Let the Record Show

Atto IV ~ Center Stage
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    Viaggiatore dei Mondi

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    L'eco di un sospiro meditabondo si spande con delicatezza nella quiete che riempie l'eterna notte che l'attornia, echeggiando nel silenzio assordante di imperscrutabili profondità siderali, e mentre sosta immobile in quel solitario giardino di luci e ombre -angolo d'irreale, che ostinato rifugge la tirannia del Tempo-, il riflesso distante di quel mondo distorto si contrae di nuovo, rischiarandosi di bagliori inattesi e nuovi colori... che si intrecciano, scindono e rimescolano sotto l'insondabile esame del suo sguardo, in un fenomeno dalla bellezza rara e suggestiva quanto un'aurora boreale.

    Sembrerebbe proprio uno spettacolo meraviglioso, eppure... contemplare il coraggio di quegli astri, che ancora caparbiamente resistono all'oscurità che si dipana tra stella e stella, non dona serenità al suo cuore, perché ciò che vede non fa altro che moltiplicare le sue preoccupazioni e i suoi dubbi. Perché anche se molte cose sono mutate, l'insidia che incombe su tutti loro non scompare, né perde vigore: il flusso di molti destini ha già deviato il suo corso originario, dirigendosi verso mete ben diverse dai fiumi in cui avrebbero dovuto confluire, dagli oceani in cui sarebbero dovuti svanire -fino a perdere sé stessi-, o dalle valli in cui avrebbero finito per estinguersi, eppure...

    Se tanti di quegli affluenti esistono ancora, se le cose stanno cambiando forse persino in meglio... perché la funerea tenebra dei Collapsar non si arresta? Ancora una volta, occhi mistici percorrono con dita da filatore l'Orizzonte degli Eventi, scandagliandone il ventaglio di possibilità in cerca di un'azione risolutiva nelle infinite combinazioni che sia utile a nullificare o almeno sospendere i piani del nemico, ma le fazioni su quella scacchiera sono troppe e troppo numerose, i loro obiettivi dissimulati, e le loro strategie tutt'altro che semplici da leggere. E Lei comincia ad essere a corto di pedine agenti.

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    « . . . »

    Il finale di quell'efferato prologo ormai incombe, e l'instabilità ne avvolge l'esito: le resta ancora qualche carta da giocare, ma sarà un Azzardo; dovrà prendere una decisione, ma nessuna opzione è facile o sicura.

    Cosa succederà se interverrà? Che accadrebbe se non dovesse farlo?
    Qual'è la scelta giusta da compiere? Qual'è il male minore?
    L'unica certezza rimarrà la colpa sulle sue mani, ma ormai non ha più importanza.


    { Center Stage }
    Drusilia | Yoko | Arthur | Uriel | Mugen | Firion | Eva | Ted

    Quando la presenza di Dio è meno visibile, essa è più necessaria”: questa -che può apparire una qualche professione di fede-, non è che una quanto mai ovvia regola di natura... perché dove i segni del male sono più crudeli e spudorati, gli afflitti sentono con più impellenza il bisogno di un potere superiore ed assoluto, che ristabilisca l'equità.

    ...ma su Endlos non ci sono dèi (forse è proprio questo ad attirare tante calamità sui suoi abitanti!), così non avete che voi stessi a mantenevi saldi in quest'ora buia: con ardimentosa dignità sfidate la soverchiante prepotenza degli invasori, con tenacia vi opponete allo sconforto che potrebbe ghermire i vostri cuori, e con forza vi aggrappate alla speranza che le vostre azioni possano ancora fare la differenza... perché su Endlos, la Volontà è una forza reale quanto la gravità (e ben più potente, dicono), e gli Eroi che del Semipiano incarnano l'indomito spirito, semplicemente rifiutano di riconoscere la sconfitta.

    Non lo fanno Yoko e Drusilia, che pur in quell'inferno danno potere all'Amore,
    e non si arrendono Eva, Ted, Firion, Uriel, Mugen o Arthur, ancora pronti a combattere.
    E fintanto che il vostro coraggio vi sostiene, i miracoli possono accadere...

    La furia dei mostri del Circo si addensa su di voi in una promessa di dolore, ma nessuno è disposto a rassegnarsi senza opporre la più strenua e fiera resistenza, pur nella forma meno violenta (e più lungimirante) adottata dall'Alchimista del Sangue, che si impegna a ritardare l'apertura della Pandorica, sacrificando l'ultima dose di Elisir curativo in suo possesso per l'odiata Aisiling: l'ultima chiave rimasta a sigillo della catastrofe – la sola labile barriera tra la salvezza del suo mondo e la condanna.

    Con un grido di rabbia, il Semidio di Palanthas trasfigura il nero e imperscrutabile soffitto del tendone in una sconfinata volta stellata, e mentre i corpi celesti che ne scaturiscono precipitano dall'empireo per abbattersi sui Segugi di Ozma e sventarne la minaccia, il Campione di Pugilato direziona contro i famigli striscianti di Azshara ben dieci saette uscite dal suo petto villoso grande cuore: crepitanti dardi incandescenti si abbattono implacabili sui bersagli, fulminandoli sul colpo; purtroppo, altrettanti aspidi l'hanno scampata, ma... il Nephilim è pronto a sopperire alla mancanza, e lanci rapidi e precisi di bulini, pennelli e punteruoli, inchiodano le restanti creature al pavimento, scaricando nei loro corpicini squamosi tutta l'energia psionica di cui l'Artista li ha impregnati. Coreografia povera, ma efficace.

    « Madeletti bassstardi! Asssasssini Ssschifosssi! »

    Se la disfatta dei suoi servitori animali non genera che un lieve broncio di seccatura sul bel faccino dell'arrogante Domatrice, dovuto alla delusione di aver posseduto schiavi tanto inetti, la reazione della Strega-Serpente -dai lineamenti contratti dall'indignazione e dal dolore- racconta una storia diversa, ma... non una che vi interessi, in ogni caso. Perché è il momento di una nuova Signora delle Bestie di fare la sua mossa – questa volta, a favore del Semipiano.

    Nel breve scarto di tempo che separa l'addensarsi delle forze nemiche dal loro scatenarsi sulle vostre teste, Eva accosta il flauto alle labbra, e la formula di congiurazione insita nella melodia richiama immediatamente al suo fianco una coppia di draghi: un'agile draghessa azzurra, che -in risposta al comando dell'Aviatrice- si impadronisce della pietra cavata dall'occhio di Ted per passarla all'altro, e un colosso dalle squame rosse, che -ricevuta la consegna- spicca un balzo per allontanarsi dal suolo... e avvicinarsi agli avversari, schierati attorno al palco.

    Mentre l'offensiva dei Circensi precipita loro incontro, il tempo pare rallentare il suo corso, e le due evocazioni si librano in volo: ogni battito d'ali le porta sempre più in alto, sempre più vicine alla palpitante massa esplosiva, e il balenìo dei riflettori sulle loro scaglie colorate diventa per voi un invito ad agire; così, supportati dalle spore divoramagia di Yoko, Firion e Mugen raccolgono con prontezza la chiamata alle armi, impugnando le proprie -una rivestita da un'aureola di luce, l'altra circondata da un alone di tenebra- e sferrando un fendente spezza incantesimi.

    jpgLo sforzo congiunto dei tre fende la ribollente nube distruttiva, creando un corridoio che Castigo e Tempestosa possano percorrere in sicurezza per attraversarne indenni la furia, ma se pur la manovra è coronata dal successo, l'assalto avversario non è qualcosa di arginabile nelle vostre condizioni attuali; così, solo parzialmente mitigata da quel focolaio di resistenza, la violenza dei carnefici si abbatte su di voi in una pioggia di fuoco e di morte: vi ritrovate investiti da un'esplosione senza precedenti, e in un attimo le vostre protezioni vanno in frantumi, i corpi si piegano sotto le percosse di tanta furia, la pelle si copre di bruciature e ustioni alla carezza rovente delle fiamme ruggenti, e il sangue imbratta i vostri vestimenti quando gli aghi affilati vi straziano le carni esposte...

    ...e non importa che abbiate attraversato il martirio spalmati riversi senza forze sul pavimento del Cenetr Stage, crollando esausti sulle ginocchia gravate dal vostro stesso peso, o costringendovi a rimanere in piedi per pura cocciutaggine: perché siete sopravvissuti. Siete ancora vivi e pronti a dare battaglia. E il momento della riscossa è giunto.

    Il segnale che da inizio alla controffensiva è un latrato che risale la gola dell'Aviatrice, a cui fa eco l'ubbidiente risposta delle sue creature: subito, l'alito rovente del drago cremisi e i micidiali aculei della draghessa blu convergono su ciò che resta del Lanciatore di Coltelli, ma è solo quando anche il fulmine di Tedgasus raggiunge lo stesso bersaglio che la prima crepa compare sulla superficie della Gemma, colmandosi di un vivido biancore incandescente e rendendo così manifesto il tacito piano con cui gli Endlossiani si preparano al contrattacco.

    Dopotutto, molti di voi sono stati testimoni diretti della portata distruttiva di cui è capace quel sasso se opportunamente sollecitato, perciò... perché non sfruttarlo a vostro vantaggio, tramutandolo in un'arma per difendere le vostre vite – o almeno vender cara la pelle?

    Rinvigorito da quell'ennesimo atto di ribellione a un destino offuscato dalla disperazione, anche il Cavaliere delle Rose torna ad ergersi in piedi: alza la voce in un grido che incarna il pensiero dei suoi compagni e di chissà quante altre vittime rimaste mute, leva il braccio verso l'obiettivo, e la corda dell'arco che gli è apparso tra le mani si tende per incoccare tutte le armi di cui è in possesso.

    « Sparite... dal nostro mondo! »

    Avvitandosi su sé stesso -in un fiero vortice di luce dorata-, il colpo del Maestro d'Armi viaggia dritto e sicuro fino alla pietra-anima: ad esso si uniscono i terribili germogli della Foresta del Pianto della scaltra Kitsune del Makai, e le solide lame di colore a tempera scagliate dal Nephilim, e... man mano che gli attacchi si susseguono, una ragnatela di profonde crepe scava la superficie sfaccettata del cristallo cremisi con uno scricchiolio funereo: vene di un bianco ardente, pulsanti di una furia a cui serve solo una piccola spinta per giungere al punto di non ritorno.

    -Quando sarà tutto finito, si nasconda questa stolta nella prigione più remota ed isolata,
    e si getti la chiave così che non ci danneggi mai più-


    Coperto di ustioni e ferite per averle fatto scudo col proprio corpo, ormai quasi del tutto consumato dall'estremo tentativo di preservar l'esiguo alito di vita che ancora alberga nelle spoglie maciullate dell'odiata Succube, l'Alchimista del Sangue è l'ultimo a farsi avanti: egli non è un guerriero, eppure è pronto a fare la sua parte... anche se -e lui lo sa, lo sente- gli costerà la Morte Ultima.

    Anche se si tratta di intercedere -per crudele ironia della sorte- proprio a favore della creatura che più di qualunque altra ha cospirato ai danni di quanto il Vampiro ha mai avuto di più caro...

    Anche se per farlo deve affidare quelle ultime volontà a pochi volti amici, e allo stesso uomo con cui è dovuto solo poco prima entrare in contrasto per strappare Aisiling alla stretta di una morte feroce; potrebbe sembrare una scelta obbligata, dettata dalla disperazione e dalla mancanza di altre opzioni, ma...è solo la più estrema dimostrazione di fiducia di un uomo di valore che ne riconosce un altro, arrivando persino al punto di affidare alle sue cure ciò che più gli rimane di prezioso al mondo.

    -E tu, Magister... riporta a casa mia figlia sana e salva.

    Infine, lame scarlatte prendono forma e consistenza dal sangue della Traditrice, e mentre il loro filo spietato fende l'aria che le separa dall'essenza cristallizzata di Steel con un sibilo minaccioso -ultima scintilla che innescherà la bomba-, la non-vita della Corona di Khymeia volge al suo triste epilogo, e di Arthur Friederick Giles non rimane che un denso soffio di cenere. E il ricordo del suo sacrificio nel cuore dei compagni.

    « Oh no... nononono! Questo non doveva succedere! »

    Visibilmente sconvolto dall'infausta piega degli eventi, il Violinista strepita a mezza bocca qualche frase smozzicata e sgomenta, e -appeso sul vuoto che sovrasta il palcoscenico- si muove lungo il lato esterno della grata di cristallo per cercare di pararsi davanti alla Dama del Vento, e celare ai suoi occhi verdi l'atroce e penoso spettacolo che è per lei vedere la propria figura genitoriale andare -letteralmente- in fumo.

    « Mi dispiace... mi dispiace! Ti prego: non guardare! »

    Divorato dal senso di colpa, che lo consuma per la consapevolezza di aver trascinato la sua adorata Drusilia in quella situazione orribile (Maledetto lui, che voleva organizzarle un appuntamento lontano da Laputa! E maledetto anche quel prete col caschetto che gli aveva suggerito il Luna-Park a Kisnoth!), il Gufo vorrebbe risparmiarle a tutti i costi quella vista; per riuscirvi, fa per tendere la destra oltre le sbarre ialine e sfiorarle il viso eburneo in una carezza...

    Ma con un crepitio nero e feroce, che gli risale il braccio fino all'altezza del gomito -spezzandogli il fiato e rendendogli pericolosamente tremante la presa-, la Gabbia lo respinge, costringendolo a serrare la mascella e facendosi scricchiolare i denti per rinserrare nel segreto del palato tutte le imprecazioni che gli danzano sulla lingua, senza possibilità di sfogo.

    Perché le cose devono sempre degenerare tanto in fretta? É finalmente riuscito a ritrovarla... ha a malapena potuto restituire alle sue iridi di smeraldo un effimero barlume di speranza, e donare alle sue belle labbra l'impressione di un sorriso fugace, che già un nuovo dolore dardeggia i suoi fulmini contro di lei... Non le ha ancora neppure chiesto perdono per quel che è stato, già trema all'eco di ciò che dovrà dirle su quel che sarà, e per quante parole si accumulano nella sua mente incrinata, non una trova l'uscita da quel labirinto.

    Intanto -sopra le teste dei due Arcani-, la Gemma del Lanciatore di Coltelli raggiunge il punto di rottura, spaccandosi con una nota sorda, e il potere in essa contenuto si diffonde in una nube tossica dall'intenso color cremisi; tuttavia, la cosa non è giunta affatto inaspettata alla schiera nemica, dal momento che -una volta compresa la comune traiettoria dei vostri primi attacchi- è facile capire quale sia il fulcro della vostra strategia.

    Pur chiedendosi senza sorpresa -ma con molto disappunto e fastidio- perché non sappiate civilmente rassegnarvi alla vostra più naturale sorte (ovvero una placida dipartita come topi in trappola), il Clow Bianco sembra più interessato a seguire con occhi rapaci i movimenti di un particolare Endlossiano in campo, piuttosto che a preoccuparsi dell'abnorme massa di energia ad alta densità che sta per esplodergli sotto al cu- sul naso.

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    « Aloysium, intervieni immediatamente! C'è bisogno di te! »

    Mai smettendo di trafiggere con sguardo truce colui che ha impunemente intascato l'altra pietra in ostaggio, il Mimo richiama all'azione il suo più affidabile ancora per poco sottoposto, prima di stendere la destra all'esterno, compattarne rigidamente le dita, e... trapassarsi la tempia con la mano guantata, frugandosi ben bene le cervella, come alla ricerca di qualcosa.

    « Proteggi le tribune: dispella questa bordata. »
    sbraita Aren, smettendo di scavarsi il cranio e stringendo qualcosa nel pugno
    « Dispella tutto »

    « La massa energetica è troppo vicina e troppo concentrata per riuscirci, Capo. »
    puntualizza l'interpellato con aria compassata, poco entusiasta di quella richiesta
    « Posso tentare qualcosa per contenere i danni ma ho bisogno di... »

    Senza mostrare di aver minimamente udito la replica del Mago -o semplicemente ignorandola- la Maschera si lancia dal suo piedistallo, gettandosi proprio nell'occhio del ciclone...

    « ...un po' di aiuto. »

    ...lasciando alle sue spalle un oltremodo sconfortato Prestigiatore, che si concede di concludere la propria frase, prima di passare in rassegna i volti degli altri suoi colleghi.

    « Non guardare me: la difesa non è il mio forte! »
    la Domatrice incrocia le braccia al petto e volge il volto altrove, insofferente

    « Spiacente, bello: posso proteggere solo me stessa. »
    alza le spalle la Medusa, avvolgendosi in un'armatura di capelli rosa

    « Quesssta sssì che è una bella pensssata: non ti facevo cosssì sssveglia...! »
    si meraviglia la Strega-Serpente, apprezzando l'ingegnosa mossa dell'altra

    Nel proseguire la conta dei presenti, gli occhi di Aloysium raggiungono anche il Mangiafuoco, e lo sorprendono tutto intento a vezzeggiare il grottesco cagnetto che culla tra le braccia, entrambi beatamente ignari di quel che gli accade intorno; così, mentre un sospiro esasperato evade le labbra del Mago -rendendolo sempre più convinto che ai suoi colleghi sfugga il fatto che lui si occupa di Magia e non di miracoli-, il pensiero felice che quella sarà l'ultima volta in cui è costretto ad avere a che fare con loro gli dà la forza di andare avanti.

    Sotto la luce abbagliante dei riflettori, e lo sguardo dell'informe platea che vi attornia -tutta desiderosa d'intrattenimento-, il rapido susseguirsi di tre esplosioni genera una suggestiva e apocalittica coreografia: un'esibizione di rara violenza, che entusiasma la sala... e che nessuno dimenticherà tanto presto.

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    A dare il via alla sequenza con la prima esplosione è naturalmente il collasso della pietra-anima di Steel, che rilascia in una sfera scarlatta tutto il rancoroso impeto dell'ossessione di cui è gravida, investendo nello spettro evanescente della sua carezza rovente anche la Gabbia che imprigiona Drusilia; si potrebbe a questo punto temere per la sorte dell'Alfiere, ma nonostante la foga e la collera con cui la deflagrazione si spande, non un'oncia di quella forza è in grado di valicare il disegno elegante -fragile solo in apparenza- della prigione di cristallo, lasciando la Galanodel indenne e nemmeno un po' accaldata.

    « Oh, cavolocavolocavolo! »

    ...a differenza del Gufo, che si affanna invece ad arrampicarsi lungo le sbarre ialine per spostarsi dal punto in cui sta appeso, mettendo l'intera voliera tra sé e il pericolo – e facendosene scudo.

    In questo frangente, il Clown Bianco -lanciatosi in quel putiferio senza esitazione- diviene punto di origine della seconda esplosione, in un gesto che il pubblico a fine spettacolo non esiterà a definire 'eroico': la nuova detonazione si sprigiona a ridosso dello spazio già occupato dalla prima, dispiegando su quel fondale vermiglio una suggestiva aureola dalla sfumatura chiarissima -bianca o forse rosa)- coronata da un alone nero che la rende simile a un fiore sbocciato dal sangue... una performance di grande impatto e bellezza, che non lascia deluso lo spettatore. E che non è ovviamente sufficiente ad eguagliare la potenza di un'anima che si estingue con rabbia.

    Il gesto del Mimo ha tuttavia il pregio di rallentare l'incalzare della bomba, facendo guadagnare al Mago tempo utile per plasmare una barriera in semicerchio alle sue spalle, quel tanto che basta a offrire riparo alla fetta di anfiteatro che ospita le Tribune d'onore; la vampata spazza via i Circensi, schiantando duramente sullo schermo difensivo i grumi catramosi a cui la pressione di quella massa di potere grezzo riduce i loro corpi... almeno finché -in un letteralissimo 'ritorno di fiamma'- l'onda che li ha investiti, rimbalza sul confine imposto dall'Incantatore, scagliandoli via.

    A completare il piano del Prestigiatore, un vento innaturale prende a soffiare nell'anello dell'arena, catturando l'energia restante in un moto a spirale che -lungi dal soffocarla- riesce solo a imbrigliarla e darle sfogo verso l'alto, deviandola in direzione dell'imperscrutabile volta del Tendone: vedere quel vortice striato di colori innalzarsi -un intreccio di nastri rossi, bianchi e viola- fino a svanire allo sguardo, sembra un numero da gran finale; quando poi le profondità del soffitto restituiscono al pubblico un boato fragoroso e un denso sbuffo di fumo -come un fungo atomico capovolto-, si potrebbe dire che l'esibizione possa dirsi conclusa, ma...

    ...lo Spettacolo non è ancora finito: si era parlato di tre deflagrazioni, dopotutto, e ciò vuol dire che ne manca ancora una all'appello, e con vostra sgraditissima sorpresa, con un leggero ritardo rispetto alla coreografia nemica, la terza esplosione si origina proprio in mezzo al vostro gruppo; per dovere di precisione -e col minimo preavviso ricavabile dalle Percezioni Magiche- dalla tasca interna dell'armatura dell'Aviatore Firion... e quali possibilità di sopravvivenza più lasciare quella bomba così vicina e così improvvisa al già esausto Cavaliere delle Rose?

    jpg« ...dannazione: no! Non può andare avanti così! »
    strepita Owl, agitandosi a fronte di quel nuovo tragico avvenimento
    « Non va bene! Non va bene! »

    Mentre la polvere e i detriti dello scoppio ancora si alzano in asimmetrici arabeschi sotto di loro, il Violinista si fa d'un tratto immobile, serra tra loro le labbra già pallide, e per un lungo momento tace, rivolgendo una lunga occhiata alla Dama del Vento, contemplandone la perfezione del viso per imprimerlo nelle sue memorie, in una maniera che -se lo augura- trascenderà i limiti della sua mente.

    Ci sono un po' di cose che deve spiegarle e molte altre che vorrebbe semplicemente dirle, e anche se le lenti scure dei suoi occhiali da sole impediranno a Lei di leggere i tormenti che in quel momento aleggiano nelle iridi ialine e maledette del Gufo -specchi su un'anima in disfacimento-, nessun ostacolo impedisce al Matto di trovare nello sguardo dell'Amore tutto il coraggio che gli occorre: quello di una verde speranza.

    « Drusilia, io... »
    esordisce, esitando, prima di scuotere il capo, come cambiando idea
    « Ti porterò fuori di qui: fosse l'ultima cosa che faccio. »

    E senza aggiungere altro, l'albino molla la presa sulle sbarre, abbandonandosi ad una elegante e rapida caduta, che molto rassomiglia alla picchiata del rapace di cui porta il nome: celato dal polverone, fende l'aria in silenzio; raggiunto il suolo senza fare rumore, raccoglie quel che gli occorre e scivola come un'ombra verso il suo ignaro obiettivo.

    E nel vedersi comparire davanti il volto familiare del Musicista albino, il Demone-Volpe non ha nemmeno il tempo di meravigliarsi, prima di sentire un lampo di dolore pungergli il cuore, e una liquida e calda sensazione spanderglisi per il petto.

    « Scusami, Yoko... Mi dispiace... »
    mormora Owl, reggendo con mani tremanti il pugnale di Steel
    « ...ma devo assolutamente farla uscire. »


    { Corridoio delle Tribune }
    Jester | Bid'daum | Zimmer

    Chi molto confida nella razionalità è spesso portato a considerare le emozioni come la sua negazione: niente più che un orpello con cui arricchire la quotidianità, per alcuni; ingestibile fonte di fraintendimenti e fattore di imprevedibilità, per altri. Talvolta, persino un'incognita spaventosa: un pericolosissimo bug, in grado di distruggere i più solidi e logici protocolli che regolano i meccanismi di causa ed effetto.

    Per lui, che poco ne capisce e raramente ne prova, i sentimenti rappresentano invece un campo di studio tanto affascinante quanto complesso: sempre vi si approccia con l'interesse dell'accademico e la curiosità dei bambini, mai smette di sorprendersi delle infinite variabili difficili da calcolare, e la sua connaturata propensione a cercare di carpire il funzionamento delle cose lo porta a scrutare con molta attenzione quanto gli sta davanti anche questa stavolta.

    Così, osservando la reazione di chi accompagna la Dama Azzurra -priva di sensi tra le sue braccia-, il corno dorato è percorso da una dubbiosa scintilla nel vederli tanto statici, pur essendo stati avvertiti della minaccia... un gesto a cui trova due possibili causali: la prima è che i soggetti confidano nelle loro capacità abbastanza da non temere ulteriori agguati; l'altra, che forse non hanno compreso quel che ha detto loro.

    "Buono acciaio. Io rivende, se noi sopravvive."

    Pur tenendo pronto il detonatore e fissando guardingo il corridoio, il Boggart sembra più interessato a raccattare pugnali e mannaie del Clown lancia-coltelli per lucrarci dal ferrivecchi, piuttosto che ad interagire col nuovo arrivato, e mentre la Selvatica termina la propria passeggiata su pareti e soffitto per tornare coi piedi per terra, il Khutiano espande le sue percezioni soprannaturali per scandagliare la zona, alla ricerca delle presenze ostili.

    E i sensi sciamanici di Bid'daum rilevano effettivamente qualcosa: la prima aura viene individuata senza difficoltà, in quanto coincide proprio col pagliaccio Lanciatore di coltelli, che -investito dalla bomba di Zimmer e rimasto ferito alla schiena- sta evidentemente fingendo di essere morto o privo di conoscenza, forse per sferrare un attacco a tradimento, forse per tagliare la corda appena vi sarete allontanati; in ogni caso, di lui non c'è troppo da preoccuparsi: è ancora circondato dai pezzi d'ordigno del Molliccio, e il suo destino è segnato se decide di muovere un muscolo al momento sbagliato. O se il Gerarca spifferi la verità al suo collega.

    ...la faccenda si complica se parliamo dell'altra entità: il Castigo la sente a malapena, intermittente, segno che essa possiede qualche capacità di occultamento; attualmente è impegnata a muoversi da qualche parte sul soffitto, sopra le loro teste, ma non riesce a scorgerla in maniera nitida con solo qualche sguardo furtivo, dato distrattamente per non far capire al bersaglio che è consapevole della sua esistenza. Così, può rimanere coi sensi in allerta, in attesa che il nemico si tradisca... o provare ad escogitare qualche malevolo tiro mancino per occuparsene.

    Intanto, avvicendando un momento di euforia ad un primo accesso di collera, la fanciulla dalla lunga treccia castana raccoglie dal pavimento la testa mozzata di un pagliaccio e comincia a giocherellarci, avvicinandosi al Demone delle Tempeste per controllare le condizioni della Castellana, che versa in stato di incoscienza.

    “Possiamo dire che è così // Cercavo una bimba-neko sì!”
    risponde il Giullare, avvicinandosi a controllare le condizioni di Kalia
    “Mi dice che ho il suo odore // Poi la perdo ed è un dolore.
    Credo anch’ella fosse di Luna // Ma non ho prova alcuna.”


    Reclinando da una parte il testone coronato dai crespi capelli blu, Brifos si sofferma a decodificare il linguaggio della Strega della Luna per analizzarne le informazioni, e una nuova scintilla risale il corno aureo: passando in rassegna le nozioni in suo possesso, c'è una sola creatura che corrisponde a quella scarna descrizione.

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    « Doveva essere la Chimera Bianca di Joffensen*: è uno dei suo famigli. »

    E se uno dei Famigli della Luna è presente sul posto del disastro, la padrona starà probabilmente tenendo d'occhio la situazione: ma da dove? In che ruolo? E con quali intenzioni? Non c'è dubbio che il suo proposito sia quello di aiutare, ma data la condizione in cui versa, e i vincoli che essa comporta...

    “Se dov’è Kora sai // Be’, dirmelo vorrai!”
    l'urgenza nella voce della Selvatica interrompe l'elucubrare del Gigante
    “Troverò il mio Tarocco di corte // E vedrò quanto può esser forte”

    Visibilmente su di giri, Jester calcia la testa mozzata contro il corpo impalato e decapitato a cui apparteneva, facendola rimbalzare prima sulla salma e poi a un soffio dal cranio dell'Eversore in armatura -rimasto in ascolto con aria meditabonda-, in un gesto casuale e chissà fino a che punto involontario; ridestato dai suoi pensieri, il Khutiano scocca un'occhiataccia truce alla ragazzina, ma ella è tutta occupata a fremere di una struggente e ambivalente impazienza, di cui le iridi d'ardesia del Raitei non sanno comprendere la radice.

    “Ops… ha perso la testa // Ma continua la festa!”
    si scusa con Bid'daum, prima di rivolgere a Brifos un sorriso angelico
    “Devo ucciderla e chiacchierarci // Ma non in questo ordine
    Ho le idee un po’ in disordine // Meglio trovarla e poi pensarci”


    « Non mi è dato conoscere la posizione o gli intenti della Luna. »
    riferisce Brifos, imperturbabile, con tono quieto ed espressione pacata
    « Si è scoperto di recente che la maledizione di un demone le impedisce di comunicare.
    Presumibilmente, è la causa per cui si è negata al mondo. »


    Approfittando dell'intervallo di silenzio che si distende sugli astanti, lo Sciamano Nero s'inserisce nella conversazione, materializzando una carta ed esibendone l'emblema alla Corona Indaco per richiamarne l'attenzione: l'effige è quella del quarto Arcano dei Tarocchi, ovvero l'Imperatore... la stessa carta che egli ha ricevuto all'indomani dello scontro contro i Titani dell'Arena Nera, per mano di uno dei misteriosi figuri che hanno agevolato l'ascesa al potere degli Eversori.

    « Se vuoi il nostro aiuto dovrai darci la tua parola di Ufficiale: giura che una volta fuori di qui ci dirai tutta la verità su Isaac, Gain, Faust e ciò che vi lega a loro. »

    Dopo aver rivolto al collega un cenno di assenso e approvazione, il Boggart torna a monitorare il corridoio borbottando un "Io li odia, i pagliacci."; l'Amal, invece, fissa le iridi grigie sul Castigo per un lungo istante, prima di reclinare il testone cornuto da un lato e lasciare che una flebile incerta scintilla gli percorra il corno d'oro.

    « Ho tre annotazioni da fare. »
    annuncia con voce incolore, come uno scolaro che alza la mano in classe
    « La prima è che ho probabilmente confuso i protocolli linguistici: vi chiedo scusa.
    L'enunciato di prima era un'esortazione, non una richiesta. »

    con calma, rivolge lo sguardo a Bid'daum, Zimmer, Jester e 23 Skaro
    « Potete rimanere qui, se preferite. »

    Strana cosa, le emozioni umane: la loro presenza (o assenza, in questo caso) ha il potere di cambiare facilmente la nostra prospettiva sulle più disparate situazioni... e parole che potrebbero suonare sarcastiche o provocatorie con appena un briciolo di passione in più, risultano quasi svuotate di senso quando a pronunciarle è uno spilungone dall'aria un po' tarda e infantile, che -l'Intuito del Bugiardo di Zimmer potrebbe confermarlo- non sta altro che porgendo delle scuse sincere per il proprio comportamento.

    « La seconda è che non c'è continuità logica tra una carica temporale di Endlos e qualcosa che non appartiene a questo mondo, perciò non posso formulare un simile giuramento: non avrebbe valore. »

    Nel pronunciare quella spiegazione con aria serafica, il Gigante rinsalda la presa sulle spoglie della Dama Azzurra, e arretra un piede per proiettarsi di profilo, così da finire il discorso... ma anche in modo da essere pronto per andarsene.

    « La terza è che sono Saggio di Palanthas: è mio dovere guidare i passi
    di chi desidera percorrere le strade della Conoscenza – purché metta impegno nella ricerca. »


    Infine, Brifos volge le spalle al quartetto e avanza lungo l'andito nella direzione opposta ai resti dei nemici: nonostante il peso e l'ingombro della donna svenuta che regge tra le braccia, a causa della sua ragguardevole altezza, gli bastano poche ampie falcate per seminarvi, e -nei brevi istanti che vi concedete per consultarvi sul da farsi- perdete così di vista il Colosso, i cui contorni sfumano nella penombra in lontananza.

    Distaccati di qualche metro, state per muovervi a tallonare l'Amal, quando l'arrivo di una presenza all'altro capo del corridoio allerta i vostri sensi: vi voltate verso il nuovo venuto, e nonostante la distanza e la semi-oscurità, i vostri sguardi si soffermano con un che di surreale sulla sagoma che vi emerge a malapena: alta e slanciata, con le braccia impegnate a sorreggere il corpo di una fanciulla dormiente, e con uno sperone che si erge al centro del testone crespo – che proprio in quel momento si piega da una parte, in un gesto perplesso.

    Una lieve scossa elettrica percorre il corno di Brifos, illuminandogli il viso: a dispetto della scarsa espressività della sua faccia, il cenno rivela una comprensibile curiosità per il fatto di aver lasciato il gruppo dietro alle spalle solo per ritrovarlo una ventina di metri davanti a sé; si tratta -ne converrete- di un fenomeno curioso, ed è per testarlo che il Saggio arretra di un passo... ricomparendo all'altra estremità del corridoio, confermando i suoi (e probabilmente anche i vostri) sospetti, e proiettandosi di profilo per rilevare la vostra posizione.

    Lo vedete compiere l'operazione un altro paio di volte, come un bambino che prova un nuovo giocattolo per carpirne il meccanismo; infine, si ferma, e con una crepitante scintilla azzurrina a percorrergli il corno aureo, il Demone delle Tempeste vi rivolge la parola.

    « Credo che ci troviamo in uno spazio chiuso. »


    { Center Stage }
    Drusilia | Yoko | Arthur | Uriel | Mugen | Firion | Eva | Ted

    Nel polverone dell'ultima esplosione, con pennacchi di fumo ad aleggiare sul palcoscenico, il flusso del Tempo sembra scivolarvi addosso con più difficoltà, come se il concentrarsi di eventi intorno a voi l'abbia reso più denso, più viscoso... viscoso come il liquido che imbratta pian piano le vesti del Magister Saddler, spandendosi sulla stoffa a cominciare dal punto in cui il pugnale -che il Violinista stringe ancora con esitazione, arretrando di qualche passo- gli è penetrato nel torace, e raccogliendosi ai suoi piedi con un copioso gocciolio dal ritmo sordo e cadenzato.

    Eppure, osservando la sequenza da una posizione infaustamente privilegiata -quella della vittima-, dopo lo shock iniziale per un gesto inconsulto che ha il sentore amaro del tradimento, lo sguardo vispo della Volpe percepisce parecchie cose fuori posto rispetto alle sue istintive aspettative; tanto per cominciare, la lama che lo ha trafitto risulta stranamente pulita, e quando abbassa le iridi dorate per studiare la coltellata nota che la linfa che dovrebbe essere il suo sangue ha un colore piuttosto inconsueto: non rosso, declinato in una qualsiasi delle sue sfumature cromatiche, bensì argenteo. Che sia la sua preziosa Intelligenza condensata che abbandona il corpo in cerca di un nuovo ospite?

    Inoltre, pur sentendo spesso dire che -a caldo- l'adrenalina anestetizza le ferite,
    nonostante i secondi si accumulino, il dolore non arriva.

    jpgIl quell'istante sospeso, con la cortina di fumo a velare la scena, è davvero difficile -per alleati, nemici e pubblico- capire cosa stia accadendo... almeno fino a che la polla d'argento stillata dal cuore di Yoko non inizia palpitare di vita propria, sollevandosi e gonfiandosi fino a raggiunge l'altezza dello stesso Demone-Volpe, accendendosi riflessi iridescenti dal luccichio ipnotico... e chissà come, nel mezzo di quel bagliore abbacinante, vedete quella massa misteriosa scolpire sé stessa in una forma più definita... più umana... delineando in modo inconfondibile i tratti delicati e sinuosi di una figura femminile.

    Una volta stabilizzatosi, dall'ectoplasma si dipanano vibrazioni di luce simili alle increspature sulla superficie di un lago, e lo sfarfallare del loro chiarore ruba la vista per un battito di ciglia, mentre il loro tocco impalpabile è sufficiente a disperdere la nebbia... rivelando una nuova figura -alla maggior parte di voi sconosciuta-, che si erge ora sul Center Stage, ad un passo dal Magister.

    « Vi devo le mie scuse per tutto questo... e ti ringrazio per avermi dato riparo. »

    A rivolgere quelle prime parole a Yoko, con gentilezza e rammarico tanto nella voce melodiosa quanto nello sguardo smeraldino, c'è la stessa donna incontrata durante la sua primissima visita alla Casa degli Specchi: sotto la luce spietata dei riflettori, i lunghi capelli d'oro e il ricco abito bianco risplendono di una purezza ormai persa e dimenticata in quell'inferno, rendendola una visione così irreale da lasciar muti e storditi...

    E in quel silenzio immobile, l'algida creatura abbassa dolcemente le palpebre bordate di lunghe ciglia, si riveste di un'argentea aureola di potere, e infine leva le braccia... sguinzagliando l'ombra che la sua esile figura proietta, che si allarga al di sotto dei suoi piedi e dei vostri, formando un circolo di potere; tuttavia, le linee sinuose del glifo trasfigurano nei contorni spezzati di un groviglio di rovi spinosi, che prendono corpo e vita in tre dimensioni, spandendosi fino ai confini del disco del palcoscenico, virando poi bruscamente verso l'alto per intrecciarsi in una cupola.

    Intanto che i rovi sbocciano di meravigliosi fiori bianchi, e che la platea all'esterno della barriera si lascia andare in un incerto scroscio di applausi per quell'esibizione, al suo interno la donna bionda alza la destra con grazia, carezza l'aria come se stesse percorrendo la trama di un arazzo visibile a lei sola, e dopo aver serrato un lembo di quella realtà distorta nella presa delicata e ferma delle dita bianche e affusolate, muove un cenno elegante ma deciso con la mano, strappandone il tessuto.

    La spazio si lacera come un cencio logoro, aprendo un varco sulla nera porzione di vuoto attraverso i suoi bordi frastagliati... e sebbene gettarvisi dentro non appare sulle prime un'eventualità allettante, lo scintillio dei gradini ialini della scala di cristallo che vi attende al di là vi trasmette uno straniante senso di familiarità. O -per lo meno- dovrebbe, viste tutte le volte in cui siete venuti a contatto con vetro e specchi.

    « Il passaggio è instabile, ma vi poterà in salvo. »
    afferma la bella sconosciuta, rivolgendo quell'invito a tutti gli Endlossiani
    « Purtroppo, tenerlo aperto richiede un grosso sforzo, e non posso resistere a lungo... »

    ...soprattutto a fronte degli altri suoi incantesimi attualmente attivi.
    Gli occhi verdi si librano fino alla voliera sospesa sulle loro teste, sfiorando con una dolcezza struggente -addolorata e dolorosa- la figura dell'Angelo prigioniero, prima di distogliere lo sguardo con uno spasmo che le serra le labbra, riportando le iridi di smeraldo -così simili a quelle della Dama del Vento- sul Demone Argenteo.

    « So che non ti piacerà ciò che devo chiederti, e che non hai motivo di fidarti di me...
    ma ho bisogno che tu vada avanti insieme gli altri. »

    mormora, lei per prima in difficoltà all'idea di dover separare i due
    « So come liberare Drusilia e farla tornare viva e incolume Endlos,
    ma non posso concentrarmi sulla Gabbia fintanto che voi altri non siete al sicuro. »


    Ancora una volta davanti a un bivio, la Volpe ha poco tempo per analizzare la questione... e non solo perché a dirlo è la sua interlocutrice ma perché le sue Percezioni Magiche formicolano in modo terribile, in un muto avvertimento che qualcosa è in arrivo: un occhio concentrato sulla siepe che vi avvolge tutti potrebbe notare che le rose bianche che la impreziosiscono stanno virando ai toni cupi del rosso e del nero, ma questa è solo un'avvisaglia degli intenti crudeli che strisciano fino a voi per ghermirvi.

    D'un tratto, un grande fuoco divampa, e i rovi spinati si incendiano improvvisamente tutti in una volta sola, e mentre il fumo cala nuovamente su di voi come una coltre nebbia, la cupola che vi protegge inizia a collassare su sé stessa come la pira di un rogo.


    { Corridoio delle Tribune }
    Jester | Bid'daum | Zimmer

    E così... siete chiusi in un loop: bella rogna, suppongo!
    Consultare la Bussola dei Desideri vi porterà alla medesima conclusione a cui il Raitei è già giunto: quando -prima- eravate in fuga e le avete chiesto di trovare l'uscita, l'artefatto ha indicato un punto all'altro capo del corridoio; ora indica quello al lato opposto, e percorrendo un segmento dell'andito -in un verso o nell'altro- la direzione si alterna.

    Tutto molto interessante, ma... Come fare ad uscirne? Una possibilità -suggerisce il Demone delle Tempeste- potrebbe essere individuare con precisione la presunta giuntura in cui le due estremità dello spazio si sovrappongono- e trovare un modo di romperlo, quindi... Interpretando le indicazioni del ninnolo, è facile stabilire il punto esatto in cui l'ago cambia direzione: si tratta di un banale segmento di corridoio, foderato di pregiata stoffa scarlatta e contrassegnato da un quadro raffigurante una banale composizione di nature morte... che, proprio sotto l'esame dei vostri sguardi, si apre verso l'esterno come una doppia porta - insieme a una sezione della parete.

    Con le mani già alle armi, riuscite agilmente ad arretrare di un passo o due, così da evitare di venir travolti dai battenti mentre si spalancano... e non appena una nuova entità si concretizza alle vostre percezioni -sensibili e soprannaturali- potete tranquillizzarvi, perché l'uomo che vi sta innanzi non ha decisamente nessun tratto delle presenze sinistre o inquietanti del Circo; anzi, pur non avendo la stessa conciliante gentilezza di Kalia, l'aura sacra che lo circonda ricorda un po' quella della Dama Azzurra – e forse è questo il motivo per cui, proprio come lei, non sembra stare granché bene.

    In più, agli occhi color onice della Selvatica, le fattezze del giovanotto hanno un che di davvero molto di familiare: l'altezza statuaria, i bei lineamenti del volto nobile, i capelli biondi che gli coronano il viso, gli occhi verdi blu... più lo guarda, e più si rafforza la sensazione di avere di fronte una versione maschile della Vampira che conosce; con la differenza che lui non pare essere una creatura dall'anima dannata, che si trascina nelle tenebre sotto il peso della propria maledizione, perché ha tutta l'aspetto di uno di quegli eroi senza macchia e senza paura, circonfusi di luce, che sembrano raccogliere su di loro solo virtù e benedizioni.
    Molto simili ma molto diversi... come il giorno e la notte...

    Di rimando, anche il Paladino passa in rassegna gli astanti: all'inizio, è comprensibilmente sorpreso di trovare qualcuno ancora in giro a Spettacolo ormai in corso, e un poco sospettoso nel percepire la negatività che impregna la presenza del Castigo, ma... a quei sentimenti si affianca presto una viva perplessità nel soffermarsi sulla figuretta del Giullare, e nel venir avvolto dall'eco familiare della Risonanza.

    jpg
    « Ciao, Leon. »

    Nel sentirsi chiamare per nome da una voce nota, le iridi cerulee del Cavaliere incontrano la faccia inespressiva del Demone delle Tempeste... prima di abbassarsi sul fardello che trasporta, e pararglisi tempestivamente davanti, accostando la mano guantata al collo della fanciulla dalla chioma turchina per sentirne le pulsazioni.

    « Kalia non sta bene. Credo sia l'atmosfera sotto questa barriera.
    Inoltre, siamo bloccati qui perché il corridoio è isolato in uno spazio chiuso... »

    lo informa serafico il Raitei, prima di passare a far domande
    « Il passaggio da cui provieni dove porta? Hai trovato un'uscita? Dove sei stato fino ad ora? »

    Concedendosi un istante di relativo sollievo dopo aver verificato le condizioni dell'Alfiere, il biondo si riscuote, focalizzandosi sulla sua priorità e sul motivo per cui si trova lì: senza parole, rivolge ad ognuno di voi uno sguardo grave per poi voltarsi verso un capo del corridoio, e ricominciare la sua marcia, lasciandovi la scelta di seguirlo.

    « Dopo l'ingresso a Kisnoth -da quando ci siamo separati- sono stato trascinato attraverso specchi e vetri da un punto all'altro delle quinte di questo posto. »
    comincia invece a narrare, ripercorrendo un racconto in cui tutti potreste ritrovarvi
    « ...ma l'aura negativa del Circo è per me sfibrante, così quando ero in difficoltà e stavo per essere catturato, due ragazzi albini sono comparsi dal nulla e mi hanno aiutato. Anche loro avevano il Marchio della Luna. »
    spiega ancora, fermandosi vicino alla parete a cui è appeso uno strano quadro astratto
    « Mi hanno riferito che, fuori dal Tendone, i nostri eserciti sono liberi e stanno dando battaglia: questo ha costretto le forze nemiche a dividersi tra l'esterno e l'interno, ma il perimetro attorno alla Capitale è ancora sigillato, e i nostri rischiano di trovarsi intrappolati con le spalle al muro; pertanto, ho lasciato i miei due salvatori in una camera di controllo ad occuparsi della barriera. »

    Sempre scorrazzando in giro la Dama svenuta, Brifos segue i passi del Cacciatore,
    tallonandolo e tempestandolo di domande come un bambino che si accoda al fratello maggiore.

    « Sanno qualcosa della Luna? Ha un piano? Lo sapevi che ha inviato anche un Famiglio? »
    « No, purtroppo: non può parlarci, ma sono sicuro che ci sta guidando... »
    « Fino all'uscita? »
    « Non ne sono sicuro... »
    « Allora dove stiamo andando? »

    Cavandosi di tasca un foglietto di carta, il biondo consulta rapidamente gli appunti che segnativi, ed esegue una serie di gesti a contatto con la tela; in risposta, un solco si intaglia nella parete dalla cornice, fino al pavimento.

    jpg
    « Ad aiutare i nostri compagni sul Center Stage. »

    Poi, la soglia si spalanca in un rettangolo di luce, e mentre uno scroscio di applausi risuona alle vostre orecchie, condito da rumori indistinguibili e dal rimescolarsi delle vostre percezioni mistiche, il Paladino scatta in avanti seguito dal Raitei... e a voi, a meno di restare intrappolati in un corridoio infinito che ne pare l'anticamera, non resta molto altro da fare se non seguirli e prepararvi al peggio.


    { Center Stage }
    Drusilia | Yoko | Uriel | Mugen | Firion | Eva | Ted

    Per quanto abbiate sacrificato e sofferto, è come se Circo stesso si ostinasse ad incatenarvi ai suoi orrori, quasi fosse esso stesso un'entità senziente... e anche se un bianco angelo è comparso davanti a voi per condurvi fuori dalle tenebre di quell'abisso, l'Inferno che vi ha trascinato nei recessi più profondi del suo cuore palpitante ancora si rifiuta di lasciarvi andare.

    Come una nuova pioggia di aghi, gli applausi della folla -un frastuono che giunge da lontano- vi trafiggono, e il loro eco diventa un boato indistinto ancora in grado di assordare, e mentre il calore delle fiamme che lambiscono i resti della barriera si compatta in una cappa asfissiante che dà le vertigini, il fumo acre degli incendi vi avvolge in una spirale che occlude la vista, soffoca il respiro, e appesta l'aria con l'odore penetrante di bruciato e di cenere...

    ...eppure, anche in quella bolgia infernale, anche in quel tanfo che renderebbe inservibile l'olfatto di una persona normale, il finissimo fiuto di Mugen capta qualcosa d'altro: un nuovo elemento che -purtroppo per lui- è tutt'altro che sconosciuto. Perché è un lezzo persistente che non può non ricordare: l'ultima volta che l'ha sentito è stato ad Ovest, alla vigilia della battaglia all'Usurpatore Kikio Ho... prima dell'assalto alla sua ultima roccaforte... prima che il condottiero della Resistenza sparisse nel nulla senza essere mai più stato visto.

    « ...e così, Riccioli d'Oro è apparsa davvero.
    Non so tutta la storia, ed è vero che far aspettare lo Sposo è consuetudine, ma... »

    esordisce la voce di un uomo, rivolgendosi con tono mellifluo alla donna bionda
    « ...ormai stavamo per passare ai sostituti, ed ero sicuro che gli avresti dato buca:
    ci avevo scommesso, capisci? »


    Cercando l'origine della voce, ecco che i sensi della Volpe Rossa la trovano a solo alcuni metri di distanza, pericolosamente addentrata nel vostro piccolo schieramento: il tizzone ardente della sua sigaretta è utile ad individuarne la sagoma, a malapena distinguibile in mezzo alla cortina gassosa che ricopre il palcoscenico, e tanto basta perché la memoria del Kitsune ricolleghi quell'immagine al ricordo del Demone Kami che portò via Namas dai cancelli dell'Enclave in quel fatidico giorno.

    Lo stesso aroma della stessa varietà di tabacco. Lo stesso cinismo nella voce sarcastica.
    Lo stesso uomo in completo elegante, dai lunghi capelli scarlatti.

    sign1
    « ...invece tu sei qui, e io ho perso un'intera partita di anime. »
    drammatizza il Vermiglio, concedendosi un sospiro che emula un finto dispiacere
    « Ho pensato che avrei potuto prendere quelle dei presenti come compensazione, però...
    Sono ancora troppo vispi per i miei gusti. »


    Se ne sta in piedi in mezzo a voi, come se nulla fosse, con una mano a reggere la sigaretta contro le labbra ben disegnate, e l'altra sprofondata in una tasca... e resta in quella posa finché lo spostamento d'aria generato dalla sua evocazione non vi schiarisce la visuale, permettendovi sia di vedere chiaramente la pletora di lame che lo attornia -mettendo tra lui e voi abbastanza acciaio da rappresentare un serio ostacolo o un deterrente ad avvicinarsi-, sia di intuire il suo vero obiettivo.

    « Il Dolore è come un vino: per essere al meglio, deve decantare in un'immobile disperazione. »

    Perché né la muta minaccia di quelle lame sinuose e spietate, né quella più eloquente insinuata dalle sue parole al vetriolo sono la parte peggiore della situazione. Perché quando si china in avanti, rigirandosi tra le dita il coltello estratto di tasca con la leggiadria di un pittore col proprio pennello, potete capire qual'è il senso profondo delle sue parole. Perché se continuate a battervi come leoni -anche con le spalle al muro e allo stremo delle forze- è solo perché avete ancora una speranza di poter evitare il peggio al Semipiano... ,

    E -seguendo la logica del Torturatore- distruggerla davanti ai vostri occhi, dopo che un vostro compagno è morto per proteggerla, è il modo migliore di far sanguinare il vostro spirito.

    « “Povera piccola pel di carota...” »

    Le lame del Demone di Norimberga si velano di un crepitante strato di brina non appena l'offensiva della Dama Bianca giunge ad impedirglielo... ma l'intervento giunge tardivo, e sentirsi vezzeggiare nel medesimo modo del loro primo incontro, Aisiling (o quel -poco- che ormai ne resta) si riscuote e riapre gli occhi.

    « ...che esistenza meschina hai perpetrato: deludente, votata all'invidia, buona solo a nuocere agli altri. Non sei contenta che sia finita? »

    E pur nel delirio e nell'abbandono con cui la sua mente si è estraniata dalla sofferenza, che ha totale possesso delle sue carni dilaniate -forzatamente ancorate da altri alla vita-, ella riconosce il viso che aleggia sopra di lei: occhi rossi, capelli scarlatti, un sorriso senza empatia... E sa che quella creatura non è sua amica, che l'ha sacrificata e usata come una pedina per i suoi comodi, e che dovrebbe averne timore... eppure una parte della Traditrice (una parte che mai era riuscita a sfiorarla, al di là delle invalicabili mura del suo egocentrismo) sa anche che -in fondo- è come guardare sé stessa in uno specchio.

    « Ma, ehi, rallegrati: lascerai tante grane per tutti...
    Così la tua morte avrà lo stesso senso che ha avuto la tua vita. »


    Il Demone Rosso leva la mano per colpire, e -nello stesso istante- i feroci denti metallici intorno a lui vanno in pezzi con uno schianto cristallino, ghiacciati a livello molecolare: in un estremo tentativo di fermarlo, la donna bionda muove un gesto imperioso per ordinare ai frastagliati frammenti gelati di convergere su Rubicant e allontanarlo, ma ormai hanno servito al loro scopo -quello di guadagnare tempo- e...

    « Ci hai provato, Bambolina. »

    Inoltre, in quel combattuto rimbalzo di incantesimi, il Signore del Pozzo di Norimberga non è da solo: quando l'incantesimo del suo alleato si attiva, dalla giacca del completo elegante fuoriesce un nugolo di farfalle blu, che inglobano le schegge -lasciandolo incolume- e sfrecciano contro la Dama Bianca, ribaltando la situazione; così, senze altre cerimonie, Rubicant conficca Scorticante nel petto di Aisiling -in profondità, fino all'elsa-, e l'ultima scintilla di vita lascia gli occhi della Succube.

    Poi, i contorni luminosi di una porta si disegnano sul pavimento del palco,
    e quando i battenti si spalancano...


    { Center Stage }
    Tutti

    ...il Paladino scatta in avanti, parandosi di fronte alla Dama Bianca per farle scudo, sferzando al contempo la frusta nell'aria: al primo impatto con l'artefatto, le farfalle scoppiano come innocue bolle di sapone -facendo un simpatico “plop”-, e il nero liquame viscoso che le compone si spiaccica al suolo come pece.

    Dietro di lui, dallo strano passaggio, emergono altre figure: la Corona di Regalia di Palanthas con l'Alfiere dell'Est svenuto tra le braccia, il Boggart dell'Esarcato del Sud accompagnato dal nuovo Comandante della Legione delle Sabbie, e la giovane Giullare girovaga... e in un istante che sembra dilatarsi all'infinito, gli Endlossiani sopravvissuti alle trappole del Circo sono infine riuniti.

    Davanti a loro, il Vermiglio tira un'ultima boccata dalla sua sigaretta, getta la cicca sull'ammasso di carne mutilato e dilaniato di quello che deve essere stato qualcuno, e infine volta le spalle al gruppo per allontanarsi in direzione del bordo del palcoscenico: sarebbe il momento ideale per conficcargli una lama tra le scapole, ma qualcos'altro rapisce la vostra attenzione.

    Una luce incandescente si sprigiona dal cadavere, così vivida e bruciante che non vi è possibile guardarla direttamente: quel che è peggio è che alle vostre percezioni si affaccia la sensazione che qualcosa stia per uscirne... e il vostro sesto senso non vi lascia un buon presentimento in merito.

    Tuttavia, è proprio verso quel crogiolo di potere che la donna bionda prende ad avanzare, stringendo i pugni, irrigidendo la propria postura, e serrando le belle labbra in una linea sottile, senza mostrare neppure il coraggio l'intenzione di voltarsi per rivolgere lo sguardo verde a nessuno dei suoi Fratelli; staccandosi dal capannello che avete composto, prende le distanze dal portale che -nonostante gli stravolgimenti- sta ancora tenendo aperto per permettere la vostra fuga, e ripete la sua richiesta anche ai nuovi arrivati.

    « La dimensione chiamata Pandorica sta per aprirsi,
    e i suoi prigionieri ne usciranno per sfogare la loro ira su qualsiasi cosa gli capiti a tiro. »

    spiega brevemente la fanciulla, mostrandovi la schiena
    « Cercherò di rallentarli, ma il rituale è ormai completo, e il Semipiano li richiamerà in maniera ineluttabile... per questo dovete assolutamente sopravvivere, e fare ritorno. »

    « Non ti lascio da sola ad affrontarli. »

    jpgIn un gesto istintivo, il Cavaliere dell'Est si muove in avanti per trattenerla, ma il contatto tra il guanto del guerriero e la manica dell'abito della Dama è sufficiente a generare uno sfrigolio doloroso delle carni eburnee di Lei... in un bruciante promemoria di quanto siano divisi adesso.

    « Non sono mai da sola. E poi... Owl resterà con me. »

    Sentendosi colpevole, Leon molla immediatamente la presa e arretra di un passo, mentre la Luna -dopo quel cupo mormorio- pare come velarsi di una cupa ombra; ed emana una sensazione ben diversa da prima quando si volta a scoccarvi un'occhiata sorniona con le iridi giallo oro da sopra una spalla, parlandovi con tono soffice nella voce e una nota affilata nel vuoto sorriso.

    « Adesso andatevene... o rischio di non distinguervi dagli altri. »

    Di certo, starete capendo ben poco degli eventi che si sono avvicendati a folle ritmo di giostra davanti ai vostri occhi e sulla vostra pelle, ma se le domande non fanno che moltiplicarsi, l'unica cosa di cui avete bisogno ora è di Tempo per mettere insieme delle risposte.

    ...e il portale che vi ricondurrà a casa aspetta che voi compiate un ultimo atto di fede.
    Fuggire oggi per combattere domani.

    Under the Spotlight

    E alla fine ce l'abbiamo fatta @-@ Chiedo scusa a tutti per... tante cose =/
    Per i tempi biblici di attesa, per la lunghezza imbarazzante di questo papiro interminabile, ma soprattutto per la sicura confusione che vi procurerà: purtroppo, per recuperare e giungere ad una rapida conclusione, ho dovuto accelerare la narrazione e condensare un gran numero di elementi e informazioni che torneranno utili per sviluppi futuri delle trame successive – sempre che abbiate la pazzia bontà di restare sintonizzati per approfondire.

    Più di tutto, però, ci tengo a ringraziarvi per essere rimasti fino alla fine,
    e vi chiedo un ultimo post per gestire la vostra uscita di scena :flwr: Tranne Drusilia, che è ancora in Gabbia – a cui do appuntamento per una scena di epilogo.

    Ciò detto, un po' di informazioni random per alcuni PG :win:
    Arthur è chiaramente esonerato, essendo già trapassato nel turno precedente, mentre per Firion (che in questo turno è bersaglio di 2 Critici a distanza zero e sembra parimenti spacciato) ho alcune informazioni aggiuntive da fornirgli; Uriel (per il suo soggiorno da Endora) e Mugen (per la visita alle Cucine) saranno probabilmente gli unici a cogliere i riferimenti al Matrimonio fatti da Rubicant. Infine, il segno * nel dialogo con Jester fa riferimento a una questione del suo mondo di origine; per approfondimenti, possiamo parlarne in altra sede.
    Se chiunque ha domande, richieste o bisogno di delucidazioni, mi contatti in privato. :pyt:

    Detto questo: la scadenza del turno è fissata per il 12 settembre,
    giorno in cui posterò un ultimissimo intervento a cui seguirà la chiusura del topic.
    Di nuovo, Grazie di cuore :grab:

     
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    Frasi vuote, parole senza senso… stupido cianciare. Jester smise di ascoltare quelle ovvietà di cui il mono-corno andava blaterando sicura che quello sarebbe stato l’ennesimo buco nell’acqua. Quell’essere si era riempito la bocca con paroloni, ma non aveva la più pallida idea di dove Kora fosse. La Strega tremò dalla rabbia pronta ad esplodere: erano anni che cercava la Malkavian e nessuno sembrava sapere nulla se non che era “prigioniera in un posto”. La giovane si guardò i palmi delle mani ricoperti dal proprio sangue e quello delle sue vittime. Uccidere, farsi avanti a gomitare, diventare più forte… tutto inutile. Stava quasi per tirare quella frustrazione addosso a qualcuno con un pugno quando qualcosa fece vibrare la tela di En attorno al suo corpo. Un varco scosse l’aria attirando l’attenzione di tutti ed ecco il Giullare e la peggior feccia di Merovish assumere pose di combattimento, pronti a scattare qualora le cose fossero andate male.

    Dallo squarcio uscì un ragazzo biondo identico -ma al contempo diverso- dalla donna che Jester andava cercando e i suoi occhi d’onice si spalancarono. Chi era? Anche lo sguardo azzurro di lui indugiò su di lei, ma poi le speranze della fanciulla si spensero nuovamente. Susseguirono altre ciance e, anche se parlano del Marchio della Luna, era palese che anche il nuovo arrivato non sapesse un granché. Poi -finalmente- trovarono un varco oltre una cornice e la Strega ci si tuffò dentro sperando che ci sarebbe stato un po’ di movimento, voleva combattere e smettere di pensare. Voleva smettere di essere… smettere di soffrire. Smettere, smettere solo smettere!

    Oltre quella striscia nello spazio i presenti raggiunsero il Center Stage dove si ricondussero al resto del gruppo. La Strega della Luna vide Ted e fu tentata di correre verso di lui e tirargli un Armageddon, invece sorrise debolmente. Era rimasta molto delusa nel vederlo arrendersi ore prima alle mani che li avevano “smistate”, ma ora non riusciva ad infierire. In pessime condizioni, con metà volto pieno di sangue, il pugile sembrava aver combattuto duramente ed essere provato dallo scontro almeno il doppio di lei. Alzò una mano in segno di saluto… era sull’orlo delle lacrime e non fece di nulla per nasconderlo.

    Poi accadde… una creatura di luce apparve nella sala. La donna dava loro le spalle ma il lungo abito bianco, le chiome simili a spighe di grano e l’inconfondibile odore della Luna non lasciarono in Jester nessun dubbio.
    La giovane Hunter rimase per un paio di secondi immobile come una statua di sale, la pelle sbiancò ulteriormente come se il suo incarnato non fosse già abbastanza pallido. Il cuore si riempì di incredulità e si accese una piccola fiammella di speranza alimentata da tutte le sue forze.
    Corinne Sarah Lewis aveva appena finito di parlare col biondino e la Strega della Luna sentì che era arrivato il suo turno. Dopo tanto tempo toccava a lei, dopo la fatica, le incertezze e il dolore.



    “Non posso andar via // Lasciarti sarebbe follia
    Oh, sgualdrina dannata // Quanto ti ho cercata”

    La voce tremò mentre la ragazza lasciò cadere il cappello che si disintegrò in mille granelli di polvere ancor prima di toccare il pavimento. Tuttavia qualcosa cambiò, l’aria attorno alla donna eterea cambiò drasticamente e la luce della luna cedette il posto alla parte oscura e celata del suo volto. Jester aveva sentito quella presenza poche volte nella sua maestra, ma abbastanza da conoscerne il significato. I suoi occhi si sgranarono. No… non poteva essere… non doveva!
    Veloce la Strega corse davanti alla Dama bianca lasciando che un paio di metri le separassero e incontrò il suo sguardo d’oro… Blazon.
    La giovane era certa che poco prima ci fosse stata Kora al suo posto e questo significava solo una cosa; non era riuscita a prenderla in tempo, la sua amica era di nuovo svanita. La Selvatica scosse la testa e portò le mani al petto piegandosi in avanti avvertendo vero dolore fisico. Il suo cuore straziato si strinse in una morsa glaciale e il suo respiro si condensò. Allo stesso modo anche le lacrime bollenti e nere -colpa del trucco- gelarono, e così il pavimento dove si infransero.

    Perché il Destino si prendeva gioco di lei in quel modo? Come poteva essere così crudele da farla arrivare alla meta solo per farle scoprire un portone sbarrato? Non uno spiraglio di luce in quella fitta oscurità. Una strada lunga e tortuosa superata solo per scoprirvi un baratro alla fine. Jester non ne poteva più di tutte quelle ingiustizie insensate. Come poteva Kora non averla sentita a pochi passi di distanza? L’aveva forse ignorata? Le stava dicendo che lei non era importante come quel biondino? La Strega ringhiò a quei pensieri, se la sua maestra voleva allontanarla glielo avrebbe detto di persona. Non le importava se il mondo fosse crollato in quel momento. Voleva delle spiegazioni -magari delle scuse- e non chissene che il portone fosse ormai chiuso, lei lo avrebbe sfondato!



    “Io non rinnego mai niente // Lo considero da perdente”
    Chiocciò la Giullare con un filo di voce e il tono rotto mentre si asciugava il volto. Buffa dimostrazione di forza era stata quella della Selvatica; nella disperazione aveva ghiacciato il pavimento che la circondava quasi scordandosi di essere davanti alla Regina delle Nevi.
    “Per questo ascolta stupida Bionda // Ti riporto indietro a colpi di fionda
    Perché nessuno mi può ignorare // Quindi ora vedi proprio di crepare.”

    Si lasciò andare a una risatina isterica e alzando lo guardo mostrò alla bestia dorata la caparbietà dietro alla sua disperazione.
    “Cosa posso dire se non parDon…”
    Il Giullare disse l’ultima parola facendo forza sulla D. ed esibendosi in un breve inchino continuando. “Preparati a un…”
    Nel dirlo scivolò sul breve tratto ghiacciato per prendere la rincorsa e poi si scagliò contro la Vampira. Nonostante il suo corpo fosse ormai disabilitato e allo strema delle forze concentrò tutte la sue energie in un singolo colpo, un pugno… la sua firma.

    “… ARMAAAAAAAAGEDDOON!”



    Energia: 65%-5%-40%=20%
    Stato mentale: sconvolto

    Premessa: per una questione puramente scenica ho fatto ghiacciare il pavimento a Jes con le lacrime. Mnetre avrebbe potuto farlo solo con i piedi. Spero non sia un problema.

    - Armageddon –
    La Hunter concentra il in un punto preciso del corpo il Gyo e chiama a sé il potere della roccia cosicché sia in grado di dare pugni/calci/testate. (Consumo Variabile) 40%

    -Se ti tocco io ti informo, in ghiaccio ti trasformo-
    Questa tecnica può funzionare sia con 'tocco diretto' che 'indiretto'. Nel primo caso la Selvatica può trasformare in ghiaccio tramite il suo tocco esseri viventi e cose (dato con qualsiasi parte del suo corpo o vestiario). La mossa naturalmente può essere neutralizzata tramite appropriata difesa. Nel secondo caso invece la Strega può lanciare palle di neve create grazie al suo potere elementale verso il nemico che nel caso non usi un'adeguata difesa verrà ghiacciato.
    (Consumo variabile/ 2 turni massimo)
    5%
     
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    Viaggiatore dei Mondi

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    "Le pareti di pietra non fanno una cella,
    e nemmeno le sbarre di ferro una prigione
    La mente innocente e tranquilla,
    le prende per una pausa di riflessione".


    (Richard Lovelace)


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    -Quando sarà tutto finito, si nasconda questa stolta nella prigione più remota ed isolata, e si getti la chiave così che non ci danneggi mai più. E tu, Magister... riporta a casa mia figlia sana e salva.

    Quando una disgrazia bussava alla porta del presente, quando il corso degli eventi non poteva più esser mutato, permettere al pensiero di un finale alternativo -uno in cui le cose sarebbero potute andare diversamente, o addirittura essere evitate...- di raggiungere il proprio cuore sarebbe stato inutile, stupido, folle. Niente avrebbe potuto cambiare quella Notte... eppure il senso di colpa per non potere nulla verso suo padre che le moriva davanti le trafisse il petto come una lama ardente, ed il dolore si propagò in ogni suo nervo, raggiungendo le labbra tremanti e poi gli occhi verdi che l'osservavano in quegli ultimi istanti.

    « Oh no... nononono! Questo non doveva succedere! »
    Visibilmente sconvolto, il Matto si mosse lungo il lato esterno della grata di cristallo nel tentativo di risparmiare alla sua allieva quella vista.
    « Mi dispiace... mi dispiace! Ti prego: non guardare! »

    Eppure, molti anni prima, la Dama del Vento aveva giurato di non chiudere mai gli occhi. Di non discostare mai lo sguardo. Anche se avrebbe reso intollerabile il suo dolore. Non perse mai il contatto visivo -discostando la testa ed ignorando poi il Gufo- lasciando scorrere lacrime salate sul viso ovale. Le sentiva bruciare, ma non fu abbastanza per infrangere la sua promessa.

    DLZoQWp

    Così accadde per l'esplosione che coinvolse Firion, e se prima una crepa era disegnata al centro del suo petto, con essa finì per squarciarsi, minacciando vistosamente un crollo. Ed ebbe un mancamento, Drusilia, nel momento esatto in cui i suoi sogni si rivelarono essere una balla colossale... e la sua vicinanza non faceva che confermare sventura e morte su chiunque la seguisse. Il cuore le batteva in gola, il respiro iniziava a mancarle; la mano scivolò sul grembo in un involontario gesto di protezione mentre le gambe perdevano tutta la loro forza. E capì finalmente una cosa -qualcosa che già sapeva, che aveva sempre saputo-, e cioè che alla fine -per lei- arrivava sempre il dolore, e nulla aveva più senso. Costruiva, costruiva, e poi all’improvviso qualcuno o qualcosa spazzava sempre via tutto.
    Allora a che serviva?

    « ...dannazione: no! Non può andare avanti così! Non va bene! Non va bene! »

    Per la prima volta dal loro ricongiungimento, il Violinista placò il suo continuo spostarsi e gesticolare a favore di una calma che tutto pareva fuorché placida; serrando le labbra pallide, tacque, rimanendo per lunghi attimi a fissarla. Lei ricambiò quegli sguardi silenti, ma nello smeraldo di lei il tormento esisteva solo in parte -incatenato dall'orribile consapevolezza di dover prima o poi accettare ogni cosa, in un modo o nell'altro. Avrebbe dovuto accettare la morte, la sventura, il grave peso di ogni sua azione sulle spalle di chi amava. Sapeva che non era ancora finita -lo sentiva fin dentro le ossa, e questo la terrorizzava a morte- ma avrebbe dovuto trovare un modo per accettare anche quello che sarebbe stato. Dopotutto, il demone dai capelli rossi lo avrebbe affermato poco dopo: "Il Dolore è come un vino: per essere al meglio, deve decantare in un'immobile disperazione"; se l'Alfiere Errante si fosse lasciata andare, se per un attimo solo avesse ceduto alle proprie emozioni con qualche colpo di testa, avrebbe consegnato la propria anima -e forse anche quella degli altri- al loro nemico in un palesissimo gesto di resa. Avrebbe dato a quelle bestie l'ultima cosa che restava.
    No, non era ammissibile.
    Potevano anche essere più potenti di loro, più furbi e più numerosi: avrebbero potuto torturarli in quel modo per sempre... ma non avrebbe mai consegnato spontaneamente e volontariamente il suo raziocinio, il suo orgoglio e la sua anima. Anche a costo del tormento più atroce.

    « Drusilia, io... Ti porterò fuori di qui: fosse l'ultima cosa che faccio. »

    Quando Owl abbandonò la presa sulle sbarre, lanciandosi in picchiata sul palco e raccogliendo lo stesso pugnale che prima era nelle mani di Yoko, Drusilia comprese... e se era vero che già percepiva la presa violenta e persecutrice del suo Destino sempre infausto, non sarebbe comunque bastata ad alleviarle l'orrore che le gelò le ossa... o a consentirle di modificare qualcosa negli eventi che continuavano a peggiorare.

    fwcpCo1
    -Ti prego... no.
    Parlò senza aver fiato in bocca, mentre il Matto affondava la lama nell'unico cuore che le apparteneva per davvero... ed allora fu come esser lei stessa pugnalata. I sensi le mancarono mentre -già inginocchiata- le dita si stringevano con forza alla gabbia per non cadere del tutto, rischiando di battere la testa e poi svenire. Non che non fosse risultata un peso morto per tutti gli altri più di quanto non fosse già...

    « Scusami, Yoko... Mi dispiace... ma devo assolutamente farla uscire. »
    Ciò che tuttavia uscì dal petto del Magister non fu rosso sangue, ma una strana sostanza argentea... e sebbene Drusilia fosse sempre stata consapevole della natura demoniaca del suo uomo, trasalì nel notare quella "stranezza", troppo insolita anche per lui. Lo sguardo smeraldino salì sul viso della Volpe, scoprendo che non vi fosse alcun segno di sofferenza fisica, e fu allora che riprese a respirare.
    Travolta in ogni caso da quel tripudio di emozioni, esausta dal continuo tenerle a freno, impensierita dallo stato del figlio che portava in grembo, la Dama del Vento -nonostante il pericolo scampato- ebbe l'amaro sentore che non fosse effettivamente andato tutto per il meglio: qualcosa in lei si era rotto.
    Dopotutto, chiunque avesse mai provato un tale dolore da piangere fino a non avere più lacrime, avrebbe saputo che ad un certo punto si arriva ad una una sorta di calma, un placido stato di estasi, quasi la certezza che non succederà più nulla... o che nulla fosse in grado di farle più male.

    « Vi devo le mie scuse per tutto questo... e ti ringrazio per avermi dato riparo. »

    Ciò che accadde dopo fu per lei nulla più di una strana sequenza di eventi lontani, i quali si avvicendavano fra loro come spezzoni di un film di cui era semplicemente spettatrice. Nemmeno rivedere l'oggetto delle sue ricerche, la persona che guidava i suoi passi da tutta una vita e che sovente incontrava nei sogni più belli e dolci, nemmeno scoprire che la Pandorica era ormai aperta e che ciò che vi stava dentro sarebbe finito su Endlos -divorandolo ed annichilendolo, con molte probabilità- generarono in lei emozioni che la destassero da quello stato assente. Ogni cosa era ovattata: le immagini, i suoni e le stesse sensazioni. Perfino la mente si rifiutava di procedere rapidamente, dando una logica al tutto.

    Nonostante ciò, rimase ancora lucida: se solo il suo cuore avesse ripreso a funzionare, avrebbe probabilmente provato del timore verso le proprie emozioni... o verso cosa stava diventando. Sentiva in lei qualcosa di sordo, perché ascoltava soltanto sé stesso, qualcosa di muto, perché non v'erano parole in grado di spiegarlo; alzò una mano con aria smarrita ed al tempo stesso sorpresa, osservandosi il palmo come se si trovasse davanti ad un qualche evento inspiegabile. Che fosse miracolo o maledizione, ancora non lo capiva.
    Ebbe solo una stranissima sensazione di déjà vu.


    GALANODEL »

    « i figli di Dio videro le figlie dell'uomo che erano belle
    e si presero delle mogli fra tutte quelle che scelsero. »
    Bereshit (Genesi) VI,2.


    Risultato dell'unione fra sangue umano ed angelico, il corpo di un Galanodel presenta tratti di entrambe le razze.
    Per comprendere una delle caratteristiche alla base della stirpe dei Galanodel, è necessario approfondire un aspetto storico relativo alla loro creazione. Questi altro non sono che il risultato dell'unione di una creatura celeste con un essere umano. Ciò significa che, sebbene manifestino aspetti del tutto umani, la loro vita è tuttavia slegata dalle funzioni del corpo perchè -come gli angeli- i Galanodel sono legati alla Fonte. Questa li rende immuni da agenti esterni, come ad esempio il tempo, o magari cose più "concrete" quali batteri, tossine o organismi non loro. Ciò implica che sono assolutamente immuni alle malattie e, qualora qualcuno provasse ad avvelenarli, la sostanza tossica verrà assunta senza che il corpo ne subisca effetti deleteri.
    Altra eredità della progenie celeste vi è certamente la capacità di sollevarsi in aria -talvolta generando candide ali sulla schiena- o irradiare luce dalla propria pelle, intensificandola o meno a seconda del caso. Questa non si annullerà mai, ragion per cui, se di giorno sarà praticamente impercettibile, di notte e nell'ombra si manifesterà sotto forma di candore lunare. Essendo quindi provvisti di un corpo luminoso, questo non sarà provvisto di ombra ai propri piedi.
    Essendo inoltre il corpo parzialmente costituito di luce, esso avrà capacità di rigenerazione superiori a quella di un normale umano; non conserva inoltre i segni delle cicatrici. Inoltre ha un adattamento alla diversa luminosità che va aldilà dell'umano: è infatti in grado di vedere perfettamente al buio, come se fosse pieno giorno.
    E' infine cosa ben nota che il sangue di una creatura pura contenga un potenziale nettamente superiore a quello di un comune vivente; non a caso nei sacrifici umani son predilette fanciulle vergini ed infanti. Ora, si immagini questo potenziale amplificato in modo esponenziale, tanto da rendere il sangue stesso non più un comune componente di pozioni o riti, ma l'unica e sola fonte di potere.
    Questo è quello che si verifica con il sangue degli angeli o di creature che fanno parte della loro discendenza. Coloro che ingeriscono qualche stilla della linfa vitale di un appartenente ad una stirpe celeste si ritrovano vincolati da un legame di natura mistica molto forte che si concretizza con un netto prolungamento della vita del soggetto, la cui intensità dipende dalla quantità di sangue assunto e la cui efficacia trascende qualsiasi razza, genere, classe sociale e (soprattutto) la natura soprannaturale: ha effetto su chiunque, chiunque egli sia e qualsiasi cosa sia. L'allungamento della vita dipende dalla razza, dalla quantità di sangue ingerito e molti altri fattori. Orientativamente, una goccia del sangue di un Galanodel "puro" porta in un essere umano qualunque un aumento della vita di circa cento anni.

    [Resistenza a Veleni e Malattie: 5 | Difesa da Veleni e Malattie: 2 | Volo: 5 | Assenza di Ombra: 5 | Rigenerazione: 5 | Scurovisione: 5 | Malia tramite Sangue: 5]



    GODDESS OF LOVE »

    «Mettimi come sigillo sul tuo braccio, come sigillo sul tuo cuore, perchè forte come la Morte è Amore. Le grandi acque non potrebbero spegnerlo, né i fiumi sommergerlo. Tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma ardente, la fiamma del Signore!»
    Canto dei Cantici VIII,6-7.


    L'Amore è un sentimento intenso e profondo simile all'affetto, alla simpatia ed all'adesione, ma molto più violento ed incontrollabile. Impossibile da concepire appieno per chi non ha avuto mai modo di viverlo è rivolto verso una persona, un animale, un oggetto o verso un concetto, un ideale. Oppure, può semplicemente essere un impulso dei nostri sensi che ci spinge verso una determinata persona. E' tuttavia soggettivo, ed è forse questo a renderlo così complesso; per alcuni è il volere che gli altri siano felici, un sentimento incondizionato che richiede molto coraggio e accettazione, per altri è ciò che avvicina l'uomo ad un Dio lontano, altri lo ritengono semplicemente una utopia, qualcosa di non concreto. Sono infiniti i modi di pensare e vederlo, così tanti quanti sono le creature di ogni universo e dimensione. Drusilia Galanodel, insieme al fratello Quarion, rappresenta ogni singolo aspetto della carta di Arcani di cui sono i concetti incarnati. Loro sono gli Amanti, incarnano l'Amore -la forza più potente dell'Universo- ed il Libero Arbitrio.
    Loro sono quella fiamma viva in grado di animare ciascun animo verso il desiderio massimo del proprio esistere. Per tale ragione la bella è in grado di esercitare numerose malie sugli altri. Ciò che tuttavia non accade è la situazione inversa: nulla è in grado di scalfire la sua volontà, mentirle o ingannarne i sensi, forte del suo potere e della sua stessa essenza.
    E' inoltre empatica, capace di comprendere appieno lo stato d'animo altrui. Significa "sentire dentro" e nonostante il concetto sia spesso ridotto al semplice "mettersi nei panni dell’altro", in realtà vuol dire "portare l'altro nel proprio mondo". Drusilia può mettere in secondo piano il suo modo di percepire la realtà per cercare di far risaltare in se stessa le esperienze e le percezioni di chi le sta intorno. È una forma molto profonda di comprensione dell'altro perché si tratta d'immedesimazione negli altrui sentimenti. Ci si sposta da un atteggiamento di mera osservazione esterna al come invece si sente interiormente, cercando di guardare attraverso i suoi occhi.
    E' per tutto questo che, chiunque ha a che fare con la Dama del Vento, vede in lei ciò che desidera; il musicista la sognerà come propria musa o sentirà dolci melodie provenienti dai suoi passi, il pittore la vedrà come opera d'arte vivente ed il chierico si stupirà nel riconoscere in lei l'impronta del suo dio. Tali reazioni possono essere infinite, come lo sono coloro che la incontrano, assaporandone la persona, omaggiando la sua bellezza.

    [Malia d'Amore: 5 | Anti-Malia: 5 | Lie-Detector: 5 | Mindfuck-Alert: 5 | Trick-Detector: 5 | Empatia: 5 | +10% di Energia: 5]



    LADY OF THE WIND »

    «L'Amore ci passa accanto, rivestito di soavità, ma noi fuggiamo via impauriti, andiamo a nasconderci nelle tenebre o, ancora, l'inseguiamo per far del male in suo nome. Anche il più saggio tra noi si piega sotto il formidabile peso d'Amore; eppure esso è, in verità, leggero come la brezza lieve del Libano.»
    Kahil Gibran.


    E' innegabile che, dal suo arrivo su Endlos, il potere della Dama del Vento sia sensibilmente cresciuto: questo può essere in parte dovuto al fatto che ella abbia abbracciato il suo destino di guerriero Galanodel -imparando a non lasciarsi più frenare dal suo cuore tenero-, e in parte al fatto che la permanenza presso l'Isola nel Cielo l'abbia portata ad un più alto livello di comunione col suo elemento... Fatto sta che l’ambiente attorno a lei sembra aver sviluppato un legame quasi empatico con Drusilia, reagendo alla sua presenza e riflettendo come uno specchio i suoi stati d’animo. Il potere non genera mai effetti disastrosi o disagevoli, nemmeno per gli avversari, ma è una spia più che utile per capire che aria tira; se -all’improvviso- il cielo si annuvola... e se è stato fatto o detto qualcosa di fuori luogo, sarebbe meglio a preoccuparsi di quei neri cumoli temporaleschi, perché potrebbero essere un terribile presagio di tempesta.
    La comprensione del suo elemento è tale da poter considerarlo "tutt'uno" con la sua Signora. Partendo da tale presupposto, la giovane Galanodel può comandarlo a suo piacimento con rapidità e naturalezza sconosciute ad un mago qualunque. E' anche in grado, attraverso la meditazione, di poter "sentire" ogni molecola d'aria presente nel raggio di 15m da lei; quando qualcosa si trova all'interno dell'area, la Dama è in grado di stabilire la sua esatta posizione nello spazio, un suo qualsiasi movimento o un semplice respiro, come anche la composizione chimica in caso di sostanze gassose. Allo stesso modo la sua essenza non è in realtà nemmeno relegata ad uno stato fisico vero e proprio, ma più simile al vento; nonostante Drusilia sia di fatto un corpo, con il tempo ha finito per somigliare al suo elemento al punto da diventare percepibile non solo come soggetto singolo, ma anche come l'aria che la circonda, rendendo di fatto difficile determinati tipi di localizzazione.
    Similmente all'aria è perfino in grado di spostarsi, veloce come il vento di cui è sovrana, ed ha particolarità fisiche quali una elasticità muscolare fuori dalla norma che le permette di compiere movimenti particolarmente complessi con l'aiuto del proprio fisico scattante.
    Mai vi fu nulla più mobile dell'aria e del vento, mai vi fu più grazia di ciò che nel cielo sconfinato si muove.

    [Manipolazione Atmosferica: 0 | Instant Casting: 5 | Antiauspex-Radar: 5 | Auspex “Radar”: 5 | Auspex di Composizione dell'Aria: 5 | Bonus alla Velocità: 5 | Doppio Bonus all'Agilità: 5+5=10]



    GODDESS OF BEASTS »

    «Io sono colei che a notte, nel cielo, riempie di luce il firmamento. Colei che genera il timore e l’inquietudine della notte, sono. Colei che richiama dagli abissi i pesci alla superficie. Dov’è la mia parola perentoria e chiara? In una rete a larghe maglie stesa sui campi. In una rete a strette maglie tirata su dai campi, sì che nessun uccello voli via. La mia parola attraversa il mare ed il mare ne è spaventato. La mia parola attraversa laghi ed acquitrini; penetra la corrente dell’Eufrate e ne diventa essa stessa corrente.»
    Inno a Ishtar.


    Se è vero che, chiunque abbia a che fare con la Dama del Vento, vedrà in lei ciò che desidera nel profondo dell'anima, lo è ancor di più per le creature più istintive: queste subiranno maggiormente l'effetto della sua sola presenza, proprio in virtù della natura emozionale ed istintiva dell'amore stesso.
    Qualunque bestia, mostro o creatura intelligente ma dotata di istinto sarà infatti portata a sentirsi a suo agio in presenza della bella, non percependola mai come una minaccia ma sempre un alleato: una madre, una figlia, un componente del branco o qualcuno verso cui sentirsi invitati ad abbassare le difese. Non sarà quindi insolito che creature anche non solite ad assumere determinati atteggiamenti mansueti, in sua compagnia si riveleranno affettuosi, felici e desiderosi di tenerezza.
    Nell'aiutarla ad ispirare tali sentimenti, vi è anche l'abilità di Drusilia di comprendere perfettamente i linguaggi animali fatti di suoni semplici e gestualità del corpo, interagendoci così con maggior sicurezza e generando danni minori rispetto ad altri.

    [Linguaggio animale: 5 | Malia di serenità per le sole creature istintive: 5]



    AURA DEI GIUSTI »

    «Ciascuno metta al servizio degli altri il dono che ha ricevuto»
    (1 Pt 4,10).


    Altro non è che una aura di "cárisma" che circonda alcuni degli appartenenti alla gilda. Tale aura è invisibile tuttavia splendente per chi è in grado di guardarla, ed è un concentrato di Salvezza, Misericordia e Grazia. Coloro che avranno modo di osservare un portatore di tali doni, vedranno nelle sue gesta, anche quelle non apprezzabili, la manifestazione più alta di Giustizia, perchè Aviatore è colui che scelse di avere il dono di una vita spesa al servizio dei fratelli.

    [Malia di carisma]
     
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    Una delle due presenze ostili era un clown sopravvissuto allo scontro, di cui il Castigo si occupò inviando la propria spada con un tentacolo spiritico per tentare d’infilzargli il cranio e dargli così il colpo di grazia. La seconda presenza si rivelò più sfuggente, poiché camuffata e in continuo spostamento sul soffitto del corridoio. Contro l’ignoto spettatore appollaiato sulla volta aizzò un frammento del proprio spirito, sperando di coglierlo di sorpresa e abbatterlo grazie all’invisibile supplizio sciamanico.

    Nel frattempo l’Ufficiale dell’Est si rivelò perfino più apatico del collega cainita, sviando la richiesta con un misto di sofismi e dubbie annotazioni. Le circostanze anomale in cui si trovavano s’imposero però nell’ordine delle priorità, laddove il corridoio era mutato in un tranello circolare da cui pareva impossibile fuggire. Ancora una volta la sua Bussola indicò la via per sfuggire all’inganno, portando i presenti ad incontrare un figuro che il Kuthiano riconobbe come la precedente guida dell’esercito orientale – sempre che i ricordi dei briefing introduttivi della Legione sulle milizie straniere non lo stessero tradendo. Il veterano portò delle notizie vagamente rincuoranti: gli eserciti confluiti a Kisnoth stavano ancora combattendo i Circensi, nonostante la Barriera perimetrale li stesse intrappolando in territorio nemico.

    Infine tramite una scorciatoia mistica il gruppo raggiunse il palcoscenico del Circus Diabolique.

    Sul palco erano evidenti i segni di una battaglia giunta ormai alle sue battute conclusive. Vide pochi malridotti individui che si reggevano in piedi a malapena, mentre gli eventi precipitavano troppo in fretta perché potesse afferrarne la gravità: un demone aveva appena dischiuso una prigione dimensionale chiamata “Pandorica” – come spiegò una fanciulla dall’anima esotica che - a giudicare dalla successiva reazione della Giullare - doveva essere la Luna dispensatrice di Marchi di cui aveva sentito tanto ciarlare.

    Mentre costei si proponeva di rallentare l’avanzata degli internati e intimava ai sopravvissuti di fuggire attraverso un portale, Bid’daum non poté fare a meno di chiedersi quante volte ancora avrebbe dovuto gestire un’invasione di abomini – col Divoramondo prima e i Titani di Krarth poi. Dopo aver riconosciuto nel portale di trasferimento lo stesso potere che lo aveva trascinato di specchio in specchio attraverso le assurdità di quel Circo, si chiese inoltre se quella belva dalle fattezze di principessa lo avesse sfruttato come una pedina da spostare a piacimento.

    Un senso d’insoddisfazione lo pervase quando si accorse che non c’era traccia dei Circensi, malgrado si fosse ripromesso di punirli per gli attacchi terroristici a Sud. Il sipario si era alzato ma gli attori dovevano già uscire di scena, salvati da un deus ex machina che probabilmente aveva svolto anche il ruolo di regista all’insaputa di tutti. Mal sopportava il pensiero di essere stato soltanto una comparsa in una tragedia inscenata da altre eminenze grigie.

    Incamminandosi verso l’uscita da quell’epopea percepì che un ciclo si stava concludendo: una volta tornato a Merovish nulla sarebbe più stato come prima. Seppur con poche informazioni frammentate a disposizione, aveva compreso un’innegabile verità – non su quel grottesco tendone bensì sull’organizzazione che lui stesso rappresentava: gli Eversori erano inadeguati per fronteggiare le calamità che si stagliavano all’orizzonte. Le partite future si sarebbero giocate su livelli ben più complessi della sola Tana su cui avevano imposto la loro egemonia, pertanto anche a loro occorreva un salto di qualità.

    Di fronte a questa conclusione, anche l’insoddisfazione poteva acquisire un senso: non era proprio la delusione per le proprie mancanze il motore principale della sua crescita interiore? Quell’eterna opera di distruzione e ricostruzione di se stessi - la ciclica fusione e riforgiatura dell’anima per uscirne temprati - poteva essere applicata anche ai sognatori del Sud.

    « Facile come cacciare Tuskgor, vero? »

    Dedicò una battuta di spirito al suo compare Gerarca e - ormai convinto della necessità di un risveglio collettivo da quel Sogno sfibrato dalle avvisaglie dell’alba - si lasciò alle spalle la Notte della Prima.


    Stato fisico: lievi bruciature sul corpo, ferite da taglio sulla schiena
    Stato mentale: convinto
    Energia: 70 – 20 = 50%
    Equipaggiamento:

    Kuthian Armour [ Armatura | Peso trascurabile | Bonus Resistenza ]

    Comet Hammer [ Arma bianca ]

    Tàmerlein [ Spada | Vibrazione ultrasonica | Ferimento spirituale ]

    Bussola dei Desideri [ Oggetto GDR ]

    Istrice Maledetto [ Set di dieci spilli | tecnica a consumo medio di trasmutazione in acido ]


    Passive:

    Risorse Criminali [ +10% di mana ]

    Oltre la Realtà [ Auspex Spiritico | Percezione Magica ]

    Senso di Morte [ Auspex Radar ]

    Burattinaio [ Telecinesi dell’equipaggiamento ]

    Anatema del Re Implacabile [ Immunità alla fatica | Immunità al dolore ]

    Tentacoli di un solo Abominio [ Casting dall’equipaggiamento ]

    Insano [ Instant Casting ]

    Impaccio della Carne [ Assenza d’interiora | Rigenerazione gdr-only | Anti-sanguinamento | Tasca dimensionale ]

    Matrice dello Spirito [ Conoscenza enciclopedica dello sciamanesimo ]

    Dedalo Mentale [ Mindfuck-Alert | Trick Detector | Anti-malia | Difesa mentale variabile ]


    Attive utilizzate:
    Aggressione
    Questa pratica - condannata come abominevole in differenti civiltà - permette alle anime rivali di trascendere le barriere fisiche del corpo per cercare lo scontro diretto. Bid’daum sfilaccia la sua stessa anima per aggredire l’avversario con parte di essa: il flusso spiritico appare come un getto che travolge il bersaglio, è di natura energetica e provoca traumi psico-fisici proporzionali all’obolo energetico speso e alla durata stabilita per il supplizio (che oscilla da uno a due turni).
    Consumo: variabile (usata ad alto)
     
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    In un tripudio di esplosioni assordante, come l'urlo disperato di chi quel giorno cercava di aggrapparsi alla vita con le unghie e con i denti, il Demone-Volpe provò un senso di rabbia e frustrazione come mai in vita sua aveva sperimentato.

    -Quando sarà tutto finito, si nasconda questa stolta nella prigione più remota ed isolata,
    e si getti la chiave così che non ci danneggi mai più.


    Perché le parole di Arthur, ridotto in fin di vita nel tentativo di salvare l'impossibile, fecero più male di qualunque ferita di cui era stato vittima il suo corpo.
    Stava sacrificando la sua vita.

    -E tu, Magister... riporta a casa mia figlia sana e salva.

    Il padre della sua amata stava sacrificando la vita... per porre rimedio ad un suo errore.
    Perché se non fosse stato così ottuso, così avventato, così stupido da lasciarsi trasportare dal suo inutile desiderio di vendetta... probabilmente il Saggio non l'avrebbe dovuto fare. Se si fosse fermato a ragionare, a provare anche solo a mettere in riga i suoi pensieri invece di agire come un animale in preda al suo istinto, forse le cose sarebbero andate diversamente.
    Ed invece lui era lì, furioso e frustrato con se stesso, a fissare inerme le ceneri che si disperdevano nel nulla.
    Il resto divennero solo boati in lontananza, e grida silenziose che lo consumavano dall'interno.

    « Scusami, Yoko... Mi dispiace... »

    Per questo quando il Gufo Bianco scivolò d'improvviso dinnanzi ai suoi occhi, con in mano il pugnale che gli aveva lanciato Steel

    « ...ma devo assolutamente farla uscire. »

    non provò alcun dolore. Non fisico, non più di quanto non ne stesse già provando in quel momento. E sebbene in altre circostanze avrebbe forse portato le sue unghie affilate a stringere la gola della persona che aveva innanzi, la frustrazione di quel momento -per un istante- lo portò a pensare che forse era quello che si meritava. Che era quello che avrebbe dovuto fare fin dal principio, per evitare quell'inutile conflitto. Perché forse anche le ulteriori morti e ferite dei suoi compagni si sarebbero potute evitare, se l'avesse fatto.
    E con quella convinzione -ed il capo chino per la vergogna- vi rimase per diversi lunghi istanti, sino a quando ciò che accecato dal dolore gli era sembrato sangue prese forma e sostanza dinnanzi ai suoi occhi.

    « Vi devo le mie scuse per tutto questo... e ti ringrazio per avermi dato riparo. »

    Allora la riconobbe, e capì il senso di quella visione. Quando negli specchi era stato pugnalato, senza comprenderne in alcun modo il senso.
    Era già stato deciso tutto..? Quello che sarebbe dovuto succedere, le scelte che loro avrebbero fatto... burattini, fin dal principio?

    « So che non ti piacerà ciò che devo chiederti, e che non hai motivo di fidarti di me...
    ma ho bisogno che tu vada avanti insieme gli altri.
    So come liberare Drusilia e farla tornare viva e incolume Endlos,
    ma non posso concentrarmi sulla Gabbia fintanto che voi altri non siete al sicuro. »


    Il Demone-Volpe vide in quel momento lo squarcio che si era creato poco distanze, e solo allora ebbe il coraggio di alzare gli occhi laddove si trovava la sua compagna. Ancora in gabbia, in nessun modo scalfita. Lei, invece, distrutta, con lo sguardo perso nel nulla.
    Provò un senso di rabbia indescrivibile. I canini si conficcarono involontariamente nella sua stessa carne, andando a fondo privi di ogni senno sino a raggiungere le ossa su cui si poggiavano.
    Era inutile fino a quel punto? Avrebbe dovuto lasciare a qualcun altro il compito di salvare la sua amata e suo figlio, mettendosi al sicuro mentre voltava loro le spalle per scappare come un inetto?

    « No. »

    La replica sarebbe giunta secca, fin troppo naturale e pacata.
    Ma le iridi dorate grondavano già di lacrime come mai in vita sua.
    Non l'avrebbe fatto.

    « Mi dispiace, ma questo non lo posso fare. »

    Non sarebbe mai stato in grado di guardarli ancora negli occhi.

    « Adesso andatevene... o rischio di non distinguervi dagli altri. »

    Non si mosse d'un solo passo.
    Il suo mondo, la sua intera vita era rinchiusa in quella gabbia.
    Per questo sarebbe rimasto a combattere.

    Mana: 30%

    Passive
    • Instant Casting: casting istantaneo degli incantesimi
    • Riserva Energetica: mana al 110%
    • Percezione Magica: auspex magico
    • Vento Magico: auspex radar
    • Schermo di Pensieri: mind-fuck alert + trick-detection + difesa malie
    • Maestro degli Inganni: anti-auspex [percezione magica + radar] per [evocazioni e personaggio]

    Equipaggiamento
    • Lacrima dell'Alfiere: tecnica per richiamare l'Alfiere di Laputa
    • Occhio della Notte: casting tecnica nei turni successivi
     
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    Presidio Centrale, Kisnoth
    Circus Diabolique, Center Stage


    Accadde tutto così in fretta.
    Eppure, in quell'istante ebbe l'impressione che il tempo avesse rallentato volutamente il suo corso. Proprio lì, quando Arthur lanciava il suo ultimo colpo verso la Pietra facendola esplodere. Lì, quando lo vide divenire polvere sotto i suoi occhi. Poi venne la prima esplosione, e il suo fragore spinse istintivamente il suo sguardo verso l'alto, seguita immediatamente dalla seconda. La terza, infine, avvenne non molto lontano da lui.
    Inerme, l'onda d'urto lo fece rotolare rovinosamente sul bordo del palco.

    Disteso prono sul pavimento, il Semidio ebbe modo di osservare interamente il risultato di tutti quegli attacchi.
    Fu in quel momento che - alla fine - crollò; a cosa era servito tutto questo? A cos'era servito aver fatto tutta quella strada soltanto per cadere ad un passo dalla meta, a veder morire un amico e un collega?
    Fu in quel momento che la sua rabbia, il dolore dovuto alle ferite, la tristezza e il malessere che quel luogo infernale gli faceva provare traboccarono prepotentemente come lacrime amare lungo il suo viso, digrignando - invano - i denti per cercare di trattenerle.
    Perché? Perché...?

    Quando tutto ormai gli sembrava perduto, accadde qualcosa che aveva quasi del miracoloso: una donna dai capelli dorati e gli abiti bianchi fece la sua apparizione, avvolta in un'aura argentea. Il Semidio sgranò gli occhi per la sorpresa; quella figura aveva qualcosa di trascendentale. Un angelo disceso direttamente all'Inferno, intento a salvarli tutti. Portando delicatamente il braccio al cielo, infatti, la fanciulla mosse con grazia la mano, squarciando lo Spazio creando così un portale che avrebbe permesso a tutti i presenti di fuggire.

    Con la morte di Aisiling e l'imminente apertura della Pandorica, Uriel non poté far altro che fidarsi di lei. Si trascinò dolorante verso il portale da essa creato, senza voltarsi indietro, con il desiderio di non dover mettere mai più piede in quel Circo Diabolico.

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    AiqaIp8


    Status fisico: danni da calore e aghi in tutto il corpo
    Status psicologico: provato dallo scontro

    Energia:

    █████████████████████ 25%

    Equipaggiamento:

    » Sagittarius: Arco + frecce (x10)
    » Diario : Un comune diario.

    Abilità Passive:

    » Expanded Mind: Memoria illimitata, +10% energia, Instant-casting
    » Innocent Aura: Auspex spirituale
    » Autorevolezza: Aura di carisma
    » I See the Light: Scurovisione
    » Perfect Body: Rigenerazione out-of-combat


    Abilità Attive:


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    Ted Carter



    sazh-katzroy-final-fantasy-xiii-9.68





    Sul campo di battaglia vi erano così tante cose da tenere in considerazione, che chiunque si sarebbe perso almeno un particolare.
    Ted se ne perse almeno la metà dato che non aveva più l’occhio sinistro.
    Riuscì a malapena a concentrarsi su i suoi bersagli e poco più.
    I suoi fulmini fecero ciò per cui erano stati scagliati e, come in una sorta di flashback del passato, la pietra detonò poco dopo.
    Una catena di esplosione molto simili a quella che lo aveva ucciso, lo investì mandandolo in ginocchio. Il corpo era debole a causa delle ferite e delle poche energie, avrebbe potuto sopportare poco altro.

    Mentre tutti attorno a lui sembravano cadere come pezzi di una scacchiera ribaltata con violenza, Ted provò a cercare conforto in un ultimo pensiero.
    Eseguì un gesto che non era solito fare e cercò di aiutarsi con il ricordo della madre che, invece, lo faceva sempre: il segno della croce.

    "Salve Dio ...", iniziò come solitamente era solita fare sua madre, "... sono in una situazione di merda ...", quello invece sua madre non lo diceva mai, "... non ho mai creduto molto in te, ma dopo aver visto angeli, demoni e tanto schifo, inizio a pensare che forse potresti anche esistere ...", prese un grosso respiro per provare a non piangere, "... mi sono impegnato veramente tanto per arrivare qui. Non voglio morire ancora, devo fare tante di quelle cose che non riuscirei ad elencarle tutte. TI prego … fai qualcosa."

    Quando alzò lo sguardo per capire cosa fosse successo attorno a lui, il suo unico occhio vide una figura angelica aggirarsi davanti ai suoi alleati.
    Con un gesto della mano aprì un portale verso la salvezza per i pochi sopravvissuti della notte.

    Il pugile a quella visione si sentì immediatamente meglio, avrebbe sorriso se una strana figura non fosse apparsa all’ultimo.
    La sua sola presenza lo metteva in soggezione anche se non sarebbe stato in grado di descriverne il perchè. Era come se si trovasse nuovamente davanti a Zakar.
    Infatti non passò molto tempo prima che uccidesse la manifestazione angelica.

    "Oh no!"

    Alzandosi da terra si diresse verso l’apertura.
    Dopo tutto quello che aveva fatto stava scappando come il peggiore dei codardi.

    "Sono un codardo. Codardo ma vivo."

    Entrò nel portale voltando lo sguardo un’ultima volta indietro.
    Come poteva guardare al giorno con speranza se la notte era finita con la morte?

    Ted Carter
    Stato Fisico: Braccia bucate in più punti (Più di Medio Diffuso), Schiena bruciata (Più di un medio diffuso); Stanchezza, Gli manca un occhio
    Stato Mentale: Scosso, Provato.
    Mana: 20%
    N o t e
    +10% mana; Rigenerazione corpo (Only Gdr); Anti - Sanguinamento; Auspex: Radar; Maschera dell’Anima; Mindfuck-alert

    The Energy:
    Fin dal primo giorno che Ted è arrivato su Endlos qualcosa in lui è cresciuto drasticamente: la propria energia. Da prima presente, ma silenziosa, è cresciuta a tal punto da sviluppare una serie di bonus che il corpo del pugile riesce a sostenere. Un’aumento delle energie di base è stato uno dei primi bonus che ha percepito il pugile. Con il tempo ha iniziato anche a sviluppare peculiari abilità, come la capacità di percepire cosa si muovesse intorno a lui nel raggio di quindici metri o perfino di occultare la propria anima ai mali intenzionati. Inoltre la sua rigenerazione è aumentata in maniera esponenziale tanto che, fuori dai combattimenti, è riuscito perfino a riattaccassi arti persi o guarirsi da ferite profonde, le quali non perdevano neanche un goccio di sangue grazie all’energia che bloccava le varie emorragie creando una barriera protettiva intorno alla ferita. Allenandosi, con il capitano della divisione verde Firion, Ted è stato in grado di modificare ulteriormente la sua energia che ha iniziato a captare anche i vari attacchi mentali che potrebbero colpirlo, un segnale di pericolo lo avvertirà in caso si trovasse sotto attacco da parte di un'offensiva mentale.

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    N o t e
    +50% Forza; +50% Agilità; +50% Resistenza; Immunità al dolore; Pelle dura come Roccia

    The Champion:
    Potendo vantare il titolo di campione mondiale di Boxe, il corpo di Ted è per antonomasia più robusto e tonico rispetto a molti altri. Le continue sessioni di allenamento gli hanno permesso di potenziare la forza (Aumentata ulteriormente dal Bracciale di Ercole), l’agilità e la resistenza portandole ad un livello superiore a quelle del comune essere umano. L’energia poi ha valorizzato quelli che erano già alcuni dei suoi punti forti. Da un giorno ad un’altro, Ted, ha smesso di provare dolore, qualsiasi esso fosse, come se i suoi nervi fossero stati bruciati dall’improvviso aumento di energia. La pelle, già coriacea di suo, con il tempo e i combattimenti, ha sviluppato una durezza paragonabile a quella delle rocce.

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    Attive:

    N o t e
    Resistenza alla fatica; Telepatia con il Pet; Vista condivisa; Istan-Casting

    The Training:
    Da quando Agrodon Mustang ha iniziato a seguire il percorso del pugile attraverso la magia, quest’ultimo, si è ritrovato costretto a studiare e ad allenarsi per migliorare le sue capacità nel padroneggiarla. Per quanto Ted preferisca dire che non è merito di nessuno, questi studi gli hanno permesso di sviluppare una certa resistenza alla fatica, che solitamente incrementerebbe con l’abbassare delle energie, ciò gli permettere di essere più lucido durante i combattimenti. Quando però raggiunge la soglia minima, Carter sviene come chiunque altro. Inoltre è stato possibile notare come la velocità nel lanciare qualsiasi tipo d'attacco o difesa sia aumentata, permettendogli così di diventare ancora di più un'avversario temibile. Gli allenamenti in coppia, hanno inoltre intensificato il contatto mentale fra i due, ottenuto originalmente da un contratto con la Seele. Adesso fra i due vi è un forte canale telepatico, nel quale riescano a scambiarsi informazioni e anche immagini.

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    La Volpe, come anche gli altri guerrieri del resto, aveva dato fondo a tutte le proprie energie per cercare di sventare l’assalto nemico. Nonostante tutti i loro sforzi combinati, una parte degli attacchi era comunque riuscita a fare breccia nelle loro difese. Malgrado i colpi subiti il gruppo aveva comunque sferrato, con una coordinazione che aveva dell’incredibile, una controffensiva nei confronti di quei Mostri.

    La loro strategia era alla fine molto semplice, avrebbero trasformato la fonte del potere dei circensi nella chiave per la loro disfatta. Avevano quindi mandato loro incontro una delle gemme e, a una distanza opportuna, avevano cominciato a bersagliarla con quanto in loro possesso.
    Attacco dopo attacco la gemma si incrinò e fu solo dopo che ebbe raggiunto il punto di rottura che il caos, quello vero, ebbe inizio.
    Una serie di esplosioni, programmate e non, prese vita sul palcoscenico in una terrificante quanto spettacolare coreografia.

    Fuoco, luce, cenere e fumo.
    Questi furono gli unici ricordi a rimanere impressi nella mente e nel corpo, già portati allo stremo, del Demone Volpe. Atterrato dalle ferite di quella battaglia impari Mugen non potè fare altro che continuare a guardarsi intorno, per capire o quantomeno cercare di capire quanti di loro fossero ancora in vita o quanti nemici fossero sopravvissuti alla deflagrazione.
    Forse i colpi subiti lo avevano ferito ben più di quanto avesse immaginato. Non solo il suo corpo era coperto di ustioni e sanguinante, ma anche la sua mente sembrava aver perso lucidità.

    Era giunta la fine.
    Il suo corpo lo stava abbandonando ed anche la sua mente sembrava perdere colpi. Dall’altro lato del palco gli sembrò di vedere due figure assenti poco prima, il Gufo e una donna in abito bianco dai capelli dorati.
    Se quella era un’allucinazione sembrava davvero così vivida. Ciò che sembrava più difficile da credere era il fatto che dopo così tanta sofferenza, e con i segni di un’evidente sconfitta, quella donna sconosciuta prometteva loro una via di salvezza.


    « Il passaggio è instabile, ma vi poterà in salvo. »
    Purtroppo, tenerlo aperto richiede un grosso sforzo, e non posso resistere a lungo... »

    In ogni caso non credeva di avere davvero una scelta e non poteva negare che da quando quella Notte aveva avuto inizio in più occasioni si era salvato per qualche intervento che aveva un che di divino. Ogni alternativa era in ogni caso meglio di quell’Incubo. Non era la prima volta, da quando si erano avventurati oltre la bolla, che per un motivo o per un altro si ritrovava a in balia degli Eventi. Quanto meno, questa volta, poteva tuffarsi nell’ignoto di sua iniziativa.

    Mentre cercava quindi di dare fondo a tutte le sue energie per rinsavire e mettersi in piedi, un altro odore, bene impresso nella sua memoria, si fece largo in quel caos di essenze mortifere.

    Anche quella volta l’aria era pregna di odori poco piacevoli, morte e polvere da sparo. Rimettendosi in piedi cercò la fonte di quella nuova essenza e la trovò poco distante. Non aveva dubbi al riguardo. Era lui, lo stesso individuo che aveva fatto svanire nel nulla il Principe Namas alle soglie della battaglia per Sequerus. Avrebbe voluto urlare, avrebbe voluto corrergli incontro e strappargli la gola con un’artigliata. Ma nonostante quel fuoco che gli bruciava dentro il suo corpo era allo stremo. In quelle condizioni era a malapena in grado di mettersi in piedi. Attaccare o ogni altra azione che non fossero la fuga si sarebbero risolte in un ridicolo e imbarazzante fallimento.

    Non fu facile, ma per una volta provò ad ingoiare il suo orgoglio.
    Se aveva qualche speranza di sopravvivere a quell’inferno non doveva sprecarla. Aveva cose molto più importanti da fare che morire in un futile tentativo di vendetta. Qualora quel portale fosse in grado di portarli in salvo aveva ben altro per cui vivere. Doveva ritrovare lo Scorpione, che non vedeva dalla battaglia nella Casa degli Specchi, ed avvisarlo dell’imminente minaccia che si affacciava sul futuro del Presidio Occidentale.

    Con una rabbia amara che gli lacerava l’animo, e mentre un ultimo pensiero gli attraversava la mente, al Demone Volpe non rimase altro che addentrarsi nel portale e sperare di lasciarsi quell'Incubo alle spalle.

    Amon, ti troverò.


    CITAZIONE
    Condizioni fisiche: contusioni, ustioni e ferite sparse, braccio sinistro perforato dagli aghi e sanguinante
    Energie: 20%
    Tecniche utilizzate:
    Passive:
    ~Retaggio di una volpe Rossa:
    Bonus alla Forza
    Auspex Olfattivo
    [SPOILER]Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
    Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
    Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
    [Bonus forza +50% (5 punti), Auspex olfattivo (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, Auspex uditivo (5 punti)]

    ~Reliquie di una volpe Bianca:
    Passiva di volo
    Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
    [Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]

    ~Ombra del Drago
    Malia di riverenza quando impugna Anguirel
    Ogniqualvolta Mugen si ritrova ad impugnare Anguirel contro un nemico, questi si ritrova a fare i conti non solo con la ferocia del Demone Volpe ma anche con l'antico retaggio della spada. Infatti Anguirel riversa ai danni dei nemici di Mugen un'aura di sottomissione. (Malia di riverenza)

    Equip:
    Biglietto dorato
    ~Anguirel
    Anguirel è stata forgiata per volere dello stesso Mugen Fudo con elementi da lui raccolti nel corso delle sue avventure su Endlos.
    Sebbene sia una spada di recente fattura nei suoi costituenti si nasconde una storia molto antica. É stata forgiata utilizzando alcune scaglie della corazza di Khellendros, il gigantesco drago Divora-Mondo, e il leggendario bokken di Fanedell, artefatto donato dalla foresta alla Volpe Rossa in segno di gratitudine per aver combattuto contro un nemico che ne minacciava il secolare equilibrio.

    Con queste premesse non è difficile immaginare come Anguirel sia una spada straordinaria e unica nel suo genere. Dal punto di vista puramente strutturale la lama è stata forgiata colando e temprando più volte attorno all'anima lignea una lega di acciaio e scaglie di Khellendros.
    La lama raggiunge con facilità il metro e venti di lunghezza, perfetta e bilanciata con uno spessore di circa due centimetri nella nella sezione centrale, che assottigliandosi sempre più verso i bordi crea un doppio filo estremamente tagliente ed una terribile punta acuminata.

    Esteticamente la sezione centrale centrale è di color chiaro, rivelando appunto l'anima dell'artefatto ricavata utilizzando il legno di Fanedell, che in questa parte della lama è abbracciata da un sottile strato di metallo che la rende comunque visibile. Spostandosi verso i bordi la densità della lega aumenta virando la colorazione verso un nero scuro e opaco ai bordi, ma passando attraverso varie increspature di grigio lungo la superficie.

    La guardia, di fattura apparentemente più rozza, deriva da un intaglio grezzo delle scaglie e riporta dei glifi in basso rilievo. Mentre l'impugnatura è tutt'uno col corpo centrale dell'oggetto in legno di Fanedell, coperto in questa sezione da una fettuccia si seta e pelle atta a rendere l'impugnatura più comoda e salda.

    Per quanto riguarda il peso non supera i tre chilogrammi.
    Normalmente è riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la Volpe tiene al fianco sinistro.

    Come legittimo discendente del bokken di Fanedell anche Anguirel è in grado di attingere alle energie di Mugen Fudo, ma forse per una memoria ancestrale custodita al suo interno la lama chiederà un doppio pegno. Mugen avvertirà le sue energie fluire nell'arma in maniera violenta e a volte dolorosa, come se la stessa Anguirel gli stesse mordendo il braccio e la mano in cambio del suo supporto in battaglia.
     
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    Non mi ero mai soffermato a riflettere sulla mia morte.
    Quando sarebbe avvenuta, in che modo, se era vero che il buio assoluto sarebbe stato preceduto da una luce confortante.
    Per un guerriero rappresentava la compagnia di ogni giorno, la pugnalata che sarebbe potuta arrivare in qualunque istante. Forse per questo non vi avevo mai pensato: era stata al mio fianco fin dal principio.

    Se mi avessero chiesto in che modo me ne sarei voluto andare... non credo che sarei stato in grado di scegliere una risposta.
    Come un eroe, forse? Sarebbe stato bello. Devoto alla causa di una vita fino alla vera fine: aiutare il prossimo, salvare il mondo. Non avrei mai visto il mio sogno coronato, ma avrei messo un nuovo importante scalino per chi si sarebbe fatto carico della mia eredità.
    Morire di vecchiaia, invece? Sarebbe stato un traguardo incredibile! Una meta raggiunta forse da un soldato su un milione. No, un miliardo! Come sarebbe cambiato allora il mondo, al momento della pensione? Il mio fisico mi avrebbe impedito di lottare con soddisfazione, in un mondo migliore, o divorato nella frustrazione per non essere stato in grado di cambiare nulla? Chissà, a quel punto, se avrei avuto dei nipoti a cui raccontare le grandi gesta degli Aviatori e dell'Esercito Errante.
    Dei nipotini... già... sarei mai stato in grado di costruire una mia famiglia? O per meglio dire, me lo sarei mai potuto permettere? Non sarebbe stato facile trovare un'anima gemella... e chissà se sarebbe stata originaria di questo od un altro mondo.
    Troppi pensieri, per un soldato...

    Eccola, quella luce di cui tanto mi avevano parlato.
    Era vero: era calda, confortevole... come l'abbraccio di un genitore.
    Papà, mamma, non vedo l'ora di riabbracciarvi.

     
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    The End of the Show


    N
    on vidi nemmeno se i draghi fossero riusciti nell'impresa. La difesa creata dai nostri compagni per proteggersi si infranse ed io venni spazzata via dalla furia dell'attacco nemico.
    Quando riaprii gli occhi ero completamente stordita e mi fischiavano le orecchie. Non sentivo più il mio corpo ma in qualche modo riuscii a rialzarmi. Non capivo più cosa stesse succedendo, attorno a me era l'Inferno. Facevo fatica anche a distinguere i miei compagni dai nemici. Mi parve di scorgere per un istante una figura in cielo che si dissolveva: forse una delle mie evocazioni. Ce l'avevano fatta?
    Mi resi conto che non mi importava. Volevo soltanto uscire. E finalmente ne abbi l'occasione: una figura angelica ci si palesò aprendo un varco. Eravamo morti? Quel portale ci avrebbe riportati a casa o verso la fine ultima? Non mi importava. Volevo soltanto uscire.
    Entrai.

    5RYDC

    Status Fisico — Malconcia
    Status Psicologico — Sfinita
    Mana — 80%
    Abilità Passive — ~ Charme sugli Animali
    La ragazza possiede inoltre uno charme innato che porta le creature animali ad obbedirle o per lo meno a non etichettarla come un potenziale nemico.
    ~ Istinto Animale
    Durante le ore di buio, la ragazza manifesta la sua forma animale. In questa versione le sue capacità fisiche aumentano: i suoi sensi di udito ed olfatto infatti divengono ipersviluppati, entro un raggio d'azione di trenta metri. [In Funzione Solo di Notte]
    ~ Dragon Hearted: solo chi possiede il cuore di un drago può stipulare un accordo con questi animali mitologici e, dal momento che Eva lo ha fatto, si può concludere che possieda questa particolare caratteristica. Il cuore del drago conferisce un potere fuori dal comune che consiste nel dono dell'immortalità al suo possessore oltre che di una potenza e una velocità di utilizzo degli incantesimi fuori dal comune. [Abilità Passiva - Immortalità + 10% di mana + Istant-Casting]
    Abilità Attive — //
    Pet — //
    Azioni — //
    Note — //
    nmykv9

    » Even a creature with an iron spirit can be bent by kindness and will «

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    TRUE LOVE IS POSSIBLE ONLY IN THE NEXT WORLD — FOR NEW PEOPLE. IT IS TOO LATE FOR US. WREAK HAVOC ON THE MIDDLE CLASS.

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    Zimmer completò il suo rituale, saccheggiando i corpi dei suoi nemici e intascando qualsiasi cosa avrebbe potuto avere anche il benché minimo valore.
    Non lo fece per mera avidità – il Boggart era stupidamente ricco ormai – ma per il semplice fatto di potersi dedicare, anche solo per un istante, a qualcosa di familiare.

    Scontri su scala dimensionale, demoni, angeli, labirinti irti di trabocchetti... quelle mani d'oscurità che li trascinano nel buio. Zimmertraugher dei Cunicoli Dai Quali Si Torna apparteneva ad una razza semplice. Loro scavavano, e vivevano là sotto, lontani da tutti. Custodi di memorie e segreti, di follie e di scherzi... ma esiliati, incomprensibilmente separati da tutte quelle vicende di superficie.

    Una volta di più, il Pasha della Fame rimpianse la semplicità della sua vecchia vita.
    Prima della Guerra. Prima che perdesse l'anima in uno sfortunato gioco di carte.

    « La terza è che sono Saggio di Palanthas: è mio dovere guidare i passi
    di chi desidera percorrere le strade della Conoscenza – purché metta impegno nella ricerca. »



    Un suono secco segnò il punto conclusivo del Saggio, terminandone la frase.
    Un pugnale, verosimilmente uno di quelli recuperati da Zimmer, vibrava ora conficcato ad una parete, lanciato con la forza della rabbia e della stanchezza.

    No c'è bisogno che io ricorda ai presenti quanto … “impegno” noi ha impiegato, in chesta richiesta. il Boggart parlò con voce tagliente, lo sguardo fisso sul pugnale appena lanciato. Il molliccio era stanco e frustrato, ma i suoi occhi ardevano di una strana rabbia.
    Quanti suoi compagni erano morti, in quel labirinto? Quanti i dispersi?
    Quanti avrebbe rivisto, alla fine di quella giornata campale?
    Era servito a qualcosa, il loro intervento?

    Skaro gli pose una mano sulla spalla, per calmarlo. Non era quello il momento di sfogare le proprie emozioni... non ora che erano così pericolosamente vicini alla fine.

    Brifos precedette il gruppo, avviandosi verso quella che con ogni speranza, era l'uscita.
    Invece ricomparve semplicemente alle loro spalle, come se il gruppo stesse girando in cerchio, schiavi di chissà quale trucco, quale ennesima trappola.
    Ah! Io ricorda chesta parte. Noi ora viene attaccati da lupi mannari, e una volta dentro villa, noi trova tesoro. esclamò convinto Zimmer, annuendo convinto.

    Bei tempi, quelli.
    Più semplici. Con meno pagliacci.

    L'equipaggiamento degli Eversori li salva da quell'imbarazzante eternità da passare assieme in un corridoio, e dopo – o molto? - i membri sopravvissuti a quella assurda spedizione si ritrovano davanti ad un portale, con la promessa che li avrebbe condotti a casa.

    Il Boggart si sforzò di non guardarsi attorno, nel terrore di non ritrovare troppi volti nella folla di chi ce l'aveva fatta. Io giura che se hanno azzoppato anche mio elefante, io resta e smonta tutto questo baraccone a morsi. Io giura. borbottò, fra se e se.

    Portali.
    Zimmer si preparò a vomitare di nuovo, al termine di quello sgradevole passaggio magico.

    « Facile come cacciare Tuskgor, vero? »

    Il commento del suo collega lo prese alla sprovvista, strappandogli una stanca risata, mentre si lisciava la barbetta ormai bianca con la punta delle dita.

    Facile, si... ah! Ma almeno, noi può togliersi qualche soddisfazione in più, no? ridacchiò, accarezzando il pulsante del detonatore innestato nel Guanto.

    Da qualche parte, un Critico in esplosivo detonò.

    Poi il gruppo del Sud si apprestò ad attraversare il portale.
    Troppo tardi, Zimmer si ricordò della cosa più importante.
    Con ormai più della metà del corpo dall'altra parte, mentre la nauseante magia lo trascinava inesorabilmente a casa, riuscì a lanciare un urlo solitario, spezzato d'angoscia.

    EHI!? VOI NO CI HA ANCORA PAGATO!








    Stato fisico: Stanco ~ Ferita profonda al fianco destro
    Stato mentale: Boggart arrabbiato
    Mana: 30 %


    Passive:
    Icaus ~ (volo)
    Lingua da mercante ~ (persuasione)
    Intuito del Bugiardo ~ (radar bugie)
    Certificato di Alchimista ~ (immunità alle proprie tecniche alchemiche)
    Ich Gasata ~ (+10% energia)
    Silent Lie ~ (tecniche alchemiche silenziose)


    Equipaggiamento:
    Aspide di Troia ~ (arma da fuoco)
    Portatore di Peste ~ (tramite tecniche alchemiche)
    Mercury Trader ~ (cannone/martello)
    Berserker Armor ~ (armatura no elmo)

    Attive:
    Abbracciatore - mine residue (Critico)

    Companion:
    23 Skaro ~ Spiderbot




     
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    ???

    I 66 Sigilli sono stati infine spezzati, come era stato voluto e programmato: dal più puro -un'anima purificata e trascesa in Ilyaster- al più corrotto -una vita di bugie e autoinganni, costruita sulla pelle altrui dalla Traditrice-; e mentre la Pandorica spalanca i suoi cancelli nel centro del palcoscenico del Circo, quanto era stato gettato al suo interno perché il mondo se ne obliasse ne prorompe fuori, con un tremore che squassa la fibra di quella realtà distorta.

    Una gigantesca colonna di luce -dai mille colori cangianti-, che stride avvitandosi su sé stessa in un continuo rimescolarsi, erompe dal ventre squarciato di Aisiling, come una creatura viva che viene al mondo... e la forza incontenibile intrappolata all'interno dei suoi contorni fa sì che quel concentrato vibrante di indicibile potere saetti ovunque per l'ampio spazio dell'arena, lasciando scie di distruzione che affascinano alcuni spettatori e ne terrorizzano altri.

    jpgMa nonostante il putiferio che si scatena sotto di loro, in quel momento, il suo sguardo non vede che una cosa sola: la candida Luna ha abbandonato i remoti reami del sogno, la Strega Dorata, il suo Angelo è tornato da lui...!

    ...certo, per convincerla ha dovuto solo attirare in una gigantesca machiavellica trappola il maggior numero possibile dei suoi Fratelli spirituali, metterli in pericolo di vita frattanto che li teneva in conto come piano di riserva, e -incidentalmente- dichiarare guerra al Semipiano con un plateale attacco al suo fulcro dopo averne preventivamente rosicchiato le fondamenta in modo certosino per anni, ma... Ehi: il risultato è quello che conta, no?

    « Bene, caro Socio: penso che tocchi a te! »
    esordisce, rivolgendosi alla figura più esile che lo affianca
    « Direi proprio che è arrivato il tuo momento di intervenire! »

    Seduta accanto all'Arcidemone, la Farfalla Blu degli Inferi ruota la testolina incorniciata da riccioli rossi in direzione dell'interlocutore, appunta su di lui le limpide iridi azzurre, e sbatte graziosamente le ciglia un paio di volte, con aria perplessa.

    « Oh... sono desolato per l'increscioso malinteso, ma... no. »

    Con uno scatto nervoso, il padrone di casa stacca per la prima volta gli occhi dal palco per posarli sul Cappellaio, che -con il solito cordialissimo sorriso sul volto intonacato di bianco- si limita a sorridergli di rimando, in maniera pacata e gioviale, per nulla intimidito.

    « Non credo di dover fare proprio niente: il nostro patto
    prevedeva che procurassi un'esca che attirasse qui la Signorina... e qui Lei si è presentata. »

    spiega con garbo il Cappellaio, esponendo le sue motivazioni e facendo spallucce
    « Visto e considerato che, nonostante gli accordi, l'ultimo Sigillo abbiamo dovuto aprircelo da soli... non vedo motivo di concedere alcun extra: tutto qui. »

    Scavallando elegantemente le gambe, il Pierrot si alza dalla propria poltroncina con un solo movimento fluido, lisciandosi le pieghe del completo di alta sartoria con aria distratta, e si accosta al parapetto dell'anfiteatro, tendendo la pallida mano verso il vuoto...

    « Nulla di personale, sono solo affari: immagino capirà. »

    Dal palmo della Farfalla scaturisce un dardo di potere astrale che intercetta il fiume in piena uscito dalla Pandorica, e... nonostante il rapporto di forze ridicolmente sbilanciato tra le cose, quest'ultimo inizia a venir attraversato da delle interferenze che ne alterano la composizione, portando ad una separazione interna tra una componente più leggera e brillante, e una più pesante ed oscura.

    La massa di energia si fa sempre più instabile, scindendosi in due flussi distinti: una parte, quella chiara, si abbatte sul Center Stage attraversandolo; l'altra, in cui si sono addensate le tinte più fosche, si innalza verso i recessi oscuri del Tendone, svanendo senza lasciar tracce.

    jpg
    « Ora... credo che andrò a recuperare la mia consegna,
    raccoglierò il mio collega ovunque si sia andato a cacciare, e toglieremo il disturbo. »

    annuncia con voce conviviale il Satana della Superbia, visibilmente di buon umore
    « Quindi, mi scuso se non saremo presenti per i festeggiamenti -sarà per un'altra volta!-, e le auguro buon proseguimento e buona fortuna: con l'Asta, la sua Cerimonia, gli invitati e tutto il resto... »

    « Naturalmente. »
    ritorce piccato l'Impresario, tornando a concentrarsi sul palco con un'alzata di spalle
    « Riceverà il mio feedback negativo in mattinata. »

    E con un sorriso sornione sulle labbra nere, sfilandosi il copricapo con un ampolloso inchino di congedo,
    il Pagliaccio dello Sheol si inabissa nelle tenebre del loggione, abbandonando la scena.


    { Center Stage }
    Tutti

    Lentamente, provati e allo stremo delle forze, gli Endlossiani ripiegano fino al varco dimensionale che la donna misteriosa ha aperto per loro, forse non troppo entusiasti all'idea di attraversarlo, ma decisamente desiderosi (o, se non altro, speranzosi) di lasciarsi alle spalle quell'incubo travestito da pagliacciata: il primo a rispondere all'intimazione di lasciare il campo è il Demone delle Tempeste, che con la Dama Azzurra priva di sensi tra le braccia, si volta e oltrepassa la Soglia come un bambino ubbidiente.

    EHI!? VOI NO CI HA ANCORA PAGATO!

    Lo seguono il Boggart, il Khutiano, lo Schiavo il Legionario,
    il Pugile, la Mannara, il Semidio, la Kitsune, e...

    « No. Mi dispiace, ma questo non lo posso fare. »

    Le categoriche parole di Yoko richiamano sulla sua figura gli occhi d'oro della Bestia, ma nello scorgere il pianto sul suo volto, qualcosa sembra colpirla, anche al di là dell'eburnea e immutata maschera sorridente: non è sorpresa, perché -in fondo- quella del Magister è la reazione più ovvia e naturale che potesse prevedere... eppure, un'amarezza che non ha spiegazione adombra il luccichio ambrato delle iridi metalliche, mentre la creatura continua a sorridere.

    « ...siete proprio cocciuti... »
    sibila tra sé e sé, come sovrappensiero, scuotendo appena il capo

    Se l'altra sé fosse ancora desta, la Luna chiederebbe perdono per la ferita che ha inferto al cuore della Volpe semplicemente paventando l'esistenza di una così crudele folle possibilità; se fosse completa, avvertirebbe quel dolore come suo e cederebbe ai rimorsi... e anche in assenza di quanto estirpato, l'eco del suo ricordo detterebbe la legge della compassione alle sue azioni: esiterebbe, e non può permetterselo.

    In vista di questo momento ha strappato via dalla sua essenza ciò che l'avrebbe resa debole.
    Per questo motivo, in questo giorno, si è rivestita l'anima con un'armatura di freddo e vil metallo.

    Colma la distanza che la separa dal Demone, con nello sguardo una materna condiscendenza che non sente e sulle labbra un vuoto sorriso: la destra si solleva fino al viso del Dreamer, e mentre le dita affusolate gli percorrono una guancia per tergere via alcune lacrime -sfiorandole appena con la delicatezza di una piuma-, la Strega reclina la testolina dorata da una parte, con le labbra arricciate in un arco affilato come una falce.

    jpg
    « Allora... non perdonarmi. »

    Il cono di ombra e gelo che scaturisce improvviso dalla mano della donna è sufficiente a forzare l'inamovibile risolutezza dell'Elessedil, proiettandolo con veemenza indietro di alcuni metri, dritto tra le falde del portale...

    Poi, le iridi d'oro si spostano poco oltre il punto in cui sostava Yoko, trafiggendo con ben meno pazienza l'uomo con gli occhi d'ametista, che ancora indugiano con esitazione sulla Gabbia: ed è avvertendo la muta minaccia, che Kerobal si affretta ad alzare le mani in segno di resa, arretrando verso l'uscita con un amaro sorriso tirato.

    « ...mi lancio da solo, grazie. »

    E mentre il Nephilim si ritira in buon ordine, costringendosi a girare i tacchi e percorrere la scala di vetro, sperando in cuor suo che quel mostro mascherato da angelo abbia detto il vero circa Drusilia, una nuova presenza -come a dargli il cambio- si getta incontro alla Malkavian per reclamarne non senza un certo trasporto le attenzioni: forse voleva investirla in corsa, magari abbracciarla, o anche solo toccarla, per scoprirla una cosa concreta e non un miraggio di fumo e malinconia, ma...

    Non appena lo sguardo della ragazzina dalla lunga treccia castana va a sbattere contro l'espressione ferina e distaccata della Vampira dagli occhi d'oro, nella mente della Strega della Luna qualcosa si infrange come un cristallo: scuote la testa in segno di rifiuto, porta le mani al petto come se questo servisse a trattenere la crepa nel suo cuore dall'allargarsi, crolla in ginocchio a un paio di metri, con le lacrime agli occhi d'onice... e la Vampira la fissa dall'alto -algida come una notte d'inverno-, arricciando appena le labbra in una smorfia annoiata e reclinando un poco il capo, frattanto che la fanciulla congela in un accesso di collera il pavimento che l'ha accolta.

    “Io non rinnego mai niente // Lo considero da perdente”
    un ringhio, un filo di voce, e mani che scacciano le lacrime
    “Per questo ascolta stupida Bionda // Ti riporto indietro a colpi di fionda
    Perché nessuno mi può ignorare // Quindi ora vedi proprio di crepare.”


    jpgIl Giullare senza più cappello tintinnante partorisce una risatina isterica, torna a rialzare la testa con tutta la disperata caparbietà di chi ha solo un obiettivo e niente altro da perdere, e quando il tumulto nella sua aura anticipa le intenzioni bellicose nei confronti della Malkavian, il corso degli eventi sembra accelerare bruscamente.

    “Cosa posso dire se non parDon // Preparati a un…”

    Jester esegue un breve inchino, muove un passo sulla lastra di ghiaccio per scivolarci su prendendo velocità, e... la bambina albina con le orecchiucce da gatto precipita come un lampo giù dal buio soffitto del Tendone, alle spalle della Selvatica, già vibrando con la spada un fendente poderoso per spiccarle il cranio dal collo, prima ancora che il colpo vibri per minacciare la sua Padrona.

    E poco importa che la Gattina bianca abbia mostrato affetto per l'altra solo poche ore prima, perché tale è l'istinto di un Famiglio Perché il senso di sudditanza di una Chimera Bianca di Joffensen verso il suo Alfa è qualcosa di assoluto.

    “… ARMAAAAAAAAGEDDOON!”

    Ma la Malkavian stende istintivamente la destra sopra la testa del Guitto -quasi senza riflettere su ciò che sta facendo e su cosa comporterà-, intercettando col palmo la lama di Miaka e fermandone il corso, evitando la decapitazione della Saltimbanco, e... scoprendo il fianco proprio all'attacco di quest'ultima: il pugno in cui Jester ha concentrato molto del suo potere, che si abbatte sullo stomaco della Creatura senza nessuna esitazione.

    L'impatto genera un'onda d'urto, che solleva un denso banco di detriti attorno alle due figure,
    ma alla ragazzina non serve la vista per comprendere l'esito della sua azione...

    « ...quanta rabbia, per un corpicino così esile! Eppure era la conclusione più ovvia... »
    mormora la Vampira, e la sua voce è il più dolce dei veleni
    « Chi cerca quel che non deve, finisce per trovare ciò che non vuole. »

    ...perché può avvertire contro la mano indolenzita la resistenza che il Ken ha opposto al suo Kou, può udire la risatina roca e soffice che gorgheggia fuori dalle labbra appena dischiuse della Maestra, sentire il tocco carezzevole -quasi seducente- di diafane dita da pianista che affondano gentilmente tra i suoi capelli castani, e vedere attraverso le volute del pulviscolo il luccichio dorato di quegli occhi da predatore.

    Occhi che diverranno probabilmente l'ultimo ricordo che il Giullare serberà di quella bizzarra Notte di orrori nel Pentauron: occhi che le scivolano addosso come miele liquido, prima di intrappolarla come un insetto nell'ambra. Quelli, e le sue sferzanti parole di sfida.

    jpg
    « Ad ogni modo: perché una cosa come questa funzioni contro di me..
    ...ci vuole molta, molta più forza. »


    Non serve attendere che il polverone si depositi, perché -in un istante- la Bestia scivola al fianco della Selvatica con un avvitamento che ricorda un elegante passo di danza, la mano eburnea scende ad avvolgere in una morsa ferrea la nuca della ragazzina, e infine si abbassa sul pavimento con un movimento fluido, trascinando Jester con sé e schiantandola con violenza al suolo, mentre la stoffa bianca della lunga gonna si dispiega attorno a lei come la corolla di un fiore.

    La nube si dirada per quello spostamento d'aria improvviso, ed è con estrema non-chalance che la bionda si rialza in piedi e muove qualche garbato passettino fuori dal cratere che il colpo ha scavato nel Center Stage, lasciandosi alle spalle il Giullare malamente tramortito a faccia in giù.

    « Riportala indietro con voi, ma non aspettarti che ti ringrazi.
    ...sempre ammesso che sia ancora viva. »


    Quando la Luna gli rivolge quelle parole, il Cavaliere dell'Est -suo Astro Gemello- è già accorso al fianco della fanciulla rimasta sul pavimento per sincerarsi delle sue condizioni, e nonostante il vago sollievo di scoprirla solamente priva di sensi, gli occhi cerulei del Paladino non possono che riflettere una frustrazione amara e cocente per quella situazione; è allora che il lento applauso di un singolo paio di mani risuona nell'arena ammutolita...

    ~ C L A P ~ C L A P ~ C L A P ~

    I due Arcani si scambiano uno sguardo fugace, e quello è l'unico commiato che possono concedersi: costringendosi a mandare giù il groppo di collera e preoccupazione che ha in gola -amaro come fiele, e che quel suono di scherno non aiuta a digerire-, Leon si rialza con Jester svenuta tra le braccia, e volta le spalle ai riflettori per marciare attraverso al portale e scomparire dall'altra parte; intanto, in un singolare spettacolo di metamorfosi, il Violinista abbandona le proprie sembianze umane per assumere quelle di un gufo albino, e andare ad appollaiarsi sulla spalla della donna bionda in un rapido frullio d'ali.

    « Avanti, Ragazzi! Ma dove vi siete cacciati? Non vi ho assunti per battere la fiacca!»
    esordisce in tono gioviale e bonario una voce dal pubblico
    « La nostra meravigliosa ospite finalmente arriva, e non c'è nessuno ad intrattenerla?
    Che figura mi fate fare? »


    ...e non importa da quale punto dell'informe oscurità che avvolge il palco provengano quelle parole, né che -come alcuni Endlossiani hanno già visto accadere- una densa melma nera trasudi dal suolo del palcoscenico per raccogliersi in ammassi disgustosi e palpitanti, che una volontà propria plasma in forma umanoide, perché gli occhi d'oro della Vampira guardano altrove: verso l'alto, sfidando le luci dei riflettori, alla Gabbia che ancora racchiude l'ultima lontana aurora al termine della buia notte della sua esistenza.

    In un istante, dalla poltiglia simile a catrame riemergono intatte le figure degli Artisti del Circo, e la Luna si ritrova circondata dalla Domatrice Ozma -visibilmente impaziente di schioccare la frusta-, dalla Medusa Selina -i cui capelli le aleggiano intorno come tentacoli nervosi-, dalla Strega-Serpente Azshara -più velenosa del solito-, dal Mangia-Fuoco Nicolaj -dall'aria particolarmente truce-, e dal Mago Aloysium -che, freddo e composto, vorrebbe essere altrove-, che la stringono in un accerchiamento che non lascia che pochi metri di spazio di manovra.

    Il rapace notturno sulla di lei spalla scruta quei nemici uno per uno -ruotando la testa in modo telescopico-, e tuttavia la Creatura si limita a calare lo sguardo verso di loro con fare assorto: le labbra rosse e ben disegnate si piegano in un sorriso affilato e folle, le braccia che le riposano lungo i fianchi si muovono per permettere alle dita di ghermire due lembi della stoffa dell'abito, e quando si esibisce in una graziosa riverenza, i Saltimbanco si scambiano un'occhiata perplessa.

    Che è quanto basta a condannarli a una brutta sorpresa, perché -con un lieve tonfo- da sotto la lunga gonna della Strega Bianca fanno capolino tre figurette: più piccole di un bambino e più perfette di quanto qualunque vivente potrebbe essere, le bambole di porcellana vengono fuori gattonando, e -appena libere dalla stoffa- si scagliano immediatamente addosso ai Circensi per tenerli occupati; e mentre quei simulacri in forma di bambina le aprono la strada, la Bestia ascende verso la sua meta... passo dopo passo, su una scala di specchi fluttuanti.

    jpg
    « Dicono che odiare sia come bere del veleno con la convinzione che danneggerà qualcun altro... »

    Così esordisce la Luna, raggiungendo la stessa altezza di Drusilia e scivolando in ginocchio al suo cospetto, per mimarne la posa e far in modo che i loro visi siano allo stesso livello: iridi dorate come miele sfiorano gli occhi della Galanodel, smeraldi ancora incrinati dallo shock... eppure ora in grado di percepire le cose a un livello più profondo.

    É una sorta di intuizione, una sensazione che vibra nei recessi del suo essere; niente che sia descrivibile a parole, perché farlo sarebbe come cercare di infilare una mela in una cornice per fotografie.... ma è quel nuovo senso risvegliato che avverte la Dama del Vento che c'è qualcosa di diverso nella donna che le sta davanti, qualcosa di sbagliato rispetto all'immagine che ne ha nei suoi ricordi: una sensazione più fredda, come un vuoto... come se qualcosa le mancasse.

    « Ma... la verità è che l'odio è un liquore prezioso:
    perché è fatto con il nostro sangue, il nostro tempo, e due terzi del nostro Amore. »

    parla ancora la Sibilla, con presagio, senza che sia chiaro a cosa si stia riferendo
    « Bisognerebbe esserne avari – tu, più di chiunque altro. »

    Mentre sul palcoscenico sottostante si scatena una guerriglia serrata e confusa tra le Bambole, la Bimba-Gatto e i Circensi, gli altri pannelli di vetro che le hanno fatto da scalini -eccetto l'ultimo- si sollevano per circondare la Luna come guardiani silenziosi, cominciando poi a scorrere in cerchio: dapprima abbastanza lentamente da permettere a Drusilia di scorgere ad ampi intervalli scampoli dell'enigmatica figura della sua Madrina e il riflesso della propria immagine; poi, sempre più velocemente, fino a trasformare quell'alternanza, in un indistinto caleidoscopio dall'effetto straniante... ipnotico...

    A riscuotere l'Alfiere Errante da quell'istante di letargia è il peso di una stretta delicata sulla sua spalla; l'Angelo ruota il capo da quella parte, e il suo viso si riflette nelle lenti tonde e scure degli occhiali del Gufo nuovamente in forma umana, accoccolato accanto a lei sul liscio cristallo... uguale a quelli che le volteggiano intorno sempre più lentamente, prima che una ragnatela di crepe si allunghi sulla loro superficie, mandandoli in frantumi con una nota adamantina.

    Mentre i vetri precipitano lontano da lei, Drusilia può di nuovo percepire la presenza del mondo ai suoi sensi, avvertire la forza inespressa vibrarle nelle membra, e contemplare la Gabbia dall'esterno: è finalmente fuori, è di nuovo libera... ma solo perché qualcun altro ha preso il suo posto al di là delle sbarre.

    jpg
    « Con il Tempo, la Verità verrà a te pezzo dopo pezzo,
    e da ogni crimine e ogni gentilezza dipenderà la destinazione del vostro futuro. »

    le dice la Luna, con calma dolcezza e ferma fiducia negli occhi verdi
    « Resta in vita, resta te stessa... e vivrò per rincontrarti. »

    E questa è l'ultima immagine che ti resta negli occhi, prima che Owl ti stringa in un abbraccio,
    e che entrambi vi inabissiate nella mistica superficie dello specchio sotto di voi.

     
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