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{ Presidio Nord, Etlerth }
Tutti
La partenza fu all’alba.
Un dispiegamento senza precedenti di uomini e mezzi aveva lasciato Valiinorê per inoltrarsi nella tundra dell’Etlerth. Decine di barbari in groppa a possenti cavalli grigi, alcuni agenti a bordo di motoslitte intabarrati nelle loro tute termiche, una dozzina di cittadini volontari su di un carro trainato da due Rhinox addomesticati e infine voi mercenari – che avevate a disposizione degli stalloni di montagna.
Nei mesi precedenti molte cose erano cambiate a Valiinorê. Le importazioni si erano intensificate e con esse si era verificata un’affluenza di genieri provenienti dal meridione, che si erano prodigati a trasformare la cittadella in un bastione blindato: mura d’acciaio e cemento armato erano camuffate sotto la tipica muratura nordica, antenne radar scandagliavano i dintorni per miglia, torrette automatiche erano celate sotto la neve e negli anfratti rocciosi, e sulle strade non più dissestate qualcuno giurava di aver visto addirittura dei cingolati, stipati poi nella base operativa edificata dagli stranieri. Ai margini della valle erano stati installati dei dissuasori perimetrali progettati appositamente per tenere a distanza i non-morti, raggiungibili tramite un sistema di gallerie sotterranee che permetteva spostamenti sicuri anche durante le bufere notturne. Se a questi vertiginosi progressi tecnologici si affiancava la conoscenza del territorio dei barbari dell’Uthgartd, non c’era da sorprendersi se in così breve tempo l’intera valle era stata attrezzata per accogliere centinaia di rifugiati.
La missione di quel giorno consisteva proprio nel prelievo degli abitanti dell’Etlerth più esposti a futuri attacchi dei non-morti e la successiva scorta di questi nei rifugi allestiti. Studiando le mappe dei territori sotto l’influenza dei quattro Re Lich erano stati individuati dei centri abitati particolarmente a rischio. Il piano d’azione prevedeva la suddivisione in diverse squadre minori per raggiungere i vari obiettivi. I gruppi di scorta ai profughi si sarebbero poi ricongiunti al tramonto in un punto d’incontro prestabilito. I vertici dell’operazione avevano assicurato che il rientro notturno a Valiinorê si sarebbe svolto al riparo dal gelo e dagli zombie nottambuli, ma soltanto i capitani dei diversi team conoscevano tutti i dettagli.
A guidare i barbari del Clan del Cavallo d’Argento c’era Revair, il signorile e sfuggente capoclan dai modi totalmente opposti a quelli dei suoi ruvidi compagni. Gli agenti in motoslitta rispondevano alle direttive di un massiccio guerriero in groppa ad un’ancora più imponente cinghiale autoctono. Infine c’era Marcus Smith, il cosiddetto “Re Leone”, che capeggiava il carro trainato dai possenti Rhinox.
Illuminati dalle prime luci dell’aurora e sferzati dal vento gelido
abbandonaste la sicurezza dei monti per affrontare l’eterna distesa bianca.SPOILER (clicca per visualizzare)Il primo giro funge da presentazione dei vostri personaggi. Descrivete liberamente i motivi che li hanno portati (o riportati) in quel di Valiinorê a militare in una crociata disperata – ma che pare aver attirato le simpatie di alleati potenti. Dal prossimo giro ci si suddividerà nei tre gruppi, se avete preferenze su chi accompagnare fatemelo sapere nel bando in bacheca e cercheremo di accontentare tutti nei limiti del possibile.
La scadenza sarà fissata ad una settimana dall’intervento del QM, perciò avete tempo fino a Venerdì 2 Giugno.. -
Ramses_III.
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Il sudore gli imperlava la fronte, il cuore batteva all'impazzata e il petto si gonfiava e sgonfiava velocemente seguendo il respiro affannato. Era paralizzato contro la branda, gli occhi spalancati fissavano il buio. Aveva sognato il suo mondo natio; non il deserto del Sud o le verdi pianure della zona centrale, aveva sognato il bianco manto che avvolgeva il Nord. C'era neve nel suo sogno, neve ovunque, e l'inizio di quella che sembrava potersi trasformare in una bufera in una manciata di minuti.
Azazel! Ripetimi ancora per quale dannatissimo motivo siamo immersi nella neve fino al ginocchio.
Davakas urlava contro il vento ma la sua voce arrivava al Demone quasi fosse un sussurro. Era un uomo alto quasi quanto lui, in realtà si somigliavano abbastanza in quasi tutto, erano amici da sempre e insieme erano sopravvissuti svariate volte a situazioni infernali. Gli sembrava di non vederlo da secoli.
I non-morti Davakas! Quei dannati Re Lich stanno spingendo le loro truppe lungo tutto il Nord, e noi due siamo incaricati di trovare l'avanguardia dell'esercito nemico e comunicare la posizione ai nostri. Possibilmente senza farci scannare.
L'altro aveva recepito meno della metà di quello Azazel gli aveva detto, ma almeno la prima parte era chiara.
Non-morti?! Mi stai prendendo il culo? Non si vedono non-morti su Theras da almeno mille anni!
La bufera si era innaturalmente placata in un istante. La verità aveva colpito l'Eterno come un macigno. Balbettò cercando una risposta plausibile, ma tutto quello che gli venne in mente era che non si trovavano su Theras.
Theras è distrutta. Non siamo più nel nostro mondo. Ora dobbiamo difendere questo, è questa la nostra nuova casa.
Davakas si decompose davanti ai suoi occhi, brandelli di carne grigia caddero lasciando scoperti gli zigomi, le labbra si ritrassero mostrando i denti marci e lasciando che la bava cadesse viscida sulla neve mentre gli occhi vitrei si spalancavano.
Già. Siamo tutti morti! E per colpa di chi?!
Poi il mostro si arrampicò fuori dalla neve e saltò addosso al Demone con la mandibola spalancata. Azazel fece appena in tempo ad estrarre la katana, poi si ritrovò sdraiato nella sua stanza con un pugnale in mano.
In fondo sapeva che era stata anche colpa sua. Aveva dato tutto, ma tutto non era stato abbastanza.
Ma perchè il Nord? Ci era passato raramente. E perchè i non-morti? Ne aveva visto a malapena uno, figurarsi affrontare un esercito di quei mostri.
Poi il respirò tornò regolare, e la nebbia che gli offuscava la mente si diradò. Un ubriaco aveva detto qualcosa su quattro Re Lich la sera prima, ma... non riusciva a ricordare esattamente le sue parole; non gli aveva prestato troppa attenzione nella confusione generale della locanda.
Si alzò e si diresse verso il bagno -una stanza che ne avesse uno gli era costata non pochi soldi, ma c'erano comodità a cui, almeno finchè poteva, non avrebbe rinunciato-, si sciacquò la faccia con dell'acqua fredda e si affacciò alla finestra, inspirando con il naso e lasciando che l'aria della notte gli riempisse i polmoni ghiacciandogli l'umidità sulle guance.
Doveva ricordare.
Quattro Re Lich... un esercito di non-morti... una città che organizzava la controffensiva. Qual era il nome di quella città?
La Capitale del Nord, Najaza, non era a conoscenza dell'impegno dei mercenari contro quest'orda, e la cosa non doveva cambiare. Non ricordava il perchè, non ricordava nemmeno se avesse chiarito la questione.
Arruolarsi in un esercito mercenario poteva considerarsi una buona idea per due motivi: l'entrata economica, utile visto che facendo una previsione realistica nel giro di una settimana avrebbe a malapena avuto i soldi per sopravvivere, e forse anche più importante aveva l'occasione di dare un senso alla sua presenza su Endlos.
Rimase a fissare la notte, resa viva dalle torce tra le vie e dalle lanterne nelle case.
Sorrise. Poi sussurrò.
Valiinorê.
[...]
Aveva raggiunto il villaggio pochi giorni dopo, sui monti Koldran, ed era evidente che si stava preparando qualcosa di grosso. Viveri, soldati, un andirivieni di almeno cento uomini solo in quelle ventiquattro ore, ma così come arrivavano così svanivano. La tensione era palpabile anche tra la popolazione; in tutto il Nord aveva percepito la paura per la costante minaccia dei Re, ma a Valiinorê si respirava un qualcosa che non aveva trovato da nessun'altra parte fin lì: la speranza.
E voleva contribuire ad alimentare la speranza in quella gente, voleva contribuire a debellare una piaga. Doveva solo trovare quel dannato accampamento.SPOILER (clicca per visualizzare)Energia: 100%
Fisico: 100%
Mente: 100%
Equipaggiamento:
Katana
Coltelli da lancio (5)
Armature:
//
Oggetti:
//
Abilità Usate:
//
Passive Usate:
Immortalità. Passiva ∞
[Il Demone sfonda lui stesso la barriera della non vita, divenendo un immortale e sconfiggendo la morte una volta per tutte.
Il caster diviene a tutti gli effetti immortale. Non potrà comunque continuare a combattere o proseguire in una Quest con una somma di danni mortali sul corpo, non sarà immune al dolore né agli effetti dei danni - ad esempio, con una gamba spezzata non potrà camminare. La tecnica garantisce una difesa dalle scene in cui è possibile perdere il proprio personaggio o al termine di un duello con Player Killing attivo: dunque il caster potrà recuperare il proprio personaggio a seguito di una scena dedicata. I personaggi possedenti questa passiva non potranno essere uccisi in nessun caso.]
Note: Bene, eccomi qui. Mi sono letto un po' di cose sulla campagna in questi giorni e ne ho sfruttate due per il mio post di presentazione:
visto che c'era la possibilità di essere estromessi dalla campagna -ed è successo- mi sembrava plausibile che un ubriaco parlasse troppo in una locanda qualsiasi in un luogo qualsiasi di Endlos (per questo motivo non chiarisco da dove parte Azazel); la seconda cosa riguarda quella barriera illusoria che circonda l'accampamento vero e proprio e non il villaggio: non avendo istruzioni a riguardo, e non sapendo il mio PG di questa cosa,
ho solo descritto come "fatto strano" che tutta questa gente sparisca nel nulla, fermandomi poi alla ricerca in sè dell'accampamento. In ogni caso supererò la barriera e mi aggancerò al resto della spedizione nel secondo giro, spero non sia un problema.. -
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Dover attraversare l’intero presidio non era stato facile: dal torrido deserto di Mersovish, di qualche mese fa, ora doveva scontrarsi col vento gelido del Nord, ma dopo le parole dello Skekis e l'arruolamento non poteva tirarsi indietro se voleva scoprire di più sul quel presidio settentrionale e sui suoi tesori, e quella poteva essere l’occasione perfetta. Capire come i morti potevano tornare in vita, cos’è che li anima, quale potente magia sia stata in grado di sovvertire le leggi della natura a quel modo, e soprattutto chi è colui che è riuscito a compiere tutto questo. Gli servivano risposte, e il tempo a sua disposizione si restringeva di più ogni minuto che passava.
Era dal primo giorno in cui aveva messo piede su Endlos che non ritornava fra quelle gelide e inospitali terre -e ritornarci adesso- gli fece tornare in mente la sua missione, l’ordine che gli era stato assegnato e l’odio che provava per la Divisione che l’aveva mandato li, in avanscoperta, e che l’aveva trattato come una pedina sacrificabile per i loro infimi scopi. Ma raggiungere quel luogo avrebbe voluto dire riuscire a compiere il primo passo verso quello che era la sua vendetta, la sua rivincita contro chi gli aveva tolto tutto, contro il demone che gli aveva inflitto quella maledizione, condannandolo cosi a una vita sotto i suoi servigi.
Dalle informazioni che era riuscito a reperire, sembrava che un imminente esercito di non morti stava per compiere un'offensiva a Valiinorê, una cittadina recentemente fortificata anche grazie all’aiuto di Skekdor. Raggiungendola sarebbe sicuramente riuscito a ottenere molte più informazioni su questa storia.
Gli occhi cerulei dritti di fronte a se, concentrati sulla tortuosa strada da percorrere mentre il vento gelido di quelle terre sferzava i neri capelli e la lunga divisa donatagli dalla divisione. L’ombrello risplendeva a tratti sotto i raggi di luce dell’aurora, che si riflettevano sul nero della sua arma, riposta saldamente sulla schiena. Ormai era vicino al villaggio, e a momenti sarebbe sicuramente riuscito a raggiungere il luogo dell'incontro per la sua missione.
Edited by mugna97 - 2/6/2017, 23:42. -
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Non poteva sottrarsi alla chiamata.
Dopotutto il villaggio era cresciuto anche per suo merito. Ricordava perfettamente i primi giorni in cui si era stabilito in quel luogo. Non esisteva alcun muro di protezione, la maggior parte delle case erano disabitate e bisognose di urgenti riparazioni; senza contare che al villaggio mancasse un effettivo nome prima che quello scelto da Badger in persona, venne democraticamente considerato adatto.
Valiinorê era cambiata radicalmente da quei giorni. Una vera e propria roccaforte attrezzata con tecnologie quasi assurde agli occhi dello gnomo. Mezzi che si muovevano senza l'ausilio di cavalli, simili a quelle macchine presenti nel Bloodrunner.
Alcune cose non erano però destinate a cambiare, come ad esempio la taverna della quale era proprietario a cui si era affezionato. Nonostante adorasse la vita da girovago, non disprezzava un luogo familiare dove ritornare tra un'avventura e l'altra.
La guerra contro i Lich non era ancora conclusa, per questo si sarebbe impegnato a debellare la minaccia al meglio delle sue capacità, dando a chiunque la possibilità di un confortevole rifugio, al sicuro dalla piaga dei morti viventi.
Non si sarebbe considerato più un eroico cantastorie, nel caso si fosse sottratto da quell'incarico mirato a scortare al villaggio, gli abitanti dell'Etlerth nelle zone a rischio attacco. Vite le quali andavano doverosamente salvate, anche per il mero concetto d'evitare che la loro dipartita andasse a ingrossare le fila dei Re Lich. Di non-morti ne circolavano già troppi per i gusti di Badger.
Non tutti i giorni si vedeva uno gnomo a cavallo, e per validi ragioni. Non era mai stato un esperto cavallerizzo, causa la bassa statura, ma con le giuste modifiche alla sella, anche uno come lui poteva sostenere una cavalcata in quelle terre di ghiaccio e neve. Sperava solamente di non restare disarcionato dall'animale; avrebbe perso ogni briciolo di considerazione da parte dei barbari dell'Uthgartd.
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»Merryman.
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SPOILER (clicca per visualizzare)Narrato
Parlato
"Pensato"SPOILER (clicca per visualizzare)Merryman Don Lyon Capone
Salute: 100%
Energia: 100%
Classe: Technomancer - Psion - Alchemist
Link scheda.. -
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{ Presidio Nord, Etlerth }
Azazel | skekDor | Umbrella | Badger | Merryman
La tundra si estendeva a perdita d’occhio, regalando a pochi temerari una veduta mozzafiato. Alla luce del mattino l’Etlerth era algido e luccicante come un gioiello, suo malgrado inquinato dall’aura nefasta che stava lentamente asfissiando il Nord. Per quanto la luce solare fosse un buon deterrente contro i redivivi, ogni notte le dita scheletriche della Morte stringevano la presa per soffocare l’ultimo palpito di vita di quelle terre. Nessuno sapeva per quanto ancora avrebbero resistito a quello strangolamento. Alcuni avevano abbandonato a malincuore la patria, emigrando verso il Pentauron o l’Est nella speranza di ricostruire la propria vita da zero. Molti erano invece rimasti, rassegnati ad addormentarsi ogni sera con la consapevolezza che forse non si sarebbero mai più svegliati. Tanti altri popolani cercavano d’ignorare le avvisaglie del decadimento, proseguendo la propria quotidianità nei limiti del possibile. Mestieri, famiglie, tradizioni, legami, culti… diversi pilastri con cui sorreggere il proprio spirito in attesa di giorni migliori.
Purtroppo l’inerzia della vita quotidiana era terreno fertile per l’operato dei Re Lich. La putrefazione del Presidio era pianificata per essere graduale, senza sovvertire la routine del popolo: dopotutto delle entità millenarie ragionavano su tempistiche completamente diverse da quelle dei mortali. Il tasso di contagio doveva mantenersi in un punto di equilibrio, permettendo alla società di continuare a prolificare per accrescere le fila dell’orda a un ritmo sostenibile. Qualcuno aveva paragonato i Lich a degli allevatori, che consumavano la loro mandria con parsimonia per assicurarsi una crescita stabile nel tempo. La Piaga non era un’epidemia acuta ma una moria lenta, una guerra di logoramento che gli umani non potevano vincere restando inerti.
Il fronte di Valiinorê puntava a destabilizzare quell’equilibrio: radunando le potenziali vittime sotto la loro ala protettrice avrebbero tagliato i rifornimenti del nemico. A quel punto i Lich avrebbero assistito al deterioramento progressivo dei propri ranghi ma - a condizione di sopportare delle ingenti perdite - probabilmente avrebbero avuto qualche probabilità di risollevarsi sul lungo periodo, non appena i rifugiati sarebbero diventati ingestibili (per penuria di risorse, crisi di comando o altri motivi). La guerra d’attrito avrebbe soltanto mutato le sue tempistiche, stavolta leggermente a sfavore dei non-morti.
Pur con la prospettiva di una vittoria lontana, quella spedizione voleva far leva anche sulla seconda debolezza del nemico: oltre ad essere vulnerabili nel loro processo di cernita, i Lich avevano ancora tratti residuali di personalità umana, accentuati dalla loro perpetua posizione di comando. L’affronto lanciatogli dal loro bestiame sarebbe stato uno smacco considerevole per il loro orgoglio e probabilmente li avrebbe costretti finalmente a uscire allo scoperto.
Consci del valore di quest’operazione di recupero, avreste dovuto fare i conti con la testardaggine e la diffidenza delle genti nordiche: i dispacci di evacuazione erano già stati preventivamente inviati a tutti i centri abitati, ma sarebbe stato compito dei presenti convincere i più ostinati a lasciare le proprie case. Si prospettava una missione delicata e dall’approccio tutt’altro che ovvio: sarebbe stato meglio usare la persuasione o la forza? False promesse o cruda realtà? E se entrambe, in che proporzione?
Privi di una risposta univoca a questi interrogativi,
i tre gruppi si separarono a metà mattina.
{ Etlerth, Strada per Burwark }
Azazel | Badger
Eravate in sella ad esemplari equini di tutto rispetto per stazza, temperamento, resistenza e celerità. Destrieri allevati con cura per poter affrontare lunghe traversate nella tundra, che tuttavia sfiguravano in confronto ai magnifici stalloni grigi cavalcati dai barbari a cui eravate assegnati.
Era noto che quegli uomini grezzi e nerboruti facevano parte del Clan del Cavallo d’Argento, tribù seminomade dell’etnia Uthgardt stabilitasi nei pressi di Valiinorê per collaborare al debellamento della Piaga dei Non-Morti. Si trattava di guerrieri difficili da trattare, con usi e costumi molto distanti dalla vita cittadina. Spesso si consigliava ai mercenari di non rivolgersi a loro se non fosse strettamente necessario, non tanto perché preferissero viaggiare in silenzio - al contrario, tra loro parlavano volentieri in lingua nordica - quanto per non rischiare di offenderli per sbaglio data la diversa estrazione culturale.
« Salute, messere. Mi corregga se sbaglio, ma per caso è un novello militante della nostra crociata? »
Si sussurrava soprattutto di stare alla larga da Revair, il capoclan che invece aveva appena interpellato Azazel con deferenza. Era un giovane uomo dai capelli argentei fini e ordinati, vestito con più raffinatezza rispetto ai suoi uomini. Pur essendo ben proporzionato, non era confrontabile con la stazza di tutti gli altri energumeni e perfino la postura della sua equitazione seguiva uno stile differente. Insomma, un capo Uthgardt che di barbaro non aveva nemmeno il nome.
Probabilmente Azazel non sapeva i motivi di quella diffidenza nei confronti di un alleato certamente insolito ma comunque rispettato da tanti fieri guerrieri. Forse li avrebbe scoperti molto presto, dato che la cittadina di Burwark era ancora lontana mentre lo sguardo pungente di Revair era tremendamente vicino.
Nel frattempo gli altri guerrieri stavano rivolgendo cenni di saluto allo gnomo a cavallo. Pur essendo passati diversi mesi non avevano dimenticato la cortesia con cui Badger li aveva accolti a Valiinorê, perciò il bardo non avrebbe avuto problemi a conversare con loro sui recenti sviluppi.
{ Etlerth, Strada per Halbem Weg }
skekDor
I volontari di Valiinorê guidati da Marcus Smith stavano rumoreggiando: il fetore di quel volatile fin troppo cresciuto si stava facendo insopportabile. Giunti a quel punto della crociata non avevano obiezioni a farsi aiutare dalle creature più bizzarre, ma il viaggio era troppo lungo per passarlo costantemente con il naso rivolto verso l’esterno.
« Mi scusi se disturbo il suo riposo, ma gli uomini di vedetta fuori vorrebbero distendersi un po’. Potrebbe dar loro il cambio e farmi compagnia? »
Il capogruppo era un uomo degno della nomea di “Re Leone”, data la corporatura massiccia, i capelli fluenti e il portamento regale. Aveva chiesto all’immobile Skeksis di uscire all’esterno del grosso carro insieme a lui per lasciare un po’ di spazio a chi desiderava ripararsi dalla brezza gelida. Mentre gli instancabili Rhinox trainavano il carrozzone a passo spedito, avevi l’occasione di sfruttare una figura di spicco di Valiinorê per aggiornarti sugli sviluppi della campagna avvenuti durante la tua assenza.
{ Etlerth, Strada per Honiv }
Umbrella | Merryman
Seguire le motoslitte a cavallo si rivelò arduo, ma gli agenti si premurarono di non distanziarvi mai eccessivamente e di non infastidire gli animali con le scie di nevischio sollevate al loro passaggio. Mentre galoppavate attraverso la piana vi scorrevano ai lati le conifere innevate e i torrenti ghiacciati. La pista battuta era segnalata a malapena da alcune rocce caratteristiche poste a intervalli regolari. La quiete dell’Etlerth era disturbata soltanto dal sibilo dei veicoli che planavano sulla neve e dal battito ritmico degli zoccoli delle vostre cavalcature. Dato che nessuno di quegli agenti indistinguibili pareva in vena di chiacchiere per smorzare la monotonia del viaggio, forse vi conveniva affiancare i destrieri e iniziare a fare conoscenza tra di voi.
Oppure potevate rivolgervi al vostro caposquadra, per quanto la sua dura espressione
e la riottosa belva che lo trasportava potessero mettere in soggezione.
Prima o poi vi sarebbero servite delle indicazioni operative,
perciò perché non rischiare?SPOILER (clicca per visualizzare)Avete a disposizione questo turno d’interazione per poter parlare tra tutti (prima della separazione nei tre gruppi, avvenuta a metà mattina) e poi per conversare coi membri dei rispettivi team. Vi consiglio di sfruttare al meglio questa occasione: potete raccogliere informazioni sulla campagna, esporre eventuali perplessità sulla missione, magari fare una buona impressione sui capogruppo o semplicemente fare conoscenza coi vostri compagni.
Vi ricordo di leggere attentamente le indicazioni contenute (e a volte nascoste) nel mio narrato da QM, e se avete qualsiasi dubbio non esitate a usare il bando in bacheca!
Ricapitolando i tre gruppi:- Team Barbari: Azazel e Badger
- Team Re Leone: skekDor
- Team Motoslitte: Umbrella e Merryman
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You say I'm changing?
Sorry, I didn't know
I had to stay the same.- Group
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Marcus Smith
Il Re Leone.
Se il Re Leone si è guadagnato questo soprannome, pur essendo padrone di nessuna terra, è perché c'è un che di regale nel modo in cui si impone sul mondo. Ogni cosa in lui, dalla pacatezza del tono al portamento deciso, suggerisce la figura di un uomo perfettamente padrone di sé stesso, che lascia trapelare al mondo solamente ciò che lui desidera. Ogni suo gesto è studiato; ogni sua emozione è calcolata.
Ma ascoltando le parole dello Skeksis, nemmeno lui può fare a meno di sgranare istintivamente gli occhi per un istante.
« Felice di darle nuove informazioni sulla situazione della nostra campagna, signor Skekdor, poiché sembra avere le idee parecchio confuse sulla situazione. Vede, dal nostro punto di vista, la prima campagna è stata un completo successo. »
Parla con calma tra un passo e l'altro, ignorando le frecciatine rivolte ai suoi collaboratori e compari.
« Le protezioni sul nostro villaggio sono state allentate, e i mercenari sono stati inizialmente rimandati a casa, perché i Lich hanno rinunciato ad attaccarci - evidentemente intimoriti da un livello di preparazione che non si aspettavano.
Il nostro obiettivo è sempre stato la protezione delle genti di Vallinore, non l'eliminazione dei Lich. E quell'obiettivo è stato raggiunto pienamente. »
Si scosta una ciocca di lunghi capelli dal volto; rallentando un attimo il passo, ne approfitta per legarseli in una coda.
« Se la compagnia è stata riformata, è perché i nostri metodi sono stati consolidati, la nostra cerchia di alleati si è allargata, e sappiamo di poter fare di più.
Ci sono molte genti, al di là del nostro piccolo villaggio, che soffrono sotto la tirannia dei Re Lich. Immagino che per un mercenario come lei possa risultare assurda l'idea di tornare a combattere unicamente per fare del bene disinteressato, ma... Io e i miei superiori siamo fatti così. »
Una scrollata di spalle. Un sospiro.
« Ha altre domande? ». -
»Merryman.
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I capelli sferzati dal forte vento gelido di quella corsa contro il tempo. Le gambe allenate stringevano sul dorso dell’animale tenendolo rialzato dalla sella in modo da accompagnare la veloce andatura del destriero. Si guardava intorno osservando la vegetazione e i compagni mentre tutto sembrava sfrecciava a grande velocità per i suoi occhi.
Sapeva qual era il loro obbiettivo, conosceva la loro missione; recuperare civili e portargli al sicuro dall’imminente attacco dei non morti, ma quei dettagli gli risultavano troppo pochi e troppo vaghi per una missione di quel calibro: quale sarebbe stato il suo compito? Le persone erano già al corrente del loro imminente arrivo o avrebbero dovuto convincerli sul momento ad abbandonare tutto per seguirli?
Più procedevano, e sempre più dubbi e domande si affollavano nella sua mente visto anche che ancora non avevano ricevuto nessun tipo di ordine dal loro comandate, e non sembrò essere l’unico ad avere dubbi sulla missione: un uomo incappucciato passò davanti al gruppo affiancando il loro caposquadra. Per quanto se la fosse sempre cavata ad agire repentinamente nelle situazioni più difficili, era il tipo che prima di attaccare preferiva sempre avere un buon piano in mente e avere la certezza di una vittoria il più facile possibile e senza complicazioni. Doveva saperne di più e l’unico modo che aveva per ottenere maggiori informazioni -visto che gli agenti che lo accompagnavano non sembravano in vena di parlare- l’unica opzione plausibile era chiedere al caposquadra.
Spronando il cavallo con un doppio colpo di tacco e una frustata di redini cercò di recuperare il gruppo cosi da potersi affiancare alla loro guida.
Davanti alla squadra troneggiava un possente cinghiale che sembrava rendere giustizia alla figura autoritaria che lo cavalcava. Grosse zanne e un lungo pelo caratterizzavano l’animale dandogli un’aria di selvaggia potenza e velocità.
Raggiunto il loro comandante avrebbe rivolto a lui le domande che lo assillavano, nella speranza di una risposta che avrebbe colmato tutti i suoi dubbi:
“Signore, Abbiamo già un piano su come trasportare i civili attraverso questo gelo?.
E riguardo hai Lich, sappiamo già quanto sono riusciti ad avanzare, o c’è la possibilità che dovremo scontrarci con loro al nostro arrivo?”
Lo sguardo ricadde per un attimo sul tipo incappucciato che a sua volta aveva fronteggiato il gruppo per parlare col caposquadra. Lo squadro un attimo da cima ha piedi, per quanto gli fosse possibile, per poi tornare a portare la sua concentrazione sul caposquadra e la sua possibile risposta.. -
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Volse lo sguardo al cielo, con lo scopo di presupporre l'ora in base all'altezza del luminescente astro. Non desiderava affatto ritrovarsi di sera in quelle terre, poiché ben sapeva di trovarsi nel territorio dei non-morti, i quali consolidavano la loro gelida morsa nelle tenebre. Un rischio tremendamente mortale, quello di trasportare civili nelle fredde notti del Nord. Sperava quindi di ritrovarsi in taverna prima che l'ultimo raggio di sole smettesse di splendere in cielo.
La sua antipatia per i non-morti era alquanto risaputa; dopotutto in più occasioni aveva raccontato di come nelle sue passate avventure, avesse già combattuto simili creature, ritrovandosi a fermare una piaga simile a quella del Nord con l'eccezione di uno zampino divino.
Doveva essere quasi tarda mattina, stando alle sue presupposizioni quando la grande carovana si divise in tre gruppi con rispettive mete. Avevano quindi a disposizione un intero pomeriggio per raggiungere la meta e riuscire in qualche modo a convincere le popolazioni più testarde, ad abbandonare le loro dimore per mettersi al sicuro. Poteva sembrare una facile impresa, non tenendo conto per qualche istante di quanto erano duri gli uomini del Nord, nei modi di fare e di comprendonio a volte.
Eppure lo gnomo non era eccessivamente preoccupato di questo. Si fidava della propria agile parlantina unita a uno charme naturale. Poteva dire meno dei suoi compagni di ventura, i barbari del Cavallo d'Argento. Difficilmente la popolazione dei villaggi del Nord, nutriva particolare affetto per le tribù e sicuramente, un nutrito gruppo di grossi e barbuti uomini, armati di asce e in sella a robusti e grigiastri cavalli, incuteva timore più che sicurezza. Non che Badger provasse disprezzo per i barbari, lo gnomo nel suo mondo d'appartenenza, aveva condiviso molte avventure con un individuo di quella risma; ne capiva quindi i comportamenti riconoscendo principalmente il loro valore come forti e implacabili guerrieri pronti a mettere in mostra il loro coraggio.
Non si tratteneva dal ricambiare i cenni di saluto nei confronti della tribù. Apprezzava che nonostante il tempo, questi nutrissero ancora simpatia per lui concedendogli persino l'onore di cavalcare al loro fianco... una cosa non da sottovalutare considerando la loro cultura.
Il loro capoclan continuava a risultare un'incognita, una vera sorpresa.
Il portamento, il lessico e l'aspetto stesso non lo identificavano come un barbaro. In lui c'era qualcosa di nobile, un sinistro fascino. Per quanto in molti preferivano tenersi alla larga da lui, la natura curiosa del bardo lo portava contrariamente a volerlo conoscere maggiormente.
Spronò quindi il cavallo così da potersi congiungere al capoclan e l'altro mercenario; un nuovo arrivato che incuriosiva lo gnomo poiché era ben sicuro che egli non avesse partecipato alla precedente fase contro i Re Lich.
«Devo ammetterlo, per uno gnomo come me, è un onore poter cavalcare insieme al Clan del Cavallo d'Argento. Non ho mai visto destrieri così fieri e possenti. Degni discendenti di Sleipnir.»
Normalmente ai barbari piaceva udire belle parole nei confronti della loro tribù, ma l'intuito lo portava a pensare che Revair non si lasciasse lusingare così facilmente. Non che il bardo nutrisse simili intenzioni, puntando invece ad altre informazioni.
«Perdonate la mia intrusione, ma visto quanta strada dobbiamo percorrere, non mi dispiacerebbe parlare di cosa sia cambiato nella campagna contro i Re Lich dalla qui alla nascita di Valiinorê. Ho notato che dalla mia ultima visita, le difese si sono incredibilmente rafforzate e lì dove prima esisteva solo una barriera d'illusione, adesso c'è il fior fiore della tecnologia. Mi domando quali potenti alleati posseggano i mezzi per edificare fortificazioni del genere.»
In effetti il villaggio era cambiato molto, e non sembrava solo per merito della stella, l'anima del Lich la quale secondo i vecchi piani, sarebbe stata adoperata come fonte di energia. Sicuramente era da escludere Najaza, la capitale del Nord sicuramente non avrebbe visto di buon occhio la campagna stessa.
«Novità da Najaza? Oppure la capitale continua ancora a restare chiusa nella propria indifferenza? Cosa che potrebbe risultare positiva per la nostra operazione. Spero anche che i quattro Re Lich, tendano ancora a collaborare difficilmente tra loro. La loro diffidenza reciproca è un ottimo alleato da non sottovalutare.»
Ricordava perfettamente gli studi effettuati, le informazioni ricavate prestando attenzione. I quattro vecchi sovrani, si reggevano su una flebile alleanza, tenuta in piedi solo dal più anziano dei Lich. Uno di loro, si vociferava fosse impazzito e gli altri due, non provavano il minimo rispetto l'uno per l'altro. Gli venne quasi spontaneo considerare che l'operazione, in qualche modo, poteva portare i tre Re Lich con ancora del senno, a poter collaborare tra loro.
«Inoltre sappiamo qualcosa sulla popolazione che dobbiamo convincere a lasciare le proprie terre? Far leva sulle loro tradizioni o capire cosa li tiene ancorati lì, nonostante l'evidente pericolo, potrebbe tornarci utile per convincerli a seguirci.
Revair non gli sembrava né uno sciocco, né un avventato. Sicuramente aveva in mente un piano preciso e dato il clan di cui era capo, doveva aver già inviato qualche esploratore a sondare il terreno... o almeno così sospettava lo gnomo, il quale non aveva ancora finito.
«Se il tempo ce lo concede, mi piacerebbe anche sapere qualcosa su di te, Revair. Noi bardi siamo creature curiose per natura e vederti a capo della tribù stuzzica la mia curiosità sapendo come solo chi supera il "Rituale d'Argento" venga considerato degno di accettare il dono di Sleipnir. Sarò ben disposto a ricambiare la cortesia con una delle mie storie o suonando qualcosa in onore al clan.»
Pura curiosità unita al trovare un modo per impiegare tutto quel tempo. Prima della partenza parlando con uno dei barbari, si era informato riguardo i generi preferiti dalla tribù.
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Ramses_III.
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Aveva seguito uno dei tanti carri stracolmi di viveri per trovare il quartier generale della resistenza umana alla piaga dei non-morti. Si meravigliò di quanti uomini avessero aderito alla causa, e distinse chiaramente i tre gruppi principali che si stavano preparando alla partenza. Si mosse rapidamente tra le tende cercando qualcuno che potesse dargli maggiori informazioni; i soldati preparavano i fagotti, caricavano i carri e sellavano i cavalli, finchè un ragazzo si scontrò con il Demone cadendo a terra.
Cazzo, scusa amico.
Si rialzò spazzando via la polvere dai pezzi spaiati dell'armatura.
Non ti ho proprio visto in mezzo al casino. Ma che ci facevi impalato in mezzo alla via?! Ti sei perso il tuo gruppo?
Sistemò meglio la spada lungo il fianco, sfuggendo per un attimo allo sguardo perplesso di Azazel.
Gruppo? Sono appena arrivato al villaggio in realtà. Ho sentito della crociata ma non ho la più pallida idea di come si stiano organizzando i generali.
Il giovane cercò di non risultare scortese, ma era evidente che avesse fretta e volesse tagliare corto il discorso.
Andiamo a prendere la gente dell'Etlerth, nelle zone a rischio, e li portiamo a Valiinorê sperando che i Lich tirino fuori la testa e vengano a spaccarci le ossa. Di sicuro non è una cosa che finirà molto presto, credo che vogliano impedire alla piaga di diffondersi ancora, ma non è un attacco nel vero senso della parola.
Comunque amico, è stato un piacere ma devo proprio andare. Dovremo rivederci da qualche parte questa notte se tutto va bene, guardati le spalle!
Si voltò e fece per mischiarsi al via vai generale, poi si bloccò e si voltò nuovamente verso l'Eterno.
Io seguo il "Re Leone", è quello laggiù vicino ai Rhinox, e penso che le nostre fila siano al completo. Ma il Clan del Cavallo d'Argento penso abbia ancora qualche cavallo a disposizione per i nuovi arrivati; se ti sbrighi puoi unirti a loro, per quanto possa essere piacevole viaggiare con gli Uthgardt si intende. Sai, non amano molto parlare, ma è sempre meglio di niente no?!
Azazel alzò la mano per ringraziarlo e salutarlo mentre il soldato spariva definitivamente tra le vie dell'accampamento.
Non fu difficile trovare i Barbari, vestiti com'erano di pelli e lana, sicuramente eterogenei tra di loro ma addirittura quasi in contrasto con chiunque non facesse parte del loro Clan. Un uomo dai capelli chiarissimi lo apostrofò, chiedendogli se volesse unirsi a loro per l'immininte partenza, e al Demone non restò che accettare.
[...]
La sua cavalcatura rasentava la magnificenza, ma quasi sfigurava quando gli si accostavano gli stalloni grigi dei Barbari. Capì dopo pochissimo tempo che le parole del giovane soldato erano fin troppo vere: non un Uthgardt gli aveva rivolto la parola, preferendo conversare tra loro in un dialetto di cui Azazel non distingueva un singolo vocabolo.
Non voleva certo rischiare di attirare le ire del suo gruppo, così il Demone semplicemente tenne il passo finchè non gli si affiancò un giovane.
Era riuscito a strappare due informazioni dai pochi cavalieri che come lui non facevano parte del Clan e che sembravano più volenterosi di scambiare qualche parola: la loro meta era la cittadina di Burwark, non così vicina come qualcuno sperava, e c'era una persona che era assolutamente sconsigliato avvicinare o infastidire. Revair, il capo del Clan del Cavallo d'Argento.
E quel giovane che di barbaro non aveva nulla, così dissimile per stazza e per la postura sul destriero, con i capelli d'argento, era proprio Revair.
Salute, messere. Mi corregga se sbaglio, ma per caso è un novello militante della nostra crociata?
Gli si rivolse con pacata deferenza, e Azazel non potè che rispondere con altrettanto rispetto nel suo tono di voce.
Salve Signore! Non sbaglia, sono nuovo tanto della crociata quanto dell'intero continente. Sono giunto qui da poco, ma appena ho sentito della piaga che affliggeva il Nord ho deciso di partire. Se c'era un luogo dove potevo essere d'aiuto, visto il mio passato, era tra le fila di quest'esercito.
Non sapeva se dire immediatamente ciò che pensava, non sapeva se Revair si sarebbe offeso per il suo ardire o se semplicemente fosse risultato l'ultimo arrogante che sapeva solamente menare la spada. Si morse la lingua, ma prima che il giovane condottiero potesse dire qualcosa inspirò profondamente e prese coraggio mentre l'aria fredda gli ghiacciava i polmoni.
Mi perdoni la sfacciataggine Signore, ma ho combattuto fin troppe guerre e temo che non avrò altra occasione in futuro per dirle cosa penso dei nostri movimenti.
L'aria si condensava in uno sbuffo di vapore davanti la sua bocca mentre parlava.
Proprio perchè ho aderito solamente ora a questa campagna militare ho cercato di ottenere più informazioni possibili dagli uomini, e mi corregga se sbaglio, ma il nostro compito oggi è quello di portare via le persone dai territori a rischio per quanto riguarda i Re Lich. Ma non è questa stessa ritirata una sorta di ammissione di inferiorità nei confronti dei non-morti? Insomma, stiamo regalando ulteriore territorio a quegli abomini, mettendoci contro la nostra stessa popolazione che ci vedrà come soldati che portano via loro la terra su cui hanno costruito sogni e futuro. La minaccia è grande, lo capisco, ma così non rischiamo di abbattere il morale di chi invece dovrebbe seguirci con fervore? E una cosa del genere non farebbe altro che indebolirci ancora. Forse rallenteremo la piaga, ma converrà con me che non è assolutamente un metodo efficace per fermarla o addirittura debellarla.
Il cuore gli batteva all'impazzata, cercava di studiare i cambiamenti di espressione di Revair ma non riuscì a cogliere nulla, così continuò.
Uno stratega, moltissimo tempo fa ormai, propose ai generali del suo Impero una tattica di sfondamento, in cui poco ci si doveva curare del territorio conquistato, ma bisognava avanzare ancora e ancora finchè le forze e le unità lo permettevano. Solo una volta definita la nuova linea guardare indietro e gestire ciò che si era conquistato. Una guerra lampo che vide cadere Regni nel giro di settimane.
Ho visto di quanti uomini disponiamo, e se la guerra è veramente in stallo da così tanto tempo un'azione del genere sarebbe totalmente inaspettata per i nostri nemici. Potremmo coglierli impreparati, potremmo ridurre drasticamente il territorio dei quattro Re.
E se il nostro obiettivo è farli uscire allo scoperto per tagliare la testa al serpente, quante possibilità ci sono che messi con le spalle al muro non tentino il tutto per tutto per riconquistare ciò che gli è stato tolto?
Si soffiò tra le mani per scaldarsi le dita.
Mi perdoni se ho osato troppo Signore, è solamente il primo pensiero che ho avuto quando ho saputo dei piani futuri e volevo informarla di ciò. Le assicuro però che, in ogni caso e seguendo qualsiasi piano, sono qui e lotterò fino alla morte per salvare queste terre.
Il fatto che Azazel fosse immortale era un dettaglio che al momento poteva rimanere nascosto.SPOILER (clicca per visualizzare)Energia: 100%
Fisico: 100%
Mente: 100%
Equipaggiamento:
Katana
Coltelli da lancio (5)
Armature:
//
Oggetti:
//
Abilità Usate:
//
Passive Usate:
Immortalità. Passiva ∞
[Il Demone sfonda lui stesso la barriera della non vita, divenendo un immortale e sconfiggendo la morte una volta per tutte.
Il caster diviene a tutti gli effetti immortale. Non potrà comunque continuare a combattere o proseguire in una Quest con una somma di danni mortali sul corpo, non sarà immune al dolore né agli effetti dei danni - ad esempio, con una gamba spezzata non potrà camminare. La tecnica garantisce una difesa dalle scene in cui è possibile perdere il proprio personaggio o al termine di un duello con Player Killing attivo: dunque il caster potrà recuperare il proprio personaggio a seguito di una scena dedicata. I personaggi possedenti questa passiva non potranno essere uccisi in nessun caso.]
Note: Ho risolto quel "problema" riguardo la barriera non più esistente nelle prime righe. Un semplice soldato mi ha indirizzato sul da farsi ed eccomi qui, a cavalcare accanto al Clan di Revair. Nel post tutto lo sproloquio già accennato nel Bando
Perdonate ancora il ritardo, nel prossimo giro conto di essere molto molto più veloce.. -
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{ Etlerth, Dintorni di Burwark }
Azazel | Badger
Il galoppo concitato dei cavalli non facilitava la conversazione, ma Revair pareva avvezzo a incassare i sobbalzi con tutti i muscoli del corpo. Ascoltò attentamente i ragionamenti del nuovo arrivato, che difettava di un quadro completo ma aveva comunque diritto a delle chiarificazioni.
« Il suo slancio collaborativo le rende onore, ma le mancano diversi elementi cruciali per inquadrare la situazione della nostra guerra. »
Altri condottieri avrebbero chiuso così la discussione, ma lui non poteva permettersi di lasciare un suo gregario senza una chiave di lettura.
« Innanzitutto non sta tenendo conto delle condizioni climatiche di questo Presidio e dell’adattabilità dei nostri nemici: l’orda può avanzare attraverso una bufera molto più facilmente dei nostri uomini e i redivivi non necessitano di dormire. I Lich ordinerebbero attacchi notturni per sfinirci e sfrutterebbero la prima tormenta per annientarci. »
Combattimento notturno e sfruttamento delle condizioni meteorologiche facevano parte delle tattiche militari di base, perciò si aspettava che un veterano di tante guerre ne comprendesse il peso.
« Ma ammettiamo che questa ipotetica guerra lampo resista alle intemperie. Per quanto le nostre forze si siano ingrandite nei mesi passati, non disponiamo ancora dell’impeto necessario per riconquistare un intero Presidio con un’operazione diretta. In più un tale gesto potrebbe aizzare contro di noi una pedina importante di cui forse ignora l’esistenza – Najaza, la capitale del Nord. L’isolamento e il disinteresse ostentati dalla nobiltà che lì risiede trascendono il comune distacco aristocratico dalle vicende del popolo: abbiamo ragione di sospettare che siano bendisposti verso la Piaga, se non addirittura conniventi alla sua diffusione. Un movimento di riconquista armata del Nord rischierebbe di suscitare una reazione dalla capitale, lasciandoci in campo aperto a combattere su due fronti. »
La prospettiva di una guerra civile contro l’esercito regolare composto dai rampolli diplomati all’Accademia di Daltigoth non entusiasmava nessuno, men che meno il capoclan.
« Se anche riuscissimo per miracolo a resistere fino a questo punto, non avremmo comunque obiettivi precisi da assediare, dato che non conosciamo l’esatta ubicazione dei quattro Lich: la riconquista dei loro territori sarebbe vana senza la soppressione di chi può ricreare l’orda restando celato nell’ombra. »
Le missioni di esplorazione nei territori dei Re Lich avevano recuperato solo qualche filatterio minore e un tomo appartenente a Nargil, il più erudito dei quattro usurpatori. I loro nascondigli risultavano irrintracciabili perfino per gli esperti ricognitori del Cavallo d’Argento: considerando che il Lich più debole del quintetto originario era capitolato nella Calaverna del Pettirosso - luogo nefasto e inavvicinabile ai più - era facilmente intuibile come i rifugi degli altri dovessero essere pressoché introvabili o inespugnabili.
« Per tutti questi motivi il corso d’azione attuale è il più consistente: senza più umani a disposizione per rimpinguare le proprie fila, i Lich saranno costretti a infettare altri esseri viventi, ma sappiamo che la loro natura originaria di negromanti umani rende il processo molto più arduo e inefficiente. Privati della loro unica risorsa indispensabile, le assicuro che di territori, miniere, villaggi fantasma, ghiacciai e boschi non sapranno che farsene. »
Perfino gli orchi di montagna accompagnati dai loro coboldi avevano imparato a difendersi dai non-morti, e molti animali seguivano il loro istinto per evitare d’incrociarne il cammino. L’intera fauna del Settentrione rigettava quegli abomini e cercava di ostacolarne l’insediamento, difendendo palmo a palmo il loro territorio naturale.
« Venendo a lei, messer Badger, sono lieto di riaverla con noi in questa crociata. Non posso sbilanciarmi sull’identità dei nostri nuovi alleati - trattandosi di un’informazione confidenziale - e purtroppo non abbiamo novità sulle condizioni di Najaza o sui rapporti attuali tra i Lich. »
Rispose cordialmente allo gnomo a cavallo che si era affiancato a lui.
« Siamo diretti a Burwark, cittadina nella zona sud-est dell’Etlerth. Trovandosi lungo la tratta commerciale da cui Valiinorê attinge maggiormente, il passaparola dei mercanti ha diffuso una buona nomea sulle nostre intenzioni. Tra la popolazione non dovremmo incontrare particolari resistenze… ma lasciate a me le trattative col rappresentante dell’Enclave lì stanziato. Voi impegnatevi a coadiuvare l’evacuazione, a convincere i più diffidenti e - se necessario - a isolare chiunque ostacoli la nostra operazione. »
Il tono mite del capoclan non collimava col suo sguardo vagamente sinistro.
« Riguardo alla mia storia, messer Badger, preferirei rimandare a missione compiuta. La nostra destinazione è prossima e dobbiamo tenere gli occhi aperti… perché qualcun altro li sta tenendo su di noi. »
Un cenno lieve avrebbe focalizzato la loro attenzione su di un puntino scuro che sorvolava i barbari: un corvo stava pedinando i loro spostamenti e il capoclan era sicuro che non fosse opera del Clan Uthgardt che aveva come totem Huginn e Muninn, i corvi di Odino – dopotutto la loro capoclan Rowena non avrebbe mai permesso di oltraggiare i numi protettori con l’impiego di una carcassa resuscitata.
{ Etlerth, Dintorni di Halbem Weg }
skekDor
La foresta boreale di Halbem Weg era situata in una regione lontana dai traffici principali e ai margini del Presidio Nord, lungo una via che portava verso l’Ovest. Un tempo questa taiga era attorniata da sparuti villaggi di umili taglialegna e cacciatori, almeno finché la minaccia della Piaga non aveva costretto i popolani a rifugiarsi nel cuore della selva di conifere in un insediamento che ne condivideva il nome. Nel margine soleggiato della foresta si apriva una radura per diversi ettari, dove gli alberi abbattuti avevano lasciato spazio a piantagioni selvatiche di mirtilli e lamponi. Il carro proveniente da Valiinorê attraversò la radura e s’inoltrò nel bosco, all’interno del quale i Rhinox dovettero rallentare il passo a causa del terreno sconnesso.
Mentre gli occupanti continuavano a conversare per ingannare il tempo,
sguardi maligni celati tra i rami ne seguivano il transito.
{ Etlerth, Dintorni di Honiv }
Umbrella | Merryman
L’imponente cinghiale che teneva il passo con le motoslitte venne affiancato dai due ronzini dei pivelli. L’energumeno che aveva in groppa era armato fino ai denti e poco propenso a sentire i piagnistei di faccia-di-mucca e dello sbarbatello con l’ombrello. Purtroppo a Valiinorê si era deciso di mandareal macelloin missione i nuovi arrivati affiancandoli ai veterani, di modo che potessero farsi le ossa sul campo (o più probabilmente farsele fottere da qualche zombie). Gli toccava perciò sorbirsi dei gregari motivati dalla curiosità e che contemplavano seriamente l’idea di attaccare i Lich. Quasi per miracolo si trattenne dal rispedirli al manicomio da cui erano usciti.
« Sai cos’avrebbe detto sempre mio nonno se non fosse stato scannato da qualche cravattaio? Chi milita per curiosità muore nell’indifferenza. »
Rispose ironicamente a quel tale Merryman.
« Il piano è evacuare il villaggio lacustre di Honiv, crivellare qualunque morto ambulante voglia impedircelo e riportare il culo a casa. Dovresti pregare di non incontrare mai un vero Lich, perché in quel caso non riempiresti di chiazze solo il passamontagna. »
Si voltò poi verso il ragazzino e ripeté le indicazioni che erano già state fornite al briefing della sera prima, che evidentemente aveva disertato perché da bravo bimbo era andato a nanna presto.
« Sulle motoslitte c’è spazio per buona parte dei civili, gli altri ci seguiranno sui muli e i cavalli delle loro stalle fino al punto di ritrovo: da lì in poi ci muoveremo a bordo di un mezzo adatto, perciò fino ad allora concentratevi sul non farvi ammazzare – e toglietevi dalla testa i Lich, loro non hanno bisogno di “avanzare” perché sono già ovunque. Non sentite come ci fissano da quando abbiamo lasciato le montagne? »
Quell’ultima dichiarazione rischiava di turbarvi seriamente: perché voi non avevate percepito nulla?
Mentre i contorni di un lago comparivano all’orizzonte, forse avreste capito di esservi imbarcati a cuor leggero
in una crociata di cui ancora non riuscivate a intuire le proporzioni.SPOILER (clicca per visualizzare)Secondo e ultimo turno d’interazione con i rispettivi caposquadra, al prossimo giro entreremo nel vivo della quest.
La scadenza è fissata a Lunedì 19 Giugno.. -
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