Di perle purpuree e di acciaio della notte, si fregeranno

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    Dirigendosi al Bazar delle Talpe, il gigantesco mercato che domina la città della rovina, il cavaliere si chiese se lì avrebbe ottenuto le informazioni che richiedeva. O, se no, se almeno avrebbe trovato degli indizi che lo potessero condurre su una strada per la tappa successiva.
    Qualcuno una volta disse <una delle tante regole non scritte di Merovish suggeriva di non fare mai domande in giro.>. Ma per lui, ciò era proprio quel che gli occorreva: non sapeva come o dove muoversi, e non aveva idea di chi fossero le colonne d'ogni presidio.

    Aveva bisogno di sapere, e quindi non poteva esimersi dal richiedere.

    Certo, sulle prime aveva riscontrato problemi di ben altra natura: il pagamento, ovviamente, e la possibilità di ricevere false notizie erano solo alcuni di questi, ma comunque fondamentali perché la sua ricerca si arrestasse appena iniziata.
    Aveva ipotizzato di partecipare ad incontri clandestini, o direttamente nell'Arena Nera, pur di racimolare il necessario, e non ne avrebbe di certo disdegnato nulla. Sarebbero stati allenamenti e modi per mettersi alla prova, oltre che per farsi un nome e riuscire quindi a muoversi con più facilità per quelle strade oscure.

    Probabilmente, il più adatto per i suoi scopi sarebbe stato il Distretto della Fame, sede al dire degli abitanti, della fetta più nera della popolazione; tuttavia, in quel mentre, il Silenzio vagava per la via principale del Distretto delle Ceneri. Il luogo adatto, aveva supposto, per richiedere dettagli sull'altra sua missione: l'individuare altri portatori di quell'arma e quell'armatura delle quali si fregia.

    E quindi eccolo, camminare per quei sentieri, dritto e tranquillo, come fosse di casa. Imponendo i suoi quasi due metri di altezza ed il metallo che lo ricopre, privo di oggetti di cui essere privato; volgendo lo sguardo a destra e sinistra, cercando il bazar o il luogo che lo ispirasse maggiormente.

     
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    Dell'intera Endlos, un luogo più di tutti sembrava permeato dell'insensatezza e della perdizione proprie dell'animo mortale.
    Si trovava sotto terra, in una città che resisteva al caldo cocente del Sud con un'irriducibilità tale da sembrare un vero insulto agli dei.

    skekDor adorava Merovish. E, ancor di più, il Bazar delle Talpe. C'era sempre qualche anima da strappare, e vicoli bui adatti a compiere l'azione lontano da occhi indiscreti. Senza considerare la considerevole quantità di merci che sfilavano continuamente sotto il suo occhio vigile.
    Parlando di ciò... Vagava per la porzione di mercato definita il "Distretto della Fame", quand'eccolo puntare i piccoli occhi vermigli su un individuo del tutto peculiare.
    "Mmmh..." Mugugnò stridulamente, passandosi una mano sotto al becco e scrutando da capo a piedi il gigantesco sconosciuto.
    Nessuna armatura poteva impedire a skekDor di scorgere, al di sotto del metallo, l'essenza di un immortale. Non una divinità, però. Magari, un semplice accolito.

    In ogni caso, Silenzio solleticava oltremodo la curiosità di skekDor. Chissà cosa ci faceva in un luogo simile.
    Magari, era anche lui alla ricerca di qualcosa? In tal caso, al giusto accordo, il mezzo-Mistico sarebbe stato ben disposto ad accontentarlo.

    Stirò la veste a dovere, sprimacciò le spalline e infine sistemò meglio il ventaglio attorno al collo. Prima di farsi avanti, controllò che il trucco fosse in ordine, specchiandosi.
    Terminati i preparativi, si mosse in modo che Silenzio, avanzando, gli si dovesse per forza di cose parar davanti.

    Tuttavia, non appena se lo ritrovò al suo cospetto, anziché presentarsi si limitò a scrutarlo nuovamente da capo a piedi. Le zampe nelle ampie maniche della veste, i lati del becco piegati all'insù in un maligno sorriso, che ben si confaceva a una creatura corrotta come lo Skeksis.
    "Mmmh..." Mugugnò di nuovo, e poi attese

    Salute: 100%
    Energia: 110%
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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    Riassunto:


     
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    Di tutti gli esseri che avrebbe potuto incontrare, di certo il Cavaliere non si sarebbe aspettato un qualcosa di… così. Dopo la rossa freccia, la parabola illusoria, e la bestia figlia degli Dei, ecco palesarsi davanti ai suoi occhi una sorta di rapace, parte uccello e parte rettile, di sgargianti tonalità di viola; apparentemente messo male, vecchio e sull'orlo della tomba, appariva più come un cadavere che camminava.
    E tuttavia, era vispo e arzillo come un giovincello.

    Un giovane ricoperto di vesti sfarzose e gioielli luccicanti, ma pur sempre non certo un vecchietto.
    Le apparenze ingannano, si dice, e nel caso di quei due frase non fu mai più vera.

    Così, colui che di metallo si rivestiva, si fermò; di fronte l'uno all'altro, ponendosi in disaccordo ed opposizione, intralciavano le opposte strade e non ebbero desiderio di spostarsi ulteriormente.

    In silenzio, il cavaliere si bloccò ad osservare l'essere, senza malizie o arroganze date dall'aspetto o dalla corporatura; e non certo per colpa di quel palese e per nulla efficace tentativo di sorridere, che non fu per nulla un successo, egli decise di non proferir parola; in silenzio, si chiese cosa quella creatura cercasse, o desiderasse, da lui.

    Un immortale cavaliere alla ricerca di vendetta, che ha ricevuto i suoi poteri dall’armatura che indossa, e un Dio ripudiato e fuggitivo che cerca di riottenere la grandezza e la giovinezza.
    Si erano incontrati per pura casualità in quelle strade polverose, e forse avrebbero entrambi ottenuto qualcosa di prezioso dall'altrui.

    Ma, per il momento, il rapace non ricevette altro se non sguardi curiosi e dubbiosi, attraverso l’elmo chiuso; e con essi, venne osservato in ogni dettaglio che l'apparenza potesse fornire, così da ricercare nelle sue doti le ragioni di quell'incontro.

     
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    Il tacito scrutarsi degli esseri perdurò per diversi secondi, e poi per qualche minuto. Come se fossero ambedue indecisi sul da farsi, decisero d'impegnare il tempo a memorizzare l'uno i lineamenti dell'altro.
    Poi, il becco di rapace di skekDor si aprì appena. La lingua batté con forza sul palato secco, producendo uno schiocco paragonabile a quello di una canna che si spezza.

    "Sicché, vuoi invitarmi a bere qualcosa... o preferisci guardarmi ancora un po'?" Domandò, e subito dopo scoppiò in una risata sgraziata: "KAWWRK! Scherzo, mio silenzioso cavaliere... Invero, forse sarei io a dovermi spiegare."

    Si schiarì la voce, portò le zampe ai fianchi, e dopo aver guardato nuovamente Silenzio da capo a piedi, esclamò: "Cosa ti porta in queste lande desolate, immortale? Non sembri tipo da ninnoli e carabattole... Mmmh..." Ridusse gli occhi a due fessure, al contempo fece guizzar fuori della gonna la lunga coda squamata, terminante con un ventaglio di piume bianco latte.
    "Aspetta... Magari sei in cerca di ben altra mercanzia. Parole, magari?" Azzardò, quasi chiocciando.
    Poi, inarcò un sopracciglio: "O sei qui per uccidere qualcuno?"

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    Nel gioco di specchi, l’osservarsi si mutò, in bisogno e necessità. Nel silenzioso scambiarsi sguardi e pareri, in paziente attesa di comprendere; dell'altrui mossa inaspettata, che soddisfasse la curiosità creatasi.
    Ed il tutto si tradusse in una muta ricerca.

    Fu il rapace, dalla lunga coda di rettile, a proferir verbo per primo; ed alle sue allusioni, seguirono risposte e domande.
    Il cavaliere attese, quei brevi istanti necessari per comprendere e creare nella sua di lui mente nuovi dubbi. Poi, s’espresse con toni semplici e limpidi, di voce che non tradiva vecchiaia o difetti, malattie o sentimenti.

    “Parole per uccidere. Uccidere per le parole.”


    Consapevole, di quanto malfamato fosse il dire di quella città, e dei suoi distretti, sapeva che quei due termini particolari avrebbero potuto portare ad un ingaggio, o alla battaglia, all'abbandono ma anche al riconoscimento.

    E, dopotutto, decise comunque di tentare, nonostante l'aspetto, l'alito, il sorriso cadente e il vestiario da vagabondo facente parte di un circo; poiché finalmente qualcuno gli aveva rivolto la parola. E quel qualcuno, ne aveva anche riconosciuto parte della natura, e ciò poteva essere sia sinonimo di male che di bene.
    Occorreva indagare, e, nel caso, far cadere la lama del Silenzio su di quella pelle cadente e sulle purpuree piume.

    “Informazioni. Conoscenza, il sapere; del metallo e degli Dei.”


    Cedette con consapevolezza e decisione, alcuni dettagli, per porre un freno al destino, e al contempo accelerare il corso degli eventi.

    Rimanendo diritto, muovendo sol lo sguardo ed il capo, osservò nuovamente ed ancora la forma dello sconosciuto. Chiedendosi chi e cosa fosse, e che cosa cercasse da lui. Lì, fermi nel mezzo della folla, nella strada che divideva quel Distretto in due.

    “Essere. Conosci questa mia forma? È per questo che richiedi dell'immortalità, e di cosa io voglia compiere in queste lande?”


     
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    Quell'omaccione era una continua sorpresa. Col primo periodo che proferì, lasciò lo Skeksis profondamente interdetto.
    Era interessante, piuttosto e anzichenò! Bisognava assolutamente saperne di più, su di lui.

    Un lucido artiglio carezzò il mento, e un nuovo mugugno stridulo si levò nell'aria.
    Silenzio aveva in effetti nominato la parola magica: "Se è la sapienza degli dei che ti occorre, sei di fronte alla persona giusta... A un onesto prezzo, s'intende." Cinguettò, e subito dopo passò la violacea lingua da un lato all'altro del becco.

    Ancora uno schiocco del palato, e di seguito aggiunse: "Sono skekDor, Signore del Grande Cristallo. So che sei un immortale, poiché niente può essermi celato. Quanto al resto... Mmmh... Sono solo curioso, cavaliere."
    Allungò una zampa, e poggiò la punta dell'indice sull'armatura di Silenzio. Vista la disparità di altezza, l'artiglio crepitò sul freddo metallo all'altezza del fianco sinistro.
    "Curioso di scoprire chi mai si celi dentro a quest'involucro. Curioso di sapere chi o cosa ti abbia elargito simili doni, e in ultimo, lo scopo della tua venuta qui."
    Poggiò l'altra zampa sul muso, sghignazzando: "Ihihih! Sappi che potrei carpire tutto questo senza il bisogno di farti domande... Ma ci tengo che a riverlarmi quanto chiedo sia proprio tu. E magari..."

    Fece spallucce e, come se niente fosse, si sollevò dal suolo. Su, sempre più su, fino a che entrambi non si trovarono alla stessa altezza. L'artiglio crepitò ancora contro l'acciaio, fermandosi all'altezza della spalla sinistra: "Magari poi potrei dire io qualcosa a te: conoscenza, informazioni... Mh? Un quid pro quo, ecco cosa chiedo. Mmmh?"

    Aggrottò lo sguardo, e il sorriso svanì. Si trattava di una creatura profondamente malvagia, e questo a Silenzio non sarebbe sfuggito.
    "Se sei d'accordo, comincerei con qualcosa di semplice. Ad esempio, perché non mi riveli il tuo nome, cavaliere? Ammesso tu ne possegga uno, chiaro..."

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    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Ponendosi ben oltre ciò che gli competeva, in quanto estraneo e sconosciuto, il rapace rettiliforme si rese partecipe di effusioni fisiche nei confronti del cavaliere. Pose i lunghi artigli per carezzare l'armatura, innalzandosi persino di modo che la differenza di altezza svanisse, e scambiò sguardi negli occhi con cotale trasporto che parea desiderasse selezionarlo ed portarglisi dentro.
    Aggrottò lo sguardo, l'essere ricoperto di metallo, osservando le altrui mosse, senza che però tale gesto venisse scorto attraverso l’elmo. Era, lui, una creatura priva di emozioni e sentimenti, poiché su di essi il Silenzio era calato, e questo, forse, allo skeksis non sarebbe sfuggito.

    Domande, richieste, sotterfugi; vennero presentati alle orecchie di colui che dal Silenzio era dominato. Colui che, ne divenne araldo e usufruitore, contro coloro che in precedenza lo furono.

    Un prezzo, ovviamente, gli venne proposto; poiché nulla di gratuito esisteva per davvero nella città dei peccati eterni.
    Un'offerta, fu presentata, in quanto nulla a lui poteva essere celato, e tutto era in grado di scoprire. L'ideale, per colui che della ricerca di informazioni aveva fatto l'attuale scopo di vita ed esistenza.

    “Potente. Se voi siete, realmente dotato di simili doti, sarete ciò che mi occorre, ma ditemi, qual prezzo esigerete, e fin dove potrete spingerci?”


    Volutamente, glissando su determinate domande, e questioni, si concentrò sulle proprie, con egoismo calcolato, e silenzioso abbaglio.

    “Informazioni. Uno scambio di queste, è ciò che proponete? Notizie e dettagli, come moneta e come premio?”


    Parve al cavaliere, equo scambio, e decise per cui, di stare al gioco; almeno per il momento, e nel futuro si sarebbe visto, e sol loro ne sarebbero stati testimoni.

    “Black. Questo è il nome, la prigione, che m’è stata assegnata, Signore del Cristallo.”


    Dalla rossa freccia, che su Endlos lo accolse, e a Merovish lo condusse.

    “SkekDor. Ditemi, di voi, di chi e cosa siete, elargite conoscenza, e mostrate la vostra sapienza; come l’alfiere, le colonne di questo mondo, siate parte fondamentale, per me.”


    E cosi, fu, che iniziò la compravendita e lo scambio, immersi nelle folle che il distretto riempivano, l'uno senza preoccuparsene, e l'altro senza ancora averci riflettuto.

     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Ah, era sempre bello percepire il dubbio nell'atteggiamento, o semplicemente nella voce o nei toni degli esseri inferiori. Silenzio, come ogni altro prima di lui, era curioso di scoprire quale fosse il prezzo dei servigi di skekDor.
    Se solo avesse indovinato la verità, probabilmente avrebbe voltato i tacchi in men che non si dica.

    "Mmmh..." Mugugnò lo Skeksis, anziché rispondere. Poi, quando il cavaliere azzardò che si trattasse di uno scambio di informazioni e nient'altro, batté le lunghe ciglia e continuò a fissarlo a becco stretto, con un lieve accenno di sorriso sulle labbra. Insomma, una faccia da schiaffi.

    "Black, dunque. Il nome della tua prigione, dici. Quindi, non indossi quest'armatura per tuo diletto? Sei costretto a vestire il gelido metallo?" Azzardò. Più che domande dirette, però, sembravano elucubrazioni fatte ad alta voce.
    Staccò la zampa dalla spalla di Silenzio, portandola a sé e poggiandola sul petto, poco sopra il seno: "Cosa sono, dovrebbe ormai esserti noto. Non sembri duro di comprendonio, ragazzo. Ihihih!"
    Allargò le braccia, tuonando: "Io sono. Io fui. Io sarò. Il tempo è un fiume in cui vado pescando, la vita dei mortali, un mio semplice battito di ciglia."
    Schioccò ancora la lingua sul palato, e cambiò argomento. Era tempo di una nuova domanda: "Chi ti ha messo in quest'armatura? E perché?"
    Quid pro quo. Ora toccava di nuovo al cavaliere

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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

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    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Rischiare o non rischiare, tentare, di compiere quel che nuocere avrebbe potuto?

    Non perché non capisse, quanto pericoloso potesse essere, quell’oscuro figuro, un dio in forma di uccello e di rettile; similare ad altro, a ben ripensarci, che poco tempo addietro il cavaliere avea incontrato. E se ella si definiva Figlia degli Dei, costui che si autoproclamava Signore del Cristallo era forse un Dio in forma di carne?

    L'inizio, dunque, si era prospettato ben più semplice di quanto non fosse in realtà quella conversazione.
    E, d'altro canto, lo stesso Silenzio, che a quel punto aveva oramai abbandonato parte di ciò che la sua nomea significava, non fece molto per semplificarla; né per lui, né per l'altrui.

    “Domande come risposte, e risposte come domande. Può un’entità superiore scendere a terra, e comprendere i mortali? Può un immortale, innalzarsi al rango di divinità, finanche ad atteggiarsi come tale?”


    Indizi e suggerimenti, di quel che sotto al freddo metallo si celava, di ciò che la mente nascondeva, e sotto al silenzioso nulla aveva riposto al sicuro.

    “Prigione. Un nome, non è altro che tale, una parola; che sprigiona nel suo significato un qualcosa di eternamente più grande. Può skekDor, rappresentare per intero, può il titolo di Signore del Cristallo, contenere appieno, quello che è il tuo essere?”


    Ponendo domande e dubbi, elargí le risposte che il suo pensiero dettava, con libertà e senza preoccuparsi più di tanto degli effetti ch’esse avrebbero avuto. Poi, puntando nuovamente ai propri fini egoistici, ma dettatti da un volere più grande, si ricompose nella voce e nei toni per porre un quesito finale.

    “Può, un Dio, governare su di un mondo, senza ch’esso divenga forzatamente ostile a sé stesso, a chi lo governa, e ad altre realtà?”



     
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    Le prime domande che Silenzio rivolse a skekDor, e che sembravano invece una sorta di monologo dettato ad alta voce (Come fatto in precedenza dalla stessa divinità del Cristallo), non erano degne di risposta.
    Ovvio che un mortale non potesse pretendere di aspirare al rango di dio. Ognuno nasceva o, per meglio dire, esisteva per uno scopo. Inutile cercare di crogiolarsi in effimeri pensieri: le divinità rappresentavano il rango più alto a cui un essere potesse aspirare, irraggiungibili nella loro perfezione. Un tempo, anche skekDor poteva fregiarsi di una simile nomea. E invece a lui era toccato il destino opposto, che rientrava al contrario nello scenario del possibile. Era decaduto, gli erano stati tolti i pieni poteri ed era stato costretto a vivere nella miseria.

    Quanto al secondo quesito, strappò un sorriso allo Skeksis. In effetti, "Signore del Cristallo" corrispondeva alla sua descrizione. Poiché il Grande Cristallo si piegava ai suoi scopi, ma al contempo il mezzo-Mistico ne era dipendente. La sua energia lo manteneva in vita, gli permetteva di compiere prodigi e, cosa più importante di tutte, lo rendeva una divinità.

    "Sì, cavaliere. Un dio può tutto, e il suo creato non gli si ritorcerà mai contro. Ne è prova il fatto stesso di trovarsi qui, ora, a parlare. Anche se Endlos è un vero disastro, sebbene i mortali vogliano opposti alle stesse divinità che li hanno generati... non possono far niente contro di loro. Né sono in grado di cambiare questo mondo. Il solo pensarlo, da parte loro, non è che una pia illusione." Ondeggiò le spalle, scosso dal riso.

    Poi, ripreso un po' di smalto, adagiò nuovamente la zampa sull'armatura di Silenzio. Stavolta, l'intero palmo. Quindi, senza distogliere lo sguardo dal petto del suo interlocutore, mormorò: "Supponiamo che io rimuova quest'armatura. Cosa succederebbe al tuo corpo, Black? Resteresti un immortale? Ti annichiliresti di fronte ai miei occhi? Mmmh..."

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    Il centro del discorso, si trasferì su Endlos. Il semipiano, misterioso, nel quale erano ricaduti esseri proveniente d'ogni genere di mondo; e con loro, le conoscenze, le realtà, le idee, e le informazioni.

    Ascoltò con attenzione, le nuove parole, e si ritrovò a dirsi al contempo concorde ed in disappunto. Ciononostante, poich'egli non desiderava opporsi alle divinità che ivi regnavano, né tantomeno cambiarne i possedimenti, non dovette neppure fingere di preoccuparsene. Il suo scopo, nei loro confronti, perlomeno fino a che qualcosa di nuovo e di una certa importanza non fosse avvenuto, sarebbe stato il mero mettere alla prova le colonne portanti che reggevano quella dimensione.

    Nulla di più, quindi, che un appunto aggiuntivo, per la missione e la vendetta; avrebbe comunque compiuto quel che si prefiggeva, che il tutto ne fosse volente o nolente, o che gli si opponesse con tutte le forze di cui disponeva.

    Non sussultò, né compì gesti, all'altrui poggiare la zampa sull'armatura; si limitò a volgere il capo, per meglio osservare. Non sentì minaccia immediata, né pericolo sul momento, e non provò paura o terrore, ed in ogni caso non se ne sarebbe impensierito più di tanto, poiché, nel caso, ne avrebbe fatto calare sopra il silenzio sull'istante. Tutto quel che fece, fu il mentalmente prepararsi alla battaglia, al far cadere nel nulla qualsivoglia offensiva, e quindi all'allontanarsi con la velocità della voce ed imbracciare la nera lama.
    Ma, confidava, non sarebbe stato necessario, cadere nelle barbariche abitudini dei mortali del darsi battaglia in ogni dove e quando. Poiché, non utile, per nessuno dei due.

    "L'armatura. Io vivrei, combatterei, perché diverresti nemico. Essa colpirebbe, si difenderebbe. Essa è mera vestigia, arma, ma anche essere vivente. Essa, è viva. Vivo, io."


    Non dovette far altro, il cavaliere, che rispondere; con la sempre presente sincerità, alle volte più o meno celata in arcani misteri, ma priva di minacce, poiché disse sol quel che arebbe avvenuto. E diede voce al Silenzio, che sui suoi pensieri dominava e calava.
    Per poi, nel breve, ritornare al sé.

    "Gli Dei. Di questo mondo, e gli Alfieri; quanti, chi, e dove, sono? Incontrarli, è il mio fato."



     
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    Il tocco dello Skeksis non sdilinquì Silenzio, come del resto skekDor stesso s'aspettava. Aveva inquadrato il tipo, oramai, e poteva dare per assodato che caratterialmente fosse freddo come un pezzo di ghiaccio.

    Ad ogni modo, presto il cavaliere svelò al mezzo-Mistico l'arcano. L'armatura era viva, e apparentemente dotata di volontà propria.
    Questa nuova scoperta provocò un piacevole brivido nel basso ventre dello Skeksis: se fosse riuscito ad asservire quel guazzabuglio di mortalità, costrutto e magia, avrebbe avuto l'accolito perfetto per il suo culto!
    "Capisco, capisco. Mmmh... Beh, non intendo far del male a questo... artefatto. Trovo anzi che ti doni molto. O, per meglio dire, sembra piuttosto utile a... diversi scopi."

    Toccava allo Skeksis, e Silenzio sembrò aver appreso ormai bene il perverso gioco che la divinità gli aveva propinato. Eppure, sebbene le domande di skekDor portassero a risposte tutto sommato fini a sé stesse, quelle del cavaliere erano invece piuttosto specifiche.

    Il mezzo-Mistico agitò una zampa al vento, inclinando il capo e fissando l'apertura dell'elmo di sottecchi: "Puah! Per quel che concerne gli Alfieri, dovrai scoprirlo da solo, mio buon Black. Non ho interesse nella burocrazia dei mortali. Per me conta meno di zero. Quanto gli dei... Mmmh..." Avvicinò i palmi delle mani fra loro, facendo sì che ad aderire fosse solo la punta dei polpastrelli.
    Poi, cinguettò: "Gli dei di Endlos sono sfuggevoli e meschini. Ancora non ne ho incontrato uno... Però, sei fortunato lo stesso: di dei di altri piani è pieno questo mondo!"

    Si carezzò un lato del collo, lasciando scivolare gli artigli a ravvivare una "chioma" di piume che gli cresceva alla base dello scalpo, come fosse una diva: "Ci sono io, come ormai hai appurato... Un paio di divinità erranti senza fissa dimora, una che ha deciso di dedicarsi a una propria setta -ma che non ho ancora avuto modo d'incontrare-..." Un baluginio sinistro gli attraversò le iridi vermiglie: "E poi, ci sono due divinità gemelle: una si occupa di Laputa, la città fra le nubi, l'altra di mantenere in armonia il Presidio Est."

    Un nuovo schiocco, seguito da un'altra richiesta: "Cos'eri, prima di fonderti con quest'armatura? Rammenti le tue reali fattezze?" Una domanda priva di senso. Gli sarebbe bastato scrutargli l'anima per conoscere la risposta. Ma, di nuovo, allo Skeksis piaceva giocare

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    Riassunto:


     
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    Altresì ti ritrovasti
    Nel del Silenzio antro
    E non potesti più fuggire
    Da quell'incubo
    Che t'inseguiva
    Da sempre muto.

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    L'utilità dell'artefatto, di relativo dubbio, dai molteplici scopi, divenne merce di scambio. L'armatura, di neri riflessi, ottenne attenzione, fu oggetto di curiosità; su di essa vennero posti gli occhi, e con essa ideati piani e malefici. Il rapace, si dimostrò più che desideroso d'indagarne gli interni, colui che la indossava, il possessore e posseduto.

    Ed egli, quest'ultimo tuttavia poneva i vertici della propria curiosità su di tutt'altre ragioni; se da un lato aveva iniziato chiedendo di più sull'altrui, si era in seguito spostato sugli argomenti cardine, su quel che in origine voleva sapere. E tuttavia, le risposte né troppo né troppo poco spinte gli lasciavano di volta in volta sempre nuove domande.
    Il velo di silenzio, che celava i suoi pensieri, che nascondeva il passato ed i segreti, pian piano si levava; lasciando spazio alle rivelazioni, così da poter ottenere in cambio il bramato.

    E poiché il rettiliforme sugli Dei di quel mondo non seppe dirgli molto, ripiegò. E di quelli ch’ebbe conosciuto prese a narrare.
    Il di metallo rivestito, volgendo il capo sul lato, alla propria destra, per la prima volta distogliendolo da skekDor, osservò il nulla delle bancarelle, oltre la folla che correva impetuosa. Quei pochi che si fossero fermati per osservare la strana coppia, non vi avrebbero trovato nulla di troppo eclatante. E, coloro che avrebbero tentato di derubare il guerriero, ne avrebbero tratto sol aria, poiché nulla possedeva; non che nessuno avesse compiuto il gesto, così allo stesso modo approfittando della distrazione di entrambi, un ragazzino decise di allungare un po’ troppo le mani verso la gonna e i possedimenti della divinità, per quel mentre sol attendendo di trovare il coraggio..

    “I gemelli. Loro, saranno presto miei obiettivi. E di loro, scoprirò ogni cosa.”


    Ma, giunti a quel punto, dopo aver ricevuto qualche risposta, ed avendo appurato il punto di vista del Signore del Cristallo, era divenuto imperativo fare un passo indietro, e quindi tornare ad indagare sull'interlocutore.

    “Il passato. Lo rammento, fin troppo bene. E’ sede di ciò che mi ha reso quel che sono, fonte del mio futuro, e inizio del destino che è stato intessuto da, per, e con me.”


    Non una increspatura, non una crepa, né nella voce, né nel tono o nella posa; egli, imperturbabile, parla e racconta, senza provar sentimento, poiché su di essi è già calata la fredda lama del muto Silenzio.

    “Ero, debole. Ero, fragile. Ero, impotente. Ho trovato la forza, e con essa la via.”


    Non esisterà più nessuno, mai più, a testimoniare quel tempo; nessuno, a parte egli stesso, e coloro che colpevoli ne provocarono la fine.

    “SkekDor. Tornando al vostro, sta a voi; le vostre vesti certo potrebbero incutere timore, ma anche risa e sberleffi. Un Dio, può essere ed indossare ciò che più desidera, tuttavia, non potrete certo dirmi di non aver mai ottenuto l’effetto contrario, a causa del vostro aspetto, e di quel che vi portate dietro.”


    Nuovamente, tornò a guardarlo, scrutandolo, immaginando le reazioni di chi lo avesse incontrato.

    “Scelta. La è davvero, una vostra, o altrui? E,il perché di essa?”


    E a quel punto, il ladruncolo, decise di tentare il tutto per tutto. Forse, sapendo della sua di lui fama, sperava in un ricco bottino; forse, non aveva altra scelta; forse, era stato pagato, o assoldato, da nemici della futura vittima. Di fatto, ci provò, e non sarebbe toccata all’inconsapevole ed ignaro cavaliere la difesa; ma forse, l’inseguimento si.

     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Il pargoletto rischiava davvero grosso, ma per sua fortuna (o sfortuna), nelle tasche di skekDor -a trovarle- non c'era assolutamente nulla. Il mezzo-Mistico teneva ogni cosa all'interno di uno zaino impossibile da vedere e sgraffignare. Una dimensione personale, un buco nero che si apriva a comando.
    Però, in effetti qualcosa c'era. Se il bimbo fosse stato scaltro e cauto, all'altezza della coscia avrebbe visto una tasca piuttosto rigonfia. Non oro, non gioielli il suo contenuto. Era piena di... dolcetti?! Certo, erano un po' duri, ma di sicuro gustosi. E skekDor, impegnato com'era a "intrattenersi" col cavaliere, non sembrava far caso a quel che stava succedendo.

    "Tch! Ti auguro buona fortuna. Non carpirai loro più di quanto non vogliano mostrarti. A noi divinità piace mantenere un certo alone di..." Agitò la manica della veste, portandosela davanti al becco: "...mistero! Khwkhwkhw!"

    Il successivo commento di Silenzio, lo punse sul vivo. Aggrottò lo sguardo, bofonchiando a mezza bocca: "Umpf! Razza d'impertinente, smargiasso, sacripante, strafottente..." Subito dopo, tuttavia, si schiarì la voce e riprese un contegno.
    Provò a rilassarsi -Facilitando così il lavoro al ladro-, e come se nulla fosse successo mormorò: "Sono conscio di come le mie grazie non siano apprezzabili da tutti gli esseri inferiori che vivono su questo piano, Black. Alla fine, però, ci ho fatto il callo. Insomma... Pfff! Non posso certo uccidere chiunque m'importuni, no? Ihihih!" Fece spallucce, roteando le palle degli occhi: "Insomma, per un po' l'ho fatto, ma poi mi sono reso conto di ottenere l'effetto esattamente opposto."

    Si schiarì per l'ennesima volta la voce e poi sollevò il palmo davanti a sé, come se tenesse in mano un calice: "Ad ogni modo, non m'importa ciò che pensano i mortali, purché mi diano il rispetto che merito. E non importa con quali mezzi ho ottenuto questo scopo, né il fatto che i più abbiano paura di me. Poiché, cavaliere, un dio temuto, è un dio rispettato!"

    E come a concretizzare quel pensiero, il bimbo cacciò con decisione la mano nella tasca, trasse fuori più dolcetti possibili e, presumibilmente, si diede alla fuga.
    Quando skekDor se ne accorse, la sua mascella cadde penzoloni per effetto della gravità.
    Finse di riderci sopra dopo pochi istanti, quasi cinguettando: "A-ah, i f-fantolini di queste parti... Ora capisci perché detesto i mortali? Ihihih! E per un pugno di dolci, poi... Chissà cosa s'aspettava di trovarmi addosso."

    In realtà, dentro di sé rimestava la rabbia: quelli erano i SUOI dolcetti! Se li era tenuti da parte per consumarli con comodo più tardi. Dannato ragazzino! L'avrebbe polverizzato all'istante, se solo non avesse avuto la certezza che l'altra entità che abitava quel corpo gli avrebbe di sicuro messo i bastoni fra le ruote!

    Cercando di cambiare argomento, pose un nuovo quesito a Silenzio: "Parlami delle tue abilità. Immagino che l'armatura sia ben più di ciò che si vede, vero? Che tipo d'incanti sei in grado di eseguire?"

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    Energia: 110%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Rimestando i pensieri, e gli avvenimenti, riaccese i ricordi e le memorie; il cavaliere, dopotutto, non comprendeva se per quella divinità provasse simpatia o antipatia. Certo, era che, si dimostrò sapiente, e volenterosa di proseguire quello scambio, nonostante con l'ultima domanda postale ebbe un sussulto d'offesa, nonostante nelle parole non vi fosse traccia né di scherno né di ironia o sarcasmo, ma sol mera curiosità. Il Silenzio, mostrò accondiscendenza, per le rivelazioni scontate; il velo di mistero, d'altronde, occorreva perch'esse potessero mantenere il loro status.

    Cadendo, la copertura, lo scudo, e mostrandosi nude agli occhi dei fedeli e del mondo, perderebbero gran parte del loro potere. Dimostrazione, la era, il rapace stesso medesimo.

    Ed egli, dopotutto, si era mostrato da ambedue i lati; benevolo e fornitore di risposte, ma anche malizio e punitivo. Così, come diede atto di essere capace di ben altre conseguenze, in capo a pochi istanti, e Black, nonostante comprendesse l'ironia e il divertimento che ne potessero scaturire, al vedere la scena del ladrunculo non si corruppe; non mutò espressioni o modi, o la posa. E tuttavia, si compiacque delle scuse e motivazioni fornite dal rettiliforme.

    "Denaro. Probabilmente, quello ricercava, ed anche io ne avrei occorrenza. Forse, l'Arena Nera, sarà un futuro passo della mia esistenza."


    Aproffittando degli avvenimenti, colse la palla al balzo, diede altre informazioni, ed al contempo ne richiese con domande non dette. Salvo, poi, rispondere ai nuovi quesiti, ma prendendo in contropiede il fulcro del discorso.

    "Abilità. Te lo dirò, forse, se tu darai tuttavia a me, un motivo, più grande, per continuare; l'origine, delle mie ricerche, è sita negli Dei e negli Alfieri che in questo mondo abitano, e ch'esso dominano; ed accettai questo scambio, il quale però inizia a divenire nebbia, fumo negli occhi, un qualcosa di cui si può fare a meno."


    Il Silenzio sentiva di stare perdendo la via, percepiva di aver imboccato un sentiero sbagliato; e, sebbene quest'ultimo si sarebbe più tardi ricongiunto col principale, non trovava in quel mentre una scusa, del perché dovesse consentire al tempo di allungarsi a quel modo.

    "Motivazione. Per proseguire, forniscimene una adatta, o trova di ché sfamarmi, ed in cambio avrai."


    Ed il cavaliere, pose i termini, d'una sfida alla Divinità. Ch'essa, poi, l'accogliesse, sarebbe stata per intero sua decisione, dettata da arroganza, orgoglio, curiosità, od anche gioco e divertimento. Daltrocanto, giunti all'allora, sfumavano i termini dettati dal precedente accordo, ed urgeva formularne uno nuovo.

     
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