Prayer of the Refugee

Algor Mortis ~ Fase II

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    Viaggiatore dei Mondi

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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Nonostante, tutto, alla fine skeKDor si stava lentamente riprendendo. Non importava quali difficoltà affrontasse o quante ferite gli ricoprissero il corpo. Raggi solari, qualche anima ancora calda di corpo, e sarebbe sempre ritornato a "splendere"! Salvo, ovviamente, gli acciacchi dati dalla vecchiaia. Ma per quelli, la cura era una sola. E questo, in parte, costituiva il motivo della sua venuta a Valiinorê.
    Se non altro, a consolare lo Skeksis c'erano le grida di dolore e il pianto delle donne rimaste vedove, o dei bimbi senza più genitori.
    "Ah... Poesia..." Mormorò sottovoce, chiudendo gli occhi e rilassandosi completamente.
    Aveva ripreso posto sul carro, inzaccherando per bene il pavimento con gli effluvi che uscivano fuori dallo squarcio al torace. Dolore, intenso dolore. Una delle tante cose che gli ricordavano di non essere più onnipotente, ma che, al contempo, lo tranquillizzavano sul fatto di essere ancora vivo e vegeto.

    I gruppi finalmente si riunirono, e lo Skeksis fece capolino dal carro per vedere in quanti ce l'avessero fatta. Si rallegrò di vederne così pochi. E non tanto per il fatto che provasse un genuino piacere nell'assistere allo sfacelo della condizione umana, quanto perché, ne era sicuro, s'era fatta una buona scrematura di zotici che avrebbero remato contro al suo personale piano di "recupero crediti".
    Fra di essi, comunque, riconobbe una sua vecchia conoscenza.
    Alzò la mano per salutare il giovane, rivolgendogli un sorriso anodino. Umbrella era ancora vivo. Ottimo, visto che dovevano entrare in affari!

    Poi, il terreno venne scosso da un tremito. Ancora guai? skekDor in pochi istanti evocò i suoi caesti eterei, sollevandosi a fatica in piedi. Pochi istanti, e il mostro arrivò. Una creatura che suscitava nel mezzo-Mistico sentimenti contrastanti. Se da un lato infatti provocava disgusto e repulsione, dall'altro instillava in lui un moto di rabbia tale che, se ne avesse avuto le forze, avrebbe scagliato su di esso la migliore delle sue sfere infuocate.
    Una macchina! Lì, in mezzo al nulla più totale. Che senso aveva avuto muoversi su dei carretti e affrontare così tante minacce, se poi si poteva contare su una diavoleria di quel tipo?
    Non che skekDor approvasse, ma avrebbe potuto usare tutto quel metallo con profitto. Ad esempio, facendo una tomba molto originale per la creatura oscura che aveva sconfitto poco prima, in compagnia di Marcus Smith.

    I civili vennero stipati ordinatamente all'interno della diavoleria tecnologica, e lo Skeksis passò il tempo a rimirare le fattezze del cargo, schioccando la lingua a più riprese e rivolgendo ad esso occhiate arcigne. Non gli piaceva. Non riusciva proprio a farsi entrare nella mente che i mortali di quel mondo avessero la facoltà di piegare la natura al loro ingegno, senza dare niente in cambio alle divinità di Endlos.
    Ascoltò i brindisi, quasi inutili, che proponevano i vari caposquadra.
    Un goccio di liquore in effetti non gli sarebbe dispiaciuto. Revair gli passò di fianco e, nel fare il suo brindisi, perse l'equilibrio e cadde con la faccia nella neve proprio a pochi centimetri dalla sua gonna.

    Lo Skeksis inclinò il capo e, cacciando le mani nelle ampie maniche della veste, ironizzò: "Oh, povero caro. Dov'è il tuo dio, adesso?" Quindi, fece per chinarsi. Difficile, considerando la ferita al petto.
    Allungò una zampa verso l'albino e... gli sfiorò la fronte con la punta dell'artiglio, scostando una ciocca incollata dal sudore.
    "Pelle è liscia e calda, nonostante tutto... Sì, ti riprenderai. E ora in piedi, coraggio. Non ho familiarità con le macchine degli umani, quindi è dovrai avere la cortesia di spiegarmi come funziona questo trabiccolo."
    Detto ciò, ritornò in piedi e attese che Revair si alzasse. Quindi, sarebbe salito con lui sul cargo. Chissà, magari se l'albino si fosse dimostrato accomodante come suo solito, avrebbe potuto eccezionalmente rimetterlo in sesto.
    Il sole era calato, e le anime dei morti erano ormai ascese in cielo. A separare skekDor dal mattino e, quindi, dalla piena guarigione fisica e psicologica, c'era l'intervallo di una decina di ore. E non aveva alcuna intenzione d'annoiarsi, in quel lungo lasso di tempo

    Salute: 70% Torace destro perforato da parte a parte, Braccio destro rotto
    Energia: 10%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea.. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:


     
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    Art Full of Meat

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    Un sole ormai morente accompagnava all’orizzonte la faticosa camminata del gruppo verso Vallinore scomparendo all’orizzonte oltre le vette del Koldran. Le temperature iniziavano ad abbassarsi sempre di più col passare del tempo, e il vento freddo iniziava a farsi sempre più pungente. Umbrella si strinse nella chiara divisa di fustagno lavorato che per quanto potesse tenere caldo il corpo, non era stata progettata per temperature basse come quelle di quelle terre.
    Il passo incerto dei cavalli e delle motoslitte rallentò al segnale del caposquadra in vetta al gruupo. Da quando gli avevano parlato e successivamente accettato la missione contro i Lich, aveva sempre solo sentito parlare di Vallinore, e di fatto non aveva idea di quanto ancora avrebbero dovuto camminare prima di essere effettivamente al sicuro. Il gruppo rallentò il passo in prossimità di una collinetta e mentre procedevano per la pendenza, altri gruppi con altri civili fecero la loro comparsa arrivando da ogni direzione capitaneggiati dai rispettivi comandanti.
    Fermatosi sulla collina le squadre si riunirono sperando finalmente di poter tirare un sospiro di sollievo da quella giornata che sicuramente non si sarebbero dimenticati facilmente. Facce stremate e sconosciute si mostrarono agli occhi di Umbrella mentre senza scendere dal proprio cavallo girava fra i civili e gli uomini delle altre spedizione alla ricerca di qualcuno che potesse aver bisogno di qualcosa: solo pianti e tristezza sembrava scorgere fra quelle file di giovani e vecchi che avevano perso oltre alla loro casa, un componente della famiglia o un parente caro e tutta colpa di quei dannati Lich. Che cosa ci trovassero in quelle terre fredde dei non morti ancora non era riuscito a spiegarselo, ma niente poteva giustificare una atrocità simile nei confronti di civili indifesi e estranei a tutta quella faccenda. L’occhio Ceruleo passava di volto in volto, di famiglia in famiglia mentre provava compassione e pena per quelle innocenti vittime fino a quando un viso famigliare non lo salutò con un cennò da qualche decina di metri di distanza.
    " Skekdor? " disse parlando con sé stesso. In effetti era stato proprio lui a parlargli della spedizione e la memoria riaffiori in un attimo ricordandogli che gli aveva acennato che pure lui avrebbe partecipato a quella spedizione. Tirò con decisione ma senza eccessiva forza le redini dello stallone in modo da fermare la lenta camminata per poi scendere e protendersi a legarlo al paletto più vicino per poi dirigersi verso la vecchia conoscenza. Pochi passi sulla fredda neve e un possente tremolio scosso il terreno. Un terremoto? Possibile che i Lich gli avessero seguiti fino a li? Un grosso cargo metallico sbucò dal terreno rivelandosi in tutta la sua grandezza. Quella doveva essere la ragione per la quale hanno scelto proprio quel posto per accamparsi; Il cargo avrebbe sicuramente accorciato il viaggio e dato lo stupore dei compagni intorno a lui probabilmente nemmeno gli altri sapevano dell’esistenza di quel grosso mezzo.
    Dopo quell’attimo di curiosità misto al timore per la stazza e l’improvvisa apparizione di quel mezzo di trasporto, i civili si raggrupparono in ordinate file per poi salire, potendo cosi finalmente rifocillarsi hai piani superiori con riscaldamento e un letto morbido sul quale potersi riposare e schiarire le idee.
    Insieme hai capisquadra, fù uno degli ultimi a salire a bordo, e vedendo la gioia dei capi squadra intenti a brindare per quel primo successo lo rallegrò. Perfino vedere Skekdor in quel semplice gesto di aiuto nei confronti del capitano sfinito lo rallegrò, stampandoli un sorrisetto appena accennato, forse perfino un dio insensibile come lui avrebbe potuto provare un po' di pietà difronte a quella crudeltà infondo al suo animo di pietra.


    Umbrella Energia: 60%
    Stato fisico: infreddolito
    Stato mentale: ottimo, leggermente turbato
    Passive: Instant casting, +10% energia max, raggio visivo e sonoro ampliato
    Equipaggiamento: Ombrello – X768
     
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46 replies since 26/5/2017, 12:25   1183 views
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