Tutti al Mercato!

Gran Mastro Gingillo.
Per vendere, comprare e rendere le vostre giornate più liete.



Silenzioso diventa il violino se il cuore di chi lo suona è vuoto.

Non era passato molto da quando aveva preso parte alla festa da ballo di Koldran.
Il suo concetto di tempo era sicuramente un pastrocchio orribile, tanto che riusciva a mancare appuntamenti con interi mesi di ritardo, confidava però nel fatto che fossero passati solo pochi giorni.

"Tsk ... non sono nemmeno riuscito a mangiare un boccone a quella festa! Certo, il ballo è stato divertente e tutto il resto, però avrei voluto mettere sotto i denti qualcosa di sostanzioso."

Nel dire quelle parole colpì una lattina al bordo della strada, rendendosi conto solo dopo di ciò che aveva appena fatto.
Con furia animalesca si gettò sul barattolo di alluminio che riportava una strana scritta: "Mercato di Epartis. Troverete di ... TUTTO".

"Di tutto?! Potrei farci un salto e vedere se riesco a recuperare qualcosa da mangiare. Però a causa di quella stupida corrente spaziale la mia armatura si è danneggiata e ho perso tutti i miei soldi, almeno per il momento. DANNATO MAELSTORM"

Alzò il pugno verso il cielo, mentre l'armatura iniziò a emettere densi getti di vapore. Quella reazione poteva solamente dire che era assai arrabbiato.

"Però ho bisogno di soldi. Con i soldi si compra il cibo e io, giustamente, ho molta fame. Quindi mi servono tanti soldi e come mi ha sempre detto quel catorcio arrugginito del mio cervello, se sai fare bene qualcosa mai farla gratis."

Si ricordò di un mucchio di ferri vecchi accatastati in una piccola via di una città vista in precedenza.
Sarebbe andato lì e avrebbe preso qualsiasi cosa che fosse stato in grado di trasportare e poi si sarebbe diretto a Epartis.


Pochi giorni dopo (si, altri giorni ancora) se ne stava seduto su una coperta molto pulita a costruire piccoli carillon e Jack in the Box per i bambini, che affascinati dalla sua capacità di combinare oggetti ad una velocità sorprendente, non resistevano all'impulso di comprargli.
Si era messo proprio sulla via principale e non si sarebbe mosso a meno che qualche guardia cittadina non gli avesse chiesto il permesso.
Merovish era stato un buon insegnate.

"Signori e Signore, i vostri piccini rompono le scatole per qualcosa di carino e divertente al tempo stesso? GRAN MASTRO GINGILLO ha la risposta che fa per voi. Per qualche soldo assemblerò davanti a voi giochi mirabolanti e per chi è stato viziato come un principe,
garantisco di creare una pistola ad acqua ..."

Gran Mastro Gingillo.
Per vendere, comprare e rendere le vostre giornate più liete.



Silenzioso diventa il violino se il cuore di chi lo suona è vuoto.

Urlando con quanto fiato aveva in corpo, Mastro Gingillo stava andando incontro a un tipo molto ristretto di pubblico: forze dell'ordine o gente strana.
Per sua fortuna gli capitò il secondo caso.
Un essere nemmeno paragonabile a quello che poteva essere un essere umano, si fermò con vivo interesse davanti al suo "banco".

"Siete un grande oratore, Mastro Gingillo. Sono curioso di vedere se quanto affermate corrisponda al vero..."

Un sacchetto pieno di polvere d'oro fece capolino fra le mani artigliate del visitatore.
Nella sua mente si ricordava perfettamente di lui, lo aveva incrociato proprio al Ballo di Koldran.

"Ovviamente. Non mi oserei mai di macchiarmi di promesse che non posso mantenere, specie dopo un così invitante motivo ..."

Allungò la mano verso un bambino che era lì vicino e gli prese il cappello che indossava. Se lo mise in testa con fare spregiudicato.

"Gingillo ai vostri ordini ..."

Fece un inchino togliendosi il cappello, salvo poi restituirlo al bambino da cui lo aveva preso.

"Per questo, che tipi di balocchi sareste in grado di assemblare? Badate, andranno a pargoletti piuttosto giovani, quindi vi chiederei la decenza di non creare nulla di pericoloso."

"Lei signore è proprio fortunato! Oggi, e dico solo per oggi, il mio terzo nome è PERICOLOSO ..."

Nella sua mente, troppo polverosa a causa della sabbia di Merovish, qualcosa entrò in azione.

"Ma cosa dici vecchio pazzo?! Ha detto non pericoloso. Dì qualcosa prima che il grosso uccello dalle uova d'oro, questo è proprio il caso di dirlo, se ne vada via e ti lasci morire di fame come il poveraccio che sei diventato."

Aprì nuovamente la bocca.

"... che guarda caso sono andato a farmi rimuovere poco fa all'uffici speciali ... dei nomi ... speciali."

Dalle tasche tirò fuori una manciata di ingranaggi, rotelle e componenti meccaniche.

"Cosa potrei costruire mi chiede? Potrei fare un trenino in legno, piacciono un sacco ai bambini. Oppure una piccola casa per le bambole, un orologio a cucù, un cabinato Arcade, una bambola, una dozzina di carillon o scatole a molla. Oppure ha qualche richiesta più particolare, si insomma ... questi bambini sono bambini umani o bambini con qualche arto in più?"

Gingillo non aveva peli sulla lingua da almeno duecento anni.

Gran Mastro Gingillo.
Per vendere, comprare e rendere le vostre giornate più liete.



Silenzioso diventa il violino se il cuore di chi lo suona è vuoto.

"Qualcosa di semplice, niente di complicato. Costruite pure qualche bambola, e trenini di legno, sì... Eviterei le scatoline a molla, se possibile. Però, qualche carillon non lo disdegnerei... Oh, e animaletti di pezza..."

Ecco giungere ai suoi vecchi orecchi le prime vere informazioni su cosa costruire.
Non si sentiva affatto sottovalutato dallo strano rapace incontrato al ballo, però andava segnalata che nella sua linea temporale, quel povero diavolo, avesse costruito lo Smartphone vent’anni prima di qualsiasi altra linea temporale.
La sua intelligenza, ai tempi d’oro, era così formidabile che era riuscita perfino a preoccupare varie divinità.
Però adorava costruire piccoli giocattoli per la gioia dei più piccini.

”Ricevuto datore di lavoro. Vedrà che riuscirò a tirare fuori delle piccole opere d’arte. Per fare felici dei bambini sono disposto a metterci tutto me stesso.”

Pronunciando quella frase la velocità delle sue mani aumentò in maniera esponenziale.
Ad una prima occhiata poteva sembrare un tipo sbadato e caotico, eppure nel suo piccolo spazio aveva disposto con cura ogni pezzo necessario per costruire.
Dopo essersi memorizzato, grazie alla propria memoria fotografica, la posizione di ogni oggetto non aveva nemmeno più bisogno di guardare cosa stesse facendo. Stava andando in automatico, ad una velocità molto sostenuta.

"Iniziate pure, se non vi spiace. Direi... un pezzo per ogni articolo richiesto, per cominciare. Poi, si vedrà."

”Mi ricorda quando costruivo i giocattoli ai miei figli e ai loro amici. Ne rimanevano estasiati ogni volta, sa?! Che poi meglio smetterla di darsi del lei o del tu. Quale è il tuo nome?”

Il primo oggetto ad essere finito fu proprio il trenino di legno.
Era stranamente bello e pulito per essere stato assemblato in meno di cinque minuti e senza averci buttato nemmeno uno sguardo per sicurezza. Il legno era stato completamente levigato e ogni cosa era perfettamente tondeggiante, perfetta per dei bambini che non si volevano fare male.

”Io sono su questo piano dimensionale già da qualche tempo. Mi sono trovato molto bene a Merovish, certo ammetto che di tanto in tanto ci sia della violenza gratuita ma se si è abbastanza furbi e scaltri si può evitare senza problemi.”

Gran Mastro Gingillo.
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Il trenino di legno venne ispezionato con molta calma e attenzione.
Dato che però l'acquirente non espose critiche, Gingillo tornò al suo lavoro concentrandosi quella volta sul carillon.

"Avete ragione, sarebbe buona educazione. Il mio nome è skekDor, signore. E voi, invece? Vi chiamate davvero "Mastro Gingillo", o il vostro è un nome d'arte?"

L’uomo sorrise sotto i baffi.

”skekDor dice? Vedrò di ricordarmelo per il futuro, anche se la memoria di tanto in tanto mi si inceppa. Per quanto riguarda me, invece, il mio nome è Gran Mastro Gingillo. Mai dimenticare il Gran, me lo sono guadagnato dopo una missione su un piano dimensionale pieno di palme. Chi abitava quel posto aveva una vera e propria passione per le palme … me lo ricordo bene.”

I neuroni si misero a lavoro e nella mente partì un piccolo “film”.
Vi era lui, sicuramente più giovane e senza armatura, che stava correndo in una foresta di palme dalle foglie viola. Si ricordava anche che aveva una missione da svolgere ed era così concentrato sul suo scopo, che non si rese conto di un buco trappola che lo aspettava più avanti.
Tornò al presente.

"Concordo con voi. La violenza alberga nell'animo degli uomini, così come in quello di tutte le creature mortali che calcano queste terre... ma ogni essere punta invero all'armonia, all'equilibrio. Se non ci sono i presupposti per dar battaglia, anche l'animale più belligerante si vedrà costretto a tornare sui suoi passi."

Le mani che lavoravano al carillon persero di mordente e iniziarono ad andare più piano, mentre gli occhi del vecchio costruttore erano sempre fissi sulla creatura che era davanti a lui.

”Dice che ogni essere punta all’armonia e all’equilibrio? Forse ha ragione. Però ho visto esseri “senzienti” uccidersi fra di loro per un pezzo di terra dove sotto vi era del liquame nero. Uomini ricchi pagare cifre assurde per armare intere città, quando con la metà dei soldi avrebbero potuto aiutare il triplo della gente. La verità, caro il mio skekDor, è che l’equilibrio si ottiene quando si è da soli. Alle persone non piace avere vicino qualcuno, un compagno con cui condividere. Tutti vogliono tutto per sé stessi.”

Le mani iniziarono nuovamente a prendere velocità, sotto gli sguardi stupiti dei presenti, assemblando con naturalezza ingranaggi e oggetti metallici. Perfino l’espressione di Gingillo, dapprima dura e severa, si rilassò nuovamente.

"Da prima ho come l'impressione d'avervi già incontrato, signor Gingillo. Eppure, fatico a rimembrare. Forse è solo una sensazione, la mia. E in tal caso, vi chiedo di perdonarmi. Con la vecchiaia, la mente tende a fare brutti scherzi."

Il vecchio costruttore inarcò un sopracciglio con fare pensieroso.
Lui si ricordava perfettamente dove si erano già incontrati, che lo volesse mettere alla prova? Non ne vedeva il motivo.

”Ma si figuri, anche la mia memoria è molto difettosa, penso a causa delle botte che ho preso quando ho combattuto contro quel grosso mostro circa … penso fossero centottanta anni fà. Eh già, sono molto più vecchio di quello che non sembro, vero?! Comunque nemmeno io ho un ricordo con la sua figura, ma sicuramente ci siamo intravisti da qualche altra parte. Ed ecco che anche il carillon è finito … che ne dice?”

Piccolo e compatto, colorato con colori caldi e calmi.
Anche la musica, caricata prontamente dallo strano uomo, era calma e molto melodiosa.

Gran Mastro Gingillo.
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"Il motivo per cui gli esseri umanoidi si comportano in una così becera maniera risiede nella loro continua ricerca della perfezione. Anche queste creature, dunque, a loro modo, cercano l'armonia. Del resto, più in alto sale l'intelletto, maggiori sono le aspirazioni che muovono un'anima. A un animale serve territorio, cibo... magari una compagna. A un uomo, probabilmente, meno di tutto questo, ma molto più di qualcos'altro."

Gingillo divenne un’altra volta cupo in volto.
La sua visione sulla razza umana cozzava pesantemente con quella di skekDor, in qualsiasi altra occasione ne avrebbe volentieri discusso ma dato che il pennuto era il suo datore di lavoro, preferì passarci sopra e chiudere la questione con un sorriso, mettendo in mostra i suoi denti in condizioni terribili.

"Sul serio? Vi facevo molto più giovane, in effetti. Buon per voi..."

”Così mi lusinga. Diciamo che ogni mattina mi passo una crema a base di saliva di Tuskgor per mantenere la pelle liscia.”

La pelle era tutt’altro che liscia o pulita. Dava l’idea di essersi fuso la faccia con una mela marcia.

"Un lavoro pregevole, signor Mastro Gingillo. Oh, scusate... Signor GRAN Mastro Gingillo. Potete... Uff... tranquillamente completare l'intero ordine. Ho sbagliato a nutrire dubbio sulle vostre facoltà, e vi chiedo perdono per ciò. Se non è troppo, vorrei due dozzine di pezzi per ogni articolo."

Per la prima volta durante la discussione, Gingillo abbassò lo sguardo.
Le risorse che aveva non sarebbero mai bastate per costruire tutte le cose che gli erano state richieste. Se fosse arrivato in prima mattinata, quando ancora aveva tutti i pezzi recuperati nella piccola discarica, non avrebbe avuto problemi ma non aveva fatto altro che costruire giocattoli per ore.

”La ringrazio molto per la fiducia che mi dimostra. Però, anche ottimizzando i materiali, non credo che potrei riuscire a costruire tutte le cose che mi ha richiesto. Mi servirebbe altro materiale grezzo. Ha per caso un modo per procurarselo?”

Era solito tenere ogni pezzo di ricambio nella tasca dimensionale della sua armatura, il Maelstrom sembrava però aver danneggiato il suo funzionamento ed era impossibilitato nel raggiungere anche i suoi soldi.

”Al momento penso di poter costruire altri quattri trenini, due carillon e sei adorabili animali di pezza. Crede che gli possano bastare? Oppure devo mandare qualcuno a recuperare altro materiale? Che a proposito di recuperare … mi sono ricordato dove l’ho vista. Lei ha combattuto all’Arena Nera se non ricordo male. Dico bene?”

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"Se mi indicate grossomodo dove si trova il luogo in cui vi rifornite, potrei accompagnarvici. Oppure, si potrebbe procrastinare l'ordine a domani. Un giorno di attesa non fa poi questa gran differenza, signore."

Gingillo strinse i denti per qualche secondo.
Mica poteva dirlo che i materiali che aveva usato per costruire, provenivano da una piccola “discarica” appena fuori dalla città.
Era riuscito a ripulire e a sterilizzare tutti gli strumenti, però non poteva rischiare di fare una brutta figura davanti a skekDor, anche se di norma avrebbe vuotato il sacco senza troppi problemi. In quella situazione, però, aveva bisogno più che mai di contanti per comprarsi da mangiare.

”Ma si figuri, non c’è bisogno che lei si disturbi per me. Provvederò io stesso a recuperare ulteriori materiali e a finire l’ordine per domani. Potremmo fare lo scambio proprio lì, vicino a quella bella fontana. Che ne dice? ”

Mentre esponeva, con innaturale garbo, la sua idea, il grosso uccello continuò a parlare rispondendo così alla domanda che gli era stata rivolta proprio qualche secondo prima.

"Ebbene sì, inutile negarlo. Non ne vado fiero, però. È da stolti cercare di ostentare la propria forza agli altri... Il sapiente dovrebbe dimostrarla unicamente a sé stesso. Gradirei non discutere dell'argomento, se siete d'accordo. Lo troverei spiacevole, e del resto non credo apprezzereste le mie constatazioni in merito. In ogni caso, per adesso, i giocattoli che mi avete promesso sono più che sufficienti. Vi pagherò comunque con quest'intero sacchetto d'oro, poiché mi sembrate una persona onesta e degna di fiducia."

Non serviva certamente un empatico per capire che Gingillo aveva affondando il dito in una ferita ancora aperta. Le sue intenzioni non erano assolutamente quelle, però non si sarebbe certamente smentito per così poco.

”Non c’è vergogna nel ricordare azioni passate. Abbiamo fatto tutti degli errori e non vi è motivo per nascondergli. Tutti noi siamo pieni di difetti e poi con quello scontro ho vinto anche una bella sommetta ...”

Era stato nuovamente indelicato ma d’altronde perchè nascondere la verità?
skekDor aveva perso mentre il suo cliente migliore aveva vinto, con i soldi si era potuto permettere un pasto più caldo del solito e un letto più morbido.
Quindi era merito di quel grosso uccello se la sera dell’incontro si era potuto rilassare in una grande camera d’albergo, invece che dormire nuovamente sulla dura e nuda strada.

”... oh, com'è umano lei. Allora vedrò di rendere ancora migliori questi giocattoli e perfetti quelli di domani.”

Le dita girarono velocemente un piccolo ingranaggio.

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"Il vostro racconto, ad ogni modo, mi lascia supporre che anche voi non abbiate una fissa dimora. Vagate in lungo e in largo per Endlos, o si tratta di visite di piacere o lavoro ai vari Presidi?"

Gingillo iniziò a sghignazzare come quella “persona” che aveva visto tanti anni addietro.
La sua risata era però più sana e non malata come quella che già aveva sentito in passato.

”Io non lavoro, io non faccio visite di piacere … io provo a sopravvivere, ogni giorno per tutto il giorno. Vado dove sò che servo e mi metto all’opera. Ecco tutto. Questo è quello che faccio.”

I materiali erano ormai finiti, però poteva creare un’ultima cosa con i piccoli oggetti rimasti.
La sua mente si mise in moto e iniziò a studiare ogni possibile combinazione di ingranaggi e pezzi metallici.

”Qualche volta però mi tocca fare qualche piccolo lavoretto per guadagnarmi il cibo. Buono il cibo, diamine! Ne mangerei in continuazione. Quindi ecco un piccolo pensiero per ringraziarla del suo buon gesto nel darmi dell’oro.”

L’armatura iniziò a “scoppiettare” e a emettere del fumo dal retro.
Se le mani prima si erano mosse a grande velocità, diedero il loro meglio in quell’ultimo “dono”. Nel caso fossero state di qualche altro materiale, avrebbero potuto persino prendere fuoco.
Quando ebbero finito il risultato era qualcosa di piccolo tanto da stare nel palmo della sua mano.

”Ecco tenga. Dato che lei è un signore penso che questo piccolo orologio sia proprio adatto a lei. Ho deciso di aggiungerci anche una piccola catenella in modo da poterla usare meglio. Che ne dice, gli piace?”

Gran Mastro Gingillo.
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Silenzioso diventa il violino se il cuore di chi lo suona è vuoto.

"Avete avuto un pensiero davvero bellissimo. Ne avrò cura e farò in modo di... usarlo proficuamente. Ihihih!"

Di colpo, sotto l’armatura, il suo cuore si sentì più completo e al tempo stesso anche più leggero.
La risata innocente della strana creatura lo fece sentire in qualche modo vivo. Cosa che non provava da molto tempo.

"Immagino stiate per "chiuder bottega", visto e considerato che vi manca la materia prima. Dico giusto? Non conosco ancora bene questa città, tuttavia... mi piacerebbe ascoltare qualcuno dei vostri racconti, prima di rimettermi in viaggio domattina. Se non la considerate una proposta eccentrica, avrei piacere di cenare con voi. Oh, ovviamente vi offrirò il pasto. A voi spetterà solo l'onere di trovare una taverna. Come vi ho anticipato, sono uno straniero, qui."

In altre circostanze avrebbe rifiutato senza pensarci più di tanto dato che non era tipo da mangiare in taverna. Preferiva di gran lunga gustarsi un panino per strada, un gelato sulla spiaggia o anche assaggiare, senza troppi pensieri, un doppio Giupak.

Il doppio Giupak era una particolare bevanda che servivano con naturalezza in uno dei tanti mondi in cui era stato. Fatto particolare era che, in almeno ventisette sistemi solari, era una bevanda proibita a causa dell’alto tasso di platino liquido che richiedeva per la preparazione.
Che ironia!

A farlo accettare ci pensarono anche le movenze che il mistico di Cristallo era solito mostrare durante i suoi monologhi.

”Dato che allora non è un problema nè per lei e nè per le sue finanze, il suddetto Gran Mastro Gingillo dalle Terra è lieto di accettare.”

Sicuro di essersi guadagnato la cena con un non nulla, decise di ripiegare il telo che aveva steso per mettere in mostra ciò che aveva costruito senza alcuna fantasia e sforzo.

”Aaaah! Questa schiena. Qualche volta mi ricorda che stò troppo piegato mentre costruisco. Nulla di impossibile, ovviamente! D’altronde la parola impossibile per me non esiste. Una volta, deve sapere, sono riuscito a spostare una mattonella da bagno. Sfortunatamente il giorno dopo uno sprovveduto l’ha pestata mandandola in frantumi. Ovviamente io l’ho denunciato per omicidio e ho vinto la causa portandomi a casa un pacco di soldi grande quando quel carro laggiù. Ma adesso sto divagando, mi piacerebbe andare a mangiare del buon canguro. Lo faranno qui su Endlos? Non sono certo una bocca scelta, posso ordinare anche qualche rapa, nonostante a me le rape non piacciono per niente. Hanno un sapore veramente strano, sanno di … dodo. ”

Chissà cosa stava pensando skekDor di quell'improvviso e contorto ragionamento sui gusti personali e matrimoni passati di Gingillo.
Il vecchio non sembrò curarsene e indicò quello che sembrava un ristorante a qualche casa di distanza.
Un’insegna molto lucida si ergeva sopra la porta e per quanto nuova la scritta non era leggibile a causa della lontananza.

”Ci prendiamo qualcosa di leggero giusto per non cadere a terra privi di energia, un caffettino e poi torniamo ai nostri alloggi che nel mio caso sarebbe meglio dire la strada, ma va bene.”