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.Lady Rynnelthalas e lo Skeksis (ben poco) riluttanteRynnelthalasNarrato - «Parlato»
Scese dal suo masso con un salto leggiadro e schioccò le dita, che fecero un rumore leggero, come di rametti che si spezzano.
«La cara Drusilia, del Presidio Errante. Ti ringrazio per avermi indicato la strada. Sono sicura che questa creatura saprà dirmi qualcosa di prezioso. Ma prima parlerò con il sovrano del Presidio orientale, giacché è qui che sono naufragata. Prima di spostarmi altrove, mi farò ricevere qui, con le dovute maniere. O con mezzi più convincenti, che valuterò se sia il caso o meno di utilizzare.»
Sorrise, lasciando in sospeso la questione, così come skekDor lasciò in sospeso quella accennata da Rynne. La draghessa sibilò il suo disappunto per la risposta non data, ma accettò la decisione del rapace di non parlare del suo passato. Accrebbe in lei la sensazione che fosse un tipo superbo e che avesse vissuto una qualche umiliazione, della quale faticava a raccontare. Dio o meno, possedeva molte qualità tipiche dei mortali. Ma in fondo, non erano essi stati creati a immagine e somiglianza degli dei? O così dicevano alcuni teologi umani. Teorie sempre molto affascinanti, che avevano trovato il loro tempo durante gli scambi con i suoi consiglieri della Valle. Ad ogni modo, semplicemente, evitò di commentare la sua decisione di tacere sulla domanda postagli.
«Per ora, mio caro skekDor, sono soddisfatta delle cose che mi hai detto. In realtà ti chiederei molte, moltissime altre cose. Ma dubito che avresti la pazienza di stare dietro alla mia sete incolmabile. E rischierei di costringerti a rompere il tuo gentile accordo prima dello scadere della giornata.»
Ghignò in modo strano, mostrando i suoi denti in una smorfia che poco aveva di elfico. I suoi occhi scintillarono più del solito, ma a parte questo, non accadde altro.
«Ti nutri di qualcosa, figlio di Thra? Intendo cacciare qualche grosso animale, e sbranarlo con tutta la calma che questo nuovo mondo mi permette. Potrei condividere un po' di carne cruda con te, se la gradisci. O se preferisci tornare al tuo viaggio, non potrei che augurarti un felice proseguimento, fino al compiersi del tuo destino.»
Fece qualche passo in direzione del lago e mise da parte i suoi pensieri, per concentrarsi su cosa avrebbe mangiato. Avrebbe pescato nel lago, o forse si sarebbe librata in volo fino a raggiungere il muro di alberi che lo separava dal bosco, e lì avrebbe cacciato qualche altra preda. Aveva bisogno di selvaggine fresca, sì, per placare il suo istinto di predatore che lentamente, insieme alla fame, stava emergendo.Info Pg
Fisico: Buone condizioni
Mente: Buone condizioni
Energie: 100%
Link Scheda: Rynnelthalas
Note: NessunaEquipaggiamento:
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> Forma alternativa [Passiva]
Uno dei doni che gli dei hanno fatto al nobile drago è quello di poter assumere una forma simile a quella dei suoi sudditi, in modo da poter girare in mezzo a loro. La sua nuova forma ricorda alcune delle sue qualità draconiche a causa delle corna e degli occhi dorati, che rimangono tali e quali, anche se adeguati alle nuove dimensioni, ma per il resto Ryn appare come un'elfa dal corpo femminile e giovane, con una voce suadente e melodiosa.Tecniche Utilizzate:
NessunaCode originali by Hitsuga e _Maffy_.
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.Lady Rynnelthalas e lo Skeksis (ben poco) riluttanteRynnelthalasNarrato - «Parlato»
«Sei molto cordiale, essendo uno che sottomette gli altri. Immagino che la nostra discendenza divina ci accomuni, dopotutto.»
Sorrise, sorniona, mentre portava le mani al petto. Chiuse gli occhi e una brezza si formò intorno a lei. E poi il suo corpo iniziò a mutare. Dalla sua postura eretta si ingobbì rapidamente, andando a quattro zampe. I suoi arti si allungarono, il suo corpo iniziò a crescere, la pelle candida si arrossò in pochi istanti. Le corna divennero ancora più lunghe e scure, con quei bracciali dorati che si adattavano alle nuove dimensioni. I vestiti si fusero nella sua ritrovata forma, scomparendo in essa, lasciando spazio a scaglie grosse e spesse. Quando voltò il proprio capo verso il figlio di Thra, Rynnelthalas si erse in tutta la sua maestosità, spalancando le proprie immense ali e dimenando la coda.
«Eri tanto bramoso di vedere la mia vera forma con i tuoi veri occhi, caro skekDor?»
La voce mantenne un tratto femminile, ma apparve più profonda, calda e graffiante.
«Seguimi.»
Si diede lo slancio con le zampe posteriori e con una potente spazzata di ali si librò in volo. Raggiunse una quota tale da potersi sollevare al di sopra delle fronde più alte di Fanedell, e iniziò a perlustrare la zona intorno al lago con ampi movimenti circolari. La sua manovrabilità in volo, nonostante le sue grandi dimensioni, era fluida e precisa, segno che quelle ali avevano una forza smoderata. E quando trovò quello che cercava, un grosso cervo sull'altra sponda, non gli diede il tempo di finire di abbeverarsi. Piombò su di lui dall'alto, prima ancora che quello potesse rendersi conto della minaccia. Artigli affilati come rasoi si serrarono sulla vittima, affondando rapidamente nel suo tenero corpo. Le fauci si serrarono intorno alla sua testa e stritolarono corna e cranio, mettendo fine alla sua vita in un istante. Una morte rapida, come piaceva al drago, che non amava far soffrire le proprie prede. E poi atterrò sul posto, lasciandosi andare. Con il corpo del cervo fra le zanne, si guardò intorno alla ricerca del rapace. Gli mostrò il proprio muso insanguinato. E poi, senza rivolgergli altre parole, iniziò a masticare la sua preda, senza sprecare nulla. Si udirono chiaramente il rumore di ossa spezzate, mentre bava bollente colava dalle immense fauci. In quel momento, il nobile drago non era dissimile da una bestia. Sotto lo sguardo di skekDor, Rynne divorò il proprio pasto sputando giusto le ossa più grandi. E poi, dopo essersi saziata di quelle carni, si voltò verso le acque, e con ritrovato contegno si pulì il muso, aiutandosi con le zampe anteriori.
«Un crudo spettacolo, temo.»
La mimica facciale era meno leggibile di quando era in forma elfica, ma si poteva percepire qualcosa, un misto fra una risata e un ghigno feroce.
«Posso restare mesi senza mangiare. Non soffro fatica o fame. Ma dentro di me sento l'istinto del predatore. Fui creata per sfamarmi delle creature minori, e a questo mi attengo, per dare sfogo alla mia natura. Il sapore del sangue e il rumore di ossa frantumate mi ricordano chi sono e qual è il mio posto nel mondo. In questo modo do un contraltare alla mia benevolenza. Anche questo fa parte dell'equilibrio. In questo caso il mio.»
Bevve un lungo sorso e si sollevò sulle quattro zampe, spostando nuovamente lo sguardo verso il cielo.
«Dunque ritieni che la mia vera forma sia più bella e regale di quella che ho scelto per muovermi indisturbata per Endlos? O la parte bestiale della mia natura ti confonde, mia cara e gentile divinità? I miei sudditi provavano paura e timore e perciò non mostravo mai loro il mio vero aspetto, tranne durante le festività e le occasioni speciali. Eppure, prima che i loro cuori venissero corrotti dai subdoli simili, essi mi amavano, e io amavo loro. Forse avrei dovuto fare come voi, e riportare l'ordine sulla Valle con un bagno di sangue. Invece scelsi di abbandonarli a sé stessi e di andarmene. Mi sentii tradita dai miei sudditi. Penso che sia il motivo per cui ora mi trovo qui. Ho deciso, per orgoglio e malizia, di abbandonare il mio ruolo e il mio popolo, fino al momento in cui avrei assistito alla sua inevitabile caduta, per propria stessa mano.»
Emise un ruggito in direzione di skekDor, senza una particolare ragione, o forse per sfogare un sentimento che nonostante la sua natura divina non riusciva a dimenticare.
«Cosa ne pensi, figlio di Thra? Merito di vivere qui, su Endlos, in esilio come te? Esiste un modo per ottenere il perdono? O forse le mie sono inutili fantasie, e tutto ciò che mi resta da fare è ritrovare la mia regalità sui mortali che qui vivono? Ma per prima cosa, parlerò con i regnanti e li valuterò. E infine darò un giudizio a tutti loro. E sceglierò se schierarmi con loro o con la terra. E dato che la maggior parte di coloro che vivono su Endlos sono mortali, avrò tutto il tempo di questo mondo a mia disposizione. È esattamente come dici tu. Ho vissuto per migliaia di anni. Qualche secolo non è che una banale attesa per chi non deve soggiacere ai vezzi della Morte.»
La sua lunga lingua biforcuta sibilò fra i denti dorati, prima di nascondersi all'interno delle fauci. E poi si rannicchiò, in modo che il suo muso fosse all'altezza del capo di skekDor. Alito caldo soffiò dalle sue narici.
«Rivelami ciò che stai pensando. Sono curiosa di conoscere cosa cela il tuo sguardo.»
E sorrise, digrignando i denti.Info Pg
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Uno dei doni che gli dei hanno fatto al nobile drago è quello di poter assumere una forma simile a quella dei suoi sudditi, in modo da poter girare in mezzo a loro. La sua nuova forma ricorda alcune delle sue qualità draconiche a causa delle corna e degli occhi dorati, che rimangono tali e quali, anche se adeguati alle nuove dimensioni, ma per il resto Ryn appare come un'elfa dal corpo femminile e giovane, con una voce suadente e melodiosa.Tecniche Utilizzate:
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Il pasto fu buono e anche le parole del dio avvoltoio. Rynnelthalas fu compiaciuta di tutto quello che ebbe da dire, e anche orgogliosa di essere ammirata. Non era una che cedeva alle lusinghe, ma trovatasi in quel mondo nuovo, smarrita e sola, non poteva che apprezzare di aver trovato qualcuno su cui fare affidamento.
«Sì, sei ardito, molto ardito, ma nondimeno apprezzo la tua sincerità, che trovo confortante, e lontana dall'abitudine umana di cercar di inscenare menzogne per ottenere ciò che si desidera. Comprendo bene la natura della menzogna, e la trovo inaccettabile.»
La lingua sibilò fra le fauci e accarezzò il becco di skekDor.
«Eccidi violenti, ma temo impraticabili dopo che tutte le vittime sono state uccise. Trovo più facile l'appagamento carnale. Ma non fraintendermi, skekDor, figlio di Thra, non mi sto concedendo a te, non ancora. In più di duemila anni non ho mai giaciuto con essere vivo - o morto - e non penso che cambierò idea nell'immediato. Ho una natura estremamente complessa, che mi porta a non desiderare simili rituali di accoppiamento. Sono stata creata per essere autosufficiente. Nel mio mondo non esistono altri esemplari simili a me. Solamente Rynnelthalas, un'unica e orgogliosa sovrana. Sono sola, e sempre lo sarò.»
Sorrise, digrignando i denti, ma con la lingua continuò ad accarezzare il suo interlocutore, soffiando alito caldo su di lui.
«Ma non dimenticherò la tua offerta. Questo mondo potrebbe cambiarmi, e per allora potrei aver bisogno di un riparo sicuro.»
Pragmatica, più che sensuale, il drago ritirò la biforcuta fra le fauci e sollevò il proprio muso, guardando lo skeksis dall'alto.
«E magari sarà per più di una notte. Ma per il momento placa la tua lussuria.»
Dischiuse le ali e lasciò che tutta la sua figura fosse riscaldata dal sole.
«E grazie per avermi pulito con il tuo fazzoletto. Non dimenticherò la tua gentilezza, quando sarà il momento di ricordare chi mi è stato amico, sarai nei miei pensieri.»Info Pg
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La loro discussione pareva essere giunta a una conclusione. Rynne non aveva altro da chiedergli, e nemmeno nulla da proporgli. Perciò, dopo un lungo sospiro, emise il finale verdetto.
«Lascerò questo luogo a breve. Sono eccitata all'idea di esplorare questo Presidio. Non mi sentivo così da quando ero una cucciola. Immagino che tu abbia il tuo destino da seguire, perciò non ti chiederò di venire con me. Ma se volessi incontrarti ancora dove potrò trovarti?»
Domanda semplice ma importante. Sì, riparo sicuro, sì, tornare in un luogo importante, ma dov'era questo riparo e luogo? Non aveva idea di quanto fosse vasto il mondo in cui era naufragata, e avere dei nuovi punti di riferimento avrebbe potuto esserle di aiuto, in futuro. Attese l'eventuale risposta dello skeksis prima riprendere la propria forma elfica, trasformandosi in modo inverso. Quando ebbe finito, la brezza si affievolì e nuove vesti coprirono il suo corpo snello e sinuoso, lasciando intravedere la pelle liscia.
«Addio, mio caro skekDor, amico o meno che tu sia, e al prossimo incontro.»
Gli elargì un inchino di cortesia, aggraziato ed elegante, e pochi minuti dopo, avrebbe abbandonato le sponde del lago per passeggiare con calma attraverso le oscurità di Fanedell, diretta verso dove quella via, scelta casualmente, l'avrebbe condotta.Info Pg
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