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Erano passate ormai sette lune da quando il mio cammino si era incrociato con quello di Lance, il cavaliere delle terre settentrionali di Endlos, e solo a seguito di questa mia agonizzante attesa, il legame con la stella dell'Averno che era a me connessa si era ristabilito: potevo avvertire come il Cosmo fluiva nuovamente in ogni singola fibra delle mie attuali spoglie umane, come quella inebriante e pura energia donatami dal demoniaco astro degli Inferi mi donasse forza, una forza che mi avrebbe permesso di manifestare i miei poteri divini in tutto il loro sacro splendore, e di cancellare così la debolezza che a causa della loro mancanza aveo dovuto mostrare agli abitanti di quelle terre.
Mio malgrado, ritrovatomi completamente privo d'ogni stilla d'energia, ero stato costretto a compiere un atto il cui sol pensiero mi dava ribrezzo: mescolarmi ai mortali; senza potere ed in balia dell'attesa che la Stella del Cielo Animalesco riuscisse a raggiungermi per donarmi la sua forza, fui costretto, per sopravvivere, a trovare riparo in un alloggio mortale, un cosiddetto Ryokan, ovvero un albergo orientale, ove la feccia umana che vi lavorava fu abbastanza furba da servirmi col dovuto rispetto, ciononostante, quella condizione, il ritrovarmi così a stretto contatto con quegli scarti umani era stato un'esperienza alquanto degradante per un divino mio pari, un'umiliazione che mi si sarebbe conficcata indelebilmente nello spirito, ma della quale, ora come ora, potevo anche lasciar perire la memoria, pensando al futuro ed alla mia sacra missione, invece che rimuginare sul passato e su ciò che di disgustoso aveo vissuto.
Ero ormai lontano dalla feccia mortale, quella sera: la luna piena splendeva alta nel cielo, illuminando placidamente il picco montuoso da cui la mia figura svettava innanzi al piccolo paese ove per quei sette giorni ero rimasto; le luci dell'insediamento montano illuminavano il luogo che lentamente prendeva vita nella sera, con gli abitanti che iniziavano a destreggiarsi tra le strade ed i vari mercenari armati cominciavano a muoversi per le vie, attenti ad eventuali incursioni demoniache. Sospirai dalla cima di quella vetta di molto rialzata rispetto all'insediamento urbano, vedendo da lontano quella gente così preoccupata per una minaccia a riguardo della quale non avevo carpito la minima informazione, a causa della paura per gli Youkai, così chiamati i demoni in quel loco, che faceva temere ai locali anche il solo pronunciarne il nome; Umani, che esseri inutili, non potei che dire pensando ad alta voce, sospirando, prima di sedermi sul limitare dello strapiombo con la gambe accavallate l'una sull'altra, mentre dal solo ciliegio in fiore presente su quel picco, i rosei petali scendevano lentamente verso l'abisso, sospinti dalla leggera brezza che perpetuava tra quei monti.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Ottimale
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Nel mio osservar gli umani da quell'altura trai valichi montani, nel vedere le loro luride ed inutili vite mortali muoversi nella notte, timorose di attacchi ed incursioni da parte dei demoniaci reietti che da qualche tempo inabitavano quelle terre, potei ben udire dei flebili rumori spezzare il silenzio che sino a quel momento avea accompagnato la solitudine della mia persona in quella tranquilla sera; mi rialzai lentamente dal ciglio dello strapiombo innanzi a me, e mi girai giusto in tempo per udire la domanda dell'essere che mi si era avvicinato: un umanoide vestito d'abiti trasandati ed antichi, forse risalenti ad un passato nobiliare, ma che ora apparivano sfilacciati e maltrattati dal tempo indosso a quell'essere dal becco rapace, una presenza sicuramente non umana, ma al contempo differente da ogni possibile demone che avevo avuto modo di trovare sin nei più oscuri anfratti del dominio del Sommo Hades, un effettivo mistero che mi si poneva dinnanzi, accendendo nuove possibilità nella mia permanenza che sino a quel frangente era stata un vero e proprio calvario di ribrezzo ed inutilità.
Chi, o cosa siete voi? Domandai al mio dirimpettaio in quel frangente occupato a mirare il dolce profumo d'uno dei fiori di quelle terre, In tutta la mia esistenza non ho mai visto esseri vostri pari, cosa siete esattamente? Uno dei cosiddetti Youkai di cui i mortali di questo paese mormorano? Conclusi ignorando la domanda dell'essere, essendo invero più propenso a carpirne l'effettiva natura; una tale presenza era rara in quelle terre, a causa dell'odio per gli inumani provato dai locali, quindi l'unica ipotesi che ponderai, fu quella che chi mi trovavo dinnanzi fosse un qualche demone di cui non avevo avuto modo di conoscere la natura, e che, nel caso si fosse rivelato tale, sarei stato pronto a fronteggiare pur di donare il suo spirito alla causa della resurrezione degli Inferi.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Ottimale
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Una divinità mia pari, questo era l'essere che innanzi a me si era presentato come skekDor, uno dei "Signori del Grande Cristallo", un dominio divino sinceramente a me sconosciuto, al pari di colui che era mio dirimpettaio, nonostante dicesse di esser altresì conosciuto, tanto da permettere alla sua fama di precederlo nell'esser noto alle genti del semipiano.
Mi si avvicinò, tanto che dalla sua figura potei or sentire un fetido tanfo, misto a particolari profumi, un odore che invero, in quel frangente faceva equiparare ai miei occhi quel professato essere divino ed i cadaveri dei dannati che nella Seconda Prigione Infernale ero destinato a comandare e guidare nella via del pentimento e della redenzione per i loro peccati, una figura che rispecchiavo nel mio dirimpettaio, più di quanto il suo professar d'esser divino. Ma nonostante ciò, chi ero io per giudicare? Nella mia reale forma divina, ero anche io un essere bestiale, dal corpo leonino e dal capo umano, un'apparenza mista tra terrena ed immortale, così come ogn'altro degli Dei che erano stati miei compagni ed in seguito traditori e persecutori della mia persona; tutti noi, dal primo all'ultimo avevamo tratti umani e bestiali, dal fedele Anubis, sino all'odiato Thot, che tanto rivedevo nell'aspetto del professato Dio che in quella serata era mio interlocutore.
Quand'egli prese nuovamente parola, mentre la brezza notturna faceva giungere a me il suo odore misto tra mortifero tanfo e dolce profumo, questi provò a darmi un nome, forse immaginando fossi colui di cui pronunciava la nomea, Mi spiace deludervi, skedDor, ma non è Aeon il mio nome. Non conosco costui, me ne rincresce, ma se volete conoscere ugualmente la mia identità, mi presento, portai la mano destra al petto, prima d'un lieve inchino in segno di rispetto, Sono Esye, divinità della conoscenza e vassallo del Sommo Hades, Signore degli Inferi, mi presentai quindi, per poi rialzarmi dall'inchino, incrociando le dorate iridi con gli occhi da rapace del mio dirimpettaio, Cosa vi porta in codesto loco, ove coloro che non hanno sembianze umane vengono condannati? Domandai indi al divino innanzi a me.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Ottimale
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Il divino mio pari dalle bestiali sembianze, una volta scoperto che io non ero colui che egli cercava, cambiò totalmente tono: il suo verbo da rispettoso e formale, divenne più colloquiale, tanto che dal riferirsi a me con l'appellativo "voi", arrivò a darmi del "tu", chiedendo velatamente, allungando verso la mia persona la sua mano dal mortifero puzzo al pari dell'odore degli Asfodeli dell'Ade, chiedendo velatamente, come se si considerasse a me superiore, di abbassarmi ad eseguire un baciamano. E' un piacere anche per me,fare la vostra conoscenza, skekDor, replicai al suo dire, ignorando ciò che velatamente mi chiedeva: non mi sarei messo al pari dei mortali nel compiere quell'atto, se non verso colui che avea la mia più completa fedeltà ed il mio totale rispetto, il Sommo Hades, e se non a lui, a nessuno avrei concesso l'onore di una tale riverenza da parte mia.
Ed a proposito di mortali, ciò che il Signore del Grande Cristallo mi disse riguardo a coloro che aveano provato a limitarlo, mi lasciò negativamente stupito, Li avete divorati, sentenziai a bassa voce, osservando per qualche attimo il ventre del mio pari: aveva divorato le essenze di quegli sciagurati, essenze che invece di venir altresì sprecate, avrebbero potuto assolvere alla causa della risurrezione del dominio di Lord Hades, fato invero molto migliore di ciò che era a lor capitato, come lo stesso divoratore delle loro anime enunciò.
Quand'egli poi mi domando da quanto tempo fossi giunto in quel semipiano, ed il motivo della mia presenza, sospirai lievemente, Invero, sono approdato in codeste terre da sole otto lune, per questo non avete mai avvertito la mia presenza, esordì, Ed il motivo per cui sono qui giunto, è riportare l'equilibrio tra vivi e morti nel mio universo, cominciai a spiegare, Assieme ad altri nostri pari, ero il custode d'una delle prigioni infernali, giudice dei defunti che erano costretti nel mio dominio, ciò però sinché degli stolti mortali non sconvolsero l'equilibrio: si fecero strada tra le prigioni del dominio del Sommo Hades, sino a giungere al suo cospetto ed assassinarlo, continuai, Il loro folle agire, fece si di far cadere gli Inferi, che senza un reggente caddero in rovina, lasciando allo sbaraglio le legioni demoniache e le anime dannate che li abitavano, e che prese dalla follia, si sono riversate in codesto mondo.
Lanciai quindi uno sguardo alla città umana, riprendendo a proferir verbo: Ciò che dai mortali, qui e nel Presidio Settentrionale viene temuto, le minacce demoniache e non morte, sono molto probabilmente i fuggitivi del mio mondo, evolutisi per adattarsi a codesta nuova realtà. Ciò per cui sono stato chiamato qui è riportarli indietro, e mietere anime mortali così da ridare l'energia necessaria a Lord Hades pur di ripristinare il velo tra vita e morte, conclusi quindi, riportando lo sguardo sul mio dirimpettaio, curioso di cosa il mio divino interlocutore avrebbe sentenziato in merito alla mia sacra missione.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Ottimale
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Seppur divino mio pari, skekDor non instillava molta fiducia in me: il suo divorar le anime altrui sarebbe potuto risultare controproducente rispetto al mio sacro compito per il Sommo Hades, indi per cui, nonostante potesse divenire un utile alleato, al contempo avrei dovuto mantenere un occhio vigile sulla di lui persona, così che non intralciasse la mia crociata, e se lo avesse fatto, eliminarlo dalla faccia di Endlos sarebbe divenuta una delle mie priorità, ma sino a quel momento, averlo come potenziale "amico", sarebbe stato di certo più redditizio.
Al sentire di ciò che era accaduto al Sommo Hades, la divinità rapace si stupì estremamente, colpito negativamente dall'accaduto, Purtroppo gli infedeli che hanno in passato causato il suo decesso, erano affiancati da una dea, Athena, sorella del Mio Signore, e solo grazie ad ella ciò è stato possibile, con la conseguente caduta degli Inferi, e la relegazione dei Giudici Infernali sino alla rinascita del Sommo Hades, spiegai quindi, dando così replica ai suoi quesiti, prima che il mio dirimpettaio prendesse nuovamente parola.
Mi prese le mani, e compatendomi, come fossi un disperato, provò ad immaginare che il compito di ripristinare l'equilibrio tra morti e viventi fosse per me gravoso, e che io avrei preferito restare a riposare nel mio mondo piuttosto che venire un quel loco impestato di mortali, Riposare dove? Il mio dominio è stato distrutto completamente; il loco ove la mia sovranità era indiscutibile è andato completamente perduto, il mio sguardo si assottigliò, Perché dovrei preferire rimanere ove i mortali del mio mondo non mi conoscono e non mi temono, se non oltre il decesso, invece che tentare di ripristinare il reame ove sono io a dettare legge? Domandai quindi retoricamente: la dimensione terrena nel mio mondo, era, se non per pochi, completamente all'oscuro dei vari reami di cui era composta, e dell'esistenza delle divinità, per cui non aveo alcun motivo di inabitare in quel loco, ove nessuno avrebbe riconosciuto la mia autorità.
A stuzzicare la mia curiosità, vi pensò nuovamente il mio interlocutore, nominando una tale Drusilia, con cui secondo lui avrei dovuto interloquire, Chi è costei? E perché a suo parere mi sarebbe d'utilità parlare con la vostra conoscente? Chiesi quindi al divino mio dirimpettaio, tentando di capire ove volesse andare a parare.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Ottimale
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La regina di Laputa, costei era Drusilia, la sovrana di quel regno celeste che ogni giorno fluttuava nei cieli di Endlos, placida ed immutabile come il Paradiso, come i Campi Elisi, così vicini alla mia Prigione Infernale, ma al contempo così irraggiungibili, se non in casi eccezionali in cui il Mio Signore richiedeva la mia presenza perché suonassi le diaboliche melodie della mia arpa al suo cospetto, almeno sin quando il dannato Orfeo non giunse negli Inferi, rubandomi quel contentino che mi ero conquistato, e dando così inizio alla mia sconfitta nella guerra tra Athena e Hades.
Ripensare a quei momenti, mi riempiva d'odio, di rancore verso il mortale che era riuscito a togliere la vita alla mia precedente incarnazione, ma nonostante ciò, in quel frangente, innanzi al divino mio pari, avrei dovuto mantenere la calma, pur di portare avanti la mia crociata, magari con un nuovo alleato al mio fianco. skekDor mi disse che la divina sovrana di Laputa, innamorata di quel mondo e delle sue creature, avrebbe potuto essere d'aiuto nella mia sacra missione, a patto che non avessi parlato di stragi ed eccidi di innocenti, che avrebbero potuto fare sì di farla rivoltare contro la mia persona, evenienza tale da farmi considerare valido l'avviso del rapace innanzi a me, in quanto trovarmi una dei reggenti di quelle terre, opposta al mio ideale, sarebbe stato alquanto sgradevole.
Capisco, esordì, Quindi secondo lei, codesta donna, regina del regno che solca i cieli di Endlos, potrebbe essere una valida alleata, pur che non le si parli di uccisioni di mortali, ripetei, riflettendo ad alta voce, portandomi la mano destra al mento, perplesso, E come? Per quanto divina che ella sia, non tutti i nostri pari hanno capacità che potrebbero assolvere allo scopo, assottigliai lo sguardo, Che mezzi avrebbe costei? Domandai indi infine.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Ottimale
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Il benestare del popolo... ripetei nell'udire ciò che mi disse skekDor: sentire che costei fosse benvoluta dai suoi sudditi e discepoli, mi rimandava indietro nel tempo, alla tanto amata Epoca del Mito; rimembravo come anche io ero ben voluto dagli umani, venerato da loro per la conoscenza che elargivo loro, un'antica gioia la mia, quella di aiutare il prossimo, un'amore per l'uomo, che mutò presto in una morbosa forma d'odio e ribrezzo quando Toth fece suoi tutti i miei fedeli, instillando in me quell'odio per i comuni mortali, che tutt'ora mi faceva gioire nel vederli contorcersi dal dolore nel mio dominio. L'ammirazione del popolo, era un'arma a doppio taglio, e se tale Drusilia sapeva ben utilizzarla, avrei fatto bene a raggiungerla ed averla come alleata: chi viene seguito con cieca fiducia dalla plebe, di certo può essere un buon elemento da sfruttare.
Mentirle comunque, o tentare di raggirarla non sarebbe certo stato saggio, come il rapace innanzi a me affermava, Farò tesoro delle vostre parole, skekDor, dissi quindi, prima ch'egli mi domandasse se avesse potuto fare altro per me, il tutto mentre mi carezzava il mento, causando in me un forte senso di disgusto al sentire l'orrido olezzo che il suo corpo emanava, sensazione che però preferì contenere, pur di non arrecare offesa al mio divino dirimpettaio.
Invero, un quesito che vorrei porvi c'è, enunciai, facendo indi una breve pausa, Ditemi: conoscete l'attuale situazione di codeste terre, no? Chiesi, I demoni spopolano in questi frangenti, tanto da intimorire i mortali che brancolando nel terrore viaggiano armati, rivolsi il mio sguardo alla città, al cui ingresso un paio di luridi mortali in armatura orientale facevano la guardia, Mi sa dire ove codesti demoni potrebbero trovarsi in queste lande? Ho tentato per giorni, in attesa di recuperare il mio potere in seguito al mio approdo che li avea temporaneamente annichiliti, a chiedere a questa feccia mortale, ma troppo intimoriti non mi hanno saputo dar replica, timorosi anche solo di parlare della piaga che infesta l'Ovest, riportai lo sguardo sul rapace, Ne sapete qualcosa dei reietti che cerco in questo presidio? Domandai in conclusione.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Ottimale
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Ed anche quell'incontro, la discussione con skekDor, il Signore del Grande Cristallo, si era rivelata infruttuoso a riguardo della mia ricerca di conoscenza sulle entità demoniache presenti nel Presidio Ovest di Endlos: il mio divino dirimpettaio odiava quelle terre, vi passava solamente brevi periodi pur di non incappare in quei luridi mortali che erano a poca distanza da noi esseri superiori, e per tal condizione, non poteva darmi alcuna informazione a riguardo delle demoniache presenze del luogo. Nonostante ciò, l'averlo incontrato era stata una fortuna nella sfortuna, in quanto ora sapevo chi avrebbe potuto donarmi assistenza nella mia sacra missione, e quelle informazioni, le doveo unicamente al rapace interlocutore che in quella silenziosa sera mi aveva raggiunto, questo glielo dovevo concedere.
La mia attenzione venne nuovamente attirata, nel momento in cui egli parlò di musica, iniziando a produrre una cantilena straziante da dei corni che spuntavano dal suo corpo, come degli echi di creature urlanti ed impossibilitate a fuggire dall'essere; sorrisi. Questa per voi sarebbe musica? Domandai, posizionando sulla di lui figura il mio sguardo, portando la mano destra al fianco, Quando ancora il mio dominio era in piedi, ero a guardia di una bestia crudele ed inarrestabile, ed unicamente la mia musica era in grado di placare il suo animo irrequieto e distruttivo, melodie alquanto differenti da ciò che voi producete e chiamate musica, un sorrisetto come di sfida mi si stampò in volto, Volete che vi allieti la serata con della vera musica? Domandai infine, curioso della replica altrui, dopo la mia velata provocazione.SPOILER (clicca per visualizzare)Stato Fisico: Ottimale
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