-
Il-Viaggiatore-Del-Mondo.
User deleted
Nei pressi di Mokha, Yemen
Impero Ottomano, 1573.Mokha. Città del caffè, crocevia conteso e condiviso da arabi, turchi, abissini, portoghesi.
Mokha, teatro di una ribellione, per mesi occupata dagli insorti. La flotta imperiale ha appena ristabilito l’autorità di Selim II, e i ribelli sono fuggiti sugli altipiani. Non guerrieri, ma coltivatori di caffè che hanno impugnato le spade e la loro fede, stanchi delle ruberie, della corruzione dei funzionari ottomani. Di nuovo una rivolta di contadini. Di nuovo la religione dei pezzenti... e degli affari.
Il vecchio ha scelto, a suo tempo, proprio quel posto per rimanere - quando stabilì che il tempo di andare e partire era ormai finito.
L'uomo giunse al villaggio che il sole aveva già iniziato la sua lenta discesa verso la fine del giorno. Era stato visto giù al porto la mattina, chiedendo di un certo Ismael, ed i mokhani avevano evitato di rispondere.
Parole vaghe, mezze indicazioni: il vecchio, il santone, lo stregone, era impegnato ad aiutare una coppia di genitori che lo hanno chiamato per il loro bambino, che aveva la febbre alta, dissero alcuni.
Nessuno gli aveva dato però alcunché per trovarlo e riuscire a parlargli.
Poi una ragazzina si lasciò scappare di quella volta che suo padre disse di aver visitato la casa dell'uomo fidato di Giuseppe Nasi - colui che ne curava gli affari commerciali in Yemen. Ed ecco finalmente localizzata quella che doveva essere la residenza di Ismail, come lo chiamavano qui.
Un gruppo di case, arrampicate sul fianco di una collina. Lo riconobbe mentre aiutandosi con un bastone data l'impervia discesa, usciva da un'abitazione poco distante, giusto al di là di una piccola duna; per qualche passo lo tallonò una donna, che nel mentre gli ripeteva la prima delle parole che l'uomo aveva imparato in quella lingua: «Shukraan! Shukraan!», grazie, grazie.
Lo raggiunse mentre la donna ormai si era avviata sulla via di casa, ed Ismael si fermò a qualche passo di distanza, scrutando da una posizione sicura lo straniero.
Fu quest'ultimo ad interrompere il silenzio.
«Sai perché sono qui?», domandò, rivolgendoglisi in italiano.
«Forse. E forse, in qualche modo, speravo di non essere trovato.»
«Ti ho lasciato che peregrinavi per le vie di Mantova, in Italia, predicando le tue eresie. Qui a Mokha invece sei diventato un cerusico?», domandò indicando il luogo appena lasciato da Ismael.
«Sono solo invecchiato,» rispose lui «questa gente crede che i miei consigli allunghino la vita.»
L'uomo sorrise, mentre il vecchio indicò al suo accompagnatore la via verso casa sua. Sullo spiazzo di fronte si imbatterono in un pescatore di ritorno dalla giornata in mare, che donò al vecchio un paio di grossi saraghi, mentre una donna anziana con il volto velato, sopraggiunta dopo poco, gli porse un canestro di albicocche. Ismail ringraziò, scambiò qualche parola e scacciò una banda di ragazzini questuanti, fingendo di inseguirli col bastone.
Entrati in casa, Ismael salutò Mukhtar e Hafiz. I due gemelli ricambiarono il vecchio con un inchino del capo e la mano sul cuore, ma non staccarono mail gli occhi dal nuovo venuto. Il vecchio non introdusse l'uomo, fece giusto in tempo a posare ciò che teneva in mano per dirgli: «Vieni. Non è questo il luogo per la discussione che dobbiamo tenere.»
«No,» rispose rapido lo straniero pensando a come Ismael avesse involontariamente detto esattamente la cosa giusta. «non lo è.»
Come un lampo. Le braccia dell'uomo - aperte.
Un bruciore agli occhi - la vista allagata di un bianco latte impenetrabile - un rapido grido di rabbia di Hafiz, insofferente di non essere stato rapido, di essere stato colto alla sprovvista. Non una parola da Mukhtar.
E tutto si fece di buio bianco.Rilievo collinare, confine per lo Yuzrab
Fanedell, Presidio Orientale.
Il vecchio sentì sabbia sotto le dita: capì di essere disteso supino, nonostante un forte mal di testa gli offuscasse i pensieri. Quella cecità bianca - ultima cosa che ricordava - era svanita ed al suo posto vi era il viso di Mukhtar che, inginocchiata al suo fianco, ne controllava i segni vitali.
Hafiz era già in piedi, la sua spaventosa sciabola sguainata - inutilmente sarebbe venuto da dire, dato il paesaggio in cui si trovavano. Hafiz stesso sapeva di star stringendo l'arma in pugno più per rassicurare se stesso che per effettiva necessità.
Rialzandosi aiutato dalla donna, Ismael si guardò intorno: un paesaggio semidesertico si apriva di fronte ai tre, e case sparse - Strane... o meglio diverse, sì, molto diverse!, pensò - erano ben visibili ai piedi di una collina distante (pareva) pochi minuti di cammino. Zone decisamente meno brulle erano a vista ma la distanza a piedi doveva essere probabilmente stimata in ore - forse giorni? La mente confusa del vecchio non era in grado di definirlo.
Ismael era un turbinio di domande, e ipotesi, e altre domande. Nella sua testa, come a scacciare gli scenari peggiori, risuonava una preghiera.
Hafiz e Mukhtar, senza proferir parola, fecero altrettanto verso il loro Dio.
Ismael non poteva ancora sapere che Il-Viaggiatore-Del-Mondo avrebbe dovuto trovare un nuovo posto, in un nuovo mondo.. -
..
-
Il-Viaggiatore-Del-Mondo.
User deleted
I tre videro arrivare lo strano figuro che il sole - o come un giorno avrebbero scoperto, quello che pareva essere il sole - accecava loro gli occhi. Non realizzarono quindi le fattezze peculiari dello skeksis fintanto ché non li approcciò a voce, e poterono rivolgergli attenzione.
Chiaramente i due guerrieri e la quasi leggendaria prontezza di riflessi che li caratterizzava, furono sopraffatti dalla sorpresa - e lo sgomento - generato dal nuovo arrivato. Sgomento che, per inciso, coinvolse la piccola compagnia tutta, come cristallizandoli in un fotogramma.
Hafiz - territorio sconosciuto, probabilmente ostile, sciabola sguainata: pietrificato. Mukhtar - mano alla cintura, pronta a scatenare le sue temibili strisce d'acciaio: immobile; per la prima volta in vita sua, incerta sul da farsi.
Solo Ismael pareva continuare a respirare.
Il vecchio scrutò la creatura nell'aspetto e tentò di leggere le sue parole. Il suo stato di confusione mentale era cessato, ora solo l'attimo presente contava. Le domande che lo tormentavano avevano ottenuto una risposta, e questa risposta era contenuta dall'aspetto demoniaco di quell'essere. Se non fossero bastate le sembianze quasi marcescenti dello skeksis e le sue forme inumane, orribili ornamenti di animali morti appesi come monili testimoniavano la bestialità del bipede. In più, al Viaggiatore-Del-Mondo parve come se una nenia non identificata accompagnasse quella presenza. Le eterne fiamme della Geenna dovevano essere vicine.
Eppure.Eppure.
Ismael respirava.
Ed inspirando, Ismael razionalizzò l'offerta di aiuto.
Espirando, ricordò l'espressione della possibilità di rifiutare, avanzata da quel "se è di vostro interesse".
Inspirò nuovamente.
Dietro quelle sembianze raccapriccianti, uno sguardo dai contorni rapaci eppur in qualche modo candidi rispondeva alla vista dell'uomo. Erano gli occhi che aveva visto negli immensamente saggi, e negl'immensamente folli.
Sentì il peso della moneta che gli ricordò quanto si dovesse scavare prima di trovare la verità, e smise di preoccuparsi. Affrontare la situazione con gli elementi a disposizione, ecco cosa avrebbero dovuto fare. Anche al costo di affrontare un demonio, se di demonio si fosse trattato.
«Potresti essere Azael, ma non ce lo confermeresti mai.», pronunciò quasi riferendosi più a sé che al destinatario della frase - dubbioso sull'essere di fronte all'angelo caduto o meno, essendo che a volte nel vecchio testamento veniva rappresentato in forma di stormi di rapaci.
Quegli occhi però. Gli occhi lo confondevano. C'era da temere?
Udendo la voce del loro baba, i gemelli ritrovarono parte della lucidità e aggiustarono la loro posizione dei piedi per esser pronti a qualsiasi evenienza: nulla di buono se Ismael aveva appena pronunciato il nome di un jinn.
«Questa non è Mokha. Dove ci troviamo?», decise allora di chiedere, in parte quindi accettando l'offerta di aiuto dello strano essere.SPOILER (clicca per visualizzare)Scusa l'edit, ho corretto un errore di cui mi sono accorto - sperando non ce ne siano altri
Edited by Il-Viaggiatore-Del-Mondo - 19/1/2018, 18:13. -
..
-
Il-Viaggiatore-Del-Mondo.
User deleted
«Sì, ce la faccio. Sto bene...», rispose Ismael, mentre con un cenno del capo ringraziava lo skeksis e contemporaneamente con la gestualità delle mani inviava messaggi rassicuranti ai gemelli: cenni con le palme alzate perché proseguissero il cammino, assecondando la direzione suggerita dal figuro in gonna. Hafiz, occhi perennemente puntati su skekDor, si portò più vicino per chiedere qualcosa in turco a baba Ismail, ma questi insistette con visiva chiarezza mimica che Hafiz concedesse l'opportunità a quella specie di avvoltoio di guidarli.
Quali alternative migliori avevano, dopotutto? E poi l'interlocutore aveva dimostrato una certa gentilezza - dal preoccuparsi per lui sino al sentirsi in dovere di illustrare questo luogo nel quale erano "naufragati". Ismael ricordava benissimo come ci si sente dopo un naufragio e, no, quello non era il caso; erano passati anni, parecchi, ma se lo ricordava limpido.
Il vecchio doveva ammettere che, in effetti, erano i ricordi recenti quelli ad essere annebbiati - [...] c'era un bambino con la febbre, la vedova Teji che mi ha dato delle albicocche, dei pesci... [...] E cosa significava esattamente naufraghi "dimensionali"? Fu una delle domande che Ismael fece a skekDor durante il tragitto.
Lo skeksis aveva dichiarato interesse facendo riferimento a Mokha, quindi Ismael gli raccontò brevemente delle vicende Yemenite, di Selim II e di come, dal posto in cui (come stava imparando ad accettare) "venivano" lui ed i gemelli, vi era una nuova forma di legge del più forte, che spaventava Ismael perché soffocava qualsiasi futuro.
Raccontare era ciò che gli era rimasto della sua vita di giovinezza, ma a quanto sembrava di capire, anche semplicemente della vita nel mondo come lui lo conosceva; non lo faceva volentieri a voce e tutte queste informazioni lo skeksis le avrebbe assimilate solo con un lavoro di induzione, tra le righe dello scambio di battute che ebbero durante il tragitto. Di rimando lo skeksis gli avrebbe dato maggiori particolari di questi presidi, dei loro luoghi di interesse e dei pericoli da evitare. Il mezzo-Mistico rivelò anche un aspetto umoristico di se che, sebbene alla prima non convinse Ismael, fu un buon lasciapassare emotivo per quella che si poteva definire una sorta di concessione di fiducia da parte del gruppetto di naufraghi nei confronti dell'endlossiano - al punto che Ismael propose di passare a toni meno formali, data la particolare ricercatezza verbale del non-umano.
I gemelli seguirono quel che poterono degli scambi tra skeksis e l'anziano, rimanendo in realtà più sul chi-va-là continuo che in assorto sforzo di comprensione. La direzione indicata dal mezzo-Mistico coincideva con la loro originaria, e questo rasserenò Hafiz - a mano a mano che si avvicinavano, quello che era sembrato loro un piccolo centro abitato confermava la sua apparenza.
La giovane Mukhtar presidiava il fianco di Ismael sostenendolo nei momenti in cui il passo si faceva più difficoltoso e, sebbene la ragazza non lo desse a vedere, non vi era scricchiolio al di sotto di alcun calzare tra i presenti (e soprattutto intorno a loro) che non le scatenasse un campanello d'allarme, una messa in guardia pronta a reagire.
Il paesaggio stava cambiando ad ogni passo avanzato: la sabbia lasciava posto alla terra, ed il brullo paesaggio sul limitare del deserto iniziava a dare deboli segni di vita vegetale.
Mentre camminavano accompagnati da quello strano individuo, Ismael non poté fare a meno di pensare che l'essere aveva detto che quel posto era "Endlos", e l'aveva detto nella sua lingua natia. E - come se lo realizzasse solo in quel preciso istante, l'aveva chiamato... "mondo". Non città, non zona: mondo. Un mondo infinito. Endlos, l'infinito.
Un po' tardi per lui, scoprire un mondo infinito ora che era non molto distante dal finire del suo, di tempo? Immerso in questi pensieri sorrise di un sorriso amaro, e si rivolse allora allo skeksis: «Qual era la tua meta? E come potremmo sdebitarci dell'aiuto che ci stai dando?», chiese.
I ragazzi erano abili spade, mentre la merce di scambio che poteva offrire Ismael era inutile in un posto dove non conosceva nessuno come quello.SPOILER (clicca per visualizzare)Salute: 100%
Energia: 100%
Classe: Tamer, Rogue, Fighter
Ismael:
Equip.- Kinjhal della Circassia
- Rara daga dalla lama in acciaio di damasco, ca.55cm: massiccia, a doppio taglio, con scanalature centrali. Il manico è decorato da intrecci floreali ottomani.
[Arma bianca]
- Intendere gli intenti
- Capacità di intuire e riconoscere le intenzioni (aggressivo, amichevole, ecc...) delle persone con cui si interagisce; naturalmente non è automatico capire il motivo di tali scopi.
[Auspex Empatia]
Hafiz:
Equip.- Talwaar
- Spada a lama lunga e ricurva, ca. 112cm, realizzata in acciaio wootz, con tagliente sul lato convesso e dorso solido; non presenta il contro-taglio caratteristico della scimitarra vera e propria. Il modello è probabilmente stato prodotto nel nord della costa di Malabar nel Regno di Mysore, come suggerito dalla lama massiccia con curvatura uniforme.
[Arma bianca]
- Progenitore di Fei-Hung
- L'Hung-gar è il sistema marziale di movimenti legati tra gli altri alla figura della tigre: lo stile dona al buon praticante agilità al di fuori del comune permettendogli movimenti apparentemente inarrivabili per un normale guerriero.
[Passiva]
Mukhtar:
Equip.- Jiujiebian
- Arma esotica di derivazione orientale, è composta da nove cilindri in acciaio, a sezione ottagonale, collegati da anelli con una lunghezza totale di ca. 140cm; all'estremità si trova un puntale che permette la veloce rotazione dell'arma ed una maggiore efficacia nei colpi di punta. Durante gli attacchi, è possibile sfruttare il moto della catena facendola girare intorno al proprio corpo, in modo da arrestarne o comunque modificarne il movimento ed effettuare attacchi imprevedibili.
[Arma bianca]
- Concentrazione a nove sezioni
- Data l'effettiva pericolosità nella pratica del Jiujiebian, il praticante deve sviluppare una specifica forma di agilità ed attenzione mentale che deve necessariamente mantenersi a ogni movimento. La pratica in quest'arte letale ha obbligato Mukhtar a gestire un continuo stato di tensione psicofisica che le dona facoltà di iniziativa.
[Passiva]
- Le scintille di Agni
- Un buon utilizzatore di Jiujiebian come Mukhtar è in grado di intimidire i propri avversari con le movenze della propria arma: sguainare la Jiujiebian con movimento rotatorio violento produrrà una scarica di scintille ed un rumore raggelante colpirà l'animo dei malcapitati, impedendo a meno di particolari doti di forza di volontà di agire.
[Tecnica di supporto, durata breve, natura mentale, portata: area, consumo: MEDIO]
- Il bacio di Rakshasa
- Mentre un altro PG/PnG esegue un azione, Mukhtar approfitta della sua furtività per uscire dal campo visivo dell'avversario ed attaccarlo dalle spalle, sfruttando la sua arma per tentare uno strangolamento
[Tecnica offensiva, durata istantanea, natura fisica, consumo: ALTO]
(scivolare alle spalle del nemico)
+
[Tecnica offensiva, durata istantanea, natura fisica, consumo: ALTO]
(strangolamento/ immobilizzazione)- Danza Letale
- Durante uno scontro, Mukhtar sfrutta le proprie doti marziali per evitare gli attacchi avversari anche attraverso evoluzioni acrobatiche.
[Difesa fisica, consumo: variabile]
. -
.SPOILER (clicca per visualizzare)Ganza l'immaginina frammentata dello Skeksis XD
. -
Il-Viaggiatore-Del-Mondo.
User deleted
«Non avendo chiara meta noi tre nemmeno,» iniziò il vecchio, mentre cercava una seduta di fortuna su di un piccolo masso sul ciglio della via che stavano percorrendo, «credo proprio che il nostro immediato futuro sarà ad est.», disse, puntando il dito nella direzione in cui era abituato veder sorgere il sole.
Dette queste parole, Ismael scrutò lo skeksis facendo attenzione a non sembrare indiscreto, come cercasse di indovinare il trucco di un illusionista durante il numero.
Cos'era accaduto? Quale ombra aveva ottenebrato i pensieri di quella anima? E soprattutto perché quella bizzarra richiesta? Il tono con il quale aveva pronunciato il "prezzo" suonava come una sincera preghiera, che servisse a tenere lontano dall'insolito gruppetto demoni che Il-Viaggiatore-Del-Mondo non conosceva.
Ismael aveva notato che Hafiz e Mukhtar, con i loro tempi, stavano cambiando registro: quando lo skeksis aveva offerto loro cibo e acqua infatti, il vecchio aveva iniziato una formula qualsiasi di cortesia per declinare l'offerta - «Grazie...» - ma Hafiz subito lo aveva bloccato toccandolo sull'avambraccio e facendogli capire che lui avrebbe accettato di buon grado un po' d'acqua. La ragazza, Mukhtar, si era così rivolta ad Ismael in arabo, ricordandogli che non sapevano quanta strada ancora avrebbero dovuto percorrere, ed Ismael non poté che dare loro ragione.
Accompagnando il gesto con un sorriso, Hafiz aveva ringraziato con gli occhi lo strano accompagnatore.
L'olezzo derivante da skekDor era stato per lo più ignorato dai tre. Per Ismael, quel genere di odore era collegato ad una sua visita alla città di Hyderabad. Per i gemelli, difficile a dirsi: erano cresciuti in una località di mare, ma le città, specialmente per quanti condividessero umili origini come loro, nascondevano spesso angoli di marcio infiocchettato per le migliori occasioni - miele ed essenze profumate.
Data la sua relativa vicinanza a skekDor, il vecchio cercò di capire se anche Hafiz si fosse accorto di quell'ombra che aveva attraversato gli occhi del mezzo-Mistico, ma il giovane era occupato in altri pensieri. Mukhtar no. La ragazza era come se sapesse di un jinn nel jinn. E andava bene così, per lei. Avrebbe protetto baba ad ogni costo; ma non sarebbe stato questo l'avversario.
Intuendo le dinamiche apparentemente positive del gruppo, Ismael aveva deciso di non interrompere l'atmosfera gioviale capitanata magistralmente da skekDor, e quindi cercò un argomento comune che potesse dimostrare l'onesto (e forse anche infantile) interesse che gli umani stavano tenendo dentro.
«Non lo abbiamo ancora fatto, ma se è vero quello che dici - che ci incontreremo nuovamente», gli disse «...forse è giusto che tu sappia chi siamo.
«Loro sono Hafiz,» e indicò il ragazzo che, terminata la verifica della loro effettiva solitudine sul sentiero, tornò con l'attenzione sul gruppo, «e Mukhtar», la ragazza ripeté il gesto della mano al cuore che aveva eseguito il fratello, subito dopo la presentazione di Ismael.
«Io sono Ismael, ma puoi chiamarmi come meglio ti mette. Alla mia età, sono diventato indifferente ai nomi.»
Sorrise.
«C'è una domanda ancora che mi preme...» Imbarazzato, mosse gli occhi rapidamente dalla terra agli occhi dello skeksis, «...cosa sei...?» Era così riuscito a muovere anche questo quesito, per quanto indelicato potesse sembrare. Certo, il vecchio aveva capito che su questo Endlos avrebbero potuto incontrare creature fantastiche come quella che aveva davanti, ma...che nome aveva? Ce n'erano altri come lui? ...questo genere di informazioni.
Inconsapevolmente, il passo che i tre avevano fatto verso l'umanizzazione di quella che a prima vista pareva solamente una forma mostruosa sarebbe stato il primo di innumerevoli a seguire nel folle mondo in cui il vecchio ed i gemelli erano capitati.. -
..
-
Il-Viaggiatore-Del-Mondo.
User deleted
«Per tanto vi ringrazio, herr skekDor. Credo si possa considerare pienamente raggiunto l'obiettivo con noi: senza alcun dubbio, anzi; il tempo impiegato a badare al nostro cammino è per noi estremamente prezioso.», fece allora di rimando il vecchio, ritornando ai toni formali che era sua intenzione abbandonare, ma a cui, apparentemente, il suo interlocutore teneva. Dopotutto Ismael capiva anche l'importanza celata dietro la scelta formale di skekDor: non solo li stava aiutando ma come un personale Virgilio stava aprendo loro la strada verso un cammino che avrebbero dovuto intraprendere, se avessero desiderato trovare il proprio posto, definire il proprio scopo. Mantenere un tono formale, e sottolineare un riguardo per la sua persona, era doveroso da parte loro, oltre che giusto.
Ovviamente tutto questo avvenne solo dopo che Ismael riuscì a scrollarsi di dosso quell'espressione stupefatta causata dal manifestarsi del portale dimensionale. Gli occhi profondi del Viaggiatore-Del-Mondo erano infatti stati giustappunto meravigliati da un prodigio che mai in vita avrebbe sperato di assistere: un miracolo - attribuibile al Cristo Salvatore solamente, eppure qui, in un piano di esistenza chiamato Endlos, possibile.
Sia Isamel che i gemelli affrontarono quella magia come avrebbero potuto fare degli animali posti di fronte al fuoco: meravigliati, probabilmente increduli, sicuramente incapaci di comprenderne il funzionamento per replicarlo, e nonostante tutto consapevoli dei benefici derivabili.
Alla medesima maniera l'infrastruttura stessa delle credenze di Ismael veniva rivoltata e ancora stravolta dalle parole (e dalle azioni) di skekDor - similmente a come accadde quando gli capitò tra le mani un altro "libro eretico" che il vecchio-allora-giovane stava distribuendo clandestinamente insieme al Beneficio di Cristo, quando rispondeva al nome di Tiziano: il libercolo era scritto da un polacco che sosteneva che non fosse il sole a girare intorno alla terra ma viceversa.
Intriganti teorie, così come intrigante era il mondo raccontato da skekDor. La grande differenza era che le teorie raccontate da quest'ultimo stavano fisicamente prendendo forma di fronte a lui.
Mukhtar ed Hafiz, colmi di stupore, non riuscirono subito a reagire ad una così incredibile manifestazione miracolosa. Solo quando skekDor diede l'esempio servendosi da uno dei piatti, Hafiz si sporse, timidamente, a cogliere una coppa d'acqua.
I gemelli confabulavano sottovoce tra loro in arabo ed Ismael, concentrato sulle parole di skekDor, riusciva a cogliere solo frammenti di conversazione: udì parole quali magia, miracolo e volontà di Dio - in šāʾ Allāh; il loro atteggiamento verso il rapace-forme, ancora in evoluzione, stava virando sempre più in riconoscenza per il trattamento loro riservato.
Eppure l'ombra di poc'anzi aveva fatto la sua fugace comparsa, Ismael non lo aveva dimenticato.
Era stato un bagliore. Aveva attraversato l'anima dello skeksis con la rapidità di un predatore in agguato che calibra gli spostamenti - ma non era stato l'unico dettaglio emerso in quel baluginio: una lotta, sì una lotta, o qualcosa di molto simile, era in corso dentro quel corpo marcescente. Ismael se ne stava convincendo.
Fu quindi solo dopo essersi rimessi in cammino in direzione est, com'era stato deciso, che l'anziano umano prese l'iniziativa ed approcciò lo skekDor: «Ci ho pensato.» disse mentre i colori del panorama viravano verso un verde smeraldo, figlio di una chiarissima macchia boschiva in cui - pareva - stavano per addentrarsi. Ismael camminava, mentre con la mano destra stringeva la tracolla della sacca di pelle che si portava appresso, uno dei pochi ricordi che aveva con sé dal "vecchio mondo".
«Credo di non aver mai conosciuto alcun santo... ma forse qualche mostro sì.» - il flusso dei suoi pensieri scorreva veloce attraverso le storie dei grandi uomini che lo avevano ispirato, che lo avevano plasmato, che avevano influenzato il corso della sua vita - e questi si schiantavano rovinosa caduta di Matthys, la delusione dettata da Jan di Leida, alle torture inflitte al generale Marcantonio Bragadin quando Cipro cadde. «E nessuno di loro aveva alcun conflitto.», la buttò lì.
Ismael parlava, nel mentre controllando se quel pezzo di legno trovato sul ciglio del sentiero fosse abbastanza resistente per fungergli da bastone.
«O meglio, all'inizio sì, certo. All'inizio è un conflitto: chi sono io? Sono... quello che sono, o sono quello che faccio?»
No, quel ramo non andava bene.
«Ed è la ricerca continua alla risposta a questo genere di domande, che tiene sull'attenti. Che mette in dubbio, che spinge ad analizzare il risultato delle nostre scelte.»
Si interruppe. Teneva in mano un legno apparentemente abbastanza robusto lungo circa un metro e mezzo. I suoi occhi sembravano fissarne le venature, ma la mente non era concentrata sul ramo: era lontana, in un altro mondo, in un altro tempo - Münster.
«Purtroppo, chi ho visto abbandonare quel dubbio, ha inevitabilmente perduto la ragione.»
Non desiderava, ovviamente, infastidire lo skeksis, ma se c'era qualcosa in cui Il-Viaggiatore-Del-Mondo era bravo - indipendentemente da quale dimensione stesse occupando il suo corpo - era ascoltare. Nel caso l'avesse desiderato, lo skeksis aveva qualcuno con cui parlare.SPOILER (clicca per visualizzare)Salute: 100%
Energia: 100%
Classe: Tamer, Rogue, Fighter Tecniche utilizzate: -Ismael:
Equip.- Kinjhal della Circassia
- Rara daga dalla lama in acciaio di damasco, ca.55cm: massiccia, a doppio taglio, con scanalature centrali. Il manico è decorato da intrecci floreali ottomani.
[Arma bianca]
- Intendere gli intenti
- Capacità di intuire e riconoscere le intenzioni (aggressivo, amichevole, ecc...) delle persone con cui si interagisce; naturalmente non è automatico capire il motivo di tali scopi.
[Auspex Empatia]
Hafiz:
Equip.- Talwaar
- Spada a lama lunga e ricurva, ca. 112cm, realizzata in acciaio wootz, con tagliente sul lato convesso e dorso solido; non presenta il contro-taglio caratteristico della scimitarra vera e propria. Il modello è probabilmente stato prodotto nel nord della costa di Malabar nel Regno di Mysore, come suggerito dalla lama massiccia con curvatura uniforme.
[Arma bianca]
- Progenitore di Fei-Hung
- L'Hung-gar è il sistema marziale di movimenti legati tra gli altri alla figura della tigre: lo stile dona al buon praticante agilità al di fuori del comune permettendogli movimenti apparentemente inarrivabili per un normale guerriero.
[Passiva]
Mukhtar:
Equip.- Jiujiebian
- Arma esotica di derivazione orientale, è composta da nove cilindri in acciaio, a sezione ottagonale, collegati da anelli con una lunghezza totale di ca. 140cm; all'estremità si trova un puntale che permette la veloce rotazione dell'arma ed una maggiore efficacia nei colpi di punta. Durante gli attacchi, è possibile sfruttare il moto della catena facendola girare intorno al proprio corpo, in modo da arrestarne o comunque modificarne il movimento ed effettuare attacchi imprevedibili.
[Arma bianca]
- Concentrazione a nove sezioni
- Data l'effettiva pericolosità nella pratica del Jiujiebian, il praticante deve sviluppare una specifica forma di agilità ed attenzione mentale che deve necessariamente mantenersi a ogni movimento. La pratica in quest'arte letale ha obbligato Mukhtar a gestire un continuo stato di tensione psicofisica che le dona facoltà di iniziativa.
[Passiva]
- Le scintille di Agni
- Un buon utilizzatore di Jiujiebian come Mukhtar è in grado di intimidire i propri avversari con le movenze della propria arma: sguainare la Jiujiebian con movimento rotatorio violento produrrà una scarica di scintille ed un rumore raggelante colpirà l'animo dei malcapitati, impedendo a meno di particolari doti di forza di volontà di agire.
[Tecnica di supporto, durata breve, natura mentale, portata: area, consumo: MEDIO]
- Il bacio di Rakshasa
- Mentre un altro PG/PnG esegue un azione, Mukhtar approfitta della sua furtività per uscire dal campo visivo dell'avversario ed attaccarlo dalle spalle, sfruttando la sua arma per tentare uno strangolamento
[Tecnica offensiva, durata istantanea, natura fisica, consumo: ALTO]
(scivolare alle spalle del nemico)
+
[Tecnica offensiva, durata istantanea, natura fisica, consumo: ALTO]
(strangolamento/ immobilizzazione)- Danza Letale
- Durante uno scontro, Mukhtar sfrutta le proprie doti marziali per evitare gli attacchi avversari anche attraverso evoluzioni acrobatiche.
[Difesa fisica, consumo: variabile]
. -
..
-
Il-Viaggiatore-Del-Mondo.
User deleted
Ad un prodigio seguì un altro prodigio.
Una tavola imbastita, ed il suo scomparire improvviso così come era arrivata.
Un... - disco? - una lastra di vento, a sollevarli in cielo e trasportarli come un invisibile tappeto volante, neanche stessero vivendo una leggenda persiana.
Lo sbigottimento che inizialmente li aveva lasciati a bocca aperta fece posto ad una meravigliata curiosità.
In un primo momento Ismael ponderò che, per quanto potesse saperne, skekDor poteva in effetti essere Dio: nella sua imperscrutabile volontà Egli aveva chiamato a sé l'anabattista ed i due maomettani per l'ultimo giudizio, ingannando loro l'intelletto con un'artificiosa storia su di un mondo di chissà quale altra dimensione e creandogli confusione nelle menti con concetti astratti - semipiano, maelstorm, e quanti altri ancora sarebbero loro stati riproposti.
Ma il Dio che il vecchio aveva davanti non era come se l'era immaginato. Sicuramente non quello interpretato dalla Chiesa di Roma - ma su questo Ismael non aveva dubbi. Non che avesse avuto qualche aspettativa - mai gli aveva dato una forma, un aspetto - lo immaginava più come una grande condizione dell'essere.
Un'infinita distesa di nulla, eppure pieno: come i pigmenti che nel bianco più puro racchiudono tutti i colori.
Il bianco -
una
enorme
distesa
di bianco.---------§-§---------
La carovana avanza attraverso il confine Olandese. Il compagno di viaggio lo approccia su diversi argomenti, Gerrit Boeckbinder non vuole parlare. Heinrich Gresbeck racconta della spedizione in Francia e degli incontri sulla via, delle cose che ha scoperto. «Dobbiamo farlo, Gert. Dobbiamo convincerli.»
Boekbinder è indeciso: sulla via di ritorno per Munster non sa come fare a trovare il modo di riorganizzarsi, trovare un manipolo di uomini - possibilmente un minimo addestrati a combattere - e marciare sul monastero di Überwasser, dove un gruppo di luterani si sono arroccati, spaventati dalla situazione in atto. Gresbeck sembra avere le idee chiare: ha insistito che "Gert dal pozzo" capitanasse la spedizione in olanda ed ora, è convinto che per evitare di perdere Munster, l'appoggio dei luterani sia fondamentale per evitare che le truppe cattoliche, già in marcia e provenienti da ovest - «Sono in armi, ma non attrezzati per un assedio» - invadano il loro regno.
«Non dovranno aprire le porte ai cattolici. Se loro resistono, se riusciamo a portarli dalla nostra parte, avremo il controllo della città.»
Non le aprirono. Poche perdite, e la promessa che Jan Matthys, il profeta, avrebbe sicuramente instaurato una pace duratura.---------§-§---------
Ismael si portò la mano alla testa, come se una leggera nevralgia l'avesse colpito sul momento. Mukhtar gli si fece vicino, portandogli una mano al fianco nel caso fosse necessitato il suo aiuto - che fu prontamente smentito da un cenno rassicurante del vecchio. Hafiz aveva già mosso un passo in direzione del baba, ma si rilassò nel momento in cui capì che la situazione era sotto controllo.
Tutto ciò accadde mentre lo skeksis a sua volta manifestava quel suo leggero mancamento. Nessuno dei tre umani notò pertanto il gemito del mezzo-Mistico. Probabilmente quest'ultimo avrebbe preferito così. Il riferimento che skekDor fece riferendosi a presunti effetti dovuti a stanchezza però, suggerì ad Ismael che il loro compagno di viaggio aveva avuto una difficoltà che i tre umani non avrebbero potuto probabilmente capire ma che sicuramente nulla aveva a che fare con l'affaticamento: skekDor aveva dimostrato tutt'altro, infatti, durante la strada percorsa "alla maniera tradizionale" - non c'era ostacolo che paresse dar noia al suo lento incedere.
Ismael decretò dentro di sé però che non sarebbe stato affar suo entrare in argomento, visto anche il cambio repentino di argomento proposto dal simil-rapace.
Decise allora di rispondere alla bizzarra domanda dello skeksis, raccontandogli quel che lui aveva vissuto: «A Mokha? Oh, no. Non ho mai veduto simili prodigi né a Mokha, né in nessun'altra città del mondo...», disse, probabilmente in parte suggerendo a skekDor il fraintendimento sulla natura di Mokha - non un mondo intero, quanto più una piccolissima città, povera e instabile, tra l'altro. «Ho visto... qualcosa di simile a ciò che tanti chiamano magia presso Malabar, dove ho trovato i gemelli. Ma mai nulla di così strabiliante.»
«Personalmente, ho sempre reputato questo genere di fenomeni legati a una natura divina, ma mai avevo pensato che fossero qualcosa di differente dall'allegorico...», continuò. Ma si sentì, ovviamente, in dovere di precisare: «Certo, prima del nostro incontro. Qui, invece, è qualcosa di usuale? Cosa permette una cosa del genere? Se questo è un trucco, beh, è molto più che un illusione...»
Sotto di loro, parecchi metri sotto di loro, la vista che Dio aveva permesso ai volatili si apriva agli occhi dei tre sgomenti e meravigliati umani.SPOILER (clicca per visualizzare)Salute: 100%
Energia: 100%
Classe: Tamer, Rogue, Fighter Tecniche utilizzate: -Ismael:
Equip.- Kinjhal della Circassia
- Rara daga dalla lama in acciaio di damasco, ca.55cm: massiccia, a doppio taglio, con scanalature centrali. Il manico è decorato da intrecci floreali ottomani.
[Arma bianca]
- Intendere gli intenti
- Capacità di intuire e riconoscere le intenzioni (aggressivo, amichevole, ecc...) delle persone con cui si interagisce; naturalmente non è automatico capire il motivo di tali scopi.
[Auspex Empatia]
Hafiz:
Equip.- Talwaar
- Spada a lama lunga e ricurva, ca. 112cm, realizzata in acciaio wootz, con tagliente sul lato convesso e dorso solido; non presenta il contro-taglio caratteristico della scimitarra vera e propria. Il modello è probabilmente stato prodotto nel nord della costa di Malabar nel Regno di Mysore, come suggerito dalla lama massiccia con curvatura uniforme.
[Arma bianca]
- Progenitore di Fei-Hung
- L'Hung-gar è il sistema marziale di movimenti legati tra gli altri alla figura della tigre: lo stile dona al buon praticante agilità al di fuori del comune permettendogli movimenti apparentemente inarrivabili per un normale guerriero.
[Passiva]
Mukhtar:
Equip.- Jiujiebian
- Arma esotica di derivazione orientale, è composta da nove cilindri in acciaio, a sezione ottagonale, collegati da anelli con una lunghezza totale di ca. 140cm; all'estremità si trova un puntale che permette la veloce rotazione dell'arma ed una maggiore efficacia nei colpi di punta. Durante gli attacchi, è possibile sfruttare il moto della catena facendola girare intorno al proprio corpo, in modo da arrestarne o comunque modificarne il movimento ed effettuare attacchi imprevedibili.
[Arma bianca]
- Concentrazione a nove sezioni
- Data l'effettiva pericolosità nella pratica del Jiujiebian, il praticante deve sviluppare una specifica forma di agilità ed attenzione mentale che deve necessariamente mantenersi a ogni movimento. La pratica in quest'arte letale ha obbligato Mukhtar a gestire un continuo stato di tensione psicofisica che le dona facoltà di iniziativa.
[Passiva]
- Le scintille di Agni
- Un buon utilizzatore di Jiujiebian come Mukhtar è in grado di intimidire i propri avversari con le movenze della propria arma: sguainare la Jiujiebian con movimento rotatorio violento produrrà una scarica di scintille ed un rumore raggelante colpirà l'animo dei malcapitati, impedendo a meno di particolari doti di forza di volontà di agire.
[Tecnica di supporto, durata breve, natura mentale, portata: area, consumo: MEDIO]
- Il bacio di Rakshasa
- Mentre un altro PG/PnG esegue un azione, Mukhtar approfitta della sua furtività per uscire dal campo visivo dell'avversario ed attaccarlo dalle spalle, sfruttando la sua arma per tentare uno strangolamento
[Tecnica offensiva, durata istantanea, natura fisica, consumo: ALTO]
(scivolare alle spalle del nemico)
+
[Tecnica offensiva, durata istantanea, natura fisica, consumo: ALTO]
(strangolamento/ immobilizzazione)- Danza Letale
- Durante uno scontro, Mukhtar sfrutta le proprie doti marziali per evitare gli attacchi avversari anche attraverso evoluzioni acrobatiche.
[Difesa fisica, consumo: variabile]
. -
..
-
Il-Viaggiatore-Del-Mondo.
User deleted
I giovani avevano ascoltato attenti le parole dello sahir che li stava trasportando su quel bizzarro sistema di trasporto. Sebbene non avessero ancora parlato la lingua comune, entrambi riuscivano a comprendere il significato dell'idioma parlato in Endlos. Baba Ismail rispose che no, il mezzo di trasporto non stava dando affatto problemi, anzi al contrario, era decisamente apprezzato da tutti loro e nel dire queste parole, li aveva indicati, come a comprenderli in dimostrazione della sua affermazione. I gemelli però non si fidavano della sahar, la magia - o, per meglio dire, non se ne fidavano quando questa escludeva il loro controllo: un conto erano state le cibarie di poco prima, ma cosa sarebbe successo se lo strano disco a cui affidavano il loro peso avesse smesso di adempiere la sua funzione? Forse da quell'altezza i due ce la potevano fare - tutti gli shaik insegnavano ai bambini, nei primi anni di addestramento, come attutire una caduta da grandi altezze - ma baba Ismail?
Hafiz e Mukhtar tacitamente si accordarono di non tradire le parole del vecchio, ma non erano propriamente sereni in quel contesto.
Anche Ismael aveva posto particolare attenzione alle parole di skekDor, ed il silenzio ché seguì la spiegazione dello skeksis poteva somigliare a quello di una domanda curiosa soddisfatta, ma in realtà era approvazione; la magia non apparteneva agli umani, e su questo Ismael era totalmente d'accordo. Effettivamente, ciò che i suoi occhi avevano visto in Malesia e nelle terre d'estremo oriente era stata stregoneria pagana strappata da grimori, o feticci di varia natura. Esattamente gli espedienti descritti da skekDor: amuleti e rune..., pensava.
«Quindi non è nella natura umana adoperare la magia come state facendo voi, herr skekDor?», chiese, ma senza aspettarsi veramente una riposta, essendo che il loro Virgilio era stato già sufficientemente esaustivo nella sua tesi. Consapevole dell'aver espresso nei fatti un'affermazione sotto forma di quesito Ismael si affrettò ad aggiungere senza indugio: «... ne sono convinto anche io. Tra le vostre parole, mi colpisce il riferimento alla coscienza ultraterrena del sé.
«Se c'è qualcosa di cui effettivamente facciamo fatica ad accettare è proprio quella.», confermò. «Voi credete in una natura ultraterrena anche - mi viene d'aggiungere, ora che sono venuto a conoscenza di altri esseri diversi da me, da loro - dell'animo umano, herr?», chiese allora, senza volgere immediatamente lo sguardo verso lo skeksis. Inconsciamente Ismael attese di sentire con le proprie orecchie la risposta di skekDor ed evitando di vedere, e quindi notare, espressioni mimiche facciali che su un essere come uno skeksis, avrebbero potuto essere fraintese dagli occhi dell'umano.
Il paesaggio cambiava forme e colori ed un incantevole conflitto si prospettava al gruppo, favorito dall'altezza che avevano guadagnato grazie alla magia del mezzo-Mistico: una macchia boschiva di entità considerevole si apriva volgendo lo sguardo a sinistra, dove un pallido sole illuminava le cime degli alberi. In direzione sud-est, invece, erano visibili delle catene montuose, con poca vegetazione, certo, ma dallo spettacolare scatenarsi della furia degli elementi: una tempesta, o così pareva - come se il Dio pagano degli antichi Norreni stesse sfogando su quella zona tutta la sua ira.SPOILER (clicca per visualizzare)Salute: 100%
Energia: 100%
Classe: Tamer, Rogue, Fighter Tecniche utilizzate: -Ismael:
Equip.- Kinjhal della Circassia
- Rara daga dalla lama in acciaio di damasco, ca.55cm: massiccia, a doppio taglio, con scanalature centrali. Il manico è decorato da intrecci floreali ottomani.
[Arma bianca]
- Il-Viaggiatore-Del-Mondo
- Ismael è la risultante dei "personaggi" che ha interpretato in vita: attraverso numerosi pseudonimi ed altrettante vicissitudini, il Viaggiatore-Del-Mondo ha imparato a conoscere le genti di buona parte del mondo, superando barriere culturali e linguistiche. In termini gdr, Ismael conosce in forma orale e scritta le lingue dove lui ha vissuto: tedesco, italiano, portoghese, spagnolo, turco, arabo, latino, inglese e in via elementare hindi e mandarino/ guanhua ("cinese" degli ufficiali).
[Passiva multilingue]
- Intendere gli intenti
- Capacità di intuire e riconoscere le intenzioni (aggressivo, amichevole, ecc...) delle persone con cui si interagisce; naturalmente non è automatico capire il motivo di tali scopi.
[Auspex Empatia]
Hafiz:
Equip.- Talwaar
- Spada a lama lunga e ricurva, ca. 112cm, realizzata in acciaio wootz, con tagliente sul lato convesso e dorso solido; non presenta il contro-taglio caratteristico della scimitarra vera e propria. Il modello è probabilmente stato prodotto nel nord della costa di Malabar nel Regno di Mysore, come suggerito dalla lama massiccia con curvatura uniforme.
[Arma bianca]
- Progenitore di Fei-Hung
- L'Hung-gar è il sistema marziale di movimenti legati tra gli altri alla figura della tigre: lo stile dona al buon praticante agilità al di fuori del comune permettendogli movimenti apparentemente inarrivabili per un normale guerriero.
[Passiva]
Mukhtar:
Equip.- Jiujiebian
- Arma esotica di derivazione orientale, è composta da nove cilindri in acciaio, a sezione ottagonale, collegati da anelli con una lunghezza totale di ca. 140cm; all'estremità si trova un puntale che permette la veloce rotazione dell'arma ed una maggiore efficacia nei colpi di punta. Durante gli attacchi, è possibile sfruttare il moto della catena facendola girare intorno al proprio corpo, in modo da arrestarne o comunque modificarne il movimento ed effettuare attacchi imprevedibili.
[Arma bianca]
- Concentrazione a nove sezioni
- Data l'effettiva pericolosità nella pratica del Jiujiebian, il praticante deve sviluppare una specifica forma di agilità ed attenzione mentale che deve necessariamente mantenersi a ogni movimento. La pratica in quest'arte letale ha obbligato Mukhtar a gestire un continuo stato di tensione psicofisica che le dona facoltà di iniziativa.
[Passiva]
- Le scintille di Agni
- Un buon utilizzatore di Jiujiebian come Mukhtar è in grado di intimidire i propri avversari con le movenze della propria arma: sguainare la Jiujiebian con movimento rotatorio violento produrrà una scarica di scintille ed un rumore raggelante colpirà l'animo dei malcapitati, impedendo a meno di particolari doti di forza di volontà di agire.
[Tecnica di supporto, durata breve, natura mentale, portata: area, consumo: MEDIO]
. -
..
-
Il-Viaggiatore-Del-Mondo.
User deleted
Ismael ragionò sulle parole di skekDor, arrivando alla probabile conclusione che non si erano capiti: con la sua domanda il vecchio desiderava conoscere il punto di vista del mezzo-Mistico riguardo la dimensione dell'oltre corpo, e dopo un piccolo preambolo in effetti gliel'aveva confermata, parlando di anima e spirito. Non si trovava però in accordo sulle forze invisibili che muovono il corpo - questo no. A meno che non si riferisse a volontà, desideri, paure e tutto quel genere di moti interni - che Ismael considerava umani, molto umani.
La magia invece, quello strabiliante artificio, era o non era collegata quindi alla coscienza ultraterrena del sé? Se agli uomini era preclusa doveva quindi mancare o istinto o tale coscienza, come aveva accennato l'accompagnatore. Ma se gli umani, oltre che alla magia, fossero stati estranei anche a quella dimensione, come cercava di capire Ismael da skekDor, allora c'era poco da divenir coscienti: non era cosa per uomini, punto.
Insomma, dal punto di vista di un abitante di questo strano mondo di Endlos, gli uomini erano solo carne e sangue? Forse; la risposta data sembrava essere No.
Mentre meditava che probabilmente queste sarebbero state le parole che meglio avrebbero espresso a skekDor i suoi dubbi, sentì lo skeksis avanzare la richiesta sul dove fermarsi.
Avevano parlato durante quel bizzarro viaggio delle possibili mete: Innerlyn o Palanthas.
Il confine segnato dalla regia dogana, presso il portone occidentale di Istvàn oppure la grande biblioteca nel cuore della metropoli?
Sebbene brieffato dal piacevole incontro con il mezzo-Mistico, Ismael capiva bene che vi era ancora molto da scoprire di quel posto, e probabilmente dirigersi verso un luogo dove la conoscenza la faceva da padrona avrebbe giovato al suo gruppo.
«Palanthas sia, dunque.»Istvàn, La Cittadella della Luce
Presidio Orientale, Endlos.All'arrivo, le sensazioni percepite dal trio di umani erano quantomeno contrastanti: l'architettura particolareggiata ricordava ad Ismael qualcuna di quelle che aveva trovato nei suoi viaggi intorno al mondo, eppure in Istvàn era qualcosa di speciale, unica. Il genio della mescolanza di culture che risiedevano in quella valle incantata l'aveva sicuramente plasmata perché divenisse quel che gli occhi dei mokhani potevano godere in quel momento.
In più aleggiava nell'aria il canto di cui gli aveva accennato skekDor. Ecco toccato con mano quel poetico appellativo di Valle del Canto del Vento.
Magnifico., pensò il vecchio. E si volse verso il mezzo-Mistico, pronto a ringraziarlo per quanto si fosse speso affinché questi vagabondi smarriti fossero messi in salvo.SPOILER (clicca per visualizzare)Salute: 100%
Energia: 100%
Classe: Tamer, Rogue, Fighter Tecniche utilizzate: -Ismael:
Equip.- Kinjhal della Circassia
- Rara daga dalla lama in acciaio di damasco, ca.55cm: massiccia, a doppio taglio, con scanalature centrali. Il manico è decorato da intrecci floreali ottomani.
[Arma bianca]
- Il-Viaggiatore-Del-Mondo
- Ismael è la risultante dei "personaggi" che ha interpretato in vita: attraverso numerosi pseudonimi ed altrettante vicissitudini, il Viaggiatore-Del-Mondo ha imparato a conoscere le genti di buona parte del mondo, superando barriere culturali e linguistiche. In termini gdr, Ismael conosce in forma orale e scritta le lingue dove lui ha vissuto: tedesco, italiano, portoghese, spagnolo, turco, arabo, latino, inglese e in via elementare hindi e mandarino/ guanhua ("cinese" degli ufficiali).
[Passiva multilingue]
- Intendere gli intenti
- Capacità di intuire e riconoscere le intenzioni (aggressivo, amichevole, ecc...) delle persone con cui si interagisce; naturalmente non è automatico capire il motivo di tali scopi.
[Auspex Empatia]
Hafiz:
Equip.- Talwaar
- Spada a lama lunga e ricurva, ca. 112cm, realizzata in acciaio wootz, con tagliente sul lato convesso e dorso solido; non presenta il contro-taglio caratteristico della scimitarra vera e propria. Il modello è probabilmente stato prodotto nel nord della costa di Malabar nel Regno di Mysore, come suggerito dalla lama massiccia con curvatura uniforme.
[Arma bianca]
- Progenitore di Fei-Hung
- L'Hung-gar è il sistema marziale di movimenti legati tra gli altri alla figura della tigre: lo stile dona al buon praticante agilità al di fuori del comune permettendogli movimenti apparentemente inarrivabili per un normale guerriero.
[Passiva]
Mukhtar:
Equip.- Jiujiebian
- Arma esotica di derivazione orientale, è composta da nove cilindri in acciaio, a sezione ottagonale, collegati da anelli con una lunghezza totale di ca. 140cm; all'estremità si trova un puntale che permette la veloce rotazione dell'arma ed una maggiore efficacia nei colpi di punta. Durante gli attacchi, è possibile sfruttare il moto della catena facendola girare intorno al proprio corpo, in modo da arrestarne o comunque modificarne il movimento ed effettuare attacchi imprevedibili.
[Arma bianca]
- Concentrazione a nove sezioni
- Data l'effettiva pericolosità nella pratica del Jiujiebian, il praticante deve sviluppare una specifica forma di agilità ed attenzione mentale che deve necessariamente mantenersi a ogni movimento. La pratica in quest'arte letale ha obbligato Mukhtar a gestire un continuo stato di tensione psicofisica che le dona facoltà di iniziativa.
[Passiva]
- Le scintille di Agni
- Un buon utilizzatore di Jiujiebian come Mukhtar è in grado di intimidire i propri avversari con le movenze della propria arma: sguainare la Jiujiebian con movimento rotatorio violento produrrà una scarica di scintille ed un rumore raggelante colpirà l'animo dei malcapitati, impedendo a meno di particolari doti di forza di volontà di agire.
[Tecnica di supporto, durata breve, natura mentale, portata: area, consumo: MEDIO]
Edited by Il-Viaggiatore-Del-Mondo - 31/1/2018, 01:04.