Sotto ai tetti di Valiinorê

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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Basse nubi livide riversavano una fitta pioggia nell'impetuoso vento primaverile che soffiava da sud-est, sferzando l'ultima neve invernale ancora attaccata alle mura di cinta del villaggio di Valiinorê.
    La zona della piazza, in cui erano stati accesi vispi falò, era calda e accogliente, sebbene l'ombra opprimente dei re lich rendesse l'aria ricolma di un gelido presagio.

    Tutte le panche disponibili, nonché il pavimento, erano stati occupati dai virgulti di quel paesino di poche anime: bambini, bambini di tutte le età, eppure nessun adolescente.
    La piaga del Nord si era portata via quasi tutti quelli che fossero in grado di brandire un'arma, purtroppo.
    Ad ogni modo, i piccoli osservavano in silenzio un vecchio eremita dal piumaggio quasi argenteo, e intervallato qua e là da tinte di colore violaceo.
    Lo Skeksis, perché di lui si trattava, aveva la schiena incurvata in avanti dall'età e abiti inadatti al clima del posto. Eppure, il gelo non sembrava vincerlo. Nemmeno quando una brezza estranea spirò sui fuochi un'aria tanto fredda da minacciare di far tornare la morsa dell'inverno all'istante.

    Il mezzo-Mistico era chino in avanti, come detto, intento a deporre due ciocchi di faggio su uno dei gran fuochi che divampavano per la piazza.
    Si girò lentamente, quindi, e dopo aver preso posto su una sedia di vimini, proprio fra il gruppetto febbricitante, si sedette e fissò l'uditorio con uno scintillio negli occhi.
    "State fermi, cuccioli miei. Fate i bravi. La colazione speciale sarà qui a momenti. Ditemi quando sentirete arrivare donna Tresa. Ormai le mie orecchie non funzionano più tanto bene..."

    I piccoli portarono le mani a coppa alle orecchie e si misero in ascolto. Si sentiva soltanto il gocciolio della pioggia, più giù a valle, e il lugubre lamento del vento fra le casupole tutt'intorno.
    Quando finalmente udirono dei passi e rumore di tegami, sembrò che venisse infranto un incantesimo.

    Una bimba di poco più di sei anni balzò in piedi, gridando: "La pappa, è arrivata la pappa!"
    Un fiume di piccolini corse incontro a Tresa, una femmina dal corpo robusto e dal viso bonario.
    Dietro di lei c'era un omaccione corpulento, vestito con una pesante pelle d'orso, che trascinava un carrello su cui erano ammassati un paio di pentoloni, focacce, ciotole e cucchiai di legno.
    Il duo non aveva fatto in tempo a raggiungere il centro della piazza, che i bimbi presero a saltellare tutti eccitati.
    Scuotendosi un po' di farina dalla pelliccia, Adelfio -Questo il nome dell'umano- sollevò il coperchio del pentolone fumante, dal quale si diffuse un profumino delizioso che provocò gridolini di gioia.
    Quindi si passò la mano fra la lunga barba crespa e ammiccò al suo vecchio amico nella sedia di vimini.
    "Baciamo le mani, mastro skekDor!" Esclamò, con voce fonda: "Zuppa saporita, direttamente dall'orto. Non c'è niente di meglio in una bella giornata di primavera come questa!"
    Le spalle di skekDor sussultarono, scosse da un risolino. Nonostante negli altri Presidi ormai il caldo avesse iniziato a farsi sentire in maniera preponderante, nel Koldran la morsa del gelo non si allentava mai completamente.
    Ad ogni modo, il mezzo-Mistico aveva fatto il possibile perché il clima fosse meno impietoso. La pioggia tiepida che colpiva le mura perimetrali, quelle più vicine ai campi coltivati, risparmiando invece il centro del villaggio, era chiaramente opera sua.

    Tresa sollevò un mestolo e gonfiò il petto, dicendo a gran voce: "Avanti, piccoli. Distribuite ciotole, focacce e cucchiai finché è tutto bello caldo!"

    Pochi minuti dopo, si sentiva soltanto il grattare dei cucchiai nelle scodelle, mentre tutti erano intenti a mangiare la colazione.
    L'anziana divinità, che in quel giorno lieto aveva la mente dominata da bontà e quiete, finì la sua porzione e arruffò i capelli di un bimbetto appollaiato sulle sue gambe.
    "Ti piace, Hans?"

    Il piccolo leccò il cucchiaio e annuì. Buona parte della zuppa se l'era tirata addosso o sul verdugale dello Skeksis, ma sembrava avere un'aria soddisfatta: "Mh-mh. La zuppa è buona. Cosa c'è dentro, nonno?"
    Il mezzo-Mistico fece spallucce e indicò l'omaccione, intento frattanto a cercarsi un posto: "Chiedi ad Adelfio. L'ha fatta lui."

    Questi afferrò di peso un bimbo, mentre con l'altra mano sorreggeva la sua ciotola di zuppa, sedendosi al suo posto e poggiandoselo sulle ginocchia.
    Ridacchiò, facendo sussultare la pelliccia a più riprese: "Oh-oh-oh-oh! Te lo dico io cosa c'è dentro, giovane Hans. Tutto ciò che si riesce a trovare: fagioli, ceci, borragine, patate, cavoli e propositi. Un'infinità di buoni propositi. Non è vero, mastro skekDor?"

    Mentre fissavano il fuoco, perdendosi nello scoppiettare della legna, gli occhi dello Skeksis brillarono di nuovo: "Già, è proprio vero. Buoni propositi. Stagioni trascorse da tempo e magnifiche giornate lontane che non svaniranno mai dalla nostra memoria. Mi sembra ancora di viverle..."

    La bimba di sei anni sollevò lo sguardo dalla sua seconda porzione di zuppa: "Raccontate, nonno."
    "E sia. Dopotutto, fa parte di voi, in un certo senso..." Rispose l'anziano eremita, mettendo da parte ciotola e cucchiaio e sistemando meglio Hans sulle gambe doloranti.
    "Sì, vi racconterò una storia. Ma fra poco cederò la parola al mio amico. Sento di stare per ricevere una visita."
    Hans stava leccando la sua ciotola, ma si raddrizzò di scatto per chiedere: "E' una storia inventata?"

    Lo Skeksis scosse lentamente il capo: "Inventata?! Oh, no. No, piccolo mio. Quella che sto per raccontare è una storia vera. E non è solo mia: come anticipato, appartiene anche a tutti gli abitanti di Valiinorê. Ognuno di voi cari ne fa parte."

    Gonfiando il torace, l'omaccione annuì: "Già. Ma non avrebbe mai avuto luogo se non fosse stato per la provvidenza di un essere superiore..."
    skekDor pulpò, e Adelfio tacque.

    Sebbene in effetti ci fosse lo zampino dello Skeksis, quest'ultimo si rifiutava di imputare l'intera rinascita del villaggio solo a sé stesso. Non finché dominava la parte del Mistico, almeno.
    Lappò il becco, e riprese dove Adelfio si era interrotto: "Valiinorê è risorto dalle sue ceneri, ed è tutto merito della forza e dello spirito dei suoi abitanti. Poiché, ricordate piccoli miei, la volontà è un potere in grado di realizzare ogni vostro proposito. E di fare a meno dei miracoli..."

    Nei campi, la pioggia appiattiva le piantine novelle dei campi ben arati, e il vento scuoteva rumorosamente i rami nudi delle piante da frutto, che ce la mettevano tutta per far spuntare piccoli germogli.
    Un ghiacciolo sottile tintinnò al suolo dal tetto di una casa lì nei paraggi, quasi fosse l'ultima lacrima dell'inverno.
    In piazza, la rossa luce dei falò si rifletteva sui giovani visi, tutti rivolti verso l'anziano essere, che finalmente si chinò in avanti e cominciò a raccontare la sua storia

    Salute: 100%
    Energia: 110%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

     
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    Sotto ai tetti di Valiinorê

    Rynnelthalas


    Narrato - «Parlato»


    C'era freddo, un freddo intenso, al quale non era abituata. Per evitare le forti correnti superiori, Rynnelthalas aveva deciso di scendere a terra, schiudendo le ali e trasformandosi nella sua forma umana. Munita di un pesante mantello rosso, raccolto in uno dei suoi precedenti viaggi, arrancava fra i campi ancora ammantati di neve, chiazzati di verde e di marrone nei punti in cui si era sciolto per via della più caldi correnti meridionali. Percepiva l'odore di una primavera in arrivo, ma anche altro, un lezzo soprannaturale che proveniva dal Nord, qualcosa su cui avrebbe volentieri indagato se non fosse stata vittima di un oscuro pensiero, che aveva coperto la sua curiosità con un tiepido velo di dissenso. Era combattuta, la draghessa, fra lo scoprire il mistero e lasciar perdere fino a che non avesse recuperato i propri poteri divini.

    La vista di un villaggio attirò la sua attenzione. L'idea di visitarlo fu immediata. Là avrebbe raccolto informazioni utili dai suoi abitanti. Passo dopo passo raggiunse i muri di cinta. Pochi minuti dopo era arrivata in prossimità di una piazza gremita di cuccioli di uomo, bimbi e bimbe vivaci, in procinto di mangiare. E una sua vecchia conoscenza, impegnata a narrare una storia. Rynnelthalas attribuì quell'incontro al destino che avviluppava le azioni degli dei. Si avvicinò con passo moderato a quelle persone lì radunate e con voce melodiosa e suadente palesò il suo arrivo.
    «Anche io voglio sentire questa storia.»
    Sorrise, un'espressione indecifrabile comparve sul suo viso, mentre tutti si girarono verso di lei, notando la sua vicinanza. Le corna rilucevano dei colori del fuoco, e così i suoi numerosi ninnoli e pendagli dorati. I suoi occhi emettevano una tenue luce ambrata. I suoi capelli sembravano mossi da una brezza invisibile. Una mano guantata afferrò un lembo del mantello ed esso venne aperto, rivelando un corpo atletico e armonioso, coperto da vestiti di pelle rossa e gialla, che non nascondeva le sue grazie immortali. La reazione dei presenti fu di sorpresa, perché chiunque ella fosse, nessuno l'aveva vista arrivare, a parte le poche vedette che l'avevano accolta all'ingresso del centro abitato.


    Info Pg


    Fisico: Buone condizioni
    Mente: Buone condizioni
    Energie: 100%

    Link Scheda: Rynnelthalas

    Note: Nessuna


    Equipaggiamento:


    Nessuno

    Passive Sfruttate:


    Forma Alternativa

    Tecniche Utilizzate:


    Nessuna



    Code originali by Hitsuga e _Maffy_.



     
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    Sebbene le difese del villaggio fossero sempre attive, più che mai ora che l'orda dei non-morti aveva ricominciato a farsi sentire, il fatto di disporre di più sentinelle pronte a intervenire in caso di pericolo aveva in un certo senso reso più agevole l'ingresso al paesino da parte di eventuali visitatori. Purché essi non dessero l'idea di poter eventualmente diventare una minaccia, chiaro.

    Superate così le gigantesche mura di arenaria, Rynnelthalas camminò attraverso i ruderi di abitazioni ormai abbandonate da diverse stagioni. Fra di esse, qua e là, si potevano scorgere chiaramente croci e lapidi.
    Insomma, Valiinorê, di primo acchito, non dava certo l'idea di essere un posto tranquillo e piacevole da visitare.

    Pur tuttavia, proseguendo ancora alle orecchie della dragonessa sarebbero giunti risolini e voci stridule, e una gran vampata di calore le avrebbe investito il volto.
    Solo pochi minuti di cammino, poiché il villaggio non era costituito che da una manciata di case e da una dozzina di viottoli e stradine, e presto la giovane avrebbe calcato il perimetro della piazza principale.

    Si trattava di uno spiazzo libero da costruzioni, con una pavimentazione di pietra ottenuta incastrando fra loro cubetti di trachite e marmo. Nella sua modestia, s'intonava perfettamente al paesaggio circostante, caratterizzato da distese di neve a perdita d'occhio e intervallate qua e là da scaglioni di roccia nero pece.
    Lungo la piazza erano stati posti dei pesanti blocchi di granito, levigati in modo da ottenere delle rudimentali panche. Quel giorno, però, anche balle di fieno e ciocchi di legno fungevano da poltrone.

    Non c'era un posto libero, come detto, poiché l'intero ambiente era occupato dai piccoli abitanti del paesino.
    Quando Rynnelthalas parlò, un po' tutti si volsero al suo indirizzo. Non capitava spesso di vedere qualche volto nuovo, da quelle parti. Perlopiù, quando succedeva, si trattava di mercenari in cerca di gloria e guadagno, e che in ogni caso non si fermavano al villaggio più del dovuto.

    Comunque, l'aspetto della dragonessa era tanto peculiare da metter sul chi vive gli adulti. Alcuni allevatori si fermarono a fissare la donna, così come le corna che le spuntavano dalla testa, con una strana luce negli occhi.
    Tresa strinse nervosamente un mestolo tra le mani, soppesandolo più volte.
    Adelfio, sulle prime, sembrò puntare l'attenzione su di una vanga poggiata all'asse di sostegno di un portico.

    L'aria si fece in pochi secondi immota. Nessun suono sembrava turbare il silenzio che s'era creato alla vista di Rynnelthalas, nemmeno più quello dei cucchiai intenti a grattare sul fondo delle ciotole ormai quasi vuote.
    Poi, una serie di scricchiolii si levarono dalla sedia in vimini, mentre lo Skeksis scansava Hans, facendogli mettere i piedi per terra e, con non poca fatica, si alzava per riprendere nuovamente la statura eretta.
    "Una storia tanto genuina e sentita merita di esser ascoltata da più orecchie. Che bello rivedervi, mia cara Rynnelthalas." Esclamò skekDor, ponendo rapidamente in essere che fosse proprio lei la persona che stava aspettando.
    In questo modo, rese la faccenda più leggera per tutti.
    Sebbene i piccoli continuassero a fissare la donna con una circospetta timidezza, mista a timore per l'ignoto, gli adulti tutt'intorno ripresero le loro normali mansioni.

    Adelfio fece spallucce e disse: "Sorbole! Gli amici di mastro skekDor sono anche miei amici. E poi, non mi si dica che da queste parti si neghino ospitalità e cibo ai visitatori. Specialmente se così di bell'aspett- Ouch!"
    L'omaccione sussultò sul posto, quando il mestolo brandito dalla moglie Tresa gli colpì con un tonfo sordo una tempia.
    L'umana corpulenta si fece un po' avanti, battendosi l'"arma" sul palmo delll'altra mano. Sorrise, cercando di mostrarsi cordiale: "Salute a voi, giovinetta. Gradite una ciotola di zuppa bollente appena fatta?"

    skekDor, frattanto, si era lentamente avvicinato alla nuova venuta. Provò a prenderle le mani fra le sue, e poi mormorò: "La vostra visita mi riscalda il cuore. Ma... Prego, sedete pure... Mmm..." Si guardò attorno, in cerca di una panca libera.
    Più facile a dirsi, che a farsi. Però, in effetti, un posto per sedersi c'era ancora.
    Distese il braccio sinistro alle sue spalle, indicando la seggiola di vimini. Con l'altra mano, trascinò delicatamente la dragonessa, perché lo seguisse.
    "Ecco, sedete pure al mio posto. Il viaggio vi avrà messo addosso un po' di stanchezza..."

    Mentre passava con un fare imbarazzato che mai sembrava essergli appartenuto in mezzo ai piccoli, alcuni di loro presero a bisbigliarsi qualche parola all'orecchio, per poi sghignazzare di gusto. Difficile dire cosa stessero confabulando, ma di certo l'argomento erano proprio la dragonessa e lo Skeksis.
    In un luogo in cui la vita era tanto spietata da mettere in dubbio la sopravvivenza fino all'età adulta, si tendeva a crescere piuttosto in fretta.

    Ad ogni modo, che la donna avesse accettato o meno, le sarebbe presto stata servita una ciotola di zuppa fumante, direttamente dalle mani di Tresa.
    Massaggiandosi la testa ancora un po' dolorante, Adelfio, esclamò: "Ehm... Mastro skekDor... L-la storia, se non vi spiace." Poteva sembrare una richiesta un po' sciocca, vista la situazione. Ma, in realtà, l'omaccione faceva bene ad avere premura.
    I piccoli, ora meno avvinti, avevano già cominciato con qualche discoleria.
    Alcuni s'erano alzati, e avevano preso a rincorrersi. Altri, si colpivano con delle cucchiaiate, scimmiottando il fare di donna Tresa. E il vociare andava in crescendo, con grida e schiamazzi sempre maggiori.
    Insomma, bisognava riportare l'ordine.

    E skekDor, resosi conto di essere in parte il responsabile dell'accaduto, lasciò andare la mano di Rynnelthalas ed esclamò: "Oh, ma certo. La storia, la storia! Dunque, vorrei poter ricordare qualche dettaglio in più, ma con questa gazzarra mi risulta un po' difficile..."
    Donna Tresa s'intromise, invitando i bimbi a calmarsi: "Su, piccoli. Fate i bravi. Mastro skekDor vi racconterà degli orti da cui vengono le verdure che avete mangiato. E, per chi starà più attento, ci sarà un premio speciale!"

    Come al solito, la moglie di Adelfio sembrava sapere il fatto suo, quando si trattava di pargoli. Anche se i suoi gli erano stati quasi tutti strappati via dalla violenza perpetrata dai lich.
    Ci fu qualche secondo di silenzio, poi la gremita folla esplose in un coro concitato.
    "Yeeeh! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le!"
    "Yeeeh! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le!"
    "Yeeeh! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le!"
    "Yeeeh! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le!"

    Di seguito, con un brusio soffocato, calò la quiete.
    skekDor gettò una fugace occhiata alla dragonessa, rivolgendole un sorriso anodino.
    Rispetto all'ultima volta che si erano incontrati, Rynnelthalas avrebbe scorto qualcosa di diverso nelle movenze del suo dirimpettaio.
    Non si trattava solo di un cambio d'atteggiamento, o di una diversa espressività del viso... Lo Skeksis era praticamente un'altra persona, che sembrava avere ben poco del dio pomposo che si era introdotto a lei, mentre cantava canzoni agli animali seduta su di una roccia, ormai qualche stagione prima.

    Il mezzo-Mistico chiuse le palpembre e, tirando con calma il fiato, iniziò a narrare: "Si racconta, in queste terre di neve e ghiaccio dov'erano comparsi, che gli esseri un tempo umani fossero dai più conosciuti per i nomi che avevano assunto... La Piaga del Nord! I Re lich!"
    Allargò le braccia, stringendo le dita a pugno: "Essi erano a capo di una vasta orda di mostruosi caduti rianimati, che dilaniavano incontrastati le terre del Nord: tundra, foreste e montagne erano sotto le loro grinfie. Tuttavia, i Re lich avevano presto imparato che esisteva un nemico contro cui non avrebbero mai potuto far niente. Un avversario più spietato della moltitudine di non-morti di cui si facevano fregio: la speranza, la speranza in un domani migliore per queste terre!"

    Agitando il polso e muovendo sinuosamente le dita, lo Skeksis fece levare un piccolo mulinello di vento direttamente su dal suolo ai suoi piedi. Piccoli cristalli di ghiaccio rimasero intrappolati nel piccolo turbine, sollevandosi in alto fino a ricadergli come grandine nel palmo della mano.
    "La neve, il ghiaccio, le urlanti tormente e la carestia erano i veri signori del paese che stavano distruggendo, ormai dominato da una spaventosa desolazione. Eppure, in mezzo a tanto buio, c'era una luce che brillava di speranza: un villaggio, stoicamente, osava resistere, sopportare le sferzate dell'impietoso inverno e ostacolare con tutto ciò che aveva l'avanzata dell'orda. Lì, poche anime piene di vitalità opponevano al gelido e marcescente tocco dei non-morti il candore e la forza interiore di membra disposte a tutto, pur di risollevare le sorti di un destino apparentemente già segnato."
    Alzò una zampa, come a voler fare una piccola precisazione: "Gli abitanti di quel villaggio non furono completamente soli, c'è da dirlo. Persone dotate di un grande cuore portarono loro risorse e sostegno, dagli altri Presidi di Endlos. E sebbene le azioni di alcune fossero all'apparenza dominate solo dalla mordace intenzione di accaparrarsi un guadagno facile, ben pochi riuscirono a essere immuni al fascino che irradiano tutt'ora queste case e questi stretti viottoli..."
    I cristalli di neve gli si sciolsero in mano, e presto nella zampa di skekDor divampò un piccolo fuocherello fluttuante.
    "Il malvagio gruppo fu costretto a rivedere i propri piani di conquista, consapevole che un nuovo fuoco e tante energie fresche insidiavano ora la zona di loro dominio. E per ogni mortale abbattuto, per ogni eroe caduto valorosamente in battaglia, il numero di perdite registrate fra i loro ranghi iniziava a costituire un problema da prendere in seria considerazione. Un tempo convinti di disporre di un esercito inesauribile, i Re lich compresero invece quanto fossero stati ciechi i loro ideali, e come un pugno di creature dotate della giusta motivazione avesse formato invece uno sbarramento invalicabile, di fronte alla loro imperitura avanzata."

    Il globo infuocato di divise in tre piccole fiammelle, che fluttuarono in mezzo agli astanti, alla distanza giusta perché nessuno dei bimbi, anche cercando di afferrarne qualcuno al volo, rischiasse di finirne scottato.
    "Fuori da queste mura, i membri della Piaga del Nord si rodevano il loro fegato marcio. Qui dentro, al contrario, la vita aveva ricominciato a scorrere. Le case furono ricostruite, la gente sfamata, e la terra resa di nuovo fertile. E anche la morsa del gelo, inspiegabilmente, iniziò a farsi sentire un po' meno. Nel rispetto dei loro sforzi, animata forse dalla curiosità di vedere fin dove si sarebbero spinte quel pugno di creature pur di continuare a vivere qui, la terra ricambiò il duro lavoro nei campi con del buon cibo, e fece sì che in rari fazzoletti di terra l'erba continuasse a esser verde, pur in presenza di nevicate abbondanti, perché gli animali da soma e da allevamento avessero di che sostentarsi. Il Koldran aveva avvicinato il villaggio al suo gelido seno, come in cerca del tepore che aveva smesso di appartenergli ormai da diversi millenni: in un certo senso, stava accettando la sfida lanciatagli dagli abitanti di Valiinorê."
    Fece una breve pausa, e poi fissò di nuovo la dragonessa.

    Avrebbe potuto iniziare a parlare direttamente degli orti, ma quel lungo prologo serviva a mettere a suo agio Rynnelthalas con ciò che sarebbe seguito

    Salute: 100%
    Energia: 105%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Generazione degli elementi:
    Qualora lo ritenga necessario, skekDor è in grado di generare dal nulla una ridotta quantità dei quattro elementi della vita: che siano fiammelle fluttuanti necessarie ad accendere un fuoco da campo, abbastanza acqua da riempire una tinozza , una tana nel terreno abbastanza spaziosa e confortevole da risultare un buon riparo per la notte o una sottile brezza capace di allontanare per circa un'ora eventuali nubi da un cielo plumbeo [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]

     
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    Sotto ai tetti di Valiinorê

    Rynnelthalas


    Narrato - «Parlato»


    Ricambiava gli sguardi degli abitanti del paese con quel suo sorriso disinteressato, ambiguo, superiore a tutto ciò che la circondava. Non nascondeva in nessun modo la sua estraneità a quel luogo, eppure, allo stesso tempo, aveva un qualcosa di fascinoso, che la inseriva perfettamente nel contesto. E quando skekDor la accolse con il suo saluto, tutto divenne improvvisamente più semplice.
    «Adoro le storie» rispose la donna, avvicinandosi al suo interlocutore. E rivolta agli adulti che le avevano rivolto la parola, sorrise amabilmente. «Salute e benedizione a voi, abitanti di questo villaggio.» Con le mani in avanti, accogliendo le sue, Rynne accettò l'invito della creatura a sedersi. «Grazie, skekDor. Sono lusingata della tua premura.» Lo era invero. La sua nobiltà era tale da riconoscere persino nel più umile gesto il dono che le veniva offerto. Non era stanca, non lo era mai, ma si sedette fra loro, per rendersi più simile a quelle persone, per integrarsi fra di esse, un'ascoltatrice come gli altri.

    «Grazie» sospirò, ricevendo la ciotola fra le mani. Sorrise a Tresa e annusò la porzione di cibo, lasciando che piccoli rivoli di vapore accarezzassero le sue narici. L'odore di quella zuppa raccontava di terra e di primavera, era piacevole. Chiuse gli occhi e si lasciò trasportare verso i campi non molto distanti, dove il cibo era stato raccolto con dedizione dal piccolo popolo che combatteva contro le gelate del Nord. Ma qualcosa disturbava la draghessa, o per meglio dire, la incuriosiva al punto da non riuscire a focalizzare la sua attenzione su quei dettagli. Era proprio lo Skeksis, il cui atteggiamento era molto diverso. Rynne non giudicava un atteggiamento, mai, perché ogni creatura, mortale o divina, aveva un suo ruolo nel mondo. Ma la colpivano le caoticità del mondo, e ciò che cambiava drasticamente da un giorno all'altro non faceva eccezione. Non era la gentilezza del rapace a colpirla quando la diversità con cui si rapportava a lei e agli abitanti del paese. Sembrava più umile, più gentile, persino affettuoso. Ricambiò il suo sorriso con il proprio, gentile ma confuso.

    Appoggiò la ciotola sulle cosce, il cucchiaio stretto nella mandestra, lo sguardo bramoso catturato dal racconto. Iniziò a intuire che quella sensazione di soprannaturale disagio che aveva sentito non appena varcata la frontiera settentrionale non poteva che essere l'influenza delle creature che contrastavano la vita, non morti soggiogati ai lich del Nord. Se c'era qualcosa che Rynnelthalas non avrebbe mai accettato, oltre alle incongruenze e mutamenti del caos, erano le contraddizioni della vita, quei fenomeni che alteravano l'andamento naturale del ciclo. Sbuffò, irrigidendosi al sentir nominare quei mortali nemici della terra, ma si distese pian piano che la storia avanzava verso una descrizione di speranza e di vittoria. Osservò con fare appena interessato i giochi di luce, adatti ad affascinare i bimbi, più che una divinità della vita, molto più interessata alle parole dello Skektis e della conoscenza che in esse era custodita. Quando il dio si volto verso di lei, assunse un'espressione bramosa: «Mio caro, ti prego, vai avanti...»


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    Fisico: Buone condizioni
    Mente: Buone condizioni
    Energie: 100%

    Link Scheda: Rynnelthalas

    Note: Nessuna


    Equipaggiamento:


    Nessuno

    Passive Sfruttate:


    Forma Alternativa

    Tecniche Utilizzate:


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    Per fortuna, Rynnelthalas si prestò per prima alla messinscena, accettando di buon grado sia il posto a sedere che il cibo, pur non avendone realmente bisogno.
    skekDor sapeva bene come fosse stato difficile per lui nascondere la sua vera natura, e a stento convincere i presenti di non avere i poteri di una divinità. Ciò nonostante, buona parte degli abitanti del villaggio l'aveva ormai preso per una specie di santone, e forse qualcuno aveva davvero indovinato cosa mai celassero le sue vesti eccentriche e quel vecchio corpo spiumato.
    Tuttavia, per il momento la parte del Mistico preferiva farli vivere in quella pia illusione, piuttosto che mostrar loro la verità, e dimostrarsi sì un dio, ma senza l'onnipotenza necessaria a rivestirne la carica.
    Non contando il fatto che la parte malvagia, ogni qualvolta capitasse l'occasione, ci teneva a rimarcare la cosa, promuovendo in un certo senso l'idea sbagliata nei cuori dei popolani.

    Ad ogni modo, la dragonessa e i piccoli sembravano aver apprezzato il prologo, sebbene alcuni fra questi ultimi fossero rimasti un po' spaventati all'idea dei morti viventi.
    Non era in effetti un argomento tutto rose e fiori, ma sarebbe stato crudele e incauto far credere loro che non ci fosse alcun pericolo. Avrebbero avuto tempo per riprendersi la loro fanciullezza, non appena conclusa la guerra.

    "E accadde un giorno, proprio a ridosso del precedente autunno, che d'improvviso il cielo si facesse più terso in alcune ore del mattino, e così nelle notti e nelle giornate successive. La mancanza di nubi impedì alla neve e alla grandine di cadere e, come conseguenza di ciò, un grosso lembo di terra, proprio alle porte del villaggio, andò scongelandosi..." Riprese lo Skeksis.

    Adelfio diede di gomito alla moglie, sussurrandogli qualcosa nell'orecchio. Lei giro le palle degli occhi al cielo, come fosse lievemente scocciata. Poi però annuì e gli sorrise in rimando.

    "Il sole sembrava sospeso nel cielo come un occhio ardente e spietato, fisso sui contadini che, rannicchiati nei pressi del terriccio indurito dalle tante stagioni gelate, armeggiavano con aratri e strumenti di fortuna al fine di render la terra adatta alla coltivazione..."

    Il mezzo-Mistico avvicinò fra loro le punte delle dita, socchiuse appena gli occhi e, concentrandosi, parve piegare il tessuto della realtà. Pur rimanendo tutti seduti al loro posto, gli astanti si sarebbero presto ritrovati altrove, su una distesa di terra a perdita d'occhio, priva di una qualsivoglia forma di vegetazione.
    Lo Skeksis si piegò, toccò il terriccio e ne raccolse un po', quindi riprese la statura eretta, lasciando che buona parte di esso gli scivolasse via dalla mano.
    I bambini emisero gridolini eccitati, e scimmiottarono l'anziano eremita. Ormai, dopo svariate dimostrazioni di quel tipo, sapevano benissimo che si trattasse di una semplice illusione, che sarebbe durata giusto il tempo del racconto, o forse poco meno. Pur tuttavia, com'era intuibile, adoravano quando il "nonno" rendeva più vividi i suoi racconti con simili stratagemmi.

    "Dovete sapere, cuccioli miei, che perché un terreno sia adatto alla coltivazione non basta solo dissodarlo e rimuovere ogni tipo di erbaccia, sasso o frammento di radice. Servono anche... l'acqua..."
    E una pioggerella ricadde dal cielo. Il terreno si fece zuppo, eppure nessuno dei presenti avrebbe sentito la fresca carezza sulla pelle. Anzi, se avessero provato ad afferrarne qualche goccia, gli sarebbe sembrato di stringere l'aria.
    "Il sole..."
    La stella del giorno irradiò maggiormente la sua luce, tanto che tutti, per pochi secondi, avvertirono la sensazione di star quasi sudando.
    "E, ovviamente... Ehm... lo stallatico."
    Con un cenno della zampa, skekDor ricoprì parte della distesa di terreno con uno strato di terriccio un po' più scuro.

    Una bimba, tirando la manica della camicia al fratello un po' più grande, gli domandò: "Cos'è lo "stalla-coso"?"
    "Pupù di vacca..."
    "Bleah!"

    Cercando di mantenere un tono, lo Skeksis continuò: "Ma tutto ciò non porterebbe al risultato sperato, senza il giusto olio di gomito."
    Batté le mani un paio di volte, e l'immagine circostante cambiò. Come nella sovrapposizione di una diapositiva, il terreno venne coperto da diversi canali d'irrigazione, e sopra di esso presero a lavorare delle figure, armate di strumenti quali zappe, vanghe e rastrelli.
    "La vita nei campi è scandita dal ritmo della natura, dai lavori e dalla fatica... Però, se trattata nella maniera corretta..."
    Un'altra breve pausa, giusto il tempo perché dal suolo spuntassero rapidamente fuori germogli, crescessero in piante e, di seguito, tramutassero i fiori in frutti e ortaggi.
    "...la terra ricambia le premure ricevute con tante cose buone da mangiare."

    Dato un rapido ceffone all'aria, similmente a un colpo di spugna, lo Skeksis fece ritornare il tutto alla normalità.
    Socchiuse di nuovo gli occhi, riprendendo col racconto.
    "E così, anche il Koldran non resistette a lungo alle lusinghe che gli erano state rivolte. Grazie alla pazienza e alla perseveranza, i contadini di Valiinorê resero un fazzoletto di terra piuttosto cospicuo nuovamente fertile. Usarono parte delle provviste offerte dagli altri Presidi come sementa per i campi e, ovviamente, trovarono il modo di proteggere le piantine appena nate dalla forza del gelo."
    Tirandosi un lembo del verdugale, skekDor vi avvolse attorno la zampa: "Coprendo nelle ore più fredde della giornata le coltivazioni, e accendendo fuochi tutt'intorno al fine di mantenere la giusta temperatura, è possibile proteggere i raccolti e permetterne la maturazione. E così fu... Come vedete, gli abitanti avevano sfruttato una componente fondamentale di queste terre, la sovrabbondanza di legna, per ottenere qualcosa di utile ai loro scopi."
    Adelfio ridacchiò divertito, poiché lui era proprio uno dei taglialegna addetti a quel tipo di mansione.

    skekDor concluse: "E così, da allora, le tecniche di coltivazione sono state affinate, e gli orti producono il necessario per la sopravvivenza dei contadini, così come del resto delle persone che vivono a Valiinorê. E, in un giorno ancora lontano, l'onere di prender parte a questo continuo ciclo di semina, cura e raccolta spetterà a voi, piccoli miei."

    Ai bambini la questione non parve dispiacere, considerato il vociare di giubilo che si levò tutt'intorno. Per chi era abituato a vivere delle piccole cose, anche questioni che altri avrebbero considerato denigranti costituivano motivo di gioia.
    skekDor volse il becco ad Adelfio e Tresa: toccava a loro, adesso.

    La donna batté il mestolo sul bordo del pentolone, attirando l'attenzione dei piccini. Poi, con voce autoritaria, esclamò: "Su, mascanzoncelli. Adesso è ora di andare da mastro Eligio, a imparare a scrivere."
    Com'era prevedibile, la faccenda non fu presa di buon grado.
    Sospiri scocciati e scalpiccio di scarpe trascinate accompagnò la piccola processione che si andava formando.
    Poi, il piccolo Hans aggrottò lo sguardo, cercò skekDor e, dopo averlo trovato, esclamò: "Nonno... Caramelle! Io sono stato attento."

    Come risvegliandosi dal torpore, l'intero pubblico rammentò la promessa fatta da donna Tresa.
    E di nuovo, si levò il solito coretto di voci.
    "Yeeeh! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le!"
    "Yeeeh! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le!"
    "Yeeeh! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le!"
    "Yeeeh! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le! Ca-ra-mel-le!"

    Coretto che s'interruppe solo dopo che lo Skeksis, annuendo con falsa rassegnazione, alzò entrambe le braccia al cielo.
    Inspiegabilmente, iniziò da subito a nevicare. Solo che i fiocchi che cadevano ora dalla volta celeste sembravano avere qualcosa di anomalo.
    Erano più simili al cotone, che al ghiaccio!
    In effetti, se Rynnelthalas avesse provato ad afferrarne uno, si sarebbe resa conta non solo della sua spropositata grandezza (quasi come una pallina da tennis), ma anche della sua consistenza, simile al polline del dente di leone.

    I piccoli ne avrebbero trangugiato in quantità, neanche fosse il più squisito degli spuntini.
    Similmente, anche Adelfio, Tresa e il resto delle persone presenti in piazza non avrebbero potuto fare a meno di assaggiarne uno.
    E se anche la dragonessa avesse fatto lo stesso, si sarebbe resa conto della reale natura di quel misterioso dono dal cielo.
    Per una dea come lei non sarebbe stato difficile capire come quel polline non solo fosse estremamente nutriente, ma avesse anche il sapore della cosa più gradita al palato.

    Nel caso dei bimbi, com'era intuibile, sapeva di caramelle, crostate o dolci fatti in casa. Per Adelfio, al contrario, aveva le stesse note di sapore dello stufato di cinghiale di sua moglie.
    Insomma, chiunque avrebbe avuto la pancia piena e il senso del gusto pienamente soddisfatto, in pochi secondi.

    E mentre i piccoli, ora ligi al dovere, seguivano donna Tresa da mastro Eligio, il mezzo-Mistico si avvicinò a piccoli passi a Rynnelthalas.
    Raggiuntala, rimase con le mani nelle ampie maniche della veste a fissarla a lungo, con uno strano sorrisetto dipinto in faccia.
    Non disse niente, però. Come se non avesse le parole.
    O come se, più probabile, ci fosse una specie di "conflitto interiore" a impedirgli di dire alcunché.

    Comunque, la piazza fu presto svuotata dei pargoli, e tutto ciò che rimase furono loro due e i grandi falò ancora accesi

    Salute: 100%
    Energia: 90%
    Classe: PRIMARIE: Elementalista - Avatar - Trickster

    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

    - Finestra sul mondo:
    skekDor usa le sue arti illusorie per ricreare perfettamente una porzione di spazio di una zona da lui visitata in precedenza. L'illusione è realistica a livello di ogni senso, comprese le manifestazioni tattili (temperatura, umidità, consistenza di oggetti e viventi mostrati) e può esser percepita da chiunque si trovi nell'area d'effetto della tecnica, ovvero 7 metri [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Medio]

    - Manna:
    skekDor non ha bisogno di nutrirsi di cibo, in quanto il suo sostentamento è assicurato dai raggi solari del mattino e dalle anime che strappa alle creature viventi. Tuttavia, come ogni divinità che si rispetti, è in grado di creare eventualmente una fonte di sostentamento dal nulla. Nello specifico, concentrando le proprie energie e liberandole verso l'alto, sarà capace di far piovere dal cielo una coltre di batuffoli dall'aspetto di cotone e dall'alto potere nutrizionale. La fonte alimentare è in grado di nutrire fino a cinque creature al dì. Il consumo andrà raddoppiato per gruppi più numerosi. La tecnica non è inoltre dipendente dal cielo: lo Skeksis potrebbe ad esempio evocarne il potere anche in una grotta [Abilità Attiva – Supporto; Consumo: Basso]

     
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    Sotto ai tetti di Valiinorê

    Rynnelthalas


    Narrato - «Parlato»


    Le parole si rincorsero componendo una trama ben definita. Era la storia di bracci forti che si opponeva al gelo della morte e della natura per promuovere la vita e la crescita. La draghessa provava una forte emozione nel petto, sentendosi rappresentata in quella storia, per lei la vita era tutto. Sgranò gli occhi quando comprese di trovarsi nel mezzo di un miraggio, e si passò la lingua fra le labbra, assaporando ogni momento di quel mistico potere. SkekDor l'aveva sorpresa, dopotutto di lui non sapeva nient'altro rispetto a ciò che le aveva raccontato l'ultima volta, e quindi accolse con garbo le novità. La storia proseguì e così l'illusione. Si lasciò trasportare da quelle immagini, vivendo l'avventura del raccolto in prima persona, lasciando che la pioggerella, il sole e il fertilizzante la coinvolgessero appieno. La creatura aveva il dono della narrazione, e sfruttava le sue magie per rendere il tutto ancora più vivido, e la dea ne fu compiaciuta.

    SkekDor finì la sua recita, e i bimbi richiesero il premio promesso, finanche una manna cominciò a discendere dal cielo. Un fiocco si posò sulla mano di Rynnelthalas e lei lo portò alle narici, annusandolo. Sapeva della Valle, dei suoi fiumi, della terra fresca, del vento di primavera. Chiuse gli occhi e per qualche secondo lasciò che quei profumi le ricordassero casa. I suoi piedi accarezzavano la terra inumidita di rugiada mentre passeggiava per valli e boschi. I campi erano fertili, la gente aveva di che sfamarsi. Un tempo viveva felice, non c'erano invidia e gelosia e desiderio di potere. Un tempo era amata.

    Quando riaprì gli occhi erano ormai soli, e quella palla di soffice consistenza ancora giaceva sul palmo aperto della sua mano.
    «Skekdor, come mai percepisco che vuoi dirmi qualcosa?» Lo guardò con un'espressione serafica e affabile, com'era sua abitudine. «Quello mi sembra il sorriso di chi è soddisfatto di qualcosa. Non vuoi condividere con me i tuoi pensieri, ora che siamo soli?»
    Allungò l'altra mano verso di lui, le dita indirizzate verso l'esterno, un invito ad afferrare la sua mano.


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    Un turbinio di emozioni contrastanti animava l'interno del corpo dello Skeksis.
    Se solo Rynnelthalas avesse avuto il potere di percepire le anime, si sarebbe accorta che quelle di skekDor stavano cozzando fragorosamente fra loro a più riprese, come se si stessero litigando il dominio sulle membra.
    E in effetti, era proprio così.
    skekDor, quello vero, voleva venir fuori e riprendere da dove lasciato la volta scorsa. Magari accampare una scusa per il pessimo utilizzo dei poteri da parte del suo gemello, così da dimostrarsi una volta di più una divinità malevola.
    Al contrario, la metà del Mistico ci teneva che Rynnelthalas li conoscesse in entrambe le vesti, giacché non prendesse decisioni affrettate sul comportamento da tenere in loro presenza.

    Comunque, quando la dragonessa sembrò accorgersi che ci fosse qualcosa di strano e, di seguito, tese la mano al suo indirizzo, skekDor mugugnò stridulamente: "Mmmh... Vorrei condividere ben più che i pensieri, con te..." Cinguettò quasi, stringendole appena la mano.
    Sembrò ravvedersi subito dopo e, scuotendo con veemenza il capo, aggrottò il viso in un'espressione contrita e aggiunse: "Ah-ehm... L-le mie aspirazioni per questo villaggio. Certo, ecco cosa. In effetti, il fatto che voi siate qui apre il futuro a nuovi orizzonti."

    Lasciò andare la presa, rendendo quella che fino a quel momento era una stretta di mano lasciva, in una più colloquiale presa di supporto.

    "C-come mai avete deciso di spingervi fino a Valiinorê? Il Koldran non ha molto da offrire, quanto a paesaggi lieti."
    Riprendere il controllo costò al Mistico non poca fatica. Quella dea era per certi versi diventata una specie di chiodo fisso per skekDor, dopo il loro ultimo incontro.
    Insomma, era quanto di più vicino a uno Skeksis che potesse offrire Endlos! E, soprattutto, con lei al suo fianco, magari avrebbe avuto maggior fortuna nella sua opera di "ascensione".
    Ciò nonostante, il Mistico rigettava categoricamente la cosa. E quel giorno avrebbe fatto di tutto per rimanere in sé.

    "Perdonate l'imbarazzo. Immagino che per voi risulti un po' anomalo il comportamento ostentato poco fa." Si grattò dietro la testa, poi aggiunse: "Il fatto è che... la gente di questo posto mi ha conquistato il cuore."
    Ricacciare indietro il vero skekDor stavolta gli costò non poca fatica. Il cuore di tenebra era nero di rabbia. Che ciance andava dicendo, il suo gemello?

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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Rynnelthalas


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    Il voler condividere con lei ben più che i pensieri, fu espresso in modo malizioso. Ma a seguire ci fu una frase di aggiustamento, che lasciò la draghessa sconcertata. Finse momentaneamente di non essersi accorta di nulla.
    «Nuovi orizzonti? In effetti potrei trattenermi qui ancora per qualche giorno. Mi sento più vitale da quando ho intrapreso questo viaggio, più energica. Può essere un segno che i miei poteri divini stanno facendo ritorno.»
    Sorrise, incoraggiante, mentre la mano dello Skektis scivolava via.
    «Il Koldran fa parte di Endlos, e dunque mi affascina, come tutto questo mondo. È mio dovere conoscere gli abitanti del mondo che mi accingo a governare, ammesso che esso abbia bisogno di me.»
    Dimostrò con quelle parole di aver avuto una qualche illuminazione dall'ultima volta che si erano visti.
    «Valiinore è un paese piccolo, ma pieno di vita. Sì, potrei trattenermi, conoscere gli abitanti, sentire altre storie. E venendo qui ho sentito il lezzo soprannaturale che proviene dal Nord. Non immaginavo che il tanfo dei non morti aleggiasse su queste terre, ma l'ho definitivamente sentito. La non morte è mia nemica, dopotutto, come tutto ciò che inganna il ciclo della vita.»
    Rynnelthalas mostrò l'espressione più seria che skekDor le avesse mai visto. Infine si alzò dalla sedia di vimini e compì qualche passo intorno al suo interlocutore, osservandolo con curiosità, abbandonando il discorso sui lich. Si sfregò le mani e si inumidì le labbra, i suoi occhi dorati si posarono sulla sua figura, finché non assertì: «Sei diverso, oggi.»
    Rynne faceva fatica a trattenere il suo desiderio di conoscenza, che era come una fame che la prendeva all'improvviso, quando qualcosa catturava il suo interesse. Voleva sapere, tutto. E il beccuto interlocutore sapeva qualcosa che non voleva dirle, di questo era sicura.
    «Non temere, non userei mai i tuoi segreti per farti del male. Confidati con me. Cosa ti affligge?»
    La sua voce risultò persino più suadente del solito, anche se i suoi occhi sembravano quelli di un predatore.
    «Se mi permetti di aiutarti, potrei farlo. In onore della nostra affine natura. Tieni così tanto a queste persone da essere completamente diverso rispetto a quando ci siamo conosciuti?»


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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    Lo Skeksis si batté le dita di una zampa sulla punta del becco, sentendo il primo dire di Rynnelthalas: il fatto che le stessero ritornando le facoltà divine poteva in effetti costituire un buon punto di partenza.
    In fondo, skekDor stesso diveniva ogni giorno sempre più forte. Perciò, non era scontato pensare che per un po' tutti gli dei esiliati valesse lo stesso ragionamento.

    Sul secondo punto, skekDor espresse invece una nota di biasimo. Il che era strano, considerato che durante il loro primo incontro sembrava aver fatto trasparire tutt'altro atteggiamento: "Non credo che ne abbia bisogno in senso lato... quanto, in minima parte. Interventi minori, che i più potrebbero anche considerare effetto della casualità. Del resto, se un dio agisce con perizia, nessuno potrà mai dire per certo che lui abbia fatto davvero qualcosa."

    Comunque, il suo sguardo si riaccese quando l'argomento tornò a essere Valiinorê.
    "Eh... L'estate non toccherà mai le porte di questo paesino, ma le anime che lo popolano mi fanno sentire come se avessi qualche millennio in meno sulle spalle, e il solleone a scaldarmi le membra. I piccoli, li avete visti... Loro rappresentano la speranza di Valiinorê, il suo futuro. Queste casupole non prospererebbero mai senza quei giovani ad animare con le loro marachelle a tutti la giornata. Molti vecchi e cari popolani hanno raggiunto i pascoli celesti, da che sono qui... Ma questa terra, e le creature che la abitano, continuano a rinnovarsi. Oh, ma vi prego, perdonate le mie divagazioni e le reminiscenze dettate dall'incanto di questa giornata primaverile. Come vi dicevo, talvolta mi lascio trasportar-"
    skekDor s'interruppe, rendendosi conto che la dragonessa aveva preso a girargli attorno, come incuriosita dal suo aspetto.
    E infatti, poco dopo, mostrò di aver capito che ci fosse qualcosa di anomalo nel mezzo-Mistico, quel dì.

    Però, come avrebbe mai potuto il Mistico rivelare il suo segreto? Sebbene si fidasse di un'altra dea, il rivelare che in skekDor s'alternassero due diverse personalità non avrebbe giocato a favore di rapporti futuri. Rynnelthalas avrebbe dovuto fare attenzione alle parole, pur di non risvegliare la metà malvagia, senza contare il rischio di esporla alle subdole provocazioni dello Skeksis. O peggio, quest'ultimo avrebbe potuto fingere di essere il Mistico, e ingannarla con le sue moine.

    Così, a malincuore, l'anima di urElah celò ancora una volta il suo segreto. Avrebbe potuto del resto farci ben poco, finché fosse rimasto nel corpo di uno Skeksis.
    "Non ora. Non ancora, almeno. Ma confido nel fatto che disporrò del quadro completo al concludersi della guerra. Allora, se avrò ancora la possibilità di potervi incontrare, sarò ben felice di condividere con voi questa mia... "peculiarità"." Non capitava spesso che skekDor ghignasse, quando a farla da padrone era la parte del Mistico. In ogni caso, l'effetto era decisamente migliore di quando lo faceva la metà dello Skeksis. Certo, si trattava comunque di una sottile linea di confine, considerando i tratti del viso.

    Sollevò un indice, fece un gran passo in avanti e, superata la dragonessa, proseguì: "Accetterei volentieri la vostra disponibilità, in ogni caso. Finché il villaggio non sarà in grado di sostenersi autonomamente, e fino a che la Piaga del Nord vesserà su queste regioni, il vostro contributo futuro potrebbe non esser così scontato, né pleonastico."
    Portando a fatica le mani dietro la schiena, skekDor volse i tacchi e tornò a fissare Rynnelthalas negli occhi: "Se io... Qualora Valiinorê non ricevesse più mie visite, ve la sentireste di prendere il mio posto?" Azzardò, per poi aggiungere: "Come avete appurato, si tratta perlopiù di tener d'occhio i pargoli mentre i genitori si occupano delle faccende, di curare i feriti e i malati e... di dare una piccola e "implicita" spinta al clima, di tanto in tanto."
    Ammettere di averci messo del suo sembrò gravargli sulla schiena come un macigno. Se non altro, però, reputava di aver usato i suoi poteri per un fine adatto, sebbene si trattasse di qualcosa di personale

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    Rynnelthalas


    Narrato - «Parlato»


    «I mortali hanno pur bisogno di una guida» continuò Rynne, non per nulla convinta. «Da soli non capiscono il quadro più grande. Sono troppo giovani e fragili. Spetta agli dei governare il mondo.»
    Sospirò, sentendo quel cambio radicale nelle prospettive di skekDor. L'ultima volta gli sembrava più propenso al comando, anche se più crudele. Lasciò cadere l'argomento perché il beccuto riprese a parlare del suo villaggio, e la draghessa trovò piacevole vedere il modo in cui egli vi era legato. C'era qualcosa di caldo nelle sue parole, un amore quasi viscerale che la contagiava. Non commentò, continuando a osservarlo con attenzione, finché egli non confermò che qualcosa non era al posto giusto.
    «Al concludersi della guerra, dici. Ma io voglio sapere tutto, adesso, subito.»
    I suoi occhi si accesero di una luce ancora più nitida, come piccoli soli. Ma questo fu tutto ciò che accadde. Nonostante l'imperiosità delle sue parole, il drago non fece nulla per costringere il suo pari a rivelare il suo segreto. Semplicemente si fermò, incrociò le braccia ed esalò un caldissimo respiro.
    «Perché parli come se dovessi sparire da un momento all'altro? Io certamente potrei prendermi cura di questo villaggio fra un viaggio e l'altro, ma finché i miei poteri non torneranno, sarai più utile tu di quanto non lo sia io. Tuttavia non ti sto dicendo di no. Il mio compito è proteggere i mortali che ne hanno necessità, dopotutto. Fa parte della mia missione sacra.»
    Ritrovò il sorriso, e si dimenticò di tutto il resto.
    «Nel mio mondo benedicevo le famiglie, i capi di bestiame e le piante. I campi erano fertili, tutti potevano mangiare in sazietà. Questi giovani non sembrano ancora affetti da invidia, gelosia e desiderio di potere. Li hai educati bene. Forse hai ragione. La cosa migliore è aiutare in segreto, così che nessuno possa incolparti di qualcosa se le cose non dovessero più piacergli.»
    Rise, per la prima volta da quando si conoscevano. Una risata limpida e cristallina, anche se corrotta da un velo di malinconia. I suoi ricordi aleggiavano nell'aria come una nebbia di disappunto, influenzando i suoi discorsi. Era evidente che ancora non aveva dimenticato il passato. Che avesse perdonato o meno i suoi vecchi sudditi per averla tradita, questo non si capiva. E forse lo skektis nemmeno sapeva di ciò che le era successo.
    «Ma non sarebbe la stessa cosa senza di te. Gli abitanti del villaggio ti amano, skekDor. Io non sarei una valida sostituta. Non ancora. Dovrebbero conoscermi meglio, e io dovrei conoscere meglio loro. Potrei fermarmi qui per qualche tempo, o tornare, ogni tanto. Ho molte storie da raccontare, dopotutto.»


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    skekDor assottigliò lo sguardo, divenendo cupo.
    "Ho scrutato il futuro, mia cara. Mi ero ripromesso di non farlo, ma alla fine ho ceduto alle debolezze dei mortali e... ho voluto saperne di più." Mormorò, abbassando il capo.
    Poi, riducendo gli occhi a due fessure, proseguì: "Mi sono visto prigioniero di un sogno. Un sogno di morte! E intanto, nel piano della realtà, la guerra iniziava a mietere le sue prime vittime. Valiinorê stava resistendo bene, anche privata del mio intervento. Eppure, l'orda non arrancava nella sua avanzata."
    Un nuovo passo, e le mani si alzarono su, abbastanza perché, nonostante la disparità d'altezza, lo Skeksis potesse poggiarle sulle spalle della giovane.
    "Ho visto il sogno privarmi di energie e lucidità, ferirmi nel corpo... E poi rimandarmi nel piano della realtà, dove ad attendermi avrei trovato la Piaga del Nord al completo. E lì, circondato dall'ultima linea di difesa, avrei incontrato lo stesso destino di questo villaggio."

    Rendendosi conto di aver osato troppo, skekDor sussultò e staccò le mani da Rynnelthalas.
    "P-perdonatemi, mia cara. Ad ogni modo, non ho avuto cuore di scrutare al di là di quel punto. Perciò, in un certo senso, il futuro mi è ancora incerto... Solo che ora mi è più difficile pensare positivo."

    Poi, la dragonessa iniziò a divagare sul passato, e su come avesse migliorato a sua volta la vita ai mortali, per mezzo dei suoi poteri.
    Questo fece accendere gli occhi di skekDor di una strana luce. Anzi, metaforicamente s'illuminò tutto.
    Rynnelthalas era sì l'interesse morboso dell'altra metà (poiché di amore, la parte dello Skeksis non sapeva nulla), ma anche il Mistico non poté fare a meno di restare affascinato dalle sue grazie e dalla sua indole, seppur in maniera platonica.

    Si passò un lucido artiglio sotto al mento, cogitabondo. Aprì il becco, ma le parole gli morirono in gola. Quindi guardò altrove, incapace di sostenerne lo sguardo. Incrociò le dita in preghiera, sfregando nervosamente i palmi fra loro.
    Prima di trovare le giuste parole, fece passare diversi secondi.
    "Io... Io non sono eterno come vi ho fatto credere, mia cara. Vedete..." Trasalì. Il cuore di tenebra gli batteva nel petto con una violenza tale da minacciare di fracassargli la cassa toracica. Non era un argomento gradito, quello che stava per esser trattato.
    urElah, tuttavia, ignorò l'angoscia che gli montava dentro e andò avanti.
    "Al tempo in cui caddi giù dal cielo di Endlos, sapevo già che alcune "forme" fossero mutate in me. Non più eterno, non più onnisciente... Ciò che sentivo di essere era un qualcosa di difficile da constatare con mano, e lo è tutt'ora. Per questo voglio rivelarvelo, perché non cadiate nell'apparenza di una veste che in verità non mi appartiene più."
    Portò la mancina al seno, stringendolo appena con gli artigli. Quello che sentiva non era dolore, ma solitudine.
    Condividere il corpo con l'altro, due metà perfette di un essere un tempo completo, lo rendeva all'effettivo più solo che mai. E anche la parte dello Skeksis, sebbene in maniera più violenta, esprimeva lo stesso sentimento.
    "Io non... Io sono immortale, ma posso essere ucciso, seguendo la giusta "procedura". Avevo fatto promessa di non rivelarlo mai a nessuno, tuttavia... Servirà a farvi capire il mio dubbio..."
    Allungò le zampe, cercando di prendere la mano della donna.
    "Il mio bisogno... Sarà anche vero che i vostri poteri non sono ancora tornati, Rynnelthalas cara... Ma io sento di poter confidare in voi. Io DEVO confidare in voi. La mia ultima speranza. Per Valiinorê. Non ho nessun altro, purtroppo..."
    Ed era vero. Sebbene di dei ne conoscesse una moltitudine.
    Ma i più erano troppo impegnati a vivere nel loro piccolo mondo, nei loro castelli di carte, fra feste mondane e faccende burocratiche. Troppo, troppo invischiati nella loro esistenza, per curarsi di quella di coloro che non rientravano nella loro "giurisdizione".

    Si lasciò cadere in ginocchio, poggiando la fronte sul dorso della mano della dea. Il dolore al petto svanì: forse, anche il vero skekDor era arrivato alla medesima conclusione.
    "Non ho timore di sparire. Ma questo villaggio... Questo... Deve continuare a esistere. Anche se lo stesso non valesse più per me."

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    Armamentario:

    - Frammento del Grande Cristallo:
    Si tratta di una minuta porzione, della grandezza d’una mela, del Grande Cristallo originale. Il colore ricorda quello dell’ametista, anche se le tonalità variano considerevolmente a seconda dell’ora del giorno e dello stato mentale di skekDor. Normalmente si trova all’interno del corpo dello Skeksis, il quale lo vomita fuori solo nel caso in cui dovesse bagnarsi nei suoi raggi curativi. E’ un oggetto che può venire utilizzato solo dalle divinità: nelle mani di un qualunque mortale apparirebbe come una semplice pietra preziosa.
    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
    Qualora la situazione lo richieda, skekDor attinge al potere del Grande Cristallo per ricoprire mani e avambracci di vispe zaffate di mana fluorescenti nel verde, che ricordano nella forma dei guanti da combattimento avvolti dalle fiamme. Queste insolite armi hanno la resistenza dell'acciaio e, a ogni colpo portato, lasciano dietro di loro una scia eterea che scompare dopo pochi secondi (La scia è scenica e non ha consistenza). La gittata dei colpi è di circa un metro da ciascun avambraccio di skekDor

    - Specchio della vicinanza:
    Questo piccolo e finemente decorato oggetto delle dimensioni di una palla da tennis sembrerebbe solo un comune specchietto da trucco rinascimentale a un occhio inesperto. In realtà, focalizzando l'attenzione su una creatura in particolare, sarà possibile vederne l'immagine riflessa e comunicare con essa in tempo reale, ovunque si trovi su Endlos. Lo specchio consente un dialogo basato sia sulle parole che sui pensieri, purché entrambe le parti acconsentano a creare il tramite che rende possibile l'incanto

    - Dono di Hans:
    Si tratta di un piccolo teschio di pollo, fra le cui orbite passa una cordicella a mo' di ciondolo. Per chiunque, potrebbe sembrare un semplice monile ornamentale, ma non per skekDor. Si tratta infatti di un regalo molto speciale. Oltre il levigato osso si celano i sogni e le speranze di un animo puro, che ha visto nello Skeksis ben più della grottesca entità che tutti percepiscono. Concentrandosi, skekDor può usare questo piccolo oggetto come una sorta di filo d'Arianna per materializzarsi istantaneamente a Valiinorê, senza dover attingere direttamente ai suoi poteri. Eventuali alleati potranno seguirlo nello spostamento entrando in contatto diretto col suo corpo. Il ciondolo manterrà le sue proprietà fino a che il bimbo Hans continuerà a vivere nel villaggio di Valiinorê (L'uso dell'oggetto è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti)

    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Sotto ai tetti di Valiinorê

    Rynnelthalas


    Narrato - «Parlato»


    «Scrutare il futuro è pericoloso persino per gli dei, mio caro skekDor.»
    Fu un commento pesante, tagliente, un dissenso che sapeva di rimprovero, anche se pronunciato con la voce più dolce e melodica che la dea possedesse.
    «Fato e sorte non si escludono a vicenda. E poi c'è il libero arbitrio. Ciò che hai visto è solo uno dei possibili risvolti. Conoscere il futuro ci rende più fragili. E se quel futuro si avverasse proprio perché scorgendolo farai di tutto per scongiurarlo, compiendo le scelte sbagliate?»
    Chiuse gli occhi, portò una mano sul petto e sospirò, anch'essa incerta sulle giuste parole da dire. Non era una personalità accondiscendente, e fondamentalmente diceva tutto ciò che le passava per la testa, senza pensare alle ripercussioni delle sue parole. Lei era per la verità, sempre, a meno che non ci fosse un preciso motivo per ricorrere alla menzogna. Ma aveva una certa considerazione dello skektis per mentirgli. Si fidava abbastanza di lui da saperlo resistente alla verità.
    «Inoltre nel tuo futuro non c'era traccia di me. Questo è un pensiero positivo. Il mio intervento cambierà le cose, perciò è ancora tutto molto incerto e nebuloso.»
    I discorso del suo interlocutore non si arrestarono, e la travolsero come un'onda. Rynnelthalas resistette con pazienza a tutte quelle informazioni, rivelando a sua volta che la propria natura non le era mai stata rivelata.
    «Devi sapere che forse nemmeno io sono eterna. Ma di più non posso dirti, perché non ho mai avuto esperienza della morte. Conosco il ciclo della vita, lo amministro nel suo complesso, ma allo stesso tempo non ne faccio parte. Endloss è un mondo in cui gli dei non sono forti come lo sarebbero nei propri mondi. Non sono ancora stata messa alla prova. Ma non sei solo, se questo ti può consolare. E nemmeno questo villaggio lo è.»
    Sorrise, gentile e placida. Lasciò che il dio si prostrasse ai suoi piedi, ma senza che questo gesto accendesse in lei alcuna traccia di superbia. Ormai lo aveva capito. SkekDor era molto più simile a un mortale in questo momento. La prima volta che lo aveva incontrato, il pennuto le aveva dato l'idea di essere una divinità distruttrice, autoritaria e potente; vederlo adesso, in tutta la sua umanità, le rivelò che una parte della sua natura era differente. La stava sperimentando sulla sua persona.
    «Devi essere disperato se ti fidi così tanto di me da rivelarmi i tuoi segreti dopo solamente due incontri. Ma la cosa mi piace. Io amo chi si confida con me. Amo conoscere. E penso che potrò darti una mano. Qui, nel presidio settentrionale, ho trovato il mio più acerrimo nemico. Coloro che manipolano la vita e la morte a proprio piacimento sono un cancro per ogni mondo. Non posso tollerare che i mortali siano costretti ad affrontare la non morte da soli. Devo continuare il mio viaggio... alla ricerca dei miei poteri e della conoscenza di questo mondo. Ma posso garantirti che tornerò qui ogni volta che potrò, per assicurarmi che Valiinorê sia al sicuro dai re lich.»


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    Fisico: Buone condizioni
    Mente: Buone condizioni
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    Link Scheda: Rynnelthalas

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    Equipaggiamento:


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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    skekDor tacque di fronte al modo di percepire il futuro da parte della dea. Purtroppo per lui, sapeva benissimo che quel futuro era vero e tangibile. Il suo era un incanto antico e potente, capace di attraversare le molteplici pieghe della realtà fino a creare un unico cammino netto.
    Sebbene lo Skeksis conoscesse il futuro, non avrebbe potuto far niente per cambiarlo. Avrebbe detto e fatto le stesse cose, perfettamente conscio di ottenere lo stesso risultato.
    Poiché il tempo, pur piegandosi alla sua volontà, non poteva far altro che renderlo partecipe della sua trama, ma non artefice.
    Anche il fatto di averne parlato alla dragonessa non avrebbe cambiato le cose. Lei il giorno della guerra a Valiinorê non ci sarebbe stata.
    Forse dopo, ma quello era un futuro che lo Skeksis non avrebbe visto. Sarebbe stato troppo doloroso scoprire quale destino sarebbe toccato al villaggio, nel caso di una sua eventuale dipartita.

    E poi, la dragonessa rivelò a sua volta una sua debolezza. skekDor, quello vero, quasi si commosse di fronte a tanta umiltà: Rynnelthalas era forse la prima dea di Endlos ad aver ascoltato pazientemente quel che lui aveva avuto da dire, e ricambiato con qualcosa di eguale misura. Sebbene anche Drusilia ci fosse andata molto vicina, nel loro ultimo incontro.

    Comunque, urElah s'affrettò a rispondere alle ultime parole della dragonessa: "Due volte, o anche una sola, sono più che sufficienti. Siete una dea benevola, Rynnelthalas. E, in quanto tale, io so di potermi fidare del vostro operato. Le parole fra dei sono legge. Così è sempre stato, e così sarà anche in futuro, sebbene le divinità di Endlos alle volte tendano a dimenticarlo. Uff..."
    Pigiò sulla gamba sinistra, poggiandovi poi la zampa per aver sostegno e rialzarsi, seppur a fatica. Con la destra, continuò a stringere la mano della donna.
    "Sapevo che avreste capito, e sono lieto che condividiate la mia stessa visione. Dei mortali che giocano con la vita e la morte vanno fermati. Alla peggio, ahimé, annientati. Ma non ho pietà per questi lich. Loro sono già cadaveri da tempo, e tutto ciò che impedisce alle loro anime di ascendere al regno che più compete loro non è altro che un rituale maligno."

    Batté le palpebre a più riprese, guardandosi attorno: "Concordato il da farsi, avrei piacere di accompagnarvi in gita lungo il perimetro esterno. Vi assicuro che la vista vale la marcia." Unì le mani fra loro, fregandosi i palmi: "O forse dovete già andare? Mi spiacerebbe intralciarvi il cammino. Specialmente ora."

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

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    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

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    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

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    Sotto ai tetti di Valiinorê

    Rynnelthalas


    Narrato - «Parlato»


    «Bene. Allora fammi strada.»
    Rynne fece un cenno con il capo, elargendo uno dei suoi sorrisi placidi e gentili al suo anziano interlocutore. Nella sua mente iniziò a progettare: doveva rivedere i suoi piani per il futuro, in modo da poter tornare a Valiinorê di tanto in tanto per valutarne la crescita e i bisogni. La parola fra dei era legge, questo era vero, ma anche senza aver dato la propria parola, il drago avrebbe comunque deciso di tornare. Quel villaggio era una perla nel marcio fetore del Nord. Era importante che qualcuno ne salvaguardasse la vita e la prosperità.
    «Quante persone abitano qui?» chiese distrattamente mentre camminavano. «Chi è il capo ufficiale di Valiinorê? So che sei tu a dirigere tutto dall'anonimato, ma a chi fanno riferimento gli abitanti per le faccende minori? Ho bisogno di farmi conoscere anch'io, così che le mie venute future passino più leggere che mai. Non voglio interferire direttamente con la politica di queste persone, ma limitarmi a benedire le loro vite e i capi di bestiame. Sento che il mio spirito si sta rafforzando, a breve sarò in grado di elargire il mio dono a coloro che reputerò bisognosi.»
    Un dono di vita e salute, un potere strettamente legato alla vita e al suo ciclo. Un regalo prezioso per i mortali, estraneo alla loro natura decadente ed effimera, era il dono di Rynnelthalas per loro.
    «Quando la mia anima sarà forte come un tempo, potrò nuovamente imprimere la mia forza nel ciclo della vita e della morte, e guidarlo a mio piacimento. Con discrezione, ovviamente. Insieme, veglieremo su queste persone e scongiureremo la guerra.»
    Ignara di ciò che lo skektis dava per certo e convinta di poter navigare le acque impetuose del destino, Rynne mostrava il proprio difetto maggiore, la completa sicurezza in sé stessa. Mai una volta era stata turbata da qualcosa. Nemmeno il ritrovarsi in un altro mondo e privata dei suoi poteri. Lei era una serva cieca e fedele del fato, e non avrebbe mai avuto paura del futuro, qualsiasi sorte le fosse spettata.


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    ~skekDor "il mezzo-Mistico"~

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    La giornata, come detto, stava procedendo di bene in meglio.
    skekDor esibì un altro dei suoi sorrisi anodini quando Rynnelthalas accettò l'invito a visitare con lui il perimetro esterno.
    Non capitava spesso che ciò accadesse, e la cosa aveva lasciato il mezzo-Mistico piacevolmente sorpreso. Finalmente, avrebbe potuto far da guida al villaggio senza dover per forza di cose mostrare la distruzione perpetrata dai lich.
    Il perimetro esterno, infatti, racchiudeva perlopiù campi coltivati, asperità rocciose e poco altro.

    Prese a incamminarsi, ma continuò a prestare orecchio alle parole della dragonessa.
    "Viene difficile stimare il numero esatto, poiché qua la gente va e viene. Fisse ci sono poche famiglie, altre sono costrette a percorrere lunghi tratti di strada per smerciare col resto del Nord. Altre ancora vengono a rifugiarsi qui, cacciate via dai loro territori, e poi ripartono verso altri Presidi. Ma... Se dovessi fare una stima... Mmm..."
    Batté le palpebre un paio di volte e si chiuse in un fine ragionamento.
    Avrebbe potuto facilmente arrivare al numero esatto espandendo le sue sensazioni e contando le anime accese nella sua mente una per una. Però, urElah detestava utilizzare il potere del Cristallo. O, per meglio dire, a quella maniera.
    "Direi poco più di una quarantina, contando tutti i bambini."

    Poi, al dire della donna riguardo a chi fosse il capo, sghignazzò. Un risata stridula e canzonatoria, che proveniva dal cuore di tenebra.
    D'altro canto, però, anche il Mistico non poté fare a meno di trovare divertente la cosa.
    "A Valiinorê non esistono capi in senso lato. Eppure, chiunque viene qui si sente prima o poi in dovere di apportare migliorie qua e là. Potremmo dire che, per il momento, la facciano da padrone gli armigeri. Sebbene..." Tirò il fiato, ma non parlò.
    Le iridi si allargarono ancor più di prima, mentre lo Skeksis ammirava il sole stagliarsi fra le montagne, poco più avanti.
    Erano al muro di cinta, proprio sul versante che dava su una vallata scoscesa.
    skekDor allungò il braccio davanti a sé e fece cenno a Rynnelthalas di guardare a sua volta.
    La luce solare sembrava trasformare le distese di neve su cui si riversava in un fiume d'oro liquido a perdita d'occhio.
    "Dicevo... Sebbene, in realtà gli abitanti sappiano gestirsi già da sé. Non fosse per la Piaga, sono certo che il villaggio sarebbe cresciuto assai più rapidamente. Qui tutti sono fratelli, e i chiavistelli delle porte di rado vengono chiusi, anche di notte. Ci si aiuta a vicenda, per sopravvivere. E, nella miseria, i più hanno sviluppato una forma di rispettoso altruismo. Più tardi, se lo vorrai, ti mostrerò a cosa mi riferisco."
    Sollevò l'altra zampa, poggiandola delicatamente fra le scapole di Rynnelthalas: "Ora... Ammiriamo in silenzio."

    Al di sotto della vallata, proprio in prossimità delle strutture in pietra che sorreggevano la murata difensiva, un'ampia area di terra era stata pulita della neve, arata con cura e coltivata con amore.
    Il freddo pungente riempiva l'aria, costringendo gli umani a coprirsi con più strati e gli animali a muoversi continuamente, pur di generare il maggior calore possibile.
    Eppure, vicino al fazzoletto di terra erano già spuntati diversi germogli, e gli animali da soma che si trovavano in prossimità di esso non emettevano sbuffi di vapore a ogni respiro. Era quasi come se ci fosse stata un'invisibile muraglia primaverile a impedire al freddo di fare il suo lavoro.
    Un paio di contadini, sollevando il capo dal campo coltivato, incontrarono la figura dello Skeksis e della dragonessa con lo sguardo.
    Alzarono un braccio e lo agitarono, in segno di saluto.
    Come rimando, lo Skeksis mosse entrambe gli arti in alto, come un pargolo su di giri.
    Di nuovo, Rynnelthalas non avrebbe potuto fare a meno di notare qualcosa di profondamente diverso nelle sue movenze, rispetto alla prima volta che s'erano incontrati.

    Accomiatatosi dai contadini a quel modo, skekDor indicò la via delle mura e fece strada: "Prego, mia cara. Da questa parte si va verso le montagne, che cingono uno dei lati del villaggio." Esclamò, e poi prese a incamminarsi con la sua solita movenza pinguinoide.
    La via era incerta, e costituita perlopiù da piccoli sentieri ricavati nella roccia. Alcune volte, poggiandovi il piede sopra, skekDor faceva distaccare dei piccoli pezzi di granito, che ruzzolavano giù lungo la vallata.

    E più si andava avanti, più la strada diventava agevole.
    Al contempo, però, si saliva in altezza. Non più campi coltivati e vallate illuminate, insomma.
    Ora, diversi metri sotto i due, originavano formazioni rocciose tanto ricche di speroni e scaglioni da non lasciare alla luce alcuna possibilità di passarvi.
    Per un tratto, sembrava quasi di camminare a un passo da un cratere nero come la notte.
    skekDor, tuttavia, procedeva in avanti.
    Un paio di volte si sbilanciò e rischiò di cadere, ma per fortuna riuscì sempre a trovare sostegno con gli artigli, aggrappandosi magari alle asperità del muro di cinta all'ultimo secondo.
    "Per di qua, mia cara." "Ci siamo quasi." "Ancora un po'!" Esclamava di tanto in tanto, a rassicurare la sua dirimpettaia

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    La scheggia del Grande Cristallo erige inoltre naturalmente un velo invisibile tutto attorno al corpo dello Skeksis, la cui robustezza è equiparabile a quella di una corazza pesante. Ogni colpo portato a questa protezione evanescente produce sprazzi d’energia violacea. Qualora la barriera dovesse cedere, le zone di frattura diverranno visibili a occhio nudo e, fino a completa rigenerazione del potere, non sarà possibile innalzarne un’altra

    - Caesti eterei:
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    Passive:

    - Semi-immortalità:
    L’organismo di skekDor non è dissimile da quello di un cadavere che cammina. Non ha realmente bisogno di nutrirsi, a eccezione dei raggi assorbiti dalla luce solare rifratta sul frammento di Cristallo nero. In alternativa, può assorbire le anime dei vivi come sostentamento. Può provare dolore, ma mai fatica. Nella sua nuova forma, skekDor può esser ferito gravemente, ma non ucciso. Sopravvivendo a uno scontro mortale, gli basterebbe quindi irradiare la luce riflessa del sole sul Cristallo per poter rimarginare nell’arco della giornata ogni tipo di danno e tornare come nuovo. Eventualmente, potrebbe attingere all'energia delle anime stipate nel suo ventre per rimarginare parte dei danni subiti a seguito di una battaglia (L'uso di quest'ultima abilità è da concordarsi in Off coi player o, eventualmente, coi master coinvolti) [Abilità Passiva – Immortalità + Rigenerazione + Resistenza all’esaurimento delle energie]

    - Signore del Cristallo:
    Il frammento del Grande Cristallo consente allo Skeksis di accedere a una fonte pressoché inesauribile di potere e di evocare i suoi incanti in maniera istantanea. Inoltre, skekDor ha la capacità di accorgersi di essere oggetto di eventuali intrusioni mentali. Infine, la barriera naturalmente prodotta dalla gemma difende il suo padrone anche dalle emozioni indotte dagli avversari più meschini [Abilità Passiva - Aumento della riserva di mana del 10% + Instant Casting + Mindfuck-Alert + Difesa dalle malie]

    - Levitazione:
    Ogni essere vivente possiede un centro di gravità eterico che risponde alla normale gravità presente nel piano su cui esso vive. skekDor ha la facoltà di cambiare di volta in volta il proprio centro di gravità eterico, di modo che interagisca coi vari universi che compenetrano Endlos. Questa capacità gli consente all'effettivo di volare, anche se non nel senso vero e proprio del termine: poiché a subire la "gravità eterica" è il suo spirito anziché il suo corpo, lo Skeksis non produrrà alcun suono durante gli spostamenti, né le sue vesti s'agiteranno sospinte dall'aria. Per chiunque lo osserverà sarà esattamente come vederlo subire una traslazione uniforme da un punto all'altro dell'ambiente. Inoltre, non essendoci limiti imposti dalla forza o dall'attrito con l'aria, in volo skekDor risulterà essere estremamente agile nei movimenti [Abilità Passiva - Volo + Furtività + 50% Agilità]

    - Potere Passivo di Classe Elementalista:
    L'acqua non intacca il corpo di skekDor in alcun modo. Il mezzo-Mistico potrebbe ad esempio rimanere in un torrente per giorni interi senza risentire di alcuna conseguenza relativa al lungo periodo di tempo trascorso in ammollo. Inoltre, (non respirando affatto già di suo) può restare in apnea quanto desidera [Abilità Passiva – Immunità scenica all'acqua]

    Tecniche utilizzate:

     
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