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Altresì ti ritrovasti
Nel del Silenzio antro
E non potesti più fuggire
Da quell'incubo
Che t'inseguiva
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E, per egoismo, curiosità, e divertimento, egli accolse la sfida, ed a sua volta ne propose un'altra. Dettando i termini, per guidare conversazione e conversatore verso una trappola ben pensata, il rettiliforme gettò esca e amo; e li rese, decisamente, appetitosi.
Ponendosi in posa, d’altri tempi e luoghi malvagio, diede inizio all’atto successivo di quell’opera teatrale improvvisata.
Con una proposta, ed un accordo, sancì i termini, e decretò i risultati. Spettava al cavaliere decidere, però, se accettare o meno.“Devo pensarci.”
Prese tempo, per decidere, sul da farsi; e tuttavia non lo fece per paura, o codardia, difatti nemmeno la prospettiva della morte lo spaventava; ma, bensì, perché stava effettivamente valutando la possibilità.“Impari. Poiché tu sei un Dio, si prospetterebbe sfida di potenze divergenti.”
Così, iniziò la sua risposta. Il Signore del Cristallo dall'alto del suo rango, avrebbe non solo dato sicuramente del filo da torcere all'avversario, ma probabilmente lo avrebbe anche sconfitto. Si, che, il cavaliere aveva preso la decisione di sfidare e mettere alla prova Dei e Alfieri, ma altresì non avea riflettuto sulle poste in palio.
In quel caso specifico, la parte maggiore della bilancia pendeva dal lato del Silenzio, poiché in ogni caso si sarebbe appropriato del premio, e inoltre sia che vincesse sia che perdesse avrebbe comunque avuto la possibilità di rimanere al fianco del rapace; e così facendo, in entrambe le evenienze, riuscirebbe ad ottenere ciò che desidera: informazioni.
E tuttavia, c'era una variabile da considerare: i servizi richiesti da skeKdor. Avrebbe potuto domandare qualcosa che, con la sua essenza, facesse pendere dal lato opposto i piatti.
E quindi, senz’alterare la propria posizione, senza nascondere di puntare lo sguardo negli altrui occhi, e senza che la voce tremasse, pose il quesito.“Servizio. In cosa si tradurrebbe, e cosa comporterebbe?”
E quella richiesta, semplice e scontata, poteva significare che avrebbe accettato; così, come, al contempo, l’opposto.. -
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Altresì ti ritrovasti
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E non potesti più fuggire
Da quell'incubo
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Al Silenzio, si posero condizioni, si diedero muri, si crearono sbarre; di prigione e di casa, per intrappolarlo in un fato senza via di scampo. Rifiutare, era un'opzione, ma non v'era invero possibilitá differente da quella che giá nella testa di lui danzava.
Che si trattasse di meri inganni, o di veritá, quegli accorgimenti e precisazioni parevano consistenti ed accettabili. Il cavaliere ponderó ancora, un’ultima volta, nonostante avesse dopotutto giá deciso. Quella, valutando i pro e contro, era da considerarsi occasione rara, sebbene non certo unica: quando, nuovamente, gli sarebbe capitato d’incontrare una divinitá disponibile al stipulare di proprio pugno un simile accordo?
Nel futuro, qualsiasi cosa si prospettasse, l’avrebbe affrontata, con o senza skekDor al fianco; e, se necessario, avrebbe potuto, un giorno, dimostrargli che al SIlenzio non piace essere messo a tacere da qualcuno che non sia sé stesso“Accetto. E, se ció si rivelerá fruttuoso, potrei fornire i miei servizi anche in successive occorrenze; sia che io vinca, sia che io perda.”
In un tacito assenso, diede il consenso, ricevette risposta, e forní i presupposti.
Facendo del silenzio arma, non espresse i dubbi, non si mostró dubbioso, né tantomeno fece altro per inimicarsi quell’essere; e tuttavia, nella sua mente, il cavaliere si domandava quanto realmente fosse una scelta saggia.
Ma, d’altronde, senza correre rischi non si puó ottenere quel che si ricerca con tale intensitá“L’Arena Nera. Sará la prossima tappa, del nostro cammino; e lí, sì decreterá, il futuro e fato di entrambi.”
Quello, fu l’inizio, di qualcosa di gransioso. La genesi, di un destino comune, che si sarebbe sviluppato e ramificato in modi che entrambi i protagonisti non avrebbero mai potuto immaginare.
Quello, fu l’inizio, della fine.. -
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