Through Fire, Redemption

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    C A P I T A L E
    Fearghus – Drago - Naufrago


    Ribelle.
    Nemica della Fazione.
    Nemica dell’Imperatore e dell’Impero.
    Un parassita della splendente capitale che non meritava nient’altro che la morte. E lui, un fallimento, uno dei deboli che avevano provato e avevano fallire a scalare le file della Fazione, non meritava niente di diverso. Perché aveva osato tenerla nascosta.
    “Per favore”
    Si ritrovò a pensare il drago. Erano entrati nel suo squallido appartamento. Quelli che aveva chiamato compagni e che ora lo stavano tenendo fermo a terra, con le braccia torte dietro la schiena così che non di potesse ribellare. Uno degli ufficiali della fazione stava leggendo da una lettera con il sigillo nero e rosso quelli che erano i suoi crimini. La ragazzina stava piangendo in un angolo, tenuta lontana da lui da una donna con i capelli biondi e con una cicatrice che le sfregiava il volto, tagliandole il labbro.
    “Per favore. Non lei”
    Non aveva mai pregato, in tutta la sua vita, eppure si ritrovava adesso in quella silenziosa supplica, mentre osservava l’unica cosa decente che gli fosse capitata nella sua vita che gli veniva portata via.
    “Vuoi prenderti la tua vendetta? Fallo”
    Già lo aveva spogliato dei suoi poteri di mago. Aveva lasciato che le sue fiamme divorassero le sue Creature e con esse il legame sovrannaturale che aveva formato con loro. Cos’altro voleva prendergli, quella fenice dannata, per punirlo del suo aver osato evocarla al suo cospetto?
    Si divincolò dalla stretta, sentì il braccio sinistro uscire dall’articolazione nel gesto, con un lampo abbagliante di dolore che lo costrinse a stringere i denti. Non importava. Non ora.
    Forse c’era qualcosa che poteva fare. Proteggere almeno lei.
    “Prenditi quello che vuoi. Prenditi il nome del Fuoco, prenditi un braccio. Strappami il cuore. Quello che vuoi. Non lei!”
    Le dita sfiorarono quelle della ragazzina, di quella stracciona che lo aveva seguito nella capitale e che alla fine, in parte per pietà in parte perché incuriosito dalla sfacciataggine con cui si era approcciato a lui, aveva adottato.
    “Per favore”
    Liebe. La sua cara Liebe. Quello scricciolo così delicato che il mondo avrebbe potuto schiacciare in qualsiasi momento. Una creatura indifesa che non meritava di soffrire ancora per un suo errore.
    Un lampo, un guizzo di fiamma, senza che Fearghus avesse pronunciato quel nome carico del potere di evocare il fuoco al suo cospetto. Una scintilla si accese fra le dita del drago e della bambina.
    E dopo… dopo il nero inghiottì ogni cosa.

    D R E A M A T O R I U M
    Canto - Voce - Silenzio


    Esci dal portale con il cuore pesante, lasciandoti alle spalle il manto di fiamme di cui ti eri coperto, respirando di nuovo l’aria di quel luogo che chiami Sogno. Spalanchi gli occhi, contempli l’immensità del Bianco che ora la tua stessa volontà ha deciso di corrompere con il nero.
    Il silenzio, prima principio di creazione, adesso si fa portatore di morte.
    Ti volti, guardi il portale che gettava sui Regni del Caos chiudersi, questa volta per sempre. Attorno a te, sfere, idee cristallizzate per sempre in quel non-spazio che racchiude la parte più intima della tua mente, cominciano a crollare. I sottili fili d’argento che le collegavano nella rete della Storia si spezzano, si infrangono. Ti domandi se è quello che stai osservando è lo stesso destino a cui hai condannato il Reame Beato. Forse. Difficile dirlo; in fondo quello che sta accadendo di fronte ai tuoi occhi sta accadendo su un tale livello di esistenza che per qualcuno al di fuori di te, sarebbe perfino difficile affermare che esiste. Eppure per te è reale.
    È quello che conta, no? Se è solo nella tua mente, non vuol dire che sia meno reale.
    Che l’abbandonare un aspetto come quello del Drago sia meno doloroso.
    Scruti il portale, adesso poco più di un arco attorno al quale hai deciso di seminare distruzione. L’Effige a forma di testa di drago è spaccata. Schegge di pietra stanno cadendo a terra. Lupo e Cavaliere e Ombra ancora resistono, ma non fai a meno di domandarti quando abbandonerai anche loro, come cose vecchie e prive di valore.
    Il Nero avanza, alimentandosi dei tuoi dubbi e delle tue esitazioni.
    No.
    La Storia deve proseguire.
    Sollevi una mano, richiami uno dei frammenti di quelle sfere di esistenza che si stanno schiantando al suolo del Sogno. Richiami ancora una volta il loro potere di creazione.
    E di nuovo il Sogno si tinge di Bianco.
    Plasmi una nuova chiave, la possibilità di entrare in un nuovo mondo, la usi per spalancare di nuovo il Portale che si trova di fronte a te. Ma questa volta sarà diverso. Muovi un passo verso quel nuovo mondo che hai appena trovato, e mentre avvicini la mano a quel varco che ti permetterà ancora una volta di essere qualcosa di più di quello che sei normalmente, di nuovo il manto di fiamme torna ad avvolgerti.
    Un Fuoco di Fenice questa volta. Dorato e puro.
    La Storia va avanti; per la tua creazione non è ancora il momento di cedere a quel freddo abbraccio e all’oblio.
    I Reami Eterni di attendono.

    E T L E R T H
    Fearghus – Drago - Naufrago


    Il freddo che punge la pelle è la prima cosa che sento quando riprendo conoscenza. Mille aghi affilati che si piantano dolorosamente e fastidiosamente in ogni centimetro di pelle che i vestiti leggeri lasciano scoperti. Sono immerso in una pozza di acqua mista a quella che sembra cenere fredda e bianca. Provo a muovermi, a rialzarmi, e di colpo il mio corpo decide di ricordarmi di ogni singolo colpo che ho incassato nelle ultime ventiquattr'ore. La spalla sinistra come provo a muovere il braccio per puntellarmi e togliermi da quella massa di cenere bianca, manda scariche di dolore che mi costringono a stringere i denti. Le gambe tremano, ignorano ogni mio ordine di sollevarsi, il petto è in fiamme, i polmoni ad ogni respiro gridano di dolore, il braccio destro continua a pulsare, come se lo avessi immerso nella lava e non ho idea del perché. Il marchio impresso a fuoco nella carne e il suo sordo pulsare è la ciliegina sulla torta di dolore, e tutto sommato non è nemmeno la parte peggiore. Sconnessamente, provo a rialzarmi, e cado in avanti. Di nuovo il viso affonda in mezzo alla pozza di acqua. La maglia nera che indossa sopra ai pantaloni mimetici è zuppa, adesso anche i capelli si bagnano e così la barba. Mi verrebbe da imprecare in ogni lingua che conosco, se solo non fossi così stanco.
    «Fearghus... »
    Una voce, sottile e piccola, mi sta chiamando. A malapena riesco a sentirla. Tengo gli occhi chiusi, mentre rimango a terra, domandandomi perché non posso addormentarmi. Il freddo punge la pelle, certo, ma posso ignorarlo.
    Così stanco...
    «Fearghus per favore-»
    Spalanco gli occhi quando mi rendo conto che quella che sto sentendo è la voce di Liebe. Una serie di domande comincia a bombardarmi la mente. Dove siamo? Come - Chi mi ci ha portato? L'ultima cosa che ricordo è che ero nel mio appartamento nella Capitale. E dopo... dopo il nero.
    Mi sforzo per mettermi quantomeno in ginocchio, soffocando gemiti di dolore quando le ossa della spalla sfregano fra loro. Mi ritrovo a sperare che non sia rotto, ma è tutto sommato un pensiero passeggero.
    Ho ben altro di cui dovermi preoccupare in quel momento.
    Cerco con lo sguardo Liebe, e il suo volto ormai così familiare entra nel mio campo visivo. Sta piangendo, i corti capelli castani sono pieni di quei fiocchi bianchi e freddi. È in ginocchio anche lei, accanto a me, e sta tremando come una foglia. Arranco ancora inginocchiato a terra così da avvicinarmi a lei e con il braccio ancora buono la stringo in un abbraccio. Quello scricciolo tremante affonda il viso contro il mio petto, afferra con i suoi piccoli pugni i miei vestiti. E dei, se è bello riuscire a farlo. Anche se ogni singolo muscolo del mio corpo sta gridando di dolore, anche se non ho la più pallida idea di dove sia finito, sapere che quantomeno lei non è finita in una delle celle della Capitale è un sollievo che riempie il petto di speranza.
    Per quelli che pare un'infinità, rimango abbracciato a mia figlia. Solo dopo mi azzardo a guardarmi attorno, cerco di capire in quale parte del continente siamo capitati: non siamo da nessuna parte attorno alla capitale. Dannazione, non dovrebbe fare così freddo da nessuna parte del continente dove sono nato. E nemmeno le terre dei Ribelli sono così fredde.
    «Hei!»
    Grido, alla prima figura che riesco a vedere. La voce trema. Il freddo si sta facendo largo nelle ossa, e non sono del tutto sicuro di avere abbastanza forze da richiamare il fuoco al mio cospetto ancora una volta.
    «Hei! Dove- dove siamo? »
    Senza pensarci l'ho domandato nella lingua dell'Impero. Mi maledico, per ripetere la stessa domanda prima nella lingua comune e per ultimo nel mio stentato alto imperiale.


    Ho il timore che fra la stanchezza e le troppe idee in mente ci sia un po' di casino. Ma comunque...
    Dreamatorium può essere bellamente saltato. Non è niente, non agisce a livello di gioco ma è solo una rappresentazione di come (immagino) funziona la mia mente. E un mezzo motivo per avere una transizione mentre di fatto Fearghus passa da un gioco ad un altro (Endlos appunto). Lo stile di narrazione cambia proprio per evidenziare questo cambiamento (tendevo a scrivere in terza persona prima ma ora volevo provare in prima persona)

    Se non fosse chiaro, compare assieme ad una ragazzina di tipo dieci dodici anni in quella che sembra una pira che si consuma rapidamente. E venendo da un paese prevalentemente desertico è letteralmente in maniche corte e non ha mai visto la neve in vita sua.


    Edited by Chantale - 18/4/2018, 18:10
     
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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Dell'immenso Presidio Nord, il Koldran rappresentava senz'ombra di dubbio la regione maggiormente conosciuta da skekDor. Lì, infatti, sorgeva Valiinorê, un villaggio popolato da poche anime che il mezzo-Mistico aveva difeso più volte con profitto dall'inesorabile avanzata dei non-morti. In un modo o nell'altro, skekDor si ritrovava quindi quasi sempre a calcare la fredda superficie di quella zona impervia.

    C'erano giorni, però, quando la metà buona era forte e preponderante in lui, in cui potevano avvenire deviazioni sul programma.
    Incapace di sopportare l'idea di sacrificare anime al fine di spostarsi più agevolmente, quando la parte del Mistico prendeva il controllo in lui, lo Skeksis usava spostarsi sulle sue sole zampe. Niente turbini di vento, né teletrasporti eterici. Solo, unicamente, i suoi piedi nudi, a cercare appiglio sulla soffice neve appena caduta.
    E via via che il paesaggio cambiava, skekDor si ritrovò a calcare gli impervi declivi della regione dell'Etlerth.
    Quella per lui era sempre stata una terra di transito, un modo come un altro per superare il confine del Nord, e per raggiungere i restanti Presidi di Endlos.
    La gonna si agitava, sospinta da un vento tanto secco da dare la sensazione di uno schiaffo sul corpo a ogni sbuffo. La neve, e questa era forse la faccenda più seccante, non cadeva a fiocchi, bensì sottoforma di fine pulviscolo.
    Il mezzo-Mistico si riparava con l'ampia manica della veste meglio che poteva e, tosto, con la sua andatura pinguiniforme, affrontava il freddo rigore del Nord.

    Quand'ecco che, inaspettatamente, il suo sesto senso carpì qualcosa. Anime inquiete, lì fra roccia e neve.
    Non si trattava di animali, poiché in loro ardeva un fuoco ben più rigoglioso. Lo Skeksis batté un paio di volte le palpebre, sollevò il lungo collo di volatile più in alto che poté e provò a vederci chiaro.
    C'era una sagoma, alla sua sinistra. O forse erano due? Difficile dirlo, da quella distanza.

    Volgendo i tacchi, si mosse nella direzione della richiesta d'aiuto che ora arrivava, ovattata ed echeggiante, alle sue orecchie.
    Ci mise quasi una decina di minuti a coprire la distanza di appena una ventina di metri. Questo per dar misura della sua effettiva velocità di movimento.
    Del resto, come dargli torto? Acciacchi a parte, vestire un verdugale in un ambiente simile risultava decisamente d'impiccio.

    Comunque, via via che si faceva vicino loro, Fearghus e sua figlia non avrebbero avuto problemi a visualizzarne le fattezze.
    Un corpo umanoide ed esile vestiva gli abiti di una perfetta dama rinascimentale. La gonna era stretta al busto da un corsetto piuttosto ricercato, da cui dipartivano diversi lacci di pelle, ciascuno terminante con un tetro cranio di animale.
    Dal buffo e pomposo ventaglio che gli avvolgeva il collo si dipartiva invece una testa rettiliforme, terminante con un becco da avvoltoio.
    La grottesca creatura si fermò a pochi metri dai due, esibendosi in un lieve inchino.
    Poi, spalancò il becco e parlò. Un tono di voce grave, eppure caldo e gentile.
    "Salute, signori. State bene?" Chiese, aggiungendo subito dopo: "No, che domande..."

    Si guardò rapidamente attorno: neve, neve e nulla per metri e metri. Ma quei due necessitavano all'istante di un rifugio. A skekDor non servì pensarci troppo per comprendere che si trattasse di due naufraghi dimensionali.
    I vestiti di lui erano inadatti alla zona, senza considerare le condizioni nelle quali verteva, e la mancanza d'impronte tutt'intorno, come fosse piombato dal cielo o, per meglio dire, si fosse materializzato sul posto.

    Azzardò un altro passo. Le grandi iridi vermiglie scrutavano da capo a piedi i due mortali, con una profondità tale da minacciar quasi di sondar loro l'animo.
    Allungò una zampa, e poi mormorò: "Ora vi fornirò di che scaldarvi. Poi, penseremo al resto."

    La gonna si mosse, e da sotto di essa sfilò una lunga e robusta coda ricoperta di scaglie, terminante con un bianco ventaglio di piume.
    Lo Skeksis agitò l'appendice a destra e a manca, spazzando la neve dietro di sé. Poi, ondeggiò il bacino allo stesso modo, come a dare il via a una buffa danza. Il suo palmo, posto in direzione di Fearghus, si avvolse in spire di mana verde smeraldino.
    "Riuscite a ricordare chi siete? Quali sono i vostri nomi, signori?" Domandò, proprio mentre il mana scoppiettava fino ad assumere la forma di un fluttuante globo di fiamme.
    Con uno schiocco di dita, esso si divise in ben tre fuochi fatui.
    Poi, come un marionettista provetto, lo Skeksis agitò gli artigli e mosse l'incanto appena evocato in direzione dei due mortali.
    Le fiamme avrebbero preso a vorticare attorno a loro, producendo una piacevole e rinfrancante corrente d'aria calda. Non era molto, ma almeno non avrebbero patito più vento e neve

    Salute: 100%
    Energia: 105%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Generazione degli elementi:
    Qualora lo ritenga necessario, skekDor è in grado di generare dal nulla una ridotta quantità dei quattro elementi della vita: che siano fiammelle fluttuanti necessarie ad accendere un fuoco da campo, abbastanza acqua da riempire una tinozza , una tana nel terreno abbastanza spaziosa e confortevole da risultare un buon riparo per la notte o una sottile brezza capace di allontanare per circa un'ora eventuali nubi da un cielo plumbeo [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]

    Riassunto:




    Edited by Nightrun - 19/4/2018, 16:37
     
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    Attorno a me, attorno a Liebe, il bianco. Un bianco innaturale, alieno. Sono stato alcune volte nel Deserto di Cenere, ho attraversato il Mare di Cristallo che pure con la sua luce sembra andare contro ogni logica, ma quello che mi si para di fronte è… qualcosa di diverso, qualcosa di ignoto. Qualcosa che non riesco a comprendere immediatamente e il cui peso dell’ignoranza si mescola assieme al timore che non ho la più pallida idea di dove mi trovo. Quando la figura a cui mi sono rivolto si volta, quando si avvicina, il primo pensiero è domandarsi cosa diamine sia. Ci sono elementi vagamente umanoidi in essa e altri che sembrano chiaramente provenire da quelli di un rapace. Non una delle creature che ho mai visto all’interno dell’Impero. Si avvicina, comincia a parlare, e quando la ragazzina si volta per vedere chi è arrivato, con un grido tremante, si stringe di nuovo a meno.
    L’istinto prende il sopravvento per un istante. Quando Liebe si stringe di nuovo a me, quell’eredità primordiale che arde nel petto torna a galla. Il sangue brucia, la figura muta. Anche se sto stringendo la ragazzina in un abbraccio, di fronte a quell’individuo che si è avvicinato a me, le dita cominciano ad allungarsi. La pelle pare lacerarsi, le ossa della mano, con un secco rumore, si schiantano ad accomodare la loro nuova forma. Non attacco.
    Non ancora almeno.
    Anche perché ho il sospetto che qualsiasi cosa possa provare a fare, con un braccio ustionato e uno dislocato e senza nessun’arma con me, riuscirei a fare ben poco. Ma il gesto rimane, in un certo senso quasi a deterrente: non ho ben capito come abbia fatto a ritrovarmi… ovunque ora mi trovi. Ma se sono riuscito a salvare Liebe dalle celle dell’Impero, non la lascerò nelle mani di quella… cosa.
    Mi domanda se stiamo bene. E quello per un istante mi blocca, anche perché per un istante mi pare di intravedere all’interno delle sue parole, quella che è la base della lingua comune dell’Impero. E per un istante, mi domando se sono ancora lì, entro i suoi confini.
    Ma è impossibile questo: ho viaggiato, sia per terra che in aeronave per quasi la sua totalità. Ho la certezza di non trovarmi più lì. Eppure in qualche modo comprendo le sue parole.
    «No- io- »
    In quegli istanti di confusione ho quasi abbassato la guardia. Quando la coda del rettiloide (che però non è un draconiano come me) spazza la neve, quando un fuoco color smeraldo viene mandato nella mia direzione, torno a stringere Liebe a me, in un patetico tentativo sia di scaldarla e di proteggerla dall’ignoto. Le fiamme però rimangono ferme, non attaccano. E un piacevole torpore comincia a spandersi dal braccio teso dell’uccello-rettile-qualsiasi cosa fosse.
    «Certo che so chi sono»
    Allento la stretta sulla ragazzina, anche se lei rimane ferma a stritolami i vestiti. E domando di nuovo, con la voce che ancora trema per il freddo
    «Dove- dove siamo? »




    Edited by Chantale - 21/4/2018, 17:43
     
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    Lo Skeksis non si sdilinquì di fronte all'esternazione di forza da parte del drago. La sua reazione era più che plausibile, visto il frangente.
    Piuttosto, ciò che fece corrucciare i lineamenti del suo volto fu vedere la piccola in preda allo spavento. Effettivamente, creature come gli Skeksis erano tutto, fuorché rassicuranti a vedersi.
    Ad ogni modo, il mezzo-Mistico provò a fare del suo meglio per rimediare al malinteso. Mise le mani avanti, mormorando con tono rassicurante: "Calma, calma! Per pietà! Sono qui per aiutare, non per farvi del male!"

    Nel tentativo di rassicurarli maggiormente, e con gran sforzo, si chinò in avanti e fece per mettersi seduto. Le ossa cigolarono fragorosamente via via che si preparava a eseguire la manovra, che lo tenne impegnato per quasi un minuto buono. A giudicare dalle smorfie del becco, eseguire una così banale azione doveva essere per lui tutt'altro che piacevole. E non gli si poteva dar torto. Insomma, lineamenti mostruosi a parte, sembrava avere una certà età!

    Quando finalmente riuscì a mettersi steso a terra, tirò bene la gonna a coprire le sue grazie. Solo i piedi da rettile spuntarono fuori dell'orlo.
    "Dove siete, mi domandate? Oh, allora immagino siate un naufrago dimensionale. Anche se, in parte, l'avevo già intuito."
    Si guardò un po' in giro, quindi esclamò: "Siete sulla vetta di una montagna, fra gli impervi crinali scoscesi della regione di Etlerth. E questo mondo... si chiama Endlos."

    Portò le grandi iridi vermiglie alla piccola. Una fugace occhiata, prima che si rendesse conto della menomazione di Fearghus.
    "Vi fa tanto male?" Azzardò, indicando l'arto: "Il braccio, intendo."

    Intanto, le fiamme continuavano a divampare. La neve si scioglieva in pioggia ancor prima di avvicinarsi al mulinello caldo

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    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Generazione degli elementi:
    Qualora lo ritenga necessario, skekDor è in grado di generare dal nulla una ridotta quantità dei quattro elementi della vita: che siano fiammelle fluttuanti necessarie ad accendere un fuoco da campo, abbastanza acqua da riempire una tinozza , una tana nel terreno abbastanza spaziosa e confortevole da risultare un buon riparo per la notte o una sottile brezza capace di allontanare per circa un'ora eventuali nubi da un cielo plumbeo [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]

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    Sono ancora inginocchiato in mezzo a quella che ormai è davvero una pozza d’acqua fredda e che sta entrando nei miei stivali e che inzuppa i pantaloni mimetici. Ma il freddo comincia a passare, adesso che le fiammelle divampano fra me e quella… creatura. Non ho altro modo per definirla al momento. Mi rilasso, o almeno ci provo, e gli artigli cominciano ad accorciarsi, le scaglie, rosso cupo, vengono di nuovo coperte da una pelle che ha un aspetto più umano. C’è uno scricchiolio sinistro quando le ossa tornano alla loro grandezza naturale e di nuovo quelle del braccio sinistro sfregano fra di loro, uscite dall’articolazione. Non piacevole. E adesso che l’adrenalina che aveva forzato il corpo a mutare di fronte a quello che pensavo potesse rivelarsi un pericolo sta scemando, torna anche il sordo pulsare del marchio alla spalla e quello nuovo, sconosciuto, al braccio. Si confonde con il generico dolore che pervade ogni angolo del mio corpo, si mescola assieme al freddo che fa tremare me e Liebe.
    «Endlos»
    Ripeto a voce bassa, mentre comincio a rimettere assieme frammenti di quello che è appena successo e provo a colmare i buchi che collegano il mio sparire dalla Capitale e risvegliarmi in mezzo a quella distesa bianca e con una creatura che assomiglia ad un uccello o una lucertola di fronte.
    «Non-»
    Non so bene cosa voglio domandare. Non so cosa sia un naufrago dimensionale, ma a quanto pare sono uno di loro. A logica avrebbe senso… anche se c’è una cosa che non mi sta tornando.
    Endlos. Il nome non mi dice niente. E non ha parlato di luoghi, di isole o di continenti. Ma di mondi. Il pensiero di aver cambiato completamente piano di esistenza, come gli uomini-insetto hanno fatto secoli e secoli prima comincia a farsi largo nella mia mente per quanto provi a dirmi che è impossibile. Ma le montagne che ha citato non le conosco, in nessun luogo attorno alla capitale e in nessuno dei continenti in cui ho viaggiato.
    Volevo andarmene dalla Capitale.
    A quanto pare l’ho ottenuto, anche se non proprio nella maniera più consona.

    Be careful what you wish for-


    Gli occhi della creatura si fermano su Liebe. Impercettibilmente la stringo di nuovo a me, e lei prova a fare capolino, voltandosi oltre la sua spalla. Un fiocco di neve le si ferma fra i capelli e per toglierselo prova a divincolarsi dalla mia stretta. La assecondo.
    «Dov’è Etlerth?»
    Mi domanda Liebe in un sussurro. A volte mi domando se la vita passata per le strade della Capitale, prima di entrare nella mia vita, le abbia in qualche modo strappato la voce: non l’ho mai sentita urlare, e la sua voce è sempre così flebile…
    Prima di rispondere alla domanda della creatura, appoggio la fronte contro quella di Liebe, le sorrido debolmente, cercando il suo sguardo.
    «Non lo so. Ma lo scopriremo presto»
    È il massimo che le posso promettere per ora. Sposto la mia attenzione per la prima volta da quando sono sparito dal mio appartamento dunque sul braccio destro, e una smorfia disgustata si dipinge sul volto. La pelle è bruciata, lunghe linee dove la pelle lascia posto alla carne viva paiono avvolgersi a spirale fino all’avambraccio. Ruoto piano l’arto, così da vederlo da ogni angolo. Il palmo è bruciato ed è forse la parte che fa più male, considerando che quando provo a chiudere le dita per vedere se ho qualcosa di rotto, la pelle viva sfrega con se stessa. Dal polso, quelle linee si allungano e si allargano sul braccio, lasciando l’impressione che abbia afferrato delle corde bollenti.
    Solo che so che non l’ho fatto.
    «Non più dell’altro. Non- »
    Una pausa. Non so bene come spiegare quello che mi è successo.
    «Non so come sono arrivato qui. Ma non deve essere stato un viaggio piacevole.»
    Liebe sta meglio di me, per fortuna. Pare più spaventata che altro, anche se ora, con lo sguardo sollevato al cielo e verso le montagne, le lacrime hanno smesso di rigarle il viso.
    Sposto l’attenzione dal mio braccio alla creatura, e solo ora mi rendo conto che non so cosa o chi è.
    «E… lei co- chi è? »
    Mi fermo dal chiedere cosa all’ultimo. Forse non è la più cortese delle domande da fare a chi ti sta aiutando senza nemmeno conoscerti.


     
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    Vedere quella strana creatura rasserenarsi fu come togliersi un peso dal cuore, per lo Skeksis. D'altro canto, come detto, si trovava lì per aiutare, non per ferire.
    E finché il cuore di tenebra sarebbe rimasto sopito, quell'intenzione sarebbe rimasta immutata nel suo animo.

    Gli venne chiesta la sua identità. Domanda lecita, giunti a quel punto: "Non sono che un vecchio e stanco eremita, che vaga di terra in terra senza una meta precisa..."
    Inclinò il busto in avanti, facendo produrre alle vertebre della schiena diversi scricchiolii. Quindi, poggiati i palmi a terra, sfruttò la robusta coda di rettile come perno per tirarsi su. Così, tra mugugni e smorfie di dolore, e altri suoni sinistri, riuscì infine a riguadagnare la statura eretta.
    S'indicò, sollevando le sopracciglia e battendo un paio di volte le palpebre: "Potete chiamarmi come più vi aggrada, sebbene io un nome ce l'abbia. Sono skekDor."
    Azzardò un nuovo passo, e poi un altro ancora.

    Incurante dell'eventuale reazione di Fearghus gli si fece vicino e, di nuovo, si piegò in avanti. Un olezzo di carne marcia ed essenze profumate avrebbe investito a questo punto le narici di padre e figlia. Era la condanna dello Skeksis, ma anche uno dei suoi marchi distintivi. Almeno, per il momento...

    Comunque, l'attenzione del mezzo-Mistico si concentrò esclusivamente sulle ferite del drago.
    "È una brutta ferita. E anche se non date a vederlo, deve farvi piuttosto male..."
    Sollevò la destra, avvicinandola con circospezione a Fearghus: "Ecco, lasciate fare a me. Sebbene la situazione sia paradossale, vorrei che vi rilassaste."
    Se il drago non avesse fatto nulla per impedirlo, la gelida zampa dello Skeksis gli si sarebbe poggiata sul braccio, poco sopra l'osso esposto.
    Sempre con tono calmo, ostentando un sorriso anodino, skekDor avrebbe poi sussurrato: "Datemi la vostra sofferenza... e io, in cambio, vi offrirò un pizzico della mia gioia!"

    Certamente, una creatura tanto bizzarra e con una parlantina così sciolta avrebbe lasciato non pochi dubbi nella mente del guerriero. Comunque, di li a poco successe qualcosa d'inspiegabile. Una gran luce, calda e impossibile da guardare direttamente, circondò nella sua interezza lo Skeksis.
    Fearghus avrebbe di nuovo sentito le sue ossa muoversi, come quando le aveva fatte mutare, poco prima. Non c'era dolore, però. Anzi, per certi versi era persino una sensazione piacevole. Un gran caldo si diffuse, dapprima dal palmo dello Skeksis, poi per tutta la lunghezza dell'arto offeso, e infine nell'intero corpo del drago.
    La ferita non avrebbe impiegato che pochi secondi a sparire, e il corpo si sarebbe sentito irrorato di energie nuove.
    Dopo meno di trenta secondi, l'incanto svanì così com'era comparso.

    La luce si assopì, e la bufera tornò a costituire il paesaggio circostante.
    skekDor allontanò la zampa subito dopo, cacciandola in una delle tasche della sua veste.
    A questo punto, spostò il becco a osservare Liebe. La bimba non sembrava ferita, tuttavia di sicuro aveva subito lo sconquasso di quella sequela di eventi.
    "Ciao." Mormorò skekDor, e subito dopo avvicinò il pugno chiuso alla piccola.
    Aprendo la mano, mostrò ciò che aveva preso dalla tasca.

    Caramelle, a giudicare dalla forma e dal colore. Ovviamente, nulla di ricercato. Si trattava semplicemente di zucchero di frutta scaldato e poi lasciato raffreddare, ma pur sempre caramelle!

    Salute: 100%
    Energia: 55%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Generazione degli elementi:
    Qualora lo ritenga necessario, skekDor è in grado di generare dal nulla una ridotta quantità dei quattro elementi della vita: che siano fiammelle fluttuanti necessarie ad accendere un fuoco da campo, abbastanza acqua da riempire una tinozza , una tana nel terreno abbastanza spaziosa e confortevole da risultare un buon riparo per la notte o una sottile brezza capace di allontanare per circa un'ora eventuali nubi da un cielo plumbeo [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]

    - Luce curativa:
    Abilità di cui skekDor si serve con estrema parsimonia. Se l’indole del Mistico è abbastanza forte in lui, gli basterà porre una zampa su di un alleato per avvolgerlo in un’aura di luce bianca. Ogni ferita sarà quindi sanata, restituendo vigore al corpo. Ovviamente, è in grado di servirsi della medesima abilità anche per curare se stesso [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Variabile (In questo caso Critico)]

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    Fearghus – Drago - Naufrago


    Liebe prova a spostarsi e a questo punto, seppure a malincuore, la lascio libera dalla stretta di quell’abbraccio. La guardo alzarsi, passarsi il dorso delle mani sul viso così da cancellare i segni del pianto. Non le riesce particolarmente bene; gli occhi sono ancora arrossati, le ciglia appiccicate fra loro. Continui fiocchi candidi continuano a posarsi sui suoi capelli, e per un istante sembra che siamo tornati alla Capitale, quando durante una delle eruzioni dei molti vulcani sulle montagne che la circondano. Un’immagine che allo stesso tempo mi spaventa da quanto è familiare e mi rasserena un minimo. Prova a prendere uno dei fiocchi freddi fra le mani di bambina, e si sorprende tutte le volte che quelli le si sciolgono fra le dita.
    «È come il sigillo del Vento»
    Mi sussurra a voce bassa. C’è un tono vagamente interrogativo mentre tenta ti prenderne un altro roteando piano su se stessa. Continua a tenersi lontana dalla creatura, a gettarle occhiate guardinghe. Adesso che non sono più abbracciato a lei, invece, io provo a sedermi in mezzo a quella che adesso è una piccola radura in mezzo al candore. Stringo i denti, tutte le volte che un movimento troppo brusco fa sì che le ossa del braccio sfreghino fra loro. Non è facile da sopportare il dolore, ma faccio il possibile per non mostrare la mia sofferenza. Anche perché c’è Liebe accanto a me e ci troviamo non solo in una terra sconosciuto, ma proprio in un altro mondo. Il desiderio di proteggerla non si è mai spento e mai lo farà.
    «ske-ek Dor? skekDor sia comunque»
    Mi metto a sedere. Non proprio a gambe incrociate, la posizione non è certo delle più aggraziate, ma quantomeno non ho più le ginocchia affondate nel terreno molle.
    «Fearghus»
    Dico in maniera distratta, quasi a ripagarlo del suo avermi detto il suo. C’è potere nei nomi, in fondo, per quanto dubito che la conoscenza di quello che mi hanno dato i miei genitori possa essere utilizzato contro di me o Liebe. La Strega c’è riuscita anni fa, ma lei era diversa. Sto ancora contemplando se provare a far rientrare l’osso nell’articolazione da solo. Non è la prima volta che mi ritrovo in una situazione del genere, ma l’ultima volta avevo un medico a rimettermi a posto.
    In ogni caso, ha poca importanza. Accompagnato da una serie di scricchiolii sinistri e da un tanfo di carne putrida a malapena coperto da quello delle spezie, skekDor si avvicina a me e prova a dirmi di stare tranquillo. Il primo pensiero è quello di indietreggiare, e per farlo istintivamente appoggio le braccia dietro di me.
    Pessima idea.
    Stritolo i denti in una morsa, e la creatura ha il tempo di pronunciare il suo incantesimo e di rimettermi a posto. Non fa male. Ma è sicuramente strano sentire le ossa muoversi fuori dal mio controllo all’interno del braccio. E il pulsante dolore se ne va, come se non fosse mai esistito. Rimango fermo, guardando skekDor sopra di me con un’espressione interrogativa.
    «Grazie? »
    Muovo cauto la spalla e l’articolazione, cercando di saggiare i limiti di quanto possa muovere in quel momento tutto il braccio. A quanto pare tutto è tornato alla normalità e immediatamente mi viene da domandarmi se ha fatto qualcosa al marchio dell’aquila decapitata che ora ho sull’altra spalla. Sul braccio destro ancora rimangono le cicatrici delle ustioni che sono comparse all’arrivo su Endlos, quindi ho i miei dubbi.
    «Come mai tutta quest-»
    Sto per concludere la frase, quando la creatura si avvicina a Liebe. E di nuovo mi fermo, teso e guardingo. Non sembra volerla ferire, però la bambina non riesce a non indietreggiare, interrompendo il suo leggero piroettare in aria. Guarda le caramelle che ha sulla mano, prova a sollevare la sua per prenderle e poi mi guarda, come ad aspettare la mia approvazione.
    Esito a risponderle. Non ho idea di quello che sta cercando quel viandante che ho di fronte… ma è anche vero che se voleva uccidermi o ferirmi, ha avuto talmente tante occasioni per farlo che la diffidenza comincia ad avere poco senso. Impercettibilmente annuisco, e Liebe prende una delle caramelle. Non la mangia subito, si limita a rigirarsela fra le mani e poi domandare con quel candore tipico dei bambini
    «Perché puzzi? »
    Per poi rendersi conto di quello che ha appena detto, abbassare rapida lo sguardo e avvampare di vergogna balbettando scuse.
    «Perché ci stai aiutando? »
    Mi intrometto nella loro conversazione, alzandomi da terra finalmente.


     
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    Anche il drago si decise infine a rivelare il suo nome. skekDor apprezzò particolarmente il gesto: stava a significare che, dopotutto, aveva compreso le sue intenzioni.
    Non si sdilinquì di fronte al suo ringraziamento, sebbene con un'occhiata avesse dimostrato di aver gradito l'apprezzamento.

    Quanto a Liebe, sulle prime ovviamente ostentò un po' d'insicurezza di fronte al fare del mezzo-Mistico. Come darle torto? Era praticamente a pochi passi da un vecchio e rugoso drago\rettile\avvoltoio\umanoide, per di più trasandato e puzzolente.
    Comunque, con qualche riserva, afferrò una caramella, rigirandosela tra le mani.

    Subito dopo, fece poi una domanda spontanea, quasi doverosa.
    Allo Skeksis non diede fastidio, in fondo era davvero lecito chiederselo. Ammorbidì i lineamenti, socchiudendo le palpebre: "È una specie di castigo. Così, tutti mi stanno lontani e non posso avere amici." Mormorò dolcemente.
    Si cacciò una delle caramelle nel becco, riponendo le altre al sicuro.
    Quindi, succhiando e rigirandosi nella bocca il piccolo confetto, produsse dei suoni che stavano a indicare quanto in realtà fosse buono.

    Anche Fearghus gli rivolse una domanda. Nel suo caso, ben più specifica. Si vedeva come la disparità d'età la facesse da padrone, in quel frangente. Il suo era un quesito meno spontaneo, eppure ben più calzante.
    Poiché il puzzo, per quanto sgradevole, non portava a eventi nefasti. Al contrario, un aiuto non richiesto apriva la strada a tutta una serie di congetture, più o meno auspicabili...

    Il muso si spostò in direzione del drago: "Mi siete parsi in difficoltà, in mezzo alla tormenta. Certo, avrei potuto passare oltre, lasciarvi al vostro destino... Ma ritengo che, se se ne ha la forza, sia d'obbligo fare ciò che è bene fare." Tirò il fiato, pur non avendone bisogno, e concluse: "In altre parole, se i buoni non s'oppongono all'inerzia della passività, sono già colpevoli."

    Guardandosi attorno, lo Skeksis sembrò cercare qualcosa, fra le distese di neve a perdita d'occhio. Dando l'impressione di non aver trovato niente, esclamò: "Non ho idea di quali siano i vostri piani, signor Fearghus, ma suggerirei di mettersi all'opera. A voi la scelta. Posso portarvi via di qui rapidamente, verso un clima meno impietoso, o costruirvi un riparo. Purtroppo, non vedo vette abbastanza vicine a cui avvicinarsi a piedi."

    Frattanto, i fuochi fatui continuavano a bruciare attorno al trio

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    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali o illusioni avversarie. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Trick Detector + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Generazione degli elementi:
    Qualora lo ritenga necessario, skekDor è in grado di generare dal nulla una ridotta quantità dei quattro elementi della vita: che siano fiammelle fluttuanti necessarie ad accendere un fuoco da campo, abbastanza acqua da riempire una tinozza , una tana nel terreno abbastanza spaziosa e confortevole da risultare un buon riparo per la notte o una sottile brezza capace di allontanare per circa un'ora eventuali nubi da un cielo plumbeo [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]

    Riassunto:


     
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