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Edited by Nightrun - 17/12/2017, 15:48. -
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Come Osava deriderlo, in una situazione come quella. In uno scontro all’inferno, immerso nelle fiamme e in un luogo in cui si trasudava morte e adrenalina, del quale oltretutto era solo un’ospite non indesiderato ma inatteso, e ingombrante che aveva a forza invaso il suo sogno e sicuramente variandone la scena e il suo finale. Odiava chi mancava di rispetto aspettandosi che incondizionatamente poi lo portassero a lui.
L’adrenalina saliva inconsciamente nelle vene, questa volta alimentata dal carattere irrispettoso del semi-Dio ma per il momento si contenne. Uno sguardo accusatorio fissava l’avversario mentre quest’ultimo si preparava a difendersi dall’offensiva. In quella sera avrebbe sicuramente trovato l’occasione per far ringoiare quella risatina insolente a quel dio “sceso” sulla terra e che si comportava come se fosse ancora nel proprio tempio, aspettandosi che tutti lo adorino e si prostrino al suo cospetto.
Con un semplice gesto, un gruppo di uomini e semi-umani si materializzò in difesa della divinità e inermi e indifesi come carne al macello subirono ogni singolo colpo, finendo per essere carbonizzati e menomati per poi scomparire alla stessa maniera in cui erano comparsi.
Un altro evidente affronto alla sua dignità e alla sua umanità. Usare degli umani, dei suoi simili come scarti, feccia con l’unico scopo di sacrificarsi per una divinità spocchiosa e piena di se. L’odio.
I denti stretti e un pugno serrato cercavano di contenere l’odio e il disprezzo verso quell’infima creatura proclamatosi Dio
“Dannato, non sai fare altro che evocare pedine che ti difendono. Pronte a subire ogni offensiva per un Dio che ha paura di scontrarsi direttamente e al col tempo si proclama immortale. TI RITIENI TANTO SUPEIRIORE?! E ALLORA COMBATTI, affrontami! LOTTA COME FAREBBE UN VERO DIO.”
Continuando con un’offensiva vigliacca e scorretta, lentamente il corpo di Skekdor iniziò a svanire fino a quando con un occhiolino beffardo non scompari del tutto, precludendo del tutto cosi la presenza dello Skekis alla vista di Umbrella. Il ragazzo rimase immobile difronte a quella scena, gli occhi freddi e fulminanti rimasero fissi su quelli di Skekdor fino a quando quest’ultimo non svanì del tutto. In quell’istante ogni senso sembrò attivarsi, mentre immobile viaggiava rapido con lo sguardo nella speranza di trovare una falla in quella sua palese e infame illusione. In quel momento lo sfrigolio dell’incandescente palla di fuoco al capo dell’arena fu l’unico suono che sembrava avvolgere l’intera sala.
Nulla sembrava poterli rivelare l’esatta posizione del raggrinzito Dio, fino a quando un’inconfondibile e orribile odore di decomposizione e di orribili oli profumati gli raggiunse prepotentemente le narici rivelandoli la posizione del mistico, ma a quel punto fu troppo tardi per poter sferrare una repentina controffensiva; come fece per girarsi, un deciso calcio al ginocchio destro lo destabilizzò, mantenendolo sempre sospeso per aria ma costringendolo a chinarsi lasciando cosi le sue difese scoperte e permettendo così ha Skekdor di sferrare due decisi colpi consecutivi all’altezza delle costole del ragazzo. Il Dolore sia alla gamba che al ginocchio erano forti e decisi, ma non insostenibili, era riuscito a sopportare di peggio, e di sicuro non si sarebbe lasciato abbattere da un’offensiva del genere. Come Skekdor prese le distanze indietreggiando, Umbrella si ritrovò con un’espressione dolorante sul viso mentre con la coda dell’occhio osservava il punto all’altezza delle costole colpite, e una mano sostava su di esso come a volerne attutire il dolore. Pochi attimi, il tempo di una battuta dello Skekis a cui aveva prestato poco ascolto per poi sopportare il dolore e riprendersi tornando in una posizione eretta e apparentemente tranquilla.
Sputò a terra “tutto qui? È questa la grande potenzia di cui tanto ti vantavi? Tsk! Ridicolo”
come per l’offensiva precedente, il braccio destro con la mano aperta si distese in direzione dello Skekis, e come quest’ultima si sarebbe chiusa, un muro di vento si abbatté sul dio, dall’alto verso il basso, e se Skekdor non avesse fatto nulla per contrastare quell’offensiva , avrebbe percepito come un repentino aumento della gravità che l’avrebbe costretto a riportarsi all’altezza del suolo, e una volta raggiunto il terreno tentando si sopportare l’imprevista caduta e fosse riuscito a rialzarsi, avrebbe fatto fatica a mantenere la posizione eretta, riuscendo a ergersi ma sentendo come ogni minimo movimento estremamente faticoso e pesante. Comunque fosse andata quel tentativo di limitare i suoi movimenti Umbrella l’avrebbe raggiunto, scendendo delicatamente fino a raggiungere il metro e mezzo di altezza per poi spegnere le fiamme che lo avvolgevano come avesse toccato il freddo e sudicio terreno. Atterrò senza problemi e dopo un’istante lo sguardò si alzò sadico e carico d’odio. Pochi istanti che avrebbero permesso al semidio di assaggiare la potenza che lo immobilizzava per poi mettersi a correre, in una corsa incurante del dolore al ginocchio che ogni passo sembrava aumentare di velocità mentre l’affilato e beffardo sorriso continuava a solcarli il volto. Pochi secondi e la distanza fra i due fu colmata e sfruttando la furia della corsa e la potenza dei suoi muscoli, un deciso e rapido pugno avrebbe attentato allo stomaco del semi-dio compiendo una semi arcata dal basso verso l’alto. Il deciso pugno non sarebbe stato un semplice pugno, perché nel caso fosse andato a segno, Skekdor avrebbe potuto percepire chiaramente la presenza di come un centinaio di aghi spessi 10cm ad avvolgere l’intera mano di Umbrella pronti a trafiggerlo e a ferire gli organi interni. Retratto tanto rapidamente a come fu sferrato il pugno fu pronto a sferrare una nuova offensiva, questa volta priva degli aghi acuminati della precedente pugno ed era più intenta a restituire la stessa moneta al semi-dio, mirando cosi allo sgraziato viso.. -
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E lui avrebbe dovuto lavorare con un tipo come Skekdor?. Più quel dannato scontro procedeva, e più la voglia di eliminarlo cresceva fregandosene altamente dell’incontro programmato e del futuro accordo, così da togliere altra feccia da questo mondo fin troppo sudicio e meschino.
Il colpo allo stomaco andò a segno, ma in un attimo le ferite dello Skekis furono curate, e con la stessa rapidità passò subito a un’offensiva: fruste di granito con spine affilate lo colpirono al ventre e al ginocchio, aggravando cosi le sue ferite, facendoli perdere la concentrazione sullo scontro per il forte dolore e lasciare cosi il tempo al suo avversario per una seconda offensiva: una potente onda d’urto sbalzò Umbrella indietro di qualche metro, facendoli cosi sbattere violentemente la schiena contro la parete alle sue spalle. Il colpo fù violento, e lentamente gli occhi di Umbrella si chiusero mentre cascava a peso morto a terra, sfinito da quello scontro, per poi riaprire gli occhi di colpo e svegliarsi di nuovo nel suo letto, con la testa che gli pulsava, e il detestabile pensiero di Skekdor, che ora sembrava non tormentarlo non solo nella vita di tutti i giorni, ma adesso anche nei suoi sogni.. -
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Cavolo!
Lo Skeksis sembrava davvero turbato, ma Jester - o meglio Ela- non poteva impedire che Umbrella si svegliasse.
"Mi spiace... ci sarà una prossima volta."
Cercò di rassicurlo la Strega esibando un sorriso timido e ignorando il fatto che le stesse ordinando cose. In fondo lo capiva, anche lei faceva così, e molto peggio, quando sclerava. Con uno schiocco di dita il mondo attorno a loro si dissolse e i due si ritrovarono nuovamente sul letto. Jester cercò di nascondere il fastidio per la puzza della carne in putrefazione dell'altro che ormai impregnava la stanza. Poi si limitò a dare la buona notte al rapace violaceo, per poi aspettare che uscisse per spalancare la finestra sopra il suo letto. Faceva fresco, ma era bello sentire il profumo del mare. Ridacchiò per poi ributtarsi sul letto... che strambo, attirava sempre gente strana. Poteva definirsi una specie di "calamita per calamità"..