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Se gli uffici comunali solitamente straripavano di persone, quel giorno a Yasul la situazione era invivibile. Non una seggiola era rimasta libera nell’ampia sala dell’anagrafe e l’aria era afosa a causa della calca di gente accorsa all’ultimo momento per tentare la scalata elettorale. Per rientrare a far parte del ristretto mondo della politica era infatti necessario salire alla casta sociale più prestigiosa, ovvero quella degli Wuzurgan. Anche il professor Fusa era lì per il medesimo motivo e, come a voler mantenere alta la bandiera di una Merovish poco organizzata, si era ridotto all’ultimo minuto. Come se ciò non bastasse quello del “livello sociale” non era l’unica operazione di cui l’uomo doveva tener conto, infatti in primis era indispensabile richiedere la cittadinanza.
Lo sguardo d’ambra dell’insegnante si posò sul grosso orologio posto sopra al bancone in legno dove lo staff -tre signore, un giovanotto e un vecchietto- si occupava di smistare la fila. Le lancette fecero tre quarti di giro prima che arrivasse il turno del docente e la sua improbabile guardia del corpo; i due finirono alle cure di una signora di mezza età dai corti riccioli corvini e l’aria inacidita. La donna era ambidestra e disponeva di quattro braccia con cui si occupava di documenti diversi, a Karim fece pensare alla dea Kalì non certo per il suo atteggiamento…
“Salve, come posso esservi utile?”
Gracchiò la donna con tono di voce annoiato guardando guardando i due da dietro gli spessi occhiali dalla montatura color oro.
“Buongiorno, siamo qui per occuparci di due cittadinanze, più cambi di casta.”
La signora annuì mentre con una qualcosa su un registro, nel mentre porse un numeretto con la posteriore delle mancine.
“44! Non è così lun…”
Karim si interruppe quando vide che il tabellone segnare 76, ciò stava a significare che il giro sarebbe ricominciato e quindi un’ottantina di persone erano prima di loro.
“Come non detto!”
Sorrise al rapace dagli occhietti rossi.
“Allora… le sono piaciuti i makroud?”
Chiese il prof riferendosi al dolce ai datteri e cannella offerti da sua zia cercando un argomento in vista della lunga attesa. Fortuna che avevano fatto una tappa per lasciare Fawkes alle cure dei parenti -troppo pericolo portarsela a spasso- oltre ad essere rimpinzati di cuscus avevano ricevuto un’interessante informazione. La fenice era il simbolo del Sodalizio delle Ceneri e con l’uovo argentato Karim avrebbe potuto richiedere di entrare a far parte del club. L’insegnante diede nuovamente un’occhiata all’orario, erano le 14:45.
“skekDor mancano venti minuti alle tre, le ricordo che mia sorella mi darà il cambio”
Sorrise l’insegnante lievemente imbarazzato mentre tirava fuori un foglio dallo zaino per poi infilarselo in tasca.
“Lascerò a Karima tutte le informazioni necessarie, ma la prego di rispondere a tutte le sue domande in caso ne abbia.”
Detto ciò il docente attese ancora qualche minuto prima di congedarsi.
“Ci vediamo domani alle quindici!”
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La Dottoressa Fusa si stiracchiò sbadigliando prima di accorgersi -con un certo disappunto- di trovarsi seduta su un water. Si alzò constatando con un certo sollievo che il coperchio era abbassato e più o meno pulito; tuttavia sapeva che il disagio era appena cominciato. Automaticamente la sua mano andò ad armeggiare con le tasche degli abiti troppo larghi che indossava e ne tirò fuori una lettera. La lesse e si sbalordì nel constare che avevano adottato una fenice -le sembrava impossibile- e poi che buffo, era stata chiamata Fawkes come la Karura di cui aveva letto in un libro. Sorrise ai saluti degli zii e saltò il pezzo dove si spiegava come questo avrebbe potuto portarli a far parte del Sodalizio delle Ceneri. Quella informazione l’aveva imparata di default dal momento in cui il fratello l’aveva ascoltata. Era strano come le informazioni filtrassero tra i gemelli: avevano le conoscenze in comune e non i ricordi; Karima sospirò, non sopportava quei bracconieri. Sì, lavorando al Serraglio le era capitato di averci a che fare, ma solitamente non si occupava lei di quella mansione e comunque non si faceva scrupoli a sbolognarla ad altri... Noia!
Aprì la porta del bagno e sorrise… “Ooops! Credo di aver sbagliato porta.”
Cinguettò la fanciulla mentre fiancheggiava un omone dalla pelle d’ebano e un grosso turbante color arancio intento a lavarsi le mani, lo imitò mentre gli lanciava un’occhiata confusa mentre lei lo imitava usufruendo del sapone-detersivo.
Poi la donna dalla pelle scura tornò in sala e con grande disappunto notò il mare di persone in attesa. In mezzo a tutta quella calca trovò il rapace dalle penne viola in piedi accanto ad una porta ad arco ogivale convesso e cercò di non deprimersi pensando alla trafila.
“Buongiorno! Come sta?”
Chiocciò la Dottoressa porgendo la mano allo Skeksis.SPOILER (clicca per visualizzare)Ciao Night, mettiamoci d'accordo in privato! Prima giocata all'anagrafe.. -
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Le ore passarono lente e monotone e, anche se i nostri eroi riuscirono a beccare due sedie, poca fu il sollievo per la Dottoressa. Il tanfo di cadavere in putrefazione emanato dalla sua guardia del corpo era tale da costringerla ogni tre per due a correre in bagno, alla seconda ora di attesa la donna aveva già vomitato tre volte. Alla quarta ora Karima si era abituata al lezzo improponibile dello Skeksis ed aveva divorato più di tre quarti di un tomo riguardante la storia del Pentauron. Alla quinta ora la merovisha dalla pelle scura era a un terzo di un secondo libro sulla psicologia dietro i discorsi dei dittatori più famosi nel semipiano. Era impressionante il modo in cui la ricercatrice si isolava dal resto della sala continuando a sottolineare righe e righe su pagine.
Erano ormai le 20:45 quando arrivò turno del numero 44 e fu skekDor ad avvertire Fusa che s'alzò di scatto riponendo tutto nel suo zaino.
"Mi accompagni per favore."
Le ciglia sbatterono prima che lo sguardo d'ambra si posasse sul rapace. Poi la Dottoressa imboccò il corridoio ed entrò in una stanza ampia con almeno una dozzina di scrivanie, il pavimento era decorato da arabeschi e le mura erano tappezzate di arazzi dai colori caldi, un uomo mulatto sulla quarantina richiamò l'attenzione del duo alzando una mano.
"Buonasera, siamo qui per due cittadinanze e altrettanti cambi di casta... ho qui la procura di mio fratello."
Tirò fuori dallo zaino una cartella e posò i documenti sotto al muso dell'addetto di nome Al-Assad da quanto riportato dalla medaglietta appuntata al petto.
"Signorina, per questo tipo di pratiche ci vogliono le foto spirituali dell'aura e non basta una semplice delega."
La donna ignorò il tono di beffa dell'altro, probabilmente era dettato da una giornata lavorativa troppo lunga ed estenuante.
"Sono un catalizzatore di forza spiritica, posso tranquillamente contenere momentaneamente l'aura di mio fra..."
"Non accettiamo imitazioni!"
"Ottimo, perché la mia non lo sarà."
Tagliò corto la dottoressa con voce calma e una pazienza che avrebbe sorpreso chiunque mentre il tipo dalla carnagione color cappuccino le passava dei documenti che le chiedevano i dati anagrafici. Una volta finiti i questionari Al-Assad li ritirò e guardò la dottoressa da dietro le dita a "o" poggiate sull’occhio destro, poi spostò la mano -senza perdere la posizione- verso i documenti dove si disegnarono due forme colorate.
"Ok, sono due aure diverse, confermo! Siete davvero molto simili, qui leggo che siete gemelli e questo potrebbe spiegare la cosa. Residenza assieme… va bene!”
L'uomò sembrò soddisfatto e passò a Karima un altro modulo che questa iniziò immediatamente a compilare, riguardava il cambio di casta.
“In quanto tempo il tutto?”
Chiese Fusa passando i fogli.
“Due settimane per la cittadinanza e un mese per…”
“Mi servono entro domani pomeriggio.”
Lo contrastò e l’addetto non alzò neanche il viso e sorrise.
“Le costerà.”
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“Cavolo! Non pensavo che mi avrebbe spennata in quel modo, ma almeno per le 10:30 di domani mattina avremo tutto.”
Rivelò a skekDor con tono sconsolato mentre con ampi passi superava la piazza principale di Yasul dove ormai in giro c’erano solo gruppi di ragazzini e coppiette.
“Senta, le va di andare dai miei zii, voglio abbracciarli e poi ho una fame!”
La dottoressa batté le palpebre voltando il capo verso il rapace.
“E poi voglio vedere Fawkes”
Ridacchiò.SPOILER (clicca per visualizzare)Energia:100%
Ricchezza:99%-80%=19%
In questo momento mi sento benvenuta nella casa blu... L'USCIO E' APERTO!
Edited by Jester - 3/6/2018, 21:10. -
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La donna dalla pelle scura ridacchiò alle parole sincere del rapace. Quell'essere era talmente schietto da rappresentare quasi la purezza.
"Mi trovo perfettamente d'accordo con lei! Non nego che a questo mondo la ricchezza è importante ma molte persone ne fanno il loro dio. Non avendo mai avuto problemi economici sarebbe superficiale da parte mia dire che le ricchezze terrene non fanno la felicità; però posso dire che sono cresciuta vivendole come mezzi per ottenere cose: istruzione, un tetto, cibo etc..."
Si stiracchiò.
"Come in tutte le cose sono fermamente convinta che anche in questo ci debba essere un buon equilibrio."
La Dottoressa si beò dell'aria fresca e pensò una stratagemma per non viziare tutta la casa della zia con l'odore intenso dello Skeksis.
"Cosa ne pensa lei del mio obiettivo di diventare Shah e cosa farebbe al mio posto per raggiungerlo?"
Chiese Karima incuriosita di conoscere la risposta del rapace, più per riuscire a capire come ragionasse che per la risposta in sé.. -
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Sbattendo le lunghe ciglia scure la donna posò lo sguardo ambrato sul Rapace e sorrise genuinamente alle sue parole.
"Sì! Sono d'accordo con lei."
Chiocciò.
"Onestamente credo che rendersi amico il popolo sia la cosa migliore da fare. Tuttavia suppongo che non sia così facile, pochi regnanti e politici sono ricordati come buoni e giusti. Accontentare tutti è praticamente impossibile e quando si deve seguire la giustizia ci sarà sempre qualcuno che rimane scontento."
Fece una pausa e poi chiese.
"Lei saprebbe veramente resuscitare un morto?"
Il tono era davvero curioso e non perché la Dottoressa volesse per sé quel genere di trattamento in futuro, bensì per la semplice sete di conoscenza che caratterizzava da sempre i fratelli Fusa.
"Mi spiegherebbe come riuscirebbe a fare una cosa del genere?"
Mentre la curiosità della trentenne veniva rapita dallo skekDor i due si avvicinavano sempre di più a casa della zia della donna. Ben presto Karima avrebbe incontrato Fawkes, e si chiedeva come avrebbe reagito quella creatura. L'avrebbe scambiata per il fratello, simile, o forse le sarebbe stata alla larga spaventata dal quella che avrebbe considerato una sconosciuta?. -
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La pelle di Karima si accapponò al pensiero di dover legare la sua vita a quella dello Skeksis, era già abbastanza pesante dover alternare ogni ventiquattro ore il suo corpo a quello del fratello per pensare a quest’altra “allettante” prospettiva di condivisione. Fortunatamente a salvarla da quei pensieri funesti intervenne il tono alto e profondo di una persona che conosceva fin troppo bene...
“Dottoressa Fusa ma che piacere...”
La donna alzò lo sguardo dal rapace e sorrise nel vedere suo cugino Rashid attraversare il cortile di casa per aprir loro il cancellerò.
“Avvocato Rida”
Ridacchiò mentre l’uomo dalla folta chioma candida l’abbracciava con affetto.
“Buonasera, tutto bene? Ha appetito?”
Si rivolse poi l’uomo a skekDor con un sorriso e la solita cordialità che sembrava caratterizzare la famiglia Fusa; poi si rivolse nuovamente alla cugina.
“Kary... devi assolutamente vedere Fawkes!”
La donna annuì seguendo lo Yasulo oltre un bel albero di limoni ed entrando nella villetta, la zia l’aspettava sulla porta, già in vestaglia coi capelli sale e pepe raccolti in uno chignon. l’abbracciò e le spiego che in quei giorni suo marito - medico- era via per lavoro e con lui suo figlio maggiore Muhsin.
“skekDor posso portarle qualcosa? La giornata è stata pesante?”
Chiese la signora con fare servizievole.
“Poi vorrei continuare con lei quel discorso sulle sue origini, lo trovo terribilmente affascinante.”
Chiocciò la donna lasciando il corridoio tappezzato da arazzi e quadri di famiglia veniva lasciato alle spalle del gruppetto che si ritrovò nel salotto. Qui -prima di scomparire- la padrona di casa fece accomodare il gruppetto sul divano beige, o in alternativa sulle poltrincine, poste in semicerchio a un basso tavolino in vetro dove era poggiata una bellissima lampada ad olio. La Dottoressa si tolse subito le scarpe e si raggomitolò su una delle due poltrone morbide per poi stringere al grembo un cuscino in pandanne con l’arredamento e le rifiniture scarlatte.
Poco dopo la zia fece ritorno nel soggiorno seguita da un pennuto dal manto candido che cinguettando zampettò fin sopra al tappeto d’araberschi marroni e beige, mostrando poco timore per i presenti, e poi andando a beccare vicino alle zampe dello Skeksis. Intanto Karima guardava la scena del tutto assorta, pensava a quale fosse il modo migliore per agire; era innegabile, lei voleva interagire con quella creatura. Stette zitta osservando l’esserino pigolare alla ricerca di attenzione, saltellando per tutta la stanza alla ricerca -evidentemente- di suo fratello e a quel punto la donna prese un bloc-notes dallo zaino che aveva poggiato accanto alla poltrona e iniziò a scrivere, forse aveva capito cosa fare...
“Apro le finestre e lascio zanzariere e tapparelle abbassate per far circolare un po’ l’aria.”
Cinguettò la Signora Rida accendendo anche dell’incenso alla cannella per poi portare thé al limone, frutta secca, datteri e pane nero ai presenti.
“Non faccia complimenti skekDor, si serva pure e mi dica se vuole altro. Poi... Kary devi sapere che il signore ci stava parlando delle sue origini, gli Skeksis....”
“Sono creature mistiche dai poteri spiritici che provengono da un pianeta ormai collassato.”
La interruppe automaticamente la Dottoressa che non aveva mai smesso di fissare il pulcino per poi bloccarsi e guardarsi attorno mentre il silenzio calava nella sala. Karima si sentì a disagio, quella informazione non doveva averla; ma Rashid arrivò in suo soccorso...
“Mamma, in otto ore ne avranno avute di cose da raccontarsi!”
La zia prese l’occasione al volo.
“Giusto, giusto! Allora skekDor, ci racconti, prego!”. -
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Le lunghe ciglia scure sbatterono un paio di volte.
“Ah!”
Chissà perché aveva immagazzinato un’informazione errata, forse gli Skeksis erano stati sterminati e cinicamente il rapace considerava quell’avvenimento come il trionfo della natura? Oppure la sua guardia del corpo aveva mentito a suo fratello? La Dottoressa non sarebbe rimasta con il dubbio.
“Se il ricordo non la turba vorrei chiederle di narraci di preciso cosa è successo nel suo pianeta d’origine.”
Chiese la merovisha non staccando lo sguardo d’ambra dall’ospite. Nel frattempo la zia tornò in cucina per poi tornare in salotto con un calice di vino bianco che posò sul tavolino davanti a skekDor, ebbe un brivido.
“Stasera fa proprio caldo, vediamo se riesco a far passare una corrente d’aria.”
Chiocciò la donna per poi aprire ancora un altro po’ di finestra mentre l’odore dell’incenso diventava più forte, quasi pungente, ma migliore di quello che stava cercando di coprire.
“Kary cara, probabilmente già sei informata sull’opportunità di esser membro del Sodalizio delle Ceneri che la fenice concede a te e tuo fratello… ci stai riflettendo?”
La donna annuì.
“Anche se non è detto che anche io possa unirmi a loro, è Karim ad essere il “papà” della fenice. Inoltre conosco quei bracconieri e come si comporto e non posso dire che l’idea di essere in stretto contatto con loro mi faccia impazzire.”
La studiosa si strinse nelle spalle e Rashid intervenne.
“Come se al Serraglio non ci avessi già spesso a che fare! Senti, lasciatelo dire da un avvocato, credo che la base che hai a Merovish sia buona, ma non sufficiente. Se tu e…o tuo fratello volete davvero diventare Shah vi serve qualcuno di potente alle spalle e questo è un’ottima opportunità.”
A quelle parole Karima rimase in silenzio, sapeva che suo cugino aveva ragione, però non sapeva se lei sarebbe riuscita ad andare contro la propria morale. In quel momento desiderò che suo fratello prendesse la decisione al posto suo così da sollevarla dalla responsabilità di una decisione.
Poi il pigolare del pulcino la destò da quei pensieri infelici; la Dottoressa si sporse dalla poltroncina e incontrò il musino della piccola fenice, l’esserino la guardava con occhietti curiosi. La donna raccolse da terra quella creaturina e se la posò in grembo calmandosi…
“Andiamo per gradi… da domani anche io e Karim saremo Yasuli e addirittura della casta Wazurgan, poi il resto verrà da sé.”
Concluse Fusa carezzando candide piume soffici.. -
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Karima sospirò alle parole di skekDor... il rapace aveva ragione, nelle società umane funzionava effettivamente così. La Dottoressa non poteva perdere tempo, doveva ragionare, ponderare la sua scelta ed esporla a suo fratello il prima possibile. Considerando che a causa della loro condizione i fratelli Fusa non potevano confrontarsi "in diretta", e che il Sud per compiere quell'azione di lobby si era ridotto all'ultimo non era contemplato il lusso di tergiversare. Con tempi a disposizione così ristretti la Dottoressa si sentì proprio una sciocca ad aver pensato -anche solo per un attimo- di lasciare la patata bollente a Karim.
"skekDor se lei considera sicuro lo scortarmi presso il Sodalizio delle Ceneri vorrei cercare di avere un colloquio con loro."
"Mi sembra un'ottima idea Kary, il sodalizio è in riva al lago di Rivenore potrei accompagnarvi e fare la vece di tuo avvocato, mal che vada mi lasciano all'ingresso!"
La donna ridacchiò e annuì.
"Ok! Ma ora vai a fare le nanne che domani ti voglio pimpante. Vediamoci qui alle 10:00 e andiamo a ritirare i miei documenti, poi corriamo al Sodalizio."
La padrona di casa annuì e si rivolse alla nipote e alla guardia.
"Ottimo! Ho già preparato le vostre stanze, skekDor apprezzerà molto la sua ha un balconcino delizioso e tu Kary..."
"Grazie zia ma preferisco farmi una doccia e usare lo studio di zio, ho da fare e poi lo sai che non dormo."
Sorrise e la signora ricambiò, poi posò l'attenzione su skekDor.
"Perfetto! Lei invece immagino sia stanco, se mi segue le mostro la stanza. Ma prima che ne direbbe di un bel bagno? I nostri sali agli aromi di agrumi sono molto famosi in tutta Endlos!"
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“Può chiamarmi Fatima se preferisce…”
Sorrise la signora divertendosi alla bizzarra promessa mentre fatta dallo Skeksis mentre gli faceva strada al piano di sopra. La stanza non era particolarmente grande ma molto pulita e accogliente. La stanza di pomeriggio doveva essere molto luminosa grazie al balcone in parallelo al letto singolo, questo era attaccato al muro e ai piedi del giaciglio vi era un comò proprio accanto alla porta di un piccolo bagno personale.
“Può poggiare le sue cose qui se vuole”
Disse la Signora Fusa indicando la scrivania proprio accanto all’entrata per poi dirigersi alla portafinestra e spalancarla su una piccola terrazza, con tanto di tavolino e sedie, che affacciava su una tipica piazzetta Yasula.
"Mi spiace ma a causa del poco preavviso non sono riuscita a far spazio nel comò. Questa stanza era di Rashid e ha ancora qualche cambio per quando vuole dormire da noi."
Spiegò la zia un po' dispiaciuta...
“Sono grandi ormai ma io li vedo ancora tutti come ragazzini"
Disse autoironica la donna per poi concentrarsi sul balcone.
"Se vuole lasciarlo aperto basta tirare questo filo per far scendere la zanzariera.”
Chiocciò la donna tornando poi alla porta.
“Apprezzo moltissimo il suo lavoro! Mi sento più sicura sapendo che hanno scelto qualcuno qualificato per i miei ragazzi… buona notte!”
Aggiunse poi Fatima lascindo skekDor solo con i suoi pensieri..