[Ciclo EMH] Mari di sabbia, sirene di vetro

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    YUZRAB ¤ SCORCHING DESERT
    Un secondo tuffo verso l'ignoto è quanto permette allo Skeksis di abbandonare l'oasi degli specchi e così tracciare la propria via verso il futuro. Ignoto, ovviamente. Impietoso, forse. Sicuramente, però, foriero di novità.

    Perchè, agli occhi di colui che si ritrova nelle forme di una tritone, tra le molte scelte a disposizione nel crocevia l'unica valevola si è resa la presente: ritornare al proprio aspetto ma vincolarsi alle ciarle inconcludenti dei propri doppi sarebbe valso un viaggio celere verso la follia e la frustrazione -a tutti gli effetti, il vivere un mondo altro alquanto limitante pur se aderente al desiderio d'incontrare i propri simili. Per contro, riavvolgere l'odissea odierna e ritrovarsi al cospetto del primo avvio -quel nano inconsistente ed il suo maleficio- si mostravano parimenti privi di capo e di coda: probabilmente avrebbero permesso alla divinità di non cadere a piè pari nel tranello origine del tutto ma... non è forse più entusiasmante comprendere quale sia il nocciolo della questione, piuttosto che liquidarla con un reset? Nemmeno la cupida offerta d'un filatterio e del suo inestimabile valore son riusciti a smuovere skekDor dal proprio proposito, lasciando così che la ricerca degli artefatti fonte d'immortalità per i lich del Nord si svolga con altri modi e nondimeno tempi in compagnia di chi sopravviverà all'assalto imminente di Valiinorê (al cui proposito, in effetti, l'urgenza spinge a terminare la serie d'assurdità in atto per traslarsi una volta di più a settentrione).
    No, il Mezzo-Mistico permane fermo e risoluto nella propria ambizione di espletare il compito affibbiatogli perciò -per quanto con un certo malumore vista e considerata la coercizione cui è soggetto- è la quarta polla d'acqua a rendersi veicolo della sua volontà ferrea: al di là del velo liquido egli può invero scorgere le sembianze d'una sirena, o per meglio dire d'una creatura acquatica molto affine (pur se non identica) alla Zegana che attualmente incarna. Insomma, ciò ch'egli -in assenza d'ulteriori indizi- presume essere l'obiettivo della propria indagine.

    Un tuffo, dunque. Un tuffo turandosi il naso quasi per scaramanzia.
    Ciò che si presenta dall'altro lato, tuttavia, è ben lungi dall'essere quanto promesso. Dov'è la sirena? Dove l'acqua? Dove... tutto il resto? Ad accogliere urElah e controparte è niente più che il deserto. Sabbia a perdita d'occhio, rovente distesa del nulla. Vi è abbondanza solamente del calore infernale tipico dello Yuzrab -e, parimenti, dei suoi sconfortanti panorami tremuli per via dell'aria torrida e dei miraggi che ne conseguono.
    Possibile che sia tutta una truffa? Che la scelta fosse erronea? Che l'illusione abbia preso il sopravvento? Oppure il tutto soggiace ad un significato altro -là dove le scelte che egli ha scartato rappresentavano possibilità tra loro dissimili ma accomunate dal concetto stesso di variante? Impossibilitato al ritornare all'oasi delle opzioni -giacchè s'è chiusa la polla corrispettiva (più un portale, in effetti, visto da questa prospettiva)- al protagonista di quest'epopea surreale non rimane che considerare quanto ha scartato per comprendere appieno cos'ha ingenuamente scelto. E, se ciò è vero, non sarà punto arduo giungere ad una conclusione sensata: i differenti scenari che ha ignorato rappresentavano alternative del reale, dello spazio e del tempo, perciò... che gli rimane da sondare?
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~



    Il tuffo non portò skekDor nel luogo promesso, né dal suo obiettivo.
    Schermandosi gli occhi per via del cocente sole che batteva nella zona, Zegana rimirò la vastità del deserto dello Yuzrab.
    C'era qualcosa di sbagliato, qualcosa fuori posto. Difficile cogliere di che si trattasse all'effettivo, ma la tritone lo sentiva, riusciva a percepirlo a livello inconscio.
    Nuovamente, urElah e skekDor si chiusero in un silenzioso simposio.
    Constatando ciò ce le altre pozze offrivano, non ci volle molto ai due per arrivare alla conclusione che ciascuna rappresentasse in realtà un concetto: realtà (Il fatto di viver separati, per certi versi, poteva rappresentare uno dei tanti universi possibili), spazio (Uno dei filatteri lich, il "premio" che skekDor pretendeva, per tutta la fatica e le energie spese per il villaggio fino a quel momento), tempo (Ritornare al momento in cui aveva siglato il patto col nano, abbandonare la missione e tornare a condurre la solita esistenza) e, infine...
    Sogno? Illusione?
    Possibile che la risposta fosse tanto banale? Eppure, era entrato nella pozza cercando una sirena, e s'era trovato in un deserto caldo e inospitale. Aveva tutta l'aria di essere un miraggio.
    Tuttavia, nessuna delle due entità ne era certa.

    Se non altro, quella faccenda li stava per certi versi costringendo a cooperare, per una volta.
    Il problema principale, però, era sempre il medesimo: al di là delle diverse linee di pensiero, ciò che portava maggiormente attrito fra i due era l'indole dello Skeksis. skekDor non amava perder tempo a scervellarsi, pur disponendo di un'estensione vitale pressoché illimitata.
    Non gli ci volle che poco più di mezz'ora per perder le staffe.
    E, quando ritornò alla realtà, si rese conto anche di un altro dettaglio.

    "Uff... Anf..." Boccheggiò Zegana, chinando il petto in avanti e tenendosi in piedi facendo perno con le mani sulle ginocchia. Il sole... batteva forte. Troppo forte, per la sua pelle di tritone.
    E anche l'aria era forse un po' troppo secca. Acqua, gli serviva dell'acqua.
    "Spero che questo trucco funzioni ancora..." Biascicò, e alzò un braccio al cielo.
    Muovendo le dita della mano, cercò di richiamare a sé il potere del Cristallo.
    Se ci fosse riuscito, avrebbe creato un globo amorfo, della grandezza di una fitball, sopra la sua testa.
    Poi, serrando il pugno, avrebbe fatto sì che l'acqua di cui era formato gli scendesse lentamente addosso, come una veloce doccia.
    Non era molto, ma pur sempre qualcosa.

    Ammesso di riuscirci, chiaro

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    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Generazione degli elementi:
    Qualora lo ritenga necessario, skekDor è in grado di generare dal nulla una ridotta quantità dei quattro elementi della vita: che siano fiammelle fluttuanti necessarie ad accendere un fuoco da campo, abbastanza acqua da riempire una tinozza , una tana nel terreno abbastanza spaziosa e confortevole da risultare un buon riparo per la notte o una sottile brezza capace di allontanare per circa un'ora eventuali nubi da un cielo plumbeo [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]

    Riassunto:


     
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    Illusione. Come quella che i tuoi (attuali) occhi foresti scorgono tra le sabbie. Come quella che la tua mente, divisa, plasma per sè nel tentativo di giustificare l'incomprensibile.
    Ma non è l'Illusione a dominare quel regno di sabbia, non è l'inganno a coprire il nulla che ti attanaglia nella tua dualità. Il deserto, sconfinato, è soltanto deserto. Ed il portale che lì ti ha condotto non ha vincoli di familiarità col reame del possibile: l'Illusione non è che una delle molte facce del reale (forse quella che ci scegliamo) ed alberga entro i medesimi canoni. Se avessi scelto di tornare a vestire i tuoi panni, se ti fossi fiondato nella polla con i due corpi distinti, ecco che là saresti stato vittima dell'Illusione e del proprio sostrato di Realtà.

    Eppure hai scelto diversamente. Hai scelto di raggiungere l'obiettivo, hai espresso una Volontà. Ed è proprio a questa che sei giunto -al desiderio, alla risolutezza e all'impegno cui ti sei votato. Scrutando le distese che si dipanano all'orizzonte non riesci dapprima ad osservare nulla, perchè in esse non hai concretizzato la tua urgenza. Perchè le due metà che ti compongono sguazzano nell'incertezza del da farsi.
    E' soltanto quando le condizioni invivibili ti richiamano a dei bisogni impropri che in te nasce la fermezza di plasmare il mondo: l'acqua si genera con una facilità disarmante, ben più immediata di quanto non ti potresti aspettare. Essa sgorga dalle trame dell'etere, così come prevede il tuo potere, ed al contempo risale le sabbie, si condensa dall'aria, affiora persino dalle scaglie che ricoprono quel corpo che non t'appartiene. Ti ristora, t'affranca. Ti suggerisce che tutto è in tuo potere. Quasi potresti farti dimentico del tuo Cristallo, perchè il mondo già obbedisce al tuo comando.
    Di colpo, come a sovvertire le leggi di ciò in cui vivi, il deserto in cui ti trovi perde la propria luce, spegne quel sole arcigno e smette ogni calore estremo. A conseguenza del tuo desiderio inespresso, del tuo bisogno fisico, della tua Volontà latente esso muta nella versione crepuscolare di se stesso. E ti pone nuovamente innanzi ad una scelta -laddove ora sei conscio che sia la tua Scelta e che sarà conforme alla tua Volontà.
    Da un lato del tuo sguardo non c'è che un baluginare lontano, perduto tra canyon che si spingono in profondità. Una luce flebile ma inestinguibile, che si dirama dalla cima di una torre di cui non hai conoscenza. Dalle sue viscere sorgono costruzioni slanciate delle quali non puoi scorgere i dettagli. Il fascino dellla decadenza accompagna questa rivelazione.
    Dall'altro un enorme disco scintillante, dorato e maestoso, tripudio di un culto solare. Svetta sospeso su di una città opulenta, si staglia ai margini della distesa di sabbia. Nugoli di figure indistinte accorrono verso quel centro come sangue ad un cuore pulsante, torme di fedeli che si accalcano per raggiungere il fulcro del proprio credo. Il gusto del trionfo alimenta questa visione.

    Nessuno dei due scenari mostra le creature di cui sei alla ricerca, ciononostante t'è chiaro che essi sono esattamente questo. Sirene. Miraggi concreti, frutto della tua Volontà di raggiungerli. Frammenti impossibili dei quali uno solo ti sarà concesso, secondo la tua somma Scelta.
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~



    Zegana, o per meglio dire skekDor, non ebbe problemi ad evocare dell'acqua per rinfrancarsi un poco.
    Anzi, la cosa che sorprese le due entità che albergavano in quel corpo fu il repentino cambio di paesaggio che avvenne, quasi, a seguito della loro volontà di avere un po' di refrigerio.
    "Questo è strano." Bisbigliò Zegana.
    "Strano davvero..." Le sussurrò la voce di urElah nella testa.

    Qualunque cosa stesse giocando con le loro sensazioni, se davvero aveva coscienza di sé, sembrava aver indovinato il modo di render "gradevole" il viaggio allo Skeksis.
    Un mondo in cui la sua volontà era legge. Quasi con nostalgia, Zegana si asciugò gli occhi umidi col dorso della mano.
    "Oh..."
    La voce del Mistico echeggiò di nuovo nella sua testa: "Basta menare il can per l'aia! Mi sembra palese che ci sia data una scelta. La città o la torre, dobbiamo decidere quale delle due vie prendere."

    Lo Skeksis sospirò attraverso la bocca della tritone, e tristemente scosse il capo: "Tu togli davvero la gioia di vivere da ogni cosa. Ecco perché ti odio..."
    Comunque, non poteva dargli torto. Dovevano pur andare avanti in qualche modo.

    E così, dopo aver battuto le palpebre più volte per abituarsi alla subitanea oscurità, Zegana sollevò un braccio e indicò l'orizzonte: "Va bene. Scelgo la torre. Visto che mi hai messo fretta, non hai facoltà di decidere. Contento, ora?"
    Il Mistico non rispose alla provocazione.

    Il corpo di Zegana si alzò a pochi palmi dal suolo, poiché skekDor aveva tutta l'intenzione di arrivare alla luce che irradiava dalla torre fra i canyon in volo.
    E così, se nulla gliel'avesse impedito, la tritone si sarebbe rimessa in viaggio

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

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    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

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    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

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    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

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    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

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    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Non c'è che da chiederlo -anzi, da pensarlo- ed ecco che il tuo volere si palesa una volta di più: improvviso, immediato ed efficiente più che mai, quel desiderio che esprimi si tramuta nell'effettivo che ti circonda.
    Così le distese di sabbia svaniscono per lasciare il posto all'interno di una torre, così l'alternativa che ti era stata proposta si perde nella luce soffusa della stanza che ora ti accoglie. Non è stato fluttuando che ti sei trascinato fin lì, non è ricorrendo al teletrasporto che hai varcato le mura entro le quali puoi descrivere molteplici oggetti. Nè -lo puoi giurare- il tutto è dovuto a qualche abilità segreta della tritone che incarni: nuovamente il cambio di scenario è frutto di un potere più fondo e più grande, che imbrigli secondo una Volontà pulsante di silenzio e d'intesa. E' come se il solo protendersi a quella direzione t'avesse condotto al suo risultato, come se la meta abbia preso forma per l'aver operato la scelta di volerla raggiungere.

    Ciò che ti circonda, peraltro, non è frutto delle tue fantasie ma -in un certo modo- t'è affine: suppellettili di ogni tipo punteggiano tanto le pareti circolari quanto il pavimento, carabattole adornano le colonne e le vetrate che osservi dalla tua posizione. Ci sono drappi, festoni, candele, quadri, teschi, libri e pergamene d'ogni tipo. Vi è soprattutto polvere -o sabbia. Moltissima. E molta è nondimeno la muffa che venefica ha intaccato un po' tutto lì attorno -pure le ragnatele sembrano vecchie ed in disuso, appesantite da quel sapore mucido che aggredisce i sensi ed impesta l'aria. Non stupisce, in effetti, che l'odore di chiuso si faccia quasi irrespirabile per via del ranciume -stupisce, invece, che le vetrate piombate siano ancora al loro posto nonostante il grado d'abbandono di tutto il resto.

    Al centro della scena, tuttavia, raccoglie attenzioni una sorta di altare illuminato a giorno. Puoi contare innumerevoli stoppini ardere di fiammelle e di cera come fossero da poco accesi, puoi notare strumenti arcani ed appunti erosi lasciati alla rinfusa su quella superficie lavorata. A prendere vita da una scia di sangue che si perde sul pavimento -a spaccare quel desco piatto slanciandosi verso la cima della cupola che sovrasta l'ambiente- un arboscello rigido e spinoso, troppo giovane per mostrare nodi d'età eppure troppo vecchio per farsi flessibile e delicato come dovrebbe. Da esso irradia un'aura colma di fascino e di comunanza, capace di catturare il tuo intelletto ignorando ogni schermo ed ogni difesa che ti sono propri. Non ti manipola, non s'impone su di te, eppure ti chiama. Ti conosce. E ti ricorda quel potere medesimo che t'ha condotto qui.

    Avrai tutto il tempo che desideri per esplorare quell'alcova di studi, tutte le risorse e le energie di cui abbisogni per penetrare vanamente la patina di segreti tesa su questo dominio. Il tempo, pur scorrendo, non pare un cruccio di cui preoccuparsi. La muffa, invece, ti rammenta di non strafare: in generale, comunque, la stanza non t'invoglia a soffermarti su altro che non sia l'alberello, giacchè tutto rimanda ed esso come se ne fosse un riflesso -come se ne fosse vincolato. Ogni volta che i tuoi occhi vi si poseranno sopra esperirai quest'urgenza blanda d'avvicinarti e carezzarne il legno, ogni volta che ti tratterrai dal farlo non avverrà nulla di che -ma nel nulla non vi è fertile spunto.

    Non ti sarà concesso, tuttavia, asportare alcunchè dalla stanza: i tentativi in tal senso avvizziranno, corrompendo l'oggetto del tuo desiderio. Desiderio che, a ben vedere, non risponde più ai tuoi muti ordini. Non direttamente, almeno: è il fusticello arcigno a mutare secondo le tue brame, aggiungendo una spina per ciascuna delle ambizioni di cui farai pensiero. Fino a che, toccandolo -per insofferenza o per curiosità, per noia o per assenza di prospettive- non lo spezzi. Una bacchetta ritorta è allora quel che le tue mani stringono, un aculeo di legno si conficca nelle tue carni esigendo un tributo di sangue. Ma non appena la prima stilla cremisi s'infrange al suolo, ti rendi conto di come sia terra battuta sulla quale i tuoi piedi poggiano -non più una solida e perduta costruzione.

    La chiarezza che t'assale immediata è brusca, quasi più dolorosa della ferita appena infertati ma di fatto come liberatoria: nessuna torre attorno a te, bensì una poco più oltre. Nessun arbusto ad ammaliarti, soltanto un malefico nano. Nessuna muffa ad ammorbare gli spazi, quanto piuttosto il fetore di bestie e del Serraglio. E, su tutto, la consapevolezza che non vi sono nè scaglie nè rune a gravare la carcassa divina che vesti com'è giusto che sia: sei tu, sei chi dovresti essere, sei a Merovish. Come se nulla fosse avvenuto.
    Eppure, a testimoniare che la tua disavventura non è stata semplicemente un abbaglio, quella pergamena che ricordi esserti stata allungata -quel vincolo di carte e maledizioni- ha ora la foggia di una bacchetta spinata, di quella bacchetta spinata. E' sempre il nano a concedertela, il medesimo nano. Che però, ad un'attenta analisi, non ha motivo di gabbarti: alle sue spalle si staglia una carrozza zeppa di bestie rare, sul cui lato puoi scorgere quelle che paiono sei giovanissime creature acquatiche custodite all'interno di una cisterna colma di liquido. Sei sirene. Una mezza dozzina. Per le quali il tanto detestato nano ti ringrazia sentitamente e t'offre in cambio la presunta ricompensa pattuita, prima di ripartire per i propri affari mercantili: attonito, ancora sbattuto da quel cambio repentino d'ambientazione, non sei sufficientemente lesto per esigere la tua vendetta. Te ne rimani lì, confuso, stringendo una bacchetta spinata. In qualche modo aperto alle possibilità che la Volontà del Fato ha ancora in serbo per te.
    Grazie di aver partecipato sino alla fine e... tieni aperti i canali di comunicazione con me per futuri sviluppi! In più, se è nel tuo interesse, puoi sottoporre in Revisione il presente artefatto, concordando eventuali aggiustamenti tecnici (che non ne snaturino l'essenza ed il tema della Volontà o ambizione) così come richiesto in quella sede. In caso contrario, chiedi di aggiungerlo come oggetto only-gdr privo di qualsivoglia abilità: ti anticipo infatti che avrà ripercussioni su altre scene da me organizzate.
    Etching
    STRALCIO D'AMBIZIONE
    Un ricordo del tuo primo inconsapevole incontro con il Signore Fatato, ovvero un ninnolo cui affidarti in tempi di sconforto o avvilimento: si presenta come una bacchetta spinata di ridotte dimensioni, legnosa e ritorta, leggera ma difficile da maneggiare. Apparentemente non ha alcun utilizzo se non quello ornamentale ma, se avrai il coraggio di stringerla senza timore di ferirti, il sangue che cola e stilla attraverso di essa è in grado di canalizzare la tua volontà genuina, spingendoti più vicino al realizzare i tuoi obiettivi.
     
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    skekDor si sorprese un po' di vedere l'ambiente mutargli attorno e prendere la forma dell'interno del luogo da lui scelto. Insomma, ormai aveva capito il gioco, ma la faccenda lo lasciava interdetto lo stesso.
    Si guardò attorno, e in mezzo a tanta maestosità vetusta, cianfrusaglie e odore di muffa... si sentì quasi a casa.
    urElah, al contrario, preferì tacere i suoi pensieri a riguardo.

    "Mmmh..." Mugugnò Zegana, con un'accezione che certamente non le apparteneva. Non a quella vera, almeno: "Se non fosse tutto falso, sarebbe ironico pensare di aver finalmente trovato un luogo adatto a costruire la mia possente dimora, qui su End-"
    Arrestò il suo monologo, quando gli occhi andarono a un altare illuminato dalla luce.

    Su di esso, un albero che solleticava i pensieri -e non solo- dello Skeksis, pareva invogliarlo ad avvicinarsi, e a saggiarne il legno.
    Non sembrava una malia molesta, e skekDor non vide motivo d'opporsi a essa, visto che, a parte l'invogliarlo a farsi vicino, non era tanto opprimente.
    Comunque, prima di avvicinarsi skekDor provò ovviamente a raccogliere qualche oggetto. C'era roba che, tutto sommato, poteva esser piacevole possedere.
    Peccato che, ogni volta che vi posasse una zampa sopra, tale oggetto vaporizzava nell'aria.
    E agli occhi della tritone non sfuggì che, qualunque volta capitasse, una nuova spina si formava sull'alberello.

    Alla fine, sbuffando, Zegana raggiunse a grandi passi il tronchetto. Magari, toccandolo avrebbe soddisfatto i requisiti della malia, interrompendola.
    Nemmeno si preoccupò del pericolo, nonostante i moniti di urElah.

    E così, quando una spina lo punse e lui gemette di dolore, la prima reazione del Mistico, fu di apostrofarlo come un "fantolino".
    skekDor stava per dare in escandescenze, quando s'accorse di non esser più nella torre. E di stringere in mano una sorta di bacchetta, frutto del legno dell'albero "molesto".

    Cosa più importante, skekDor si ritrovò nel suo corpo, a Merovish. E, sorpresa delle sorprese... aveva portato a termine il compito? Quando aveva catturato ben sei sirene?

    Il suo sguardo andò istintivamente all'oggetto che stringeva in mano. Lo ispezionò con cura, dimentico di dover strappare l'anima a quell'omuncolo, che gli era costato così tanta pena e fatica.
    Sbuffò, lo Skeksis, e lasciò cadere la bacchetta al suolo. Solo che essa, anzichè tintinnare contro il terreno, venne prontamente assorbita dalla sua ombra.
    Il mezzo-Mistico sembrava essere entrato in possesso di un artefatto interessante. Chissà, magari in futuro avrebbe potuto usarlo per raggiungere qualche suo particolare scopo. Per il momento, si limitò a lasciare la zona, diretto chissà dove

    Salute: 100%
    Energia: 105%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    Passive:

    - Semi-immortalità (Passiva):
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso [Abilità Passiva – Immortalità + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    Riassunto:


     
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