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Regis ricominciò ad essere perfettamente cosciente di sé quando un forte tonfo, seguito dalla sgradevole ma breve sensazione di proiezione incontrollata verso l'alto, destò i suoi sensi. Fu un momento, un unico momento in cui la sua mente tornò attiva e processò le infinite informazioni che erano sfuggite al suo controllo, provocandogli talmente tanto dolore che gli sembrò che la testa volesse esplodere: ricordò chi era, cosa faceva, cosa e come pensava, quello che voleva, la ragazza, l'odore del sangue, il vuoto che prese ogni pensiero, poi un muro.
La sua faccia impattò con violenza contro una superficie solida, provocando il rumore secco e scricchiolante dovuto al suo setto nasale che si fratturava, poi impattò nuovamente di schiena contro quello che pareva essere il suolo della sua prigione. Perché solo una prigione poteva essere così costrittiva.
ARGH! VISHANTE KAFFAS!!!
L'urlo, seguito dalla rapida e sonora imprecazione in lingua antica, risuonò come un rombo nel ristretto spazio in cui si trovava, aumentando ulteriormente la sensazione di ansia e soffocamento che Regis sentì entrargli fin dentro l'anima. O quello il terribile tanfo di chiuso, a scelta. Le sue mani si mossero nel buio, raggiungendo il volto quasi per controllare che tutto fosse ancora lì, toccando il suo naso fratturato che, tuttavia, stava già ricominciando a tornare nella sua posizione originaria. Un nuovo schiocco, seguito da un'altra scarica di dolore, gli fece emettere un nuovo e lieve gemito di dolore, stavolta più controllato; odiava quella parte delle sue capacità di rigenerazione con tutto il cuore.
Le mani poi si mossero rapidamente tutto intorno a lui, cercando di tastare quello che lo circondava, incontrando solo la ruvida sensazione di legno contro i polpastrelli. Fu lì che Franzisk Emile Therziev-Gaudefoy, capì di aver sbagliato tutto.
Ricordò quello che gli era accaduto: volti chini intorno a lui che urlano, bestemmiano, mostro, mostro, ammazziamolo, pali di legno piantati nel suo petto, la sua carne straziata e violata, poi lo scintillio di una lama. E in tutto questo, la consapevolezza di esserselo meritato, perché lui si era comportato esattamente come il mostro che la gente pensava che fosse, e fu questo ad averlo ferito più di tutte le coltellate. Ricordò dunque il suo proposito.
Le mani iniziarono a fare forza, spingendo contro la superficie superiore della sua prigione, senza incontrare troppa resistenza; il legno, probabilmente già indebolito di suo, cedette sotto la sua spinta e venne divelto con facilità. Quando finalmente quel ostruzione alla vista fu rimossa e scaraventata via, Regis fu travolto da troppe sensazione per poterle identificare; gli sembrò di star guardando direttamente il sole da pochi metri di distanza dato il dolore cui le sue retine furono sottoposte, le narici vennero inondate da una marea di odori nuovi e sconosciuti, il profumo di fresco gli entrò nel naso e quasi lo costrinse a tapparlo nuovamente subito considerando quanto era stato traumatico, infine sentì freddo. Il gelo, come un serpente, si mosse lungo la sua schiena provocandogli innumerevoli brividi che sembravano scuoterlo fin dentro le ossa.
L'istinto prese il sopravvento, troppo in una volta sola per poter essere sopportato: si sollevò di scatto dalla sua posizione stesa, balzando in piedi e provando a fare un passo alla cieca, rovinando tuttavia al suolo. Una nuova sensazione gli avvolse la parte anteriore del corpo, mossasi d'istinto per attutire l'imminente caduta, ossia una inconfondibile consapevolezza di fresco, di innumerevoli piccoli aghi che, con gentilezza, accarezzavano ogni parte a contatto con loro.
Era... erba? Si trovava in un prato? Regis si alzò, trovando a malapena l'equilibrio per poggiare un ginocchio a terra e restare in quella posizione senza capitombolare nuovamente, mentre cominciava ad abituarsi alla luce intorno a lui. Aprì lentamente gli occhi, rendendosi conto di trovarsi nel bel mezzo di un piccolo prato verdeggiante circondato da alberi, probabilmente uno spiazzo in una foresta più grande, e infine verso l'alto.
La fredda luce del sole albeggiante lo costrinse inizialmente a distogliere lo sguardo, ma poi di nuovo riprese a guardarlo con aria frenetica e febbrile; fu ironico per un "Vampiro", che proprio la luce del sole gli indicasse di essere vivo. Perché Regis era vivo, sebbene fosse completamente nudo e con i segni delle ferite prima subite ancora in procinto di guarire, nonostante avesse una profonda cicatrice sul collo che gli provocava immenso dolore ad ogni movimento, nonostante fosse in uno stato pietoso con i capelli appiccicati sul volto dal sudore, nonostante il freddo lo stesse dilaniando, nonostante fosse in ginocchio... Regis era vivo.
E rise, non di scherno e né di dolore, ma di semplice e pura gioia.SPOILER (clicca per visualizzare)Salute: 30%
Energia: 100%
Classi: Fighter, Shapeshifter
Poteri:CITAZIONEIs it wierd that I am so superior?
Il popolo presume che i Vampiri siano già morti e che, dunque, per questo non possano più morire; altro stupido stereotipo, in quanto coloro a cui assegnano questo nome non sono morti, anzi, poche cose sono più vive di loro. Il vero segreto dell'immortalità di un Vampiro non è una maledizione, o il frutto di qualche strana congiunzione astrale, bensì le loro infinite capacità rigenerative; così come il corpo umano guarisce automaticamente un'unghia spezzata e capelli caduti, un Vampiro può rigenerare persino un cuore disintegrato. Anche se ridotto ad una pozza di materiale informe, il corpo continuerà a rigenerarsi e, prima o poi, riformerà il Vampiro esattamente com'era prima, né più né meno.
Non che "morire" sia piacevole, anzi, il processo che porta alla guarigione completa è estremamente lungo e complesso, richiedendo anni su anni per poter tornare in maniera definitiva, inoltre più gravi sono le ferite e più tempo sarà richiesto per guarirle. Se cosciente, il Vampiro può concentrarsi su tali ferite in modo da guarire più rapidamente.
In termini più immediati questi infiniti poteri rigenerativi portano una capacità di guarigione sempre presente. Le ferite minori, come piccoli tagli e abrasioni, guariranno automaticamente in poco tempo; ferite più importanti risulteranno troppo difficili da risanare nell'economia di un singolo scontro, tuttavia la loro rigenerazione naturale sarà molto velocizzata. Ciò non rende immuni a veleni o malattie, e nemmeno da protezione dai loro effetti, considerando che la biologia Vampiresca è perlopiù uguale a quella umana, tuttavia il loro smaltimento naturale sarà più veloce, aumentando le probabilità di guarigione futura.
Effetti: Immortalità, Rigenerazione passiva
Costo: 10. -
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Rise di gusto, continuando fino a che i suoi polmoni non furono completamente svuotati d'aria, costringendolo dunque a prendere un momento di pausa per ricomporsi e recuperare un minimo di contegno. Inspirò ed espirò profondamente, a pieni polmoni, assaporando la fresca fragranza di un'aria che prima sembrava quasi volerlo dilaniare, ma ce adesso era dolce come miele; era ancora stordito, stanco e ferito, eppure sentiva di stare già recuperando parte delle forze perdute. Il familiare tepore della rigenerazione gli si diffuse in tutto il corpo come un'onda, avvolgendolo in una sensazione di pura piacevolezza che sgranchì i suoi muscoli indolenziti, contrastando il freddo che proveniva dall'esterno; Regis si concentrò su quella sensazione, coltivandola nella mente ed espandendola come aveva imparato a fare, avvertendola sempre più forte, segno che stava recuperando dalle sue ferite in maniera corretta.
Avrebbe continuato a stare così, in ginocchio per un tempo indeterminato fino a che la guarigione non fosse stata ultimata, se fosse stato solo ma, sfortunatamente per lui, non era quello il caso. Non si era accorto che qualcun altro gli si era avvicinato, troppo stordito anche per rendersi conto di cose evidenti, ma quando lo fece la sua reazione fu ben evidente.
Gran bel giorno per rinascere a nuova vita. Non trovi, umano?
La voce gracchiante lo fece trasalire, quasi costringendolo a scattare in piedi per fronteggiarne la fonte, e lo stupore divenne evidente nel suo volto; perché quella cosa non assomigliava a niente che avesse mai visto. Era una creatura umanoide, questo era assodato, eppure ogni singola parte di quel corpo pareva essere stata presa e incollata lì in maniera casuale: aveva indubbiamente il becco di una creatura volatile, e la sua stessa forma complessiva suggeriva quella di una lucertola o comunque un grosso rettile, o almeno le scaglie che aveva sparse su volto e collo dicevano questo, nemmeno l'abbigliamento aiutava ad identificarlo. Era un misto tra il ridicolo e il macabro, come una sorta di bizzarra caricatura di un essere umano, ma dopotutto lui era l'ultimo a poter giudicare cosa era normale e cosa no.
Sì, quella bara era fin troppo scomoda per i miei gusti. E, giusto per essere precisi, non lasciare che l'aspetto ti inganni poiché sono tutto fuorché un semplice umano.
Nel suo immaginario questo sarebbe dovuto essere un velato avviso a non sottovalutarlo, Regis era ben più che un comune mortale e i secoli che aveva alle spalle gli avevano insegnato molto, se la creatura avesse avuto intenzioni ostili o comunque dannose avrebbe dovuto sapere che stava per scontrarsi contro qualcosa di diverso da un indifeso essere umano. Eppure non aveva ancora attaccato, avrebbe potuto farlo tranquillamente mentre lui era girato e inconsapevole della sua presenza, dunque questo poteva suggerire una temporanea assenza di intenti omicidi... non che la cosa lo confortasse più di tanto, quella cosa emanava un'aura profondamente sbagliata e l'odore, cielo, sembrava un'accozzaglia di schifezze a caso; qualunque cosa fosse non era benevola, eppure Regis avrebbe potuto averne bisogno.
Che non si trovasse più nello stesso posto in cui era stato messo a riposo era palesemente ovvio, dunque qualcuno con conoscenza pregressa di quel luogo avrebbe potuto fargli comodo, sebbene avrebbe usare molta cautela in quell'interazione. Aveva un brutto presentimento sulla creatura, una sgradevolezza che gli lasciava un brutto sapore in bocca, dunque rimase in guardia e distante dal suo peculiare interlocutore.
Penso tu ne sappia più di me su questo luogo, dunque mi azzardo a porre le domande più ovvia e banali della storia. Dove mi trovo?
Ma soprattutto, come ci sono arrivato?SPOILER (clicca per visualizzare)Salute: 30%
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Classi: Fighter, Shapeshifter
Poteri:CITAZIONEIs it wierd that I am so superior?
Il popolo presume che i Vampiri siano già morti e che, dunque, per questo non possano più morire; altro stupido stereotipo, in quanto coloro a cui assegnano questo nome non sono morti, anzi, poche cose sono più vive di loro. Il vero segreto dell'immortalità di un Vampiro non è una maledizione, o il frutto di qualche strana congiunzione astrale, bensì le loro infinite capacità rigenerative; così come il corpo umano guarisce automaticamente un'unghia spezzata e capelli caduti, un Vampiro può rigenerare persino un cuore disintegrato. Anche se ridotto ad una pozza di materiale informe, il corpo continuerà a rigenerarsi e, prima o poi, riformerà il Vampiro esattamente com'era prima, né più né meno.
Non che "morire" sia piacevole, anzi, il processo che porta alla guarigione completa è estremamente lungo e complesso, richiedendo anni su anni per poter tornare in maniera definitiva, inoltre più gravi sono le ferite e più tempo sarà richiesto per guarirle. Se cosciente, il Vampiro può concentrarsi su tali ferite in modo da guarire più rapidamente.
In termini più immediati questi infiniti poteri rigenerativi portano una capacità di guarigione sempre presente. Le ferite minori, come piccoli tagli e abrasioni, guariranno automaticamente in poco tempo; ferite più importanti risulteranno troppo difficili da risanare nell'economia di un singolo scontro, tuttavia la loro rigenerazione naturale sarà molto velocizzata. Ciò non rende immuni a veleni o malattie, e nemmeno da protezione dai loro effetti, considerando che la biologia Vampiresca è perlopiù uguale a quella umana, tuttavia il loro smaltimento naturale sarà più veloce, aumentando le probabilità di guarigione futura.
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Costo: 10
Edited by LukeZ12 - 10/3/2018, 12:08. -
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Ogni momento di quell'incontro non faceva altro che aumentare l'aura di stupida stranezza che la creatura emanava, dando a Regis l'impressione che non solo fosse pazza ma anche terribilmente malvagia e sbagliata; fosse stato nel pieno delle forze avrebbe girato le spalle alla prima occasione, etichettando le sue fastidiose richieste come i rantoli di un folle, spiccando il volo per arrivare quanto più lontano possibile dal mostro ma, purtroppo, non era possibile. Le sue condizioni attuali non gli permettevano di buttare al vento una possibilità di saperne di più sul luogo dov'era finito, lui stesso sospettava che fosse ben più alieno di quanto non potesse immaginare, pertanto stare al gioco per il momento era l'unica opzione contemplabile.
La creatura aveva chiesto a Regis il suo nome e cos'era, nulla di eccezionale e, da un certo punto di vista, legittimo; eppure il modo in cui aveva posto quella richiesta, unito a quello con cui aveva accennato ad "estirpare erbacce", gli fece dubitare i veri motivi per cui tali interrogativi erano stati posti, tanto più che aveva indubbiamente nominato un concetto stranamente specifico come la divinità. Senza ovviamente prestare troppa attenzione al perché la creatura sapeva che Regis era immortale, ma soprattutto come poteva saperlo, poiché immaginava che porre tale interrogativo in maniera diretta avrebbe portato ad una risposta precisa.
Regis ebbe un brivido, e non seppe se era dovuto al senso di raccapriccio oppure al vento freddo che accarezzava il suo corpo ignudo: avrebbe dovuto trovare rimedio al problema della nudità quanto prima, siccome andare in giro con le proprie vergogne esposte non era certo il miglior modo di porsi con qualcuno.
Dunque così sia.
Aveva chiesto educazione? L'avrebbe avuta. Regis mise il piede destro innanzi a sé, raddrizzando la schiena e avvicinando la mano destra chiusa a pugno all'altezza del petto, fatto questo dunque piegò leggermente il collo in avanti per eseguire quello che, per l'educazione che aveva ricevuto, era il modo per salutare con rispetto qualcuno considerato di status sociale inferiore che tuttavia non apparteneva alla propria razza; per un momento aveva considerato di salutare la creatura come se fosse stata un comune popolano, ma dubitava avrebbe gradito quello.
I "Vampiri" possedevano un complesso cerimoniale che applicavano a chiunque incontrassero, il saluto che Regis aveva effettuato poteva essere considerato un onore concesso a pochi per i mortali del suo luogo di provenienza ma in quella circostanza non vi era rispetto in esso: piuttosto il riconoscimento che, sfortunatamente, la posizione della creatura era vantaggiosa rispetto alla sua.
Il mio nome è Fransisk Emiel Therziev Gaudefoy, tuttavia concediti pure la libertà di chiamarmi Regis.
Detto questo sciolse il suo appena accennato inchino, ritornando in una posizione più normale, cercando per un momento le parole giuste per rispondere alla seconda richiesta della creatura poiché non voleva rivelare troppo, ma aveva la sensazione che omettere qualcosa avrebbe portato spiacevoli conseguenze.
Per quanto riguarda cosa sono, sappi che gli umani ci chiamano Vampiri. Non sono consapevole se tu sei a conoscenza di tutte le idiozie che girano sul nostro conto, ma, nel caso tu lo sia, ti incito a non dar loro ascolto; vedi, se i mortali non demonizzano chi è a loro superiore potrebbero sentirsi feriti nei sentimenti.
Questa sentenza, pronunciata con un lieve sorriso carico di ironia, era effettivamente quello che pensava Regis su come i mortali si rapportavano a praticamente qualsiasi cosa che non fosse simile a loro; c'era il rischio di offendere la creatura, tuttavia, dopo il discorsetto su immortalità e divinità, dubitava che appartenesse alle schiere di coloro che soffrivano la morte.
Il sole non ci brucia, così come acqua santa altro non è che una fresca bevanda, non inorridiamo alla vista di simboli sacri, a meno di strane fobie individuali, acqua corrente non pone alcun ostacolo. Potrei continuare ma credo tu abbia capito il punto della questione. In ogni caso sì, sono immortale, nulla di quello che esiste nel creato può porre fine alla mia esistenza; per la storia delle divinità... dipende molto dalla singola interpretazione del termine. Se intendi il Dio trascendentale, onnisciente e onnipotente, di cui i mortali favoleggiano allora no, non sono uno di questi; tuttavia siamo creature innegabilmente superiori a qualunque mortale sotto qualsiasi aspetto.SPOILER (clicca per visualizzare)Salute: 30%
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Il popolo presume che i Vampiri siano già morti e che, dunque, per questo non possano più morire; altro stupido stereotipo, in quanto coloro a cui assegnano questo nome non sono morti, anzi, poche cose sono più vive di loro. Il vero segreto dell'immortalità di un Vampiro non è una maledizione, o il frutto di qualche strana congiunzione astrale, bensì le loro infinite capacità rigenerative; così come il corpo umano guarisce automaticamente un'unghia spezzata e capelli caduti, un Vampiro può rigenerare persino un cuore disintegrato. Anche se ridotto ad una pozza di materiale informe, il corpo continuerà a rigenerarsi e, prima o poi, riformerà il Vampiro esattamente com'era prima, né più né meno.
Non che "morire" sia piacevole, anzi, il processo che porta alla guarigione completa è estremamente lungo e complesso, richiedendo anni su anni per poter tornare in maniera definitiva, inoltre più gravi sono le ferite e più tempo sarà richiesto per guarirle. Se cosciente, il Vampiro può concentrarsi su tali ferite in modo da guarire più rapidamente.
In termini più immediati questi infiniti poteri rigenerativi portano una capacità di guarigione sempre presente. Le ferite minori, come piccoli tagli e abrasioni, guariranno automaticamente in poco tempo; ferite più importanti risulteranno troppo difficili da risanare nell'economia di un singolo scontro, tuttavia la loro rigenerazione naturale sarà molto velocizzata. Ciò non rende immuni a veleni o malattie, e nemmeno da protezione dai loro effetti, considerando che la biologia Vampiresca è perlopiù uguale a quella umana, tuttavia il loro smaltimento naturale sarà più veloce, aumentando le probabilità di guarigione futura.
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La creatura era terribilmente arrogante, questo era quello che Regis aveva potuto cogliere dalla breve interazione a cui era stato costretto a sottoporsi, tante piccole cose che lasciavano intravedere un ego colossale, cosa poteva indubbiamente essere una debolezza da sfruttare nel caso in cui l'essere si fosse rivelato ostile. Non si curò della provocazione, sebbene dubitasse seriamente che potesse essere attuata nella realtà, concentrandosi principalmente sul suo fluttuare e sulla asserzione sulla presenza di creature come i lich. Regis sapeva cos'erano, le sue famiglie avevano avuto problemi con uno di quelli in passato, ma soprattutto significava che quel nuovo luogo in cui si trovava non poteva essere tanto diverso dal posto delle sue origini, se persino lui riusciva a trovare palesi similitudini.
Quando la creatura diede dei nomi, chiamando questa Endlos la sua nuova realtà, Regis ebbe una palese reazione di stupore; non un altro luogo nello spazio, bensì completamente un'altra dimensione? E come c'era arrivato? Regis escluse quasi immediatamente l'ipotesi del portale, non esisteva magia mortale talmente tanto sviluppata e, anche se fosse esistita, non immaginava davvero perché avessero dovuto scaraventarlo lì dentro. No, la più plausibile restava l'assurda eventualità di una microscopica e imperscrutabile causualità che l'aveva portato lì.
Non seppe cosa pensare, come rapportarsi alla novità, come agire ad un mondo ora alieno e sconosciuto; finalmente capí cosa avevano provato gli Antenati quando si erano trovati nel mondo dei mortali per la prima volta, la consapevolezza che, nonostante i loro infiniti poteri, avrebbero dovuto scoprire tutto dall'inizio in un universo nuovo. Oh beh, non che a Regis mancasse il tempo per imparare.
Pensó di chiedere nuove istruzioni alla creatura, tuttavia quella fu rapida a ricordargli che avrebbe prima dovuto rispondere a due nuove interrogazioni. Ignoró lo sguardo della cosa sulle sue parti basse, poi la nuova pressione del fastidioso freddo, per poi lanciarsi in un nuovo discorso sull'intrinseca superiorità della sua razza: discorso ovvio per Regis, ma che decise di fare comunque.
Mi sembra naturale! Noi vampiri siamo più forti, più veloci, più intelligenti e, considerando tutto, completamente su un altro livello della scala evolutiva: quando gli umani ancora sedevano intorno a dei falò tirandosi sterco a vicenda, noi riposavamo in castelli sorseggiando vino. O sangue, sono quasi la stessa cosa per noi. Ignorando questo, sappi che ogni singolo vampiro di classe superiore, come me, ha un talento, un'abilita che lo rende unico rispetto a chiunque altro: alcuni possono diventare nebbia, altri dominare le menti altrui, altri ancora controllare la realtà nei suoi vari aspetti. Non è da dimenticare che i nostri maghi uniscono la nostra intelligenza superiore ad i loro talenti arcani, dunque solo grazie alle nostre periodiche concessioni che i mortali possono fare qualche passetto avanti. E poi... ci sarebbero gli Invisibili. Loro sono su un altro pianeta se confrontati ai vampiri come me, che pure sono tra i più potenti.
A quella parola Regis ebbe un brivido, tuttavia non dovuto dal freddo; nominare quelli lo faceva sempre sentire sempre a disagio.
Per quanto riguarda me: non credo che i costumi siano cambiati, e dubito che mi abbiano dissotterrato giusto per svestirmi, dunque l'unica opzione è che sia passato talmente tanto tempo che i miei vestiti si siano decomposti. Nonostante io sia immortale, loro non lo erano. Per quando riguarda ciò che è successo... ho dei ricordi molto confusi a riguardo, penso che mi sia stata staccata la testa e questo tende a danneggiare la memoria. Col tempo potrei recuperarla, non ne sono comunque sicuro non essendo mai "morto" prima.
Posó le mani sui fianchi, molleggiando lievemente sulle gambe per sgranchire le articolazioni indolenzite prima di rivolgersi nuovamente alla creatura.
Tocca a me. Com'è organizzato politicamente questo Endlos? Quali razze lo abitano?. -
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La creatura rispose celermente alle sue richieste di informazioni, dipingendo un quadro politico tutto sommato non eccessivamente ostile; non c'era guerra aperta, questo bastava per essere quantomeno positivo nei confronti di Regis, considerando che la sua priorità per un po' sarebbe stata volare basso in attesa di recuperare pienamente, farlo in territorio di battaglia sarebbe stato difficile.
Proseguendo con la spiegazione, Regis seppe dunque che gli umanoidi componevano la stragrande maggioranza della popolazione, altro punto a favore di Regis, il suo aspetto apparentemente umano gli avrebbe dato vita facile per confondersi tra la folla in tranquillità... una volta procuratosi dei vestiti, beninteso. Non sembrava terribile, proprio per nulla, già quel breve scorcio di paesaggio suggeriva un territorio tutto sommato verdeggiante e rigoglioso, cosa che entrava nelle preferenze di Regis; restava da vedere come la situazione si sarebbe evoluta, eppure non aveva brutte sensazioni riguardo al futuro.
Provò un certo fastidio quando la creatura osó rivolgersi a lui come se appartenesse ad una razza inferiore, se fossero stati nel suo mondo sarebbe stato fatto in svariati pezzettini per quell'insolenza; nonostante tutto, Regis dubitava fortemente che esistesse qualcosa di un livello più elevato della sua razza, anzi, trovava impossibile concepire una tale eventualità. Lui era nato, cresciuto e aveva poi vissuto in un mondo in cui la gente come lui era dominatrice assoluta, egli stesso faceva da padrone incontrastato della scala evolutiva, dunque seppure l'idea di rinunciare ai lussi e iniziare daccapo non lo infastidisse più di tanto, l'evidente arroganza della creatura toccò un nervo scoperto.
Non fece nulla, ovviamente, non lasciò emergere nemmeno una singola espressione dal volto, perché nonostante quell'offesa oltraggiasse il suo onore da creatura indubbiamente superiore, Regis non era stupido: aveva capito abbastanza del suo interlocutore da immaginare che un qualsiasi diniego delle sue convinzioni avrebbe potuto scatera una reazione violenta, lui non era in condizioni di combattere e la creatura probabilmente possedeva poteri di cui Regis non era a conoscenza, in un confronto diretto il Vampiro avrebbe avuto ben poche possibilità. Meglio ignorare l'insulto e accontentare la richiesta di informazioni della creatura, dopotutto era stato presumibilmente onesto in quel suo gioco, sebbene la seconda richiesta fosse alquanto... complessa da spiegare.
Nel mio mondo i mortali venerano come divinità il Fuoco Eterno, una specie di concetto più che Dio in sé. Noi Vampiri non abbiamo divinità ultraterrene poiché ciò che veneriamo esiste nel nostro mondo: gli Invisibili. Loro sono ciò che più si avvicina alla definizione di Dio, ma anch'essi restano Vampiri. Quando un Invisibile decide di rendere suo un territorio, ogni creatura al suo interno ha obbligo di fedeltà nei suoi confronti, tuttavia ciò non è meramente politico: nemmeno io conosco tutti i dettagli a riguardo, ma un Invisibile può richiamare a sé chiunque percorra il suo territorio, oltre ad essere totalmente onnisciente nei confronti di ciò che vi accade all'interno, oltre a questo i loro poteri sono pressoché assoluti, ma questo è quanto. Non posso dirti di più al riguardo, per il semplice motivo che non conosco altro, gli Invisibili sono argomento proibito tra Vampiri e, se uno dei loro sacerdoti rivelasse qualcosa al riguardo diventerebbe immediatamente Anathema. Ah... sarebbe una specie di reietto.
Regis si scrolló di dosso l'evidente sensazione di disagio e continuó, senza riuscire a togliersi di dosso l'impressione che uno degli Invisibili lo stesse ascoltando proprio in quel momento.
Il motivo per cui ero in quella bara? È presto detto. Vedi, noi vampiri abbiamo il... vizio biologico di bere sangue umano, per il nostro organismo è una sorta di alcolico, alcuni di noi sono legati con più forza a questo desiderio che altri, al punto in cui diventa problematico per la comunità. Quando un Vampiro perde il controllo gli altri lo abbandonano a sé stesso in attesa che recuperi i sensi, o che accada qualcosa che lo renda incapace di nuocere: ciò è successo a me. Non ricordo ancora i dettagli, ma indubbiamente ha avuto a che fare col mio vizio di bere fin troppo sangue, vizio che il mio corpo ha avuto tempo per smaltire.
Si sgranchí la schiena, facendo risuonare nell'aria numerosi scricchiolii delle sue articolazioni indolenzite.
A me dunque. Hai detto che questo è il presidio est, Quali sono i maggiori centri di attività attualmente? Inoltre, vi sono creature particolarmente dannose per la popolazione locale o, comunque, pericoli imminenti per la loro incolumità?. -
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Ogni momento di quella conversazione non faceva altro che rendere la creatura ancora più strana è aberrante, ogni singola parola rendeva tutto ancora più grottescamente strano, talmente tanto anormale che Regis quasi non ci aveva fatto caso. Lui era nudo, sentiva lo sguardo della creatura su di sé, eppure non era l'essere scoperto, nel senso più letterale del termine, ad infastidirlo quanto la consapevolezza di non essere nella posizione giusta per ignorare la creatura; era proprio quest'ultima ad avere il coltello dalla parte del manico e Regis non lo aveva dimenticato, ma dopotutto lui era una persona paziente, avrebbe sopportato quasi qualsiasi cosa. Dopotutto cos'erano quei momenti di sgradevole convivenza se confrontati alla futura eternità che lo aspettava? Un'eternità da trascorrere in un mondo nuovo, peraltro.
E fu questo a far fremere Regis e ribollirgli il sangue nelle vene, il solo pensiero di quella terra sconosciuta e pronta per essere esplorata gli faceva venire voglia di spiccare il volo seduta stante e iniziare la sua nuova vita. Ma, tuttavia, gli servivano ancora delle informazioni, poche però, aveva quasi saziato la sua curiosità.
Che Regis non fosse più il sovrano incontrastato lo aveva capito, purtroppo era facile credere che in un mondo così vasto vi fossero cose più potenti di lui, eppure non così evolute. Sì, poche cose potevano compararsi alla perfezione intrinseca della sua razza, era solamente una questione di pura logica e adattabilità a tutto quello che il mondo poteva tirare fuori. Poiché Regis non sarebbe mai morto, anche se l'universo stesso avesse cessato di vivere, lui sarebbe sempre sopravvissuto: dunque cosa poteva esserci di più evoluto di questo?
Il parere della creatura sulle sue particolari abitudini alimentari fu curioso, mettendo prima aggettivi negativi a cui seguí però una certa espressione di interesse. Aveva indubbiamente colto nel segno, che dunque la creatura avesse una preferenza per pratiche alimentari macabre? Forse, non lo sapeva ma avrebbe comunque assecondato le sue curiosità.
Bere sangue è un lusso, qualcosa che ci concediamo per il semplice fatto che possiamo farlo, non perché la nostra vita dipende da esso. Esagerare fa male, tuttavia, come tutte le cose buone anche il sangue va perseguito con moderazione, altrimenti si finisce decapitati in una bara, se va bene.
Noto il tuo interesse per la cosa, se avessi avuto con me i tomi del nobile Kaecilius te li avrei indubbiamente imprestati: sono studi sulle varietà di sangue prodotto dagli umani e su come il loro stato emozionale ne altera il sapore, oltre che varie digressioni sui migliori metodi per ottenere sangue di fattura eccelsa.
Regis fermó lì il discorso, le sue conoscenze al riguardo erano estremamente più elevate e anzi, si poteva indubbiamemte dire che egli stesso era un raffinato cultore di tale prelibatezza, tuttavia la domanda della creatura era specifica e lui non desiderava andare troppo fuori argomento; anche perché, se avesse iniziato a parlare di sangue in maniera seria, la discussione sarebbe stata lunga. Se avesse voluto ulteriori informazioni gliele avrebbe chieste.
Per il suo secondo interrogativo... una buona domanda, che intenzioni aveva Regis? Si passò la mano sul mento con aria pensosa prima di rivolgersi nuovamente alla creatura davanti a sé.
Suppongo che, per un primo momento, dovrò mantenere un basso profilo per mimetizzarmi al meglio tra i mortali. Dopo di questo, però, ho intenzione di esplorare questa terra nella sua interezza e scoprire quale intrattenimento può provvedere; dopo quasi ottocento anni di vita l'occasione di vedere qualcosa di nuovo è finalmente davanti a me, dunque non ho certo intenzione di crogiolarmi nella noia. Ciò mi ricorda...
Passò immediatamente ad un nuovo tono, quello di curiosa interrogazione.
In questo luogo hai detto che i mortali umanoidi fanno da padroni, giusto? Ordunque, essi hanno delle divinità o concetti più alti in cui ripongono la fede?
Esiste, inoltre, in zona un gruppo razziale dominante che fa da padrone? E, se sí, come vede coloro che differiscono dalla loro ristretta normalità?. -
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Dunque la creatura non solo era arrogante, deviata, cinica e mostruosa, aveva persino complessi da dio! Un Regis ben più giovane avrebbe aggiunto una battuta sarcastica, un irrispettoso commento, qualcosa che avrebbe fatto trapelare tutto il suo disprezzo per la cosa che gli si muoveva davanti e sul modo in cui si poneva, ma questa versione del vampiro semplicemente pensava che non poteva valerne la pena, proprio come non valeva la pena conoscere il nome della creatura, considerando che era di una tipologia talmente tanto diversa dalla sua che qualunque tentativo di comunicazione sarebbe stato frustrato. Dunque perché provare? Il gioco non poteva valere la candela e Regis non aveva intenzione di perdere tempo e fiato, e soprattutto alludere di essere interessato a futuri incontri con quella cosa, assolutamente non lo era; il vampiro dubitava che potesse servire anche da bevanda, considerando l'olezzo che emanava avrebbe preferito morire di sete piuttosto che avvicinarsi così tanto. Sempre che potesse, beninteso, aveva la sensazione di aver perso molta forza nel suo sonnellino involontario.
La creatura aveva comunque frainteso le sue intenzioni! Davvero lo prendeva per una persona così gretta e banale? Questa mancanza di rispetto lo colse nel vivo, nuovamente facendogli quasi mordere la lingua per trattenete una comprensibile esplosione di rabbia, che tuttavia si placó dopo poco. Nella mentalità di qualcuno così ossessionato, poiché la creatura era evidentemente ossessionata dal concetto di divinità, le sue curiosità al riguardo potessero essere interpretate come una cosa del genere, come se aspirare ad essere un Dio in maniera così insana fosse qualcosa di normale. Si limitó a chiarire l'evidente fraintendimento, senza fare commenti aggiuntivi visto che discutere era l'ultima cosa che voleva.
C'è indubbiamente stata un'incomprensione da parte tua, farmi venerare da una manica di sempliciotti non è tra i miei progetti futuri, non lo era nemmeno quando, nel mio mondo, avrei anche potuto fare una cosa del genere con tranquillità. Non sono certo interessato ad esserlo o a farmi considerare tale, ma dubito che un Dio abbia bisogno della venerazione altrui, semmai il contrario. Ma non è questo il punto della questione.
Prima di proseguire indurí vagamente la sua espressione, forse la creatura non voleva ricevere risposta ma, per tutti i cieli, stavolta l'avrebbe avuta. C'era un limite anche alla sopportazione di una persona tranquilla come lui.
L'intrattenimento che puoi ricavare dall'osservare le mie lotte è affar tuo, l'unica cosa che io cerco è lo scoprire questo mondo nella sua interezza e trarne tutto il divertimento possibile. Intendo avvantaggiarmi pienamente di questa terra ricolma di nuove cose da scoprire.
Detto questo, il vampiro decise che era finito il tempo delle domande. La sua pelle cambió colore, i capelli sulla testa gli si fecero sempre più radi, le dita si trasformarono in lunghi d affilati artigli e, sulla sua schiena, un nuovo paio di arti adibiti ad ali eruppe fuori con un disgustoso suono di carne che mutava e strideva. Non vi era minaccia in lui, se ci fosse stata la creatura se ne sarebbe accorta, semplicemente stava entrando nella sua condizione più favorevole ai suoi piani successivi. Le ali, appena riformatesi, si spalancarono pronte a sostenere il suo sforzo di volare, mentre dalle sue mostruose labbra uscì fuori un filo di voce dura e roboante, che non ricordava quella di Regis nemmeno fa lontano.
Sospetto che le interrogazioni siano terminate.SPOILER (clicca per visualizzare)Salute: 30%
Energia: 100%
Classi: Fighter, Shapeshifter
Poteri:CITAZIONEIs it wierd that I am so superior?
Il popolo presume che i Vampiri siano già morti e che, dunque, per questo non possano più morire; altro stupido stereotipo, in quanto coloro a cui assegnano questo nome non sono morti, anzi, poche cose sono più vive di loro. Il vero segreto dell'immortalità di un Vampiro non è una maledizione, o il frutto di qualche strana congiunzione astrale, bensì le loro infinite capacità rigenerative; così come il corpo umano guarisce automaticamente un'unghia spezzata e capelli caduti, un Vampiro può rigenerare persino un cuore disintegrato. Anche se ridotto ad una pozza di materiale informe, il corpo continuerà a rigenerarsi e, prima o poi, riformerà il Vampiro esattamente com'era prima, né più né meno.
Non che "morire" sia piacevole, anzi, il processo che porta alla guarigione completa è estremamente lungo e complesso, richiedendo anni su anni per poter tornare in maniera definitiva, inoltre più gravi sono le ferite e più tempo sarà richiesto per guarirle. Se cosciente, il Vampiro può concentrarsi su tali ferite in modo da guarire più rapidamente.
In termini più immediati questi infiniti poteri rigenerativi portano una capacità di guarigione sempre presente. Le ferite minori, come piccoli tagli e abrasioni, guariranno automaticamente in poco tempo; ferite più importanti risulteranno troppo difficili da risanare nell'economia di un singolo scontro, tuttavia la loro rigenerazione naturale sarà molto velocizzata. Ciò non rende immuni a veleni o malattie, e nemmeno da protezione dai loro effetti, considerando che la biologia Vampiresca è perlopiù uguale a quella umana, tuttavia il loro smaltimento naturale sarà più veloce, aumentando le probabilità di guarigione futura.
Effetti: Immortalità, Rigenerazione passiva
Costo: 10
Forma AlternativaCITAZIONEIf you acknowledge any gods, start praying now.
Ogni membro della razza di Regis è una creatura unica, inimitabile, che ha secoli su secoli per affinare le proprie capacità e sviluppare le proprie forze: qualcuno potrebbe parlare o dominare gli animali, altri possono trasformarsi in nebbia, altri ancora controllano elementi, ed è proprio questa immensa differenziazione che li rende estremamente difficili da classificare.
Regis, tra tutti i suoi simili, possiede il maggior controllo sul suo stesso corpo, potendolo trasformare in una vera e propria arma mortale. Ciò che tuttavia lo rende più pericoloso è la possibilità di mutare il suo aspetto, quando la situazione lo richiede, assumendo quella che lui definisce come la sua vera forma.
La sua pelle cambia, diventando un singolo fascio di carne apparentemente viva, i suoi occhi si incavano sempre di più in un volto bestiale fino a sembrare quasi spariti, i suoi denti diventano zanne, infine, dietro la sua schiena appaiono due spaventose ali. In questa forma le sue unghie crescono fino a 60cm, diventando veri e propri artigli in grado di tagliare come rasoi e, insieme alle ali che gli garantiscono la capacità di volare, può sferrare attacchi rapidi e letali.
Effetti: Artigli, Volo
Costo: 12. -
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