credevo di esser giunto lì, dopo...dopo che..."

    Non riuscì a continuare il discorso lo gnomo, la sua mente lo stava proiettando nei ricordi di quei momenti in cui, prima di entrare in contatto con il Maelstrom, la nave era in balia di onde maestose quando all'improvviso aveva avuto la sensazione di esser tirato verso l'alto. Quella parte del suo ricordo venne accompagnato dalle parole dette poco prima da skekDor, quando l'aveva chiamato "caduto".

    "indagherò...per ora è meglio continuare con il racconto, sembra molto interessata la mia guida."

    Sospirò e socchiuse per un attimo gli occhi lo gnomo, lasciarsi alle spalle tutta la sua vita precedente non sarebbe stato così facile anche se la sua predisposizione era buona, lui poteva adattarsi e crescere quasi come se nulla fosse. Guardò indietro, verso la pozza d'acqua che aveva lasciato e si accorse solo allora che era bagnato dalla testa ai piedi: era costretto a mutare il suo aspetto, cercando un modo per togliersi di dosso le vesti bagnate senza rimanere nudo.

    "Ecco perché mi sentivo bagnato, non ricordavo già di essermi risvegliato lì. Lo shock iniziale di sapere della mia dipartita da Lasto deve avermi fatto dimenticare questo particolare. Potrei...si..."

    Gli venne allora in mente l'idea più semplice, mutarsi in Gnometto pescatore da giardino ed evocare poi la tecnica "gnomi pescatori". Su Lasto le leggi magiche erano diverse ed il risultato sarebbe stato quello sperato da Glauco ma su Endlos le cose funzionavano in modo diverso. Egli continuò comunque con il suo piano, non sapendolo ed annunciando alla sua guida cosa stava per fare.

    "prima di continuare il racconto, vorrei cambiarmi. Muterò il mio aspetto in gnomo pescatore e successivamente né richiamerò altri."

    In men che non si dica, le dimensioni di Glauco mutarono raggiungendo i trenta centimetri circa. I suoi vestiti, diversi, erano comunque bagnati per la legge della conservazione e dell'alterazione magica. Sperando di cambiare quella situazione lo gnomo chiamò gli gnomi pescatori e quando comparvero al suo fianco, quattro di identico aspetto tanto da renderli irriconoscibili, li presentò a skekDor:

    "Loro sono gnomi pescatori e, pur essendo della mia stessa razza, risultano tre volte più piccoli di noi gnomi normali, incredibile vero? Come vedi siamo identici in tutto e per tutto, uso questo trucchetto per le situazioni in cui devo incasinare la percezione al mio avversario."

    Capitava a volte che lo gnomo confessasse i suoi modi di combattere anche a gente sconosciuta anche se, per fortuna, aveva imparato che non era la cosa più saggia.
    Glauco fissò uno degli gnomi pescatori evocati e con una certa autorevolezza, seppur accompagnata da educazione e modi gentili, si rivolse ad esso chiedendo ciò per cui erano stati richiamati: i vestiti.

    "Scusa, mi presti i tuoi vestiti? Come vedi sono zuppo e mi serve un cambio. Prima ci sbrighiamo, prima vi lascio tornare al vostro mondo."

    Lo gnomo pescatore non rispose, annuì con la testa e si tolse velocemente i vestiti, lo stesso fece Glauco. Cercò allora un modo per asciugarsi il più possibile prima di mettersi quelli nuovi e l'unico modo era usare l'erba, ora alta la metà di lui. Si buttò al suolo ed iniziò a rotolarsi su di essa, per poi rialzarsi e finalmente prendere i vestiti dello gnomo pescatore già nudo, leggermente imbarazzato, ma anche contento di aver servito il suo "padrone". Il rapporto che Glauco instaurava con le proprie evocazioni era più che buono, per lui la fiducia era importante per far funzionare un rapporto. Fu per questo che quando salutò lo gnomo pescatore nudo e gli altri, si rivolse a loro con sorriso ed alzando il braccio destra a gesticolare un saluto energico.

    "Grazie amici, a presto!"

    Quando iniziò ad indossare i vestiti nuovi, asciutti, una cosa non calcolata da Glauco si verificò: essi scomparvero. Rimase quindi nudo, asciutto, ma nudo. Nel posto dove si era "smaterializzato" lo gnomo pescatore a cui aveva chiesto il cambio vestiti, caddero i suoi veri vestiti. Se Glauco li avesse toccati, sarebbero stati ancora pregni d'acqua, inutilizzabili dunque.

    "Ah, su Endlos questo trucchetto non si può fare eh? Le leggi magiche sono diverse. Ok, non ci sono problemi, ho una soluzione più pratica."

    Egli sorrise a skekDor e pensò all'unica soluzione pratica. Non aveva altra scelta che cambiarsi di aspetto nuovamente e mutare in una forma che di vestiti non aveva bisogno, l'Axia Nobilis. Le sue dimensioni tornarono "normali" ma il suo aspetto era tutto fuorché umanoide: una pianta che poteva confondersi facilmente in quella distesa verdeggiante, il cui aspetto ricordava un ammasso di alghe il cui "centro" era quella che si poteva definire la testa. Glauco in quella forma non avrebbe avuto difficoltà a muoversi, l'agilità ed il movimento di cui disponeva lo rendevano estremamente mobile.

    "Questa forma non la uso spesso in presenza di persone nuove, spero non ti turbi il mio aspetto ed il mio continuo cambio. Immagino esistano mutaforma anche qui, vero? Detto questo...dov'eravamo rimasti?"



    Condizione fisica: OK
    Condizione psicologica: Mutando forma ha capito che le leggi magiche di Endlos sono diverse da quelle di Lasto
    Equipaggiamento: -
    Abilità passiva #1: Occhi metallici [scurovisione]
    Abilità passiva #2: Forma alternativa [Ascriani, Hudur, Axia Nobilis o Gnometto pescatore da giardino]
    Abilità passiva #3: Manipolazione dei vegetali
    Tecniche attivate: Gnomi pescatori - Glauco richiamerà al suo fianco quattro gnomi pescatori, tutti vestiti come lui [x], con cui cercherà di trarre in inganno e confondere chiunque sia nelle vicinanze. Per funzionare questa tecnica avrà bisogno della trasformazione di Glauco in gnometto pescatore da giardino.
    Slot: 1/2
    Energia utilizzata: 5%
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    Glauco non mostrò alcuna ritrosia nel condividere con skekDor particolari del suo passato. Gli piaceva quando i mortali si dimostravano così arrendevoli: voleva dire che o possedevano un forte carisma, in grado di resistere alle interperie della vita, oppure erano remissivi e facili da plagiare. In entrambi i casi, lo gnomo sembrava un valido candidato per diventare qualcosa di più che la cena dello Skeksis. Ma c'era tempo per quello.

    Al momento, il mezzo-Mistico era infatti concentrato ad accumulare informazioni su Lasto. Dunque, si parlava di un mondo dominato dall'acqua. Le terre emerse erano "vive", costituite da testuggini giganti. Era un qualcosa d'insolito anche per lo Skeksis. E sì che su Thra ne aveva generate di creature strane, assieme ai suoi fratellastri!
    Prima di proseguire col racconto, Glauco fece presente a skekDor che si sarebbe trasformato di nuovo. Se ne poteva indovinare il motivo anche senza la precisazione che venne fatta, di lì a poco. A dire il vero skekDor avrebbe potuto asciugargli gli abiti con un gesto della mano.
    L'acqua era uno dei quattro elementi della vita su cui il mezzo-Mistico aveva potere, e un trucchetto di quel tipo non gli sarebbe costata troppa fatica. Ma era anche curioso di vedere le capacità del nuovo naufrago. Perciò tacque e acconsentì alla dimostrazione.
    Glauco mutò in una forma minuta, quindi evocò esseri simili a lui nelle fattezze.
    Era un qualcosa che non si vedeva spesso: su Endlos gli invocatori scarseggiavano.
    "E' un'idea niente male, ragazzo. Mmmh..." Mugugnò stridulamente, passandosi il palmo della mano sotto al becco e roteando le palle degli occhi. In effetti, un trucchetto di quel tipo avrebbe potuto levarlo d'impiccio da più situazioni. Magari sarebbe stato d'uopo emularlo. Bah... Ecco un'altra faccenda da affrontare in seguito.

    Comunque, lo gnomo regalò a skekDor un teatrino simpatico e interessante. Dopo aver preso le vesti di una delle sue evocazioni, la congedò: le intimò cioé di tornare al suo mondo.
    skekDor stava per fargli notare l'idiozia della cosa, ma non fece in tempo. In breve, Glauco si ritrovò nudo e coi vestiti bagnati buttati a terra.
    "Sai, volendo io avrei-" Iniziò, ma lo spettacolo proseguiva.
    Questa volta, lo gnomo diventò una specie di pianta senziente. Lo vide muoversi e vorticare fra l'erba con movimenti sinuosa. Davvero una bella forma.
    "Oh... Encomiabile. Sai, ragazzo... Inizi a piacermi." Commentò, passandosi un artiglio sul viso e socchiudendo le palpebre. Aggrottò lo sguardo in una mutria seriosa, quindi precisò: "Sarebbe un peccato se uno con le tue capacità crepasse in questo luogo ameno. Meriti una fine migliore. In battaglia, ad esempio."
    Difficile dire se scherzasse o dicesse sul serio.
    "Tornando a noi... Mi parlavi di Lasto, ma adesso sono più interessato a queste tue capacità... peculiari. Che ne diresti di parlarmene in maniera più dettagliata in cambio di un completo di abiti eleganti e di buona fattura?"
    Essì... Quel ragazzo era una scoperta continua. La lingua violacea lappò un lato del becco, mentre attendeva risposta

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    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

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    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

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    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

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    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Le parole di skekDor non furono facilmente decifrabili per un semplice individuo come Glauco, così come il suo vero intento: aveva parlato prima di una fine migliore in battaglia per lo gnomo, per poi deviare la richiesta di informazioni da Lasto alle sue capacità peculiari. L'indecifrabilità di quel cambio repentino non rendeva però impossibile, al pensiero libero del nuovo naufrago di Endlos, di ragionare a ciò che stesse pensando di lui l'immortale skeklis. Pensò al significato di quelle parole pur non dandoci troppo peso. Perché quel cambio?

    "Ha parlato di una morte in battaglia, dunque Endlos è un posto ove la guerra infervora gli animi e muove eserciti gli uni contro gli altri? Lui combatte per qualcosa? Conosco poco la mia guida. Sembrava interessato da Lasto e non mi sembra non lo sia più, le mie capacità peculiari, come le ha definite lui, sono ancora più interessanti? Lo accontenterò, non mi costa nulla. "

    "Possiedo la facoltà di interagire con la vegetazione tramite la magia..."

    Dopo essersi mosso di qualche metro, Glauco iniziò a far crescere l'erba con un gesto delle "alghe" articolate, fino a rendere quell'erba (un area di circa un metro di raggio) davvero innaturale: in pochi istanti era passata da dieci centimetri a più di cinquanta! Lo gnomo ancora in forma di Axia Nobilis ritornò elegantemente verso lo skeklis, mostrando un movimento fluido ed ondeggiante tipico di un serpente a proprio agio nel suo terreno di caccia. Non aveva ancora finito Glauco, doveva ancora mostrare altro.

    Posso evocare come hai già visto degli gnomi pescatori e prendere io stesso quella forma. Infine, queste sono le forme che finora hai visto"

    La forma di pianta senziente che aveva Glauco iniziò a cambiare proprio nel momento in cui si decise a parlare, mostrando velocemente le forme che già aveva mostrato a skekDor: mutò in Ascriani, Gnometto pescatore da giardino per poi tornare alla forma originale dello gnomo.

    "Ci sarebbe stato altro ma, per qualche motivo, da quando mi sono svegliato non ho più i miei pieni poteri. Non so a cosa sia dovuto, probabilmente come ho imparato poco fa le leggi magiche qui sono diverse che su Lasto e per questo potrei non avere più ciò che avevo fino ad un'ora fa. Mi sento come se fossi tornato indietro di un decennio."

    Ci si sarebbe aspettato una reazione di completa sfiducia nelle proprie facoltà od una frustrazione profonda per quello che era stato perso, davvero tanti avrebbero sentito quell'indebolimento come un grande smacco da parte del destino, un arretramento nelle proprie facoltà che avrebbe potuto scavare un solco profondo nella psiche ma...lui non era tra quei "davvero tanti". Lui guardò il suolo socchiudendo per qualche secondo gli occhi, sospirò uno o due volte profondamente e poi un sorriso gli si accese sul volto: alzò la testa e guardò verso quello che era il volto del skeklis. Egli rispose nel modo più tranquillo e sincero che ci potesse essere, con una tonalità pacata e serena.

    "Beh fa niente. Sono andate. Nuovo posto, nuove regole. Spero di apprendere cose nuove più interessanti di quelle vecchie. Tornando a noi, ho percepito che dentro di me è ancora presente "quella" forma, sono contento di questo. La chiamo mutazione d'emergenza e, seppur percepisca già che è al cinquanta percento, no direi al quaranta, Hudur è ancora con me. Spero di poterla dominare, sai, a volte...non mi riesce."

    Tornò serio lo gnomo mentre si preparava a rilasciare quella forma. Chiuse gli occhi e serrò i pugni, portando le braccia all'altezza dei fianchi e tenendole ben strette al corpo. Le gambe, leggermente divaricate, vennero posizionate da Glauco in maniera rilassata, con il corpo che tendeva ad una posa quasi seduta ma l'inclinazione del corpo non era abbastanza caricata sulla schiena da farlo cadere all'indietro. Non crebbe di colpo il naufrago ma rilasciò la forma Hudur in maniera piuttosto controllata: non voleva infastidire o impaurire la sua guida. La statura di Glauco crebbe enormemente, passò dai novantasei centimetri ai duecentodieci centimetri ma non era la cosa che più cambiò l'aspetto dello gnomo perché furono i muscoli che gli comparvero a mutare ancor più la sua forma fisica: passò da ventuno a quattrocento chilogrammi! Venti volte di più del suo peso reale! La pelle era divenuta rossa, i suoi piedi erano mutati in zoccoli. Quell'aspetto poteva facilmente esser scambiato per un demone e non era tanto distante quel nome da ciò che poteva fare, a pieno potere, un Hudur. Con la mano mancina si tolse la ferrea museruola per poter parlare e con voce gutturale, profonda e molto distante da ciò che poteva identificare Glauco, parlò a skekDor.

    "Questa forma si chiama Hudur. Non ho altro da mostrarti, skekDor signore del cristallo."



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    Condizione psicologica: Spera di non avere problemi con la sua guida per la forma Hudur. Sa di aver perso tanto ma sa anche di poter guadagnare tanto.
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    Bingo! Sapeva che Glauco celava molto altro ancora, dentro di sé. La capacità di asservire le piante al proprio diletto era dote di uno dei tanti fratellastri di skekDor, su Thra. Invero, l'altro Skeksis era capace di molte cose, ma la sua area d'influsso erano appunto i vivi. skekDor, al contrario, puntava la sua conoscenza su quel che larga parte dei mortali neanche riesce a vedere o percepire: l'anima.

    La crescita repentina della vegetazione gli solleticò le gambe fin quasi alle cosce, e anche il verdugale si gonfiò sotto la spinta dei piccoli steli, facendo assumere alla gonna un aspetto tozzo e semi-sferico.
    "Ihihih! Divertente!" Commentò il mezzo-Mistico, muovendo qualche passo.
    La considerazione dello gnomo riguardo la perdita di parte dei suoi poteri, tuttavia, lo rese nuovamente cupo: "Capisco perfettamente ciò che intendi dire, ragazzo..." Gli comunicò, tendendo una mano in sua direzione.
    La ritrasse subito dopo, ripensandoci. Voleva dargli una pacca sulla spalla! Inaudito! Che gli prendeva, d'un tratto? Forse era stato quel discorso sul depotenziamento... Sì, ancora gli bruciava non esser più onnipotente.

    Infine, Glauco annunciò di voler mostrare allo Skeksis una... "trasformazione d'emergenza". A dire il vero, skekDor era già abbastanza colpito dai tanti cambi di forma di cui era capace lo gnomo. Come detto, non era un qualcosa che si vedesse tutto i giorni.
    Ma la mutazione finale, beh...
    "Ooooooooooooh..." Esclamò skekDor, fino a terminare il fiato e ridurre la voce a un fischio soffuso. Il becco era caduto in basso fin quasi a mostrare le tonsille, e gli occhi sgranati a più non posso tiravano la pelle in alto, producendo sulla fronte canuta diverse pieghe.
    Poteva percepire la potenza di quel nuovo mostro senza nemmeno doverne saggiare la forza. Alzò le braccia fino a far sfilare le mani fuori dalle ampie maniche della veste, quindi s'avvicinò senza timore alcuno.
    Poggiò le palme sull'addome del gigantesco mostro, per poi spostarle fino alle braccia. Reale, non un'illusione: lui era maestro di intrighi e raggiri, ma la mutazione di Glauco era corporea e in tutto e per tutto simile all'originale.
    "A questo punto non ho dubbi sul fatto che non ti lascerò morire qui come un cane, ragazzo mio..."
    Staccò le dita dall'Hudur, riportando le zampe al sicuro nella veste. Di seguito, si fece un po' indietro e sorrise di nuovo: "Quel che mi hai mostrato supera ogni mia più rosea aspettativa. Ho deciso, meriti un dono da parte mia. Mi offro di scortarti fino alla civiltà, di modo che tu possa interagire con gli altri abitanti di Endlos... E trovare la tua strada in questo nuovo, grande mondo di terra."

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    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    SkekDor si mostrò molto entusiasta delle capacità di Glauco e né capiva l'amarezza nel non percepire più il suo pieno potere: la cosa era fin troppo ovvia, anche per un semplice come lo gnomo, la frase dello skeklis ed il suo tono facevano trapelare quanto anch'egli avesse subito quella regressione dei poteri. Non appena SkekDor poggiò la sua mano sul suo corpo mutato in Hudur, Glauco ebbe un sussulto e quasi l'istinto nel colpire quella figura...ma non lo fece. Fortunatamente per lui e per lo skeklis, l'esser regredito sui poteri l'aveva portato ad aver un controllo migliore su quella forma che, nel momento in cui l'aveva acquisita (all'incirca lo stesso potenziale che possedeva in quel momento), era incontrollabile. La cosa poteva sembrare strana a chi avesse pensato che non era altro che una mutazione ma il modo in cui entrava in simbiosi Glauco con ciò che "copiava" lo portava ad acquisirne anche l'indole. Gli Hudur erano essere estremamente violenti e senza pietà, quella sfida nel domar quella forma era stata per lo gnomo una grande sfida e quindi un grande passo in avanti se ci fosse riuscito. Endlos, in quei momenti, gli stava facendo percepire quella sensazione, una sensazione magnifica!

    "Oh, interessante! Sono riuscito per la prima volta a domarlo completamente! L'esser regredito in tante cose ha dato questo vantaggio...fantastico!"

    Dopo poco skekDor iniziò un discorso in cui ribadiva la sua volontà di voler evitare che Glauco andasse incontro ad un destino amaro: lui non lo sapeva ma probabilmente quel posto era pericoloso più di quanto potesse pensare. Lo skeklis fece poi una pausa, tolse la zampa dallo gnomo mutato per poi continuare con un sorriso ciò che aveva da dire: Glauco ascoltò il discorso e si fece contagiare dal sorriso al punto che, quando ritornò nella sua forma originale, rispose contento alla volontà di uno dei signori del cristallo di portarlo fino alla civiltà, per poter conoscere le genti di Endlos

    "Ti ringrazio mia guida, non vedo l'ora di vedere le città di Endlos! Sarà strano camminare sulla terra e non preoccuparsi della fine del guscio della testuggine-isola! Ma..."

    Glauco si rabbuiò per un attimo ed il suo tono cambiò, concluse la risposta con un calante della voce che faceva capire la possibilità dell'essere dispiaciuto se a quelle sue parole fosse seguita una risposta positiva.

    "...tu non mi lascerai lì e poi te né andrai subito, vero? Mi piacerebbe conoscerti meglio, qualsiasi siano i tuoi futuri impegni, mi piacerebbe ricambiare. Posso parlarti ancora di Lasto, no?"

    Il sorriso si riaccese sul volto dello gnomo che sapeva di poter comprare, almeno in parte, quella risposta dello skeklis. Solo allora percepì una cosa che stava ignorando da quando si era ritrasformato nella sua vera forma: la fatica. Il suo fisico aveva risentito di quelle trasformazioni continue e veloci, non era pronto per viaggiare da solo e la proposta di SkekDor gli avrebbe permesso di non finire vittima dei primi mostri del luogo.



    Condizione fisica: Stanco, le trasformazioni così in successione l'hanno stancato.
    Condizione psicologica: Interessato a conoscere Endlos e la sua guida
    Equipaggiamento: -
    Abilità passiva #1: Occhi metallici [scurovisione]
    Abilità passiva #2: Forma alternativa [Ascriani, Hudur, Axia Nobilis o Gnometto pescatore da giardino]
    Abilità passiva #3: Manipolazione dei vegetali
    Tecniche attivate: -
    Slot: 0/2
    Energia utilizzata: 0%
    Energia rimanente: 95%
    Link scheda X | Revisione X



     
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    Glauco ricambiò il sorriso dello Skeksis, segno che gradiva l'offerta che gli era stata fatta. Il che era un bene... Forse non tutto era perduto, stavolta. Lo gnomo aveva capito subito di trovarsi di fronte a un essere superiore, e non s'era mai dimostrato scortese o sarcastico. Cosa più importante, a giudicare dalle forme che poteva assumere difficilmente si sarebbe dimostrato un paladino senza macchia, pronto a difendere a spada tratta il bene. Dulcis in fundo... dopo aver sentito le sue successive parole di ringraziamento e aver ricevuto la richiesta di poter condividere dell'altro tempo insieme, skekDor si sentì più convinto che mai a fare la proposta a Glauco.
    Stranamente, la luce in fondo al cuore di tenebra non si oppose. Forse la parte del Mistico dava per scontato che lo gnomo avrebbe rifiutato, o magari era bastata la poca convinzione dello Skeksis a farlo desistere.
    Fatto sta che, quando aprì il becco per parlare, skekDor si rese conto una volta tanto di non avere la risposta pronta. Inspirò e abbassò lo sguardo a terra, passandosi un dito sulla punta del muso. Le guance si tinsero di una sfumatura più accesa: se il sangue gli avesse flussato ancora nelle vene, si sarebbe detto che quello era il suo modo di arrossire.
    Chiudendosi in una rapida riflessione, cercò di trovare le frasi giuste da dire per non sciupare l'ennesima occasione di ottenere un fedele per il suo culto. Pensare che, arrivato su Endlos, contava di trovarne a migliaia... Ora si sarebbe accontentato anche di un solo lacché!
    La coda di rettile scivolò fuori della gonna, serpeggiando nel prato d'erba alta generata dallo gnomo poco prima.

    Passò ancora qualche secondo. Alla fine, opponendo allo sguardo di Glauco un'occhiata seria e convinta, cominciò: "Ascoltami con attenzione, mortale. C'è un motivo particolare per cui la tua dimostrazione di poco fa, unita alle memorie del mondo da cui provieni, ha incontrato il mio interesse..." Cominciò.
    Aprì le braccia, e nello stesso momento in cui lo fece il suo essere prese a risplendere di pura luce. Non si trattava di uno scintillio accecante, ma di sicuro il ragazzo avrebbe dovuto socchiudere un po' gli occhi per sopportare quella vista.
    "Per quanto se ne possa dire, io sono una divinità malevola. Chi mi segue deve perseguire il male. Non il male assoluto, il mio. Ciò significa che quello che io predico non è l'annichilimento totale del creato, bensì il plasmare la materia -e la vita- a mio gusto. Ciò nonostante, sono incapace di adoperare trucchi e raggiri efficaci, almeno nei discorsi. Mi piace turlupinare voi esseri inferiori, questo sì, ma quando si tratta di "affari", la mia parola è legge e accordo di sangue..."
    Tese una mano verso Glauco, ma non stese totalmente il braccio. Lasciando l'arto piegato a metà della sua piena estensione, proseguì: "Thra era il mio mondo, la mia creatura. Lì, ogni essere vivente sapeva con certezza di dovermi venerare poiché, se esisteva, questo era in larga parte per merito del sottoscritto e degli altri come me. Su Endlos, purtroppo, sono una divinità estranea..." Chinò il muso con rassegnazione: "Questo piano è stato generato da altri dei. Dei che al momento sembrano aver lasciato l'esistenza in mano a voi mortali. E' una nave senza timone quella su cui poggi i piedi, ragazzo; una carrozza priva di cocchiere. Non è mia intenzione mettermi alle redini di cavalli imbizzarriti, tuttavia... ritengo sia ingiusto che degli "esterni" come lo siamo io e te debbano sopportare i flutti della corrente impetuosa senza opporvi una valida difesa. I naufraghi subiscono il giogo dei nativi. E questo è insopportabile!"
    Schioccò la lingua sul palato, producendo un suono simile a una canna che si spezza. Le iridi vermiglie si specchiarono ancora in quelle di Glauco, quindi sciorinò la sua impresa: "Dall'inizio del'esilio, ho cercato in lungo e in largo di espandere la mia influenza su Endlos. Non per conquistarla, come detto, ma per mettere un po' d'ordine nel caos. Il guaio è che non dispongo più dei miei pieni poteri e, ahimé, senza un po' di supporto i flutti del fato non scorreranno mai nella direzione da me voluta. Ecco perché ho bisogno di avere un seguito... Dei fedeli."
    Aveva teso la sua esca, ora era il momento di vedere se Glauco avrebbe abboccato. Infondo gli stava per fare un'offerta piuttosto allettante, tutto sommato: "Veniamo a noi, ragazzo. Ti propongo, senza troppi giri di parole, di diventare un mio accolito. Avrai libertà di scelta sulla tua vita, e sul cammino da percorrere: ti farò solo dono della vita eterna. In cambio, dovrai accorrere quando io ti chiamerò ed eseguire alla lettera i miei ordini. La fedeltà sarà reciproca: tradisci me, e perderai l'immortalità; allo stesso modo, se sarò io a sembrarti ingiusto e immorale, allora potrai rescindere il contratto in qualsiasi momento."
    Sorrise, cercando di mostrarsi accomodante. Quel che ottenne fu, al contrario, di far assumere al suo muso un'espressione malata, quasi esasperata. Il fatto è che aveva già proposto la stessa cosa a quasi una dozzina di mortali... E tutte le volte non era stato preso sul serio. Anzi, alcune volte gli insulti che gli erano stati gettati contro erano tanto gravi da richiedere una punizione esemplare. Era sfiancante...
    "E' tutto. Hai volontà di pensarci quanto vuoi, ci tenevo solo a esporti i miei progetti..." Era dubbioso nel dire quelle ultime parole. Scostò lo sguardo, portando le mani dietro la schiena e calciando distrattamente l'erba alta.
    "...perché... Ecco, uhm... Sembri ben disposto nei miei confronti."
    Il busto oscillava a destra e a sinistra con movimenti scattosi e puerili: era imbarazzato alla stessa maniera di un bambino che chiede a un nuovo amico se gli va di giocare con lui

    Salute: 100%
    Energia: 105%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Luce curativa:
    Abilità di cui skekDor si serve con estrema parsimonia. Se l’indole del Mistico è abbastanza forte in lui, gli basterà porre una zampa su di un alleato per avvolgerlo in un’aura di luce bianca. Ogni ferita sarà quindi sanata, restituendo vigore al corpo. Ovviamente, è in grado di servirsi della medesima abilità anche per curare se stesso [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Variabile (In questo caso Basso)]


     
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    Infine arrivò il discorso cruciale per lo skeklis e non vi era dubbio che Glauco sarebbe stato sorpreso dall'apprendere certe cose: il modo in cui si era posto uno dei signori del cristallo verso lo gnomo non faceva presumere che egli fosse asservito al male, non certo quel tipo di male assoluto e così sbagliato ma un male "personale", quel tipo di azione che svolgi per proprio tornaconto. Non sempre compiere azioni malvagie era tanto sbagliato, vi erano momenti in cui il male poteva rendere più "giustizia" del bene, se usato nel modo giusto. Glauco credeva che questo fosse giusto e che infondo la sua guida non era da considerarsi cattiva solo perché non perseguiva la sua strada, lo sbaglio nel calcolo di SkekDor era comunque pensare che Glauco fosse interessato ad azioni così lontane al proprio essere. Accettava il male, poteva anche compiere qualche azione "malvagia" fino ad un certo punto ma mai sarebbe stato completamente volto al male. Per educazione e rispetto verso colui che aveva promesso di portarlo alla civiltà, lo gnomo lasciò esprimere lo skeklis e non appena ci sarebbe stata una pausa, avrebbe voluto specificare quelle cose ma, quando fù il momento propizio, una luce abbastanza accecante lo investì: il bagliore lo colpì più per la sorpresa di non avere la protezione magica che per l'intensità della luce.

    "I-io accecato? Com'è possibile? I miei occhi...dovrebbero possedere l'incanto anti-abbagliamento! Ho pagato caro quell'incanto ed ora PUFF!, come se niente fosse? Incredibile..."

    Alzò le mani a protezione degli occhi ma ormai Glauco vedeva il residuo ottico del bagliore negli occhi: fortunatamente riuscì ad abituarvisi velocemente ed ascoltò il rimanente del discorso con le braccia a riposo, in attesa del suo momento. Non ci furono grosse pause e sempre per rispetto Glauco continuò ad ascoltare tutto il discorso di skekDor e solo quando esso fù pienamente concluso gli rispose: l'ultima frase della ben disposizione nei confronti verso lo skeklis fece vacillare un attimo lo gnomo ma quello che andava detto, andava detto. Sperava di non ferirlo e sperava che la sua proposta successiva l'avrebbe in qualche modo colpito.

    "Quello che mi hai detto in modo tanto diretto mi ha fatto piacere mia guida, sono contento che tu sia stato sincero con me ed anch'io devo esserlo: non mi interessa l'immortalità. La tua proposta per me non è interessante, forse per molti lo sarebbe ma un mutaforma come me non ha interesse nell'immortalità. E' strano che un mortale lo dica, lo so, io però non voglio vivere per sempre. Un giorno, spero quando sarà il momento giusto, voglio morire. Però... "

    Glauco cercò di ritornare in contatto visivo con lo skeklis che, nel frattempo, aveva l'espressione come dispiaciuta per quanto potesse capirne di skekDor un tipo semplice come lo gnomo. Per combaciare con gli occhi vermigli dell'essere immortale, Glauco si avvicinò al punto da toccare quasi la veste dello skeklis, proseguendo.

    "...questo non vuol dire un no assoluto, non ti volterò le spalle anche se i nostri obiettivi sono diversi. Chissà, magari potrei aiutarti in qualche modo..."

    Si discostò il novello naufrago da quella vicinanza, rimise quel metro e mezzo circa di distanza per non infastidire skekDor e poter finire un discorso dettato dalla sua semplicità, un modo di vivere che non voleva dire stupido ma, in molti frangenti, più aperto ai mutamenti davanti cui la vita metteva tutti, prima o poi, anche i più fortunati. Entrambi erano stati strappati dal loro mondo, entrambi sapevano cos'avevano perso e perché non aiutarsi non nel ritrovare per forza ciò che avevano ma un nuovo obiettivo? Glauco già sapeva dentro di sé che non sarebbe tornato e avrebbe riguadagnato tutto ciò che possedeva.

    "...so che non sono la persona più saggia o la più intelligente, possiedo però una mia semplicità particolare che mi fa apprezzare il fatto che io possa sbagliare e debba farlo, anche in modi stupidi. Io ho sempre imparato dai miei errori molto più di quanto fanno altri perché le persone si soffermano su ciò che hanno perso o hanno sbagliato. Anche ora, che ho perso così tanto di ciò che ero fino a poche ore fa, non nascondo che mi spiace della regressione che ho fatto...ma l'accetto. Non posso farci molto, ormai ho perso quelle cose, devo pensare ad andare avanti! Il prossimo obiettivo è dietro l'angolo e quel nuovo scopo nella mia vita mi porterà un gradino più lontano! Forse per un mortale semplice come me è più facile, per un dio non oso pensare ciò che deve esser stata questa caduta dal cielo."

    Sia figurativamente sia effettivamente loro erano caduti dal cielo come meteore ed in qualche modo erano rimasti illesi alla caduta perché così voleva il Maelstrom, quella forza primordiale che governava Endlos e tutto il multiverso. Ancora tanti quesiti c'erano da scoprire per Glauco, lui non sapeva niente di niente rispetto ad un più navigato skekDor eppure sapeva che il suo modo di essere avrebbe potuto indurre l'essere che si era definito un dio malevolo a cambiare, non per forza per diventare buono ma semplicemente per non andare in una direzione inadatta per lui. Le parole di Glauco, dopo aver aperto le braccia ed aver sorriso convinto in direzione della sua guida, furono infine chiare e concise: lui vedeva quell'essere diverso da come lo skeklis stesso si descriveva.

    "Se tu fossi un dio malevolo a tutti gli effetti mi avresti ucciso, se non l'hai fatto è perché Endlos ti ha tolto qualcosa ma ti ha anche dato qualcosa: non sei più il dio malevolo che eri, ora sei qualcosa di diverso. Forse hai ragione, le genti di questo posto non ci accetteranno mai, sarà difficile riuscire a farsi strada tra loro ma perché invece di fargli guerra non impariamo il modo migliore per stare tra loro senza farci schiacciare? Deve esserci e qualcuno di sicuro l'ha già raggiunto ma, se non dovesse esserci, dovremo solo continuare a cercarlo! Non posso seguirti come vorresti, posso però accompagnarti su una nuova via. Perché non né parliamo durante il viaggio verso la civiltà?"

    Il sorriso dello gnomo continuava a splendere sul suo volto e benché sapesse che la risposta dell'immortale non sarebbe stata di gioia a quelle sue parole, sperava lo stesso si poter vivere qualche avventura con lui. Percepiva in qualche modo che egli non era malvagio ed impossibile da avere come compagno di viaggio. Forse la semplicità di Glauco aveva fatto breccia nell'animo di skekDor?



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    Abilità passiva #2: Forma alternativa [Ascriani, Hudur, Axia Nobilis o Gnometto pescatore da giardino]
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    skekDor aveva sciorinato un lungo ed articolato risposto nella speranza di convincere Glauco a seguirlo. Vomitando parole, sperava per altro di annullare la ritrosia che hanno in genere i mortali di fronte a proposte di quel tipo. Molto spesso falsi dei e creature mitiche propongono accordi all'apparenza ghiotti, ma che alla fine della fiera si rivelano delle grandi fregature.

    Ecco perché, come già era successo altre volte, i mortali partivano prevenuti. E lo gnomo, purtroppo, non fece eccezione.
    Un lato del becco ebbe un fremito quando Glauco fece notare di non volere affatto vivere in eterno. skekDor avrebbe a quel punto potuto specificare che non era quello il dono, bensì la possibilità di non morire di morte violenta, o per malattia. E alla rescissione del contratto, Glauco sarebbe tornato mortale e avrebbe potuto morire quando e dove voleva. Ma era inutile, ormai gli leggeva negli occhi una risposta negativa al sodalizio cui auspicava.
    Il piccolo uomo gli si fece vicino, forse troppo. D'istinto, skekDor si ritrasse un po' indietro. L'etichetta voleva che solo i mortali asserviti agli dei, o le divinità stesse, potessero toccare un corpo immortale. E nonostante le sue grottesche fattezze, lo Skeksis nutriva la convinzione di meritare anche lui un simile trattamento.
    Comunque, dopo essersi scansato un poco, semplicemente flesse le gambe in modo da permettere allo gnomo di guardarlo negli occhi senza eccessive torsioni del collo. Serviva a ben poco dimostrarsi superbo e austero con qualcuno che gli voleva, tutto sommato, tendere la mano.

    Di fronte alle constatazioni del naufrago riguardo la sua caduta, il mezzo-Mistico andò d'istinto ad afferrarsi le braccia e comprimere il torace. Era una riflessione profonda e spontanea quella di Glauco, che per qualche ragione lo toccava personalmente. Quando poi questi paragonò la sua disavventura al terribile esilio forzato di skekDor, a quest'ultimo vennero gli occhi lucidi.
    Tirò su col naso e, girando il capo di novanta gradi, cercò di mascherare il muso con una manica della veste. Era vero, quel terribile insulto gli rodeva dentro da molto, troppo tempo...
    In effetti, le lacrime che ora gli rigavano i lati del becco erano dovuti allo smacco subito, più che a una vera e propria malinconia. Digrignò i denti, ed emise una specie di borbottio soffuso.
    "Non ti ho ucciso solo perché sei parso interessante ai miei occhi, piccolo uomo... Non cercare significati arcani lì dove non ce ne sono..." Rispose, tra un gemito e l'altro.
    Tirò su forte col naso e si asciugò le lacrime con l'altra mano, prima di rimuovere il velo di seta che lo celava agli occhi di Glauco.
    Una mutria seriosa, unita a un sinistro baluginio negli occhi, avevano preso il posto dell'espressione gioviale di poco fa.
    Lo gnomo sapeva così poco di skekDor. E già pretendeva di conoscerne le pulsioni?
    "La mia pancia è pregna delle anime dei mortali che hanno avuto la presunzione di considerarmi loro pari. Quanto alla bontà che risiede in questo involucro di carne..." Roteò le palle degli occhi, schioccando la lingua sul palato. Sembrava far così quando qualcosa lo scocciava: "...troverò prima o poi modo o maniera per liberarmene. Una cosa però posso dirtela, visto che siamo in confidenza..."
    Avanzò, facendo un esagerato passo che mostrò una delle zampe di rettile da sotto la gonna. Dirimpetto allo gnomo, il becco tanto prossimo a lui da sbuffargli contro il suo fiato di morte, skekDor rivelò un qualcosa che fino a quel momento i più avevano scoperto solo attraverso la vicinanza forzata con la divinità: "...quando sono in me, non avrai mai occasione di vedermi perseguire il bene."
    Detto ciò, si distanziò di nuovo e gli voltò le spalle, indicando il cammino da seguire con un gesto sprezzante: "Per di qua, verso il Presidio in cui il sole picchia forte tutto l'anno. Forse l'arsura che ti coglierà a calcarne le sabbie ti renderà chiaro il motivo per il quale non condividerò mai la tua visione della vita, giovane Glauco."

    Ripose le zampe al caldo nelle ampie maniche della veste, quindi prese a camminare. La sua andatura ballonzolante ed estremamente lenta ricordava la marcia dei pinguini. Di nuovo la strana litania lugubre si levò nell'aria, con echi di funesto raccapriccio che accentavano ogni suo passo.
    Era il suo modo di chiudere quel discorso. Forse, persino troppo indulgente per i suoi standard. Ma l'aveva detto: aveva affinità per Glauco

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    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

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    Il dialogo di skekDor così come i suoi gesti ed i suoi occhi fecero capire allo gnomo che, seppur fosse riuscito a capire in parte la sua guida, egli aveva toccato dei tasti che era meglio non avesse più osato toccare. Ebbe modo di percepire quanto egli fosse stato vicino a vedere il male che perseguiva skekDor, cercando di raggiungere i propri obiettivi, uscire fuori per scatenarsi su di lui: non successe solo per l'interesse minimo che ancora nutriva lo skeklis nei suoi confronti. Pur avendo intravisto una lacrima e volendo consolarlo, Glauco non si avvicinò alla sua guida e rispettò la parola "conclusiva" del rettile-volatile. Glauco non conosceva il modo di vivere dello skeklis eppure capì che, dopo che la litania ritornò a fuoriuscire dalle sporgenze sulla schiena, il tempo del dialogo era per il momento concluso.

    "Probabilmente è meglio scusarsi, non sembra di buon umore dopo la nostra chiacchierata ed il mio rifiuto a seguirlo...ma non riesco ad odiarlo, non riesco a ritenerlo pericoloso. Sento che, in fondo, qualcosa tra noi potrebbe funzionare. Ha detto che nessuno può esser suo amico e probabilmente io non potrò essere un suo compagno di viaggio ma, in qualche modo, sono riuscito a percepire qualcosa che lui nasconde dietro quella cupa maschera del dio malevolo. Sarà stato malevolo ma ora non sembra più così tanto malevolo. O forse sono io che non comprendo più, causa della mia sventura, cosa sia malevolo e cosa sia benevolo. Ci sono persone buone che fanno più danni di persone malvagie e si nascondono dietro la loro castità, costui mi ha mostrato il suo intento per filo e per segno! Non posso che rafforzare la stima per esser stato franco con me e spero abbia accettato la mia sincerità. "

    Dopo questi pensieri ed altri che si susseguirono velocemente, la bocca dello gnomo si aprì solo per rispondere alle ultime parole di skekDor.

    "Fammi strada mia guida, confido comunque in te. Scusa se ho detto qualcosa di troppo, non volevo esser presuntuoso: hai le tue ragioni per agire come agisci."

    Glauco non volle in nessun modo affiancarsi all'immortale benché con il suo passo avrebbe potuto agilmente superarlo e distanziarlo ma lui si era affidato allo skeklis per essere guidato alla civiltà e dunque mai avrebbe superato la linea di intesa che avevano raggiunto con il loro precedente accordo: se ci fosse voluto un giorno, una settimana od anche più tempo, non avrebbe dubitato comunque della sua guida. Il sentiero che presero non era segnato, semplicemente attraversarono la verdeggiante pianura per poi valicare via via alcuni colli e ritrovarsi, nel giro di cinquanta minuti, alle porte della grande foresta. Glauco non aveva idea di che città poteva trovarsi difronte così, per non rendere lugubre quel viaggio, iniziò a cercare informazioni su Endlos dando prima in esca informazioni su Lasto.

    "Non ho proprio idea di come possono essere fatte le città di Endlos ma su Lasto le città hanno svariati stili architettonici: quello che prevale però è uno stile basato su case in legno e vetro. Io stesso ho contribuito su alcune testuggini-isola a costruire case, la mia arte di modellazione del legno è più buona in ambiti civili che in campo militare. La vegetazione cresce molto bene sui gusci sulle testuggini-isola. Legno e vetro lavorati in modo certosino, con una maestria ed una precisione nei dettagli da far nascere spesso opere artistiche sublimi! "

    Lo gnomo guardò verso le vesti della sua guida cercando di cogliere, nella litania, qualche parola ma non era sicuro che gli avrebbe risposto. Ci sperava. Il passo che stavano tenendo aveva una cadenza molto bassa e lenta, quasi pesante. Forse quell'ambiente non favoriva la marcia di skekDor ma lamentarsi apertamente sarebbe stato stupido. Ci sarebbe voluto il tempo che ci sarebbe voluto.



    Condizione fisica: Stanco, le trasformazioni così in successione l'hanno stancato.
    Condizione psicologica: Curioso di sapere di più su Endlos. Il passo è lento ma non vuole lamentarsi con skekDor.
    Equipaggiamento: -
    Abilità passiva #1: Occhi metallici [scurovisione]
    Abilità passiva #2: Forma alternativa [Ascriani, Hudur, Axia Nobilis o Gnometto pescatore da giardino]
    Abilità passiva #3: Manipolazione dei vegetali
    Tecniche attivate: -
    Slot: 0/2
    Energia utilizzata: 0%
    Energia rimanente: 95%
    Link scheda X | Revisione X



     
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