Prayer of the Refugee

Algor Mortis ~ Fase II

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  1. Ramses_III
     
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    La conoscenza della guerra di Revair aveva permesso all'Uthgardt di demolire i punti di Azazel. Il clima e la possibilità di combattere di notte effettivamente davano ai Lich un vantaggio assolutamente da non trascurare. E per quanto riguardava Najaza, la Capitale del Nord, il Demone aveva sentito che fosse all'oscuro della crociata contro i non-morti, ma addirittura credere che i nobili fossero favorevoli al diffondersi della Piaga era impensabile.
    O almeno non riusciva a crederlo lui, neonato su Endlos e riguardo i movimenti politici dei Presidi. Per quanto ne sapeva poco, però, il suo primo pensiero fu che se i Lich affliggevano il popolo e la Capitale appoggiava i Lich... al popolo non restava che combattere anche contro chi si definiva superiore. Forse non era quello il momento, e senza dubbio non era un pensiero che sarebbe dovuto arrivare alle orecchie di Revair. Non mentre marciavano verso Burwark almeno.
    All'improvviso nella mente dell'Eterno si disegnarono scenari apocallitici: l'esercito regolare che marciava sui villaggi del Nord, la resistenza che assediava Najaza, cataste di morti.
    Si concentrò nuovamente sulle parole del giovane: i Lich, a corto di "materia prima" per diffondere la Piaga, sarebbero usciti allo scoperto e magari a Valiinorê avrebbero trovato la loro fine.
    Azazel non era nessuno, non aveva motivo di fomentare una guerra civile. Prima o poi avrebbero capito da soli che quella era solamente la mossa successiva.

    Mi perdoni Signore, la mia inesperienza riguardo le politiche e la geografia di Endlos mi ha fatto straparlare.

    Non poteva sperare di conoscere tutto, non poteva uscire dal Maelstrom come un deus ex machina e cambiare il corso di vite che non aveva mai incrociato prima.
    Stava imparando che ogni mondo era diverso e che la sua esperienza su Theras poteva forse aiutarlo, ma di certo non poteva rendere ogni problema semplice da risolvere.

    Poi Revair si rivolse ad uno gnomo che cavalcava con loro, e che evidentemente aveva già incrociato in passato.

    La nostra destinazione è prossima e dobbiamo tenere gli occhi aperti… perché qualcun altro li sta tenendo su di noi.

    Fece un cenno con il mento verso l'alto, e Azazel focalizzò la sua attenzione sull'uccello che sembrava seguire la carovana di barbari. Un corvo. O almeno così sembrava.
    Mettendo a fuoco dopo qualche attimo si notava il volo sgraziato, l'ala le cui ossa erano scoperte, così come per lo sterno carenato.
    Un corvo non-morto. Anche la fauna piegata alla Piaga. E i Lich che li osservavano.
    Forse le cose non sarebbero andate lisce come tutti speravano, portare via la popolazione da Burwark con le buone all'improvviso non era più il primo pensiero.

    Vuole che tenti di abbatterlo, Signore?

    Chissà cos'avrebbero trovato.



    Energia: 100%
    Fisico: 100%
    Mente: 100%

    Equipaggiamento:
    Katana
    Coltelli da lancio (5)

    Armature:
    //

    Oggetti:
    //

    Abilità Usate:
    //

    Passive Usate:
    Immortalità. Passiva ∞
    [Il Demone sfonda lui stesso la barriera della non vita, divenendo un immortale e sconfiggendo la morte una volta per tutte.
    Il caster diviene a tutti gli effetti immortale. Non potrà comunque continuare a combattere o proseguire in una Quest con una somma di danni mortali sul corpo, non sarà immune al dolore né agli effetti dei danni - ad esempio, con una gamba spezzata non potrà camminare. La tecnica garantisce una difesa dalle scene in cui è possibile perdere il proprio personaggio o al termine di un duello con Player Killing attivo: dunque il caster potrà recuperare il proprio personaggio a seguito di una scena dedicata. I personaggi possedenti questa passiva non potranno essere uccisi in nessun caso.]

    Note: //
     
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    Riteneva un bene sapere che da Najaza, non si era mosso nulla di nuovo. Portato a nutrire gli stessi sospetti dell'uomo a capo dei barbari, dubitava di trovare alleati tra i nobili della capitale. Fintanto che restavano barricati nella loro roccaforte, la guerra contro i lich non poteva che trovarne giovamento. Uno schieramento militare come quello, avrebbe sicuramente spaventato la nobiltà, portandola a temere un colpo di stato data la mancanza di un Alfiere, una vera e propria guida amministrativa del Nord. In effetti, c'era da chiedersi cosa sarebbe accaduto dopo la guerra contro i lich, presupponendo il successo della campagna e la disfatta della piaga. Magari tra i nuovi alleati, spiccavano figure con simili interessi; plausibile motivo di tanta riservatezza. Non che la cosa infastidisse lo gnomo, non troppo interessato -al momento- a simili giochi politici. Preferiva dedicarsi all'estirpare la piaga dei non-morti; non era tipo da rifiutare qualsiasi lancia utile all'impresa.

    «E' vero però che infliggere questo duro colpo, privandoli di quella che per loro è materia prima, potrebbe portarli a collaborare.»

    Ricordava che la precedente missione puntava nel cercare d'isolare i quattro sovrani, sfruttare il pessimo rapporto tra loro per eliminarli uno alla volta. Lo gnomo non sapeva di quanti mezzi avevano a loro disposizione, ma non credeva che sarebbero riusciti a fronteggiare un'alleanza dei sovrani non-morti.
    Per quanto riguardava il prelievo degli abitanti di Burwark, avrebbe agito come richiesto. Sperava in pochi diffidenti, perché anche un'ottimista come lui non riusciva a immaginarsi la più totale collaborazione.
    Gli dispiacque non potere ascoltare subito una storia che suscitava in lui interesse, ma quando gli venne indicato il corvide in alto nel cielo, capì il motivo. Non un buon presagio, giudicando la natura non-morta della creatura. Se uno dei quattro re li stava osservando, probabilmente avrebbe in qualche modo cercato di ostacolarli.

    «Considerando come uno dei quattro, abbia perso completamente il senno mi chiedo chi tra la Maga, lo Studioso e l'Anziano ci stia tenendo d'occhio.»
     
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    Art Full of Meat

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    La corsa continuava veloce e nonostante il gelo e il forte vento, Umbrella ascoltò con grande attenzione le parole del caposquadra e oltre alle indicazioni sulla missione e i “consigli” riuscì a carpire anche un certo tono di sufficienza nei loro confronti da parte del caposquadra. Sicuramente non era un tipo di molte chiacchere e se voleva guadagnarsi il rispetto dei capitani e dei compagni di squadra avrebbe dovuto dimostrarlo con i fatti, e non con le parole.
    "Ci osservano?" gli occhi cerulei guardarono in ogni direzione per una manciata di secondi per poi tornare a volger parola alla loro guida "Tutto chiaro. D’ora in poi presterò maggiore attenzione. Grazie.
    Non la deluderò."

    Forse fin troppo formale nel rivolgersi a un tipo duro e sicuro di se come lui che ha vissuto per chissà quanti anni fra queste gelide terre, ma gli era sempre stato insegnato a rivolgersi col massimo rispetto verso i superiori.
    Mentre cercava di mantenere il passo nonostante l’evidente diversità di potenza fra i loro mezzi, ripensò a ciò che gli aveva detto il capitano: che gli stiano davvero seguendo? Eppure se ne sarebbe dovuto accorgere se fosse stato seguito da qualcuno o da qualcosa, difficilmente si lasciava sfuggire ogni minimo dettaglio di ciò che lo circondava ma probabilmente aveva sottovalutato la potenza e le abilità dei suoi avversari, ma qualunque cosa sarebbe successa, non avrebbe indietreggiato di un passo. Aveva una missione da portare a termine, e al di là del semplice compenso, non avrebbe fatto un passo incerto di fronte a nulla.
    Si sentiva carico, pieno di energie, lo sguardo serio e sicuro di fronte a se mentre con un paio di colpi decisi nei fianchi del cavallo cercò di spronarlo come a voler liberarsi di quella fremente energia.

    Umbrella Energia: 110%
    Salute: 100%
    Stato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Carico, Deciso
    Passive: Instant casting, +10% energia max, raggio visivo e sonoro ampliato
    Equipaggiamento: Ombrello – X768
     
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  4. »Merryman
     
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    Narrato
    Parlato
    "Pensato"

    Merryman Don Lyon Capone


    nov8inkblot




    L'ultima sentenza vibrò nelle orecchio dell'uomo mascherato per qualche minuto.
    Qualcuno li stava osservando e lui non se n'era accorto.
    Deglutì.

    Si sentiva circondato. Le sue manie di persecuzione si mischiarono all'agorafobia dettata dall'immenso ambiente bianco.
    Quegli esseri erano il male. Non avrebbero avuto pietà per nessuno.

    Deglutì di nuovo mentre il cavallo perdeva passi rispetto all'attento capitano.
    Che idiota.
    Non aveva una bella reputazione dell'uomo alla testa della lunga fila di morti-che-camminano.

    Era deciso a fermare quell'onda di morte. L'avrebbe fatto ad ogni costo.
    Il caos era scaturito dalla paura, lo sapeva.
    Sapeva intrecciare anche lui le fila del terrore.
    Non poteva permettere che lo facesse qualcun altro.

    Avrebbero dovuto combattere quegli esseri?
    Come?
    pensò a qualcosa.
    Le sue abilità erano poco efficaci in quel campo di battaglia.

    Bisogna lavorare di strategia.
    Fissò un ragazzo con gli occhi azzurri che lo superò spronando un povero cavallo.

    Ehi... disse sottovoce.
    Probabilmente l'altro non l'avrebbe sentito nemmeno.



    Merryman Don Lyon Capone



    Salute: 100%
    Energia: 100%
    Classe: Technomancer - Psion - Alchemist
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    You say I'm changing?
    Sorry, I didn't know
    I had to stay the same.


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    Marcus Smith
    Il Re Leone.

    Ascolta senza tradire emozione alcuna, lo sguardo fisso sull'erboso sentiero che vi trovate insieme ad attraversare. Solo alla fine commenta:
    «Le interessa davvero sapere chi sono i suoi colleghi in questa campagna, signore, o è più interessato a scoprire se sarebbe possibile per lei rubare qualche anima di Lich con facilità?»
    Le tue mire sono già state palesate più volte in passato, e frasi come come "guidare il sottoscritto fino ai Re Lich" gli fanno intendere che non siano cambiate. Il suo tono di voce annoiato ti fa ben capire quanto poco lo esalti la cosa.

    «Quegli spiriti appartengono alle genti di questo Presidio, e verranno utilizzati nella maniera più benefica per loro. Rifiutare ciò significa mettersi non solo contro i soldati di questa campagna, ma contro il Nord.»
    Minaccie sciorinate come dati di fatto, e che non suonano minacciose nemmeno per scherzo. Però il modo in cui la sua anima opalescente si volta a fissarti quando attivi i tuoi poteri, come a dirti "guarda che ti vedo, eh"...

    ...Ecco, quello non è rassicurante nemmeno un po'.
     
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    Pretender

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    { Etlerth, Burwark }
    Azazel | Badger

    Il nuovo militante riconobbe le proprie mancanze, accettando quanto detto da Revair senza controbattere. Il capoclan apprezzò quel segno di modestia e gli rivolse uno sguardo bonario, che tuttavia sottendeva una sfumatura più criptica – come se potesse sondare oltre le apparenze del suo interlocutore.

    « Non ha da scusarsi, messere: quando conoscerà più a fondo le nostre circostanze non si esima dall’esprimere ulteriori congetture. In guerra le risorse cognitive valgono tanto quanto gli arsenali. »

    Si voltò dunque verso Badger, che aveva appena dato voce ad una delle principali inquietudini dell’alto comando di quella crociata.

    « Un’eventuale alleanza tra i Lich è un prezzo che siamo disposti a pagare per mettere in salvo le genti dell’Etlerth. »

    Era cruciale ricordare che in gioco c’erano pur sempre delle vite innocenti. La disumanizzazione dei civili in un contesto bellico era un rischio sempre in agguato. Se avessero trattato la popolazione solo alla stregua di una risorsa da sottrarre al nemico e da allocare altrove, in cosa sarebbero stati diversi dagli abomini che stavano combattendo?

    Quando l’attenzione dei presenti si spostò sul corvo cadaverico, il livello di guardia generale si alzò considerevolmente. Revair era il meno turbato dalla presenza di un famiglio del nemico, tanto da rispondere con flemma alla proposta d’intercettarlo.

    « Non c’è bisogno, ormai sarà palese la nostra destinazione. Trovandoci nei pressi del territorio di Nargil, sarà meglio risparmiare le energie per il ritorno. »

    Spronò il suo stallone grigio e dettò il passo ai suoi uomini,
    conducendo il gruppo fino alla cittadina di Burwark.



    Si trattava di un comune di discreta estensione, caratterizzato da case di pietra, tetti innevati e fili di fumo che s’innalzavano dai tanti camini in attività. Pur essendo preannunciato da giorni, il passaggio di tanti uomini a cavallo per la via principale suscitò un gran fermento. I ragazzini si affacciavano dalle finestre per ammirare i possenti guerrieri Uthgardt, protagonisti delle storie che li avevano affascinati fin dall’infanzia. Le madri che cercavano di far rientrare i pargoli mostravano una gamma di emozioni che oscillava dalla preoccupazione fino al conforto, mentre gli sguardi sobri dei padri di famiglia difficilmente lasciavano trapelare ostilità o benevolenza. Quasi tutti i commercianti avevano trattato almeno una volta con qualche Clan barbaro, perciò sapevano cosa aspettarsi da quei ruvidi ma onesti conterranei. Le espressioni più corrucciate appartenevano alle sparute guardie cittadine, forse innervosite dall’evidenza che i loro punteruoli non avrebbero mai potuto opporsi a un tale dispiegamento di forze.

    Burwark aveva le orecchie tese, rassegnata a farsi indicare quale fosse il destino che l’attendeva. Molti avevano già fatto i bagagli e arrangiato i propri averi nei fagotti. I cavalli erano sellati, i carri erano in via d’allestimento… eppure era impossibile trovare qualcuno che fosse realmente entusiasta di partire. C’era il fabbro locale che si rifiutava di lasciare la propria bottega alla mercé dei briganti che avrebbero sicuramente razziato la cittadina, tanto da incatenarsi ad un’incudine. Anziani e malati erano restii a lasciare la sicurezza del loro giaciglio per avventurarsi verso le montagne, probabilmente riducendo i giorni che restavano loro da vivere. Lo stesso si poteva dire delle famiglie con dei neonati da accudire, terrorizzati tanto dai redivivi quanto dal gelo impietoso della tundra. C’era addirittura uno stramboide che gridava in piazza e scongiurava i concittadini di non fidarsi degli emissari del demonio che volevano deportare tutti agli inferi, raccogliendo il consenso di una calzolaia e di un droghiere.

    Revair si staccò dal gruppo per incontrare il burocrate locale che rappresentava l’Enclave,
    lasciando a voi e agli altri barbari il compito di coordinare i preparativi per l’esodo.



    { Etlerth, Halbem Weg }
    skekDor

    Quando ampliasti coscientemente la tua sfera sensoriale, nella tua mente si formò una mappatura tridimensionale verdognola di tutti gli esseri viventi nei dintorni: la dozzina di uomini nel carro, i due Rhinox, gli insetti nel terriccio, le piante irrorate dalla linfa, i roditori nel sottobosco, i volatili abbarbicati nei nidi, un paio di daini in fuga dal trambusto del sentiero battuto e addirittura un folletto rintanato in un tronco. La densità di vita presente in un’area così piccola era uno spettacolo strabiliante a cui eri certamente abituato – e proprio grazie alla tua esperienza nel sondare le essenze avresti notato un’anomalia altrimenti impercettibile (oltre a quella di Marcus Smith): nello scandagliamento c’era un indistinto vuoto fluidiforme, come se una presenza invisibile e priva d’anima stesse scorrendo tra le fronde al limitare della tua sfera percettiva. Non riuscisti a determinare la natura di quel vuoto, né se si trattasse di un innocuo fenomeno endemico di quella foresta o di un agente esterno pericolosamente vicino agli emissari di Valiinorê.

    Quando il tuo potere si esaurì, purtroppo non restò tempo per svolgere ulteriori indagini:
    le case di Halbem Weg già si scorgevano al di là degli alberi.



    Una manciata di abitazioni in legno e pietra, comignoli fumanti e nessun comitato di benvenuto. S’intravedevano sguardi sospettosi dietro alle serrande. Il silenzio regnava incontrastato quando i Rhinox si fermarono per ruminare il meritato foraggio.
    Nessuna accetta era stata lasciata incustodita all’esterno.



    { Etlerth, Honiv }
    Umbrella | Merryman

    I due novellini si erano ridimensionati dopo aver scoperto che le orbite cave dei Re Lich erano puntate sulle loro vite insignificanti. Da un lato il capogruppo era lieto di non dover più sentire discorsi assurdi, ma dall’altro era dubbioso della loro idoneità alla missione: se bastava così poco per farli tentennare, come avrebbero reagito di fronte agli orrori immondi che i loro nemici erano in grado di scatenare?

    « Bene, seguite i miei ordini e probabilmente riuscirete a tornare tutti interi. »

    Non poteva far altro che offrire la propria esperienza, sperando che i due pivelli non si rivelassero una zavorra per il gruppo. Bastò un colpetto di tacchi e il suo cinghiale grugnì con entusiasmo, accelerando l’avanzata verso il lago che sfavillava d’infiniti riverberi nelle increspature dell’acqua.



    Il villaggio lacustre si sviluppava orizzontalmente lungo la riva, unito da un pontile a cui erano attraccate le barche con cui gli abitanti solcavano il lago per pescare e commerciare lungo i fiumi affluenti ed emissari. Le palafitte dai tetti spioventi erano rialzate per evitare inondazioni nei periodi di disgelo. Il tenue sciabordio delle onde era accompagnato solo dal garrito dei gabbiani nordici.

    Il rombo sommesso delle motoslitte si placò quando il distaccamento raggiunse Honiv. Gli agenti le posteggiarono precisamente in fila, prelevando poi vari equipaggiamenti dai portapacchi: si trattava di dispositivi sofisticati (quali binocoli digitali e ricetrasmittenti antideflagranti) e armi da fuoco avveniristiche – tutta tecnologia fuori dalla portata delle genti del Nord. Avvolti nelle loro tute termiche e mimetizzati grazie ai pattern invernali, gli uomini del drappello si sparpagliarono per esaminare la zona, eseguendo ordini già impartiti.

    « Voi due legate i cavalli, cambiate l’acqua al merlo se ne avete bisogno e poi venite con me. Dobbiamo informare i civili che è tempo di sbaraccare. »

    Il vostro superiore sgravò il cinghiale del carico, gli diede del mangime e lo lasciò a fare da guardia alle motoslitte, dirigendosi poi verso la passatoia sul lungolago. Era un’occasione propizia per dimostrarvi all’altezza della missione.


    Superati i turni introduttivi, da qui in avanti chiedo a tutti i partecipanti di riportare sempre il proprio corredo tecnico in calce ai post.
    Detto ciò, ogni team ha carta bianca sull’approccio da tenere. Ho lasciato alcuni spunti nel narrato, ma sottolineo che la percentuale di civili che riuscirete ad evacuare dipenderà direttamente dalle vostre performance, perciò agite con criterio, descrivete accuratamente al condizionale le azioni dei vostri personaggi, attenetevi al realismo della situazione, coordinatevi tra voi e coi png nei rispettivi team.

    Per eventuali dubbi sapete dove trovarmi, la scadenza è fissata a Martedì 27 Giugno.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    skekDor inarcò un sopracciglio al dire del Re leone, ma parve più stupito che scioccato dal comprendere che l'umano sapesse esattamente a cosa egli ambiva davvero.
    "Cosa devono sentire queste povere orecchie! "Rubare"... Che maniera poco gentile di definire il mio premio..." Esclamò, agitando le braccia in un gesto di pura teatralità. E anche il tono di voce con cui rispose, pareva tratto da una tragedia in piena regola!
    "Da che ho memoria, in queste regioni di Lich ve n'è più d'uno! E con una dimostrazione plateale in piazza che azzarderei definire "accomodante", fu reso noto al tempo della precedente crociata che anche una sola di quelle essenze possedeva abbastanza energia da garantire la sopravvivenza, non solo del villaggio, ma di una cospicua porzione di queste terre!"
    Batté il piede con veemenza, e gli artigli stridettero sulla superficie di legno. La gonna ondeggiò, ritornando subito al suo posto.
    "E ora, improvvisamente, tu mi dici che le anime serviranno tutte! Ah, destino beffardo! O forse no? Magari mi celi qualcosa, o chi ti ha preceduto non l'ha raccontata giusta, la faccenda..."
    Assottigliò lo sguardo, mugugnando stridulamente. Il muso tornò a rilassarsi dopo pochi istanti, in un'espressione serena e contenuta: "Uff! Ebbene... Sembra che siamo ai ferri corti. Dalle mie prossime parole potrebbe dipende il seguito di questo sodalizio. E io lo dico! Non ho interesse ad avere come nemici tutti voi, ma sia chiaro sin da subito che reclamerò una di quelle anime... per uso personale! Ihihih!"

    Fece spallucce, e mettendo le mani avanti esibì in un ghigno la sua migliore faccia da schiaffi: "Sempre che ciò non contravvenga alle regole che sono state stilate, certo... Pur tuttavia, è onesto affermare che hai sbagliato a definirmi un ladro, umano. Puoi considerarmi piuttosto un esattore imparziale. Indi per cui, nella consuetudine di non guastare il sangue a nessuno, voglio renderti lieta la giornata e rivelarti cosa ho in mente..."
    La lingua schioccò sul palato: "Ecco come andrà. Affronterò i Lich nella misura e nei modi che tu e gli altri "capi" riterrete più consoni, e acconsentirò a lasciarvi tutte le anime su cui riuscirete a posare gli occhi."
    Alzò un lucido artiglio, e di seguito precisò: "Ma... Qualora nella vittoria contro uno di questi nemici la situazione mi vedesse lontano dal vostro sguardo onnipresente, farò di una di quelle essenze un sol boccone!"
    Batté il palmo della mano sullo stomaco, in un gesto eloquente: "Una, e una sola. A me non serve altro che l'anima immortale e corrotta di un singolo esponente di quella risma. Di tutte le altre potrete tranquillamente fare lumignoli con cui accendere a giorno questo posto di miseria... Ihihih!"

    Marcus Smith non gliela raccontava giusta. Aveva capito sin da subito che si sarebbe dimostrato una palla al piede. Se non altro, però, era educato e rispettoso dei suoi spazi: seppur dietro minacce velate, non s'era infatti sbilanciato sino a quel momento più di quanto i suoi poteri gli permettessero.
    Parlando di poteri... skekDor accolse con un sorriso divertito l'ennesima constatazione sul suo amletico compagno di chiacchiere. Sicché, s'era accorto del suo giochino. Forse doveva iniziare a considerarlo sotto un'altra luce. Ma per quello ci sarebbe stato tempo!

    Ora come ora, era infatti più interessato a uno strano vuoto nel suo "radar spiritico". C'era qualcosa che si muoveva al limitare del suo campo d'influsso, qualcosa che evidentemente non possedeva un'anima... oppure sapeva schermarla bene.
    La logica comune gli suggeriva di rivelare quell'informazione al "caro" Re leone, ma dopo gli accadimenti di quegli ultimi minuti skekDor aveva come il sentore che anche al buon signor Smith non fosse sfuggito un simile particolare.

    La carovana si fermò nei pressi di un gruppo di casupole. Chiunque le abitasse non era al momento nell'interesse del mezzo-Mistico. Questi rimase infatti con lo sguardo puntato su Marcus Smith, in attesa di risposta.
    Aveva rivelato le sue carte, ma non se ne faceva una colpa. Quell'umano pareva piuttosto assennato, e probabilmente il bilancio dei costi\benefici gli avrebbe fatto comprendere che avere una divinità dalla sua parte costituiva un cospicuo vantaggio, seppur non alle condizioni sottoscritte dal resto dei mercenari.
    Dalla sua, al contrario, skekDor era curioso. Che avrebbe fatto, il Re leone, ora che aveva trovato conferma ai suoi sospetti e, cosa più importante, ora che lo Skeksis aveva sottolineato l'impegno a perseguire comunque nel suo progetto, seppur attenendosi alle "regole della casa" e al quieto vivere?

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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea.. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:


     
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    Il fedele destriero frenò di colpo come Umbrella strattonò le redini. Il posto risultò essere una cittadina portuale, dato le barche ormeggiate al pontile che dava sul freddo fiume. Con lo sguardo viaggiò rapido a scrutare l’intero paesino che stava intorno a lui prima di scendere da cavallo, e per loro fortuna sembravano essere ancora in tempo; data la tranquillità del luogo, probabilmente la minaccia non aveva ancora raggiunto il villaggio, e con un po' di fortuna sarebbero riusciti a portare tutti, o quasi tutti, in salvo prima del loro arrivo, però il tempo era loro nemico in quella spedizione. Dovevano essere rapidi e decisi, e riuscire a convincere più gente possibile nel minor tempo possibile, e ciò dato il forte carattere e la possibile diffidenza da parte della gente del Nord, non sarebbe stato sicuramente un compito facile.
    Smontò da cavallo, legò quest’ultimo e seguì gli ordini portandosi ancora una volta al fianco del caposquadra.
    “ Abbiamo già un posto d’incontro con i civili prestabilito? Perchè altrimenti credo che la soluzione più saggia sia raggiungere un luogo in cui è possibile parlare a più persone contemporaneamente, come una piazza o un luogo di ritrovo particolarmente conosciuto in città, in modo da riuscire a convincerne il maggior numero nel minor tempo possibile. “
    Spalle larghe e sguardo dritto di fronte a se mentre parlava. Raggiunta la destinazione, qualunque essa fosse stata, avrebbe cercato l’occasione migliore per parlare lui hai civili e convincerli a seguirli. Non era mai stato un grande oratore, ma avrebbe fatto del suo meglio. Dopotutto per quanto il caposquadra l’avesse potuta prendere alla leggera, Umbrella gli aveva fatto una promessa, e avrebbe fatto di tutto pur di mantenerne fede.

    Umbrella Energia: 110%
    Stato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Carico, Deciso
    Passive: Instant casting, +10% energia max, raggio visivo e sonoro ampliato
    Equipaggiamento: Ombrello – X768
     
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  9. Ramses_III
     
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    Arrivati a Burwark i guerrieri Uthgardt attirarono l'attenzione di tutti. L'innevata cittadina li attendeva, e ognuno li accoglieva in modo diverso: i ragazzini erano affascinati dei possenti cavalieri e i loro destrieri, i mercanti che avevano già commerciato con i Clan del nord non erano preoccupati del loro aspetto rozzo, gli unici in evidente stato d'allerta erano i soldati della guardia cittadina. Andando al passo tra le vie strette tra le case di pietra Azazel osservava quegli uomini, male equipaggiati e ben consapevoli che nulla avrebbero potuto contro qualsiasi minaccia. Non tutti a Burwark dovevano aver visto di buon occhio quell'esodo, visto che un pazzo nel bel mezzo della piazza gridava a tutti che in realtà gli Uthgardt erano demoni pronti a trascinare la popolazione negli inferi.
    Azazel sorrise, quel pover'uomo non sapeva nemmeno cos'era il vero inferno.

    Revair si allontanò dalla testa del gruppo per andare ad incontrare il funzionario locale che avrebbe coadiuvato il trasferimento dei cittadini. Lasciò ai suoi guerrieri, compresi l'Eterno e quel bardo alto meno di un metro, i preparativi finali.
    Azazel smontò dal suo cavallo e si diresse verso una delle guardie, un giovane che sembrava veramente poco adatto alla vita militare:

    Salve soldato. Mentre il nostro capo parla con il vostro rappresentante, che ne dici di spiegarmi bene quali sono le vostre disposizioni?

    Gli tese la mano, in un gesto cordiale volutamente poco militare.

    E mentre ti ascolto accompagnami da quell'uomo in piazza. Magari qualche moneta potrebbe convincerlo a smettere di metterci i bastoni fra le ruote.

    Un folle che tentava -fino a quel momento con poco successo- di aizzare la popolazione contro i barbari era l'ultima cosa che serviva in quel momento. Se il Re Lich aveva capito quali fossero le loro intenzioni, avevano le ore contate.



    Energia: 100%
    Fisico: 100%
    Mente: 100%

    Equipaggiamento:
    Katana
    Coltelli da lancio (5)

    Armature:
    //

    Oggetti:
    //

    Abilità Usate:
    //

    Passive Usate:
    Immortalità. Passiva ∞
    [Il Demone sfonda lui stesso la barriera della non vita, divenendo un immortale e sconfiggendo la morte una volta per tutte.
    Il caster diviene a tutti gli effetti immortale. Non potrà comunque continuare a combattere o proseguire in una Quest con una somma di danni mortali sul corpo, non sarà immune al dolore né agli effetti dei danni - ad esempio, con una gamba spezzata non potrà camminare. La tecnica garantisce una difesa dalle scene in cui è possibile perdere il proprio personaggio o al termine di un duello con Player Killing attivo: dunque il caster potrà recuperare il proprio personaggio a seguito di una scena dedicata. I personaggi possedenti questa passiva non potranno essere uccisi in nessun caso.]

    Resistenza al fuoco. Passiva ∞
    [I Demoni del Fuoco, in particolare, sono naturalmente immuni ai danni che le fiamme provocano agli esseri umani.]

    Note: Spero che l'introduzione della guardia PnG non sia un errore/problema. Per ora Azazel vuole capire quali ordini sono già arrivati alla guardia cittadina, e nel mentre far tacere il folle in piazza.
     
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  10.  
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    Arrivò nella cittadina sotto lo sguardo del corvo non-morto. Il fatto di trovarsi nel territorio di Nargil non lo rasserenava propriamente dato l'interesse di quest'ultimo nella creazione di aberrazioni. Chissà quali creature, nate da deplorevoli esperimenti, si annidavano in quella gelida distesa, in attesa di sbranare i nemici del loro creatore.
    Un motivo per tornare a Valiinorê prima del calare del sole.

    Mentre si aggirava ancora a cavallo, per le strade di Burwark, lo gnomo non poté fare a meno di guardarsi intorno. Solide case di pietra, dimore che difficilmente la popolazione sembrava volere abbandonare.
    Lo sguardo della maggioranza dei cittadini sembrava rassegnato, come se costretto a dovere abbandonare abitazioni dove probabilmente erano nati e cresciuti, senza avere mai abbandonato quelle terre. Per quanto voleva sforzarsi nel capirli, la natura girovaga del bardo lo portava a non concepire tutto quell'attaccamento. Quell'insensata testardaggine, poteva per molti significare morte certa. In qualche modo doveva convincere i diffidenti a lasciare Burwark, per una destinazione sicura e lontana dai sovrani non-morti.
    Mentre Revair si allontanò per parlare con il rappresentante dell'Enclave, ebbe modo di farsi un'idea generale sulla situazione. Buona parte della gente era già pronta a partire, altri stavano sistemando gli ultimi preparativi. Per quanto vi fosse incertezza e una comprensibile mancanza di spirito d'animo, una minoranza aveva puntato i piedi a terra, decidendo di non partire. Vecchi, malati e genitori con bambini in tenerà età, non volevano correre il rischio di un viaggio pericolo. Il fabbro non intendeva lasciare la propria bottega incustodita, alla mercé di approfittatori e sciacalli. In segno di protesta si era persino legato a un incudine, ma questo non batteva il gruppo di folli convinto di avere a che fare con emissari di forze demoniache, interessati a portarli tutti negli inferi. Si poteva davvero essere stupidi fino a tal punto?
    Non avendo a disposizione più di un giorno, lo gnomo doveva fare del suo meglio per convincere tutti a partire, poiché in cuor suo sperava che nessuno sarebbe rimasto nella città sotto il dominio di Nargil.
    Con Revair occupato, spettava a Badger, i barbari dell'Uthgardt e il misterioso guerriero di nome Azazel, coordinare i preparativi e convincere gli indecisi.
    Per il momento lasciò ad altri il compito di mettere in riga la popolazione, poiché sperava in qualche modo di riuscire a convincere anche i più diffidenti. Decise quindi di avviarsi per la piazza, restando a cavallo così da poter essere visto data la bassa statura.


    «Lasciate che vi ringrazi. So bene quanto sia per voi un sacrificio lasciare le vostre case; siamo grati della vostra scelta, del vostro desiderio di ribellarvi ai tiranni di queste terre.»

    Aveva deciso di esordire in quel modo, ringraziando gli abitanti del Nord per la collaborazione. Per quanto piccolo, il suo tono di voce era alto, poiché sperava di riuscire a farsi udire dalla popolazione locale.

    «So che alcuni di voi ancora non si fidano dei nostri intenti, di come comprensibilmente temano un maggiore rischio nel lasciare il villaggio; ma vi prego, ascoltate le mie parole dette con estrema sincerità.»

    Tratteneva le redini del cavallo per evitare che si muovesse troppo, dando magari un buffo spettacolo a chi si era soffermato a sentirlo. Sapeva bene come spesso anche l'impatto visivo, poteva dare una maggiore convinzione alle parole.

    «Lasciare il villaggio e ribellarsi apertamente alla tirannia dei Re Lich, è di vitale importanza affinché queste terre ritornino in possesso dei loro legittimi proprietari... gli abitanti del Nord! E' un vostro diritto potersi coricare in tutta sicurezza nel proprio letto, sapendo che ci sarà con certezza un domani; senza il timore di divenire parte dell'armata dei Lich. Non state facendo questo per voi stessi, ma anche per i vostri figli, per donare loro un futuro migliore e sicuro. Perché restare, rischiando di diventare servi dei Lich e ferire involontariamente i propri cari? Abitanti di Burwark, io vi dico di preparare i bagagli e partire tutti insieme verso Valiinorê, villaggio il cui nome nella mia lingua significa speranza. Inoltre non sarete soli, come potete ben vedere i guerrieri dell'Uthgardt, i possenti barbari del clan d'Argento sono qui per proteggervi e penso non ci sia bisogno che un bardo come me vi metta al corrente delle loro prodezze.»

    Sperava con le parole di scuotere l'animo della popolazione, convincerla a partire nonostante i pericoli perché unico loro motivo d'essere liberi. Dopotutto se proprio dovevano morire, non era meglio farlo da uomo libero piuttosto che da schiavo?

    «Capisco che nessun artigiano voglia vedere le proprie creazioni nelle mani di sciacalli, ma i fabbri sono sempre ben accetti a Valiinorê. Quindi mio amico legato all'incudine, ti invito calorosamente a prendere i ferri del mestiere e venire con noi. Spero che la prospettiva di forgire nuove armi, le quali saranno impugnate da chi libererà il Nord dalla piaga dei non-morti, possa essere motivo di vanto e inoltre ovviamente, i tuoi servigi saranno pagati adeguatamente.»

    Parole dette chiaramente agli indirizzi del fabbro, sperando di riuscire a fare leva sulla possibilità d'essere ripagato per le sue perdite e al tempo stesso colpirlo nell'orgoglio, donargli l'importanza d'essere partecipe a qualcosa di grande. Restava soltanto un terzetto a cui rivolgere parola, quelli che forse l'avrebbero ascoltato con maggiore diffidenza.

    «Demoni? Io i demoni li ho combattuti, così come i non-morti. Non mi alleo con simili creature. Ma perché parlare di ipotetiche minacce quando dobbiamo affrontarne una reale di cui tutti noi siamo a conoscenza? L'unica cosa di cui bisogna temere, è un esercito di ossa e carne putrescente. Bisogna diffidare e combattere loro... non dubitare a vicenda di noi vivi. Inoltre ricordatevi, non state lasciando Burwark per sempre, solo il tempo necessario per eliminare la piaga dei Re Lich.»

    In cuor suo sperava d'essere riuscito a cambiare il punto di vista degli incerti.

    Riquadro Tecnico. - Badger il Bardo.
    Stato Fisico: Incolume.
    Riserva Energetica: 100%

    Passive:
    Conoscenze Bardiche. - Passiva di Conoscenza
    Maestro del suono. - Passiva Alterazione Voce.
    Cantastorie. - Anti-Auspex Sparaballe.
    Ego Smisurato. - Auspex Mindfuck-Alert.
     
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  11. »Merryman
     
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    Narrato
    Parlato
    "Pensato"

    Merryman Don Lyon Capone


    nov8inkblot




    Il suo cavallo era distrutto dalla fatica.
    Ansimava come un forsennato vomitando nell'aria gelida manciate di vapore acqueo.

    Gli ordine del comandante furono eseguiti all'istante, mentre con tutta calma l'uomo con la maschera raggiunse la grande piazza in sella alla bestia stremata.
    Smontò e diede un paio di pacche al compagno animale.

    Sei stato bravo.
    pensò.

    Fissò le briglie del cavallo ad un palo lì vicino.
    Lo guardò negli occhi scuri e raggiunse il mastodontico comandate fiancheggiato dal ragazzino in tenuta chiara.

    I due erano una strana coppia
    che dementi
    si ripeteva Merryman in testa mentre si avvicinava ai due uomini.

    Il giovane non sembrava un soldato semplice e neanche un super-uomo.
    Merryman era convinto che avrebbe saputo stupirlo, a suo tempo.

    Colse qualche parola di quel discorso.
    Arrivò al fianco del caposquadra, dall'altro lato del ragazzino.

    ... in modo da riuscire a convincerne il maggior numero nel minor tempo possibile.
    sentenziava.

    L'uomo col cappuccio guardava avanti a se.
    Con un gesto veloce della mano tirò fuori dall'interno della giacca il portasigarette.
    Alzò la maschera scoprendo mento, bocca e poi naso.
    Ficcò una di quelle sigarette tra le labbra e l'accese con qualche difficoltà.
    C'era freddo. Neve.

    Finita quella inutile e pretenziosa fila di parole e dopo aver sbuffato fumo passivo, Merryman, guardò l'uomo dalla grande statura.

    Anche io la penso così.

    Semplice. Diretto. Sincero.

    Quel ragazzino aveva pronunciato parole sagge. Il mascherato era d'accordo con lui.





    Merryman Don Lyon Capone



    Salute: 100%
    Energia: 100%
    Classe: Technomancer - Psion - Alchemist
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    Pretender

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    { Etlerth, Burwark }
    Azazel | Badger

    Nella cittadina di Burwark il fermento generale non accennava a placarsi e gli schiamazzi si ripetevano simili in ogni via: alcuni chiedevano per l’ennesima volta se i pargoli avessero svuotato le loro camere, altri perquisivano i polverosi scantinati alla ricerca di liquori invecchiati, altri ancora ronzavano nervosamente da un vicino all’altro per sincerarsi che tutti stessero veramente facendo i bagagli. Le dinamiche sociali portavano anche a queste situazioni: paradossalmente il popolano medio sembrava più propenso a partire se anche il resto del branco si sarebbe incamminato. La componente motivazionale non era quindi da sottovalutare, perciò Azazel pensò bene di chiedere manforte ad una figura autorevole locale per mettere a tacere con le buone il predicatore folle, che rischiava d’instillare incertezze a effetto domino sui compaesani.

    « Non darmi ordini, straniero! Io rispondo soltanto ai miei superiori. »

    Purtroppo la risposta fu pessima, dato che il giovanotto in armatura di cuoio lo squadrò malamente e portò di riflesso la mano sull’impugnatura della sua daga. Che fare dunque, abbandonare l’approccio o cercare di forzare ulteriormente il suo orgoglio ferito?

    Nel frattempo in piazza uno gnomo a cavallo aveva impugnato le sue fidate armi della retorica. Il discorso di Badger aveva smosso più di un animo, e perfino il fabbro incatenato aveva alzato lo sguardo dal suo amato piano di lavoro per osservare dalla finestra quel piccoletto dalla voce tanto confortante. Probabilmente sarebbe bastata un’altra spintarella per convincerlo a cedere.

    Chi invece sembrava inamovibile era lo stramboide
    a cui il bardo aveva sottratto i riflettori della piazza.

    « Vi sta ingannando, fratelli! La città da cui provengono è infestata da demoni e stregoni che commerciano anime con loro! Guardate, hanno addirittura portato un demonio fino alle nostre case! »

    Un dito puntato a colpo sicuro e un’insinuazione irrevocabile. L’indice incrostato di quel folle era indirizzato proprio verso Azazel, che nel frattempo aveva involontariamente istigato una guardia cittadina nella via adiacente. Quell’accusa bastò per allarmare ulteriormente il giovane, che sguainò la spada e - con ginocchia tremanti - si mostrò pronto ad aggredire il suo interlocutore al primo passo falso.



    { Etlerth, Halbem Weg }
    skekDor

    Marcus Smith lasciò parlare a ruota libera lo Skeksis, reagendo alle sue dichiarazioni sediziose con il silenzio. Qualunque fossero i suoi pensieri in merito preferì tacerli, evidentemente reputando inutile il proseguimento di quella discussione. Con lo sguardo spaziò fino alle casupole di Halbem Weg, focalizzandosi invece sulla questione più pressante di quella spedizione: come convincere dei civili diffidenti a lasciare tutto per seguire degli sconosciuti?

    Lasciò il carro insieme agli altri volontari, dando degli ordini concisi ai suoi: un paio andarono a perlustrare il perimetro, uno restò a curare i Rhinox mentre tutti gli altri si sparpagliarono per il villaggio. Andavano di porta in porta ripetendo le indicazioni che dovevano essere già pervenute giorni prima in un dispaccio ufficiale: la regione della foresta non era sicura e per salvaguardarsi dai non-morti era vitale che la popolazione si traferisse temporaneamente nella valle di Valiinorê – provviste e campi tendati erano garantiti dai vertici della cittadina. Al di là dei portoni qualcuno espresse dei legittimi dubbi, altri non parevano disposti a collaborare.

    La situazione sembrava in stallo.



    { Etlerth, Honiv }
    Umbrella | Merryman

    Mentre lo sbarbatello già sognava di guidare le folle con discorsi motivazionali, il capogruppo scosse la testa e s’incamminò, lasciando impronte di stivali sulla patina nevosa.

    « Forse non te ne sei accorto, ma non ci sono piazze qui – solo un lungo pontile. »

    Era evidente che non c’era traccia di pianificazione urbana in quel paesino rurale di pescatori lacustri.

    « Andremo di porta in porta per coordinare i preparativi. Informatevi se ci sono malati, anziani o neonati, poi fate una stima del peso dei bagagli di ogni nucleo familiare; informatevi sulle condizioni degli animali da soma - se ne hanno - e infine aiutate a scaricare le barche. Se qualcuno vi ostacola, non prendete iniziative ma chiamatemi. Non fate cazzate e ricordatevi che siamo qui per infondere un briciolo di speranza a questi disgraziati, intesi?

    Si fermò per occuparsi della prima palafitta della schiera, indicandovi di proseguire in autonomia.
    Forse qualcuno poteva chiedersi se un energumeno dallo sguardo truce e con una zweihänder fissata alla schiena fosse veramente una figura rassicurante, ma si sa che in tempi difficili anche il più piccolo appiglio può assumere le sembianze di un’ancora di salvezza.

    « Aiuto! Stiamo imbarcando acqua…! »

    D'un tratto un urlo disperato raggiunse la banchina. A soli dieci metri dalle bitte di ormeggio un piccolo drakkar di legno si stava inabissando nell’acqua gelata. Un vecchio e un giovinetto cercavano invano di direzionarne la vela mentre lo scafo stava colando a picco.


    Come al turno precedente, avete carta bianca. Siate precisi nelle descrizioni delle azioni intraprese, coordinatevi tra di voi e magari valutate se impiegare qualche tecnica di supporto.

    Per eventuali dubbi sapete dove trovarmi, la scadenza è fissata a Martedì 18 Luglio.
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Marcus Smith non rispose alle affermazioni di skekDor, probabilmente troppo annoiato da un pensiero così sciocco. Per quanto il suo interlocutore si fosse dichiarato una divinità, probabilmente sapeva benissimo che avrebbe potuto eventualmente opporre alla sua forza quella di un cospicuo esercito.
    Al contrario, lo Skeksis, nel suo delirio di onnipotenza, vide nel silenzio del Re leone una vittoria schiacciante: l'aveva lasciato senza parole, ineluttabile nel perseguire i suoi scopi!
    "La saggezza è una cosa preziosa, ragazzo mio. Ringrazia i tuoi dei di averla." Fu la sua constatazione, asciutta. Subito dopo, giacché tanto ci si era fermati in mezzo a quel gruppo di casupole piuttosto rustiche, skekDor pensò bene di scendere dal carro e sgranchirsi un po' l'artrosi. Ovviamente, cercò di scendere dal lato da cui era salito e, qualora ciò gli fosse stato impedito da faccende "meccaniche", avrebbe chiesto a uno dei soldati di disporre per lui una scaletta o una passerella per facilitargli la discesa.
    Comunque fosse andata -Nel dubbio, avrebbe sempre potuto chiedere al vento di aiutarlo-, una volta disceso a terra, si sarebbe messo ad analizzare la situazione. Perché i soldati ci mettevano tanto? Ah, i contadinotti e i boscaioli della zona erano scettici, certo...
    "Prima o poi, quando incontrerò Aeon, gli chiederò anche il motivo per il quale lascia che gli umani siano così diffidenti e malfidati fra loro." Borbottò, praticamente rivolto a sè stesso.
    Che fare, quindi? Al di là dello strano "vuoto" che aveva percepito poco fa, la zona non offriva niente. Nessun sollazzo, nessun diversivo dalla noia, fino a quando la carovana fosse rimasta lì.
    Concesse ai soldati il tempo necessario per provare con le buone maniere a far sloggiare i villici dalle loro "tane di legno", poi, concedendosi appena qualche secondo per sollevare da sotto la gonna una zampa di rettile e farne scricchiolare le dita anchilosate e rachitiche, decise arbitrariamente di prendere le redini della situazione e fare di testa sua.
    "Tch! Ecco perché odio avere a che fare con gli umani..." Un ennesimo borbottio, mentre con estrema calma iniziava a camminare.
    La gonna s'impigliò più volte su ramoscelli caduti e rocce sporgenti, ma il mezzo-Mistico non sembrò curarsene. Camminò, e camminò ancora, avvicinandosi alla prima casupola.
    Probabilmente, per tutti i mercenari e i soldati -a esclusione forse del signor Smith-, il fare dello Skeksis poteva sembrare piuttosto ambiguo. Raggiunse la prima casa, ma si fermò di fronte alla soglia senza nemmeno bussare. Quindi, fece per andare verso la successiva.
    In realtà, skekDor qualcosa l'aveva fatto: espandere il suo "io invisibile", ricoprendo come un manto una cospicua porzione di spazio con l'essenza di un'anima immortale. Un richiamo atavico, primordiale... irresistibile.
    Lì dove nessun animale avrebbe percepito alcunché, al contrario tutti gli abitanti umanoidi della casa avrebbero avvertito lo stimolo impellente di avvicinarsi all'origine della lieta sensazione che sentivano crescere in loro.
    Sicché, se l'incanto avesse avuto effetto, mentre skekDor lasciava la prima casa per dirigersi verso la seconda, sarebbe stato seguito dai mortali che poco prima s'erano rifiutati di fare quanto richiesto dai soldati.
    Lo spettacolo si sarebbe ripetuto con la seconda abitazione, la terza, e tutte quelle rimaste da svuotare. Per fortuna, si trattava di un villaggio piuttosto discreto, o skekDor avrebbe rischiato di intaccare sensibilmente le sue riserve di energia per ottenere l'effetto voluto.

    Comunque, se fosse riuscito a trascinare fuori tutti gli abitanti di Halbem Weg dai loro rifugi, si sarebbe incamminato alla volta della carovana, per poi fermarsi dirimpetto ad essa e girare i tacchi al gruppetto di umanoidi.
    Ora che era così vicino a loro, anche i soldati e i mercenari della compagnia avrebbero sentito il bisogno di farsi vicini al mezzo-Mistico.
    skekDor, in ogni caso, non avrebbe avuto occhi che per i villici che aveva radunato. Le sue iridi vermiglie sembravano ardere di un maligno fuoco mentre scrutava tutti i presenti con un'espressione arcigna.
    Salvo, improvvisamente, mutar giudizio.

    Il muso si rilassò, e le pliche di pelle andarono ad appianarsi attorno al cranio di skekDor. Allo stesso modo, i lati del becco si piegarono in un sorriso anodino, e il contorno degli occhi assunse forme più rassicuranti.
    Sciolse l'intreccio delle dita incrociate fra loro dietro la schiena e, sollevando una mano fin quasi sopra la spalla, esclamò: "Mmmh... Mortali, figli delle terre gelide dell'Etlerth. Vi ho privati del caldo ristoro offerto dal fuoco che arde nei vostri camini per instillare del senno in voi. Mmmh..." Il tono di voce era candido, quasi effeminato. E ogni periodo, anziché spegnersi nel silenzio, lasciava spazio a mugugni striduli, sicuramente snervanti per i soldati e i mercenari che skekDor aveva alle sue spalle. Stranamente, però, non per gli abitanti che aveva di fronte.
    "Non esiste fiamma che bruci in eterno, se non quella che si cela, invisibile, dentro ognuno di noi... Mmmh..." Si passò una zampa sul petto, poco sopra il seno cadente, mimando un gesto che visibilmente non gli apparteneva.
    "Mmmh... Ed è a quella che mi rivolgo. Aprite i vostri cuori a me, e io in cambio vi darò... la pace. Mmmh..." Nel dire questo, sollevò entrambe le braccia e strinse i pugni.
    Poi, senza attendere alcuna reazione dai presenti, con un gesto improvviso tese il braccio in direzione della carovana. L'ampia manica della veste, per via dello strattone, garrì: "Loro, uomini semplici proprio come voi, hanno fatto tutta questa strada solo e unicamente per portarvi in salvo. Mmmh... C'è una minaccia, un male di cui probabilmente siete a conoscenza... Mmmh..."
    Ghignò derisorio, facendo spallucce: "Forse, i più forti -e per questo più ottusi- fra voi pensano di potersi opporre, coi loro muscoli, alla furia che imperversa tutt'intorno. Mmmh... Beh, vi sbagliate!" Disse l'ultima frase con forza, ponendo l'accento. Per qualche istante, il tono tornò cavernoso e duro.
    Poi, di nuovo mellifluo, skekDor continuò: "Mmmh... Noi tutti siamo qui per portarvi al sicuro... Mmmh... Al caldo... Mmmh... Dove c'è cibo, acqua e riparo dalle minacce... Mmmh..." Sibillino, cinse le mani in preghiera e le avvicinò a un lato del muso, in una patetica ostentazione di gaiezza: "Non vi sembra magnifico? Mmmh... Invece che restare qui, e morire, vi viene tesa una mano misericordiosa... Mmmh... Quale folle si opporrebbe a un simile miracolo, dico io? Mmmh..."
    Bene, il terreno era preparato a dovere. Ora, serviva solo la stoccata finale.
    Mantenendo il tono di voce che l'aveva contraddistinto negli ultimi minuti, skekDor rivolse ai villici un'ordine in piena regola: "Mmmh... Seguite le nostre indicazioni. Mmmh... Fate esattamente come vi viene detto, senza nutrire dubbi o incertezze alcune. E, non appena giunti a Valiinorê, vedrete coi vostri occhi che ho ragione! Mmmh... Solo e unicamente allora, tornerete padroni del vostro libero arbitrio!"
    E, colpendo con un violento guizzo della coda i Podling intrappolati nella struttura della gonna, lasciò che le urla di questi ultimi risuonassero fuori dai corni posti sulla sua schiena in un'unica nota solenne.
    Se tutto fosse andato come previsto, la combinazione dei due incanti che aveva usato avrebbero asservito gli abitanti di Halbem Weg a dovere, fino alle porte di Valiinorê

    Salute: 100%
    Energia: 70%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea.. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Magnetismo divino:
    L'anima di skekDor è diversa da quella dei comuni esseri viventi, risultando quasi tangibile. Concentrandosi, il mezzo-Mistico è in grado di irradiare la propria aura fino a un'area circolare di 30 metri, attirando l'attenzione e la curiosità di ogni creatura presente al suo interno e suggerendogli di avvicinarsi a lui, a prescindere dal fatto che la sua immagine possa eventualmente esser mascherata da ostacoli fisici, quali muri o intere foreste. Raddoppiando il consumo della tecnica, lo Skeksis è inoltre capace di selezionare e attirare a sé solo specifiche razze presenti nella zona d'interesse dell'incanto, a discapito delle altre [Abilità Attiva – Malia; Consumo: Medio]

    - Verbo divino:
    Qualunque cosa skekDor dirà sarà presa molto sul serio da eventuali interlocutori. Questi non saranno costretti a obbedire ciecamente alle sue parole, ma sentiranno di potersi fidare di quel che dice con animo leggero e con il massimo rispetto, anche qualora la divinità proponesse qualcosa di contrario alla logica o alla loro etica, tipo lanciarsi da un dirupo o tradire un loro alleato. Dato che l'incanto agisce su un singolo argomento di conversazione alla volta, il suo effetto si esaurirà al termine del dialogo, mentre l'influsso perdurerà sino a che la vittima non avrà compiuto la sua scelta, obbedendo o trasgredendo alla fiducia riposta nelle parole che le sono state rivolte (Tecnica non utilizzabile in Duello) [Abilità Attiva – Malia; Consumo: Medio]




    Edited by Nightrun - 18/7/2017, 11:24
     
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  14. Ramses_III
     
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    Il saluto non venne ricambiato.

    Non darmi ordini, straniero! Io rispondo soltanto ai miei superiori.

    Il giovane soldato portò la mano sull'elsa, fraintendendo completamente l'atteggiamento del Demone, che in tutta risposta allargò le mani con i palmi aperti verso il ragazzo.

    Ehi, ehi, calma. Abbiamo bisogno della collaborazione di tutti, il mio intento non era assolutamente quello di darti ordini.

    Fece un passo indietro, guardandosi dietro la spalla destra per cercare di capire se gli Uthgardt avevano assistito alla scena e, eventualmente, come avevano reagito.
    L'ultima cosa che voleva era scatenare una rissa per una parola sbagliata, men che meno contro un soldato, o quell'esodo si sarebbe trasformato in una carneficina e non per colpa dei Lich.

    Stiamo dalla stessa parte, e la cosa migliore per la gente che difendi, ora, è andare il più lontano possibile da qui. Prima che sia troppo tardi.

    Pesava ogni parola, non voleva assolutamente dare modo al giovane di reagire.

    Potrete tornare tutti quando la zona sarà sicura; ma se i tuoi ordini sono diversi non sarò certo io a chiederti di trasgredirli.
    Vi sta ingannando, fratelli! La città da cui provengono è infestata da demoni e stregoni che commerciano anime con loro! Guardate, hanno addirittura portato un demonio fino alle nostre case!

    La voce del folle arrivò nuovamente alle orecchie del Demone, che si voltò spinto dall'orribile sensazione che di colpo gli attanagliava lo stomaco. Vide il dito dell'uomo puntato contro di sè, e non ebbe nemmeno il tempo di pensare a come diavolo facesse quell'uomo a sapere della sua vera natura.
    Mondo diverso, stessa merda di sempre. La sua razza lo condannava ad una vita di diffidenza; gli uomini non l'avrebbero mai accolto conoscendo la sua vera forma.
    Cazzo. Pensò.
    Rise sommessamente, il suo cervello elaborava a velocità spaventose milioni di possibili soluzioni. Scartò immediatamente l'eccidio. Tentò l'inganno, poi avrebbe sistemato anche l'uomo che di colpo non sembrava più così pazzo. Il soldato aveva sguainato la spada, le ginocchia gli tremavano e quella sua paura l'avrebbe senza dubbio spinto a fare qualcosa di avventato e profondamente sbagliato.

    Un'accusa dal pazzo del villaggio?! Andiamo, non sarò bellissimo ma da qui a considerarmi un demone... Conoscete gli Uthgardt, commerciate con loro, non avete motivo di temerli e, se fossi veramente il nemico, non avrei potuto cavalcare con loro.

    Alzò le braccia sopra la testa. Dove cazzo era finito Revair? Sperava solamente che il Clan non reagisse, sarebbe stato molto meglio se ci fosse andato di mezzo solo lui.

    Se può farti stare più sicuro, però, puoi prendere in custodia la mia spada. E dietro la schiena ho una bandoliera con dei pugnali da lancio, prendi anche quelli.

    Non aveva di certo bisogno delle armi per difendersi, e se poteva servire ad allentare almeno momentaneamente la tensione gliele avrebbe consegnate senza alcun tipo di reazione.



    Energia: 100%
    Fisico: 100%
    Mente: 100%

    Equipaggiamento:
    Katana
    Coltelli da lancio (5)

    Armature:
    //

    Oggetti:
    //

    Abilità Usate:
    //

    Passive Usate:
    Immortalità. Passiva ∞
    [Il Demone sfonda lui stesso la barriera della non vita, divenendo un immortale e sconfiggendo la morte una volta per tutte.
    Il caster diviene a tutti gli effetti immortale. Non potrà comunque continuare a combattere o proseguire in una Quest con una somma di danni mortali sul corpo, non sarà immune al dolore né agli effetti dei danni - ad esempio, con una gamba spezzata non potrà camminare. La tecnica garantisce una difesa dalle scene in cui è possibile perdere il proprio personaggio o al termine di un duello con Player Killing attivo: dunque il caster potrà recuperare il proprio personaggio a seguito di una scena dedicata. I personaggi possedenti questa passiva non potranno essere uccisi in nessun caso.]

    Resistenza al fuoco. Passiva ∞
    [I Demoni del Fuoco, in particolare, sono naturalmente immuni ai danni che le fiamme provocano agli esseri umani.]

    Note: //
     
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    Anche io la penso così.
    L’altro tipo assoldato per la missione insieme a lui sembrava condividere la sua idea, e questo era un bene; ciò poteva essere la scintilla per una buona sintonia, o almeno era quello che sperava. Dover collaborare con qualcuno mai visto prima e conosciuto sul momento poteva risultare un problema per una missione di quel calibro visto che non conosceva né il carattere né la specializzazione dell’altro. Era stato assoldato come oratore? era uno del Nord che aveva aderito alla causa per proteggere le sue terre? Dall'aspetto non gli sembrava uno del posto, e a dirla tutta, nemmeno uno con particolari abilità in combattimento o diplomatiche e poi, perché quella maschera?
    "Hey, perché porti quella maschera? Se dobbiamo parlare con gli abitanti ti conviene togliertela. Vogliamo sembrare amichevoli, e in molti potrebbero fraintenderti se non vorrai mostrarti…"
    Gli occhi si strinsero leggermente mentre scrutavano l’individuo dalla testa ai piedi in uno sguardo e un tono deciso e inespressivo come quello di un padre severo che rimprovera il figlio, e si poteva notare una certa riluttanza in lui, nonostante in alcune missioni sia stato costretto pure lui a doversi mascherare, non gli piaceva chi usava maschere o subdoli travestimenti, soprattutto se è un suo compagno di squadra.
    La loro discussione fu interrotta dalla risposta del caposquadra: il villaggio sembrava allungarsi solo lungo tutto il porto e questo voleva dire che sarebbero dovuti andare di casa in casa a convincere la gente del posto, e trovarsi difronte un completo sconosciuto che ti bussa alla porta e ti dice di abbandonare tutto per un’imminente offensiva da parte di non-morti, non è il massimo, ma in un modo o nell'altro avrebbero dovuto riuscire a convincerli. Un’idea poteva essere quella di attirare la gente fuori dalle case e radunarne il più possibile così da poter parlare a più gente possibile nel minor tempo, ma anche questa opzione non sarebbe stata facile da realizzare.
    Le idee viaggiavano rapide nella sua mente mentre dopo date le ultime indicazioni, la loro guida gli invitò a procedere in autonomia.
    "Lasci fare a noi. Non la deluderemo." Allontanatosi, si avvicinò al suo compagno per rivolgergli la parola "Hey, qualche idea su come convincere il maggior numero possibile nel minor tempo? Comunque piacere, il mio nome è Umbrella." protrasse una mano verso l’uomo, invitandolo a una stretta di mano.
    Il tempo di una risposta dal compagno di squadra che un urlo attirò la sua attenzione: la voce proveniva da un piccolo drakkar, la nave stava affondando, e se non fossero riusciti a raggiungere la terra ferma sarebbero morti; le temperature del lago dovevano essere parecchio basse e non sarebbero resistiti nemmeno un minuto, finendo cosi per morire o annegati o di ipotermia.
    "HUm?!" volse lo sguardo verso la disperata voce guardando l’accaduto da oltre la sua spalla destra, e compresa la gravità della situazione la pupilla si sgranò per un attimo, se voleva aiutarli doveva agire il più in fretta possibile.
    "dannazione!" si girò, strinse il pugno quasi a farlo tremare mentre osservava la situazione in quella manciata di secondi prima di partire con uno scatto verso la nave. La corsa era al massimo delle sue possibilità e se non si fosse fermato in tempo sarebbe finito in acqua, e tentare di nuotare in quelle acque gelide sarebbe stato mortale perfino per un tipo come lui, ma aveva ben altro in mente; mentre correva distese il braccio destro dietro la schiena e un gelido fumo sembrò iniziare a uscire dall'intero braccio. Raggiunta la sponda strinse i denti, sguardo deciso e saltò. In volo col braccio destro ancora dietro la schiena compì un rapido gesto a “ U “ come se stesse lanciando una palla da bowling solo più ampio, e se tutto fosse andato secondo i piani, sotto i suoi piedi e davanti a se si sarebbe creata una lunga striscia di ghiaccio lunga sette metri che avrebbe congelato per quella porzione il lago andando così a creare una via per la nave, ma la sua abilità non era ancora abbastanza per raggiungere la nave: atterrato sul giaccio impuntò il ginocchio e il pugno sul freddo terreno, si fermò un attimo per attutire la caduta e il tempo di emanare una leggera sbuffata di fredda aria per poi riprendere la corsa. Cercò nel minor tempo possibile di raggiungere l’estremità della traversata da lui creata facendo attenzione a dove mise i piedi visto che anche se lo strato di ghiaccio sarebbe dovuto essere abbastanza solido da reggere il suo peso, correre sul ghiaccio non era il massimo e se fosse riuscito a raggiungere l’estremità, si sarebbe chinato, e sfiorando leggermente il gelido fiume avrebbe ancora una volta congelato la fredda acqua tentando cosi di colmare quei tre metri che lo separavano dalla nave e allo stesso tempo congelare la base della nave nella speranza che così facendo sarebbe probabilmente riuscito a fermare l’affondare della nave.
    "MUOVETEVI! SCENDETE DALLA NAVE, IL GHIACCIO NON RESISTERà ANCORA A LUNGO!"
    Urlo hai disperati passeggeri nella speranza di farsi notare e se avessero accettato il suo aiuto gli avrebbe aiutati a scendere dalla nave per poi riaccompagnarli sulla terra ferma.

    Umbrella Energia: 90%
    Stato fisico: Perfetto
    Stato mentale: Carico, Deciso
    Passive: Instant casting, +10% energia max, raggio visivo e sonoro ampliato
    Equipaggiamento: Ombrello – X768
    Tecniche utilizzate:
    1° Slot Wind Element - Freez: Con un semplice movimento della mano, sfruttando il potere del vento, è in grado di portare liquidi e solidi a temperature molto basse in modo tale da farli congelare istantaneamente a una distanza massima di 7metri
    [Consumo: Medio]
    2° Slot Wind Element - Freez: Con un semplice movimento della mano, sfruttando il potere del vento, è in grado di portare liquidi e solidi a temperature molto basse in modo tale da farli congelare istantaneamente a una distanza massima di 7metri
    [Consumo: Medio]
     
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