Tutti al Mercato!

Gran Mastro Gingillo.
Per vendere, comprare e rendere le vostre giornate più liete.



Silenzioso diventa il violino se il cuore di chi lo suona è vuoto.

"Siete solito dormire all'addiaccio? Mmmh... Ognuno ha i suoi gusti, però... Se credete, possiamo dividere una stanza. In fondo, più tardi dovrò comunque cercarmi un posto per passare la notte."

Doveva essere una proposta sconcia? Simile a quelle che si vedevano passare di tanto in tanto in qualche pubblicità in televisione? Perchè a Gingillo sembrò proprio essere quel tipo di proposta.

”Vede caro il mio amico … pennuto?! Sono un uomo semplice e dalle ampie vedute. Già offrendo questa cena si sta sdebitando, quindi può tranquillamente non preoccuparsi e godersi assieme a me qualche boccone.”

Esordì infine Gingillo, mostrando in quel modo di avere anche un lato umano. O di averlo ancora per essere precisi.
Quando entrò nel locale guardò un cameriere e alzò due dita. Il cameriere non capì subito stesse a significare quel gesto. Due bicchieri d’acqua? Due posti a sedere? Due coperti?
Specie se quel piccolo gesto lo stava facendo un tipo vistoso e tremendamente brutto come il Mastro stesso.
Che fossero quelli del controllo qualità, magari? Sapeva che dovevano arrivare durante quella cena, non si sarebbe aspettato però a quell’ora, con quei vestiti e quell’atteggiamento.

"Scusatemi Signori. Cosa desiderate?”

Chiese infine, sapendo che era la risposta più logica e meno scortese che avrebbe potuto fare.


”Due posti giovinotto. Siamo molto affamati sia io che il mio collega qui presente. Quindi ci sembra giusto avere due sedie e un tavolo su cui metterci a mangiare e a dialogare.”


Dapprima il cameriere alzò un sopracciglio dopo quella richiesta formulata in modo assai atipico, però fu proprio quella che gli tolse ogni dubbio: erano quelli del controllo qualità.
Lo avevano avvertito che erano dei soggetti particolari, non si sarebbe aspettato però in quel modo.

"M-ma certo. Seguitemi pure, vi stavamo aspettando.”

Gingillo tutto soddisfatto del suo modo nel gestire le cose, seguì con passo felpato il cameriere fino al tavolo.

”Ma lei mi dica ...”, chiese rivolto a skekDor, ” … per caso ha notato qualcosa di strano su Endlos? Mi sembra che ci viva da più tempo di me e al momento mi sarebbe utile qualche informazione riguardo a un … robot! Per caso ne ha mai incontrato uno?”

Gran Mastro Gingillo.
Per vendere, comprare e rendere le vostre giornate più liete.



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"Quanto alla vostra domanda... No, non è mia consuetudine intrattenermi con gli esseri artificiali. Sebbene fra le mie conoscenze ci sia qualcuno che vanti nel corpo componenti... meccaniche? Si dice così?"

Gingillo mosse la testa con veemenza. Quella notizia sembrava averlo messo di buon umore.


"Perché lo cercate?"


La domanda giunse esattamente quando i due si accomodarono al piccolo tavolo preparato giusto per loro.
Era stranamente sfarzoso e si vedeva che le vettovaglie usate erano quelle per le occasioni buone.

”Caro il mio skekDor deve sapere che io sono una specie di … controllore. Si, esatto proprio controllore. Certamente non provo a nascondere la mia posizione dato che non cambierebbe niente anche nascondendola. Viaggio in lungo e largo attraverso l’universo a noi conosciuto per assicurarmi che i vari mondi abbiano raggiunto un certo livello tecnologico.”


Con cura si mise a sedere mentre si sistemò il tovagliolo sulle gambe.

”Mi sono imbattuto quindi in molte cose bizzarre come potrà capire. Qualche civiltà era troppo avanti e altre troppo avanti. Da quello che ho potuto vedere Endlos sembrerebbe arrivare appena alla sufficienza, per questo non ho ancora agito in qualche modo. Però un robot incredibilmente potente è arrivato su questo semipiano non molto tempo fa e io lo devo recuperare prima che crei dei disagi nella popolazione. Lo consideri pure una malattia che bisogna fermare prima che si propaghi. ”


Quando ebbe finito di raccontare e di sistemarsi per la cena, il cameriere fece nuovamente la sua comparsa.
Nelle mani stringeva i menù che sarebbero serviti per ordinare le cibarie.

"Ecco a voi i Menù. Gradite anche quello dei vini?”

”Vini? Preferirei di no. Ho la bocca piena di tagli e potrebbe farmi male bere roba alcolica. Preferisco di gran lunga un doppio Giupak.”



"U-un cosa signore? Giupak?”

”Ah capisco, anche qui è bandito. Pensavo che su Endlos ci fosse molto più platino. Ma va bene così non è un suo problema.”

Il cameriere alzò un sopracciglio e si congedò dai due, probabilmente andando a prendere altri ordini da altri clienti.

”Mentre lei skekDor? Lei è qui per qualche motivo galattico oppure per semplice svago? Uno con il suo aspetto e le sue abilità non è certamente qui per caso o almeno, non vuole lasciare troppe cose al caso immagino.”

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"Mi spiace per le vostre ferite. Dopo, se volete, potrei dar loro un'occhiata. Sono un curatore, fra le altre cose..."

A quella proposta il Gran Mastro ci pensò leggermente su.
Poteva sbarazzarsi di quei fastidiosi tagli sulla lingua che lo tormentavano da un paio di mesi? In cuor suo sapeva che la causa era riconducibile a quello strano sformato mangiato tempo addietro sul pianeta Hunka.
Avrebbe però giurato che lo avrebbe fatto di nuovo nel caso gli fosse stato proposto.


"Al contrario, signor Mastro Gingillo. Vedete, ciò che mi spinge è la volontà di fare del bene al prossimo. Non ricerco il bene assoluto, poiché è un qualcosa di tanto astratto da esser, forse, materia per dei. Però, nel mio piccolo, provo a impegnare le mie energie in qualcosa di concreto. Un antico detto umano recita pressappoco così: "Se fare del bene fosse facile come sapere cosa è bene fare, le chiese sarebbero cattedrali, e le case dei poveri palazzi principeschi". Ora, al di là della religiosità, è nel finale di questa massima che incarno la mia vocazione. Vi soddisfa, come risposta?"


Le rotelle arrugginite di Gingillo ci misero qualche secondo ad elaborare il tutto.
Nel fiore della gioventù avrebbe potuto perfino prevedere come si sarebbe evoluto il discorso, ma troppi anni a giro per il nulla cosmico lo avevano rallentato.
Sbatté velocemente le palpebre, che erano nascoste dalle lenti dell’occhiale, per ben quattro volte.

”Ha proprio ragione dannazione! Il bene assoluto tristemente non esiste. Non esiste neppure il male assoluto. Sono due valori che si controbilanciano in maniera perfetta. Stessa densità, stessa forma e peso. Impossibile che uno dei due sparisca nel nulla cadendo nel dimenticatoio. Gli esseri viventi hanno più risorse di quanto non sembri. ”


Si passò una mano nei capelli. Sabbia e forfora caddero in grande quantità per terra.

”Per questo io ‘sto con i Robot. A loro non frega nulla del bene o del male, sanno benissimo che si regolano da soli. Loro sono fatti di metallo, nel loro petto non batte nulla che assomiglia ad un cuore. Pensano soltanto a mantenersi in vita con l’energia che raccolgono a giro per tutti i piani dimensionali. Ecco cosa mi piace di loro. SI fanno gli affari loro.”




Si massaggiò le tempie pensando che non tutto quello che aveva detto era propriamente vero.
Alcuni Robot erano più inclini alla distruzione che alla creazione. Lui di quello non aveva sicuramente colpa.

”Quindi il suo scopo è puro come un diamante. Uno di quelli del quadrante XG2. Mai visto uno? Quel coso è così trasparente che ti scruta dentro fratello. Proprio l’anima per dinci. Però … il suo scopo è puro ma non mi impressiona più di tanto. Io vivo di assoluti e quello che cerco al momento è quel maledetto robot. Lo si vede benissimo dannazione … cioè è grosso, fatto di un metallo di cui Endlos non è a disposizione e ha quattro gambe.”

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"I robot sono però creature nate dall'ingegno umanoide. Non possiederanno una coscienza, ma questo è avvenuto per volontà dei loro creatori, non certo per loro scelta.”

Il vecchio si grattò nuovamente la testa con fare pensieroso.

”Non devono per forza possedere una coscienza. Tante cose non la possiedono eppure sono sempre state create da delle mani “umane”. Sono sicuro che se tutto avesse una coscienza sarebbe proprio un guaio, non crede?! Se si potesse subito dire a qualcosa quale è il male e quale è il bene, questa cosa non diventerebbe automaticamente migliore dell’uomo? Se venisse creato un costrutto in grado di fare solo il bene e spazzare via completamente il male, non crede che sarebbe l’uomo a dimostrarsi successivamente privo di coscienza ma per lo più guidato dall’istinto? Credo che perfino un sasso se venisse dotato di raziocinio sarebbe meglio delle persone.”


Aveva perso il conto di quante volte aveva fatto quel discorso ai vari esseri che aveva incontrato lungo il suo cammino di costruttore e inventore.
Di fatto l’uomo non ci avrebbe guadagnato nulla a costruire qualcosa migliore di lui, dato che sapeva molto bene che in quel caso sarebbe stato subito rimpiazzato.

”I Robot servono solo a fare le cose più velocemente e con efficienza. Per questo il loro ruolo è neutrale. Azione buona o cattiva che sia, se non ci fossero loro ci penserebbe in ogni caso un essere umano a farlo.”


Come dargli torto?
Se non ci fossero stati i macchinari a migliorare la vita degli esseri viventi, essi probabilmente sarebbero ancora a farsi la guerra per le ragioni più stupide.

"E una volta che l'avrete incontrato e affrontato, cosa contate di fare? Lascerete Endlos per un altro piano d'esistenza?"

”A dire il vero ancora non ne sono completamente sicuro. Endlos, come ho già detto, raggiunge la sufficienza sulla mia scala personale. Di conseguenza non avrà bisogno di ulteriori indagini almeno fino a quando un particolare evento non abbassi il livello tecnologico globale. Però sono interessato a certe cose. Mentre lei?! Se lo faccia dire sembra proprio che abbia il potere di fare cose che gli umani si sognano e vuole solo fare del bene? ”

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"Capite cosa intendo dire? Questo non è il mio piano d'esistenza. Io sono qui in vece di straniero, di eremita... E tutto ciò che ho con me è un bagaglio di esperienze e relazioni passate, che ormai vivono unicamente nella mia mente. Di fronte a una visione di questo tipo, sarebbe riduttivo usare questi miei poteri in una qualsiasi maniera. Ecco perché scelgo di farne uso solo quando è strettamente necessario, di solito..."

Gingillo sorrise sotto i baffi.
skekDor non era poi tanto differente da lui, se non per l’aspetto e i poteri. Se lo strano rapace umanoide agiva di propria volontà e iniziativa, il Mastro era legato al volere e alle decisioni delle divinità di Mechanus.

”Capisco molto bene le sue parole … in maniera cristallina.”


Dopo quella frase il suo interlocutore continuò a parlare.

" "Non vi avrò annoiato, spero? Mi capita di rado di parlare così a briglia sciolta. La vostra favella deve avermi in qualche modo contagiato! Quanto in là avete visto spingersi la tecnologia, nei mondi che avete visitato? Vi è mai sembrata in tutto e per tutto simile alla magia?""

”Oh si figuri, io adoro parlare e lasciar parlare. Si capiscono più cose di una persona in una semplice chiacchierata come questa che in tante accese discussioni. ”

Durante quella frase la pelle gli era diventata leggermente pallida e qualche goccia di sudore aveva iniziato a scendere lungo il volto. Perfino l’armatura, che riusciva a riflettere in modo fisico il suo spettro emozionale, stava cambiando colore diventando più opaca.

"Sono stato in così tanti mondi che ho smesso di stupirmi e di meravigliarmi per le cose che vi trovavo. Endlos è solo un'altro nome che si aggiunge ad una lista troppo lunga ...", quelle ultime parole erano impregnate di amarezza e sconforto, " ... sono stato su mondi in cui imperversavano guerre e che mi hanno visto prendere parte ad esse. Ho camminato in lande fatte di metallo e in cui non esisteva più nulla di organico. Con la mia voce ho insegnato a costruire una lampadina ad un pianeta che non aveva un sole. Per me questa è magia, se mi passa il termine ... però sono stato anche in posti terribili in cui la tecnologia era completamente sfuggita dal controllo e uno di questi posti è stato proprio il mio pianeta natale: la Terra. Ovviamente la mia linea temporale è diversa da quella di molti altri terrestri. Nel mio mondo io ero un lungimirante del metallo e della tecnologia, sono riuscito ad inventare molte cose e a surclassare tutti quanti. Però è bastato che io mi allontanassi per poco più di cinquecento anni e ho ritrovato il mio pianeta distrutto. Vedendolo in quelle condizioni mi sono informato e ho scoperto che era stata proprio la tecnologia a devastarlo o per meglio dire un abuso di quest’ultima. Avevano creato un programma, un certo "Ocaloen" mi sembra che si chiamasse, con quel piccolo ammasso di dati connessi con tutti i paesini, le città, i continenti della Terra esso era in grado di calcolare tutto, letteralmente ogni cosa della tua vita. Ti ordinava dove andare, cosa fare, con chi parlare, cosa mangiare, con chi sposarsi, quale lavoro fare e perfino come morire. La tecnologia aveva sconfitto il libero arbitrio e per tanto tempo nessuno si ribellò a quel sistema, però quando successe il contatto con la realtà non era più recuperabile e la gente divenne pazza fino al punto di uccidersi a vicenda pensando che ogni cosa fosse frutto di "Ocealoen". Fu l'ultima rivolta del genere umano nonché l'ultima volta che lo si vide sulla Terra."

Dopo quella lunga spiegazione la pelle tornò rosata e il sudore smise di uscire. Era in qualche modo riuscito ad riacquistare il controllo di sé stesso.

”La tecnologia non ha colpe, il problema è sempre e solo chi la usa e come la usa. Per questo viaggio e curo i pianeti da questo peso, loro hanno bisogno di qualcuno che gli mostri come veramente si fa ad usarla.”

Gran Mastro Gingillo.
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Silenzioso diventa il violino se il cuore di chi lo suona è vuoto.

"Mi rincresce che un destino tanto iniquo sia toccato al vostro mondo, Gran Mastro Gingillo."

Che skekDor si sentisse dispiaciuto per l’amara sorte che era toccata alla Terra, a Gingillo importò poco.
Non ci si poteva dispiacere per gli umani, che schiocchi più di chiunque altro non avevano fatto altro che piegare la realtà fino distorcerla e a diventarne schiavi.
Bloccati dentro una scatola in cui si erano messi da soli.

”Cosa possiamo farci io e lei di un’esperienza simile? Ormai tutto è andato, basta soltanto non ripetere più gli stessi errori. Bisogna aprire gli occhi quando si vede che qualcosa di fittizio ci ha strappato la realtà davanti agli occhi.”


Dopo quella frase il suo interlocutore continuò a parlare.

"E come giudicate chi ne fa ricorso, qui su Endlos? Ritenete che ne stiano facendo un buon uso?"

Gingillo si grattò la tempia sinistra.
Lo faceva sempre quando aveva da riflettere qualche secondo in più sulla risposta da dare. Non era facile valutare quello che aveva visto, dato che di base Endlos non era ricco di tecnologia. La maggior parte era importata da altri piani dimensionali.

”Endlos di base è indietro sulla mia scala personale. Io che sono un bilanciatore della tecnologia avrei tanto da fare su questo piano, che però ha dalla sua parte un potente alleato: il Maelstorm. Esso ha permesso che Endlos passasse inosservato al mio occhio attento. Per ora direi che è okay ...”, prendendo il tovagliolo se lo aprì completamente sopra le gambe,”... ma possibile che ancora non siamo riusciti ad ordinare?”