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-Trova l'Arca d'oro e ti solleverò dai tuoi castighi-
Le parole uscirono solenni dalle labbra fine che quasi parvero sparire sul diafano volto di un uomo dall'età indeducibile ma non superiore alla sessantina. Bagliori argentei brillavano nei suoi occhi d'acqua marina donandogli un'apparenza terribile e solenne, il naso adunco una barbetta incolta cresceva bionda come la chioma che gli sfiorava le spalle ampie sotto il mantello che lo copriva per tutti i tre metri della sua altezza.
"Non per te"
La scritta apparve stranamente vivida nel buio della notte e doveva appartenere alla fanciulla dai capelli candidi che appariva come una bambina di fronte a quell'imponente creatura.
Poi la scena si dissolse.
Era la seconda notte di seguito che Ela era costretta a vedere in loop il sogno in cui era venuta in contatto col Padre delle Selvatiche e aveva scoperto parte del suo passato e quello che in teoria era lo scopo nella vita. Ma la Strega avrebbe desiderato semplicemente svegliarsi e scordare nuovamente tutto e invece non poteva fare nulla. Si trovava paralizzata nel suo stesso sogno, una forza troppo potente la intrappolava impedendole di destarsi come avrebbe voluto. Era arrabbiata, in quel luogo sarebbe dovuta essere una sorta di divinità e non poteva accettare che qualcuno, neanche lui, la sovrastasse. Eppure non si lamentò limitandosi a scostare il capo quel poco che le catene invisibili le concedevano il tanto per far scivolare la chioma dalla mano del Padre. Al che l'uomo sorrise e le girò attorno come uno squalo mentre le iridi d'onice della fanciulla lo scrutavano con sospetto.
-Non sei ancora abbastanza forte per trovare l'Arca d'oro figlia mia, ma lo sarai.-
Annunciò l'uomo fermandosi dietro di lei e, quasi per ripicca ma senza malizia, infilò le dita fra le ciocche di neve per strigliargliele. “Che odio...”
*Inala*
La Strega della Luna si svegliò di scatto tirandosi su come una molla per poi concentrarsi sull'elemento esterno che l'aveva destata. I suoi occhi sbarrati seminascosti dietro la chioma scura e arruffata che ricadeva sulle lenzuola fissarono skekDor. Jester ci mise un po' a capire come fosse riuscito ad entrare nella stanza senza che le sue bambine la svegliassero. Poi capì che le giovani basilische, che sibilavano nelle loro cucce all'altro lato della camera non avevano ritenuto il pollo offensivo. Male molto male, avrebbe dovuto sgridarle per quell'errore.
-Fatto brutto // Ditemi tutto.-
Cinguettò assonnata con la voce cavernosa e bocca impastata mentre cercava le sue caramelle sul davanzale della finestra accanto a letto così da rimediare al proprio pessimo alito. Ne avrebbe offerta una anche al pennuto.
Edited by Jester - 11/11/2017, 14:39. -
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Le informazioni erano tante e Jester ci mise un po' ad elaborarle: skekDor le stava chiedendo di entrare in un sogno in cambio di un desiderio. La Strega annuì un po' confusa districandosi la chioma castana con le dita, i grandi occhi a scuri a fissare lo skeksis nella semioscurità.
-Riconosco i sogni di chi so // E se non è così
Dovrete portarlo qui // Altre soluzioni non ho.-
Sospirò la fanciulla per poi sorridere con aria stanca. Le dispiaceva deludere il suo pollo, sinceramente non aveva neanche voglia di dormire. Aveva paurano, lei non aveva mai paurache il Padre tornasse a trovarla...
Edited by Jester - 11/11/2017, 14:39. -
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La Strega annuì con un sorriso stanco.
-Credo possiamo provare // Ma dobbiamo riposare...-
Dicendo ciò la fanciulla si distese sul materasso e porse la mano al rapace, pensando che forse sarebbe stato troppo ineducato prendergli direttamente l'ala.
-Entreremo nel mio mondo // E cercheremo il suo in tondo-
Riferendosi al suo personale regno onirico, ovvero la grande foresta dalle tre lune dove ogni luce che galleggia placida sopra le fronde corrisponde ad una diversa dimensione. Tra quelle probabilmente si nascondeva anche quella di Umbrella e, chissà perché, quel nome le diceva qualcosa. Forse errava?
Intanto si spostò appiccicandosi con le spalle al muro il più possibile in modo da dare a skekDor il modo di appoggiarsi in caso lo desiderasse.. -
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Annuendo la Strega nascose i suoi gradi occhi scuri dietro le ciglia scure e calò in un sonno profondo portando con sé lo skeksis. I due si trovarono in un unico salotto rettangolare con al centro un sofà in pelle bianca di fronte a un muro con due porte. Una rossa e una blu divise da un lungo specchio dalla superficie che pareva liquida. Tuttavia a rendere il posto magico sono le restanti tre pareti formate completamente da vetri che si affacciano su una immensa foresta immersa nella notte e illuminata da tre grandi lune. A risplendere fra le punte delle pinete altissime sono delle sfere di energia: alcune brillanti, altre come lucignoli fumanti, molte cambiavano la propria luminosità mentre qualcuna rimaneva costante.
Jesterpiù Ela che Jesterlasciò la mano di skekDor e ignorò le porte per dirigersi verso il fenomenale panorama.
-Seguitemi senza paura prendermi cura di Voi sarà mia premura-
Disse in rima più per abitudine che per necessità vera e propria. Senza aprire i finestroni la giovane dalla lunga chioma candida ne oltrepassò i vetri e si ritrovò a lanciarsi nel vuoto per un breve tratto, poi risalì con la gonna gonfiata dal vento. E ammirò il suo appartamento, solo fuori ci si accorgeva che il salone era completamente sospeso nel vuoto e che non c'era nulla oltre le sue mura.
La fanciulla attese che skeKdor la raggiungesse...
-Mostratemi l'energia di cui parlavate, io attirerò il mondo onirico di Umbrella.-SPOILER (clicca per visualizzare)ho moddato tutto. Jes da del voi a skek. -
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La Strega sorrise alle parole di skekDor, forse un giorno avrebbe davvero avuto un potere del genere nel mondo reale. Sarebbe stato un sogno... o un terribile incubo; sicuramente lei sarebbe stata un mostro, o forse già lo era.
Comunque fosse Jester aveva altro a cui pensare. Ela impose la mancina sopra la figura e si concentrò, era un mondo onirico e lei poteva dominarlo. A quel pensiero l'immagine di Umbrella divenne sempre più vivida e una sfera di luce lontana corse ad essere inglomerata da quel corpo che iniziò a risplendere.
-Ti basta toccare l'immagine per entrare nel sogno, vuoi che ti segua?-
Chiese la Selvatica omettendo che nel mondo onirico di un altro il suo potere era molto debole e che non sarebbe stata troppo d'aiuto.. -
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Gli occhi si chiusero e la mente si liberò, cosi che il corpo avrebbe potuto riposarsi mentre la testa libera da ogni arbitrio avrebbe dato sfogo alla sue più recondite fantasie in un mondo dove il nulla ne faceva da padrone, ma il tutto era possibile. Gli occhi lentamente si riaprirono e questa volta si trovava hai piedi di una lunga scalinata. Ossa, polvere e lerciume ricoprivano i grossi scalini in pietra mentre oltre i lati di essi il baratro incandescente scoppiettava di un mix indefinito di fiamme e lava. Umbrella si guardò dritto di fronte a se, oltre gli innumerevoli scalini ammirando con vivo e freddo interesse la Bocca dell’inferno; Un enorme teschio incavato nella pietra spalancava le sue fauci affilate mentre una luce di un caldo rosso risplendeva dal suo interno attraversando gli occhi, il naso e la bocca incavati mentre due corna caprine costeggiavano il cranio circondato da centinai di teschi minori incastonati e ammassati in modo impreciso nella fredda pietra.
Indossava sempre la sua divisa da agente, ma questa volta le mani e il viso era avvolte in delle bende di un leggero telo: solo gli occhi, il naso e la bocca erano scoperti da quel camuffamento, mentre sulla schiena l’immancabile ombrello, la sua arma fidata, rifletteva sul nero metallo i decisi rossi di quel luogo.
L’aria era afosa e pesante ma non irrespirabile. Umbrella tirò un lungo respiro dalle narici come per darsi forza per poi iniziare con passo deciso la lunga scalinata verso l’inferno che lo attendeva di li a poco.
Oltrepassata la minacciosa entrata, un enorme spiazzo ovale illuminato dal fronte opposto da un’incandescente palla di fuoco si presentò agli occhi di Umbrella. Possente e maestoso risplendeva quello che sembrava essere il cuore stesso dell’inferno illuminandosi nei suoi occhi cerulei donandogli un riflesso più cupo e rossiccio. Rimase impassibile difronte a quello spettacolo sovrannaturale. La sua attenzione fu totalmente catturata dalla figura che sostava nella stanza, inconfondibile per il suo grezzo aspetto e per il minaccioso carisma che emanava.
« Skekdor… ». -
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Una volta risucchiata dal mondo onirico Ela si ritrovò sola davanti ad uno spettacolo spaventoso fatto di ossa, polvere e lava. Tuttavia la fanciulla dalla chioma candida non si scompose e percorse una lunga scalinata fino ad oltrepassare un grosso teschio per affacciarsi ad un'arena di pietra. L'aria era afosa a causa di una grossa sfera di fuoco che illuminava la sala ma gli occhi scuri della fanciulla percorsero velocemente la tetra sala fino a posarsi su coloro che la riempivano: una miriade di scheletri e l'imponente figura di un giovane fasciato da bende del tutto assorto dalla presenza di skekDor.
-Buonasera, sono Ela figlia del Chaos.-
Si presentò la Strega esibendosi in una riverenza mentre i suoi abiti diventavano eleganti e un trono rivestito da tessuto in color porpora appariva all'angolo dell'entrata.
-Sono qui per osservare, non fate caso a me.-
Chiocciò l'albina mentre prendeva posto sull'alto scranno e si accoccolava fra le sue pieghe di velluto.. -
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Regolamento:
- Ogni Pg avrà a disposizione un 200% di energia
- Ogni Pg avrà a disposizione un 100% di salute allo stato di perfetta forma fisica e psicologica
- Raggiunto lo 0% di energia il Pg sviene e sarà considerato come non più abile a combattere
- Raggiunto lo 0% di salute il Pg muore
- Per ogni questione non scritta in questo regolamento varranno le regole classiche di Endlos
- È consentito utilizzare tecniche non ancora approvate in revisione purché non rendano il pg invincibile o che non siano incontrastabili e non siano antisportive
- Ogni Pg avrà a disposizione 3 slot a turno per utilizzare le proprie tecniche
- Consumando uno slot tecnica è consentito utilizzare tecniche curative al costo della ferita inferta e l’utente nel proprio specchietto può ripristinare la salute curata
- Ogni tipo di malia è utilizzabile solo se giustificata in-game e consuma uno slot tech e avrà una durata di 2 turni. Se il Pg vuole mantenere attiva la malia senza che si dissolva al 2° turno del Pg utilizzatore, il Pg deve riutilizzare un altro slot tech per poterla protrarre per altri 2 turni
- Non è consentito utilizzare gli oggetti acquistati “all’antro del mercante”
- Non sono consentite tecniche come o riconducibili al teletrasporto per rendere istantanea la velocità di movimento
- Con una tecnica offensiva di pari o superiore consumo è consentito difendersi da un’offensiva avversaria, purchè, scenicamente parlando, la difesa sia coerente per parare l’offensiva ricevuta.“Chiudi gli occhi.
altrimenti non vedrai nulla.”Chiacchiere, chiacchiere e altre chiacchiere. Il Semidio sembrava non saper fare altro da quando l’aveva conosciuto se non sbarazzarsi di un impacciato ladruncolo e evocare qualche infimo servo per fargli da guida.
Skekdor non fu il solo a mostrarsi nel sogno; una ragazza a lui sconosciuta si sedette in disparte, osservando l’accaduto in un interessato silenzio. Poco importava. Una sensazione, o forse un vago ricordo gli rese il viso della giovane famigliare, e forse era per quello che la sua mente l’aveva creata in quel lucido sogno, ma non avrebbe prestato intenzione a quella figura. Non gli interessava. Umbrella segui con gli occhi la giovane come fece la sua comparsa per poi riportare tutta la sua attenzione su Skekdor.
"Del tempo è passato dall'ultima volta che abbiamo avuto modo di discutere con calma delle tue aspirazioni future, Umbrella..." Afferrò un lembo della veste, tirandolo con cura, quindi proseguì: "Del tempo è trascorso, e io ancora attendo di poter accontentare la tua richiesta, e ricevere così in cambio il giusto premio." Sollevò un lucido artiglio verso l'alto, puntualizzando: "Ottenere i servigi di un dio è cosa rara, ma farlo per di più aspettare... Mh-mh... Davvero iniquo da parte tua, ragazzo mio."
“Il tempo è relativo. Non mi interessa chi tu sia, o quanto tu debba aspettare. Anzi dovresti essermene grato di averti concesso la possibilità di una collaborazione come quella. Ci guadagnerai più te che noi.“
Parole su parole, sembrava non finire più quel suo disquisire infinito. Umbrella ascoltò con attenzione le mosse e i lemmi del Semi-dio ma in quel momento il sangue sembrava ribollirgli nelle vene come alimentato dalle fiamme di quel luogo, l’adrenalina aumentava di secondo dopo secondo, ma come ormai era abituato a fare si controllava ma quell’energia era troppo intensa per essere contenuta troppo a lungo e come anche il suo imminente avversario voleva, si sarebbero scontrati, cosi che le effettive abilità di cui tanto Skekdor si vantava gli sarebbe state più chiare, e lui non desiderava altro in quel momento:
"Finalmente siamo alla resa dei conti, Semi-Dio."
I lembi liberi del leggero tessuto che gli avvolgevano il corpo iniziarono a svolazzare delicatamente come sospinti da un vento apparentemente inesistente, e mentre parlava i lembi iniziarono a bruciare in un debole fuoco che sembrava non consumare il tessuto.
"Sai e tanto che desideravo confrontarmi con una Divinità come te, testare le tue abilità e la potenza di cui tanto vai vantandoti." estrae l’ombrello mentre i piedi delicatamente si staccano da terra portando Umbrella a circa 4 metri d’altezza "Mostrami ciò di cui è capace… Un, Dio" Un sorriso affilato e malefico al tempo stesso gli solcò il volto mentre le fiamme che fino a poco fa avvolgevano il suo rivestimento esplosero in un istante avvolgendo l’intero tessuto fra le fiamme; braccia e gambe si avvolsero in un turbine di fiamme che dopo la vampata iniziale si stabilizzarono, lasciando cosi gli arti avvolti in lingue di fuoco incandescenti.
Gli occhi cerulei, freddi e severi osservavano l’avversario dall’alto verso il basso mentre fluttuanti sopra la sua testa 8 sfere semi-trasparenti grosse come un pugno e composte d’aria prendevano forma e come proiettili in canna erano pronte a scaraventarsi contro il loro obbiettivo. Con un rapido fendente della mano libera il braccio si distese di fronte a lui, e come risposta a quel comando le otto sfere sfrecciarono rapide come proiettili verso Skekdor incrociandosi più volte durante la traiettoria con l’intento di confondere l’avversario per infine trafiggerlo da ogni direzione. Le otto sfere si deformarono e sibilarono per un attimo, e come l’ultima sarebbe andata a segno, sarebbe esplosa lacerando cosi ogni cosa incontrata sul suo cammino.
Edited by mugna97 - 17/12/2017, 01:51.