Le bizzarre avventure di Giannangela e Rosita.

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    Alloggi di John, qualche giorno prima


    « Ma certamente signora Ortensia, vedrà che basterà un piccola, minuscola goccia di questo Elisir di amor perpetuo e l'uomo dei suoi sogni le cadrà praticamente ai suoi piedi. »

    Una signora decisamente in sovrappeso stava seduta sulla mia poltroncina in tessuto riciclato (eh oh, gli affari non andavano così bene negli ultimi tempi) il suo viso tondeggiante aveva i tratti classici dei maiali di campagna, con un grosso naso schiacchiato a mò di grugno e radi capelli biondi a boccoli sistemai sul cranio alla rinfusa, come se qualcuno non si fosse preso la briga di sistemarle bene la parrucca. Perchè quella era una parrucca, vero?
    I suoi minuscoli occhietti neri si illuminarono, mentre le sue tozze e grassocce dita tentavano di afferrare il flaconcino dal forte colore rosa shocking.

    « Garanzia inferno 100% soddisfatti o deflagrati signora, un affare irripetibile »

    La porcella con la parrucca grugnì qualcosa di risposta, agitando furiosamente le protuberanze che qualche pazzo furioso avrebbe etichettato come arti superiori, o qualcosa di simile. « E devo solo firmare questa pergamena per averlo? »

    « Una semplicissima firmetta qui, ci accontentiamo anche di una X e vedrà che con il metodo di pagamento John il magnanimo, compri oggi e paghi fra decenni! »

    Ortensia - anche se Baobab sarebbe stato un nome decisamente più appropriato - continuò ad agitarsi sul posto, concentrandosi poi sul pezzo di pergamena che aveva davanti dove pose la sua firma eccitata e scarabocchiata con poca cura.
    Sorrisi ovviamente, poggiando la preziosa boccetta dal rarissimo contenuto nelle mani della soddisfatta signora, dopotutto avrebbe dovuto vivere per anni ed anni felicemente assieme all'uomo che più amava, che ora volente o nolente avrebbe iniziato a trovarla irresistibile, avrebbe affondato le sue forti braccia fra duecentodieci chilogrammi di morbido amore morboso e parruccoso e da li non si sarebbe più schiodato.
    Io di mio sarei passato a trovarli molti anni dopo, andando a riscattare l'anima e la vita del loro primogenito una volta che questo fosse venuto al mondo.

    Oh Diavolo, quanto cazzo amo questo lavoro.

    Intanto finiti i convenevoli, i bacetti di rito, i sorrisi e gli abbracci che non erano riusciti nemmeno a coprire la distanza tra un fianco e l'altro, la signora si levò dai coglioni, uscendo ondeggiando i suoi quarti di bue per cercare di passare dall'entrata del mio appartamento.
    Era il primo contratto valido dal fattaccio della festa di natale e pian piano cercavo di rimettere assieme i pezzi del mio animo svilito dall'affronto di quel... Ciarlatano del cazzo arrivato da chissà dove.
    Mi affacciai per un attimo dalla finestra del mio modesto monolocale, curioso di vedere se la mia gallina dalle uova d'oro riuscisse almeno ad uscire dal portone del condominio.
    Ma a proposito di galline, dove cazzo stava Giannangela?
    Giannangela era la mia gallina, certo molti hanno un cane, altri un gatto, alcuni perfino animali fantastici o cani infernali, ma io no, io avevo una gallina, la signora delle chiocce del Mulino di Sam per dirla tutta, è una storia lunga, sta di fatto che per un motivo o per l'altro oltre all'anima di una povera vecchia dalle doti culinarie (se mi concedente l'uso improprio) davvero impressionanti, anche questa Gallina era finita nel contratto infernale del sudetto Sam, che ne siglò il passaggio al sottoscritto.
    Vi dirò, inizialmente Giannangela sembrava proprio una brava e cara chioccia, una di quelle da compagnia, sempre obbedienti, ma il problema era che sta cosa la faceva solamente con Sam, e durante tutto il periodo in cui ebbi a che fare con il pennuno, Sam stesso era il mio tramite (oh ragazzi dai, non è che vi devo per forza spiegare tutto per filo e per segno, toh andatevelo a leggere e non rompetemi le palle) per cui la merda a pedali si era comportata così bene per tutto quel periodo convinta che io fossi in tutto e per tutto il suo padrone.
    Tuttavia portandola nel mio appartamento le cose si erano palesate per come sarebbero dovute essere, e Giannangela signori, oh quella era la reincarnazione del Caos, l'apocalisse dei pennuti, la distruttrice di mond... ma improvvisamente la mia attenzione venne attratta da uno strano rumore di sottofondo, era come se qualcuno stesse sminuzzando e facendo a pezzettini della carta, ma non della carta comune, era tipo qualcosa di appena più grosso, come posso spiegarvi... ecco, tipo pergamena per intenderci.
    Tipo pergamena?!
    Mi voltai con estrema lentezza e riluttanza, un'immagine orribile impressa nella mia mente geniale ed infallibile, tuttavia come riuscì a predere coscienza di quello che avevo sotto gli occhi dovetti ammettere a me stesso che non era ciò che mi stavo immaginando, eh no, era peggio, molto peggio.
    La carcassa sbrindellata del contratto firmato poch'anzi giaceva immobile sulle piastrelle dal motivo a fiori sbiadito, piccoli brandelli del corpo esanime ricoprivano un pò tutti i mobili vecchi e sgangherati, come se in quei pochi frangenti uno squalo fosse entrato nella mia dimora col solo intento di mandare a pezzi il mio ego e i miei sogni nel cassetto, un brandello alla volta.
    Ed invece no, mica era uno squalo! Figuriamoci, no era quella grandissima mungicazzi di Giannangela.
    Passai dai sette ai dieci secondi fermo, immobile nel guardarla pasteggiare con un pezzetto particolarmente più grosso dove ancora si poteva intravedere la "O" di Ortensia.

    « PUTTANA LA *&#Ø!/£ ORA TI TIRO IL COLLO! »

    Mi lanciai furibondo sulla malefica Gallina, afferrandola a due mani per l'esile gola...




    Chediya, Mulino dello stimato Antonio Banderas, oggi.



    Toc toc toc

    Bussai tre volte - non una di più e non una di meno - alla porta del Mulino di Antonio Banderas, anche conosciuto col nome dell'addomestica polli, non avevo certo dimenticato lo sguardo di Skekdor nei confronti di quell'uomo dalla barba brizzolata e dallo charme non indifferente, oh no, se solo avesse potuto calarsi le braghe quella vecchia baldracca pennuta si sarebbe proprio fatta farcire come un tacchino il giorno del ringraziamento, inoltre dopo alcune ricerche ero venuto a sapere che questo baldo giovinotto era in tutto e per tutto uno dei più stimati conosciutori dei malfidenti pennuti di quella categoria li, come Giannangela.
    Gettai uno sguardo di sfuggita alla bestia che tenevo tra le braccia, ronfante perfettamente a suo agio con un grosso cilindro calato su tutto il corpo per farle credere che si trattasse di notte fonda.
    Il mio tramite era lo stesso dell'incontro con Ortensia, alcuni giorni prima: un uomo alto ed emaciato con vistose lentiggini a tempesta, corti capelli rossicci tenuti spettinati alla rinfusa e due grandi occhi verde acqua, era vestito con un maglione color amaranto, jeans azzurri con alcuni strappi e scarponi da trekking di colore marron scuro. L'unica vistosa differenza dalla volta precedente erano tre profondi squarci lungo la guancia sinistra, come se una bestia feroce mi avesse conficcato gli artigli con l'intento di strapparmi la faccia.
    Cosa per niente dissimile dalla realtà.

     
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    Antonio Banderas


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    La giornata al Mulino iniziò come sempre.
    Torbonjh, il nano addetto al forno e ai vari apparecchi meccanici, si era svegliato per primo e insieme a lui anche il fuoco su cui stava già bollendo il caffè.
    Banderas lo seguì subito dopo e, fra togliersi il pigiama e mettersi in vestiti da lavoro, fu il primo ad aprire il nuovo pacco di biscotti per la prima colazione.
    Chi invece rotolò giù dal letto, facendo vibrare tutto il secondo piano del mulino, non era altro che un enorme e massiccio orco conosciuto come Ruric-Thar.

    Da poco però nello staff si era aggiunta una quarta “presenza”, dato che era solida tanto quanto l’ascia bipenne che sostituiva la mano del mostro: un Sasso.
    Era piccolo e in grado di volare, nonostante non avesse arti o occhi era colui che teneva i vari conti dell’attività. Stranamente stavano andando assai bene.

    "Il gentile orco qui presente fa sempre tutto questo baccano quando si sveglia? Queste vibrazioni mandano in confusione la mia psiche."

    Non avendo la bocca comunicava principalmente attraverso la mente dei presenti.

    "Ruric ha fatto arrabbiare sasso ..."

    " ... no Thar ha fatto arrabbiare sasso."


    Avere due testi indipendenti sullo stesso corpo non era stata la fortuna più grande che la vita avesse offerto al povero orco.
    Riusciva però a conviverci.

    "State zitti voi due e venite a fare colazione."

    Il frigorifero era poco più alto di Banderas, eppure il nano lo aprì senza problemi tirando fuori da esso una bistecca grande quando metà del tavolo su cui mangiavano solitamente.

    ”Sapete non giudico i gusti, però la colazione salata non mi attira per niente. La mattina bisogna svegliarsi con il sapore dolce di un buon biscotto in bocca.“

    Una macina venne brutalmente mangiata in un sol boccone dal mugnaio.

    ”Il giusto compromesso fra gusto ed energia. Ottimo per cominciare al meglio una giornata lavorativa. Oggi ci aspetta un grande lavo ...“

    La porta per i clienti venne battuta per tre volte.
    Nessuno si aspettava visite di prima mattina e colui che si occupava di aprire le porte entrò in azione.

    "Chi rompe di prima mattina?"

    "Colazione noi stavamo facendo."


    Un orco di quasi tre metri e due in circonferenza di petto, avrebbe aperto la porta a John. La mano ascia sembrava stranamente brillante quel giorno.



    Biscotti deliziosi:
    Maestro nell’arte del modellare la pasta frolla, Banderas riesce a metterci un amore che solo in pochi riescono ad emulare. La fragranza, la inzupposità e perfino il sapore, cambiano di persona in persona, fino a renderli perfetti persino per i palati più fini.
    Nessuno avrà da ridire dopo aver assaggiato una delle sue piccole creazioni.

    -(Biscotti dal gusto perfetto per chiunque gli assaggi)

    Linguaggio animale: Livello scolastico
    Ogni giorno sul set era qualcosa di speciale per Banderas e non per gli splendidi collaboratori e il lavoro manuale della lavorazione dei biscotti. Il motivo era solo uno e uno soltanto: Rosita.
    Un’amica di cui Antonio non riesce a fare a meno, una preziosa alleata nel momento del bisogno e del pericolo. Peccato che non la capisca più di tanto.

    -(Dialoga solo con Rosita, capendo in minima parte il senso.)

    Star del Cinema:
    Per quanto la gente continui a dire che è caduto in basso, Banderas non si è mai sentito così in pace con sé stesso. La gioia del lavorare la pasta frolla lo ha reso un uomo nuovo e migliore per certi versi. Queste emozioni le esterna continuamente, contagiando perfino chi ha intorno. A renderlo ancora più affascinante, è il fisico che è rimasto invariato durante gli anni. Ancora compatto e muscoloso per via degli allenamenti che si sottoponeva da giovane, i quali comprendevano attività fisiche di ogni genere, perfino camminare su una fune.

    -(Malia: Carisma; Malia: Tranquillità;+ 50% Agilità; + 50% Velocità; Equilibrio perfetto)
     
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    L'apertura dell'uscio venne preceduta da un grottesco vocione in sottofondo, scortese e villano come probabilmente quella puttana della madre che lo aveva generato. La metà di Kessalis al garrese (stronzata acculturata questa, dovreste aver conosciuto questo personaggio nel mondo di Celentir, un vecchio Cathumain bastardo di circa sei metri d'altezza per intenderci) di un forte verde acido con l'ampiezza del petto da far impallidire una porta scorrevole, venne ad "accogliermi" all'entrata del mulino, con sguardo minaccioso ed un'ascia bipenne grande quanto tutto me stesso ben saldata alla mano.
    Quando mi dissero che quel posto era famoso per le Macine mi ritrovai a pensare al famoso biscotto, ma tutto sommato davanti a quel coso dalla mezza casetta di campagna di grandezza mi sa che si riferivano a mani basse alla voce verbale del termine.

    « Aaaah... Buongiorno a lei, messere. »

    Dissi con tono poco convinto, rischindo di svitarmi il collo per guardarlo negli occhi.

    « Sto cercando l'egregio signor Banderas per un consulto tecnico, è presente in casa o se l'è mangiato? »

    Mi sarebbe piaciuto sbirciare appena dentro, curioso di vedere se avessi trovato frattaglie quà e là dei vecchi residenti del Mulino, ma tutto sommato allungare il collo davanti a quell'enorme ascia affilata gli avrebbe solo facilitato il compito, che cazzo, non è che mi escano da culo i tramiti ogni volta.



    Black Smoke
    Il corpo dei demoni degli incroci, non facendo parte della realtà del mondo fisico non è dotato di una forma vivente tangibile, esso si manifesta nella realtà che conosciamo sotto forma di un denso fumo nero, capace di muoversi liberamente e rapidamente nell'aria. In questa forma i demoni sono intangibili ed eterei, totalmente incapaci di interagire col mondo esterno se non tramite la possessione.
    Quando il corpo in cui il demone si trova viene ucciso o distrutto in battaglia, o se il demone stesso decidesse semplicemente che è giunta l'ora di cambiare tramite, il fumo nero che è contenuto all'interno del corpo viene sprigionato, permettendo una rapida evasione od un cambio repentino del tramite.
    È inoltre possibile scacciare da un tramite lo spirito del demone tramite un potente esorcismo, od impedire l'entrata di quest'ultimo tramite un apposito sigillo magico posto sul corpo del protetto.
    { Passiva di immortalità }

    L'arte della Retorica
    Questa abilità passiva è più una caratteristica sviluppatasi in maniera naturale da parte del demone durante i suoi anni passati all'inferno, costantemente alle prese col tentare di farsi un nome fra le fila di demoni di basso rango. In pratica John risulta un oratore nato e le sue parole, il tono della sua voce, perfino le pause tra un vocabolo e l'altro risultano interessanti e sensati alle orecchie degli ascoltatori. C'è da dire che ovviamente che esiste un limite ben preciso di quanto l'oratoria del Demone possa essere decisiva durante un dialogo, tuttavia l'ascoltatore sarà sempre portato a prendere in considerazione il punto di vista di John, essendo influenzato in maniera più o meno marcata a seconda della logicità delle tesi portate o della retorica ciceroniana concreta messa in gioco dal demone degli incroci.
    { Passiva di Malia }
     
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    Antonio Banderas


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    Ruric Thar si mise a studiare per qualche secondo lo strano umano.
    Dato che non usciva spesso dall’allegro mulino, la sua visione di persona era riconducibile unicamente a Banderas stesso. Anche sul suo mondo d’origine vi erano delle differenze fra i vari membri delle razze, ma non così marcate.

    "Ruric sente della paura nell’aria ..."

    " ... Thar dice che viene da piccolo umano."


    Non sembrava essere una grande minaccia per il mulino, quindi decise di farlo passare senza prenderlo in giro ulteriormente.

    ”Uhm … salve. Stava forse cercando me?“

    Con calma, la stessa che lo accompagnava sempre, si avvicinò a quello che poteva essere un futuro cliente.
    Dal ballo di Koldran si era tagliato la barba e indossava i soliti vestiti spartani adatti per un lavoro come il suo.

    ”La prego di scusare il grosso orco a due teste, cerca solo di fare il suo lavoro. Non era certamente sua intenzione mancargli di rispetto.“

    Sentendosi chiamato in causa, Ruric Thar decise di mettere i famosi puntini sulle i.

    "Ruric pensa che strano tipo se la sia fatta sotto ..."

    " ... Thar dice stessa cosa che ha detto Ruric, ma con più … maestosità."


    Nuovamente stava provando a usare una delle famosi frasi sentite dal Sasso durante le riunioni di fine mese, con disturbante insuccesso.

    ”Dicevo … è qui per provare i nostri biscotti, per vedere la struttura o per altro?“

    Biscotti deliziosi:
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    Nessuno avrà da ridire dopo aver assaggiato una delle sue piccole creazioni.

    -(Biscotti dal gusto perfetto per chiunque gli assaggi)

    Linguaggio animale: Livello scolastico
    Ogni giorno sul set era qualcosa di speciale per Banderas e non per gli splendidi collaboratori e il lavoro manuale della lavorazione dei biscotti. Il motivo era solo uno e uno soltanto: Rosita.
    Un’amica di cui Antonio non riesce a fare a meno, una preziosa alleata nel momento del bisogno e del pericolo. Peccato che non la capisca più di tanto.

    -(Dialoga solo con Rosita, capendo in minima parte il senso.)

    Star del Cinema:
    Per quanto la gente continui a dire che è caduto in basso, Banderas non si è mai sentito così in pace con sé stesso. La gioia del lavorare la pasta frolla lo ha reso un uomo nuovo e migliore per certi versi. Queste emozioni le esterna continuamente, contagiando perfino chi ha intorno. A renderlo ancora più affascinante, è il fisico che è rimasto invariato durante gli anni. Ancora compatto e muscoloso per via degli allenamenti che si sottoponeva da giovane, i quali comprendevano attività fisiche di ogni genere, perfino camminare su una fune.

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