En Passant

Intermezzo ~ Backstage

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    En Passant mossa speciale del gioco degli scacchi che coinvolge esclusivamente i pedoni, dando loro opportunità di agire in un modo che fa eccezione alle normali regole del movimento dei pezzi; conosciuta anche come "Cattura al Varco", si può eseguire quando un pedone finisce esattamente accanto ad uno di quelli avversari, permettendogli di effettuare la presa nella mossa successiva.

    jpg

    { Back-Office, Ufficio del Capo }
    ????

    Chini su scatoloni di cartone, vecchi giornali, carta anti-urto, nastro adesivo da imballaggio e grossi pennarelli indelebili, il drappello di grotteschi clown deformi sgobba senza interruzione, non osando neppure fiatare per alleggerire l'atmosfera sul lavoro... e non solo perché l'Ufficio del Capo è uno di quei posti che mette dannatamente soggezione -sia per gli arredi, che per la sua fama-, ma perché il loro massimo superiore continua ad aleggiare per i corridoi e intorno alle loro postazioni come un'anima in pena, e l'aria tesa con cui sta supervisionando le operazioni in quello spazio inviolabile (recentemente dissacrato da alcuni intrusi) getta intorno a lui una pesante cappa di pericolo.

    E nessuno di loro ci tiene a fargli pensare per un solo momento che stiano battendo la fiacca.
    Perché nessuno vuole divenire la valvola di sfogo della sua frustrazione.

    « Svuotate ogni scomparto della libreria danneggiata in uno scatolo diverso, numerate la sua posizione in termini di riga e colonna, e accatastateli momentaneamente -con la massima cura, vi conviene- in corridoio. »
    ordina la voce del Mimo, sferzante come una frusta e tetra come un cimitero notturno
    « I libri possono venire inscatolati così come sono; i suppellettili vanno invece imballati nella carta runica -quella in plastica con le bollicine coi simbolini-, e poi nella carta di giornale: maneggiateli il meno possibile. Se vi esplodono in faccia, il corrispettivo del loro valore di listino verrà detratta dal vostro stipendio. »

    L'andirivieni frenetico che ha animato l'Ufficio fino a pochi minuti fa sta lentamente scemando nei canoni di una realtà sensata ed accettabile: l'incendio è stato domato senza troppi danni -Nikolaj e la sua affinità col fuoco è stata effettivamente d'aiuto in questo-, la Fata dai capelli rossi che ha sorpreso lì dentro è stata neutralizzata e condotta alla sua nuova sistemazione (almeno fino all'inizio dell'Asta), e anche se i suoi complici sono scappati, il corpo di sorveglianza è stato sguinzagliato per le aree del Backstage... il tutto con un'efficienza ottimale. Che tuttavia sarebbe potuta essere migliore se Harleen avesse risposto al dannato telefono.

    Non sa che scusa abbia l'Augusto, ma pur ammettendo che sia buona abbastanza da persuaderlo a non smembrarla in tocchetti grandi come acini d'uva (rigorosamente dopo la serata), di certo non gliela farà passare liscia: tra tutti frangenti in cui poteva essere irreperibile, lasciandolo solo davanti a quella valanga di problemi, quello è il peggiore.

    E' per questo che, non appena le prime note della suoneria personale che ha associato a lei si alzano dalla tasca interna della giacca rossa, Aren si dirige alla porta per trovare un posto tranquillo dove rispondere alla sua Assistente e sturarle le orecchie a suon di urla; per quanto non sia a suo agio con l'idea di lasciare quegli avanzi di bassifondi da soli nell'ufficio incustodito del Padrone, andare in escandescenze davanti alla manovalanza sarebbe sconveniente per l'immagine del Circo -e perciò anche del Padrone-, quindi... ci sono altri modi per assicurarsi che nessuno si faccia venire strane idee gloriose.

    jpgSmettendo per un momento di passeggiare impettito con le mani dietro la schiena, la Maschera si volta sulla soglia per lanciare un'occhiata terrificante da sopra una spalla ai suoi impiegati.

    « Naturalmente, se qualcuno di voi attivasse per sbaglio uno degli artefatti del Padrone, cesserebbe di esistere... »
    se intende per l'incidente o per sua mano, è poco chiaro – ma anche ininfluente
    « ...pertanto, la penalità verrebbe comminata al vostro intero reparto. »

    Senza replicare alcunché, i poveri operai chinano il capo sul proprio dovere e si rimboccano le maniche in silenzio, scambiandosi occhiate funeste; Aren -invece- esce dalla stanza, percorre un tratto del breve corridoio che separa l'Ufficio del Capo dalla Sala d'Esposizione, e recupera il cellulare di tasca; passando davanti ai quadri appesi lungo le pareti, diretto ad un punto vuoto dell'andito in penombra, non si accorge che degli ambienti ritratti all'interno delle cornici, due si sono oscurati, e uno sta andando a fuoco.


    { ??? }
    Bid'daum | Arthur | Jester

    Non sapete dire quanto tempo trascorra nella transizione, ma -alle coordinate inserite- lo strano marchingegno si aziona, e voi venite avvolti da una patina energetica che cancella i contorni della stanza del Gateway, trasfigurando il perimetro del vostro confinamento in uno strato di velluto rosso.

    Vi scambate l'un l'altro qualche occhiata dubbiosa, rizzando le orecchie per captare qualche rumore dal nuovo ambiente in cui siete capitati, ma non avvertite nulla di strano oltre ad un grave silenzio; tuttavia, ne avete esplicita conferma quando la Dama Azzurra scosta un lembo della pesante stoffa con una manina, e un occhio blu zaffiro sbircia dall'altra parte: nessuna presenza... e, pertanto, nessun pericolo.

    « Via libera, sembrerebbe... »

    Affacciandosi all'esterno, e muovendo qualche passettino al di là della tenda, l'Alfiere Orientale spinge gli occhi blu ad ispezionare lo spazio circostante: ora siete in una stanza a pianta quadrata che parrebbe un qualche ufficio, ammobiliato in maniera semplice, in cui la pedana sopra cui vi trovate tutti e quattro (abbastanza stretti, a dire la verità) occupa uno dei lati; su quello opposto potete invece scorgere due poltroncine di pelle e un basso tavolino, sopra cui fa bella mostra di sé un bicchiere da wisky e una grossa ed importante bottiglia di liquore -dall'odore forte e pungente- ormai quasi ridotta al fondo, una pianta da interni -probabilmente finta- e un dispenser dell'acqua regolato da un rubinetto.

    Sulla destra, notate alcuni schedari alti circa un metro e mezzo, addossati alla parete a proteggere la poltroncina imbottita dietro una grossa scrivania con davanti due sedie per i visitatori, il cui ripiano è ingombro da disordinate pile di scartoffie che quasi ne raddoppiano l'altezza, ammucchiate le une sulle altre in maniera indistinguibile... E difronte alla postazione destinata al titolare dell'ufficio, c'è uno schermo nero a cui forse solo Jester ed Arthur possono essere abituati (data la familiarità con la tecnologia del loro mondo d'origine), e dei quadri che ritraggono curiosi paesaggi.

    jpg
    « Che strano... qui non c'è nessuna porta. »

    Muovendo qualche passo oltre il drappo -e fuori dal vostro nascondiglio-, Kalia si da un'occhiata intorno, e... in effetti, non appena la imitate, vi rendete conto che ha ragione lei, e non potete che confermare in cuor vostro quanto sia effettivamente strana a livello concettuale una stanza senza una porta. Che il Gateway sia l'unica via di accesso e di uscita contemplata?

    Seppure il suo colore la faccia facilmente saltare all'occhio in un ambiente simile, quando la Dama Azzurra si infila dietro lo scrittoio la perdete di vista tra la montagna di moduli, raccoglitori e chissà cos'altro è stato impilato su quella tavolata; certo, non sembrerebbe esserci motivo di preoccuparsi per lei, visto che -data la sua posizione su Endlos- la donna cerulea è di certo abituata a districarsi tra dispacci e cartacce simili meglio di chiunque altro tra voi, ma...

    Non fate in tempo ad avvicinarvi alla scrivania per ficcanasarvi a vostra volta -o a disperdervi nella camera per esplorarla- che qualcosa attira la vostra attenzione sulla parete con lo schermo: uno dei dipinti lì appesi, quello raffigurante la strana scena di un gruppo di manichini senza testa, inginocchiati in cerchio in adorazione di una elaborata sfera dorata, si sta contraendo e deformando come vivo... allargandosi fino ad assumere le dimensioni e l'aspetto di una porta.

    Qualcuno sta arrivando, e se -data la vostra situazione- questo non fosse già abbastanza allarmante, il Castigo e l'Alchimista possono aggiungere anche qualche preoccupazione in più alla loro razione nel riconoscere l'identità del Circense che si sta introducendo nell'ufficio.

    « Cosa?! Quando è successo?
    E... come diavolo hanno fatto ad arrivare ai camerini?! »

    « …non lo so, Derry: io ho aperto il baule degli attrezzi di scena per prendere una cosa... ed erano già lì... e... e mi hanno attaccato... e... e... MI HANNO SCIOLTA NELL'ACIDO! »
    « Come hanno...?! Bastardi. Quanti erano? Descrivimeli. »

    Fortunatamente, il Mimo sembra preso da altre questioni, e mentre la mancina gli tiene accostato un telefono portatile all'orecchio, il Presentatore già si introduce nella stanza volgendovi la schiena per richiudere il battente dopo di sé con la destra... permettendovi così di correre ai ripari, reinfilandovi di gran carriera dietro la tenda rossa senza che la vostra presenza sia notata; certo, l'effetto sorpresa è sempre un vantaggio, ma ingaggiare battaglia con forse il più pericoloso dei Circensi non è la migliore delle opzioni, vista la stanchezza che la scaramuccia nei Camerini vi ha lasciato addosso.

    L'unico problema è che Kalia non ha modo di raggiungervi al riparo del velluto, e scorgete la sua testolina azzurra far capolino da dietro alla scrivania, prima di sparire nuovamente dietro i pannelli di legno, rimanendovi probabilmene immobile, nascosta... in attesa che il nuovo arrrivato termini di fare quel per cui è venuto e se ne vada; intanto, però, quello si siede sul bordo della scrivania -tra i sedili per gli ospiti- e un lungo stanco sospiro si alza dalle labbra dietro la Maschera.

    « Ho capito... ma ora calmati. Non sono arrabbiato con te. »
    riprende Aren, in un tono insolitamente morbido per l'interlocutrice in lacrime
    « E' solo che... le cose stanno sfuggendo di mano. Qualcuno li sta aiutando.
    E non capisco che cosa abbia in mente il padrone. »


    Nella calma di quell'ambiente isolato sentite la familiare voce femminile all'altro capo del telefono snocciolare lunghe frasi concitate, di cui non riuscite a distinguere il senso; poi, anche se lei non può vederlo, il Clown Bianco scuote leggermente la testa in segno di diniego.

    jpg
    « Hai ragione: noi possiamo solo concentrarci sullo Spettacolo, perciò...
    Torniamo al lavoro. Ti raggiungo tra poco dietro le quinte. »


    Un “click” mette fine alla conversazione, e su tutto torna ad aleggiare il silenzio: il Mimo -pur senza guardarlo in viso-, sembra ancora piuttosto afflitto e amareggiato, quieto e remissivo... almeno fino a che -in un imprevedibile, improvviso e inconsulto scatto d'ira- non sferra una manata a una pila di pratiche in sospeso, facendola precipitare a terra con un gran frusciare di carte e uno schianto sonoro quando alcuni fascicoli di plastica sbattono sul pavimento... ampliando fatalmente il campo visivo del Circense.

    Nell'atmosfera surreale che permea quell'istante, il tempo sembra rallentare il suo corso: il tenue ma luminoso colore turchino che fa risplendere i capelli della Castellana viene presto notato dalla coda dell'occhio del Clown Bianco, e i due restano a fissarsi per un lungo momento, in silenzio; l'una accoccolata dietro la scrivania, e l'altro appoggiato sul lato frontale della stessa. Poi, il Circense torna a fissare lo schermo davanti a sé con aria sconsolata, e tutti lo sentite sonoramente sbottare in un verso esasperato che si colloca a metà tra un sospiro e un ruggito.

    « Ma allora è una persecuzione! »

    Quel grido insofferente -lamentoso, disperato- riesce a farvi trasalire, e di sicuro è abbastanza per far prontamente scattare in piedi Kalia, il che è un bene, visto che Aren non è tipo da lasciare agli altri troppo margine di reazione: alzandosi con un deciso colpo di reni, il Circense si volta infatti a fronteggiare l'Alfiere con sguardo furente, e l'aura positiva che la donna è solita emanare -anziché ammansirlo- sembra renderlo ancora più isterico.

    « Ricordo la tua faccia - e quel colore! Sei la santarellina che sta ad Est.
    Li conosco quelli come te: blaterate tanto di codici ed ideali, e poi siete i peggiori! »


    Inveendo invelenito contro la Dama Azzurra, il Clown si muove per aggirare il tavolo e acciuffare l'intrusa con le grinfie tese, ma -naturalmente- quella si sposta in maniera speculare all'aggressore per mantenere tra loro la massima distanza possibile.

    « Sarete contenti del bel casino che avete fatto!
    Non ci sono mai stati tanti imprevisti! Mai, da quando siamo in attività! MAI! »

    « Veramente siet-...! »
    « Abbiamo le autorizzazioni, le firme, i permessi... Tutto in regola! TUTTO!
    E voi state disturbando degli onesti impiegati! »

    « Cos-? Che perm-? »
    « Per colpa vostra la manifestazione è rovinata! E anche la nostra reputazione!
    Siete dei terroristi! Dei sabotatori! Dei... dei vandali! »

    « Questo no! Siete voi che-! »
    « Qui c'è gente che L A V O R A! »

    Nonostante i tentativi di prendere la parola in quella sfuriata a senso unico, gli incontrollati scoppi di collera del Clown impediscono a Kalia di porgli anche una sola delle domande che sorgerebbero spontanee a chiunque; in più, imitando il Mimo nei suoi repentini cambi di direzione, l'Alfiere ha già il suo da fare a sfuggire da quel buffo inseguimento attorno alla scrivania, in una scena tanto surreale quanto ridicola.

    « Cosa deve fare un povero diavolo per essere lasciato in pac-»

    Continuando ad imprecare per sfogare le proprie frustrazioni in quel suo acre soliloquio -di cui il Circo è indiscussa vittima della situazione- Aren tenta uno scatto verso l'intrusa per ghermirle un polso, ma -evadendo la mano guantata- Kalia fa in tempo ad afferrare un grosso fascicolo dalla scrivania e lanciarlo in faccia alla Maschera...

    jpgT-H-U-D
    « EHI! »

    ...e sebbene la cosa non sembra aver fatto alcun danno, il disappunto del Mimo è palpabile dalla postura che assume quando si impala all'altro capo dello scrittoio -la schiena dritta e rigida, i pugni serrati, e le braccia tese lungo i fianchi-, inquadrando la fanciulla con un'occhiata fiammeggiante che potrebbe incenerire, prima di sferrare un calcio al mobile e ricominciare a vomitare improperi.

    « ORA BASTA!
    Sei solo una piccola, brutta, stupida, insignificante nullità! »

    strilla, con il tono che si fa di un'ottava più acuto a causa della nevrosi
    « Una pretenziosa, ipocrita fanfarona e i tuoi buoni modi sono fasulli!
    Una ributtante arrampicatrice! Un'intrigante! Una gatta morta! Una... »


    Nonostante lo stile eccessivamente formale -e la scelta di termini un po' desueti-, è facile capire dal tono sferzante che quelli proferiti dal Mimo hanno tutta l'intenzione di essere insulti... e che è ben probabile che finirà ad averne ancora per molto. A meno che non venga interrotto in qualche modo, dal momento che è distratto, e che nel punto in cui si è bloccato sta volgendo le spalle alla tenda che vi fa da nascondiglio...

     
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    Come il Saggio aveva previsto, lo strano macchinario su cui aveva messo le proprie mani si era immediatamente azionato ai comandi: avvolgendoli in una lieve patina energetica, era riuscito a cancellare le loro presenze da quel luogo per portarli alla meta, dietro un tendaggio rosso cremisi. Sebbene la strana scelta di quella porzione di spazio che lui solitamente chiamava "pedana" (per evitare inutili perifrasi) avesse potuto generare qualche occhiata dubbiosa fra chi di scienza o trasporti se ne intendeva poco, il vampiro non ebbe alcun dubbio che l'azione fosse riuscita, nonostante il forte odore di alcol gli avesse dato l'idea di un piccolo bar... o dell'ufficio di un alcolizzato; quando la Dama Azzurra scostò un lembo della pesante stoffa, annunciando che non vi fosse alcun pericolo e permettendo loro una visuale parziale, ne ebbe addirittura la conferma.
    Inutile dire che -per deformazione personale- la prima cosa che suscitò interesse in Arthur fu l'enorme pila di scartoffie sulla scrivania ed immediatamente dopo lo schermo nero. Per un attimo ebbe l'istinto irrefrenabile di smontarlo o provare a capire a cosa servisse e dove si collegasse.

    « Che strano... qui non c'è nessuna porta. »

    Tornato alla situazione reale dalle parole della sua splendida signora, anche il cainita si rese effettivamente conto che mancava qualcosa di importante, e la prima risposta logica sarebbe stata lo stesso Gateway... se solo vi fossero stati dei comandi da qualche parte. A quel punto, gli venne da azzardare a forme alternative di passaggio, quali ad esempio gli specchi: se si trattava di creature demoniache, probabilmente erano in grado di utilizzarli come porte. Eppure mancavano anche quelli.
    Mentre il Saggio si tormentava nel trovare una risposta a quel nuovo problema, l'Alfiere -mossa da una curiosità solo in apparenza infantile- si infilò fra i dispacci, ma nessuno ebbe tempo di seguirla poiché l'attenzione dei presenti fu rapidamente catalizzata sulla parete dello schermo: uno dei dipinti lì appesi raffigurante dei manichini in adorazione di una sfera dorata si contrasse e, deformandosi come fosse vivo, si allargò fino a tramutarsi esattamente in una porta.
    Gli occhi del Saggio si sbarrarono, e sarebbe potuto facilmente sbiancare, se solo non fosse stato già morto.

    « Cosa?! Quando è successo?
    E... come diavolo hanno fatto ad arrivare ai camerini?! »

    « …non lo so, Derry: io ho aperto il baule degli attrezzi di scena per prendere una cosa... ed erano già lì... e... e mi hanno attaccato... e... e... MI HANNO SCIOLTA NELL'ACIDO! »
    « Come hanno...?! Bastardi. Quanti erano? Descrivimeli. »

    Preso da altre questioni, quel tale Aren non si accorse di loro nonostante si fosse appena introdotto fisicamente nell'ufficio, e questi pochi attimi furono per gli infiltrati una manna dal cielo, poiché servirono nel trovare rifugio dietro la tenda o dietro alcuni pannelli in legno.

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    « Ho capito... ma ora calmati. Non sono arrabbiato con te.
    E' solo che... le cose stanno sfuggendo di mano. Qualcuno li sta aiutando.
    E non capisco che cosa abbia in mente il padrone.
    Hai ragione: noi possiamo solo concentrarci sullo Spettacolo, perciò...
    Torniamo al lavoro. Ti raggiungo tra poco dietro le quinte. »


    Con un “click” tornò il silenzio... ma solo fino ad un improvviso scatto d'ira del Circense che sferrò una manata alla pila di pratiche sulla scrivania, buttando tutto a terra e svelando il nascondiglio di Kalia. Arthur si irrigidì vistosamente, e fu solo per razionalità che non uscì immediatamente.

    « Ma allora è una persecuzione!
    Ricordo la tua faccia - e quel colore! Sei la santarellina che sta ad Est.
    Li conosco quelli come te: blaterate tanto di codici ed ideali, e poi siete i peggiori!
    Sarete contenti del bel casino che avete fatto! Non ci sono mai stati tanti imprevisti! Mai, da quando siamo in attività! MAI! »

    « Veramente siet-...! »
    « Abbiamo le autorizzazioni, le firme, i permessi... Tutto in regola! TUTTO! E voi state disturbando degli onesti impiegati! »
    « Cos-? Che perm-? »
    « Per colpa vostra la manifestazione è rovinata! E anche la nostra reputazione! Siete dei terroristi! Dei sabotatori! Dei... dei vandali! »
    « Questo no! Siete voi che-! »
    « Qui c'è gente che L A V O R A!
    Cosa deve fare un povero diavolo per essere lasciato in pac-»

    T-H-U-D
    « EHI! ORA BASTA!
    Sei solo una piccola, brutta, stupida, insignificante nullità! Una pretenziosa, ipocrita fanfarona e i tuoi buoni modi sono fasulli!
    Una ributtante arrampicatrice! Un'intrigante! Una gatta morta! Una... »


    A quel punto, anche la ragione del Saggio venne meno... ed Arthur divenne visibilmente iracondo. I canini sotto le labbra presero a stridere lievemente mentre i pugni si stringevano. Lo sguardo bramava il sangue del pazzo che aveva osato insultare la sua Regina. Nonostante lo stile sicuramente non "moderno", quelle erano palesemente orribili parole per una creatura pura e dolce quanto Kalia... ed un tale mascalzone non avrebbe accennato a fermarsi. Preso dall'istinto, il vampiro scelse di esporsi all'improvviso, piombandogli alle spalle ed afferrando il suo guanto d'arme come se fosse una mazza.

    Ciò nonostante, Arthur era un perfetto gentiluomo, e fu per tale ragione che non lo avrebbe certo colpito alle spalle, abbassandosi al suo livello di meschinità e disonore. Per questo, avrebbe bussato alla spalla con la mancina, in modo che si voltasse. Solo dopo, impugnando ancora il guanto metallico nella destra, lo avrebbe platealmente schiaffeggiato nella più tipica e narrata contesa fra gentiluomini, anche fra esseri umani.
    Solo con qualche dente volante in più, ed una mandibola magicamente fuori dal proprio originale assetto.

    Anche volendo, a causa dei danni del colpo, al circense ci sarebbe voluto almeno un minuto per riprendere i suoi deliri... o almeno renderli comprensibili. Tempo che a quel punto si sarebbe preso il vampiro, così da palesargli la propria effettiva indignazione.

    dMoqH44

    -Non le permetto di rivolgervi in quel modo irrispettoso ad una fanciulla! Deve solo vergognarsi, e se tanto la disturba ciò che accade, si prenda a schiaffi da solo e si faccia un bell'esame di coscienza!
    Anche la sua voce si era alzata di un'ottava.
    -Vile truffatore! Crede di poter farla in barba a chi su Endlos governa? Questo semipiano è di Lord Aeon e degli Alfieri, e non mi pare che l'Alfiere Orientale abbia firmato dei documenti simili! Non l'avete nemmeno riconosciuta e rispettata inquanto tale! Verme infimo e bugiardo, oltre che incompetente!

    A quel punto, nel silenzio tombale, palpabile e teso che seguì la fine di quella terribile ed iraconda predica, l'unico suono che avrebbe raggiunto le orecchie dei presenti sarebbe stato un secco "crack", e non fu ben chiaro se si trattasse della mandibola di Aren che si riposizionava o il cuore dello stesso che andava in frantumi. Ammesso che ne avesse ancora uno.

    « Incompetente a me??? SIETE DEI BRIGANTI In un nuovo gesto d'ira, si sfilò il guanto e ricambiò la sfida senza timore alcuno, schiaffeggiando il rivale cainita e rivendicando la propria professionalità, messa irrimediabilmente in discussione « Chi si crede di essere, impiastro e caprone!»
    Eppure Arthur non avrebbe accennato ad una resa. Quel tale aveva abbondantemente superato la soglia di tolleranza e pacifica benevolenza che gli imponeva la sua etica professionale e la sua stessa gilda. Un nuovo ceffone guantato giunse, e così avrebbero continuato.

    -Non mi tangono gli insulti di un tale buffone! Inutile ciarlatano!
    « Furfante e testa di rapa!» -Macaco imbolsito!« Bifolco!» -Lavativo! « Gaglioffo!» -Tanghero! « Mammalucco!» -Pezzente! « Papaciugo!» -Infingardo!« Pappamolla!» -Babbiasso! « Brighella!» -Farlocco! « Bietolone!» -Accattone! « Gonzo!» -Babbeo! « Tonto!» -Cafone! « Patacca!» -Pisquano! « Tocco!» -Allocco! « Balordo!» -Marrano! « Screanzato!» -Maramaldo! « Maleducato!» -Stolto! « Briccone!»

    Quegli orribili esseri erano giunti per la guerra, e guerra sarebbe stata.
    A suon di schiaffi ed insulti vecchio stampo.

     
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    L'astio che sferza in ogni parola della creatura demoniaca che le sta davanti -all'altro capo della scrivania-, e che permea ogni fibra del suo essere, le si riversa addosso come una ribollente colata di magma, e per quanto la razionalità della Castellana le suggerisca di non dar potere all'odio di quel nemico di Endlos, l'insensatezza di tutto quel rancore le fa male... perché i conflitti -a prescindere dalle loro ragioni- non sono mai una cosa piacevole.

    A lasciarla intimamente interdetta non sono però gli insulti dati alla cieca da quella creatura sofferente -e perciò collerica- che Kalia è sicurissima di non aver mai incontrato prima di quel momento, né le accuse -più o meno pesanti, ma parimenti infondate- rivolte contro la sua persona da quello sconosciuto (con quelle, aveva imparato a convivere abbastanza presto quando si era ritrovata coinvolta giovanissima nella politica del suo mondo natale), o la consapevolezza che il Circense non avrà scrupoli di sorta nell'aggredirla verbalmente e -se farà l'errore di permettergli di avvicinarsi- fisicamente... bensì la semplice, banale e -in questo- atroce riprova di quanto sia facile agire per il male anche senza motivazioni.

    -Non le permetto di rivolgervi in quel modo irrispettoso ad una fanciulla! Deve solo vergognarsi, e se tanto la disturba ciò che accade, si prenda a schiaffi da solo e si faccia un bell'esame di coscienza!

    E' per questo che vedere la figura longilinea di Arthur emergere dalla tenda rossa alle spalle del Mimo per prendere le sue difese sortisce un effetto rincuorante per la Dama Azzurra: esporsi al pericolo prendendo apertamente quella posizione non è esattamente la scelta più cauta per la loro condizione di fuggitivi, eppure... fu in qualche modo rassicurante vedere che esistono ancora animi nobili che non temono di prender posizione per opporsi ai comportamenti sbagliati e agli istinti più bassi.

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    « . . . »

    -Vile truffatore! Crede di poter farla in barba a chi su Endlos governa? Questo semipiano è di Lord Aeon e degli Alfieri, e non mi pare che l'Alfiere Orientale abbia firmato dei documenti simili! Non l'avete nemmeno riconosciuta e rispettata in quanto tale! Verme infimo e bugiardo, oltre che incompetente!

    ...in ogni caso, è strano vedere la Corona di Khymeia così sdegnata, e negli istanti in cui gli occhi blu zaffiro della donna si soffermano su di lui -vedendolo in una luce nuova- la situazione tra lo Studioso e il Clown Bianco degenera in fretta, e gli animi inizano a scaldarsi velocemente.

    « Incompetente a me??? SIETE DEI BRIGANTI! Chi si crede di essere, impiastro e caprone! »
    -Non mi tangono gli insulti di un tale buffone! Inutile ciarlatano!
    « Furfante e testa di rapa!»

    Approfittando del fatto che Aren è ora completamente assorbito nella tenzone con Arthur, e avendo premura di girare al largo dai due contendenti, Kalia sgattaiola verso la tenda rossa per ricongiungersi ai suoi occupanti; non tanto per trovare riparo, quanto per una preoccupazione tutta materna che la spinge a raggiungere la giovane Giullare...

    -Macaco imbolsito!« Bifolco!» -Lavativo! « Gaglioffo!» -Tanghero! « Mammalucco!» -Pezzente! « Papaciugo!» -Infingardo!« Pappamolla!» -Babbiasso! « Brighella!» -Farlocco! « Bietolone!» -Accattone!

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    « ...è meglio che non li ascolti, Jester. »
    mormora premurosa, posando i palmi delle mani sulle orecchie della ragazza
    « Volano parole grosse... »

    « Gonzo!» -Babbeo! « Tonto!» -Cafone! « Patacca!» -Pisquano! « Tocco!» -Allocco! « Balordo!» -Marrano! « Screanzato!» -Maramaldo! « Maleducato!» -Stolto! « Briccone!»

    Rivolgendo un'occhiata preoccupata anche al Khutiano, la Castellana non gli rivolge però nessuna raccomandazione: in fondo Bid'daum è un uomo del Sud, e con il suo lavoro di Mercenario sarà sicuramente abituato a cotanta rude trivialità.

     
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    Lo studio dove l'allegra combriccola venne catapultata, fatta eccezion per l'assenza di porte, ebbe uno strano effetto nostalgico sul Giullare: l'arredamento e in particolare lo schermo nella stanza, che non ricordava di aver mai visto su Endlos, la riportavano a casa. Cercando nei meandri della propria mente la fanciulla ricordò ore passate a perder tempo davanti ai cartoni mentre sua madre le urlava di andar fuori a giocare. Così un sorriso malinconico increspò le belle labbra della giovane, ma non durò molto. I ricordi confusi svanirono come foschia mattutina quando ad un rumore sospetto Jester e gli altri si ritrovarono nuovamente nascosti. A quel punto un demone fece il suo ingresso attraverso il suddetto schermo.
    “Nen?” si chiese il Guitto mentre una serie di buffi avvenimenti sfilavano davanti alle sue iridi di tenebra: Kalia veniva scoperta e insultata, Arthur andava a proteggere la sua regina mentre Bid'Daum li fissava con la sua solita aria da fesso indecifrabile.
    Jester comprese di provare rabbia solo nel momento dove la castellana le coprì le orecchie consigliandole di non ascoltare quello scambio di parole grosse.
    “Davvero?” Fu il pensiero indignato del Giullare mentre si divincolava, con forse troppa energia, dalla presa gentile dell'alfiere; per poi lanciarle un'occhiata infastidita che si riempì di sensi di colpa quando si perse nello sguardo ceruleo dell'altra. Si volevano bene. Nonostante ciò la Strega ebbe la certezza quasi concreta che la propria indignazione era stata captata dalla donna e se ne vergognò... però aveva ragione! Il tutto aveva preso una piega quasi ridicola. Poteva forse passare l'alleanza con Bid'daum che a suo avviso doveva essere già morto e sepolto, ma come potevano giocare ad acchiapparella con quel demone? Erano in quattro contro uno... perché non lo ammazzavano? Era anche colpa di quell'essere se erano stati rapiti. Era colpa sua se in un giorno era morta, gli specchi la prendevano in giro, aveva perso la bimba neko e quasi un braccio. Perché Kalia dopo tutto quello che aveva passato, dopo averle ricucito l'arto, la trattava come una bambina?

    1urm8w

    Jester non perse tempo a dar voce ai propri pensieri, avrebbe sfogato le emozioni che la dilaniavano con metodi più efficienti.
    Così, approfittando della confusione e del totale disinteresse che il demone sembrava serbare per lei, la Strega decise di attaccare. Un paio di quelle che sembravano carte da poker sarebbero saettate mirando il ventre dell'uomo mentre, già scattata verso il nemico a pochi passi da lei, il Giullare avrebbe sferrato un pugno con tutta la forza che le era concessa. Purtroppo il colpo del guitto avrebbe certamente risentito dell'assenza di sangue e la stanchezza, ma senza alcun dubbio avrebbe spaccato la faccia del mostro se questo non si fosse adeguatamente difeso. Intanto l'En si sarebbe propagato per tutta la stanza rendendo la ragazza vigile e conscia di ulteriori movimenti, qualora qualcuno si degnasse di seguire il suo esempio.



    Mana: 75%-20%=50%
    Equipaggiamento: 10 carte
    Stato d'animo: S'è incavolata!
    Stato fisico: stanca e con meno sangue di quanto dovrebbe.

    Passiva:

    - Jester's Art -
    Ogni Corte che si rispetti è provvista di un artista pronto a soddisfare, compiacere e divertire le persone che la abitano.
    Beh, nel mondo Hunter x Hunter Jester era quell'artista!
    Infatti il Giullare assieme a suo padre si esibiva non solo nel raccontare storie in rima ma anche in giochi di abilità. E fu così che con il passare del tempo ha sviluppò dei power-up di agilità e velocità del 50%.

    -L'anima mia danno tutti lo sanno-
    Essendo Jester una Hunter è in grado di percepire le aure che la circondano attraverso l'En. Con il passare del tempo trascorso su Endlos la giovane è riuscita ad affinare tale tecnica rendendola non solo migliore, ma del tutto spontanea. Così la Strega della Luna riesce ad avvertire la forma e il movimento di qualsiasi cosa entri nel raggio d’azione dell'aura (30 metri).

    Tecnica:
    - Armageddon –
    La Hunter concentra il in un punto preciso del corpo il Gyo e chiama a sé il potere della roccia cosicché sia in grado di dare pugni/calci/testate. (Consumo Variabile) Alto


    Edited by Jester - 27/8/2017, 13:03
     
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    Bid'daum | Arthur | Jester

    Con la stessa insofferenza che la Castellana ha già visto e sperimentato con alcuni dei ragazzini un po' turbolenti del Nido degli Angeli, la giovane Giullare dagli occhi d'ossidiana si divincola dalla stretta gentile che la trattiene, scostando di scatto la testolina castana dalle mani bianche che l'altra le ha posato sulle orecchie e scoccandole un'occhiata secca e pungente... che colpisce senza fatica il proprio bersaglio.

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    « Oh... Scusa... »

    Sinceramente mortificata di aver provocato un tale fastidio alla piccola Selvatica con le sue forse eccessive premure, la Dama Azzurra resta a fissarla con aria costernata, e seppur il Guitto ha presto modo di calmarsi -e pentirsi- un pochino per aver sfogato la frustrazione per la propria orribile giornata sulla persona sbagliata, non perde tempo a formulare delle scuse; piuttosto, sembra intenzionata a porre rimedio alla sua svista, concentrandosi sull'unico che -in quella stanza- è sicuramente -almeno in parte- responsabile dei suoi guai.

    « Disgustoso Pitocco! »-Volgare Rodomonte!! « Squallido Gioppino! » -Turpe Malcreato! « Vile Cicisbeo! »-Lurido Cialtrone! « Gretto Criminale! » -Flaccido Lombrico! « Sordido Sicofante! »-Ignobile Smidollato!! « Orrido Vagabondo! »-Sciatto Infingardo! « Ributtante fanfarone! »-Ostentazione di Negligenza!! « Concentrato di Sicumera! »

    Intanto, la diatriba continua...
    ...e il che è un bene, visto che -con il Circense così distratto-
    l'occasione è perfetta per agire indisturbati.

    -Inetto!! « Scioperato! » -Villano!! « Ostruzionista!» -Scostumato!!

    jpgIl Pagliaccio solleva il guanto stretto nel pugno per ricambiare al Vampiro l'ennesimo ceffone, e sta per apostrofarlo con un nuovo sonoro insulto quando due carte da gioco -dure come metallo e affilate come coltelli- lasciano le sapienti mani dell'agguerrita Giocoliere e gli si conficcano senza difficoltà nell'addome, lacerando la stoffa rossa della giacca da presentatore -e quella del panciotto e della camicia al di sotto-, e spandendo dalla ferita il liquame nero e viscoso che i Circensi hanno al posto del sangue.

    jpgAren fa appena in tempo ad abbassare il volto verso le piccole lame che lo hanno colpito e a voltare il capo nella direzione da cui sono provenute, prima che il pugno di Jester -con fanciulla attaccata- lo colpisce al centro del guscio che gli copre il viso; la Maschera assorbe l'urto senza riportare neppure il più piccolo danno, ma la testa che essa riveste si gira all'indietro sotto la forza dell'impatto... e se già potrebbe fare impressione vedere quel cranio ruotare di un numero innaturale di gradi per un corpo umano -con il “crack” sordo di un osso spezzato-, è piuttosto raccapricciante vedere il collo avvitarsi su sé stesso per una decina di volte, prima di fermarsi.

    Tuttavia -come Bid'daum aveva anticipato-, il Clown Bianco è un osso ben più duro dell'Augusto che avete aggredito nei Camerini, e nel silenzio raggelante che accompagna quel momento, la destra del Circense scatta immediatamente come un cobra all'attacco... e per quanto le percezioni della Saltimbanco avvertano i movimenti dell'avversario, il suo corpo non riesce ad eguagliarne la velocità, e quello le afferra il polso, strattonandola verso di sé e sferrandole una ginocchiata alla bocca dello stomaco, che la rimbalza indietro di un paio di metri, di nuovo verso la tenda.

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    « ...adesso b a s t a! Vi ridurrò a brandelli! Vi dilaniero! Vi- »

    Con le mani nuovamente libere, il Mimo gira la testa in senso contrario, raddrizzandola, e sebbene non possiate vederlo in faccia, il senso di minaccia che irradia è più eloquente di qualsiasi smorfia... ma esso si trasforma in una cappa quasi tangibile quando nel voltarsi a fronteggiare le due intruse, il suo sguardo nota una quarta presenza: armatura completa, faccia dalla pelle scabrosa, lunghi capelli scuri, un corno sulla fronte...

    « ...Tu...! »

    Quello era il bastardo che aveva infierito sulla sua Harleen,
    e nella singola sillaba che gli rivolge -quasi sputandola- con voce bassa e roca
    vibra tutto lo spietato trasporto di una sincera promessa di dolore.



    Edited by Madhatter - 1/9/2017, 10:39
     
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    Di tutti i posti in cui potevano finire, erano capitati proprio nell’ufficio di Aren. Per quanto desiderasse stipargli un wyrm nel pertugio dove non batte il sole, purtroppo nessuno di loro si trovava nelle condizioni ideali per affrontarlo: se il Clown Bianco si stava prestando a quel grottesco scambio di ceffoni probabilmente era proprio perché sapeva che non avevano modo di danneggiarlo seriamente. Di tutte le assurdità che furono proferite in quella stanza, una in particolare gli parve rilevante: il Mimo aveva parlato di autorizzazioni e - se è vero che un permesso è di norma rilasciato da chi possiede una forma di autorità - c’era da chiedersi se non ci fosse qualche trattativa segreta alle spalle di quella manifestazione demoniaca.

    Mentre rifletteva su come ribaltare quella situazione di svantaggio, posò gli occhi sui comandi del Gateway, spostando poi lo sguardo al di là dei tendaggi quando Jester uscì allo scoperto per assestare un gancio ad Aren. Com’era prevedibile il Circense non ne risentì particolarmente e rispedì indietro la Giullare… cosa che gli permise d’incrociare finalmente lo sguardo del Kuthiano.

    « Ehi, stronzo, adesso siamo a parti invertite: sono io quello in servizio incaricato di rovinarti la festa. »

    Non si lasciò intimidire e rilanciò con una provocazione, ricordandogli come il primo a commettere atti di terrorismo in casa altrui fosse stato proprio il Clown. Rievocare i fatti del Sud gli permise di escogitare sul momento un bluff che poteva fargli guadagnare tempo: materializzò dal nulla una carta dei tarocchi, l’Imperatore, che un certo Buffone gli aveva affidato tempo addietro.

    « Osa muovere un dito e al gruppo dei vandali si unirà anche Isaac. Dopo il vostro scontro nell’Upperdark vorrà sicuramente una rivincita. »

    Dubitava che sarebbe riuscito a convocarlo aggirando la Barriera che aveva incapsulato Kisnoth, ma frappose comunque la carta tra lui ed Aren, sperando che la montatura potesse farlo tentennare a sufficienza. Con l’altra mano pigiò alcuni dei dodici pulsanti del Gateway, cercando di ricostruire a memoria una delle combinazioni che avevano scoperto nei camerini.

    In qualche modo la finta funzionò e il congegno si accese, conducendoli in una stanza circolare costellata di porte lungo tutto il perimetro. Ciascun uscio era contrassegnato da targhette indecifrabili, perciò la scelta successiva si prospettava essere del tutto casuale.

    « Immagino che dividersi per seminarlo sia l'opzione migliore. »

    Seguì l’istinto senza fare troppe cerimonie e varcò una porta,
    sentendo già il fiato del predatore sul collo.


    Stato fisico: bruciature di entità bassa sul corpo
    Stato mentale: teso
    Energia: 50%
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    Kuthian Armour [ Armatura | passiva di peso trascurabile ]

    Comet Hammer [ Arma bianca ]

    Tàmerlein [ Spada | passiva di vibrazione ultrasonica | passiva di ferimento spirituale ]

    Bussola dei Desideri [ Oggetto GDR ]

    Istrice Maledetto [ Set di dieci spilli | tecnica a consumo medio di trasmutazione in acido ]


    Passive:

    Risorse Criminali [ Passiva di 110% di energia ]

    Oltre la Realtà [ Passiva di Auspex spirituale ]

    Senso di Morte [ Passiva di tatto ipersviluppato ]

    Burattinaio [ Passiva di controllo cinetico | manipolazione GDR-only dei PNG ]

    Anatema del Re Implacabile [ Passiva d’immunità alla fatica | passiva d'immunità al dolore (convertito in odio) ]

    Tentacoli di un solo Abominio [ Passiva di equipaggiamento caster ]

    Insano [ Passiva di instant casting ]

    Impaccio della Carne [ Passiva di assenza degli organi interni | passiva di rigenerazione (gdr only) | immunità alle proprie tecniche | passiva di tasca dimensionale ]

    Matrice dello Spirito [ Passiva di conoscenza dei piani di spirito ]


    Attive utilizzate: /


    Edited by Bid'daum - 31/8/2017, 22:19
     
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    « Ehi, stronzo, adesso siamo a parti invertite: sono io quello in servizio incaricato di rovinarti la festa. »
    dice Bid'daum, e gli occhi di Aren sono fessure sottili che lo trafiggono come lame
    « Osa muovere un dito e al gruppo dei vandali si unirà anche Isaac.
    Dopo il vostro scontro nell’Upperdark vorrà sicuramente una rivincita.
    »

    L'esasperazione rende il Circense piuttosto irritabile e ben poco propenso a una qualche forma di civile conversazione, ma nel vedere la Carta dell'Imperatore sbandierata al suo indirizzo a mo' di minaccia, il Mimo sembra irrigidirsi per un istante: non che si sia preso la briga di apprendere i nomi di quanti hanno intralciato il lavoro della sua piccola taskforce durante la missione nel sottosuolo del Presidio Sud, ma... se quello è uno degli Arcani Maggiori dei Tarocchi... allora...

    jpgDistratto dal filo dei propri pensieri, il Clown Bianco si accorge della manovra del Khutiano solo quando la pedana del Gateway si attiva, portando via dall'ufficio il quartetto di vandali invasori in un flash luminoso... e per quanto il fatto di vederli sparire procuri un certo sollievo ai suoi nervi tesi fin quasi al punto di rottura, egli sa benissimo che non è assolutamente possibile lasciarli liberi di andarsene così.

    Sono intrusi -armati e pericolosi- introdottisi in una festa privata, lo Spettacolo in cui il Padrone ha investito tanto tempo e fatica sta per cominciare, e certamente non può esser loro concesso di restare a piede libero.

    « . . . »

    ...e perciò, passandosi una mano sulla Maschera -come se quel facepalm contatto potesse allontanare la frustrazione- Aren salta a sua volta sulla pedana per lanciarsi all'inseguimento.


    { ??? }
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    Quando la luce del Gateway si affievolisce fino a svanire, permettendovi di mettere a fuoco l'ambiente che ha accolto la vostra fuga, vi ritrovate al centro di una stanza circolare dai muri di pietra viva... costellata da porte lungo il suo perimetro; i decori sugli architravi fanno pensare a contrassegni, ma non potendo riconoscere i simboli, ogni eventuale indicazione è per voi inservibile per capire dove state dirigendo i vostri passi.

    Il che, avendo Aren alle calcagna, è davvero un bel problema.
    E, purtroppo, non è neppure l'unico.

    Un respiro pesante -quasi affannoso- proviene dalle labbra ben disegnate della giovane Selvatica, attirando all'istante l'attenzione e la preoccupazione della Castellana sul volto del Giullare -contratto dalla collera- e sui suoi occhi scuri, che -dilatati dal malsano desiderio di rivalsa- risplendono di un barlume di follia... e sebbene le sue premure abbiano già solo poco prima irritato la ragazzina, Kalia non può certo lasciarla in balia di sé stessa e dei suoi istinti sanguinari, così la avvolge nelle braccia flessuose, sperando che la sua presenza, la sua aura e il profumo dei gigli riesca a placare la tensione delle agili membra, che vibrano per la rabbia.

    Il tentativo sembra sortire il suo effetto, ma non prima che la Strega della Luna -innervosita dall'indesiderata costrizione- si dimeni un poco, assestando un'unghiata al braccio dell'Alfiere per scrollarsela di dosso, ma... per quel graffio è poca cosa, e il suo dolore davvero insignificante in mezzo alle sofferenze di quel giorno, così -anziché allontanarsene- la Donna Cerulea avvolge ancor più gentilmente il corpicino del Guitto recalcitrante e solleva la mano candida a carezzarle i capelli.

    « Tranquilla... Respira a fondo... »

    ...e intanto che Jester si rilassa poco a poco tra le braccia della Dama Azzurra,
    il Saggio e il Mercenario stanno vagliando le possibilità che vi restano.

    jpg« Immagino che dividersi per seminarlo sia l'opzione migliore. »

    Bid'daum suggerisce di separarvi, e Kalia non fa in tempo nemmeno a richiamarlo indietro, che il Castigo apre una porta a caso e la attraversa, scomparendo nel vano oscuro al di là; prima che l'uscio si richiuda in silenzio, le iridi di zaffiro dell'Alfiere cercano d'istinto quelle grigie del suo Ufficiale... sfiorandole appena -con smarrimento- per poi abbassarsi sulla ragazza che stringe tra braccia, in un gesto tanto involontario quanto eloquente, prima di tornare a incatenarsi agli occhi del suo Consigliere.

    « Di-dividersi...? »

    - Temo di sì, Milady: siamo in quattro, e lui da solo.
    argomenta il Saggio, con sguardo grave e voce pacata
    - Non potrà inseguirci tutti, se ciascuno prende strade diverse.

    E dunque, separarsi è la cosa più sensata: la Corona di Khymeia dice il vero, questo lo sa anche la Castellana, ma... l'interrogativo che la tormenta non è “perché” compiere quella scelta, ma il “come” riuscirci, dal momento che ella non vuole lasciare nessuno dei due... e lo sguardo intenso del Vampiro lascia trasparire lo stesso attaccamento, perché non c'è qualcun altro a cui egli affiderebbe la sicurezza della sua Regina.

    Certo, potrebbero varcare in tre una stessa soglia, ma il gruppo più numeroso finirebbe per attirare le mire dell'inseguitore, e tanto varrebbe ricongiungersi al Khutiano, a quel punto... anche se, avere un elemento sacrificabile in squadra da usare come diversivo potrebbe essere un utile vantaggio tattico: Kalia non approverebbe, ma situazioni estreme richiedono misure estreme; forse, si potrebbe azionare di nuovo il Gatew-... no, opzione scartata: il quadrante dei comandi indica che qualcosa qualcuno è in arrivo, e quando un velo di energia circonda la pedana diventa chiaro che non c'è tempo per scandagliare tutte le opzioni e prendere una decisione diversa.

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    « ...la vostra corsa finisce qui. »

    Nell'istante in cui la presenza del Circense riempie l'aria di quel Crocevia, il tempo pare contrarsi su sé stesso come sul punto di collassare, e gli eventi corrono più veloci di quanto le percezioni dei presenti possano essere in grado di discernere.

    Gli intenti omicidi del Clown scandagliano la sala alla ricerca del Mercenario, ma nell'insofferenza di una vendetta negata, le sue mire convergono su una nuova preda, la santarellina coi capelli turchini... e percependo quella minaccia alla Dama Azzurra, gli altri due agiscono di riflesso: mentre il Vampiro si inserisce nella traiettoria tra l'aggressore e la sua sovrana, la Strega della Luna -riscuotendosi all'improvviso- afferra l'Alfiere per un braccio e la strattona via dal pericolo; quando Jester spalanca la porta -trascinandovi la Castellana-, l'Alchimista recupera una fiala di vetro dalla tasca interna della propria giacca.

    Stappare la boccetta con una pressione del pollice e lanciarla sul surrogato di faccia di Aren è un unico movimento fluido, e nell'istante in cui il suo contenuto colpisce, Arthur si prepara a tirarsi fuori dalla mischia per riunirsi a Kalia, ma... mentre l'intruglio alchemico si insinua oltre la Maschera, inondando gli occhi del Mimo e inducendolo a fermarsi per strofinare le nocche guantate sopra i fori appositi (perché non sfilarsela e basta...?), il Saggio si volta giusto in tempo per vedere la sua Regina sparire oltre la soglia insieme al Giullare; inizia la sua corsa verso il battente che si richiude davanti a lui, fiducioso di raggiungerla immediatamente, e... la via svanisce sotto il suo sguardo. Separandoli.

    « Non sperate di farla franca a questo modo! »
    sbraita Aren, intanto che il suo cranio inizia ridicolmente ad ingrandirsi
    « Vi farò servire come aperitivo allo Staff! »

    Congelato da quell'imprevisto, che potrebbe rivelarsi un errore fatale sulla scacchiera del Semipiano, il Cainita si riscuote udendo il Circense berciare alle sue spalle -con collera e a denti stretti-, ricordando non c'è tempo per rammaricarsi di quanto accaduto: potrà escogitare un modo per ritrovare la sua Signora una volta messa in salvo la propria non-vita, pertanto si dirige al battente più vicino... e mentre la testa del Clown Bianco diventa orribilmente grossa, al punto da minare l'equilibrio della sua postura, Arthur si infila in fretta in un'altra porta.

    jpg
    « MALEDIZIONE! »

    Il tonfo sordo che il Clown Bianco produce quando -sbilanciato all'indietro- si schianta di schiena sul duro pavimento coincide con il suono secco di una porta che si chiude.

    Behind the Curtain

    Per completezza, riporto la descrizione dettagliata della Pozione utilizzata da Arthur :pft:

    ¬ POZIONE DEL GIGANTISMO CONTROLLATO
    Più che una pozione, questa può essere piuttosto definita "farmaco", anche se sicuramente non cura malattie... piuttosto ne fa venire una, anche se per un tempo limitato. Chi berrà tale pozione, improvvisamente, inizierà ad aumentare di grandezza, crescendo esponenzialmente fino a diventare di una taglia più grande della propria (ex: se la beve una creatura piccola, diventa di taglia media, una creatura media, diventa di taglia grande ecc...). In termini gdr, oltre la grandezza che tuttavia ha effetto puramente scenico, la pozione porta nella cavia un aumento esponenziale della potenza fisica, a scelta del QM. La durata degli effetti, è tuttavia di soli due turni. [Pozione - monouso]

    Ringraziando i giocatori per aver collaborato con me in questo Intermezzo,
    do loro appuntamento alla Fase III :flwr:

     
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