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Il sole era morto e la notte incombeva, sul campo degli assedianti, eppure ovunque era un tetro ribollire di attività. Un enorme falò bruciava al centro di un lungo arco di tende -ancora vuote nonostante l'ora tarda. I lealisti avevano rimosso staccionate e palizzate erette in tutta fretta, creando campo aperto fin dove arrivava la gittata degli archi dei ribelli. Nonostante si fossero avvicinati così tanto nessuno aveva osato scoccare una sola freccia, il che venne interpretato con cauto ottimismo: secondo gli strategos, i difensori della città erano demoralizzati e forse a corto di dardi. Di certo c'era che non ne avevano sprecati per negare quelle semplici operazioni preliminari ai genieri, ed ora la legna recuperata dalle affrettate opere difensive ardeva in una grande pira funebre, sulla cui sommità era stata deposta la salma di quella che, per molti, era visto come il vero eroe della battaglia per Sequerus ed il simbolo della resistenza.
« La nobile Odayaka! Ricorderemo le sue parole, una volta varcate le porte della città!! »
Una piccola folla si era radunata attorno ad un vecchio barbagrigia in piedi su di una vecchia cassa, i cui abiti inzaccherati di fango ricordavano quelli di un alto funzionario. Aveva gli occhi carichi di amarezza e parlava con trasporto, arringando la folla con passione, ma aveva i modi di un pazzo e molti passanti preferivano ignorarlo allo stesso modo in cui si ignorano i vaneggiamenti di un profeta dell'apocalisse -sebbene un egual numero si fermava ad ascoltare.
« Gli dei benediranno il ricordo della nobile Odayaka, e malediranno quello dei vermi che ne hanno ordito la morte! Colui che domani isserà le loro teste su delle picche sarà ricordato come un eroe! »
La sponda del fiume controllata dalla resistenza era diventata un pantano dentro cui si muovevano migliaia di anime come parassiti. Intere risaie erano scomparse al passaggio dei corpi di cavalleria dei feudi più distanti dalla capitale, accorsi per prender parte alla battaglia finale il cui esito era ormai deciso, e a poche miglia era perfino sorto un ponte laddove un daimyō aveva ordinato una massiccia opera di ingegneria militare per far transitare più rapidamente i suoi uomini e prender posto al tavolo dei vincitori, quando si sarebbe deciso il destino dell'Ovest sotto i vessilli di un nuovo Alfiere. Il campo degli uomini dell'Est era defilato, eretto in cerchi concentrici di tende bene ordinate e all'ombra di stendardi recanti le icone di dozzine di corpi di cavalieri. C'era il fior fiore della cavalleria di Endlos, nobili di chiara fama accorsi in gran numero per partecipare all'impresa e rovesciare un governo che viene visto con sdegno, in quanto tirannico e capace di trascinare per avidità un'intera nazione nelle fiamme della guerra civile. Tuttavia, anche con al proprio fianco alleati così potenti, la Resistenza faticava a trovare coesione. Erano molti coloro che si erano affidati alla guida della nobile Odayaka, ed ora ai piedi della pira funebre apparivano più che mai disorientati. Fu in quel clima che fece la sua apparizione Namas.
Il Naga si stagliò di fronte ai presenti con le fiamme ancora vive e luminose alle sue spalle, indicando la città ed elencando i tremendi crimini di cui i governatori si erano macchiati. Dopo quell'evento ogni dubbio nel cuore dei rivoltosi venne dissipato, ed ognuno dei presenti vide l'alba incombente non come il segnale dell'inizio di una battaglia da cui avrebbero potuto non far ritorno, bensì come il segnale di un nuovo inizio per l'Ovest...
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Gli scoppi in rapida successione delle artiglierie da campo tuonarono sul campo, infrangendo palle di cannone legate da catene e proiettili esplosivi sulle difese esterne e sulle mura di Sequerus. Diverse migliaia di rivoltosi armati per lo più del loro coraggio e di pochi pezzi di armatura si riversarono sugli sbarramenti, travolgendo le difese esterne scarsamente difese mentre i proiettili e i dardi sibilavano ovunque. Sequerus era attaccata su tre punti diversi, ma l'assalto più violento si concentrò sulla parete principale, dove in tarda mattinata, dopo oltre tre ore di scontri accesi, uno scoppio violento fece saltare in aria i cardini della grande porta di accesso alla città, che con un boato ricadde al suolo, sventrata in tre punti. A quell'evento le truppe dei governatori si affrettarono a ripiegare senza quasi combattere, spesso gettando al suolo le lance e gli elmi dando le spalle al nemico, in rotta, travolte in più punti dal fiume di miliziani vittoriosi.
All'interno della cinta muraria i combattimenti diventarono aspri. I difensori lottavano con le spalle al muro, non più per proteggere i loro padroni ma in difesa delle loro stesse vitere. Le porte del palazzo dell'Enclave erano state sbarrate e ormai non avevano più alcun luogo dove fuggire. Agli arcieri era stato negato l'uso di faretre e scoccavano frecce sul posto fino all'ultimo istante, impossibile per loro arretrare di un solo passo. Non più protetti dal tiro dei propri alleati dell'Est e delle salve dei cannoni, costretti in uno spazio stretto dove non riuscivano a far pesare il loro numero, per la prima volta gli assedianti si ritrovarono ad indietreggiare. I difensori si compattarono attorno ad uno sparuto gruppo di guerrieri dalle pesanti armature scarlatte, armati di spade lunghe e pesanti naginata dalla lama piatta, i quali innalzarono i vessilli chiamando a gran voce il nome degli Aranwe, il cui capocasata era il legittimo alfiere dell'Ovest, mulinando le armi e riversando sui ranghi ammassati dei nemici morte ed insulti.
Fu in quel momento che il Naga fece la sua comparsa sul campo di battaglia.
Si lanciò nella mischia alla testa di uno sparuto gruppo di non-umani, proprio quando i primi miliziani iniziavano a cedere seriamente terreno, e la battaglia per Sequerus minacciava una sanguinosa battuta di arresto. Massicci individui dalla pelle scura lo attorniavano portando con se enormi scudi a torre, respingendo le salve di frecce e aprendosi un varco nei ranghi dei difensori. Arrivati a ridosso delle mura interne, gettarono grossi arpioni alla cui sommità erano legate delle catene, che si conficcarono sulle mura. I nuovi giunti ne afferrarono le estremità, tendendo fino a creare dei passaggi che i più audaci ed agili sfruttarono per assaltare le mura. Namas stesso si lanciò nella mischia alla testa dei suoi, nonostante una freccia conficcata nella gamba destra ed altri due dardi ne perforavano la spalla. Gli archibugieri schierati sui portali cessarono il fuoco ed in breve anche le salve degli arcieri diventarono sempre più rare. Gli assedianti ripresero animo, raggiunti dai rinforzi su ambo i fianchi che nel frattempo avevano sfondato. Le difese esterne erano prese ed ora gli attaccanti irrompevano nel cortile del palazzo.
Fu in quel momento che iniziò la vera battaglia per l'Enclave.. -
Deneb Eilean.
User deleted
Una guerra distante. Screzi di potere alla capitale che pensavo non avrebbero mai raggiunto il mio paesino. Quanto sono stata ingenua: il massacro fratricida non si era dimenticato di Skye, di casa mia. Pochi giorni prima del mio rientro un’ultima retata ordinata dai Governatori era calata sul mio villaggio.
Avevano rapito mia sorella.
I sensi di colpa per la mia assenza nel momento del bisogno facevano quasi fatica a insidiarsi in me, dovendo sgomitare con le doglie del travaglio. Già, perché il mio corpo in preda allo stress aveva deciso - con un mese d’anticipo - che era il momento di dare alla luce il figlio che portavo in grembo. Ho ricordi confusi del parto. Ricordo soprattutto il dolore, di una tipologia che non avevo mai sperimentato. Fortunatamente non è durato molto. Credo che la levatrice del villaggio abbia mormorato qualcosa sull’innaturalità di quella nascita… era visibilmente spaventata nell’assistermi. Se non mi avesse visto crescere, se non fosse stata proprio lei a farmi nascere ventisei anni fa, non penso che si sarebbe mai fatta avanti. Mi hanno raccontato che la mia lancia emetteva bagliori sinistri durante le contrazioni, come se fosse in sincronia con la mia sofferenza.
Come se volesse vincolare a sé anche quella nuova vita.
Quando finalmente mi hanno mostrato mio figlio, il mio sguardo è andato oltre le grinze e il color sanguigno di quel neonato prematuro. Quello era mio figlio, la ragione per cui mi ero trascinata fuori da un abisso di depressione; in lui brillava l’ultima stilla di vita di suo padre.
« Altair. »
Sorridendo ho mormorato solo il suo nome, poi mi sono addormentata per le successive dodici ore.
Nel mondo dei sogni ho scorto una fossa oceanica densa di potere. Dopo un parto mi sarebbero servite intere settimane per tornare in forma e poter partire per salvare mia sorella. Non potevo aspettare così tanto, ne andava della sua vita. La maledizione della lancia poteva rinvigorire le mie membra straziate… ma a che prezzo?
Senza pensare alle conseguenze mi sono immersa in quelle profondità recondite,
in cerca della forza di cui avevo bisogno.
~
Un’alba livida illumina l’accampamento ai piedi del Picco della Pena.
Dopo le orazioni di vendetta e i clamori di una notte insonne, il silenzio che accompagna il sorgere del sole diffonde una certezza inconfutabile: oggi è il giorno della resa dei conti. Qualunque sarà l’esito della battaglia, oggi si scriveranno le ultime parole nel capitolo presente del Presidio Ovest.
Nonostante la mia estraneità a quella guerra civile, anch’io riesco a sentire la solennità di quell’attimo. Non sono un soldato, ma sono una guerriera di queste terre. Mia sorella è stata deportata nell’Enclave non perché fosse una non-umana, ma poiché tutte le truppe ancora fedeli ai Governatori dovevano rientrare alla capitale per contrastare l’avanzata dei ribelli – e lei era stata costretta a seguire chissà quale bastardo che si era invaghito di lei.
Serro i denti e stringo i pugni fino a sbiancarmi le nocche.
Se solo hanno osato torcerle un capello, io…
Il segnale d’assedio risuona nell’aria fredda di Sequerus. Stringo le fibbie degli stivaletti e soppeso la mia unica arma: Gáe Bolg, la lancia maledetta, cimelio della mia famiglia da generazioni. Sento chiaramente che è il suo potere a tenermi in piedi davanti al campo di battaglia. Non so come farò a sopportare la sua pressione immane, ma troverò il modo. Solo i miei muscoli sono sorretti da quella forza maligna, la mia concentrazione dipende solo dalla sottoscritta. Davanti a me vedo due volti: la mia sorellina Aoko e mio figlio Altair. Se mi focalizzo su di loro ogni dubbio sarà spazzato via.
Devo irrompere nei sotterranei dell’Enclave per salvare mia sorella.
Devo combattere per donare un Presidio migliore a mio figlio.
Lancia in resta.
Quest’oggi si scrive la storia.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato fisico: ottimale
Stato mentale: concentrata
Energia: 100%
Equipaggiamento:Gáe Bolg [ Lancia | passiva di richiamo | passiva di bruciore delle ferite inflitte ]
Lancer Suit [ Armatura ]
Passive:Acrobatics [ Passiva di movenze acrobatiche ]
Attive utilizzate: /. -
Siero.
User deleted
Il girovagare senza meta del gigante lo portò alla scoperta di un accampamento ricolmo di soldati in assetto da guerra pronti per chissà che cosa. Kuro attirato da il gran casino e dalla sua immensa voglia di dimostrare la sua forza si avvicina pian piano al campo militare per scoprire cosa aveva portato quel gran assembramento di soldati proprio in quel luogo quasi come se volessero attaccare qualcosa tipo quella roccaforte poco distante da li. Il gigantone nell’avvicinarsi nota come tutti stessero facendo qualcosa anche se ormai era tarda notte, c’era chi affilava le proprie armi chi discuteva sul da farsi con un po’ di paura negli occhi chi urlava e incoraggiava i propri uomini, insomma la pace in quel luogo non regnava minimamente. Due soldati con la armi sfoderate si piombarono dinanzi a Kuro intimandogli di fermarsi e di identificarsi in caso contrario la morte sarebbe scesa sul suo capo. Passarono 20 minuti buoni prima che il gigante con la sua magnifica e spettacolare loquacità riuscì a farsi capire dai due soldati e farsi ingaggiare a combattere al loro fianco per la presa della fortezza. I due si allontanarono con delle smorfie sul viso ma molto probabilmente un paio anzi due paia di braccia in più avrebbero fatto comodo nella situazione in cui erano. Nel campo giravano un sacco di odori nuovi ma tra tutti questi uno venne riconosciuto immediatamente, era un odore inconfondibile un odore che non poteva dimenticare
< MAESTRO >
Gridò facendo girare lo sguardo di molti soldati nella sua direzione, Kuro si mise subito in moto per seguire le tracce di quel “sublime” odorino e dopo aver superato e girato innumerevoli tende eccolo li davanti ai suoi occhi il suo amico pollo non avrebbe mai pensato di trovarlo in un luogo del genere chissà come ci è arrivato visto che non può volare avrà impiegato un’infinità di tempo per arrivarci a piedi con il suo passo.
< POLLO POLLO SONO IO TU RICONOSCE ME >
Urla avvicinandosi sempre di più al suo sensei.
<che fa tu qua? Tu qua per distruggere fortezza? Io aiuta gente debole cosi distrugge tutto poi mangia nuove cose >
Il discorso poi si dirottò su cosa avrebbero fatto il giorno seguente durante la battaglia e l’idea migliore che i due riuscirono ad attuare o meglio che il rapace riuscì a concepire era di volare sul campo di battaglia e atterrare dietro le linee nemiche scatenando il panico tra i loro arcieri e i loro soldati che non si sarebbero aspettati un attacco dall’alto, questo era il piano deciso meglio di quello proposto in continuazione da Kuro sul fatto di caricare a testa bassa verso il portone per sfondarlo a testate e cazzotti.
La sera passo e arrivò il tempo della battaglia i soldati assalitori erano schierati in perfetta fila mentre i difensori si erano trincerati dietro le mura schierando arcieri sopra esse pronti con frecce incoccate. C’era un silenzio tombale nessuno fiatava e nessuno si muoveva pare che i due fronti si stessero studiando in attesa della carica iniziale degli assalitori. Un grido si levò tra i nostri ranghi e con il boato provocato dai nostri cannoni che incominciarono a sparare in direzione delle mura la battaglia incominciò. Le prime file di “soldati” marciarono verso le mura e le prime barricate tentando di farsi largo e creare una via verso il portone principale in modo da abbatterlo il cielo si riempi di frecce che venivano scagliate da tutti i due schieramenti mietendo vittime di continuo. Kuro e skekdor durante le prime fasi della battaglia si trovavano nelle retrovie pronti per il loro assalto. Il gigantone era in forma di viverna con scaglie scarlatte che brillavano al sole fumo grigio che gli usciva dalle narici e fiamme danzanti all’interno della gola, stava scalpitando in attesa di alzarsi in volo e scatenare l’inferno sui suoi nemici e futuri pasti.
< Su su Sali Sali cosi andiamo andiamo >
Kuro prima di levarsi in volo attese che il pollo si sia accomodato ben benino sulla sua schiena e gli avesse dato il segnale per avanzare e in quel preciso momento si sarebbe sollevato in aria e diretto verso le mura. Durante il volo Kuro incominciò ad emettere suoni draconici tentando di intimidire i nemici avvisandoli che una viverna incazzata cavalcata da un uccello stavano arrivando per prendersi le loro vite. Il portone principale durante il volo di ricognizione preliminare sulla fortezza venne abbattuto riversando truppe alleate al suo interno. Il segnale di discesa verso le mura interne venne dato da una strana scena e figura che con un manipolo di soldati non umani ben equipaggiati incominciarono ad assaltarle. La picchiata fu brusca e puntava all’interno delle mura interne mentre delle fiamme stavano per uscire dalla bocca. Una volta raggiunte le mura che stavano per venire arpionate la bocca di Kuro si spalancò tentando di riversare sulle cime delle mura una pioggia di fiamme per tentare di facilitare l’assalto dei non umani e subito dopo tentò di atterrare dietro ad esse sperando che il pollo durante l’atterraggio poco delicato si sia riuscito ad attaccare saldamente e magari anche a lanciare qualche incantesimo per disorientare i soldati i quali si sarebbero trovati una viverna inferocita cavalcata dal suo maestro.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato fisico: Perfetto
Stato mentale: Eccitato
Energia: 95%
Consumo post: 5%
SKILL ATTIVE
Soffio del drago: grazie alla magia mutaforma Kuro si trasforma parzialmente in una viverna, nello specifico lo stomaco e la bocca in modo tale da poter sputare fiamme per farlo si deve concentrare e fare un bel respiro profondo ispirando più aria per immagazzinare più ossigeno possibile fonte di carburante che andrà ad usare quando espira emettendo fiamme scarlatte dinanzi a se. (consumo basso danno energetico)
SKILL PASSIVE
Naso sensitivo: Il naso del gigante è molto reattivo agli odori che lo circondano forse questo è dato perchè usa spesso le narici della viverna che sono più percettive di un essere umano comune. Il suo super naso li porta sia molti vantaggi che svantaggi. I vantaggi sono che riesce ad annusare una preda chilometri di distanza e che nessuno lo può cogliere di sorpresa se il vento è a favore, mentre tra gli svantaggi il suo naso percettivo gli capta anche gli odori più nauseabonti facendogli addirittura venire la nausea per il troppo tanfo
Fly: in forma drake Kuro può volare. Sbattendo le sue possenti ali scarlatte Kuro crea delle folate di vento che gli permettono di prendere il volo e librarsi in aria
TRASMUTAZIONI
Drake form: Kuro si concentra e incomincia a trasformare il suo corpo in quello di una viverna, la pelle si trasforma ricoprendosi di squame di rettile color rosso scarlatto che colpite dal sole generano dei particolari giochi di luce creando delle fiammelle rosse che danzano tra le squame tutto ciò però è solo un effetto ottico, sulle mani compaiono degli artigli spessi e neri in grado di lacerare ciò che gli si para d'avanti mentre dalle braccia gli sbucano un paio di ali da pipistrello anch'esse rosse e dal sedere parte una grossa coda.. -
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“Mostro! Feccia! Non Umano!”
Ammirando quella che poteva essere la sua ultima alba, parole di odio e disprezzo serpeggiarono nella mente del Demone Volpe, facendosi subdolamente strada tra i suoi pensieri e rievocando memorie poco piacevoli. Quel ricordo in particolare arrivò quasi a spezzare l'insano stato di quiete in cui versava, quasi a voler inconsciamente svegliare la parte più feroce e selvaggia della sua natura, che già tante volte e senza difficoltà era venuta fuori nel corso delle numerose battaglie affrontate. Quasi a voler stuzzicare ed accendere di ardente furore il guerriero prima che la battaglia avesse realmente inizio.
Il suo sguardo dorato – che si era perso nelle sfumature rosa dell'orizzonte- si volse allora in direzione del campo mentre la sua mente richiamava uno ad uno la serie di eventi che lo avevano condotto fin lì, circondato da soldati e ribelli, pronto a dare la vita per liberare una terra non sua dal giogo dell'oppressione e della tirannia.
Il Presidio Occidentale non era la sua casa, il suo girovagare per il semipiano lo aveva portato lì per caso o per curiosità e gli eventi avevano in poco tempo preso una piega inaspettata.
Sembrava trascorsa un'eternità da quando Mugen era stato preso di mira per la sua natura non umana dai Lacci Bianchi e per poco non ci aveva rimesso la vita. La rocambolesca fuga nel Kijani Fahari, l'incontro con Amon, le battaglie con i Lacci Neri, la presa dei Cancelli, la fallita cattura di del Re Nero... era successo di tutto, una lunga epopea costellata di vittorie e fallimenti. Più di una volta aveva pensato di non farcela, più di una volta aveva percepito l'ombra della morte scivolare sopra di lui pronta ad avvolgerlo per sempre nel gelo delle sue tenebre. Eppure aveva resistito ad ogni colpo subito, aveva stretto i denti di fronte alle difficoltà, alla stanchezza e con grande volontà era sempre andato avanti ferito nel corpo ma mai abbattuto nello spirito, sebbene alcuni dei suoi nemici avessero il potere di ferirlo senza toccarlo.
Aveva sfogato la sua furia demoniaca contro ogni avversario che gli si era parato contro. I più fortunati avevano incontrato la spada, gli altri erano stati fatti a pezzi dalle sue armi naturali. Avevano visto le loro carni squarciate e lacerate dalla violenza dei suoi artigli e avevano sentito -prima che le ferite risultassero fatali- le zanne del Demone affondare senza pietà nei loro corpi, consapevoli magari che quel Mostro gioiva nel sentire il loro sangue caldo scivolargli giù per la gola.
Il ricordo di ogni scontro -e di ogni sua preda- era così vivido adesso.
Come in un flusso continuo aveva attraversato ogni fase di quella lunga avventura e quello che si preparava ad affrontare quell'ultima battaglia era un Mugen diverso. Lucido come non era mai stato, ed al contempo desideroso di dare sfogo ai suoi istinti più feroci, era pronto a scendere nuovamente in battaglia. Si preparava a combattere per mettere fine alle orribili ingiustizie che erano state perpetuate in terra occidentale, in nome di insani ideali e per ordine di spregevoli individui. Per vendicare tutti i valorosi guerrieri che erano caduti per permettere a lui di arrivare fin lì ed ogni innocente che negli anni era stata vittima dei soprusi di Kikio Ho e dei suoi seguaci.
…
La battaglia aveva avuto inizio da ore e Sequerus era in preda al caos. Le forze d'assedio attaccavano su tre fronti, ma era sulla parete principale che si concentravano gli attacchi più violenti e dopo quasi tre ore la grande porta -che proteggeva l'accesso alla città- venne finalmente scardinata permettendo alle forze ribelli di irrompere all'interno.
Mugen si lanciò nella mischia della battaglia al seguito del principe Namas, affiancato da altri non-umani. Il suo passo era sicuro, i sensi tesi al massimo ed il cuore pompava a pieno ritmo. La mano stringeva forte l'elsa della spada, pronta in ogni istante a calare su ogni nemico tanto sciocco da bloccargli il passo. Avanzando lanciò un' occhiata di intesa in direzione di Amon, uno dei pochi umani a cui oramai sentiva di poter affidare la propria vita e che sentiva di poter chiamare amico. Se non fosse stato per lui avrebbe incontrato la morte già quel giorno lontano nel bosco di Undarm. Qualora non lo avessero ucciso, magari avrebbero potuto decidere di prenderlo prigioniero e sarebbe finito a marcire tra inimmaginabili torture nelle stesse segrete dell'Enclave.
Così deciso puntò dritto ai sotterranei.
Oggi si combatteva per la libertà e la giustizia... e per dare il giusto castigo ai carcerieri.SPOILER (clicca per visualizzare)CITAZIONECondizioni fisiche: ottime
Condizioni psicologiche: deciso
Energie: 100%
Tecniche utilizzate: //
Passive:
~Retaggio di una volpe Rossa:
[SPOILER]Che cos'è esattamente un demone volpe? Nessuno lo sa con esattezza, ne esistono varie razze, varie tribù e una moltitudine di sottospecie... sebbene siano molto difficili da incontrare, creature furbe e sfuggenti. La varietà a cui appartiene Mugen ha molti tratti in comune con la comune volpe rossa selvatica, una descrizione spicciola porta infatti a definirlo come una grossa volpe dalla postura eretta, col pollice opponibile e in grado di parlare. Inoltre un demone volpe ha un ciclo vitale molto molto lungo, infatti Mugen, con qualche centinaio di anni, è da considerarsi nel pieno della giovinezza. Non è chiaro cosa accada ad un demone volpe una volta invecchiando... si sa solo che il suo manto diventa completamente bianco e abbandona il branco dei più giovani per andare chissà dove. O almeno è questo che si crede, uno strano meccanismo si innesca nelle giovani volpi nei confronti dei membri anziani, o per lo meno nei confronti dei membri anziani che hanno superato la Soglia. Non riescono più a ricordarsi di loro, o meglio non riescono a focalizzare l'attenzione su coloro che hanno superato la Soglia. Per questo si parla di Soglia, una sorta di soglia dell'esistenza. Certo ci si ricorda della vita trascorsa insieme e delle imprese compiute da un membro scomparso, ma ad un certo punto questi scompare nell'oblio ed è anche difficile da individuare il momento esatto in cui avviene l'attraversamento della Soglia. Si tramanda inoltre di incontri con volpi bianche nel corso dei secoli e in momenti particolari della storia, ma i racconti sono tutti un po' vaghi e si perdono nel ricco folklore delle volpi rosse.
Come detto un demone volpe è una creatura fuori dall'ordinario, i loro sensi sono superiori a quelli di un qualsiasi umano. Sono in grado di fiutare ed identificare una qualsiasi creatura in un raggio d'azione estremamente ampio e seguire una traccia per loro è estremamente facile.
Se non bastasse sono creature forti e veloci, in grado di affrontare qualsiasi avversità. Le loro capacità uditive si estendono oltre l'immaginabile, un demone volpe riesce facilmente a distinguere il battito di un cuore e un sussurro appena sospirato in un raggio d'azione di decine forse centinaia di metri...Inoltre dispongono di micidiali armi naturali: artigli in grado di lacerare la carne e zanne in grado di spappolare le ossa. Non bisogna lasciarsi ingannare se spesso si mostrano come esseri bonari e pacifici. Una volta fiutata la preda, difficilmente la lasciano andare...
[Bonus forza +50% (5 punti), Olfatto iper sviluppato raggio d'azione: 30 metri in duello (5 punti), zanne e artigli (2 punti); Caratteristiche bloccate: Vista notturna, udito iper sviluppato (5 punti)]
~Reliquie di una volpe Bianca:SPOILER (clicca per visualizzare)Mugen è uno dei pochi che può vantare di aver incontrato una Volpe Bianca nella sua vita. Forse perché i più se ne dimenticano. In realtà anche lui dubita di quanto avvenuto e dei vaghi ricordi che ha dell'incontro, se non fosse che quell'incontro gli ha lasciato una prova tangibile. Infatti l'unica certezza della Volpe Rossa è il dono ricevuto dalla misteriosa Volpe Bianca: il velo. Un nome sibillino per una reliquia altrettanto enigmatica. Il velo ha l'aspetto di un haori bianco, che al tatto sembra fatto di seta. Nessuno potrebbe mai sospettare l'origine indefinita di un tale manufatto né tanto meno indovinare il suo potere latente. Oltre ad essere baluardo e prova di un'esperienza vissuta l'haori dona a chi lo indossa straordinarie capacità. Mugen ha infatti scoperto che indossando l'haori può facilmente fluttuare in aria, come se fosse privo di peso, come se fosse uno fantasma...
[Abilità passiva di volo (1+5 punti), altre particolarità per ora sconosciute]
~Ombra del DragoSPOILER (clicca per visualizzare)Ogniqualvolta Mugen si ritrova ad impugnare Anguirel contro un nemico, questi si ritrova a fare i conti non solo con la ferocia del Demone Volpe ma con l'antico retaggio della spada. Infatti Anguirel riversa ai danni dei nemici di Mugen un'aura di sottomissione.
Equip:
~AnguirelSPOILER (clicca per visualizzare)Anguirel è stata forgiata per volere dello stesso Mugen Fudo con elementi da lui raccolti nel corso delle sue avventure su Endlos.
Sebbene sia una spada di recente fattura nei suoi costituenti si nasconde una storia molto antica. É stata forgiata utilizzando alcune scaglie della corazza di Khellendros, il gigantesco drago Divora-Mondo, e il leggendario bokken di Fanedell, artefatto donato dalla foresta alla Volpe Rossa in segno di gratitudine per aver combattuto contro un nemico che ne minacciava il secolare equilibrio.
Con queste premesse non è difficile immaginare come Anguirel sia una spada straordinaria e unica nel suo genere. Dal punto di vista puramente strutturale la lama è stata forgiata colando e temprando più volte attorno all'anima lignea una lega di acciaio e scaglie di Khellendros.
La lama raggiunge con facilità il metro e venti di lunghezza, perfetta e bilanciata con uno spessore di circa due centimetri nella nella sezione centrale, che assottigliandosi sempre più verso i bordi crea un doppio filo estremamente tagliente ed una terribile punta acuminata.
Esteticamente la sezione centrale centrale è di color chiaro, rivelando appunto l'anima dell'artefatto ricavata utilizzando il legno di Fanedell, che in questa parte della lama è abbracciata da un sottile strato di metallo che la rende comunque visibile. Spostandosi verso i bordi la densità della lega aumenta virando la colorazione verso un nero scuro e opaco ai bordi, ma passando attraverso varie increspature di grigio lungo la superficie.
La guardia, di fattura apparentemente più rozza, deriva da un intaglio grezzo delle scaglie e riporta dei glifi in basso rilievo. Mentre l'impugnatura è tutt'uno col corpo centrale dell'oggetto in legno di Fanedell, coperto in questa sezione da una fettuccia si seta e pelle atta a rendere l'impugnatura più comoda e salda.
Per quanto riguarda il peso non supera i tre chilogrammi.
Normalmente è riposta nel suo fodero grigio senza particolari ornamenti, che la Volpe tiene al fianco sinistro.
Come legittimo discendente del bokken di Fanedell anche Anguirel è in grado di attingere alle energie di Mugen Fudo, ma forse per una memoria ancestrale custodita al suo interno la lama chiederà un doppio pegno. Mugen avvertirà le sue energie fluire nell'arma in maniera violenta e a volte dolorosa, come se la stessa Anguirel gli stesse mordendo il braccio e la mano in cambio del suo supporto in battaglia.. -
.Aveva aspettato quel momento con inusitata impazienza, affilando una ad una le proprie armi, prestando particolare attenzione a ‘ Lama del Destino ’ e ‘ Oracolo della Morte ’ affinché il loro taglio non potesse avere alcun rivale in quella che di certo sarebbe stata la battaglia decisiva.
Quella sera si era messo in disparte, al riparo di una grossa quercia, lontano rispetto agli altri suoi commilitoni provando ad apprezzare la notte di quella particolare vigilia. La sua mente tornava indietro con i pensieri, al momento in cui si era unito ai rivoltosi aiutando Mugen che era arrivato al limitare del suo bosco, sino alla morte di Odayaka. Al sentirne solo anche il nome, il suo cuore aveva ogni volta un sussulto mentre il sangue cominciava a ribollirgli come non mai prima di quel momento: si sentiva responsabile della sua morte e in parte forse lo era stato, insieme a Namas in quella prigione. Avevano abbassato la guardia consci ormai di essere riusciti nell’obiettivo di liberare il paziente, un ragazzino dalle straordinarie capacità capaci di annichilire i non-umani. E invece erano stati colti di sorpresa, intrappolati nella stessa prigione che avevano espugnato e scoprire una volta evasi la cruda verità: l’assassinio di Odayaka per mano di un vile e di un codardo che non aveva avuto il coraggio di affrontarli a viso aperto. Ne aveva carpito la fine strategia: il suo Ordine era solito utilizzare questi mezzi per arrivare all’assassinio di un leader, evitando così inutili stragi di uomini. Se doveva essere sincero, però, non l’aveva mai accettato.
Avrebbe dato volentieri la vita per lei: nella sua ritrovata (e rinnovata) umanità, per un ideale giusto quale era quello della difesa dei più deboli e di chi come lui era esule, rigettato o abbandonato dalla sua stessa terra. Era proprio in una di queste occasioni che aveva trovato in Mugen un amico sincero ed un alleato più che valido con il quale aveva condiviso il campo di battaglia schiena contro schiena, spalla a spalla aggredendo e trucidando quanti più soldati possibile, sobbarcandosi della tristezza del principe ed alimentandosi della sua audacia e della sua forza; del suo carisma e della sua fede incrollabile. Era certamente il leader che l’intero Ovest stava aspettando, l’unico in tutta Endlos che avrebbe potuto prendere le redini di un presidio malandato, le cui idee malandate avevano alimentato un inusitato odio razziale nei confronti di chiunque non rispettassi il loro canone di normalità.
A sentir parlare quel vecchio dalla barba grigia e lunga s’era perso nei ricordi, viaggiando con la testa una volta di più sui possibili scenari che il giorno venturo avrebbe offerto loro. Non sapeva cosa avrebbe potuto aspettarsi, ma non era neanche la prima volta che scendeva in battaglia: il suo corpo e la sua psiche erano ormai temprati da anni di guerre e battaglie, ma ognuna di esse evocava in lui diverse e disparate emozioni. Quel che sapeva, quel che sentiva era soltanto una vibrante eccitazione salirgli lungo tutto il corpo, accompagnata dalla concreta determinazione di estirpare dall’Ovest quel cancro maligno una volta per tutte.
Per Odayaka. Per Mugen. Per il suo bosco.
Per tutto l’Ovest ed il suo popolo.__ ___ _________________ ___ __
Furibonda come poche altre, il conflitto finale nell’Ovest aveva avuto il suo inizio.
Indossando null’altro che il suo coraggio e gli attrezzi del mestiere, Amon aveva dato inizio alla sua personalissima vendetta senza il benché minimo rimorso o accenno di pietà in quei suoi occhi bianco-perla, mostrando la sua espressione più mostruosa. Avrebbero capito a loro spese quanto stupido e superficiale fosse il loro ideale.
Si insinuava come un folle in mezzo a quei soldati, disarmandoli e squartandoli come aveva imparato a fare nellOrdine. A poco serviva la loro resistenza, abituato com’era a qualsivoglia schema contro degli uomini comuni il cui unico peccato (oltre che essersi asserviti a quell’ideale distorto) era stato quello d’incontrarlo sulla propria strada. Insieme agli altri si faceva largo e faceva spazio per coloro i quali avevano il coraggio di seguirlo in quella guerra disperata. Nessun tentennamento: i colpi che vibrava erano precisi, chirurgici senza lasciare alcuna via di scampo alla vittima designata che cadeva giù con uno o al massimo due colpi senza avere il tempo di capire cosa o chi l’avesse colpita; altri fortunati invece si trovavano per terra con i legamenti tranciati di netto, in quei punti che l’armatura lasciava loro scoperti.
Giunse appena in tempo per assistere alla caduta delle porte dell’Enclave e seguire il principe Namas all’interno del cortile dove certamente la battaglia avrebbe infuriato ancor di più che in apertura. Quello era il punto di snodo fondamentale per il conflitto, il luogo dal quale avrebbe potuto avere inizio l’effettivo distruzione dei governanti dell’Ovest e far sì che il seme dell’odio venisse estirpato per sempre. Nella corsa restituì lo sguardo a Mugen, suo fido compagno e più leale tra gli amici: anche in quella battaglia avrebbero combattuto spalla a spalla e l’avrebbero fatto senza dirsi nulla, senza scambiarsi una parola. Quello sguardo valeva molto più di mille parole. Era un’intesa, ma nascondeva molto altro di più.
L’obiettivo era piuttosto semplice a dire il vero, ma decisamente complesso da mettere in pratica: andare nei sotterranei e liberare i prigionieri. Più uomini, più possibilità di vittoria. E dopo, solo in un secondo momento unirsi agli altri per prendere la testa di quel folle di Kikio Ho.
La Battaglia per l’Ovest era arrivata al suo zenit.SPOILER (clicca per visualizzare)
Energia ~ 100%;
« B l O c K n O t E s »
{ Critico ~ 40% . Alto ~ 20 % . Medio ~ 10 % . Basso ~ 5% }
Status Fisico ~ Ottimo. Qualche livido dovuto alla colluttazione della battaglia iniziale, ma nulla di preoccupante o di invalidante.« EQUIPAGGIAMENTO »
“ Lama del destino ”, così come rinominata da Amon, è una spada composta dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dello Scorpione Nero. La sua forma è inusuale per le spade dell'epoca, assegnate all'esercito regolare egiziano e difatti ricorda solamente le più comuni “khopesh”, essendo più assimilabile per forma e resistenza ad una scimitarra; anche il suo aspetto è il frutto di esperimenti, dovuti soprattutto alle contaminazioni culturali di altre popolazioni confinanti che hanno permesso ai fabbri dell'ordine di trovare la forma e la resistenza più adatte per un più efficiente ed efficace utilizzo dell'arma in battaglia. Nel complesso, “ Lama del destino ” è il risultato di un pregevole lavoro di manifattura dovuto all'abilità manifesta dei fabbri e degli 'ingegneri' dell'ordine dello Scorpione Nero: la lama, infatti, lucente come non poche è lunga all'incirca cinquanta centimetri ed è rifinita con intarsi e rilevi lungo tutta la sua superficie, sul cui lato destro è inciso il simbolo dell'ordine: uno scorpione nero, proprio come il tatuaggio che ha sulla spalla; l'elsa è lunga all'incirca venti – anche venticinque – centimetri ed è composta di legno e lega, uniti insieme con intarsi d'oro e fascette di cuoio nero, per renderne la presa confortevole. Nel complesso, l'arma risulta ben bilanciata ed equilibrata nel suo peso – forse eccessivo per alcuni – con un filo resistente ed affilato, utilissima sia in difesa che in attacco. Quando non è sguainata, “ Lama del destino ” è conservata in un fodero di cuoio nero, solitamente posizionato dietro alla schiena ed assicurato al corpo di Amon grazie ad ulteriori fasce della medesima fattura per una duplice ragione: anzitutto gli è possibile sguainare la spada in modo semplice ed immediato, in qualsiasi situazione; ciò gli permette di nasconderla sotto ampi mantelli, consentendogli di passare inosservato laddove lo desideri.
. Lama del destino .. Oracolo della Morte .
“ Oracolo della morte ”, così come chiamato da Amon, è un pugnale composto dalle più pregiate e resistenti leghe metalliche in possesso dell'ordine dello Scorpione Nero. La sua forma è molto particolare, studiata appositamente per poter essere potenzialmente mortale per chiunque ne incontri il filo; principalmente utilizzato nell'assassinio, non è difficile vedere Amon utilizzarlo anche nel corso di un normale combattimento, come ausilio e supporto nel corpo a corpo. La lama è lunga all'incirca venticinque centimetri, ed è ricurva sul fronte, con una zigrinatura sul retro ed è finemente rifinita con intarsi e rilievi lungo tutta la sua superficie; il manico, a sua volta, è lungo all'incirca quindici centimetri presentandosi leggermente ricurvo, sul lato opposto rispetto al fronte della lama. È composto da legno e metallo, uniti tra loro con intarsi dorati e lacci di cuoio nero che ne rendono l'impugnatura comoda e confortevole, in modo da non comportare difficoltà nella presa; nel suo lato interno presenta un piccolo anello, grande abbastanza da farci passare il dito indice ed utile per cambiare la presa del pugnale per ogni evenienza, permettendo di rivolgere la lama verso l'alto o verso il basso a seconda della situazione contingente. Per via della particolarità della lama, zigrinata sul retro, è abbastanza utile per bloccare le altre spade e consentirgli un vantaggio – laddove possibile – nella corta distanza. Frutto di un lavoro di pregevole manifattura, si presenta bilanciato e ben equilibrato nel suo peso, potendo essere utilizzato anche come arma da lancio, per ogni evenienza; il filo della lama, infine, è molto affilato e resistente. Quando non è impugnato, “ Oracolo della morte ” è riposto in un fodero di cuoio nero agganciato al bacino di Amon con altrettante guaine della medesima fattura; è solito posizionarlo dietro al bacino, ben nascosto, con il manico rivolto verso il lato sinistro e permettergli di impugnarlo con semplicità in qualsivoglia situazione.. Aculei dello Scorpione .
Nell’equipaggiamento di uno Scorpione era immancabile la presenza di un set di pugnali da lancio, utili soprattutto dalla distanza medio-lunga, per favorire così tattiche offensive – o diversive – in missione. Solitamente presenti in numero non inferiore a cinque, sono fissati ad una cinta di cuoio (la stessa alla quale era fissato il pugnale) e posizionati dietro il bacino così da restare occultati alla vista altrui. Composti unicamente di una lega metallica della più pregiata fattura, non presentano fregi particolari se non il simbolo di uno Scorpione inciso sulla lama; sono lunghi approssimativamente dieci centimetri (comprensivi del ‘ manico ’), risultano leggermente squilibrati sulla lama sì da permetterne il lancio. Il taglio poco affilato di questi pugnali è compensato in realtà dalla forza impressa con il lancio, dal quale scaturisce l’effettiva capacità perforante di questi minuti oggetti di morte. Date le loro caratteristiche intrinseche, Amon ha deciso di denominarli “ Aculei dello Scorpione ” in onore all’aracnide dal quale prende il nome il suo ordine.∙ ∙ ∙
Nell'ordine dello Scorpione Nero sono diverse le abilità che – sono state e che – vengono tramandate di adepto in adepto, di generazione in generazione fin dalla sua istituzione; ve ne sono alcune però che sono legate in modo particolarmente stretto al sangue ed all'innato talento di pochi, che non è stato possibile tramandare per via di particolarità intrinseche delle medesime abilità. Gli studiosi dell'ordine e gli alti vertici hanno pertanto deciso di studiare e documentare simili capacità in rotoli segreti, conosciuti a pochi – e sconosciuti ai molti – al fine di facilitare l'apprendimento di coloro i quali fossero riusciti ad ottenerle per una ragione, piuttosto che per un'altra, e di indirizzarli verso il loro sviluppo. È stato riscontrato nel corso della lunga vita dell'ordine, che tali e particolari abilità si ripresentassero ciclicamente in ogni generazione, alle volte saltandone anche una o due, permettendo pertanto una sorta di studio previsionale in tal senso e comprendere più o meno quando simili capacità si sarebbero ripresentate a vantaggio esclusivo dello Scorpione Nero e del Faraone.
« POTERI SPECIALI »
. Occhio di Ra .
L'“ Occhio di Ra ”, in particolare, appartiene alla schiatta delle abilità che si tramandano con il sangue, piuttosto che con il talento, finendo per essere appannaggio di pochissimi elemento nella storia dello Scorpione Nero in quanto legata al sangue reale: il sangue del Faraone; era accaduto infatti che alcuni eredi, rinunciando al titolo reale, si fossero uniti all'ordine con lo scopo precipuo di essere d'aiuto al futuro Faraone ed allontanarsi così dai futili giochi di intrighi e potere di palazzo. Si tratta dell'abilità più rara e più imprevedibile in fatto di presentazione, in quanto ben pochi erano stati i membri della famiglia reale che si erano uniti all'ordine, destando difficoltà nel prevedere quando e come l'occhio sarebbe potuto rivelarsi utile agli scopi dello Scorpione Nero, nonché dell'ordine.
Quest'abilità, come tante altre, non richiedeva la 'purezza' del sangue, ma necessitava unicamente della presenza di sangue reale per poter essere – potenzialmente – risvegliata; il che, comunque, non significava che potesse risvegliarsi automaticamente, in quanto richiedeva comunque che il soggetto avesse sviluppato la capacità di richiamare ed utilizzare il “ Respiro divino ”, appannaggio esclusivo degli adepti dello Scorpione Nero. Ad un normale essere umano era dunque precluso il suo risveglio.
L'“ Occhio di Ra ” comincia a risvegliarsi nel soggetto in un età compresa tra i sette e gli undici anni, qualora abbia già avuto modo di padroneggiare – anche in modo abbastanza incompleto – il “ Respiro divino ” così che quella stessa energia possa essere utilizzata come catalizzatore dell'abilità stessa. Nel presentarsi, il soggetto denota fortissimi mal di testa, accompagnati da cecità temporanea o da vista estremamente sensibile alla luce, tanto da costringerlo in quest'ultimo caso a tenere gli occhi chiusi; tali sintomi verranno accompagnati da senso di vertigine e spossatezza, in quanto il soggetto non è ancora in grado di controllare il proprio potere ed utilizzare il giusto quantitativo di energia per poter fare completo affidamento sull'abilità oculare. Poco a poco, man mano che il soggetto continua nei suoi addestramenti per affinare la padronanza nel “ Respiro divino ”, affiorano in modo confuso le singole capacità donate dall'abilità, confondendosi tra loro e costringendo il soggetto ad interrompere forzatamente i propri allenamenti in quanto potrebbe essere soggetto anche a perdita di sensi, mettendo a serio rischio la sua vita. Il completamento dell'addestramento d'uopo previsto specificatamente per la sola abilità – unitamente agli sforzi per padroneggiare in modo completo il “ Respiro divino ” –, gli consente di poter incanalare le proprie energie ed i propri sforzi su di una capacità per volta o sulla combinazione di più capacità per volta, senza alcuna difficoltà; l'utilizzo dell'abilità resta comunque legato alle forze ed alle energie residue: da questo dipende infatti l'effettiva fruibilità delle sue capacità nel suo complesso. [Malus: al raggiungimento di determinate soglie di riserva energetica, Amon non sarà in grado di accedere alle proprie capacità passive; le percentuali di riferimento saranno indicate in corrispondenza delle singole capacità.] Il soggetto, custode dell'abilità, ha presentato nel corso dei secoli un'indole riflessiva e mai impulsiva, affidandosi ciecamente alle capacità donategli dall'“ Occhio di Ra ” e risultando prezioso nella fasi strategiche, per evitare ingenti perdite di adepti.
Fisicamente e visivamente, l'“ Occhio di Ra ” si presenta agli occhi altrui per una sorta di mutazione che avviene nel volto del soggetto, del custode, il quale viene trasfigurato per permettere al “ Respiro divino ” di apportare i propri benefici agli occhi; per poter fare affidamento sulla propria abilità, il custode non dovrà fare altro che concentrare il proprio potere negli occhi e lasciare che il “ Respiro divino ” interagisca con gli stessi. Le vene alle tempi, sino alle orbite, cominceranno a gonfiarsi pompando il sangue – e l'energia – più velocemente; i bulbi oculari, frattanto, perderanno la loro consueta colorazione assumendo un pigmento perlaceo, sovrapponendosi quasi completamente sia alla pupilla, sia alla cornea, di cui permangono semplicemente i contorni sbiaditi.
Amon ha appreso i primi rudimenti sul “ Respiro divino ” all'età di sette anni, riuscendo nell'intento di controllarlo indirettamente all'età di circa otto anni; ciò gli ha consentito di risvegliare l'“ Occhio di Ra ” a questa età. Infine, è riuscito a perfezionare il controllo sull'abilità e sulla propria energia all'età di dodici anni, con grande sorpresa dei suoi istruttori.
L'“ Occhio di Ra ” consente al suo custode di poter vedere distintamente l'essenza degli altri soggetti – siano essi amici o nemici –, sotto forma di un fittissimo reticolato energetico che ricorda molto il complesso sistema circolatorio del sangue, la cui colorazione risulterà essere differente a seconda dell'entità che si troverà di fronte. In questa fase, i colori si sbiadiranno assumendo tinte spente, tenenti al grigio, mentre la trama energetica assumerà ai suoi occhi una colorazione più vivida e brillante, consentendogli di concentrare l'attenzione su questo particolare; ad una osservazione più attenta e meticolosa – sostituita, con il tempo, dall'esperienza – è possibile notare che vi sono dei punti nella trama energetica, nei quali l'energia è più condensata rispetto ad altri e ciò in quanto si trovano in corrispondenza degli organi vitali, permettendo al custode una maggiore precisione nei suoi colpi. La visione della trama gli consente un vantaggio ulteriore, soprattutto se lo si combina con una efficace tattica difensiva, poiché ciò gli permette di reagire in modo più veloce ad una offensiva avversaria basata strettamente sull'utilizzo della trama stessa; infatti, in tali situazioni contingenti, la trama energetica subisce una repentina accelerazione dovuta all'utilizzo dell'energia vitale convogliata in quello specifico attacco, potenziando di gran lunga riflessi e reazioni del custode. In tali situazioni, il custode avrà quindi la possibilità di reagire più velocemente alle tattiche offensive avversarie, consentendogli di agire per tempo nella manipolazione del “ Respiro Divino ” e rispondere così in modo più efficace alle sollecitazioni rinvenienti dalle differenti situazioni contingenti. [Auspex passivo di ‘ Percezione magica ’ (la visione della trama energetica è puramente interpretativa e giustifica peraltro la passiva di empatia descritta più avanti). Limitazioni: è possibile vedere le energie impresse su cose e persone, ma non quella emessa naturalmente dalle persone; è possibile avvertire/vedere la presenza di un oggetto incantato e riconoscerlo da –e tra- gli altri; è possibile avvertire quando qualcuno casta tecniche (limite collegato alla passiva che segue). Passiva di Istant Casting dovuta all'osservazione del moto repentino della trama energetica, giustificata dai riflessi repentini rinvenienti nella capacità in oggetto. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.] Altra caratteristica peculiare legata alla vista, è quella che consente al custode di poter avere una visuale completa di tutto quanto lo circonda, tranne che un unico punto cieco posto dietro alla sua nuca; si tratta di un cono d'ombra nel quale gli è impossibile vedere o percepire alcunché, trattandosi potenzialmente del vero ed unico punto debole di questa capacità. Per sfruttare un più ampio raggio di visione, deve trovarsi nella più completa immobilità per consentirgli di concentrarsi pienamente su quanto gli accade intorno; qualora voglia sfruttare questa capacità – combinandola con altre – in movimento, il raggio della visuale è più contenuto. [Visuale di 359° intorno a sé per un raggio di 20m. Malus: se Amon si trova in movimento, il raggio della visuale si riduce a 5m; al raggiungimento della soglia del 30% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente questa capacità nel corso dell'evento.] Ulteriore capacità donata dall'“ Occhio di Ra ”, è quella di vedere al di là di cose e persone, senza alcun impedimento; solitamente, questa capacità è abbinata alle altre donate dall'occhio – in special modo, se sfruttata per scandagliare la zona circostante –, seppure sia valida anche se utilizzata da sola. [Possibilità di vedere ogni cosa aggirando gli ostacoli; Consumo Variabile.] Anni ed anni di esperienza nella “ lettura ” della trama energetica consentono al custode di poter leggere l'aura emotiva altrui, permettendo a questi di conoscerne lo stato d'animo, a meno che non vi siano incanti o protezioni che ne blocchino la percezione. Infatti la trama energetica rappresenta uno specchio, una sorta di riflesso di quelli che sono i diversi stati emotivi che colpiscono l'animo altrui; ciò è dovuto, in particolare, al moto del flusso energetico, al suo scorrere nel fittissimo reticolato del sistema circolatorio, permettendo al custode – dopo una fase di conoscenza e di studio più o meno breve – di comprenderne lo stato d'animo con uno scarto di errore infinitesimale. Ovviamente, per la stragrande maggioranza dei soggetti i segnali sono più o meno simili, se non identici; ma è possibile che vi siano dei soggetti particolari che poco si prestino alla lettura dell'aura emotiva, rendendo più difficoltoso al custode comprendere quale sia il loro stato d'animo, riuscendo persino a raggirarlo vanificando così ogni suo sforzo. Ciò non toglie che la lettura dello stato emotivo sia estremamente utile al custode in situazioni contingenti particolari, poiché potrebbe consentirgli – a titolo di esempio – di scoprire attraverso questa “ lettura ” se il soggetto che ha davanti gli sta mentendo o meno. Si tratta pertanto di una capacità estremamente versatile, potendo essere utilizzata nelle situazioni più disparate. [Lettura dell'aura emotiva utilizzando come tramite la visione della trama energetica (Passiva di Empatia); Passiva di Lie-Detector. Malus: al raggiungimento della soglia del 20% della riserva energetica, Amon non sarà in grado di utilizzare ulteriormente queste capacità nel corso dell'evento.]. Essere un adepto dello Scorpione Nero .
Gli adepti dello Scorpione Nero vengono sottoposti fin dalla più tenera età ad allenamenti fisici e psichici molto particolari, il cui scopo è quello di formarli anzitutto come guerrieri, dotandoli di fisici forti e resistenti, agili e veloci, in virtù dei ruoli e dei compiti che andranno a ricoprire una volta divenuti membri dell'ordine; secondariamente, vengono formati – con altrettanta attenzione e dedizione – come assassini, fornendo loro una preparazione (teorico-pratica) completa sulle tecniche di omicidio, sviluppando principalmente le particolari capacità fisiche – e psichiche – necessarie per metterle in atto.
Concluso l'addestramento, Amon possiede una forza fisica notevole considerato il livello medio di un normale essere umano, retaggio degli intensi allenamenti cui è stato sottoposto sin da piccolo che gli hanno consentito di sviluppare la propria vera forza, rendendolo oltremodo pericoloso in un confronto corpo a corpo; ciò gli consente anche di sopportare pesi notevoli, ma mai eccessivi, in virtù del fatto che gli allenamenti erano basati proprio su questo: sollevamento di pesi e macigni e loro spostamento come fossero una sorta di zavorra dalla mattina alla sera, anche durante le sessioni di combattimento. La sua muscolatura, in tal senso, risulta tonica, scolpita ed asciutta: un buon compromesso che non lo vincola nei movimenti. [Power Up passivo + 50% Forza] Le sessioni di combattimento corpo a corpo e con le armi, gli hanno consentito inoltre di sviluppare una resistenza fisica impareggiabile: concluso l'addestramento, infatti, la sua pelle e le sue ossa sono divenute coriacee, tanto da consentirgli di resistere anche ai colpi più duri se corroborati da una buona tattica difensiva. Ciò gli consente di resistere meglio ai colpi altrui, riuscendo a rialzarsi in piedi laddove altri si sarebbero già arresi; inoltre ciò gli consente di risentire meno dello sforzo e della stanchezza, in virtù di questa sua stessa resistenza. [Power Up passivo + 50% Resistenza]« TECNICHE E STILI »
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Note a margine ~ Seconda scelta, i sotterranei.. -
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Sequerus, assalto.
"Sì. Convengo sul fatto che un attacco dall'alto sarebbe la scelta migliore. Sistemeremo i loro arcieri, e poi potremo occuparci della cattura dell'umano che sta tanto a cuore a questi rivoltosi. Temo bisognerà riportarglielo intero. O, quantomeno, che respiri ancora."
< Su su Sali Sali cosi andiamo andiamo >
"Sta fermo! Abbassati! Non ti muovere! Aaah... Se cado- Abbassa la testa!"
Lo strano duo si levò in aria, dirigendosi alle mura. Trasmutato in viverna, Kuro emetteva suoni draconici ad ogni battito d'ala con espliciti intenti intimidatori. Nell'orgia di odori contrastanti mescolati a fumi di vario tipo, urla che si levavano al cielo ed il clangore metallico di armi ed armature, fu l'arrivo di Namas -a capo di un'ennesima fazione ribelle- ad esser considerato segnale di discesa. La picchiata che ne seguì fu brusca e puntava alla parte interna delle mura; in quei brevi attimi di follia, le fauci del drago si sarebbero spalancate, e pioggia di fiamme sarebbe dovuta cadere sui presenti come punizione divina a tutto ciò che in quel luogo era empio. Grande fu la paura di chi, innanzi allo spettacolo maestoso ed al tempo stesso terrificante di una creatura leggendaria nel pieno della sua forza combattiva, cercò invano un modo per ripararsi. Alcuni si acquattarono, altri pronunciarono a denti stretti qualche preghiera finché la bestia non soffiò...
... e non uscì altro che una fiammella.
Piccola, insulsa: più simile a un petardo da fine anno che a qualcosa di realmente spaventoso, ancor più vista la distanza che l'aveva resa completamente innocua. Sta di fatto -comunque- che come un sudario calò un silenzio su tutti loro, imbarazzante ed imbarazzato, rotto soltanto dalla risata isterica di un soldato nemico, fattosi sotto inutilmente per lo spavento. Preso dalle convulsioni, avrebbe iniziato a dare pacche amichevoli sui compagni e a riprendere il controllo dei propri nervi tesi, ma la camminata a larghe falcate -tipica di chi non aveva esattamente le mutande pulite- lo portò ad inciampare da solo in una zona disconnessa, facendolo di fatto cadere dalle alte mura e portandolo inevitabilmente alla morte.
Il gelo sarebbe calato su tutti loro, e poco importava se il dio avesse coperto sè stesso ed il compagno di un manto d'ombra poichè era il cadavere dello sventurato ad attirare gli altrui sguardi: la storia sarebbe presto divenuta mito, il mito leggenda ed infine oggetto di ballate nei secoli a venire.Flash-forward
inutile manecessario.Erano trascorsi cinquant'anni dalla Guerra a Sequerus che aveva coinvolto anche altri Presidi, fra cui l'Est, ed ormai il mondo era molto diverso da quello di un tempo. Il giovane Kail, acquattato dietro una tenda bucata nei pressi di un palco improvvisato, era intento ad accordare il liuto donatogli dal nonno, famoso Bardo di un'altra epoca. Nonostante praticasse il mestiere da quando era ragazzino, quell'operazione gli fu estremamente difficile a causa dell'odore nauseabondo emanato da taverniere e clienti: lui che, seguendo il nonno, aveva ammirato perfino i salotti della splendida Lordaeron, quasi non accettava di essere finito in una bettola simile. Eppure l'arte non aveva classi, e doveva divulgare il proprio canto anche a quel gruppo di bifolchi puzzolenti! Ne andava della propria professionalità... e di un discreto pasto per continuare a vivere.
Sta di fatto -però- che, abituato a temi più alti di eroismo e cavalleria, non avesse alcun argomento per attirare le attenzioni di quel particolare pubblico. Magari avrebbe potuto lanciarsi su qualche storia d'amore, tuttavia dubitava che quei vecchi panzoni -ammesso che fossero sposati- riuscissero anche solo a concepire una stilla di romanticismo.
Fu allora che giunse l'idea.
In effetti, esisteva una canzone adatta a loro, qualcosa di comico.
A tutti piaceva ridere, no?
« ♪ L'augello et lo draco avanzavan con furoreee ♩
♩ et nei cuori dello nemico scendeva lo terroreee ♫
♩ Poi d'un tratto la tosse grassa al drago lo percosseeeh ♩
♩ et la risa un nemico forte scosseeeeh ♫
♩ Fu così che il malvagio, colto un presagio ♩,
♩ un passo falso fece, lo sfintere gli si accese...
...e dalle mura il suo cadere non fu adagiooo! ♪ »
Scrosciare di applausi, grasse risate e qualche scorreggia: era stato un successo!
Soddisfatto della propria opera, il bardo scelse quella come sua ballata fortunata: "Lo Drago Lassativo", perfetto per il popolo analfabeta...
...ed anche per lui, che anche quella notte poté mangiare e riposare in un letto.Sequerus, adesso.
« ... ucciso da un drago ed una gallina mancati. »
Eleganti scarpe in pelle scura, forse fuori posto in un campo di battaglia, calcarono la terra macchiata di acqua, sporcizia e sangue fino a raggiungere i pressi dello sfortunato defunto appena precipitato dalle mura. Una macchia di sangue denso si estendeva oltre la sagoma del capo, eppure l'individuo appena giunto non sembrava dannarsi per quella vista: osservava pacato la scena, come un giovane rampollo curioso davanti all'agonia di qualche insetto, fumandosi addirittura una sigaretta.
« Perfino all'Inferno la sua anima non varrebbe che pochi spiccioli. »
Non un'espressione disegnava il volto dai bei lineamenti, seducenti oltre ogni misura e valorizzati dal completo elegante. Capelli lisci e rubicondi si muovevano ad ogni folata di vento, simili solo nel colore agli occhi gelidi e fissi sulla carcassa del soldato. Notando l'individuo losco, forse per ammonirlo o invitarlo a tornare ai ranghi, il nobile Namas gli si sarebbe avvicinato, mettendogli una mano sulla spalla.
« E' la guerra, non uno spettacolo. »
« E se fosse entrambe le cose? »
L'uomo elegante sorrise sibillino e molesto.
E fu molesta anche la mano che gli mise a sua volta sulla spalla, ricambiando il favore.
« Sarà meglio che ti conduca sul tuo palcoscenico, comunque.
Perchè non è qui che devi stare. »
Davanti agli occhi di numerosi soldati, i due sparirono letteralmente nel nulla. Non un'ombra, un indizio... qualcosa che potesse anche solo suggerire dove fossero finiti.
Gli Eroi di Sequerus erano rimasti da soli, ed il peso di un popolo intero gravava sulle loro spalle.
Edited by Drusilia Galanodel - 17/1/2017, 00:39. -
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